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F1 2022 – GRAN PREMIO DEL MESSICO

Seconda gara back to back nel continente americano per il Circus che passa dal Texas a Città del Messico per il GP del Messico sul circuito intitolato ai fratelli Rodriguez.

Messo in cascina anche il titolo costruttori e in attesa delle fantomatiche sanzioni che la FIA deve comunicare a Red Bull per lo sforamento del budget cap, il Gp del Messico vedrà il grande idolo di casa Perez cercare di togliere una vittoria già opzionata dal suo compagno di squadra e cercare di riprendersi il secondo posto nel mondiale piloti.

Vedremo se l’aria (rarefatta) di casa darà quel surplus in più al pilota messicano e anche quanto Red Bull (che è sempre attenta alle questioni di… marketing) vorrà strizzare l’occhio al sempre numeroso pubblico presente in circuito.

immagine da mexicodailypost.com

Il GP del Messico è per sua natura atipico in termini di condizioni ambientali che i team troveranno, con meno downforce generato dal corpo vettura, turbo della PU che dovrà girare a regimi più alti per compensare la perdita di potenza del motore termico causata rarefazione dell’aria e qualche problema in più in termini di raffredamento del corpo vettura e dei freni.

Ragionando in questi termini viene da pensare che le monoposto che riescono a generare tanto downforce saranno quelle favorite, e questo mette in pole sia Red Bull che Ferrari, con la prima che si fa preferire per una maggiore efficienza aerodinamica e l’accoppiata ibrido-turbo superiore rispetto a Ferrari. Dovrebbe venire un pò meno una delle armi principali del team campione del mondo, ovvero la velocità in rettilineo a DRS aperto, dato che l’ala posteriore non incide granchè a livello di DRS chiuso/aperto.

Il GP di Austin ha confermato un Verstappen sempre sul pezzo, una Mercedes in ascesa e una Ferrari bella al sabato e non un granchè alla domenica. In Messico le cose potrebbero cambiare soprattutto per Mercedes che potrebbe risentire di una downforce meno accentuata rispetto ad altre piste. Il pronostico comunque va sempre e comunque a favore della Red Bull.

immagine da motorbox.com

Intanto una possibile spiegazione della rossa “bella di sabato” viene, manco a dirlo dalle conseguenze della famigerata TD39. L’introduzione della TD39 sembra abbia in parte compromesso il bilanciamento aerodinamico della SF75, con conseguente irrigidimento delle sospensioni per cercare di porvi rimedio. Questo però ha indirettamente compromesso l’ottima gestione gomme che la rossa aveva dimostrato prima della sosta estiva, con il suo apice nel GP d’Austria.

Pirelli porterà le stesse mescole viste ad Austin e sarà da verificare su una pista front-limited quale sarà il degrado delle gomme anteriori, a fronte anche di una pista che migliorerà sensibilmente col passare delle sessioni di prove libere.

Tornando al discorso budget cap, sono attese decisioni ufficiali entro questo venerdì, giusto per dare il pretesto per qualche polemica in più.

Notizia fresca invece l’approdo definitivo di Audi in F1 in collaborazione con la Sauber. Non è ancora chiaro chi avrà le quote di maggioranza ma immaginiamo che Audi non vorrà essere solo un semplice sparring partner, l’ambizione è quella di arrivare a vincere per cui faranno sul serio fin da subito.

immagine da cadenaser.com

Per il resto vedremo in che modo i commissari di gara si renderanno ridicoli nel dipanare le inevitabili diatribe che si avranno nel weekend di gara. Difficile fare peggio del trattore in pista a Suzuka, dello specchietto di Alonso e della “Strollata” di Austin ma si sa che non c’è mai un limite al peggio.

*immagine in evidenza da alvolante.it

Rocco Alessandro

VERSTAPPEN VINCE AD AUSTIN. RED BULL CAMPIONE COSTRUTTORI NEL RICORDO DI MATESCHITZ.

