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HAMILTON DOMINA IN QATAR. ALONSO TORNA SUL PODIO.

La F1 arriva sul nuovo (per lei) circuito di Losail, in Qatar mentre infuriano le polemiche. La Red Bull accusa la Mercedes di usare un’ala irregolare, le Mercedes chiede alla FIA di indagare sulla difesa di Verstappen in Brasile, ottenendone uno scontato rifiuto.

E così Max e la Red Bull si autoinfliggono una penalità. Fine del Q3, Hamilton saldamente in pole, l’olandese non si sta migliorando. 30 secondi prima che lui passi sul traguardo, Gasly buca una gomma e si ferma in pieno rettilineo. Sventola la doppia bandiera gialla, ma il sistema di avviso sul volante chissà perchè non è attivo. Dal box RB non parte alcuna segnalazione al pilota, e Verstappen non pensa nemmeno per un attimo alla possibiltà di rallentare, nonostante le bandiere sventolate siano ben visibili.

La penalità sembra scontata, e in effetti lo è, ma la FIA ci mette quasi 24 ore a deciderla. E così meno di due ore prima della partenza si viene a sapere che Max dovrà partire dalla settima posizione. Con Perez nemmeno entrato in Q3, e relegato oltre la decima posizione, e Bottas pure lui penalizzato ma di sole 3 posizioni, e, quindi, davanti a Verstappen (per quanto abbiamo visto non essere un gran problema), si preannuncia una domenica difficile per la Red Bull. Ma al fianco di Lewis c’è uno dei loro, Gasly, con il quale Marko dialoga lungamente prima della partenza.

Si spengono i semafori e l’inglese parte benissimo. Il francese non può fare nulla per contendergli la prima posizione, e deve invece difendersi da un arrembante Alonso, che lo supera all’esterno e si prende la seconda posizione. Anche Verstappen parte molto bene e si porta rapidamente in quarta posizione. Mentre, come previsto, Bottas non ha creato alcun problema, avviandosi in modo orribile e ritrovandosi in undicesima posizione.

Al quarto giro Max supera Gasly, e al successivo anche Alonso. Il distacco da Hamilton è di poco più di 4 secondi. I primi due girano oltre due secondi più veloci degli altri, e si contendono il giro più veloce. 

Al giro 12 Norris supera Gasly e si mette alla caccia di Alonso. Al giro successivo è il turno di Perez superare il francese, che si ferma per montare gomme medie. Al giro 16 il messicano supera Lando. Nel frattempo anche Bottas si è svegliato, ed ha rimontato fino alla sesta posizione.

Al giro 18 Verstappen, ormai ad 8 secondi da Hamilton, si ferma per montare gomma dura, mantenendo la seconda posizione. A scanso di equivoci, in Mercedes copiano la strategia Red Bull, e il giro successivo Lewis si ferma e monta anch’egli la gomma dura. 

Alonso, ottimo terzo con gomma soft, fa la sua sosta al giro 25, e riesce a stare davanti a Perez, che si era fermato diversi giri prima. La terza posizione viene ereditata da Bottas, che però non ha ancora fatto la sua sosta.

Il sogno di Nando di tornare sul podio dopo oltre 100 gare sembra finire al giro 30 quando Perez lo supera, non senza difficoltà, e lo stacca facilmente. D’altra parte, vista la differenza di mezzo meccanico, è fin troppo significativo che il quarantenne spagnolo dopo quasi metà gara sia ancora davanti ad una Red Bull. Ma ci sono ancora molti giri da percorrere.

Al giro 33 a Bottas, che non si era ancora fermato, cede la gomma anteriore sinistra. Il finlandese finisce nella ghiaia, ma riesce a rientrare e ad arrivare al box a velocità sostenuta. La sua gara è però compromessa.

