2018 F1 Chinese GP: An Introduction.

Esaurito il primo weekend tra le sabbie del deserto, il caravanserraglio ormai preponderantemente a stelle e strisce si prepara per il terzo appuntamento della stagione. Per la gioia degli addetti alla logistica dei vari team, c’è da portare tutto il necessaire, in quattro giorni, fino a Shanghai. Cercando di non muovere nient’altro mentre si carica il camion, perché nel caso bisogna lasciare passare il turno e tocca ad un altro team.

Ci spostiamo dunque nella terra dell’esercito di terracotta, una visione di sicuro impatto e che incute grande timore, fino a che non ci si accorge, da vicino, che si tratta solo di innocue statuette, di certo non dotate di espressività e volontà proprie. Per capirci, è un po’ come quando vedi arrivare una W09 alle spalle, ma poi ti accorgi che è guidata da Bottas.

COSA CI SIAMO SORBITI

Ferrari e Vettel primi nei rispettivi campionati grazie alla doppietta di inizio anno, propiziata da acume nelle strategie e contemporaneamente dalle zavorre propinate dal muretto MB al proprio pilota di punta. Ma gli avvenimenti più inaspettati sono appannaggio delle posizioni di rincalzo, partendo sicuramente da una McLaren Renault che non vedeva la terza posizione del mondiale costruttori dall’ultima facezia raccontata da Ron Dennis. La buona prestazione di entrambi i piloti farebbe pensare che il telaio made in Woking sia effettivamente più adatto alla F1, rispetto all’uso come aliante nelle ultime stagioni. Ma a proposito di eventi che sfidano la statistica, il quarto posto di Gasly è inspiegabile quasi quanto un 3-0 della Roma al Barcelona, soprattutto vista la prestazione del compagno di team (per la gioia di Vergne).

L’INTERMEZZO DELLA BARZELLETTA

Ci sono un canadese, un russo ed un’inglese.
È la Williams.

COSA CI DOVREMO SORBIRE

La pista di Shanghai ricorda vagamente un curvilinee di quelli che si usavano al liceo, raccordando curve di raggi molto diversi. Completano il circuito due runways per facilitare il carico/scarico dei cargo, che potrebbe favorire auto con buona penetrazione (che comunque è una caratteristica sempre da preferire). Pista che si trova in mezzo alle risaie in una zona tristemente nota per l’inquinamento stagnante, che per tanto così si poteva correre tra Novara e Pavia. Non so che pneumatici abbia portato la Pirelli perché tanto ormai durano tutti abbastanza per fare un paio di estati sulla 159 di un agente di commercio.

Facile prevedere il duo MB/SF davanti a tutti, con una pletora di motorizzati Renault a seguire, puntando sulla quantità e sperando che almeno un paio di motori non decidano di aggiornare il software al quarto giro. A proposito di motorizzati Renault, pare che dopo le lezioni di danza e quelle di kick-boxing, Verstappen non abbia altri impegni per questa domenica, per quanto lo zainetto con cui si aggirava per il box in Bahrain lasci presagire che non ha ancora terminato i compiti. Da seguire con attenzione anche il sopraccitato Gasly, che sull’Honda dell’entusiasmo potrebbe portare a casa un altro ottimo risultato. Un’altra prestazione difficile da confermare è quella di Ericcson, che si conferma elemento complesso da inquadrare. Per ora però il finnico pare non soffrire la convivenza con Leclerc, che in Bahrain ha offerto una guida da tassista, forse confuso dal nome del suo team, la (Sa)Uber.

IL PRONOSTICO

Neanche questa volta vince un finlandese.
E vedremo meno pit stop dell’anno scorso.

LA MARC MARQUEZ CORPORATION è LIETA DI PRESENTARVI….IL GIOCO è MIO!!

Il mio articolo di oggi dovrebbe inziare con almeno 15 righe di teschi, improperi censurati e parole di sdegno….ma sto contando 1.000.000 e ogni 5 numeri un profondo respiro, per calmarmi…senza speranza.

