“In scribendo saepe brevis sum”
Buon GP a tutti
Esisteva un tempo nel quale i Piloti di Formula Uno erano chiamati Cavalieri del Rischio. Un tempo nel quale era ritenuto assolutamente normale, anche dagli stessi Piloti, che alcuni di loro morissero durante la stagione del Mondiale. Magari correndo in una Categoria minore, come accadde all’unico vero GOAT della F1 verso fine anni 60 (and if by reading that you’re gonna have an ovaric explosion ‘cause you’re a Hamilton fanboy well, go grab a tampax and shove it up your ass). Roger Williamson era un Cavaliere del Rischio, un Uomo che riteneva assolutamente normale lanciarsi in pista con una monoposto pesante sì e no mezza tonnellata ed i cui standard di sicurezza erano semplicemente inesistenti. A meno che un casco e delle cinture di sicurezza possano essere ritenuti sufficienti per correre di fatto abbracciati a 200 litri di benzina. Williamson era un uomo felice, aveva appena conquistato il suo posto in F1 vincendo per ben due anni di fila il durissimo Campionato Britannico di F3. Zandvoort era il secondo GP al quale riuscì a qualificarsi dopo quello di casa a Silverstone. In Olanda Roger trovò la morte a soli 25 anni, durante il GP lo scoppio di un pneumatico lo scaraventò contro le barriere per poi lanciarlo in volo facendolo atterrare capottato, con le fiamme che presto iniziarono a divorare i resti della sua monoposto nella quale era rimasto intrappolato. Diverse le cose raccapriccianti in concomitanza con la tragedia: in primis la corsa andò avanti fino alla bandiera a scacchi senza interruzione alcuna. Considerato che se oggi un piccione fa una deiezione in pista danno bandiera rossa è semplicemente incredibile poter solo concepire una cosa del genere. La seconda cosa assurda fu il comportamento dei commissari di gara, che si guardarono bene dall’intervenire per provare a salvare il povero Williamson. A gara terminata quando chiesero a Sua Santità perchè non si fermò per aiutare Williamson lui rispose:”mi pagano per correre, non per fermarmi”. Premesso che bestialità del genere i Piloti 50 e passa anni fa le dicevano innanzitutto per esorcizzare la paura della morte, con la quale convivevano costantemente, il già citato Santo ebbe sorte migliore di Williamson 3 anni dopo al Ring semplicemente perchè, quel tragico giorno a Zandvoort, questo EROE fece vedere a tutti (in primis a quegli ignavi dei commissari di gara) cosa significasse davvero essere UOMINI
Purley quel giorno a Zandvoort strappò di mano un estintore ad un commissario di gara e combattè da solo per provare a salvare Williamson. Era di fatto impossibile che potesse riuscire a farcela ma rischiò lo stesso la sua vita davanti alla tragedia alla quale stava assistendo. L’eroismo e l’umanità di David Purley ad oltre mezzo secolo di distanza restano indelebili. Quando il Circus fece tappa a Monza 3 gare dopo gli applausi ad ogni passaggio di David Purley erano semplicemente assordanti. Le Ferrari in confronto passavano inosservate, e la cosa si commenta da sola. 50 anni fa perdevamo tanti Piloti in pista, quella stessa tremenda stagione 1973 si sarebbe chiusa con un’altra tragedia al Glen nella quale perse la vita uno splendido Astro nascente Transalpino. Oggi invece ad ogni GP mi sembra che si perda progressivamente un pizzico di quella umanità che fece di Purley l’eroe le cui gesta a Zandvoort 1973 scrissero una pagina indimenticabile, sia pure tragica, del nostro Sport.
O di quello che ne resta.
Buon Gp d’Olanda a tutti
Andato male l’ultimo esame? Niente paura, c’è subito l’esame di riparazione. Certo poi il problema è se anche questo non dovesse andare bene ma meglio non pensarci per il momento.
Deve essere più o meno questo il mood con cui tanti team e in testa Ferrari si approcciano al weekend di gara cinese: un vero e proprio esame di riparazione. Troppo brutto quello australiano che con tutta probabilità non rende merito di tutto il lavoro fatto in inverno dalla Scuderia, al netto di una monoposto che comunque non è certo il punto di riferimento.
Certo questa volta se i piloti se ne usciranno dopo le prove libere che “hanno dovuto perdere volontariamente competitività” allora saranno guai ma intanto non dovrebbe piovere e c’è la possibilità di mettere in piedi un weekend pulito, lineare, si spera con qualche soddisfazione.

