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F1 2019 BRAZILIAN GP: AN INTRODUCTION

Six in a row.

Anche quest’anno è andata come negli ultimi sei. Come vedere di volta in volta l’ennesimo sequel di un blockbuster hollywoodiano: sai già come andrà a finire, nonostante qualche variazione di trama da un anno all’altro.

In Mercedes hanno già adeguatamente e giustamente celebrato il titolo dei record, quello che oscura definitivamente il quinquennio d’oro della premiata ditta Todt-Brawn-Schumacher in Ferrari e in arrivano in Brasile per cercare di continuare la festa sul circuito di Interlagos.

A titoli ormai assegnati gli ultimi due GP assomigliano molto ad una passerella finale in cui ci sarà chi si gode i successi ottenuti e chi non vedrà l’ora di chiudere la stagione. Il GP del Brasile è sempre stato un evento piuttosto pregno di aspettative e momenti interessanti ma è evidente come la vera partita di questo finale di stagione si svolga lontano dal Brasile e non comprende l’attività in pista.

Due sono gli argomenti “caldi”: regolamento tecnico 2021 e il rinnovo del patto della Concordia. A giocarsi le migliori carte in termini di economici e peso politico sono, manco a dirlo, Mercedes e Ferrari.

E’ una partita aperta ormai da qualche tempo, inevitabile per le due squadre che oggi sono l’immagine stessa della F1 e vogliono mantenere questo status quo.

Sul fronte dei regolamenti Ferrari e Mercedes, ma anche Red Bull, hanno una opinione comune che si può sintetizzare nell’opposizione alle parti standard e a parametri aerodinamici troppo restrittivi che vadano a limitare le aree di intervento portando in pratica ad un’unica configurazione possibile e a monoposto tutte uguali tra loro.

immagine da formula1.com

E’ evidente come il mantenimento delle attuali regole vorrebbe dire il mantenimento anche degli attuali valori in campo e Mercedes, in quanto leader incontrastata da 6 anni, ha tutto l’interesse a “congelare” la situazione.

Più possibilisti gli altri team, che vedono in nuove regole l’occasione per dare un colpo d’ala alle loro speranze di lottare per podi e vittorie.

Le linee guida approvate e diffuse in coincidenza del Gp di Austin sono in realtà una rivoluzione a metà, in quanto obbligano ad una aerodinamica più semplice, limitano fortemente le parti standard, introducono le gomme da 18 pollici e un budget cap piuttosto severo considerando le spese attuali, in primis dei top team.

immagine da it.motorsport.com

Tutto risolto quindi? Assolutamente no. Intanto queste sono linee guida che sono passibili di modifiche e c’è da scommettere che ce ne saranno prima di arrivare a stilare comma per comma l’intero regolamento tecnico. Su questo soprattutto Ferrari ha già lottato parecchio e prevedibilmente lo farà ancora.

E poi c’è il tema del rinnovo del patto della Concordia e della redistribuzione degli utili tra i team che si lega alle schermaglie sul regolamento tecnico.

E’ notizia di questi giorni che Ferrari ha firmato il nuovo patto della Concordia e indiscrezioni rivelano che abbia fatto la parte del leone per quanto riguarda il totale degli utili che finiranno nelle sue tasche.

Si potrebbe legittimamente pensare che Ferrari abbia esercitato il più classico degli  “do ut des”: una linea più accomodante in sede di approvazione delle linee guida regolamentari per il 2021 (tanto per capirci: non utilizzo del diritto di veto) per un maggiore fetta dei guadagni da intascare a fine anno per partecipare al circus della F1.

A tale proposito, ovvero l’avallo della Ferrari alle linee guida del regolamento 2021, non è escluso che le ultime richieste di chiarimenti della Red Bull alla FIA in merito alla PU Ferrari imbeccate, così si vocifera, dalla Mercedes indichino un fronte comune di questi due team contro lo “strappo” operato dalla Ferrari che, cedendo sul fronte dei regolamenti, ha ottenuto una controparte economica importante dalla firma del Patto della Concordia.

Diciamo che in Ferrari sono stati , probabilmente, molto pragmatici: in primis pensano a guadagnare di più e poi si decide cosa si può fare per tutto il resto. E’ una questione di priorità, considerando poi che il diritto di veto rimane e quindi la voce in capitolo sulle modifiche al regolamento tecnico 2021 resta praticamente inalterata.

Se Ferrari si è assicurata questo vantaggio, Mercedes non è rimasta a guardare. Anzi, dall’alto della attuale forza mediatica, del prestigio dato dai successi nell’era ibrida e dal fatto che ha già firmato contratti di fornitura delle power unit a ben 3 team, è nella posizione ideale per tenere sotto scacco Liberty Media e ottenere le contropartite tecniche, economiche e sportive che più riterrà opportune.