Dunque, oggi al 93 non so cosa sia capitato, se forse il culo dell’ombrellina di Miller lo abbia confuso, facendogli ricordare che un uomo dovrebbe apprezzare quelle cose, o se il casino fatto dalla direzione gara, lo abbia destabilizzato, fatto sta che oggi manco Bertoldo ne ha mai combinate tante…

Dopo la buffonata della partenza ritardata, con tutti che han su le rain, meno che il poleman Miller, ecco che la direzione gara fa rientrare tutta la griglia a cambiare le gomme, meno che l’Australiano. Nel marasma più totale, si decide per una griglia di partenza che dia qualche vantaggio a chi aveva fatto la giusta scelta di pneumatici, dando qualche fila di arretramento agli altri. Assurdo, perchè così Miller ha ricevuto solo qualche secondo di vantaggio, invece che almeno i 20 che avrebbe avuto, non dovendo fermarsi a cambiar moto e girando con le gomme giuste, mentre gli altri erano con le rain.

Manco parte la gara ed inizia lo show di colui che oggi si faceva le regole da solo, con Marquez che spegne la moto, la riaccende a spinta, ed invece di partire dai box, si riallinea in griglia. Tanto la Dorna è Spagnola, mi perdonerà, avrà pensato. Pronti via e il 93 ha subito un ritmo impossibile per tutti, ma quando pensa di aver la gara in pugno, tac il giusto ride through. Entra subito a scontare la penalizzazione ed eccolo lì indiavolato in un tentativo di rimonta immediata, arriva dietro ad Espargarò e sbam, si prende dentro con l’Aprilia, nella sua testa probabilmente colpevole di non essersi spostato per farlo passare. Alza la mano e via a infischiarsene di cosa aveva fatto.

Cambiano inquadratura poco dopo e lo si vede entrare in sportellata anche su Morbidelli, ma appare la scritta “restituire la posizione a Espargarò” . Missione compiuta, prende e torna a girare come satana, con un passo inarrivabile per tutti, passa a destra e manca tutti quelli che aveva davanti, ed eccolo su Rossi…

Ora non so se quando abbia visto Rossi si sia ricordato del culo dell’ombrellina (sto cercando foto ma non la trovo) o se nella sua testa sian tornati alla memoria gli esiti dei duelli con il 46, o se fosse un nuovo biscotto per far arrivare a punti Jorge (è ancora che deve fare gli ultimi giri il 99? qualcuno lo ha visto?) o se il toro di Red Bull sul casco sia daltonico, ed il blu Yamaha gli risulti rosso (o magari ha solo confuso lettera del nome) …

Fatto sta, che via una staccata improbabile, finisce per diventare una legna pazzesca sulla moto di Vale, tutte due che finiscono larghi, con il 46 che va sull’erba e cade. La leggenda narra che il pilota di Tavullia sia riuscito a produrre un numero di insulti, maggiore di quelli tirati da tutto il bel paese, ed io ne sto ancora producendo. Voci di corridoio dicono che si sia preso dentro anche con Vinales, ma attualmente non è ancora sicura come cosa.

Taglia il traguardo come quinto, ma la direzione gara gli infligge 30 , giustissimi e sacrosanti, secondi di penalità, facendolo chiudere la gara 18esimo.

Al netto di ciò che ha combinato oggi, probabilmente è ancora troppo poco, per uno che ha corso privo di lucidità, mettendo in pericolo gli altri piloti, con manovre sconsiderate. Un comportamento davvero pazzesco, degno di chi pensa che a lui tutto sia permesso e credo di non aver memoria di un qualcosa di simile.

La cosa pazzesca è che anche partendo dai box, era talmente superiore a tutti, che avrebbe vinto lo stesso, mentre ha deciso fosse meglio giocare a sponda sulle carene altrui e fortuna che non si è fatto male nessuno. A mia opinione, visto il comportamento tenuto, forse sarebbe il caso di sospenderlo per una corsa.

Applausi per Crutchlow, vincitore della corsa e leader di classifica, ed applausi a scena aperta anche per Rins e Zarcò, artefici di una gara davvero bella e combattuta.