Come detto per il GP inaugurale, il mondiale si vince evitando di prendere topiche clamorose. Ecco Ferrari è già a quota uno, considerando la sciagurata decisione di rimanere fuori con pioggia battente e vanificando un possibile 4/5/6 posto. C’è anche da ricordare come finì la stagione 2022 a fronte di un gp australe dominato da Leclerc, quindi calma e gesso.
Detto ciò c’è molta curiosità su cosa potrà dire il weekend in terra cinese in termini di valori in campo sull’asciutto. Favorita non quotata ovviamente McLaren che sembra davvero aver messo in pista un’arma totale. Vediamo se Piastri farà ancora un regalino al suo team mate oppure ci sarà lotta vera sempre scandita però dalle papaya rules.

Alle loro spalle cercano conferma Mercedes e Red Bull che hanno già ampiamente affilato le armi in termini di sospetti nei confronti del team di Woking, sia sul lato gestione gomme sia in quello delle ali flessibili. Per team che nel recente passato hanno ampiamente fatto ricorso a soluzioni diciamo piuttosto controverse è un bel contrappasso, o per essere più prosaici, hanno davvero una bella faccia di guano ma tant’è, altrimenti non si chiamerebbe circus.
In Cina anche tanti piloti cercano un’occasione di riscatto, dai rookie a quelli più navigati. Il povero Hadjar si è già preso del piagnone da Marko e non è un bel viatico per la sua carriera in F1, gli altri a parte Antonelli hanno fatto tutti piuttosto male, vediamo chi uscirà da Shanghai con un bel voto.

Tra i più attempati come non citare Alonso e Hamilton. Il primo uccellato da Stroll (e ho detto tutto), il secondo che è rimasto sul prudente in un weekend in cui sia la macchina sia i box gli hanno fatto capire che, al confronto con gli ultimi anni Mercedes, questo 2025 potrebbe essere molto più complicato. Se anche i giornalai della tua terra natia ti trattano come il vecchio riccone alle prese con il gran tour emiliano-romagnolo, è evidente capire l’aria che tira. Tempo poche gare e se continua così anche quelli italici ci sguazzeranno come i maiali nel trogolo.
Chi invece sembra in gita premio è Verstappen, che sembra correre con una rinnovata leggerezza data dal fatto che la sua Red Bull non è certo lo stato dell’arte. Meno pressione, stesso talento, ottima gara inaugurale. Se la Red Bull si riprende saranno, al solito, volatili per diabetici per tutti.
In Cina asfalto nuovo e solita evoluzione della pista che potrebbe fare vittime illustri. Non fatemi dire sempre i papabili che tanto li sapete già. A questo si aggiunge anche una direttiva FIA sulle ali flessibili che promette di fare molte vittime, gli ingegneri avranno di che divertirsi.
Cosa augurarsi da questo secondo GP dell’anno? Potrebbe portare la classica buona e cattiva notizia. Quella buona è che la SF-25 non è quella ciofeca vista in Australia (piloti compresi), quella cattiva (per tutti) è che la McLaren potrebbe già aver ammazzato il campionato.
Mal comune mezzo gaudio? Boh, forse per Verstappen che si divertirà a lottare nel gruppone come ai bei tempi, per altri decisamente no, considerando come era finito il 2024. Poi certo c’è sempre Alonso che resiste aspettando finalmente di guidare la macchina di Newey, della serie: stai attento a quello che desideri perchè potresti ottenerlo. Questo diceva Wilde. Più terra terra padre Maronno (per chi non lo conoscesse dieci minuti di vergogna) che potrebbe chiosare con un “E se poi te ne penti?!”

Purtroppo devo aggiungere in calce anche una notizia spiacevole, la morte di Eddie Jordan, fondatore della omonima scuderia che nel 99 accarezzò il sogno mondiale con Heinz Harald Frentzen e fece debuttare un giovanissimo Michael Schumacher nel 91. Portato via da un brutto male, come ce ne fossero di belli, ha fatto la storia della F1 in quelli che molti ricorderanno ancora come gli anni ruggenti e ruspanti della F1. Altra era, altra gente, chissà se la passione è ancora quella.
*immagine in evidenza da mundodeportivo.com
Rocco Alessandro
Dopo una inusuale pausa di quasi un mese torna il mondiale di F1 sulla pista di Austin per il gran premio degli Stati Uniti.
Un weekend questo molto saturo in termini di competizioni motoristiche che vedra’ in contemporanea scendere in pista F1, il motomondiale, la superbike e il mondiale rally. Non e’ forse un po’ troppo? Magari un minimo di coordinamento in merito tra i vari organi direttivi avrebbe giovato.
In ogni caso si torna in pista per il primo di sei appuntamenti che chiuderanno il mondiale F1, su una pista piuttosto selettiva e difficile da interpretare.
Il nuovo asfalto, le previsioni meteo che prevedono molto caldo saranno un bel rebus soprattutto per la gestione gomme nella gara lunga. Diciamo gara lunga perche’ ci sara’ anche la sprint questa volta, con tutto quello che comporta a partire dal limitato tempo a disposizione per le prove libere.
Lo stato dell’arte e’ quello di un mondiale piloti che ancora non si capisce se sia un discorso ancora aperto o chiuso. Cinquantadue i punti che separano Verstappen e Norris, con il primo in evidente affanno nelle ultime gare e il secondo che si trova a guidare la monoposto piu’ completa del lotto ma forse ha raccolto meno di quanto avrebbe potuto. Diciamo che a parti invertite il mondiale sarebbe una faccenda molto aperta.