Come prevedibile, ad Austin a tenere banco è ancora la questione budget cap. Il giorno dopo la conquista del titolo mondiale da parte di Verstappen, in Giappone, la FIA ha svelato il segreto di Pulcinella, e cioè che la Red Bull si è macchiata di una infrazione “minore”. Il che significa che ha speso qualche milioncino in più rispetto al massimo. Per cosa, non è dato a sapere, esattamente. Prima si è parlato di catering e malattie, poi dello stipendio di Newey, versato alla società del genio inglese, e quindi da non contare. E, comunque, Horner sostiene che non c’è alcuna violazione. E sostiene che i figli dei dipendenti siano stati bullizzati nei parchi giochi a causa di questa storia, sollevando commenti ironici da parte degli avversari.

Ma pochi minuti prima delle qualifiche, arriva la notizia della scomparsa di Dietrich Mateschitz, e tutte discussioni sul tema vengono così giustamente rinviate per rispetto della memoria del  co-fondatore della Red-Bull, che tanto ha dato al motorsport e non solo.

Ad aggiudicarsi la pole position è Carlos Sainz, davanti al compagno di squadra Leclerc, costretto però a retrocedere di 10 posizioni in griglia per cambio di componenti della power unit, e a Verstappen.

Si spengono i semafori e la gara di Sainz dura poche centinaia di metri. Partito malissimo, e bruciato allo start da Verstappen,  all’uscita di curva 1 viene  centrato da Russell, che si prenderà, per questo, 5 secondi di penalità.

L’olandese, come facilmente prevedibile, si invola, seguito da Hamilton e da Russell, che impiega qualche giro a superare Stroll. Nel frattempo, Leclerc, partito 12°, rimonta diverse posizioni, e al giro 8 si trova in settima.

Al giro 10 Verstappen guida le operazioni con 3 secondi di vantaggio su Hamilton. Perez, partito anch’egli a metà griglia causa penalità, raggiunge Russell ma, forse anche a causa dell’ala anteriore danneggiata, non riesce ad attaccarlo.

Al giro 13 Hamilton rientra ai box per montare la gomma a mescola più dura. Verstappen lo segue al giro successivo, così come Russell, che sconta la penalità. 

Al giro 18 Leclerc è l’unico dei primi a non essersi ancora fermato. Bottas finisce nella ghiaia ed esce la Safety Car. Charles ne approfitta per fare la sua fermata, e riesce così a perdere solo due posizioni, ritrovandosi quarto subito dietro a Perez. 

La gara riparte al giro 21, ma sul rettilineo più lungo si sfiora la tragedia. Alonso affianca Stroll il quale si sposta repentinamente da sinistra al centro della pista. Inevitabile il contatto fra l’ala dell’auto dello spagnolo e la gomma posteriore sinistra del canadese. Solo per un miracolo l’Alpine non decolla, e nessuno centra in pieno l’Aston Martin impazzita.

Esce quindi nuovamente la Safety Car, che resta in pista fino al giro 25. Alla ripartenza, Verstappen si invola ancora una volta. Leclerc attacca una prima volta Perez alla fine del lungo rettilineo, ma va lungo e il messicano tiene la quarta posizione. Ci riprova al giro successivo nello stesso punto e, con una manovra strepitosa, riesce a prendersi la posizione sul podio. Il messicano reclama la posizione, non si capisce bene su quali basi.

Hamilton, che sembrava potere tenere il passo di Verstappen, si ferma per la sua seconda sosta, subito imitato da Max e Leclerc. Ma la fermata dell’olandese è disastrosa, e il ferrarista gli prende la posizione. I due ingaggiano poi un duello bellissimo, con Verstappen che prova una prima volta alla fine del rettilineo del traguardo, ma Leclerc incrocia la traiettoria e gli ripassa davanti. Sul rettilineo lungo non ha però scampo, e si deve accodare alla Red Bull.

Mancano 17 giri e i primi 3 sono racchiusi in soli 3 secondi. Leclerc non riesce a tenere il passo di Verstappen, che si avvicina inesorabilmente ad Hamilton, che monta la mescola più dura, a differenza di Max che ha la gomma a mescola media.

La caccia di Verstappen si conclude al giro 50, quando entra in zona DRS e svernicia immediatamente Hamilton in fondo al rettilineo lungo. Ma Lewis vuole la vittoria a tutti i costi, e non molla l’avversario. Entrambi si prendono anche una bandiera bianco-nera per avere superato troppe volte i limiti della pista. 

