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F1 2019 CANADIAN GP: AN INTRODUCTION

Finita la prima parentesi di gare europee si torna oltreoceano per il Gp del Canada sullo storico tracciato di Montreal. Circuito che si può annoverare tra quelli di altri tempi, considerando gli obbrobri che l’attuale calendario (e quello del 2020…) propongono, con muri vicini alla pista e vie di fuga che non lasciano molto spazio all’errore.

Si viene dal vetusto ma ormai non così glorioso Gp di Montecarlo che ha portato una conferma e una sorpresa: la conferma è il perdurare dello stato confusionale al muretto Ferrari, che ha pensato bene di rovinare la qualifica e quindi anche la gara del beniamino di casa Leclerc. La sorpresa, considerando anche l’esito delle qualifiche, è stata la mancata doppietta Mercedes, che vede il filotto arrestarsi a 5 e lascia, stavolta è proprio il caso di dirlo, le briciole ad un Vettel che è un po’ come Lazzaro alla tavola del ricco Epulone.

Probabilmente la Mercedes ha voluto migliorare un po’ il suo karma lasciando che anche Lazzaro/Vettel mangiasse alla sua tavola, non sia mai che debba patire gli stessi tormenti di Epulone reo di aver ricevuto troppa grazia… C’è anche il sospetto che, considerando l’errore nel montare le medie a Hamilton dopo il pit stop, stiano provando a vincere le gare con un livello di difficoltà superiore autoimposto, se no diventa troppo facile e non si divertono più.

Lasciando da parte le facezie, l’approssimarsi al Gp del Canada non può che vedere la Mercedes ovvia favorita, a dispetto anche del layout della pista che dovrebbe adattarsi molto bene alle caratteristiche della SF90H. Dovrebbe perché, rispetto alla gara del Bahrein, sono passati quasi due mesi e la sensazione è che la Mercedes sia migliorata più che la Ferrari in questo lasso di tempo. Mettiamoci anche che è prevista l’introduzione di una nuova PU Mercedes con qualche cavallo in più e il gioco è fatto.

Il jolly della nuova PU la Ferrari se lo era già giocato in Spagna e le note di ottimismo per il Gp del Canada vengono, oltre che dalle caratteristica stop&go della pista, anche dalle indicazioni che i due piloti titolari hanno ricevuto dalle prove al simulatore fatte dopo l’ultimo GP. Sembra un po’ poco ma potrebbe anche bastare per avere una Rossa competitiva in Canada. Intanto una nuova ala anteriore che garantisce più carico arriverà solo dal Gp di Francia.

Per la Red Bull non sembra essere il GP del Canada quello in cui riporre grandi speranze di un ottimo risultato. In teoria i lunghi rettilinei dovrebbero penalizzarla ma non è detto che, soprattutto in gara, non possano rivelarsi un concorrente piuttosto ostico.

Pirelli ha scelto di portare le stesse mescole del GP di Montecarlo, ovvero C3, C4 e C5. Dato l’asfalto liscio del Montmelò e l’assenza di curve in appoggio ad alta velocità, è una scelta più che comprensibile.

immagine da formulapassion.it

I team hanno scelto tendenzialmente più treni di gomme C5 e C4, lasciando la C3 solo a qualche prova nelle libere. La Ferrari va in controtendenza rispetto agli altri team e sceglie un maggiore equilibrio tra set di C4 e C5. Probabile che voglia tenersi aperta la possibilità di provare più set di gomme, operare delle strategie alternative in gara e soprattutto cercare di superare al Q2 con la mescola C4. Nel mid-field Alfa Romeo, Sportpesa e McLaren molto sbilanciate su mescole C5.

Previsioni meteo al momento vedono un clima soleggiato con temperature non molto alte, con massime intorno ai 22°C che probabilmente consentiranno ai team di cercare la massima efficienza aerodinamica non avendo bisogno di aprire sfoghi sulle pance per far respirare maggiormente le PU.

Stabilità in frenata, trazione in uscita dalle curve e velocità di punta. Queste le variabili tecniche su cui si confronteranno i team. A questo si aggiungono i consumi che su questa pista sono importanti e la variabile safety car, che è storicamente molto probabile.