Toto Wolff è stato al solito molto diplomatico ma nel contempo molto meno criptico di altre occasioni dichiarando che, nonostante l’attività in F1 generi utili e considerando i successi ottenuti, non hanno più niente da dimostrare e potrebbero abbandonare la F1 senza grossi rimpianti, rinunciando anche al ruolo di fornitore di power unit magari puntando a diventare leader in altre competizioni in cui la propulsione elettrica offre maggiori sfide e un grande ritorno in termini di immagine e di ricaduta tecnica ed economica sul mercato dell’automobile.

In poche parole: Ferrari è Ferrari ma la Mercedes ha acquisito un peso politico ed economico pari se non superiore quindi state bene attenti a come lusingarci per tenere in piedi la baracca…

A questo proposito non sorprende più di tanto l’assenza di Wolff nel prossimo Gp di Interlagos per rimanere a casa a lavorare a mente libera proprio sui temi appena citati.

Il mondiale 2021 è già abbondantemente iniziato e si può essere ragionevolmente sicuri che non mancheranno sorprese e occasioni di confronto acceso tra i due team che in questo momento sono la F1.

Torniamo ora alla stretta attualità, parlando del solito chiacchiericcio che ci allieterà gli ultimi weekend di stagione. Tutti i riflettori, come ben sappiamo, sono puntati sulla Rossa, rea di aver imbrogliato anche questa stagione sulla Power Unit e quindi messa sul banco degli imputati dopo la grigia (meglio nera) prestazione del GP di Austin. Discernere realtà e fantasia è un esercizio arduo, soprattutto quando a parlare sono i dirigenti dei rispettivi team rivali (che addirittura chiedono una “fair competition”).

immagine da f1world.it

Il mio parere a riguardo è noto: dopo i problemi di perdita d’olio sulla PU 3 di Charles “risolti” pre FP3 provocando delle crepe per pressione elevata nel circuito idraulico (che costringono ora alla sostituzione del motore), anche sulla vettura di Seb si è optato per un utilizzo conservativo del motore (come confermato da Mark Hughes) cosa che, associata ad un setup aerodinamico aggressivo da massimo carico (quello del Messico o di Montecarlo, per intenderci), ha esposto i punti deboli della SF90, facendola apparire molto “ungherese”. Un peccato non aver potuto sfruttare l’occasione per una sostituzione anticipata, ma sappiamo quanto sia, in ottica 2020, importante rendere manifesti i fattori carenziali piuttosto che evitarli.

Tutt’altra storia, con molta probabilità, ad Interlagos, circuito da medio-alto carico che si sviluppa in senso anti-orario e su una altura a circa 800m s.l.m. Non sarà esasperato come in Messico, ma anche qui avremo un leggero calo di potenza dovuto all’aria rarefatta (circa 1,5% di cv in meno) e quindi un conseguente leggero aumento delle pressioni turbo per sopperire al minor ossigeno; inoltre la pista presenta nel primo e ultimo settore rettilinei importanti, di cui uno anche in salita (dalla curva Junçao) ed è molto esosa dal punto di vista del recupero elettrico, molto meno, invece, dal punto di vista dei consumi carburante. Un quadro teorico favorevole, insomma, per la SF90 e per Charles con un’unità motrice fresca (ricordando la gara fenomenale di Hamilton nel 2017).

Pirelli ha deliberato le mescole più dure del lotto per il GP brasiliano: C1 hard, C2 medium e C3 soft, per permettere ai piloti di poter spingere di più in gara senza preoccuparsi eccessivamente del degrado della gomma, fattore piuttosto critico a Interlagos, a causa del T2 molto tortuoso che, associato all’elevato stress laterale e longitudinale, provoca aumenti repentini della temperatura della mescola senza che questa abbia tempo per raffreddarsi. E’ probabile, quindi, che le squadre puntino a fare una singola sosta in gara, sfruttando la costanza dei compound C1 e C2.

immagine da sport.sky.it

Tra i top team Mercedes più “conservativa” optando per un maggior numero di C2 rispetto a Ferrari e Red Bull oltre ad un set in più di C1 per Bottas da testare nelle libere del venerdì. Tra gli altri team scelte simili tranne McLaren che preferisce mescole più dure rispetto alla C3. Probabile che la scelta delle tre mescole più dure si riveli un vantaggio per Mercedes, e in misura leggermente inferiore per Red Bull, soprattutto in ottica gara data l’ottima gestione di quel tipo di gomme dimostrata nei GP in cui sono state utilizzate. Gran lavoro quindi per Ferrari per cercare il miglior compromesso possibile tra la performance in prova e la gestione degli stint di gara.

