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HAMILTON VINCE LA BATTAGLIA DI INTERLAGOS

In F1, si sa, la guerra non si fa solo in pista. E pur di vincere un mondiale si è disposti a tutto. Perfino a chiedere al pilota di prendere le misure della monoposto avversaria con le dita.

La simpatica scenetta va in onda il venerdì, dopo le “qualifiche” che determinano l’ordine di partenza della gara sprint del sabato. Hamilton, con il motore nuovo che gli costerà 5 posizioni sulla griglia di partenza la domenica, si prende la “pole”. Nel parco chiuso, Verstappen tocca prima la sua ala, poi quella dell’auto dell’avversario, nell’apparente intento di misurare qualcosa sul flap mobile del DRS.

Fatto sta che i due rivali per il mondiale si ritrovano entrambi indagati. L’olandese per avere violato la regola del parco chiuso, mentre all’inglese viene addebitata un’ampiezza eccessiva dell’apertura del DRS. Finisce col primo multato di 50.000 euro, e con il secondo relegato in fondo alla griglia per la gara sprint, per un’infrazione di 0.2 mm su 85.

Nella garetta del sabato, Bottas brucia Verstappen e si guadagna la pole position (quella vera), con Sainz fantastico terzo, mentre Hamilton rimonta dalla ventesima alla quinta posizione, che diventerà la decima il giorno dopo.

E la domenica sul circuito di Interlagos la temperatura è aumentata di 20 gradi, mentre i delegati tecnici della federazione continuano a stazionare nei pressi della Mercedes, forse in cerca di qualcosa che non è dato a sapere.

Si spengono i semafori e Bottas ancora una volta rende la vita facile alle due Red Bull. Una timida resistenza a Verstappen in curva 1 e tempo qualche curva il finlandese è dietro pure a Perez. Le due Ferrari ingaggiano un duello all’arma bianca e Leclerc passa Sainz, partito male e vittima di un contatto con Norris.

Bastano 4 giri ed Hamilton è già dietro a Bottas, che gli lascia la terza posizione. 

Al giro 7 la direzione gara si accorge dei detriti lasciati in curva 1 da Tsunoda qualche giro prima, ed esce una provvidenziale (per Hamilton) Safety Car.

Quando rientra la SC, Verstappen gestisce la perfettamente la ripartenza, e per Hamilton non c’è alcuna possibilità di tentare un attacco a Perez. Ma qualche giro dopo, proprio mentre l’inglese attacca il messicano, la direzione gara attiva la Virtual Safety Car per far ripulire la pista dai detriti lasciati da Mick Schumacher dopo un contatto con Raikkonen.

Al giro 18 Lewis attacca Perez, questa volta per davvero, in curva 1 e lo supera magistralmente all’esterno. Ma il messicano non è Bottas, e lo supera di nuovo nel rettilineo successivo. Al giro dopo l’inglese ripete la manovra, ma questa volta Checo non riesce a stare sufficientemente vicino per restituire il sorpasso, e non potrà più essere d’aiuto al compagno di squadra.

Hamilton non riesce però a chiudere il gap con Verstappen. e al giro 27 anticipa il rivale nella sosta ai box, che lo imita il giro dopo, ritrovandosi però con un vantaggio dimezzato.

Una nuova Virtual SC al giro 31 permette a Bottas di fare la sua sosta guadagnando la posizione su Perez. Nel frattempo Lewis è arrivato a tiro di DRS ma Max non consente mai al distacco di scendere sotto al secondo. Stando così vicino all’avversario, l’inglese scalda troppo le gomme.

Il box Mercedes chiede a Lewis che mescola vuole per il successivo pit-stop, e in Red Bull capiscono che Hamilton si fermerà un’altra volta. Decidono così di coprirsi dall’undercut, e fanno rientrare Verstappen. Ma l’inglese non rientra, mentre è Bottas a fare il suo pit-stop, seguito al giro successivo da Perez. 

Hamilton fa il suo pit-stop al giro 44, ma il distacco è aumentato rispetto a prima. E, inoltre, lui voleva gomma media, e pure Bottas si lamenta col box per una strategia eccessivamente conservativa che, a suo dire, ha fatto perdere una possibile doppietta.