Non accade però più nulla, e la gara finisce con Verstappen vincitore davanti ad Hamilton, Leclerc, Perez, Russell, Norris, un magistrale Alonso, settimo nonostante un grande spavento con annesso quasi decollo e l’urto violento con il guard-rail, Vettel, Magnussen e, a chiudere la zona punti, Tsunoda.

Da segnalare le pessime prestazioni di Mick Schumacher, Ricciardo e Ocon, letteralmente distrutti dai rispettivi compagni di squadra in una giornata dove avrebbe potuto esserci molto da raccogliere.

La Red Bull porta così a casa anche il titolo costruttori. Il modo migliore per onorare la memoria di Dietrich Mateschitz.

Appuntamento fra una sola settimana a casa di Checo Perez, in Messico. 

P.S. Probabilmente la Red Bull se la caverà patteggiando, con una multa e una decurtazione di un po’ di ore di sviluppo per le prossime stagioni. Alla fine dei conti, le sarà convenuto.

P.S. 2 Gasly non tiene 10 macchine di distanza durante la seconda SC, e si becca immediatamente una penalità di 5 secondi. Come passa veloce il tempo…

 

 

F1 2022 – GRAN PREMIO DEGLI STATI UNITI

Quart’ultimo appuntamento del mondiale F1 che approda al COTA, ad Austin in Texas.

Peccato che ci si arrivi con la stagione già abbondantemente in ghiaccio, con il titolo piloti assegnato e quello costruttori che è puramente una formalità (e che comunque interessa infinitamente meno per chi guarda da casa).

immagine da lastampa.it

Nelle ultime due settimane e in coincidenza del Gp del Giappone è stato già detto/scritto tutto per cui è inutile dilungarsi su vicende che hanno portato la credibilità di questo sport(?) a livelli davvero bassi.

Questo porta inevitabilmente ad avere poca voglia di commentare anche l’immediato divenire, anche perchè non c’è davvero molto da dire.

L’attenzione (se proprio così la vogliamo chiamare) sarà puntata sulla scontata attribuzione del mondiale costruttori alla Red Bull. Bastano infatti un terzo e quarto posto per chiudere la questione, che viene da dire è stata già chiusa da tempo dalla farsa del budget cap.

Farsa che va avanti, in quanto non si conoscono ancora le famigerate “punizioni” che dovrebbero essere affibiate a Red Bull. Non vediamo l’ora di sentire quali sanzioni draconiane saranno decise…

Intanto in pista le scuderie porteranno gli ultimi aggiornamenti di stagione, tutte in ottica 2023. La pista del Cota potrebbe dare parecchie difficoltà agli ingegneri nel valutare questi aggiornamenti in quanto le irregolarità dell’asfalto texano possono creare parecchi problemi.

In particolare Leclerc dovrebbe montare la sesta PU (nuova ICE) per testare elementi che ritroverà nella PU del 2023. Cinque posizioni di penalità in griglia per lui.

immagine da motorbox.com

Ultime cartucce da sparare quindi per Ferrari, in cerca di un successo che manca dal GP di Austria, per Hamilton e Mercedes che cercano di evitare l’onta di chiudere la stagione senza vittorie (cosa che mi auguro fortemente) e Red Bull che, incassato il mondiale costruttori, ha nel COTA solo un’occasione per aggiornare in positivo le proprie statistiche.

A tal proposito viene in mente che forse l’unico motivo di interesse (siamo propri disperati eh…) sta nella lotta al secondo posto nel mondiale piloti tra Leclerc e Perez, con quest’ultimo che negli ultimi GP ha ripreso la verve di inizio stagione. Certo è che se Leclerc partirà indietro in griglia causa la penalità per cambio della PU, il messicano dovrebbe avere vita facile.

Una doppietta Red Bull nel mondiale piloti darebbe già una bella indicazione su cosa potremo aspettarci nel 2023 e negli anni successivi, almeno fino al 2026.