La sensazione è che gli ultimi due Gp di questa stagione siano di transizione per tutti team. I prossimi mesi saranno molto impegnativi dato che si lavora sulla macchina del 2020 e si cerca di acquisire più vantaggio possibile lavorando su quella del 2021. Rumors indicano che addirittura i Top Team abbiano già portato in galleria del vento i modelli per le vetture 2021.

A tal proposito il 2020 sarà un anno di spese folli dato che il budget cap entrerà in vigore solo nel 2021 e chi potrà cercherà di sviluppare la monoposto 2021 per assicurarsi un vantaggio tecnico importante fin da subito. Ecco perché è opinione comune di molti addetti ai lavori che nel 2021 non ci saranno sostanziali variazioni delle forze in campo tra i team nonostante il cambio di regolamenti. Opinione che lo stesso Binotto ha recentemente confermato.

A questo si aggiungono rumors sempre più insistenti ma sempre, ovviamente, smentiti di possibili abbandoni da parte di Renault e Honda. Renault vive una situazione finanziaria complicata sul fronte del mercato dell’auto e gli ingenti investimenti in F1 non stanno portando a niente dal punto di vista dei risultati.

Anche Mercedes sta facendo delle valutazioni in tal senso ma il suo gioco è molto più orientato a contendere il peso politico e storico del marchio Ferrari nel mondo della F1. Mercedes ha una occasione unica, quella di mettere in scacco Liberty Media e ottenere un trattamento economico e un ruolo politico di primo piano che sia anche superiore a quello della Ferrari.

La stessa Liberty Media è alla ricerca di un difficile compromesso in cui far conciliare le richieste dei top team e dei team minori spesso in antitesi le une con le altre, la ricerca di nuove squadre e investitori e l’obbiettivo di espandere ricavi e visibilità.  E il tutto abbracciando la svolta “green” del mondo dell’automobile e un “sistema F1” che sia meno economicamente oneroso da approcciare.  Se non è una cosa impossibile poco ci manca.

Già si parla di abbattere quasi totalmente le emissioni delle power unite entro il 2030 e di rendere l’evento “F1” totalmente sostenibile entro il 2025. Tutto molto bello ma c’è da chiedersi quale sarà il prezzo per arrivare, forse, a raggiungere tale obbiettivo.

*immagine in evidenza da autodromodeinterlagos.com.br

Rocco Alessandro & Chris Ammirabile

F1 2019 AMERICAN GP: AN INTRODUCTION

Dal Messico al Texas il passo è breve sia in termini geografici che di lasso temporale che intercorre tra i due GP. Forse in questo caso fin troppo breve ma ormai questa è la F1 di oggi, non si ha tempo di metabolizzare quello che è appena successo che è già il momento di passare a ciò che potrà accadere.

E una di queste cose è scontata come l’alternanza del giorno o della notte, ovvero il sesto titolo mondiale di Lewis Hamilton. Ci ha provato in ogni modo a vincerlo in Messico ma un Bottas redivivo in gara dopo l’erroraccio del sabato ha annullato il primo match point.

All’inglese basterebbe in pratica arrivare nei punti anche con Bottas vincente per archiviare la pratica e lanciarsi idealmente nel 2020 per l’obbiettivo grosso: quello di eguagliare i sette titoli di Schumacher. Di sicuro si può affermare che, dopo il Kaiser, Hamilton rappresenti il pilota che più di tutti ha saputo mantenere elevatissimo il suo livello di performance negli anni. Rimane la macchia del 2016 quando perse il titolo dal compagno di squadra Rosberg, ma considerando i suoi attuali rivali, Vettel su tutti, è evidente come si sia dimostrato il pilota migliore degli ultimi 15 anni.

immagine da senategpexperience.com

Certo, si può dire che è stato per lui tutto più facile una volta iniziata l’era ibrida con Mercedes e bla bla bla, ma è indubbio che, in annate “complicate” come il 2017 e 2018 abbia saputo volgere spesso a suo favore situazioni in cui quanto meno la chance di vittoria era 50-50. E alla fine fare la differenza.

Ecco, diciamo che sarebbe stato interessante scambiare le monoposto di Vettel ed Hamilton e vedere a fine anno chi avrebbe vinto ma la realtà è che un pilota cerca di fare il meglio con quello che ha a disposizione, mettendoci quel qualcosa in più quando se ne ha il bisogno e, sotto questo punto di vista, Hamilton è stato nettamente superiore. Chapeau.

Sopiti a fatica gli echi del GP messicano, le aspettative per il Gp di Austin sono alte per tutti i team di vertice. Guardando a quello che è successo l’anno scorso, con tre monoposto diverse nello spazio di pochi secondi al traguardo, sono aspettative più che giustificate.

E, probabilmente, come avvenuto in Messico l’elemento chiave saranno le gomme e come sarà gestita l’usura delle stesse da parte dei team.