Ma Lewis non si perde d’animo, e si rimbocca le maniche, chiudendo il gap con Verstappen. Al giro 48 attacca una prima volta Max, il quale lo porta fuori pista. L’episodio viene notato ma la direzione gara, dopo una chiamata da parte della RB, decide che non è il caso di investigare. Il che fa ovviamente andare su tutte le furie gli avversari, che contattano a loro volta il direttore di gara per esprimere il proprio disappunto. 

Hamilton ci riprova al giro 58, e questa volta Verstappen gli zig-zaga davanti e si becca una bandiera bianco-nera. Ma al giro successivo Lewis non gli lascia scampo, e Max, molto intelligentemente, non reagisce e lo lascia andare.

Gli ultimi giri sono una passeggiata per Hamilton, e la gara termina così con l’inglese che ritorna prepotentemente alla vittoria, nonostante una doppia penalità, una partenza dall’ultima posizione nella gara sprint e una dalla decima nella gara vera. Il tutto su una pista teoricamente favorevole alla Red Bull. Ma si è visto che, con un motore nuovo, la Mercedes è allo stesso livello, e ora di motori nuovi Lewis ne ha uno in più di Max.

Dietro ai due rivali per il titolo si piazzano i due rispettivi scudieri, Bottas e Perez. Poi, in un’altra categoria, le Ferrari di Leclerc e Sainz che consolidano il terzo posto nella classifica costruttori, grazie alla giornata disastrosa della McLaren. Al settimo posto Gasly, seguito da Ocon, Alonso e Norris.

Già il prossimo week-end il circus sarà in Medio Oriente, per un finale di mondiale che si annuncia molto interessante, con due piste sconosciute su tre e, soprattutto, battaglia sia in pista che fuori. 

P.S. in altri tempi, sia con Max e Lewis che con altri protagonisti, un duello come quello di oggi sarebbe finito a ruotate con entrambi fuori pista. Oggi non è successo. E questa non è una cosa banale. Si può duellare duramente anche senza che intervengano i commissari o senza fare vigliaccate. Resta da vedere cosa succederà se si riproporrà all’ultima gara una situazione simile a quelle nelle quali fu protagonista Schumacher con Hill e Villeneuve.

P.S. 2 vedere Red Bull e Mercedes combattere a suon di reclami merita un cestello di pop-corn. Parliamo di due squadre che, come tutte quelle che hanno dominato per diversi anni consecutivi prima di loro, molto probabilmente hanno corso in diverse occasioni con macchine che non rispettavano il cosiddetto “spirito del regolamento”, che, ovviamente, non esiste. E, forse, qualche volta non hanno rispettato nemmeno il regolamento, quello vero.

* immagine in evidenza dal profilo Twitter @F1

F1 2021 – GRAN PREMIO DEL BRASILE

Neanche il tempo di prendere fiato che è già tempo di un’altra pista, un’altra battaglia, un’altra tappa cruciale per il mondiale F1 2021.

Si va dal Messico al Brasile, sull’ormai iconica pista di Interlagos, per l’ultima gara prima del trittico mediorientale.

Si arriva, secondo pronostico, con un Verstappen che ha allungato in classifica su Hamilton. C’è da dire che per l’inglese sarebbe potuto andare molto peggio in Messico e invece è riuscito a perdere “solo” 7 punti dal rivale olandese, che è ancora a tiro, nonostante tutto.

Diciannove punti a 4 gare dal termine sono uno svantaggio notevole ma non impossibile da recuperare. Il problema è che l’inerzia del campionato è ormai tutta a favore del suo rivale, che arriva da due vittoria di fila e da 9 complessive in stagione.

La vittoria Red Bull in Messico era ampiamente annunciata ma l’impressione è che la Mercedes fatichi sempre di più a tenere il passo dei rivali e che solo il talento dell’inglese riesca a mettere una pezza a una situazione oggettivamente quasi compromessa.

La sofferenza non è ancora finita considerando che si va in una delle piste in cui Red Bull ha sempre fatto bene negli ultimi anni e in cui Verstappen si trova molto a suo agio.

immagine da ansa.it

Probabile quindi che si possa arrivare a Losail con l’olandese in vantaggio di una gara in termini di punti su Hamilton, anche se in Brasile i due team mattatori del campionato si troveranno molto più vicini in termini di performance rispetto al GP messicano. Hamilton è alle corde, serve qualcosa di speciale e un pò di fortuna per ribaltare la situazione.