In Red Bull non ci hanno capito granche’ nell’ultimo mese e mezzo di gare e la lunga pausa e’ stata positiva quanto meno per cercare di capire cosa non funziona e come porvi rimedio. Gli austriaci sembrano piuttosto convinti di aver risolto gran parte dei loro problemi e si presentano a d Austin convinti di potersela giocare. Al momento, la sensazione e’ che la loro piu’ grossa certezza sia solo Verstappen, il resto verra’ di conseguenza se la monoposto risultera’ davvero migliorata.
A Woking invece sperano fondamentalmente che una (o tutte e due) tra Ferrari e Mercedes possa infilarsi tra loro e la Red Bull. Difficile che la sosta abbia potuto far evaporare totalmente l’evidente vantaggio nei confronti degli austriaci ma per riaprire davvero il mondiale serve che Verstappen sia ricacciato indietro anche dagli altri competitor.
Competitor che arrivano con grosse speranze ma poche certezze in quanto Ferrari portera’ una nuova ala anteriore giudicata ‘estrema’ mentre il nuovo fondo dovrebbe esordire in Messico. In generale la Scuderia sta facendo grossi sforzi nel cercare di colpare il gap gia’ in questa stagione con l’obbiettivo di travasare le modifiche valide anche sulla vettura del 2025. Vedremo cosa succedera’ ad Austin anche se Sainz ha gia’ spostato il target vittoria in Messico e Las Vegas.

Per Mercedes vale un po’ lo stesso: novita’ per la W15 ma tutte da verificare in pista, per cui grandi aspettative che sperano non vengano frustrate dalla realta’ dei fatti.
Lo scarso tempo a disposizione per le prove libere sara’ un problema un po’ per tutti, ma forse meno per la McLaren che si presentera’ con una monoposto meno sperimentale e meno criptica rispetto ai suoi avversari.
In pratica tutti i team si presenteranno con novita’ sulle loro monoposto e per tutte ci sara’ il problema di trovare in fretta la quadra dato il poco tempo a disposizione. A meno che la gara sprint non venga utilizzata come un lunga sessione di test per trovare l’assetto giusto da utilizzare poi nella gara di domenica.
Questo di Austin potrebbe essere un vero spartiacque nella lotta al campionato, sia per quanto riguarda i tanti punti in palio sia dal punto di vista delle prestazioni. Il tracciato texano e’ uno di quelli dove tutti gli aspetti della monoposto vengono messe alla prova e andare bene sul COTA potrebbe rappresentare una garanzia di competitivita’ anche per gli ultimi appuntamenti del mondiale.

Per chiudere, salutiamo per sempre, almeno al volante di una F1, Daniel Ricciardo che sara’ sostituito da Lawson sulla Racing Bulls. L’australiano sembrava appartenere al cesto di quelli buoni, magari non fenomenali ma molto buoni, poi un paio di sliding doors, tipo l’aver rifiutato la Ferrari per accettare i soldi della Renault, hanno un po’ annacquato una ottima carriera. Si e’ garantito una agiatissima pensione anticipata e chissa’ se, potendo scegliere, non cambierebbe qualcosa di quanto fatto.
Un augurio anche a Lawson che avra’ l’ingrato compito, in pratica, di guadagnarsi il posto in Racing Bulls nel 2025 nelle restanti sei gare del mondiale. Cosa non facile quando chi decide se resti e’ il dott. Marko.
*immagine in evidenza da sportspromedia.com
Rocco Alessandro
Dal trionfo di Monaco alla disfatta di Montreal, quale sara’ il prossimo capitolo della stagione ferrarista? Come spesso e’ successo l’umore attorno al mondo Ferrari vive di facili entusiasmi e repentini stati depressivi per cui il prossimo Gp in terra spagnola dovrebbe suggerire un certo realismo e un ottimismo piuttosto cauto.
Si va al Montmelo’ che come spesso si dice e’ la pista che decreta se una monoposto e’ davvero valida oppure no. Sara’ ancora una volta occasione per tutti i team per introdurre nuovi aggiornamenti e, cosa forse piu’ importante, capire se quelli introdotti di recenti sono validi o meno.