Pirelli ha scelto le stesse mescole del Gp del Messico, ossia C2, C3 e C4.

immagine da twitter @pirellisport

E’ evidente come i team punteranno, come già avvenuto in Messico, ad una unica sosta cercando di partire con le C3 e utilizzando le C2 per l’ultimo stint di gara. Unica variabile, a mio parere, che può rendere difficile questa strategia è l’eventualità di temperature dell’asfalto molto alte durante la gara.

Guardando alle scelte dei singoli team è evidente come tutti tranne Red Bull vogliano provare nelle prove libere il comportamento della mescola C2 con almeno un pilota. A parte Red Bull che punta molto sulle C3, tutti i team hanno fatto scelte simili in termini di numero di set per mescola.

Ferrari punta all’ennesima pole con la consapevolezza che potrebbe non bastare per vincere, dato il gap nei confronti di entrambe le concorrenti sulla gestione delle gomme e del passo gara alla domenica. Il fatto di aver portato un set di C2 in più da testare è di sicuro un vantaggio rispetto alla gara messicana.

Mercedes invece arriva su una pista di sicuro più amica rispetto a quella messicana e senza l’assillo delle temperature come nella gara precedente. La logica imporrebbe che se la possano giocare anche in qualifica ma è soprattutto in gara che è probabile si palesi il loro vantaggio.

Considerando che, senza l’errore del sabato in qualifica, Verstappen sarebbe stato il naturale candidato alla vittoria finale, non si può non pensare che anche l’olandese possa essere della partita per la vittoria in Texas. Non avrà il vantaggio dovuto all’aria rarefatta ma la gestione ottimale delle gomme potrebbe essere sufficiente a Red Bull per giocarsi la vittoria.

Attesa al riscatto la McLaren, gagliarda in prova ma letteralmente scomparsa in gara alle prese con le gomme C2 e fuori dai punti. Renault invece ha fatto il contrario ma ormai deve più guardarsi alle spalle da Toro Rosso e Racing Point. Il resto della truppa, Haas, AlfaRomeo e Williams si avviano ad un mesto finale di stagione.

Detto di Hamilton, ci si aspetta molto da Leclerc. Dato forse prematuramente come pilota già pronto per lottare per il titolo, ha invece palesato le lacune caratteriali e tecniche dovute alla giovane età: troppe lamentele, delle partenze rivedibili e una gestione delle gomme in gara ancora non ottimale. Dopo i due successi di file e il secondo posto di Singapore, viene da un terzo un settimo e un quarto posto partendo dalla pole. Di sicuro aveva abituato troppo bene ma deve riprendere in fretta il filo del discorso per mettersi nella condizione ideale di iniziare il 2020 con risultati ottimi alla mano.

immagine da motorsportclan.com

Il back to back Messico-USA non ha dato modo agli addetti ai lavori di scatenarsi in dichiarazioni alquanto bizzarre anche se qualcosa, alla fine, è saltato fuori:

  • la querelle PU Ferrari illegale continua. Red Bull ha chiesto un chiarimento ufficiale alla FIA, con Tombazis che si prenderà 7/8 mesi buoni per rispondere, dato le tutt’altro che celeri risposte a cui ha abituato. In Messico sembrava che anche Mercedes volesse accodarsi a Red Bull ma alla fine la casa teutonica ha fatto marcia indietro. Magari si sono ricordati di quando venivano accusati di utilizzare olio lubrificante nella miscela aria-benzina e nessuno ha mai detto nulla…
  • Vettel scatenato sul podio in Messico: prima spinge via il selfie boy un po’ troppo esuberante e poi se la prende con i “trofei di merda” che spesso accompagnano le premiazioni. E’ tornato il solito giocherellone di sempre, probabilmente merito del fatto che da due gare le suona a Leclerc…
  • Michela Masi ha dichiarato che le parole in libertà di Verstappen non hanno influito sulla decisione di penalizzarlo. La decisione è arrivata in ritardo perché dovevano prima assicurarsi che Bottas stesse bene, poi rimuovere l’auto, risistemare le protezioni, scegliere il ristorante nel quale andare a pranzo e respingere l’orda di tecnici Red Bull che chiedevano a gran voce chiarimenti sulla PU Ferrari.
  • Leclerc ” Ad Austin si corre in senso antiorario”. Non c’è che dire…il ragazzo impara in fretta.
  • Vettel “E’ ora di concretizzare il sogno Ferrari”. Occhio Seb che dal “shogno” al “sei fuori” il passo è brevissimo…
  • Isola ” Per Austin scelta di mescole per favorire diverse strategie e poter spingere di più in gara”. Se tutto va come secondo copione, un solo pit, ritmo soporifero e arrivederci e grazie. La Pirelli ormai funziona meglio della melatonina per conciliare il sonno.