Sarà quindi un’altra lotta sul filo dei millesimi, soprattutto nella qualifica/non qualifica valida per la griglia di partenza della sprint race del sabato pomeriggio.

Questo vuol dire anche poco tempo per settare adeguatamente le monoposto, ricordiamo che ci sarà solo un turno di libere la mattina di venerdì, e con tutta probabilità il grosso del lavoro sarà dedicato al giro da qualifica, mentre le prove libere del sabato mattina saranno incentrate sugli assetti da gara.

Anche per Ferrari sarà un GP importante perchè è uno di quelli, sulla carta, favorevoli alle caratteristiche della SF21H. Il nuovo motore potrà di sicuro aiutare ma più importante sarà trovare un adeguato carico aerodinamico che faccia lavorare bene le gomme, per evitare la scialba prestazione vista in Messico che ci si aspettava di sicuro migliore.

Importante per gli uomini di Maranello mettere fieno in cascina prima delle gare in Medio Oriente, dove si prevede una McLaren decisamente più sul pezzo e una Ferrari che dovrà giocare più in difesa.

immagine da thelastcorner.it

La squadra di Woking viene da un paio di GP anonimi e deve cercare di rispondere ai ceffoni presi di recente per potersi giocare il terzo posto nella classifica costruttori nelle ultime gare.

Curiosità nel vedere se l’Alpha Tauri sarà competitiva così come visto in Messico. Con tutta probabilità non sarà così ma considerando i distacchi minimi che ci saranno in qualifica e il format della sprint race, potrebbe essere nuovamente la variabile impazzita.

Per contro la Alpine dovrà difendere il suo quinto posto che è sempre più minacciato, cosa impensabile fino a qualche settimana fa. Aston Martin dovrà affidarsi nuovamente a Vettel che la sta tenendo a galla nelle ultime settimane.

immagine da motorbox.com

In casa Alfa Romeo fa più notizia lo scontro di Giovinazzi con il team che i punti che porta a casa Raikkonen. Intanto atteso al martedì successivo al Gp del Brasile il nome del compagno di squadra di Bottas per il 2022. Considerando quello che è successo, scontato che Giovinazzi abbandonerà la F1 alla fine di quest’anno.

Williams punterà tutto su Russell, amante del circuito brasiliano mentre in Haas, come spesso accade fa più notizia Mazepin dentro e fuori dalla monoposto che quello che il team è in grado di ottenere in pista. Coraggio, il 2021 è quasi finito…

*immagine in evidenza da quanteruote.it

Rocco Alessandro

 

BOTTAS DOMINA IN TURCHIA, MAX FA IL RAGIONIERE

Piove. Ancora una volta. E fa pure freddo, in Turchia. Per fortuna che, quest’anno, gli organizzatori non si sono fatti prendere alla sprovvista e hanno reso l’asfalto molto più abrasivo, per la gioia dei piloti. Di tutti, tranne che di quelli Red Bull, i quali si ritrovano una macchina difficile da guidare, forse conseguenza di simulazioni fatte coi parametri dello scorso anno.

E così, in una qualifica disputata su pista umida, le due Mercedes monopolizzano la prima fila, con Verstappen solo terzo e a debita distanza. Ma partirà comunque in prima fila, perchè il suo rivale ha cambiato parte della power unit, e si ritrova costretto a scattare dall’undicesima posizione. In seconda fila si ritrova Leclerc, che ha puntato tutto sul una gara asciutta. Forse.

Quando si spengono i semafori non piove ma la pista è bagnata, e per tutti la scelta delle intermedie è obbligata. I primi tre scattano bene, Alonso cerca di attaccare Gasly per la quarta posizione ma viene toccato dal francese e si gira. Hamilton guadagna così una posizione, ma la sua rimonta si preannuncia difficile. 

Dopo avere passato Vettel, Lewis si trova inchiodato dietro Tsunoda, il quale, ovviamente, cerca di tenerlo dietro in tutti i modi. L’inglese non può nemmeno usare il DRS, che in condizioni di pioggia è disabilitato. Ma con un bellissimo sorpasso all’esterno riesce a sbarazzarsi del giapponese. Poco dopo è il turno di Norris, e così, dopo 10 giri, Hamilton ha guadagnato 5 posizioni. E inizia a viaggiare un secondo più veloce di Verstappen, al momento in seconda posizione. In pochissimi giri arriva dietro a Gasly, che svernicia letteralmente.

