High Voltage Bring- 2018 Qatar Airways Paris E-Prix

Ciao Ringers! Domani, sabato 28 aprile, va in scena l’ottava tappa del campionato di Formula E sulle strade di Parigi, in un tracciato su cui si è già corso due volte, nelle stagioni 2 e 3.

Il circuito è il secondo più corto del campionato ed in diversi tratti mostra similitudini con quello di Roma affrontato due settimane fa, con curve a cortissimo raggio, carreggiata molto stretta e muretti davvero vicini al centro della pista; in poche parole un altro cittadino vero.

Nel seguente video dal canale ufficiale della Formula E troviamo una descrizione più approfondita del circuito:

Al ritorno da Roma la classifica ha subito qualche scossone e, a cinque gare dalla fine, il solco scavato fra Vergne e tutti gli altri, escluso Bird, sembra davvero preoccupante. Anche a Roma, nonostante la gara non certo di altissimo livello, JEV è riuscito a limitare i danni nei confronti di Bird e addirittura ad allungare su Rosenqvist, partito in testa ma ritirato a causa di un presunto salto troppo aggressivo su un cordolo che lo ha costretto a parcheggiare la sua Mahindra con la sospensione danneggiata.

Di seguito il link per le classifiche di campionato:

http://www.fiaformulae.com/en/results/standings/driver/2022017

Buemi e Di Grassi, mattatori nella scorsa stagione, sembrano ormai relegati al ruolo di spettatore per questo finale di campionato, almeno per quanto riguarda la lotta per l’iride. Le ottime prestazioni della squadra tedesca lasciano però ancora uno spiraglio aperto, nonostante gli 80 punti di svantaggio.

Qui di seguito gli highlights della scorsa stagione a Parigi:

Per questo e-Prix è stata decisa, nel team NIO, la sostituzione di Filippi, effettivamente ben poco performante fino a questo momento. Al suo posto tornerà il Formula E il cinese Ma Qing Hua.

Programma dell’evento:

08.00-08.45 PL1   Live canale ufficiale Youtube FE
10.30-11.00 PL2   Live canale ufficiale Youtube FE
12.00-13.00 Qualifiche + Superpole   Diretta Eurosport, differita Mediaset ore 15.00
16.00 Gara (49 giri)   Diretta Mediaset e Eurosport

Buon e-Prix!

 

 

2018 F1 Azerbaijan GP: An Introduction.

Giusto un paio di settimane per rifiatare dal bailamme cinese, ed è già ora del GP d’Azerbaijan, fu GP d’Europa, che nel 2017 ci ha riservato la gara meno sensata di un’annata comunque caotica.

L’AZERBAIJAN

Ci spostiamo dunque in Azerbaijan, per concludere il cosiddetto “trittico della democrazia”, dopo Cina e Bahrein. Nazione perlopiù sconosciuta all’occidente europeo, ma dotata sicuramente di una ricca storia: era per esempio snodo centrale della Via della seta, da cui il nome della capitale, Baku (da seta); abitata da una popolazione considerata verbalmente critica, da cui il detto per indicare una valutazione senza pietà (sparare azero); e questo è più ho meno quello che avete bisogno di sapere. Anzi no, c’è ancora l’uccello tipico: il barbaijan. Ecco, adesso ho terminato.

I GP PRECEDENTI

Il GP di Baku è stato inaugurato come tappa mondiale nel 2016, scelta abbastanza incomprensibile in quanto il suddetto mondiale non è stato disputato, come noto. Nel 2017 invece è stato sostituito da un episodio comico di Aldo Giovanni e Giacomo: tra le gag più divertenti ricordiamo la merluzzara (evoluzione meno sveglia ma altrettanto caotica della tonnara) al primo giro, la Subaru baracca che fa a sportellate con quello davanti, quello davanti che si esibisce in contorsioni degne del Cirque du Soleil causate da viti dotate di capacità intendere e di volere, gente che beve dalle scarpe, merluzzi che si vendicano sulla linea del traguardo ai danni di poveri (si fa per dire) ragazzini d’oltreoceano, e altre cose che sicuramente ho rimosso.

IL CIRCUITO

Sei km di nulla avviluppati attorno al centro di Baku. Sono quasi più interessanti i grattacieli e la torre della Vergine, utile ad indirizzare  improperi di vario tipo in caso di guasti/malfunzionamenti/tamponamenti/etc.