*immagine in evidenza da senategpexperience.com

Rocco Alessandro

F1 2019 MEXICAN GP: AN INTRODUCTION

Il GP del Messico e Lewis Hamilton, non c’è due senza tre?

Come già nel 2017 e nel 2018, Hamilton potrebbe diventare campione del mondo per la sesta volta in totale e per la terza di volta di fila nel tracciato di Città del Messico. In un Gp che non lo ha mai visto vittorioso quando ha vinto il mondiale e con l’unica vittoria del 2016 quando il mondiale lo ha vinto il compagno di squadra.

Quest’anno però il lieto evento (per lui) è un po’ più complicato del previsto dati diversi fattori. In primis, e come già abbondantemente dichiarato da Hamilton medesimo, la Ferrari è la grande favorita del GP, con Hamilton che si è detto “senza speranze di vittoria”.

Considerando il pezzo di leghe speciali e carbonio che ha sotto le terga, questa dichiarazione suona molto scaramantica ma in effetti è vero che, nell’aria rarefatta di Città del Messico e i lunghi rettilinei del Hermanos Rodríguez, la rossa ha un bel jolly da giocare.

immagine da genovawhatson.it

Così grande che anche il solitamente pacato e attendista Binotto si è sentito in dovere di dire che puntano alla pole e vittoria. Gli fa il paio Vettel che vede molto bene la SF90H nell’aria rarefatta, mentre Leclerc fa lo gnorri affermando che è uno dei circuiti che conosce meno…

Al gioco dello “scansati tu che mi scanso anche io” ha partecipato anche Verstappen, uno che in Messico ci ha vinto e bene nel 2018 e 2017, che si è detto pessimista sulle possibilità di tornare a vincere negli ultimi appuntamenti del mondiale 2019.

Insomma sembra tutto apparecchiato per una bella festa in salsa emiliana, il che è in pratica una ricetta per il disastro visto le gare come quella di Sochi perse dalla Scuderia quando sembrava in pratica un rigore a porta vuota.

Tutto ciò premesso, a Lewis mancano 11 punti per diventare campione e considerando che sarà dura per lui vincere in Messico, dovrà sperare in una gara disastrosa da parte di Bottas. Chissà, in Mercedes magari prevedono un pit stop “di sicurezza” come fatto per Hamilton in Giappone e tutti felici e contenti.

Curiosamente, la viglia di questo Gp è stata allietata da una serie di dichiarazioni quanto meno curiose che non possono non meritare un commento:

  • Button ha affermato che Verstappen è “il pilota più veloce ad aver mai guidato una monoposto di F1”. Ora, traduzione dall’inglese errata a parte, mi sembra una dichiarazione davvero poco lucida da parte dell’inglese. Che magari punti al sedile di Albon con Verstappen che mette una buona parola con Herr Marko?! In compenso per lui non ha senso “confrontare Hamilton con i grandi piloti del passato, sono epoche diverse e sport diversi”. Mah…
  • AutoBild, che molti malignamente pensano sia l’ufficio stampa di Toto Wolff quando gli girano le balle, ha lanciato accuse molto pesanti, uno “scandalo” su  una “presunta” irregolarità della PU Ferrari. Un dirigente di un team concorrente che vuole rimanere anonimo (sic…) avrebbe dichiarato che in un campo come quello delle PU in cui la tecnologia è molto sviluppata e livellata, le prestazioni della PU di Maranello sarebbero per forza ottenute con metodi non legali, che la FIA sa tutto e non dice nulla per timore di uno scandalo enorme. Ora, è vero che i team concorrenti della Ferrari hanno chiesto un chiarimento alla FIA in merito alla PU Ferrari e all’utilizzo di olio in maniera illegale, ma un articolo del genere, fondato su una dichiarazione di una “fonte anonima” sembra essere fatto apposta solo per fare “ammuina”, come si dice a Napoli. Anche nel 2018 con le batterie della PU Ferrari sembrava dovesse scoppiare uno scandalo e invece…
  • Magnussen dichiara di meritare un posto in una squadra di vertice. Beh, deve aver fatto festa con Button in settimana.
  • Hamilton ha lanciato sui social l’appello ad abbracciare il veganismo, “per salvare il pianeta”. Alonso ha ribattuto dicendo che è fondamentalmente incoerente detto da una persona che prende 200 aerei all’anno, è ricco e fa di lavoro il pilota di automobili. Probabile che questo resti il confronto più difficile per Hamilton nella stagione 2019…
  • Per non farsi mancare nulla il praticamente esa-campeon ha anche dichiarato che “avrebbe voluto Senna come compagno di squadra”. Sono ragionevolmente sicuro che, considerando come il paulista trattava i suoi compagni di team, non lo avrebbe eletto a suo pilota preferito, proprio no.
  • Leclerc apprezza le doti di leadership di Binotto e in particolare al sua “serenità”. Probabilmente si riferiva alla serenità di avere Nicolas Todt che veglia su di lui…

Dal punto di vista tecnico il tracciato è critico per quanto riguarda il carico aerodinamico carente, da ricercare attraverso configurazioni tipo Montecarlo, il rischio di avere una vettura piuttosto imprevedibile, raffreddamento dei freni e della PU problematiche e la componente elettrica della PU che assume maggiore importanza di quella termica.