Anche Sainz è autore di una splendida rimonta. Partito 19° per cambio della power unit, dopo 18 giri ha già guadagnato 10 posizioni.

I primi 3 viaggiano in fotocopia su un ottimo ritmo, distanziati fra loro di circa 3 secondi. Anche Leclerc, il cui assetto, evidentemente, è ottimo anche se non è asciutto. Dopo 20 giri, il consumo delle gomme intermedie sta diventando un problema. La pista si asciuga molto lentamente, e non è ancora il momento di montare le slick. Ma le intermedie sono ormai diventate delle slick e non è conveniente montarne di nuove dello stesso tipo.

Poco dopo metà gara, Hamilton raggiunge Perez e dopo qualche tornata di studio lo attacca al giro 35. Ma il messicano deve guadagnarsi lo stipendio, e Lewis lo sa. I due fanno diverse curve affiancati ma alla fine Sergio ha la meglio, e l’inglese, saggiamente, rinuncia per il momento alla quarta posizione.

La Pirelli, dopo avere esaminato le gomme delle prime macchine che si sono fermate, chiede ai team di non prendere in considerazione la possibilità di finire la gara senza pit-stop. Verstappen si ferma al giro 37 e Bottas a quello successivo. Entrambi rimontano le intermedie, Vettel tenta la carta delle slick, che però non funzionano e il tedesco si ferma nuovamente per rimettere le intermedie.

Hamilton e Leclerc decidono di non fermarsi. Il ferrarista si ritrova così in testa al gran premio, con 6 secondi di vantaggio su Bottas. Mancano 18 giri alla fine del GP e i suoi tempi sono buoni rispetto sia a quelli del finlandese che a quelli di Verstappen. Dai box gli confermano che può arrivare alla fine con questo set di gomme, contraddicendo quindi le indicazioni della Pirelli.

Ma l’azzardo non paga, e al giro 47 Bottas supera Charles. Verstappen è lontano, a 7 secondi, ma in Ferrari decidono, tardivamente, di cambiare le gomme. Il monegasco rientra in quarta posizione poco davanti a Perez e a 11 secondi da Hamilton. 

In Mercedes decidono, anche in questo caso tardivamente, di essere prudenti e fermano Lewis, che rientra in quinta posizione dietro a Perez. Il quale riesce a superare Leclerc portandosi in terza posizione. Il ferrarista ha problemi di graining con le gomme posteriori nuove, e in un solo giro viene raggiunto anche da Hamilton. Che però si ritrova a sua volta alle prese con gli stessi problemi, e mentre vede la Ferrari allontanarsi davanti a lui, deve pensare a difendersi da Gasly e Norris che lo hanno avvicinato di gran carriera.

Ma non c’è più tempo, e così la gara finisce con Bottas che vince dopo più di un anno, davanti alle due Red Bull di Verstappen e Perez, ad un deluso Leclerc che ha pagato una tattica discutibile del suo box, e ad Hamilton, la cui rimonta è riuscita a metà. Seguono Gasly, Norris, Sainz, che ha scontato un pt-stop lento, Stroll e Ocon.

Fuori dai punti per un soffio Giovinazzi, autore di una buona gara, 

Ora la F1 si allontana dall’Europa, con il trittico oltre oceano, e quello finale in medio oriente. Verstappen è tornato in testa al mondiale, ma in Turchia si è vista una Mercedes in forma, probabilmente grazie ai motori nuovi. Difficile dire, in questo momento, come potrà finire questo mondiale. Di sicuro, prima dell’inizio dell’anno mai ci saremmo aspettati gare così entusiasmanti, in una stagione che resterà nella storia come una delle più combattute.

* immagine in evidenza dal profilo Twitter @MercedesAMGF1

F1 2021 – GRAN PREMIO DI TURCHIA

Confermato, poi a rischio cancellazione e alla fine rientrato dalla porta di servizio. E meno male verrebbe da dire, dato che è quasi sempre stato scenario di gare appassionanti.