Fra i primi due la situazione è relativamente tranquilla. Il distacco oscilla fra i 6 e gli 8 secondi, e la battaglia, ora, è per il punto del giro veloce. E al giro 42 la Red Bull, non avendo più nulla da perdere nè da guadagnare, fa fermare Verstappen per montare la gomma media, subito imitato dal compagno di squadra Perez e, al giro successivo, anche da Hamilton.

Alonso si ritrova così nuovamente al terzo posto, con 13 giri da percorrere e Perez a 20 secondi. Il messicano dovrà superare ben tre avversari prima di arrivare a lui, e fra questi c’è Ocon, al quale Nando chiede di difendersi come un leone per aiutarlo a mantenere un incredibile posto sul podio. Il francese ci prova in tutti i modi a mettere in difficolta Checo, ma la Red Bull è troppo superiore e deve lasciarlo andare.

Al giro 51 prima Norris, poi entrambe le Williams, bucano la gomma anteriore sinistra. Lands e Russell riescono a rientrare ai box, mentre Latifi è costretto a fermarsi lungo la pista. Non vi è però nessuna neutralizzazione, e la gara prosegue per gli ultimi giri, con Alonso che teme il ritorno di Perez, oltre ad una possibile foratura visto che le sue gomme hanno già coperto oltre 25 giri.  Dietro di loro c’è una bella lotta per la quinta posizione con quattro macchine racchiuse in pochi secondi: Ocon, Stroll e le due Ferrari, con Sainz davanti a Leclerc.

Ma al giro 55 viene attivata la Virtual Safety Car per consentire il recupero della macchina di Latifi che non era in una posizione sicura. Verstappen ne approfitta per fermarsi ai box e montare gomma soft per tentare l’attacco al giro veloce, che peraltro è già suo. 

Quando la VSC viene disattivata, manca solo un giro, utile solo a Max per migliorare il giro più veloce.

Finisce così con Hamilton che completa un week-end di dominio e accorcia ulteriormente, portandolo ad 8 punti, il distacco da Verstappen, il quale non ha potuto fare altro che limitare i danni. Al terzo posto un grandissimo Alonso, che si è guadagnato il podio senza l’aiuto di ritiri o situazioni particolari, ma unicamente con il suo talento, che è ancora immenso nonostante i quarant’anni di età. Al quarto posto Perez, che porta a casa punti buoni per la Red Bull, ma che resta inspiegabilmente sempre molto lontano dal compagno di squadra. Al quinto posto Ocon con l’altra Alpine, seguito da Stroll e dalle due Ferrari di Sainz e Leclerc, oggi decisamente sotto tono ma comunque, alla fine, ancora davanti alle Mc Laren. Chiudono la zona punti Norris e Vettel.

Fra due settimane si andrà in Arabia Saudita, sempre che riescano a completare la costruzione della pista. Nel caso vincesse nuovamente Hamilton, e segnasse anche il giro più veloce, i due contendenti si presenterebbero all’ultima gara ad Abu Dhabi a pari punti. Un’eventualità straordinariamente affascinante. Sarebbe bello che si materializzasse senza polemiche o dubbi di regolarità vari ed assortiti, ma c’è da scommettere che non succederà.

* immagine in evidenza dal profilo Twitter @AlpineF1Team

F1 2021 – GRAN PREMIO DEL QATAR

Il ventesimo Gp stagionale coincide con una prima assoluta per il circus della F1 in Qatar.

Il circuito è quello di Losail, ben conosciuto dagli appassionati di motociclismo poichè spesso è stata la tappa inaugurale di ogni mondiale degli ultimi anni.

Ed è stato anche terra di conquista per la sorella gemella della Ferrari in MotoGP, la Ducati, che spesso e volentieri si è portata a casa la vittoria.

immagine da pirelli.com

Ecco, ci sentiamo tranquillamente di affermare che, a meno di cataclismi biblici, la Ferrari non ha praticamente speranze di emulare la sua “compagna” emiliana di Borgo Panigale.