Le vicende degli ultimi 2 mesi non fanno però che confermare un aspetto: la totale e cronica mancanza di forza politica che la Scuderia ha ormai nel mondo della F1. Se consideriamo le due più grandi rivali, Mercedes e Red Bull, entrambe hanno ottenuto quello che si aspettavano dalle loro battaglie a colpi di carte bollate: la TD39 per Mercedes e il Budget cap “allegro” per Red Bull.

E Ferrari? Tanto strepitare per poi rimanere con un pugno di mosche. E pensare che hanno sempre in tasca un diritto di veto che assomiglia sempre più alla mano in tasca a mimare una pistola del ladro improvvisato alla cassa del fruttivendolo…

Ma anche in questo caso è inutile ribadire l’ovvio, già detto e ridetto in questo lido e altrove. Non resta che sperare in una bella gara e che la fine della stagione 2022 arrivi il più in fretta possibile, senza attendere con ansia l’inizio di quella 2023. Anche perchè basta il pensiero di un doppio GP saudita a partire dal 2024 a smorzare qualsiasi entusiamo.

*immagine in evidenza da motogp.com

Rocco Alessandro

PEREZ VINCE A SINGAPORE. FORSE.

Ad attendere il ritorno della Formula 1 a Singapore dopo 3 anni, ci sono ben due tempeste. Una meteorologica e l’altra regolamentare. Della seconda parleremo alla fine, la prima invece inizia a colpire il sabato, portando alla prima sessione di qualifica bagnata nella storia del GP. 

A guadagnarsi la pole è Leclerc, per pochi millesimi davanti a Perez e Hamilton, mentre Verstappen rinuncia stranamente a due giri che gli sarebbero valsa la pole, l’ultimo dei quali a poche curve dalla fine: il suo box lo richiama perchè la benzina rimasta non è sufficiente a completare il giro di rientro, con conseguenze partenza dal fondo. Per lui un posto in quarta fila, non il massimo su questo circuito.

La domenica, due ore prima della partenza, il meteo colpisce un’altra volta, e la pista si allaga. Start rinviato di oltre un’ora, per quella che sarà la seconda gara in notturna corsa con pista bagnata. La prima fu nel 2017, in pole c’era una Ferrari e ci ricordiamo bene come andò a finire.

Tutte le vetture si schierano con gomme intermedie e allo spegnimento dei semafori Perez brucia Leclerc e si prende la prima posizione. Anche Sainz supera Hamilton mentre Verstappen perde quattro posizioni e si ritrova dodicesimo. 

All’ottavo giro, Latifi manda contro il muro Zhou, il quale parcheggia l’auto in una via di fuga e, inevitabilmente, esce la Safety Car, Nessuno ne approfitta per cambiare le gomme perchè la gara è ancora lunga e la pista non si sta asciugando.

La neutralizzazione dura solo due giri, e alla ripartenza Verstappen ne approfitta per superare Vettel e portarsi in ottava posizione. Poche curve dopo, passa anche Gasly, che si fa rispettosamente da parte. Cosa che non fa l’avversario successivo che trova sulla sua strada, un tal Fernando Alonso al suo 350o gran premio. Lo spagnolo si tiene dietro Max per oltre una decina di giri, facendogli perdere una vita rispetto ai primi. 

Ma al giro 21 il motore Renault abbandona Nando, che è costretto al ritiro. Viene attivata la Virtual Safety Car, e l’unico a rientrare è Russell, che stava navigando in un’anonima 16a posizione. Gli vengono montate gomme slick a mescola media, e tutti gli occhi sono ora puntati su di lui per vedere come si comporterà la gomma da asciutto in queste condizioni. Come prevedibile, è troppo presto e i primi giri sono per lui un calvario, girando molti secondi più lentamente degli avversari.

La gara riparte al giro 23, e Leclerc ha già accumulato un distacco di 3 secondi da Perez. Verstappen ha raggiunto Norris, quinto, mentre Albon pianta la sua ala contro il muro, e viene attivata ancora una volta la Virtual Safety Car, che dura un solo giro, per poi essere riattivata immediatamente perchè anche il motore Renault di Ocon lo lascia a piedi.