Pirelli ha scelto di portare le mescole C2 hard , C3 medium e C4 soft. uno step più duro rispetto al 2018 per evitare graining e consentire ai piloti di spingere maggiormente durante la gara.

immagine da press.pirelli.com

Red Bull punta molto sulle C4 a differenze degli altri due top team, con Bottas unico a scegliere 2 set di C2 tra i piloti “top”. I team di seconda fascia invece maggiormente sbilanciati sulle mescole C4.

Al di là delle dichiarazioni di facciata, non darei per spacciata la Red Bull nella lotta per la vittoria. E’ vero che arrivano da due GP piuttosto deludenti ma la PU Honda potrebbe rivelarsi più competitiva del previsto, contando su una parte ibrida che gli addetti ai lavori dicono sia a livello delle concorrenti.

Per il resto molto, se non tutto, sembra essere nelle mani della Ferrari, che dovrà dimostrare di avere la freddezza e bravura necessaria di vincere quando tutti se lo aspettano.

Non sarei sereno al 100% nei panni di Vettel, che a Città del Messico potrebbe avere a che fare con una monoposto “imprevedibile”, dato il carico aerodinamico carente dovuto all’aria rarefatta. Per un pilota che quest’anno fatica a digerire al SF90H e il suo retrotreno “ballerino” potrebbe essere un ulteriore problema.

Per contro vedo un Leclerc molto favorito. Il conoscere “poco” la pista è una scusa risibile, ha una grande occasione di portare a casa la terza vittoria stagionale, considerando che ha marcato 4 delle ultime 6 pole consecutive Ferrari.

Hamilton ci proverà, con un occhio al campionato che comunque difficilemente chiuderà matematicamente, considerati gli 11 punti in più che dovrebbe accumulare rispetto a Bottas.

immagine da racefans.net

Tra gli altri occasione ghiotta per l’Alfa-Sauber, che potrà avvalersi della potenza della PU Ferrari. Renault potrebbe sfruttare lo scarso drag della sua vettura ma la PU Renault è un’incognita, e lo stesso  discorso vale per McLaren.

Secondo Wolff la PU Mercedes soffrirà molto a causa delle difficoltà di raffreddamento che incontreranno. Il “mani-avantismo” del manager austriaco è ormai proverbiale ma forse questa volta c’è più verità e meno prudenza.

Alla fin fine, quello che conterà di più saranno al solito la gestione delle gomme, in un tracciato in cui è facile non avere grip e scivolare andando a comprometterne efficienza e durata.

P.S: notizia dell’ultim’ora la squalifica di entrambe le Renault nel GP del Giappone a causa dell’utilizzo del ripartitore automatico di frenata che regolava in maniera autonoma il corretto settaggio per ogni punto della pista grazie al GPS, senza che i piloti dovessero manualmente intervenire sul manettino posto sul volante. E’ stato ritenuto un “ausilio alla guida illegale”, la “. La stagione della Renault assomiglia sempre più alla farsa, ormai staccatissimi dal quarto posto del mondiale costruttori della McLaren e insidiata dalla Racing Point.

*immagine in evidenza da sportfair.it

Rocco Alessandro

 

 

F1 2019 JAPANESE GP: AN INTRODUCTION

Carissimo e stimatissimo Lìder Maximo del Bring,

carissimi e stimatissimi e (sparuti) frequentatori del Bring, orfani degli esodati, confinati, “pennuti” dei bei tempi andati,

cercherò di rubarvi solo una briciola del vostro tempo per questa introduzione al Gp del Giappone 2019. Introduzione e non introduction che quì nella Repubblica Bringiana Italica un pò Centrafricana ci teniamo a esprimerci nella corretta favella, mica quella dei nemici, quelli della perfida albione, intrallazzatori di spy story e regolamenti fatti a dick of dog (questa è l’eccezione che conferma la regola).

Ora se proprio volete qualche delucidazione tecnica sul tracciato di Suzuka, le gomme della Pirelli, la 130 R, le strategie di gara, il passo gara!!, Leclerc vs Vettel vs l’eredità di Schumacher in Ferrari, il piede di marmo e le avventure tricologiche di Hamilton, a quale ordine perentorio di Wolff risponde meglio Bottas (occhio questa è sottile…), la PU Honda stile motorone da qualifica degli anni ’80, Marko e i suoi reietti, la PU Ferrari che di sicuro è AnoMala per Toto Wolff e altre facezie di questo tipo, compresi i ricambi Williams venduti al mercato nero beh, questa non è per voi la rubrica adatta.