Necessario per la Ferrari un weekend “pulito”, in modo da sfruttare al massimo le caratteristiche della pista e valutare serenamente gli aggiornamenti di tipo meccanico introdotti a Montecarlo. E’ una delle occasioni (poche) rimaste per centrare almeno un successo parziale. Se così non dovesse essere rischia di vedersi sopravanzata anche dalla Red Bull, la cui PU sta dando prova di una discreta efficienza.

immagine da formulapassion.it

Hamilton ha operato il primo vero “strappo” in classifica nei confronti di Bottas e considerando che si va su una pista molto congeniale al pilota inglese, il distacco in classifica tra i due potrebbe dilatarsi. Proprio in questi momenti Bottas deve dare prova di solidità e di crescita, andando a colmare il gap quando molti fattori fanno ritenere il contrario.

Si sono scatenate molti rumors sul futuro prossimo di molti piloti, con Vettel dato addirittura per ritirato a fine anno e un possibile arrivo di Hulkemberg in Red Bull al posto di Gasly. Tutto smentito ovviamente ma, se per Vettel il possibile ritiro sembra davvero una sciocchezza, sui contatti Hulkemberg-Red Bull potrebbe esserci qualcosa di tangibile. Sarebbe, a posteriori, anche una sorta di “vendetta” in relazione all’ingaggio di Ricciardo operato da Renault.

*immagine in evidenza da motorbox.com

Rocco Alessandro

IL PAGELLONE SEMISERIO DEL FROLDI: MONACO

IN-QUALIFICA-bile
Non solo la qualifica mandata alle ortiche, ma pure un travaso di bile. M’è venuta così, sabato, pensando al gran pasticciaccio in salsa rossa opaca. Mentre distruggevano il fine settimana di Leclerc, ho immaginato che gli uomini in rosso avessero avanzate attrezzature elettroniche…degli anni Sessanta. (vedi foto in esclusiva sotto).
 
Domenica alla fine della gara, meno soporifera di quanto le premesse facessero sperare, ho rischiato il ricovero per infarto mentre Vanzini annunciava che Hamilton (vana speranza) aveva bucato le gomme nella “garibaldinata” di Max. Oh, quello centra le auto solo se sono rosse…
 
Cioè, capite, vincere senza colpo ferire con una culata mega-galattica sarebbe stato orgasmatico. Ma poiché la Ferrari e la fortuna sono due rette parallele che non s’incontrano mai, non poteva accadere. E infatti ha vinto Hamilton (sai la novità) e c’è stata la sesta vittoria consecutiva dellaMercedes. Ma i grigi ci hanno fatto così impazzire che ci tocca festeggiare perché non hanno fatto la sesta doppietta di fila. Pensa come siamo ridotti.
 