Anzi, per i rossi arrivano con tutta probabilità una serie di tre GP in cui dovrà difendersi piuttosto che attaccare. Con un “ma” molto grande, ovvero quello che sul circuito di Losail la F1 non ha mai messo piede e tutti i team dovranno lavorare sodo per trovare i giusti riferimenti.

Ovviamente gli occhi saranno puntati sullo scontro tra Hamilton e Verstappen. Scontro che si sta trasformando sempre più in una rissa, un pò come succede in quelle partite di calcio di giovanissimi in cui i genitori si menano sulle tribune.

Questa è ormai l’immagine che danno i rispettivi team principal delle due scuderie, Wolff e il duo Horner/Marko. La tensione dopo il GP del Brasile è altissima con il solito scambio di accuse, ipotesi di irregolarità più o meno verificabili, gesti inconsulti a favore di telecamera, azioni dissuasive in pista oltre il limite della penalità.

In Brasile doveva essere Verstappen ed invece è stato Hamilton, con una superiorità della W12 che è apparsa lampante, mi sento di dire superiore a quello che il pilota inglese, fenomenale, ha saputo mettere in pista.

immagine da livegp.it

Sotto accusa stavolta una sorta di sistema “DAS” ma al posteriore, in grado di abbassare la W12 in rettilineo e riportandola al giusto assetto prima delle curve quando si aziona il freno.

Ovviamente al momento sono tutte illazioni, a maggior ragione se vengono dalla Red Bull, annicchilita nell’ultimo GP da una Mercedes che sembrava solo aspettare il colpo del KO dopo le sconfitte ad Austin e Messico.

Quello che sembra invece palese è una certa “stanchezza” delle PU Honda su entrambe le vetture austriache. E’ risaputo che in Red Bull stanno cercando di finire la stagione senza ulteriori penalità dovute al cambio di PU ma il recente GP ha fatto scattare un bel campanello d’allarme.

Verstappen non ha avuto praticamente alcuna chance in gara contro un Hamilton che sembrava guidare come un adulto in mezzo ad un branco di ragazzini. Difficile che una simile disparità di prestazioni possa essere replicata negli ultimi tre GP stagionali ma un pò di panico in Red Bull serpeggia e una delle soluzioni potrebbe essere introdurre un nuovo ICE per avere una PU con più cavalli da sfruttare in un momento decisivo della stagione.

Si correrà di giorno, contrariamente alle moto che corrono sempre in notturna, e il caldo potrebbe essere un fattore decisivo. Pirelli porterà le gomme più dure a disposizione, un aspetto che potrebbe andare a favore della Mercedes da sempre a suo agio con le coperture più dure.

Per la lotta Ferrari/McLaren diciamo che sta suonando l’ultima campana per il team di Woking, scivolato fino a 31.5 punti di distanza in classifica costruttori. Gli ultimi tre gp stagionali dovrebbero vedere una McLaren più in palla rispetto a Ferrari ma è pur vero che quest’ultima negli ultimi due mesi non ha magari fatto vedere chissà quali “alti” ma ha praticamente azzerato le pessime prestazioni viste prima dell’estate.

Sarà dura per Norris e Ricciardo ma una prima “sveglia” sta per arrivare, vedremo con quali effetti.

Anche tra Alpine e Alpha Tauri vale un pò lo stesso detto in precedenza, con i francesi rimontati e superati contro ogni aspettativa.

immagine da f1world.it

Questo complice una Alpha Tauri che ha saputo trarre il meglio dagli ultimi GP e un Gasly in forma smagliante, tale da renderlo presenza stabile nella top 8 nelle ultime qualifiche. Peggio Tsunoda ma anche lui ha dato qualche segnale di risveglio.

Per contro ad Alpine sembrano preclusi piazzamenti al di là del settimo/ottavo posto, un pò poco per mettere in sicurezza la quinta piazza del mondiale costruttori.

Per i restanti team spiace vedere che ormai la Aston Martin fa più parte del gruppo di coda che del due Alpine/Alpha Tauri. Vettel fa quel che può ma con risultati scarsi. Ormai attendono solo il 2022.