Potete andare a caso sui ben più professionali, esperti e capaci siti di FormulaPassion, Motorsport e F1AnalisiTecnica dal quale il sottoscritto, evidentemente, non essendo nè un buon nè un grande artista, copia a piene mani in modo assolutamente acefalo e disorganizzato, anche se mi dicono che l’acefalo all’acqua pazza è davvero buono, non in Inghilterra ovviamente.

Non vorrei mai che vi venissero attacchi di vomito che tale rubrica può generare, anche perchè lo sanno anche FormulaP…cioè volevo dire anche i sassi che il favorito del GP è Hamilton su Mercedes, mentre Vettel e Leclerc continueranno a giocare alla Zanzara in radio mentre Verstappen cercherà di fare qualcosa, qualsiasi cosa. Tanto poi arriva il tifone Hagibis e tutti ai box a giocare con le barchette nelle pozze d’acqua, e siamo sicuri che Norris ci delizierà con qualche meme fatto apposta per l’occasione.

Mi dicono, sempre altri beninteso, che chi ben saprà comportarsi a Suzuka parte da una buona base in vista del campionato 2020. dato che bisogna sempre fidarsi di chi ne sa più di te, allora spero che la Ferrari asfalti la Mercedes, così mettiamo bene in chiaro la vera anima del Bring, quella di Ferraristi beceri camuffati da appassionati di F1 che all’aperitivo preferiscono un calice di vino alla birra, ma in pista imbrogliano e rubano come non mai, come dei veri lord inglesi.

Non mi resta che augurarvi un piacevole e becero Gp del Giappone, in cui gufare appassionatamente il vostro pilota non preferito numero uno. Non mi dite quello con le treccine perchè se no siete razzisti e bacchettoni che neanche Todt che non voleva Alonso in Ferrari, solo perchè lo spagnolo gli diede dei mafiosi. Avrebbe dovuto dire mangiarane, errore imperdonabile.

Ultimissima cosa, questa rubrica NON è di proprietà del sottoscritto. Sono pronto a cederla a persone per più capaci di me e con un QI inevitabilmente più alto. Non siate timidi, non ci vuole granchè, basta presentarsi e non è neanche richiesta la bella presenza.

Spero di non avervi annoiato troppo e spero non mi si accusi di aver fatto un utilizzo “personale” di tale rubrica. Nel caso accadesse rispondo come il vicequestore Rocco Schiavone dei libri di Manzini…

Esticazzi

Rocco Alessandro

*immagine in evidenza da blueplanetheart.it

P.s: ma lo sapete che la Mercedes ha un set di gomme C3 in meno rispetto a Ferrari e Red Bull nel Gp del Giappone? E che Hulkenberg ha scelto un solo set di C2? Non so minimamente cosa voglia dire ma mi faceva piacere farvelo sapere.

F1 2019 RUSSIAN GP: AN INTRODUCTION

Mal comune mezzo gaudio.

Non mi riferisco a chi, per motivi diversi, si è dovuto accontentare di una posizione di ripiego in quel di Singapore, tutti inchinati al cospetto del redivivo Vettel, che nel giovedì asiatico ha probabilmente vissuto una delle giornate peggiori della sua carriera e che avrebbero steso chiunque.

No, mi riferisco a tutti gli addetti ai lavori, quelli veri eh, giornalisti, inviati, super-esperti di F1, tecnici, telecronisti e chi più ne ha più ne metta che hanno cannato pesantemente le previsioni del risultato finale del Gp in quel di Marina Bay.

Lotta MB-Red Bull e Hamilton vs Verstappen? Ma neanche per sogno…doppietta Ferrari e tutti a casa, con la ciliegina sulla torta di una strategia perfetta da parte del muretto rosso. Roba da fantascienza o da scommettitori patologici che in questo caso avrebbero fatto un sacco di soldi.

immagine da sportfair.it

Quindi, alla fin fine, ho fatto la stessa figura di un giornalista di AMuS o della gazzetta ( e in questo caso direte voi non è difficile) o di Sky Sport. Per questo motivo la preview dell’incombente Gp di Russia in quel di Sochi sarà assolutamente controintuitiva, che è un modo gentile per dire che sarà fatta a caz…volevo dire ad “estro”.

Il circuito di Sochi è unanimemente ritenuto uno dei più brutti e noiosi del mondiale, quindi già partiamo male. Però, soprattutto alla luce del ribaltone di Marina Bay, è un bel banco di prova per tutti i top team, sia per quelli che devono ritrovare la performance perduta come Mercedes e Red Bull e sia per quelli come Ferrari che devono confermare la bontà del pacchetto “alto carico” visto a Singapore su una pista diversa ma con un settore finale che prevede quelle curve a 90° che tanto risultano (risultavano?) indigeste alla SF90H.