Nessuno approfitta di queste neutralizzazione per cambiare le gomme. Nonostante siano già stati percorsi 29 giri, le gomme intermedie sembrano ancora in perfette condizioni, e la pista è ancora troppo bagnata. 

Quando la gara riparte, Hamilton, che stava attaccando Sainz, finisce contro il muro, e riparte infilandosi fra Norris e Verstappen. L’inglese ha l’ala rotta, ma si tiene dietro il rivale olandese. Nel frattempo, le gomme slick iniziano a funzionare sulla macchina di Russell, e la Ferrari ferma subito Leclerc per montare gomma a mescola media. Ma Charles arriva lungo alla piazzola e il pit-stop è molto lento. 

Al giro successivo rientrano anche Perez, Sainz e Verstappen. Ma proprio in quel momento Tsunoda va a sbattere, ed esce nuovamente la Safety Car. 

La gara riparte quando mancano 35 minuti alla bandiera a scacchi, e Verstappen attacca immediatamente Norris ma arriva lungo bloccando tutte e quattro le gomme ed è costretto a fermarsi al box. Leclerc si fa minaccioso con Perez, e Norris con Sainz.

Nonostante la disponibilità del DRS, Charles non riesce ad attaccare Perez. Dopo qualche giro attaccato agli scarichi dell’avversario, un errore del ferrarista consente al messicano di prendere un vantaggio rassicurante.

La FIA comunica di una investigazione a carico di Perez per non avere mantenuto la corretta distanza dalla Safety Car all’ultima ripartenza. Ma l’esito verrà comunicato dopo la fine della gara. E così a Leclerc viene chiesto di stare entro i 5 secondi da Perez, nel caso venisse penalizzato. Ma il ferrarista ora fatica notevolmente a mantenere il passo.

E la gara finisce con Perez meritatamente trionfante, davanti a Leclerc staccato di più di 5 secondi, e con più di una ragione per recriminare. Terzo Sainz, per tutto il week-end lontanissimo dal compagno di squadra, quarto Norris, quinto Ricciardo, anch’esso molto staccato dal compagno. Sesto un ottimo Stroll, davanti a  Verstappen, Vettel, Hamilton e Gasly.

Prossima tappa fra una sola settimana in Giappone, dove ci sarà un altro match-point per Verstappen. Ma prima, mercoledì, conosceremo i bilanci 2021 dei vari team.

P.S. e veniamo alla tempesta regolamentare. Pare, e sottolineo pare, che la Red Bull abbia sforato il budget cap di una decina di milioni di euro. Chissà perchè, non sono sorpreso. Ho sempre ritenuto, non so se a ragione o a torto, quella anglo-austriaca una squadra di furbacchioni (invito a leggere l’autobiografia del loro direttore tecnico per capire perchè). Probabilmente hanno studiato nei minimi particolari un regolamento complesso e comprensibilmente pieno di scappatoie difficili da controllare, che loro hanno sfruttato sapientemente come hanno sempre fatto. Ora, però, gli avversari, che sono stati più ligi, anche perchè faceva molto comodo a tutti spendere di meno visto il periodo, sono giustamente imbufaliti. C’è da sperare che, se verrà accertata l’infrazione e questa sarà dimostrabile, la FIA intervenga in modo deciso, come ha fatto due anni fa con la Ferrari sebbene, in quel caso, l’infrazione non fosse stata accertata nè resa pubblica. Due trattamenti diversi sarebbero del tutto inaccettabili e comprometterebbero (definitivamente?) la credibilità della Formula 1, già minata dai fatti di Abu Dhabi. Anche se, va detto, Verstappen vincitore nel 2021 e 2022 ha portato e porterà alle casse del baraccone (e quindi di tutti quelli che vi lavorano) molti più soldi rispetto all’avere Max secondo e/o squalificato. Quindi probabilmente finirà tutto a tarallucci e vino.

F1 2022 – GRAN PREMIO DI SINGAPORE

Il mondiale 2022 arriva nella sua fase finale e torna su un circuito anomalo per definizione, il circuito stradale di Singapore.