Menzione d’onore a colui che a mio avviso è il vero vincitore del gp, ossia Miller, che con il suo giro di qualifica con le slick su pista umida, prendendosi rischi pazzeschi, è stato qualcosa di epico e che rimarrà impresso nella memoria. Ciò che poi è successo in griglia è stata una vera ingiustizia per il cavaliere di Pramac, bravo lo stesso a chiudere quarto senza gomme.

Capitolo mondiale, Honda mostra di essere superiore e nettamente a Yamaha e Ducati, con le due rivali in preoccupante difficoltà sul circuito Argentino, aspettiamo Austin e Jerez per tirare le somme, ma la strada è in salita per il team di Iwata e quello di Borgo Panigale.

Capitolo Lorenzo, davvero un mistero, anche oggi deludentissimo e dopo le assurde parole di accusa verso Dovizioso, definito artefice di turbargli il suo equilibrio mentale, sommato alle parole scambiate con toni molto accesi verso Dall’Igna, direi che la parentesi Ducati per il Maiorchino, sia prossima a conclusione.

Chiudo con una menzione al bravissimo Pasini, vincintore il Moto2 e attuale leader di campionato, che ha saputo vincere un bellissimo duello.

Applausi per Bezzecchi, che vince la sua prima corsa in Moto3, con una fuga solitaria fin dal via

Saluti

Davide 511.521 – 511.522 – 511.523 – 511.524 – 511.525 respira profondo _QV

Vettel fa il miracolo in Bahrain ed evita il disastro

La Formula 1 di oggi alterna gare noiose ad altre che permettono di raccontare contemporaneamente storie di grandi imprese e di altrettanto grandi disastri, avvenuti o solo sfiorati. Quella di oggi è una di queste.

Le due giornate di prove si erano messe benissimo per la Ferrari, con la prima fila conquistata e i contemporanei problemi di Hamilton e Verstappen, che, assieme alla consistenza mostrata nelle free practice, lasciavano pensare ad una gara in cui le rosse erano grandi favorite. E ieri già si sentiva parlare di possibili difficoltà in gara per la Mercedes, di gomme e di affidabilità. Ma, come abbiamo già visto in Australia, la domenica è un’altra storia, e infatti già al via qualcosa inizia a scricchiolare, con Bottas che supera Raikkonen e si mette alle spalle di Seb, rimanendogli a distanza costante. Nel frattempo si consuma il disastro Red Bull, con Verstappen urtato da Hamilton e costretto ad una sosta ai box, per poi fermarsi definitivamente in pista con un problema elettrico, e Ricciardo vittima, contemporaneamente, dello stesso tipo di guasto.

Al termine della VSC attivata per rimuovere l’auto di Daniel, Hamilton supera 3 auto contemporaneamente, in quello che rimarrà il sorpasso più bello della giornata, e si prende in pochi giri il quarto posto.

I primi procedono a distacchi invariati fino al primo pit-stop di Vettel, attivato da una “finta” della Mercedes che porta la Ferrari a difendersi da un possibile undercut di Bottas, facendo rientrare Seb per montare le gomme soft. A quel punto sembra chiaro che la sua tattica sarà su due soste, e qualche giro dopo Bottas cambia le gomme ma la squadra tedesca punta sulle medie, che tanto aveva usato nei test di Barcellona, andando quindi su una strategia ad una sosta. I due compagni di squadra replicano la stessa modalità, con Raikkonen sulle soft e Hamilton sulle medie.

A questo punto della gara la Mercedes sembra decisamente in vantaggio, con un passo molto costante e la prospettiva, per la Ferrari, di ritrovarsi terza e quarta dopo l’ulteriore pit-stop. Ed è in questo momento che avviene l’episodio che ci ricorda che “Motorsport is dangerous” non solo per i piloti, e che, forse ha cambiato le sorti della gara sia in negativo che in positivo per la Ferrari. Raikkonen rientra per la sua seconda sosta e monta le super-soft che lo porteranno fino alla fine, ma i meccanici non riescono a smontare la posteriore sinistra. Il sistema elettronico fa incredibilmente scattare il verde e Kimi riparte investendo un meccanico, dovendosi poi fermare qualche decina di metri più avanti. Con i soccorsi in atto, Vettel non si può fermare e probabilmente a quel punto viene deciso dal muretto Ferrari di provare ad arrivare in fondo, portando le gomme gialle ad una percorrenza totale che la Pirelli non aveva dichiarato possibile.