Niki Lauda. Voto: ha vinto lui. Domenica ha fatto primo e secondo. Non ci credete? Vedete la foto sopra. In Formula Uno, come nella vita, chi semina raccoglie. Lauda è stato un pilota ed una persona straordinaria. Non poteva lasciare indifferente anche quel mondo cinico della Formula Uno.
Vettel. Voto: 9 1/2. Ragazzi, non poteva fare altro e giustamente ha atteso il momento propizio per capitalizzare. E c’è mancato poco ahimè! Un secondo posto che è una bella boccata di ossigeno. Certo, non basta, ma aiuta.
Leclerc. Voto: Villenueve. Sarò retorico, ma quel rientro con la gomma posteriore in brandelli…vabbè avete capito. Purtroppo la sua gara è finita il giorno prima, al termine della Q1.
Muretto Ferrari. Voto: Circus. A Maranello devono aver preso troppo sul serio l’appellativo di Circo, uno dei sostantivi più usati per parlare della Formula Uno. Il fatto è che, a pensarci bene, a me il circo non ha mai fatto sorridere. Ed i clown, addirittura, mi fanno profondamente tristezza. Non dico altro perché non voglio infierire ulteriormente…
Scuderia Ferrari. Voto: 3 per la qualifica, 7 per la gara. Incredibile: Rueda in gara non ha fatto Casinò.
Seduta collettiva di autoanalisi in Ferrari. Voto: la franchezza e chiarezza di Binotto sopratutto con l’incontro (non previsto) sabato con i media, almeno dal punto di vista della comunicazione, è un bel cambiamento.
Mercedes. Voto: 5 1/2. Vincono anche quando sbagliano. Durante la gara si è capito che hanno pasticciato un pò con le strategie, tanto che Hamilton ha dovuto remare con le medie per tutta la seconda parte di gara. Eppure, complice anche il budello monegasco, hanno portato a casa la vittoria.
Hamilton. Voto: Superpianginamegagalattico. Detto che ammiro il pilota, un talento mostruoso, devo ammettere che mi ha fatto sorridere il fatto che stesso il suo team, dopo la gara, lo abbia bonariamente preso in giro per il piagnisteo che il nostro ha messo in atto negli ultimi 30 giri. Roba che sicuramentepotrebbero dargli l’Oscar per la migliore interpretazione drammatica. D’altronde, a Lewis,Hollywood piace no?!
Bottas. Voto: Numero DUE. L’amico @FormulaHumor non sarà d’accordo…sapete, lui ormai parteggia apertamente per #TeamBottas…ma Bottas è tornato quello che è sempre stato: un ottimo numero due. Eppure…io ci sperò ancora un pochino, giusto per vedere qualche gara più combattuta.
Mad Max. Voto: 9. Si, c’è la scorrettezza in Pit Lane. Ma dopo non c’è nulla da eccepire. Ci ha provato quando poteva provarci, ed è stato un mastino per decine di giri. Chapeau. Ah…e comunque, senza le sue mattane, il secondo posto lo vedevamo con il binocolo…
Gomme Pirelli. Voto: Taxi. La Pirelli fa le gomme che la Fia le dice di fare. Purtroppo, se in gara si gira 7 o 10 secondi sopra i tempi delle qualifiche, per il sottoscritto è una sconfitta dello sport e dell’essenza stessa della Formula Uno.
P.S.: Torno per attimo al grande Niki. Le agenzie di stampa hanno battuto la notizia, pare confermata, che Lauda abbia chiesto di essere seppellito con la tuta Ferrari dei suoi primi dueMondiali. Ecco: si è piloti per sempre. Poi: la vita supera sempre la morte. E infine: al cuore non si comanda.
Si ringraziano come sempre @FormulaHumor e la pagina FB “Le cordiali gufate di Gianfranco Mazzoni”
 
Mariano Froldi – @MarianoFroldi

Hamilton vince a Montecarlo nel ricordo di Niki

Un incubo. Così Toto Wolff ha definito l’arrivo a Monaco per la Mercedes, e lo stesso è stato per molti protagonisti del circus. Niki Lauda, uno dei piloti che hanno fatto la storia della Formula 1, ma, soprattutto, una presenza fissa e fondamentale nel paddock, se ne è andato proprio alla vigilia del Gran Premio più antico, più iconico e più glamour del campionato. Un campionato che la squadra che lui ha contribuito, e non poco, a costruire sta dominando. Di fronte alla squadre che, sempre lui, contribuì a ricostruire negli anni ’70.

E nulla faceva pensare che questa situazione cambiasse nel Principato. E, infatti, non è cambiata.

Se Leclerc ha illuso nelle FP3, piazzando la sua Ferrari davanti a tutti, le qualifiche hanno ristabilito le gerarchie. Prima fila nettamente al sicuro per la Mercedes, con Hamilton che ha dovuto sfoderare tutto il suo talento per stare davanti a Bottas. Al terzo posto Verstappen, davanti a Vettel. Che ha guadagnato la Q2 a discapito del compagno di squadra, il quale è stato beffato da un banale errore di calcolo del suo team. Non vale la pena di scrivere altro su questo episodio che si commenta molto bene da solo.

E così, con il pilota di casa relegato in fondo alla griglia, e con la pioggia incombente, il Gran Premio sia avvia con Hamilton che scatta perfettamente e Bottas che si fa affiancare da Verstappen. Ma il Max 2.0 è molto intelligente e lascia spazio accodandosi in terza posizione, davanti a Vettel.