La notizia del weekend in ambito piloti è l’approdo per il 2022 del primo pilota cinese nella storia della F1. Conquista che considerando il bacino di utenza ci si aspettava già qualche anno fa ma meglio tardi che mai.

Di sicuro non la pensa così Giovinazzi, che cederà il suo sedile a Guanyu Zhou in Alfa Romeo. Il cinese porterà come dote una trentina di milioni di euro nelle casse del team, e contro questo dato di fatto non c’è prestazione che tenga.

immagine da sport.tiscali.it

Piuttosto spiace pensare che il pugliese, che in qualifica spesso è stato davanti al ben più titolato collega Raikkonen, abbia spesso offerto prestazioni insufficienti in gara, a volte buttando via ottimi risultati con errori banali a fine gara.

Con una maggiore consistenza sarebbe stato ancora in griglia nel 2022, peccato. Questo certifica la non presenza di piloti italiani per l’anno venturo, una brutta notizia per il movimento nostrano che da tempo non riesce a far emergere talenti degni di questo nome e con un supporto economico adeguato.

In merito alle polemiche sul “pilota che compra il sedile”,  cosa di cui è stato accusato il cinese basterebbe dire che di piloti del genere la F1 è sempre stata piena e lo sarà sempre.

Qualche esempio? Perez, che ha sempre corso con sponsor piuttosto forti, Latifi che ha alle spalle un papà piuttosto generoso nei suoi confronti, Stroll, il cui padre ha addirittura comprato una scuderia, Mazepin e ce se sarebbero altri ma chiudiamo con un nome che dovrebbe mettere a tacere ogni polemica: Niki Lauda.

Il Campionissimo austriaco iniziò a correre grazie ai soldi di una banca, un prestito, poichè pur nato in una famiglia molto ricca i suoi genitori non approvavano la sua passione per i motori.

Ora, non crediamo che Zhou possa copiare l’eccezionale parabola di Lauda ma speriamo almeno che possa dimostrarsi quanto meno un onesto pilota e che magari faccia meno danni possibili…

*immagini in evidenza da f1grandprix.motorionline.com

Rocco Alessandro

 

HAMILTON VINCE LA BATTAGLIA DI INTERLAGOS

In F1, si sa, la guerra non si fa solo in pista. E pur di vincere un mondiale si è disposti a tutto. Perfino a chiedere al pilota di prendere le misure della monoposto avversaria con le dita.

La simpatica scenetta va in onda il venerdì, dopo le “qualifiche” che determinano l’ordine di partenza della gara sprint del sabato. Hamilton, con il motore nuovo che gli costerà 5 posizioni sulla griglia di partenza la domenica, si prende la “pole”. Nel parco chiuso, Verstappen tocca prima la sua ala, poi quella dell’auto dell’avversario, nell’apparente intento di misurare qualcosa sul flap mobile del DRS.

Fatto sta che i due rivali per il mondiale si ritrovano entrambi indagati. L’olandese per avere violato la regola del parco chiuso, mentre all’inglese viene addebitata un’ampiezza eccessiva dell’apertura del DRS. Finisce col primo multato di 50.000 euro, e con il secondo relegato in fondo alla griglia per la gara sprint, per un’infrazione di 0.2 mm su 85.

Nella garetta del sabato, Bottas brucia Verstappen e si guadagna la pole position (quella vera), con Sainz fantastico terzo, mentre Hamilton rimonta dalla ventesima alla quinta posizione, che diventerà la decima il giorno dopo.

E la domenica sul circuito di Interlagos la temperatura è aumentata di 20 gradi, mentre i delegati tecnici della federazione continuano a stazionare nei pressi della Mercedes, forse in cerca di qualcosa che non è dato a sapere.

Si spengono i semafori e Bottas ancora una volta rende la vita facile alle due Red Bull. Una timida resistenza a Verstappen in curva 1 e tempo qualche curva il finlandese è dietro pure a Perez. Le due Ferrari ingaggiano un duello all’arma bianca e Leclerc passa Sainz, partito male e vittima di un contatto con Norris.