L’Istanbul Park doppia la presenza del 2020 e sono diversi gli aspetti interessanti da verificare per una tappa del mondiale che potrebbe essere più cruciale di quanto si immagini.

In primis, un “cortocircuito” tecnico tra gli organizzatori e la Pirelli ha fatto sì che, probabilmente, le mescole di uno step più morbido rispetto al 2020 che si è deciso di utilizzare creeranno non pochi problemi in termini di durata in gara.

Motivo? Gli organizzatori hanno trattato l’asfalto del circuito rendendolo più abrasivo dello scorso anno. Più grip ma anche più consumo e una gara che punta decisamente sulle due soste quando si è sempre viaggiato comodamente sulla singola sosta.

Vedremo se questo si rivelerà un vantaggio per Red Bull o Mercedes. Ma le preoccupazioni degli anglo tedeschi sono rivolte principalmente al comparto PU. Tanti gli inconvenienti a carico negli ultimi tempi, soprattutto delle PU dei team clienti, e l’urgenza sempre più pressante di un cambio di PU per Hamilton, con conseguente penalità in griglia.

immagine da alvolante.it

La Red Bull ha già giocato questo jolly a Sochi. Aiutata dal meteo, il secondo posto del 33 olandese è equivalso in pratica ad una vittoria. Pochi punti persi, una PU nuova di zecca e la ragionevole tranquillità di finire il mondiale senza ulteriori penalità.

Per Mercedes invece si impone l’interrogativo su dove e quando (e se…) usufruire del cambio di PU. Potrebbe essere anch solo un bluff  ma nel caso si rendesse necessaria, potrebbe essere proprio in Turchia. Non ci dispiacerebbe vedere l’inglese partire dal fondo e tentare una furiosa rimonta, così come visto per Verstappen a Sochi.

Continua la lotta tra Ferrari e McLaren per il terzo posto del costruttori. Ma rispetto alla prima parte di stagione con un Ricciardo in più tra le armi della squadra di Woking.

L’australiano sembra quasi quello dei tempi belli e può portare tanti punti in più rispetto a quello visto fino ad ora. Come da qualche GP a questa parte, a sviluppo delle monoposto fermo in attesa del 2022, la differenza la farà chi si adatterà meglio alle variabili che ogni pista e condizione meteo propone.

immagine da f1grandprix.motorionline.com

Anche Sainz, come Leclerc in Russia, dovrà partire dal fondo della griglia per l’introduzione della quarta PU stagionale. Come per il monegasco, l’imperativo è accumulare dati e verifiche sul corretto funzionamento di particolare dell’unità motrice che vedremo nel 2022.

Atteso il riscatto di Norris e Leclerc, usciti male dal Gp di Russia, con il monegasco superato in classifica da Sainz.

In Turchia il comparto delle monoposto “midifield” potrebbe arricchirsi di un ospite in più. La Williams è cresciuta molto nelle ultime settimane e Russell è costantemente in zona punti o immediatamente a ridosso.

Non proprio una bella notizia per scuderie che erano partite in netto vantaggio e che potrebbero subirne il ritorno. In particolare l’Aston Martin che fa sempre più fatica a marcare punti, escludendo il GP farsa del Belgio e Monza con Stroll.

Curiosità per il confronto in casa Alpine con Alonso che torna all’Istanbul Park e potrebbe soffrire la mancanza di confidenza con la pista rispetto al compagno di squadra Ocon.

In casa Alpha Tauri i punti mancano da due GP e il GP turco potrebbe essere una buona occasione per prenderne qualcuno. Puntiamo ovviamente su Gasly, ma chissà che “l’incredulo” Tsunoda, sorpreso di essere stato riconfermato per il 2022, non regali una prestazione di alto livello.

Alfa Romeo e Haas cercheranno di sfruttare gli eventuali problemi di chi gli sta davanti. Poche chance di prendere punti ma chi si gioca qualcosa di grosso è Giovinazzi, chiamato in questi ultimi sette GP a delle prestazioni che gli possano garantire un posto in squadra per il 2022. Sempre che non sia già stato tutto deciso a suo sfavore…

*immagine in evidenza da livegp.it

Rocco Alessandro

 

VERSTAPPEN VINCE LA FARSA DELLE ARDENNE

Si torna a correre dopo 4 settimane di pausa. E il meteo riserva uno dei week-end più da lupi che si sia mai visto nella storia della Formula 1. Lo fa nel posto meno indicato, e cioè la cosiddetta università della F1, Spa Francorchamps. 