Gli ultimi 15 giri di gara vivono, per la Mercedes, nell’attesa che le gomme di Vettel abbiano un crollo, con Bottas che guadagna da mezzo secondo ad un secondo al giro, e a 2 giri dalla fine arriva in zona DRS. Ma Vettel fa il miracolo, e riesce a mantenere nelle coperture quel po’ di prestazione necessario ad evitare che il finlandese lo attacchi, e vince così il GP alla sua duecentesima partecipazione. Al terzo posto un Hamilton che ha pagato duramente la penalità presa per la sostituzione del cambio. E che probabilmente può considerare anche questa seconda gara come una vittoria sfumata, dopo quella di Melbourne.

E al quarto posto c’è la seconda bella storia di giornata: il quasi debuttante Gasly con una Toro Rosso mossa dal motore Honda, che mai in 3 anni con la McLaren era arrivato a questi livelli. Un risultato a dir poco incredibile, soprattutto dopo le grandi difficoltà avute a Melbourne.

Seguono un altrettanto bravo Magnussen, con la Haas che ha confermato le prestazioni viste in Australia, anche se a maggiore distanza dal vertice, poi Hulkenberg, Alonso, Vandoorne e la terza sorpresa di giornata, Ericsson con la Sauber-Alfa Romeo (questa volta la carità di patria la lasciamo da parte). Chiude la zona punti Ocon con una Force India in recupero.

Nei primi 10 ci sono 8 team. Mancano Red Bull e Williams. Della prima abbiamo già parlato,  per la Williams permane il buio più totale già visto in Australia. Se escludiamo i primi tre team, gli altri sembrano tutti piuttosto vicini, e per il team di Frank si prospetta una stagione molto molto difficile, dove marcare anche un solo punto sarà un’impresa.

La Ferrari non vinceva le prime 2 gare dal 2004. Se allora il dominio era chiaro, di pilota ma anche di macchina, quest’anno sembra il pilota l’elemento che fa la differenza. In condizioni “normali” (ammesso che esistano) Hamilton poteva vincerle facilmente entrambe, ma, come già detto due settimane fa, se qualcosa va storto Vettel è pronto ad approfittarne. L’errore al pit-stop della Ferrari deve però suonare come un grande campanello di allarme. Se fosse accaduto a Vettel ora staremmo parlando di un disastro, e comunque è stato perso almeno un terzo posto e messa a forte rischio anche la stessa vittoria di Seb (ammettendo che, come ho ipotizzato sopra, non sia stato proprio l’incidente a far tentare la carta vincente della sosta unica).

Fra una sola settimana si corre in Cina. Gli scorsi anni il circuito di Shanghai era un incubo per i non motorizzati Mercedes. Ma quest’anno la Ferrari ha dimostrato di reggere molto bene il confronto anche in termini di velocità di punta, e Vettel potrebbe puntare ad un tris che metterebbe parecchio sotto pressione il team tedesco ed Hamilton, con tutte le conseguenze del caso.

P.S. la storia brutta di questo GP è ovviamente l’incidente al pit-stop di Raikkonen, sopra citato. Al momento fortunatamente non sembra che il meccanico abbia sofferto lesioni di elevata gravità. Il comportamento tenuto dai media in questa occasione è stato però vergognoso. Nessuna immagine, e ci sta, ma non dare neanche una notizia quando si era visto chiaramente che non si trattava di un urto da poco non è stata una gran scelta. E sarebbe, forse, anche opportuno che qualcuno valutasse più attentamente i rischi che comporta la procedura del pit-stop, condotta alle velocità di oggi, perchè di meccanici che tentano disperatamente di terminare di avvitare un dado quando la macchina sta già partendo se ne sono visti tanti, nelle ultime gare. Basta riguardare i due sciagurati pit-stop della Haas in Australia per rendersene conto. Ma, forse, l’incolumità dei meccanici vale meno di quella dei piloti.