Bastano 4 giri ed Hamilton è già dietro a Bottas, che gli lascia la terza posizione. 

Al giro 7 la direzione gara si accorge dei detriti lasciati in curva 1 da Tsunoda qualche giro prima, ed esce una provvidenziale (per Hamilton) Safety Car.

Quando rientra la SC, Verstappen gestisce la perfettamente la ripartenza, e per Hamilton non c’è alcuna possibilità di tentare un attacco a Perez. Ma qualche giro dopo, proprio mentre l’inglese attacca il messicano, la direzione gara attiva la Virtual Safety Car per far ripulire la pista dai detriti lasciati da Mick Schumacher dopo un contatto con Raikkonen.

Al giro 18 Lewis attacca Perez, questa volta per davvero, in curva 1 e lo supera magistralmente all’esterno. Ma il messicano non è Bottas, e lo supera di nuovo nel rettilineo successivo. Al giro dopo l’inglese ripete la manovra, ma questa volta Checo non riesce a stare sufficientemente vicino per restituire il sorpasso, e non potrà più essere d’aiuto al compagno di squadra.

Hamilton non riesce però a chiudere il gap con Verstappen. e al giro 27 anticipa il rivale nella sosta ai box, che lo imita il giro dopo, ritrovandosi però con un vantaggio dimezzato.

Una nuova Virtual SC al giro 31 permette a Bottas di fare la sua sosta guadagnando la posizione su Perez. Nel frattempo Lewis è arrivato a tiro di DRS ma Max non consente mai al distacco di scendere sotto al secondo. Stando così vicino all’avversario, l’inglese scalda troppo le gomme.

Il box Mercedes chiede a Lewis che mescola vuole per il successivo pit-stop, e in Red Bull capiscono che Hamilton si fermerà un’altra volta. Decidono così di coprirsi dall’undercut, e fanno rientrare Verstappen. Ma l’inglese non rientra, mentre è Bottas a fare il suo pit-stop, seguito al giro successivo da Perez. 

Hamilton fa il suo pit-stop al giro 44, ma il distacco è aumentato rispetto a prima. E, inoltre, lui voleva gomma media, e pure Bottas si lamenta col box per una strategia eccessivamente conservativa che, a suo dire, ha fatto perdere una possibile doppietta.

Ma Lewis non si perde d’animo, e si rimbocca le maniche, chiudendo il gap con Verstappen. Al giro 48 attacca una prima volta Max, il quale lo porta fuori pista. L’episodio viene notato ma la direzione gara, dopo una chiamata da parte della RB, decide che non è il caso di investigare. Il che fa ovviamente andare su tutte le furie gli avversari, che contattano a loro volta il direttore di gara per esprimere il proprio disappunto. 

Hamilton ci riprova al giro 58, e questa volta Verstappen gli zig-zaga davanti e si becca una bandiera bianco-nera. Ma al giro successivo Lewis non gli lascia scampo, e Max, molto intelligentemente, non reagisce e lo lascia andare.

Gli ultimi giri sono una passeggiata per Hamilton, e la gara termina così con l’inglese che ritorna prepotentemente alla vittoria, nonostante una doppia penalità, una partenza dall’ultima posizione nella gara sprint e una dalla decima nella gara vera. Il tutto su una pista teoricamente favorevole alla Red Bull. Ma si è visto che, con un motore nuovo, la Mercedes è allo stesso livello, e ora di motori nuovi Lewis ne ha uno in più di Max.

Dietro ai due rivali per il titolo si piazzano i due rispettivi scudieri, Bottas e Perez. Poi, in un’altra categoria, le Ferrari di Leclerc e Sainz che consolidano il terzo posto nella classifica costruttori, grazie alla giornata disastrosa della McLaren. Al settimo posto Gasly, seguito da Ocon, Alonso e Norris.