I primi 4 prendono rapidamente il largo, mentre dietro Leclerc inizia la rimonta. Prima supera Norris al Loews, poi, dopo qualche giro di studio, supera Grosjean con un attacco incredibile alla rascasse, e il francese che lo definisce un kamikaze. L’avversario successivo è un altro osso duro, Hulkenberg, e il monegasco tenta la stessa manovra. Ma, nonostante il tedesco non chiuda la porta e provi ad evitare l’incidente, Charles prende male le misure, urta il guard rail interno e si gira. Riesce a riprendere ma la gomma è bucata, non se ne accorge e si ritrova a dovere fare un intero giro su tre ruote, con la gomma forata che distrugge il fondo della sua macchina e dissemina la pista di detriti.

Inevitabile l’uscita della Safety Car, che, come sempre, darà il via agli episodi che cambieranno l’ordine d’arrivo, favorendo, ironicamente, proprio l’altro ferrarista.

I primi 4 si fermano tutti ai box, con Bottas che rallenta molto per consentire ai suoi meccanici di cambiare le gomme al compagno. In questo modo il suo pit-stop è contemporaneo a quello di Verstappen, i meccanici della Red Bull sono leggermente più rapidi e i due si ritrovano affiancati nella strettissima pit-lane, con l’olandese che stringe l’avversario verso il muro, provocandogli la rottura del cerchione e costringendolo ad un pit-stop aggiuntivo che gli farà perdere la posizione a favore di Vettel.

Verstappen verrà poi penalizzato di 5 secondi per unsafe release, e la sua seconda posizione sarà quindi una virtuale quarta.

La gara riparte con Hamilton davanti a Verstappen, Vettel e Bottas. Ma all’inglese hanno montato gomme medie a differenza degli avversari che le hanno dure, e ben presto inizia ad avere il dubbio di non riuscire a coprire i giri rimanenti, oltre 60.

E infatti Lewis entra ben presto in modalità gestione, girando con grande precisione sempre sugli stessi tempi, con Verstappen costantemente a mezzo secondo, Vettel a 1 secondo dall’olandese e Bottas più staccato.

Per quasi 60 giri la gara vive con Hamilton in preda al graining a lamentarsi continuamente in radio col suo ingegnere, Verstappen a studiare da molto vicino il retrotreno della Mercedes, e Vettel e Bottas a fare l’elastico.

Va avanti così fino a quando Max si ricorda di essere Verstappen, e, autorizzato dal suo box a dare massima potenza al suo ex-GP2 engine marchiato Honda, tenta un attacco un po’ approssimativo alla chicane del porto. Fortunatamente Hamilton se ne avvede ed evita di sbattergli la porta in faccia. La toccata è comunque inevitabile ma l’esito è limitato ad una toccata gomma posteriore contro gomma anteriore. Poteva essere un disastro, per la grande felicità di Vettel, e invece non cambia nulla.

Hamilton taglia il traguardo davanti a Verstappen, che coi 5 secondi di penalità viene retrocesso al quarto posto. Sul podio vanno quindi Vettel e Bottas. I due caschi di Niki, quello dell’epoca McLaren indossato da Lewis, e quello dell’epoca Ferrari indossato da Sebastian, sono primo e secondo.

Dietro ai primi 4 arrivano un consistente Gasly, un altrettanto consistente Sainz, i bravissimi Kvyat e Albon, poi Ricciardo e Grosjean. Da notare che i 4 motori Honda sono nei primi 10, contro 2 Mercedes, 2 Ferrari e 2 Renault.

Week-end da dimenticare Force India e Alfa Romeo, con Stroll e Giovinazzi autori di una prestazione che fa nascere più di un interrogativo sul fatto che siano degni di sedere sui rispettivi sedili. 15° Russel con la Williams, e probabilmente questo resterà il miglior risultato della stagione.

Ora si va in Canada, una pista che il TP della Ferrari, Binotto, sta già da tempo indicando come favorevole alla Ferrari. Sarà anche vero, ma il problema è che non sembrano esistere piste sfavorevoli per la Mercedes. E l’altro problema è che la Red Bull è diventato il vero avversario. Uno scenario che al via del campionato sarebbe stato definito pressochè disastroso, e che invece è la dura realtà.