Questo e’ il grosso interrogativo in casa Ferrari, che sembrava piuttosto convinta Monaco per poi tornare repentinamente sulle proprie convinzioni nel freddo weekend canadese. La pista catalana dovrebbe dire qualcosa di piu’ definitivo in merito alla bonta’ degli sviluppi introdotti e sulla direzione da seguire. Vasseur ha dichiarato che a Montreal ‘hanno imparato tanto’, frase spesso di circostanza che di per se vuol dire poco o nulla ma e’ l’unica cosa che si puo’ dire dopo un weekend assolutamente da dimenticare. Certo e’ che al Montmelo’ servira’ una gara solida e con tanti punti altrimenti il viale per un’altra stagione da mal di pancia sara’ ufficialmente imboccato.
Chi si aspetta risposte dalla gara spagnola saranno, per motivi diversi anche le altre tre scuderie top di questo 2024. Red Bull ha vinto in Canada ma con un po’ di fortuna e grazie esclusivamente a Verstappen ma e’ parsa in difficolta’ per tutto il weekend. Quale sara’ la vera Red Bull? Quella dominante delle prime gare o quella incerta dell’ultimo mese? Considerando l’uscita programmata di Newey e l’eco delle lotte interne non ancora sopite non e’ difficile immaginare che anche gli austriaci arrivino in Spagna con molte meno certezze rispetto al passato.
McLaren invece ha perso, forse, un’altra occasione a Montreal. Alla fine ha chiuso seconda e quinta ma le cose sembravano essersi messe bene fino a condurre ad una vittoria. Anche per loro quindi ci sara’ da capire quanto buona e’ la loro monoposto in Spagna, considerando che sembrano quelli piu’ vicini a pareggiare le prestazioni Red Bull. Una monoposto che sembra essere piu’ a suo agio su curve medio lente piuttosto che veloci ma difficile che non si giocheranno i posti per il podio.

Dulcis (si fa per dire) in fundo la Mercedes, sorprendente in Canada dove ha conquistato la pole e lottato per la vittoria che sembrava davvero a portata di mano. Gli ultimi sviluppi promettevano bene e la gara canadese e’ stata la conferma di cio’ seppur in condizioni meteo e di pista particolari. Ovviamente per loro, forse piu’ che per altri, diventa cruciale far bene a Barcellona per avere la fondata speranza di affrontare il proseguio della stagione giocandosi qualcosa di piu’ che qualche onorevole piazzamento. Intanto rumors sempre piu’ insistenti danno Kimi Antonelli come sostituto di Hamilton per il 2025. L’ottimismo trapelato dai test e le deroghe sulla giovane eta’ del pilota italiano sembrano andare proprio in quella direzione.
Questi i quattro team che con tutta probabilita’ si giocheranno i posti sul podio, per gli altri, a partire da Aston Martin sara’ caccia per le briciole che cadranno dalla tavola dei team piu’ competitivi.
Proprio Aston Martin fa parlare di se’ per i contatti avviati con Newey ma che sembrano portare ad un nulla di fatto a causa della richiesta esagerata di ingaggio fatta dall’ingegnere inglese. E poi, come spesso accade quando i risultati in pista latitano, ci sono le dichiarazioni adolescenziali di Alonso che prendono di mira Ferrari oppure che rivendicano i podi del 2023 fatti con un auto (a suo dire) che era la quinta del lotto partenti. Da uno della sua esperienza, carisma e intelligenza sportiva ci si aspetterebbe altro.
Come al solito Pirelli portera’ le mescole piu’ dure a disposizione, dato l’alto degrado che l’asfalto del Montmelo’ impone. Molta attenzione alle gomme poste sul lato sinistro e ai grandi trasferimenti di carico all’anteriore. Attese alte temperature ma anche possibilita’ di un po’ di pioggia domenica mattina.
Come tutti gli anni la gara spagnola decreta quasi sempre la monoposto che e’ il riferimento per la categoria. Non e’ un caso se negli anni del dominio Mercedes abbia vinto sempre una Mercedes e in questi attuali sempre una Red Bull. Quest’anno la situazione sembra piu’ fluida ma c’e da tenere da conto il fattore Max Verstappen.

Ferrari e’ attesa, ancora un volta, ad un riscatto rispetto alla gara canadese. Chissa’ che non aiuti moralmente anche l’onda lunga del bis nella 24h di Le Mans, dove si e’ vista una squadra attenta, capace e sempre sul pezzo anche nelle avversita’.
*immagine da sport.es
Rocco Alessandro
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