Già il prossimo week-end il circus sarà in Medio Oriente, per un finale di mondiale che si annuncia molto interessante, con due piste sconosciute su tre e, soprattutto, battaglia sia in pista che fuori. 

P.S. in altri tempi, sia con Max e Lewis che con altri protagonisti, un duello come quello di oggi sarebbe finito a ruotate con entrambi fuori pista. Oggi non è successo. E questa non è una cosa banale. Si può duellare duramente anche senza che intervengano i commissari o senza fare vigliaccate. Resta da vedere cosa succederà se si riproporrà all’ultima gara una situazione simile a quelle nelle quali fu protagonista Schumacher con Hill e Villeneuve.

P.S. 2 vedere Red Bull e Mercedes combattere a suon di reclami merita un cestello di pop-corn. Parliamo di due squadre che, come tutte quelle che hanno dominato per diversi anni consecutivi prima di loro, molto probabilmente hanno corso in diverse occasioni con macchine che non rispettavano il cosiddetto “spirito del regolamento”, che, ovviamente, non esiste. E, forse, qualche volta non hanno rispettato nemmeno il regolamento, quello vero.

* immagine in evidenza dal profilo Twitter @F1

F1 2021 – GRAN PREMIO DEL BRASILE

Neanche il tempo di prendere fiato che è già tempo di un’altra pista, un’altra battaglia, un’altra tappa cruciale per il mondiale F1 2021.

Si va dal Messico al Brasile, sull’ormai iconica pista di Interlagos, per l’ultima gara prima del trittico mediorientale.

Si arriva, secondo pronostico, con un Verstappen che ha allungato in classifica su Hamilton. C’è da dire che per l’inglese sarebbe potuto andare molto peggio in Messico e invece è riuscito a perdere “solo” 7 punti dal rivale olandese, che è ancora a tiro, nonostante tutto.

Diciannove punti a 4 gare dal termine sono uno svantaggio notevole ma non impossibile da recuperare. Il problema è che l’inerzia del campionato è ormai tutta a favore del suo rivale, che arriva da due vittoria di fila e da 9 complessive in stagione.

La vittoria Red Bull in Messico era ampiamente annunciata ma l’impressione è che la Mercedes fatichi sempre di più a tenere il passo dei rivali e che solo il talento dell’inglese riesca a mettere una pezza a una situazione oggettivamente quasi compromessa.

La sofferenza non è ancora finita considerando che si va in una delle piste in cui Red Bull ha sempre fatto bene negli ultimi anni e in cui Verstappen si trova molto a suo agio.

immagine da ansa.it

Probabile quindi che si possa arrivare a Losail con l’olandese in vantaggio di una gara in termini di punti su Hamilton, anche se in Brasile i due team mattatori del campionato si troveranno molto più vicini in termini di performance rispetto al GP messicano. Hamilton è alle corde, serve qualcosa di speciale e un pò di fortuna per ribaltare la situazione.

Sarà quindi un’altra lotta sul filo dei millesimi, soprattutto nella qualifica/non qualifica valida per la griglia di partenza della sprint race del sabato pomeriggio.

Questo vuol dire anche poco tempo per settare adeguatamente le monoposto, ricordiamo che ci sarà solo un turno di libere la mattina di venerdì, e con tutta probabilità il grosso del lavoro sarà dedicato al giro da qualifica, mentre le prove libere del sabato mattina saranno incentrate sugli assetti da gara.

Anche per Ferrari sarà un GP importante perchè è uno di quelli, sulla carta, favorevoli alle caratteristiche della SF21H. Il nuovo motore potrà di sicuro aiutare ma più importante sarà trovare un adeguato carico aerodinamico che faccia lavorare bene le gomme, per evitare la scialba prestazione vista in Messico che ci si aspettava di sicuro migliore.