Un circuito in cui l’unica vera insidia sono i muretti che scorrono veloci a pochi centimetri da ruote e sospensioni ma che in realtà non ha veri punti tecnici o rettilinei in cui fare una gran differenza.

Questo potrebbe essere un punto a favore per Ferrari e Mercedes, che potrebbero sfruttare il layout del circuito per mitigare le lacune dalle proprie monoposto e avvicinarsi alle(a) RBR18.

Ferrari dal canto suo continua a sviluppare la SF75, anche se ormai i tori sono ampiamente scappati dalle stalle, soprattutto in previsione 2023. Che sia una bufala o meno (e dai con questi bovini…) per i rossi c’è da capire e risolvere i problemi conseguenti all’introduzione del nuovo fondo portato in Francia e gli effetti della TD39 che hanno minato le prestazioni della rossa.

immagine da ilmessaggero.it

Si era parlato di un nuovo fondo da provare ma sembra che tutto sia stato rimandato al Gp del Giappone, pista più probante per verificare l’efficacia di un fondo studiato per avere più downforce e meno drag.

Ma la notizia bomba dell’ultim’ora e che si lega al nuovo fondo Ferrari “rinviato” è quella che vede  due team, Red Bull e Aston Martin, in odore di sforamento del budget cap nel 2021. E che di conseguenza Ferrari, al limite con il budget cap per il 2022, abbia tirato per il momento i remi in barca in attesa degli sviluppi di un caso che potrebbe avere pesanti conseguenze sportive.

Se l’irregolarità fosse confermata, i due suddetti team rischierebbero una sanzione “minore” nel caso di uno sforamento entro il 5%, di una sanzione sportiva tipo una detrazione di punti o  retrocessione nella classifica mondiale se so sforamento eccedesse il 5%.

Non è chiaro se la sanzione sarà riferita al campionato 2021 o a quello in corso ma scommettiamo che tutto finirà in una bolla di sapone. Immaginiamo già i commenti di una Red Bull a cui viene tolto il titolo piloti 2021 o quello di quest’anno a vantaggio di un Hamilton o della Ferrari, del tipo “abbiamo vinto sul campo ecc ecc” (dove l’abbiamo già sentita questa cosa in Italia?)  e lo spirito con cui una Ferrari accetterebbe un titolo ” a tavolino”.

Forse l’unico contento sarebbe Hamilton, che raggiungerebbe il suo tatno agognato ottavo titolo (“si ma io non guardo i numeri e le statistiche…” e Toto Wolff che avrebbe la sua vendetta dopo ABD 2021 nel modo più doloroso possibile, a suon di carte bollate.

Tornando al GP, per tutti comunque sarà un’incognita dato che non si corre in pratica da tre anni. Nel mezzo sono cambiate le monoposto, è stato rifatto l’asfalto e ci sono le gomme da 18, in pratica un vero rebus per le squadre che avranno a disposizione in pratica solo i dati dei simulatori. Potrebbero esserci sorprese ma di solito, in queste condizioni, le monoposti più “prevedibili” sono quelle che meglio riescono a risolvere i problemi.

Per Verstappen questa parte finale di campionato assomiglia molto ad una luna di miele verso il suo secondo titolo iridato. Vantaggio abissale in classifica e una simbiosi al 100% con la sua RBR18 ne fanno il favorito per le restanti 6 gare di campionato, nettamente meritato in quanto non ricordiamo un singolo vero errore in questo 2022.

Per gli altri si tratta di raccogliere quello che si può e cercare di arrivare con il morale alto alla sfida dell’anno prossimo. Questo vale soprattutto per Leclerc che pensava fosse amore con la sua SF75 e invece era un calesse e ha dovuto fare i conti con qualche errore di troppo dovuto più che altro alla frustrazione di non essere dove avrebbe voluto.

Tutta esperienza per il giovane monegasco che ha l’imperativo di ridurre a livelli “verstappiani” il tasso di errore in questo finale di campionato e in vista del 2023.