La logica imporrebbe un ritorno alla “normalità” ovvero una Mercedes favorita per la vittoria e una Ferrari più in sofferenza, con Red Bull a fare da terzo incomodo anche se le caratteristiche della pista poco abrasiva sugli pneumatici potrebbe penalizzarla.

Palese il fatto che la Scuderia si presenta più in forma di tutti, con degli sviluppi che finalmente funzionano, una PU spec 3 che si sta rivelando davvero performante e due piloti in ottima forma.

Più ombre che luci dal lato Mercedes/Red Bull e per entrambi c’è un motivo comune: le PU sembrano essere in sofferenza, quella Mercedes non sembra reggere un utilizzo “full power” e quella Honda soffre in termini di affidabilità figlia di uno sviluppo ottimo ma pur sempre azzardato e a tappe forzate.

A Sochi potenza e capacità di ricarica della componente ibrida contano parecchio e questo potrebbe fare una bella differenza, più che qualche aletta o appendice aerodinamica.

Dal punto di vista dei singoli piloti, occasione da non sprecare per il fido Bottas, storicamente a suo agio sul circuito russo e occasione di riscatto per Leclerc, che probabilmente non ha ancora digerito la sconfitta di Singapore. Comprensibile ma, come diceva il Drake, la vittoria più bella è sempre quella che deve arrivare per cui il monegasco avrà di sicuro imparato la lezione.

Per quanto riguarda il gruppo “B”, dopo le previsioni errate di Singapore potrebbe succedere davvero di tutto. Anche in questo caso, la logica imporrebbe che monoposto con buona PU e carico aerodinamico nel secondo e terzo settore possano ambire ad un buon risultato, quindi escludendo sia i motorizzati Renault che, in parte quelli Honda. Restano Racing Point e Alfa Romeo-Sauber e, ad essere magnanimi, Haas. Ma le ultime due non brillano dal punto di vista del carico aerodinamico per cui resta la sola Racing Point come vincitrice del gruppo B. Sempre che non si ripresentino i problemi alla PU Mercedes che già da Spa ne stanno condizionando le prestazioni. Quindi, fedeli alla preview ad “estro”, tutti ritirati e miglior piazzamento dell’anno per le Williams che si prenderanno 2 giri ma si sà che “chi va piano ecc ecc”.

Pirelli ha scelto di portare le mescole C2-C3-C4, uno step più duro rispetto al 2018, che dovrebbe consentire di non preoccuparsi troppo della gestione della gomma durante la gara. Questo step più duro rispetto a Singapore dovrebbe teoricamente essere un vantaggio per Mercedes e uno svantaggio per Ferrari ma il tutto andrà verificato anche in base all’evoluzione della pista, fattore piuttosto cruciale a Sochi. Praticamente scontata la strategia con un unico pit-stop. Singolare la scelta di Ricciardo e Raikkonen con un solo treno di C3.

immagine da @pirellisport

A conferma della imprevedibilità occorsa dopo la sosta estiva, con una Ferrari che ha infilato tre vittorie di fila come non succedeva dal 2008, anche il tempo inteso come atmosferico potrebbe aggiungersi come ulteriore variabile. Variabile che sembra essere praticamente una certezza almeno per quanto riguarda il sabato con pioggia praticamente sicura e con probabilità si presenti anche per la giornata di venerdì e per la domenica. Lo scenario è quello di una gara con una griglia di partenza anomala condizionata dalla pioggia e con zero informazioni sul comportamento delle gomme in caso di condizioni asciutte. E di colpo anche Sochi diventerebbe un circuito degno di ospitare una gara di F1.

Con queste premesse, ci sarà da divertirsi sperando che venga confermato in toto tutto questo potpourri di variabili impazzite. Di sicuro Mercedes arriverà a Sochi con la volontà di riaffermare la supremazia di squadra alfa ed Hamilton più affamato che mai.

Ma sarà tutto inutile perché, seguendo la linea della previsione ad “estro”, domenica vince Kvjat, profeta in patria. Secondo Stroll che è l’emblema del pilota ad “estro” e terzo uno dei due Haas che sopravviverà al loro personalissimo destruction derby domenicale.

Dasvidaniya!!!

P.S: notizia dell’ultim’ora l’introduzione di una nuova specifica di ICE per tutti i motorizzati Honda. La ICE Spec 4 costringerà i piloti Red Bull e Toro Rosso a 5 posizioni di penalità in griglia ma permetterà di giocarsi carte migliori nel prossimo Gp del Giappone a Suzuka.

*immagine in evidenza da stadiosport.it

Rocco Alessandro