#DankeNiki

Immagine in evidenza dal profilo twitter @MercedesAMGF1

 

 

F1 2019 MONACO GP: AN INTRODUCTION

Come si fa a raccontare un’emozione? Quali parole sono degne di celebrare la vita di uomini che hanno saputo scatenare la passione di tanti altri e sublimare in poche, mirabili gesta la realizzazione dell’incredibile, dell’improbabile. Della gloria e della paura.

La vulgata comune vuole che Leggenda sia colui che riesce con la forza e la convinzione miseramente umane di avvicinare la bellezza, la perfezione e la semplicità che appartengono a categorie dello spirito che non ci è dato conoscere. La cosa più vicina al Soprannaturale di cui si può sperare di fare esperienza.

Niki Lauda ha rappresentato per tanti la cosa più vicina ad una divinità. Un uomo con tutti i difetti possibili ma anche, e soprattutto, la capacità di rappresentare un’ideale di vita, comportamento, intenzione. Un uomo dalla volontà ferrea al servizio della propria intelligenza e della propria passione per la velocità.

Lo chiamavano il computer ma quando mai si è visto un computer avere un’anima che ha saputo piegare alla propria volontà gli eventi, resistere al fuoco e alla sconfitta, tornare nell’abbraccio della sua macchina che lo aveva tradito e riprendersi quello che il Dio delle corse aveva deciso di togliergli. Ma soprattutto quale computer è riuscito a conquistare il cuore di così tanti appassionati di corse, quelli veri, quelli dei tempi dei “cavalieri del rischio”.

Se uno è stato Leggenda da vivo, allora non può che essere Immortale nel momento in cui la terra gli è lieve. Lauda ora è Immortale e sarà sempre al volante di quella macchina rossa, dentro la quale un computer riusciva a catalizzare emozioni che nessun uomo sarà mai capace di eguagliare.

Con questo stato d’animo ci si approssima a quello che viene definito come il GP più anacronistico del mondiale, il Gp di Montecarlo, dove l’Immortale ha trionfato nel ’75 e nel ’76.

Ci si arriva con una Mercedes a punteggio pieno, 5 doppiette in 5 gare e la sensazione che a Montecarlo potrà essere per loro solo un po’ più complicato ottenere una vittoria che comunque rimane come opzione principale.

Addetti ai lavori dichiarano da tempo che invece potrebbe essere il terreno di caccia ideale per la Red Bull, in virtù di una predominanza del grip meccanico e aerodinamico sulla potenza della PU,  ma è una speculazione che andrà verificata in pista e potrebbe non essere suffragata dai fatti.

immagine da f1world.it

Per Ferrari invece tanti punti interrogativi e poche certezze, se non quella, assolutamente nefasta, di un progetto SF90H che potrebbe avere delle mancanze di base tali da rendere il 2019 una lenta agonia. Quadro piuttosto fosco e al quale la Scuderia sta cercando di porre rimedio sbloccando ulteriori fondi per lo sviluppo aerodinamico (ma non per una nuova sospensione anteriore a quanto pare…) e cercando di trovare la quadra tra i dati in pista e quelli al simulatore.

La sensazione è quella che si debba sperare più in qualche successo di tappa che nella lotta per il mondiale e, viste come sono andate le cose in queste prime gare, sarebbe già un grosso risultato.

Montecarlo è una pista che è entrata nell’immaginario di ogni appassionato di motorsport ma rischia di essere una gabbia di asfalto e guard rail per queste elefantiache monoposto. Rimane il rischio di lasciare il segno sui margini di queste stradine strette ma è davvero l’ultimo motivo di suspence rimasto. Chissà se la pioggia non possa aggiungere un po’ di imprevedibilità ad una gara che si prospetta piuttosto noiosa.

Pirelli ha portato le mescole più morbide del lotto; C3, C4 e C5, ovvero le supersoft, ultrasoft e hypersoft del 2018. Isola assicura che non ci saranno problemi di graining e che la C5 potrà essere sfruttata la massimo del suo potenziale.

immagine da formulapassion.it

Le scelte dei team sono ovviamente orientate ad un utilizzo pressoché esclusivo della gomma C5. Ferrari in questi termini “esagera” e sceglie di portare un solo treno di C4 e C3, come Red Bull e Renault. Le altre hanno scelto un treno di C4 in più con la Williams unica con tre treni di C4.