Importante per gli uomini di Maranello mettere fieno in cascina prima delle gare in Medio Oriente, dove si prevede una McLaren decisamente più sul pezzo e una Ferrari che dovrà giocare più in difesa.

immagine da thelastcorner.it

La squadra di Woking viene da un paio di GP anonimi e deve cercare di rispondere ai ceffoni presi di recente per potersi giocare il terzo posto nella classifica costruttori nelle ultime gare.

Curiosità nel vedere se l’Alpha Tauri sarà competitiva così come visto in Messico. Con tutta probabilità non sarà così ma considerando i distacchi minimi che ci saranno in qualifica e il format della sprint race, potrebbe essere nuovamente la variabile impazzita.

Per contro la Alpine dovrà difendere il suo quinto posto che è sempre più minacciato, cosa impensabile fino a qualche settimana fa. Aston Martin dovrà affidarsi nuovamente a Vettel che la sta tenendo a galla nelle ultime settimane.

immagine da motorbox.com

In casa Alfa Romeo fa più notizia lo scontro di Giovinazzi con il team che i punti che porta a casa Raikkonen. Intanto atteso al martedì successivo al Gp del Brasile il nome del compagno di squadra di Bottas per il 2022. Considerando quello che è successo, scontato che Giovinazzi abbandonerà la F1 alla fine di quest’anno.

Williams punterà tutto su Russell, amante del circuito brasiliano mentre in Haas, come spesso accade fa più notizia Mazepin dentro e fuori dalla monoposto che quello che il team è in grado di ottenere in pista. Coraggio, il 2021 è quasi finito…

*immagine in evidenza da quanteruote.it

Rocco Alessandro

 

VERSTAPPEN VINCE E SCAPPA. HAMILTON RESTA A GUARDARE.

La F1 riprende in Messico da dove si era fermata ad Austin, e cioè con la Red Bull e Verstappen nettamente davanti. L’olandese domina le prove libere e le prime due sessioni di qualifica, con la Mercedes che appare in grande difficoltà. Poi succede qualcosa. Che sia l’aumento di temperatura, la pista gommata, o semplicemente un bluff non è dato a sapere, fatto sta che Bottas e Hamilton si prendono la prima fila, con Verstappen e Perez relegati in seconda e imbufaliti con il povero Tsunoda reo di avere rovinato il loro ultimo tentativo.

Si spengono i semafori e basta meno di un chilometro alla Mercedes per sprecare la inaspettata prima fila. Bottas parte bene, ma ovviamente Verstappen gli prende la scia. Il finlandese anzichè rimanere sul lato pulito della pista, si porta al centro verso il compagno di squadra, spalancando un portone a Verstappen che si infila in tutta tranquillità prendendo la prima posizione. Alla staccata di curva 1, il buon Valtteri alza il piede per far passare il compagno di squadra, poi chiude di colpo la traiettoria prendendo di sorpresa Ricciardo che lo tampona facendolo girare.

Dietro si crea il caos, e a farne le spese sono Schumacher e Tsunoda, costretti al ritiro. Esce così la Safety Car per consentire di ripulire la pista dai tanti detriti.

Alla ripartenza Verstappen distanzia subito Hamilton, che deve prendere atto amaramente della maggiore velocità del rivale. Ma la sua maggiore preoccupazione si materializza verso il quindicesimo giro, quando le sue gomme iniziano a perdere prestazione, e Perez inizia ad avvicinarsi pericolosamente.

Al giro 20, Verstappen ha 8 secondi di vantaggio su Hamilton, il quale riesce faticosamente a tenere Perez a 2 secondi. Dietro di loro Gasly è già a 20 secondi dal battistrada, e le due Ferrari di Leclerc e Sainz ad oltre 25. E per fortuna che i rossi avevano grandi speranze per questo GP.