MOTOGP 2018 – GRAN PREMIO MOTUL DE LA REPUBLICA ARGENTINA

Termas de Rio Hondo, un’autodromo costruito quasi in mezzo al nulla, con poche tribune, ma dal notevole carattere tecnico. Una pista che permette molte traiettorie e impostazioni diverse, ma che richiede il giusto equilibrio fra guidato e veloce. Un circuito teatro sempre di grandi duelli e sorprese, come il duello Rossi – Marquez del 2015, il patatrac all’ultima curva di Iannone con Dovizioso nel 2016,  il tutti giù per terra del 2017, con le cadute di Lorenzo (che insultò la moto), Marquez (che stava cercando di allungare subito) e Pedrosa, senza dimenticare il povero Dovizioso, steso da Espergarò, che perse il davanti in staccata. Ok la si ricorda più per le cadute, però dai, il duello fra Crutchlow e Rossi per il secondo posto fu molto bello.

La pista normalmente è molto positiva per Yamaha, team che lo scorso anno fece doppietta con Vinales e Rossi, ma pure negli anni passati ha visto collezionare podi e vittorie, quindi ci si aspetta che il marchio del diapason, faccia una corsa di vertice, perchè se così non fosse, potrebbero alzarsi preoccupanti campanelli d’allarme. I piloti si sentono tutti carichi, con un Vinales che si dichiara ottimista, dopo aver finalmente trovato la quadra nel settaggio della M1 2018. Rossi pare sicuro di se, con uno Zarcò che annuncia che qui punterà alla vittoria, avendo tratto insegnamento dall’errore di gestione gara in Qatar, a mio avviso fin troppo ottimista.

Al netto delle considerazioni storiche e delle prestazioni pur sempre convincenti della Honda sulla pista Argentina, il favorito d’obbligo per la gara, resta assolutamente Marquez, ma il Dovi non starà sicuramente a guardare e qual’ora dovesse uscire una buona gara per la D16, inizieremo ad avere qualche buona indicazione per il proseguo del campionato 2018. Ducati su questa pista non ha mai brillato troppo, ma il binomio Italiano molto probabilmente potrà stupirci.

Brembo emana un comunicato, che conferma di esser stata responsabile del problema tecnico occorso a Jorge, nella scorsa gara e di aver già scoperto la causa, andando a modificare l’impianto frenante, in modo tale che il problema non possa più presentarsi. (Non sono entrati nel dettaglio della cosa).

Lorenzo è chiamato a una gara di riscatto, che faccia vedere il suo valore in questa stagione, con Ducati che vuole lasciarlo tranquillo, escludendo voci di mercato, o dubbi sul suo ingaggio, certo che nel paddock si sta sentendo di tutto e di più. Forcada (il suo ex capo tecnico) attribuisce allo Spagnolo ogni responsabilità delle mancate prestazioni, dichiarando che debba imparare ad adattarsi alla moto e non sperare che essa si adegui a lui. Aggiunge anche, che forse per Jorge sarebbe più adatta la Suzuki, chissà.

Per quel che riguarda le gomme, Michelin porterà una quarta mescola oltre alle tre già viste a Losail e quindi ci saranno una gomma morbida, due gomme medie (le anteriori con mescola diversa, mentre le posteriori avranno una carcassa differente) e una gomma dura. Questa decisione è stata presa, per evitare di incappare nuovamente in problemi che si sono già presentati nelle scorse stagioni, oltre all’incertezza data dalla riasfaltatura del 75% del tracciato.

Moto2 che attende la riconferma di Bagnaiaia, ma con un Marquez che sicuramente non vorrà fare il comprimario. Baldassarri cercherà la vittoria sfuggita in Qatar, ma teniamo d’occhio Oliveira e Binder, che con le Ktm potrebbero essere molto insidiosi.

Moto3 vede come probabili favoriti Martin e Canet, ma gli Italiani sono attesi a fare la voce grossa. Bastianini e Bulega sono chiamati a un riscatto, dopo i due zeri del Qatar, come pure si spera in un risoltato più convincente per Antonelli.