Che sarebbe stata durissima lo si è capito già il venerdì, con un botto incredibile all’Eau Rouge nella WSeries, e il sabato, con Norris che ha distrutto la sua McLaren nello stesso punto durante il Q3.

Ma le avverse condizioni meteo, il sabato, non hanno impedito la disputa delle qualifiche, e così Verstappen conquista una fantastica pole davanti ad un fantasmagorico Russel, e al grande rivale per il titolo, Hamilton.

La domenica il tempo è, se possibile, ancora peggiore. Piove forte, ci sono vento e nuvole basse.

Perez onora subito il rinnovo del contratto per il 2022 piantando la sua RB16B a muro durante l’ultimo dei giri di allineamento. 

Nonostante sia evidente che non ci siano le condizioni per correre, la procedura di partenza va avanti regolarmente fino al momento in cui, teoricamente, dovrebbe iniziare il giro di formazione. e, solo in quel momento, viene dato l’annuncio del rinvio della partenza. Che viene data dopo 25 minuti di inutile attesa, perchè quando le auto si muovono la pioggia è pure aumentata, e le nuvole si sono ulteriormente abbassate. E, infatti, tutti i piloti si lamentano delle condizioni inaccettabili. Tutti tranne Verstappen, ovviamente. Dopo due giri, le macchine vengono nuovamente fermate, facendole rientrare in pit-lane.

Passano 3 ore, e la pioggia rallenta solo attorno alle 18. La direzione gara, in deroga al regolamento secondo il quale non si sarebbe potuti andare oltre le 18, decide che alle 18.17 si può finalmente ripartire, per una gara la cui durata è stata fissata in un’ora e che, quindi, attribuirà solo metà punteggio.

Questo ritardo dà modo a Perez di partecipare, partendo per ultimo.

Ovviamente le condizioni non sono migliorate, i piloti protestano vivacemente (ma i loro team radio non vengono mandati in onda), e dopo 10 minuti esce la bandiera rossa. Ma il cronometro continua a correre, e scaduti i 60 minuti la gara verrà decretata conclusa e, soprattutto, valida, perchè sono stati compiuti i due giri minimi necessari. Ma Michael Masi decide di porre fine alla farsa senza aspettare.

E’ stata solo una passerella, nemmeno sufficiente per allietare il pubblico che si è sorbito una giornata al freddo in mezzo al fango. Ma, in questo modo, la gara è valida, con Verstappen che vince davanti a Russell, che così si prende in omaggio quel podio che la sfortuna (?) gli aveva tolto in Bahrain lo scorso anno. Al terzo posto Hamilton.

Il resto della classifica è quella delle qualifiche, a parte Perez. Non vale nemmeno la pena parlarne.

Sarebbe stato più logico annullare tutto. Ma in F1 non è mai successo, la domenica. E, probabilmente, questo avrebbe comportato conseguenze di vario tipo, commerciale e legale. Quindi bisogna prendere atto di quella che è a tutti gli effetti una pagliacciata, almeno da un punto di vista sportivo.

Ora si va in Olanda, sul circuito di Zandvoort, dove la Formula 1 torna dopo 36 anni. Anche se in un modo anomalo, Verstappen ha chiuso un periodo nero, ritornando alla vittoria. E c’è da credere che in casa sua vorrà dominare. 

P.S. 1 giusto per completare la pagliacciata, il contagiri ufficiale sul sito della Formula 1 dice che è stato completato 1 solo giro valido, e che i punti assegnati sono zero. Sarebbe interessante capire dal buon Michael Masi come viene effettuato il conteggio, e quale articolo del regolamento ha applicato, sempre che anche su questo non abbia agito in deroga.

P.S. 2 al di là dei modi, e delle meritate critiche alla direzione gara per come ha gestito la situazione, è stato un bene che le macchine non abbiano corso. Abbiamo già avuto un esempio sette anni fa di cosa vuol dire correre quando non ci sono le condizioni. E, oggi, le condizioni non c’erano.

* immagine in evidenza dal profilo twitter @redbullracing