Come detto è un circuito atipico in cui sarà fondamentale avere un buon grip meccanico e, contrariamente a quanto si pensi, anche aerodinamico soprattutto nelle curve più lente dove si farà la differenza. Chi riuscirà, soprattutto in qualifica, ad essere agile in queste curve e a far funzionare nella maniera ottimale le gomme avrà fatto buona parte del lavoro. Motivo per il quale la Mercedes più che la Red Bull sembrano essere ancora favorite.

Le altre scuderie? Sportpesa potrebbe essere la sorpresa del weekend, considerando la predilizione per i circuiti cittadini. Qualche difficoltà in più per le monoposto con problemi a mandare in temperatura le gomme, come Haas o con un concetto di ala anteriore outwash come Alfa ma il rebus sarà svelato solo dalla pista.

In termini di lotta per il mondiale, questo GP sembra essere una buona occasione per Hamilton per allungare sul compagno di squadra Bottas, che non ha mai offerto prestazioni significative aul Principato.

In casa Ferrari, Leclerc vorrà imporre la sua velocità in casa e, probabilmente, certificare una superiorità più volte avvertita in pista nei confronti di Vettel. Verstappen è abbonato ai muri del Principato ma con un weekend “pulito” può lottare per la vittoria. Ricciardo ritrova una pista amica ma non sulla macchina giusta; è d’obbligo dimostrare di valere lo stipendio che è riuscito a ottenere.

*immagine in evidenza da sport660.wordpress.com

Rocco Alessandro

La Mercedes ingrana la quinta, la Ferrari entra nel tunnel

Si dice da sempre che i test invernali sono poco significativi. Certo, nella storia della Formula 1 qualche eccezione c’è stata, ma la regola è quella. E si è confermata nel 2019.
Dopo la prima giornata di test a Barcellona, in febbraio, Vettel ebbe a dire che la macchina rasentava la perfezione. Mentre la Mercedes appariva in difficoltà. Esattamente 3 mesi dopo, sulla stessa pista, la situazione è apparsa totalmente ribaltata. E viene da chiedersi se tutto l’ottimismo che veniva fatto filtrare da Maranello sulla bontà del progetto SF90 fosse giustificato. A fronte del durissimo responso della gara di oggi, si direbbe proprio di no.

La cronaca. Qualifiche a senso unico, con la prima fila monopolizzata dalla Mercedes, con Bottas che ha rifilato 6 decimi ad Hamilton, e Vettel dietro di lui a soli 2 decimi. Ma con 8 decimi pagati solo nell’ultimo settore, quello più lento. Il che spiega buona parte dei problemi della Ferrari, oltre ad indicare che i tanti aggiornamenti, di aerodinamica e di motore, sono serviti a poco o a niente.

Un minaccioso Verstappen riesce a tenersi dietro Leclerc, autore di un altro errore in qualifica dopo quello, grosso, di Baku.

E la minaccia olandese si concretizza, ovviamente, in partenza. Bottas in pole parte male, mentre Hamilton e Vettel scattano benissimo mettendo il finlandese a sandwich alla prima curva. Ma mentre l’inglese si prende la prima posizione, Seb sbaglia la frenata, va lungo ed esce da curva 2 molto lentamente, con Verstappen che lo passa in tromba all’esterno di curva 3. Quel che è peggio è che ostacola pure Leclerc e si ritrova con un flat spot. Decisamente non un grande avvio.

Mentre le Mercedes prendono agevolmente il largo, Vettel in preda alle vibrazioni vede Verstappen allontanarsi e Leclerc avvicinarsi. Al giro 14 arriva l’ordine di farlo passare, e il tedesco chiede in modo insistente di potere cambiare pneumatici, cosa che avviene dopo 6 giri. Il pit-stop però è lento, e il tedesco si ritrova dietro alle due Toro Rosso.

Anche Verstappen rientra per coprirsi dall’undercut, ma rimonta gomme soft e a quel punto è chiaro che la sua strategia prevederà 2 soste. A questo punto, il vantaggio di Hamilton su Bottas è di ben 7 secondi, i tempi sono buoni e le Mercedes allungano il primo stint nella speranza di fare una sosta sola.