Al giro 30 Hamilton si ritrova con tre auto da doppiare e in Mercedes decidono di farlo fermare per il suo presumibilmente unico pit-stop. Ma al rientro in pista Lewis si trova immediatamente dietro Leclerc, il quale però si ferma al giro immediatamente successivo. Con la gomma dura l’inglese inizia a volare, e rimette subito Perez a distanza di sicurezza, ma soprattutto guadagna 2 secondi su Verstappen. Il quale si ferma al giro 33 e rientra dietro il suo compagno di squadra, che si ritrova così in testa al suo GP di casa, per il tripudio del pubblico accorso in massa a vederlo.

E il messicano pare non avere alcuna intenzione di fermarsi. Addirittura gira sui tempi di Verstappen ed Hamilton. Ma il suo distacco virtuale su quest’ultimo è di ben 9 secondi. Evidentemente in Red Bull vogliono dargli l’opportunità di un attacco finale con gomme molto più fresche, magari soft.

E invece Checo si ferma al giro 40 e monta gomma dura. Ma comunque avrà, nel finale, 10 giri in meno sugli pneumatici rispetto all’inglese.

L’inseguimento del messicano si conclude al giro 61, quando entra in zona DRS. Il pubblico sulle tribune è in delirio. Ma, come spesso accade con queste macchine, arrivati ad un secondo di distacco si inizia a soffrire. Nei giri successivi Hamilton riesce sapientemente a tenere Perez fuori dalla zona DRS, e così l’attacco non si materializza.

La gara finisce con Verstappen che guadagna la sua nona vittoria stagionale, allungando in classifica con un vantaggio di ben 19 punti su Hamilton, e solo 4 gare dalla fine. Con questi numeri diventa veramente dura per l’inglese, che almeno ha limitato i danni riuscendo a chiudere davanti a Perez. Quarto un ottimo Gasly, seguito da Leclerc e Sainz, autori di una gara anonima ma comunque utilissima per la Ferrari in funzione del mondiale costruttori in una giornata nera per la McLaren.

Al settimo posto Vettel, seguito da un ottimo Raikkonen, incredibilmente ottavo nonostante l’auto che guida. Nono Alonso e decimo Norris.

La pessima gara di Bottas si conclude in quattordicesima posizione, ed è trascorsa in buona parte dietro a Ricciardo. Il finlandese riesce almeno a strappare in extremis il giro più veloce a Verstappen, ma gli ci è voluto un doppio pit-stop negli ultimi giri per montare gomma soft.

La partenza disastrosa di Valtteri è anche costata un mare di punti alla Mercedes nella classifica costruttori, con la Red Bull che si è portata ad un solo punto.

Ora si va in Brasile, per la seconda gara di una tripletta che poi porterà il circus sulla pista sconosciuta di Losail, in Qatar. Ormai il mondiale ha preso una piega ben precisa. Se da un punto di vista della competitività delle auto non c’è alcun dubbio che la Red Bull sia passata nettamente in vantaggio rispetto alla Mercedes, l’incertezza potrebbe venire dall’affidabilità. E in un mondiale come questo non si potrà dire che è finita fino a quando non sarà realmente finita.

P.S. pare che a Giovinazzi in Messico sia arrivata la notizia del suo licenziamento. Oggi era arrabbiatissimo col team per una strategia totalmente sbagliata che gli ha distrutto la gara. Gli organi di comunicazione “di regime” hanno definito “scandaloso” l’atteggiamento del team Alfa Romeo nei confronti dell’italiano. Forse mi sbaglio, ma in questi tre anni non abbiamo purtroppo mai visto Antonio fare prestazioni degne di nota, come è capitato, invece con i vari Ocon, Norris, Russel, e, in alcuni casi, perfino Stroll. Si gridava al miracolo quando stava davanti a Raikkonen che, non dimentichiamolo, ha 42 anni. In un mondo come quello della Formula 1, dove conta solo la prestazione, non c’è poi tanto da sorprendersi se ad un certo punto un team smette di supportare un pilota nel quale non crede più, ed è assolutamente inutile, per non dire ridicolo e poco serio, prenderne le difese in modo plateale.

* Immagine in evidenza dal profilo Twitter @redbullracing