Mercedes continua il suo 2022 di apprendistato e di trash talking/acting. Sembra che i dati al simulatore diano le frecce d’argento piuttosto in forma. Personalmente spero che facciano schifo ma al di là di questo sarà interessante sarà scoprire chi tra i due alfieri Mercedes sarà più competitivo. Se davvero Hamilton punta all’ottavo titolo nel 2023 come da lui stesso dichiarato deve cominciare seriamente a tenersi dietro il suo giovane compagno di squadra, altrimenti anche l’ombrellina Wolff sarà insufficiente a proteggerlo dal fango che gli arriverà addosso.

immagine da tuttomotoriweb.it

Per gli altri, scusate la franchezza, si parla essenzialmente di mercato piloti e di arrivare alla fine del 2022 senza fare grossi danni. Piastri è ormai definitivamente un pilota McLaren per il 2023, mentre Norris non si tira indietro nel tiro a Ricciardo affermando che “l’attuale monoposto ha le caratteristiche più affini allo stile di Ricciardo”. Verrebbe da esclamare “marrano!! Tu uccidi un uomo morto!!”

Non osiamo immaginare l’atmosfera in casa Alpine dopo la mossa “kansas-city” di Alonso. Probabile che il tutto si possa risolvere con l’utilizzo del solito strumento: la proverbiale faccia di tolla che lo spagnolo sa tirar fuori nei momenti delicati. Intanto sta già marcando il territorio della sua futura squadra esprimendo il desiderio di girare una scena in macchina in uno dei prossimi film di James Bond. Cosa farebbe il circus senza Alonso…

Alpine intanto sta invitando ai test per cercare il nuovo pilota praticamente qualsiasi persona si presenti con autocertificazione di aver guidato qualcosa che avesse quattro ruote. Al momento i papabili per il sedile del 2023 sono De Vries, Gasly, Ricciardo, Giovinazzi, Dohaan, insomma un bel pò di gente, senza dimenticare Mick Schumacher nel caso dovesse essere appiedato da Haas.

Immagine da gpblog.com

Uno che invece sarà molto rilassato in questo finale di stagione è Zhou che ha appena ricevuto la conferma per il 2023. Un bel colpo per il cinese che, onestamente, si aspettavano in pochi a inizio stagione.

Un altro che invece non ci sarà più in griglia, senza alcun rimpianto da parte di nessuno aggiungerei, è Latifi. Oggettivamente troppi errori e troppo lento il canadese che ha avuto uno dei pochissimi momenti di “gloria” nell’aver provocato il caos nel finale di ABD2021. Chissà se Marko&co lo hanno mai davvero ringraziato… Nel caso non l’abbiano fatto ecco una nuova occasione per dare il giusto merito ad un pilota che gli ha oggettivamente salvato il culo nel 2021.

Curioso il caso invece di Colton Herta, che vorrebbe approdare in F1 ma non ha la superlicenza FIA e quest’ultima ha già dichiarato che non la otterrà per il 2023. Nella forma non c’è nulla di sbagliato ma è evidente come questo sembra essere un altro sgarbo tra FIA e LM, con il presidente Sulayem che non perde occasione per rimarcare che gli aspetti sportivi della F1 sono di esclusiva competenza FIA. Anche quando, vedi TD39 o l’introduzione del doppio tirante per il Gp di Canada, di sportivo non c’è una benamata mazza se non fare un favore a Mercedes.

Dulcis in fundo le improbabili idee che Liberty Media e la Fia propongono per rendere più appetibile il “prodotto” F1. Nell’ordine: mondiale di 24 (ventiquattro!!!) GP, sprint race portate da 3 a 6, oltre a possibili futuri interventi su utilizzo DRS dal primo giro di gara, push to pass, doppia qualifica per stabilire la griglia di sprint race e gara domenicale.

immagine da scuderiafans.com

Tutto ciò per aumentare lo spettacolo. Facciamo sommessamente notare che prima dell’introduzione di quella cagata della TD39, Ferrari e Red Bull se le suonavano di santa ragione in pista a tutto vantaggio dello “spettacolo”.  Ora lo spettacolo è solo di Verstappen e le gare sono molto più noiose. Per fortuna che vige sempre l’adagio che “alla F1 serve una Ferrari vincente”. Ormai non fa più ridere neanche come barzelletta.

*immagine in evidenza da bleacherreport.com

Rocco Alessandro