Al giro 26 Leclerc, dopo una serie di giri piuttosto lenti, rientra e monta gomme dure, nella speranza di non fermarsi in più, e riesce a non perdere la posizione rispetto al compagno di squadra. Si ferma anche Bottas per montare gomme medie, rimanendo davanti a Verstappen. Al giro successivo anche Hamilton fa la sua sosta, montando pure lui gomme medie.

Al giro 33 Vettel arriva dietro a Leclerc, il quale non ci pensa neanche lontanamente a farlo passare, anche se Sebastian è visibilmente più veloce. Solo dopo qualche giro arriva il team order ma il tedesco può approfittare poco della pista libera davanti, perchè al giro 41 si ferma per la sua seconda sosta montando gomme medie nuove.

2 giri dopo anche Verstappen rientra per montare gomme medie nuove rimanendo tranquillamente davanti al tedesco. Subito dopo si ferma Bottas montando, nel suo caso, gomme soft usate.

Hamilton sembra avere le gomme posteriori in cattivo stato, e a questo punto è chiaro che dovrà, come gli altri tre, fare una seconda sosta. Gli vengono in aiuto Stroll e Norris, che si toccano alla prima curva finendo nella ghiaia. Esce la Safety Car e Lewis può montare in tranquillità gomme soft, anche nel suo caso usate. A questo punto anche Leclerc ne approfitta per montare gomme medie nuove.

La gara riparte con 15 giri da percorrere, le due Mercedes con gomme usate e i 3 inseguitori con gomme nuove. Ma questo non dà loro vantaggio, perchè Hamilton piazza immediatamente il break con un giro super, staccando il compagno di squadra, e, a parte un tentativo di Gasly su Leclerc alla ripartenza, nelle prime posizioni non ci saranno più brividi fino al traguardo.

Un po’ di emozioni le riserva la Formula 1/2, con le 2 Haas, le 2 Toro Rosso e Sainz a combattere per le ultime 4 posizioni nei punti.

La gara finisce quindi con Hamilton davanti a Bottas, per la quinta doppietta Mercedes di fila, un ottimo Verstappen che porta il secondo podio alla Honda, e le due Ferrari. Sesto Gasly, poi Magnussen, Sainz, Kvyat e Grosjean. Fuori dai punti per pochissimo Albon e Ricciardo.

Molto deludenti Renault, Alfa-Sauber, Racing Point e, ovviamente, le Williams, che forse troverebbero una collocazione più adeguata in Formula 2.

Fra due settimane si va nel Principato. E non è una buona notizia per la Ferrari, se è vero che la SF90 paga molto nelle curve lente. Per dirla con il Team Principal, c’è molto da analizzare per capire quale sia il problema di questa macchina. Perchè, per stessa ammissione dei piloti, non lo hanno ancora capito. E, se non troveranno molto in fretta il bandolo della matassa, il mondiale 2019 sarà una lotta fra Hamilton e Bottas. O, più probabilmente, un assolo del primo, destinato a concludersi ben prima della ventunesima gara.

P.S. a chi scrive la stagione 2019 ne ricorda molte altre. Tutte finite con tante vittorie per una squadra inglese motorizzata tedesca, francese o giapponese e zero o poche vittorie per la Ferrari. Alcune iniziate anche con un certo ottimismo. Ma, sempre, finite con qualche ribaltone, riguardante piloti e tecnici. Le domande ora sono due: quante vittorie porterà a casa la Ferrari quest’anno? E poi: accetterà Vettel di fare il sesto anno, magari in attesa delle opportunità date dal cambio di regolamento o dall’abbandono della Mercedes dalla pancia strapiena, o si stancherà anche lui di arrivare sempre secondo (o, meglio, terzo)? 

P.S.2 ovviamente chi scrive ricorda anche quando era la Ferrari ad iniziare la stagione stravincendo, e a finirla allo stesso modo. Era, però, una Ferrari molto lontana da quella attuale. In tutto, anche nei piloti.

Immagine in evidenza dal profilo Twitter @MercedesAMGF1