DOMENICA 8 APRILE

Programmazione SKYSPORTMOTOGP

Ore 17.00: Gara Moto3
Ore 18.20: Gara Moto2
Ore 20.00: Gara MotoGP

Programmazione TV8

Ore 17.00: Gara Moto3
Ore 18.20: Gara Moto2
Ore 20.00: Gara MotoGP

Saluti

Davide_QV

2018 F1 Bahrain GP: An Introduction.

Esauriti i guest writer per il primo valzer della stagione, si torna alla consueta introduzione al GP scritta da un plantigrado avulso ed ignaro di qualsiasi contesto motoristico. Per l’occasione ci spostiamo  nella piacevole monarchia costituzionale del Bahrain, nonché ex-protettorato britannico, che è pure il collegamento maggiore al motorsport che questa nazione abbia mai avuto prima della costruzione del circuito.

I TEAM

Il primo GP della stagione ci ha regalato una classifica consona all’emisfero australe, con le previsioni della vigilia regolarmente ribaltate. Partendo quindi dalla squadra in testa ad entrambi i campionati, l’armonia e la gioia regnano sovrani, almeno finché si riesce a tenere Vettel lontano da uno specchio, onde non fargli notare lo scempio compiuto dal suo parrucchiere. Che poi è anche un po’ colpa sua, le consegne erano “fammi un’acconciatura da campione del mondo”…

Riguardo a MB, è d’uopo un appunto tecnico: fin dai test di Barcelona ha tenuto banco la questione sul rake; purtroppo Bottas ha travisato la questione, andando a rastrellare primule nei prati australiani. A questo proposito, siamo entrati in possesso di un’immagine esclusiva che rappresenta la monoposto con la quale correrà il finnico. Si possono notare la reintroduzione di un vanity panel, una ala posteriore molto scarica ma soprattutto un angolo di rake molto vistoso, per sparare la ghiaia delle vie di fuga direttamente in pista.

Passiamo ora alla RB, team che sta facendo di tutto per portare la F1 allo stesso livello del calcio, e ha deciso di cominciare dalle lamentele incessanti. Possiamo però ricondurre, Freudianamente, tutte queste questioni ad un unico pensiero: strozzare l’amico Cyril. Facciamo anche presente che è in forse la presenza di Verstappen, perché anche questa domenica ha lezione di tarantella, ma stavolta non vuole ricordarsene a metà GP.

Ci sono poi, apparentemente, anche altri team quali:  la Haas, che ha già chiesto informazioni sul funzionamento del disco orario all’interno del rettilineo principale. La McLaren, d’altro canto, è vittima quotidiana di una strana telefonata, che si ripete ogni giorno identica: “Ciao sono Chris, vero che il Renault fa schifo?”. Abbiamo poi la Toro Rosso, prima nella speciale classifica per la soddisfazione degli ex-piloti. E via via anche degli altri, dei quali parleremo un’altra volta perché mi pagano solo fino a 500 parole.

IL GRAN PREMIO

Il circuito del Bahrain è caratterizzato dalla presenza di rettilinei e curve, in ordine e numero sparso, e generalmente favorisce vetture dotate di propulsore. Si vocifera anche della presenza di una pit lane, ma purtroppo a me i dati li fornisce Mercedes e quindi non posso confermare. Circuito all’apparenza non troppo penalizzante per quanto riguarda i sorpassi, a meno che vi ricordiate il GP del 2014.

Dal punto di vista metereologico non dovrebbero esserci sorprese, dato che le previsioni volgono al caldo e soleggiato, nonostante il nome del sultanato lasci presagire diversamente. Riguardo alle strategie, la partnership Pirelli-Crayola porta tre mescole giusto per una questione cromatica, dato che le medie non sono buone neanche come salvagente da usarsi nella piscina del Grand Hyatt locale. A proposito delle gomme, si parla incessantemente di aumentarne il diametro, cosicché la Pirelli possa introdurre le supermegahyperultrasoft e scriverne il nome completo sulla spalla. Ad ogni modo, si prevedono due pit stop per tutti, tranne ovviamente la Toro Rosso (pensate veramente che l’Honda resista con questo caldo) e per la Haas, ammesso e non concesso che siano riusciti a reperire un’intera squadra di meccanici in due settimane scarse.

IL PRONOSTICO

Non vincerà un pilota finlandese. E neanche una Haas, ma forse questo lo sapevate già.

Life is racing, all the rest is waiting