LA GARA

Le previsioni di inizio anno, che vedevano secondo gli esperti ai lavori (cit. necessaria) la W09 ampiamente avanti a tutti, sono state prontamente disattese, disilluse e stracciate. Nei primi 3 GP della stagione è sembrata molto più in palla la SF71, ed il 3-0 è stato evitato, nel GP di Cina, solamente dalla congiunzione astrale tra SC e un comodo pisolo al muretto. Nel pallone completo è invece il figliol prodigo Max Verstappen, il quale ha ricevuto di recente offerte dall’UFC per mettere in mostra i suoi talenti (anche perché la sua faccia meglio di no, siamo onesti). Dall’altro lato del box abbiamo il buon Australiano Bevente che, a mo’ di Fantozzi sotto la doccia, alterna momenti di estasi post-vittoria, a momenti di depressione assoluta davanti alle sue attuali prospettive di carriera. Come se stirare le camicie di Vettel, o meglio ancora lucidargli la motosega, fossero delle occupazioni ignobili. Dell’orribilmente orecchinato non parlo, perché forse per lui è meglio far finta che questa pista non esista.
Infine mi preme parlare delle gomme: i team sono al lavoro giorno e notte per capire quale mescola possa resistere meglio agli urti laterali sotto SC, ed inoltre quale installare come parabordo nel caso un’auto col numero 33 appaia negli specchietti. Da montare sui mozzi, invece, immagino la Pirelli abbia portato le solite UltraFlinstones, adatte sia per un torrido Cambriano, che per una bella glaciazione nel Carbonifero-Permiano.

IL PRONOSTICO

Quella del finlandese ve l’ho già detta vero?

 

Il regno di Marquez nel Cota resta incontrastato

Il gran premio del Cota si è concluso senza sorprese per il vincitore: Marc Marquez dopo aver scherzato per qualche giro con un velleitario Iannone se ne è andato con il suo ritmo inarrivabile per tutti gli altri e ha fatto il vuoto per andare a conquistare il sesto(!) trionfo su sei edizioni in abbinata ad altrettante pole.

Non è stato in assoluto un gran premio memorabile per la spettacolarità e per i duelli in pista; segnalate le velleità di Iannone (bella prova la sua, concreto in tutto il weekend) e la ritrovata competitività di Vinales, dopo qualche giro alle spalle di Marquez si è formato un terzetto composto nell’ordine da Vinales, Iannone e Rossi che è arrivato fino al traguardo senza troppe emozioni.

Ci si aspettavano duelli negli ultimi giri ma il previsto maggior degrado delle medie rispetto alle dure non c’è stato o perlomeno non è stato tale da vivacizzare la lotta..

Alle spalle dei primi quattro, a poco più di un secondo, un gruppetto composto da Zarco, Crutchlow, Dovizioso e Pedrosa ha lottato per il quinto posto conquistato alla fine da un intelligente Dovizioso che ha preceduto Zarco. Crutchlow, vittima di una scivolata innocua, ha dovuto abbandonare le velleità di mantenere la leadership del mondiale.

Il settimo posto rende merito a Pedrosa autore di una impresa stoica a soli cinque giorni dall’operazione al polso.

E’ doveroso segnalare l’impresa di Rabat che con l’ottavo posto conquistato si è lasciato alle spalle, con la Ducati 17, le Ducati 18 di Miller e Lorenzo nell’ordine. Che brutta corsa quella di Jorge, al fondo non c’è mai fine.  Allo stesso modo anche la corsa di Petrucci è da dimenticare.

Nella classifica del mondiale Desmodovi ritrova la leadership proprio in uno dei  gp storicamente no per la Ducati, ma non bisogna illudersi, la classifica è comunque compattissima e occorrerà molto di più nei prossimi gran premi per continuare a mantenere le velleità mondiali come ha umilmente dichiarato Dovizioso stesso.

La pista ha zittito tutte le polemiche in quanto la superiorità di Marquez/Honda ha aumentato le distanza fisiche e diminuito la probabilità di “incontri ravvicinati”. Ottenere silenzio è sembrato essere l’obiettivo mediatico delle Dorna nel weekend e quindi questo segna un punto a favore ma il malumore da parte dei tifosi cresce e probabilmente serviranno misure più concrete. Non ho molta fiducia, personalmente.

In moto2 occorre segnalare la nuova vittoria di Bagnaia su Marquez mentre in moto3 l’imprendibile Martin precede uno stuolo di ragazzini arrembanti quasi tutti nostri.

Aviator

MOTOGP 2018 – Red Bull Grand Prix of The Americas

 

La MotoGp si sposta Nord America e porta con sé, dalla tappa in Argentina, valigie piene di stracci sporchi ancora da lavare. Sarà, a mio parere, un’impresa difficile riuscire a tamponare le tante polemiche senza che queste si allarghino a macchia d’olio facendo ulteriori danni.

Stracchi sporchi sono nelle valigie della Dorna che ha dimostrato una pessima capacità di gestione degli eventi ad iniziare dalla griglia creativa ideata per impedire a Miller una corsa in solitaria da leader dopo che questi era stato l’unico pilota ad azzeccare la scelta delle gomme slick in fase di schieramento per la partenza.  Per poi proseguire, in un effetto domino, con la mancata applicazione del regolamento in occasione del balletto in pista di Marquez dopo lo spegnimento del motore in partenza. Applicazione del regolamento che avrebbe comportato lo stop della procedura fino all’allontanamento dalla pista della moto numero 93 oppure, a frittata fatta, l’esposizione della bandiera nera allo stesso concorrente. Ma per la Dorna deve essere difficile applicare le regole se il reo è un top driver e si chiama Marquez.

Stracci sporchi sono nella valigia di Marquez che non contento della grazia ricevuta (“solo” un drive through) è stato protagonista di una gara di rimonta con obiettivo reale il podio, compreso il gradino più alto (grazie a una superiorità imbarazzante dimostrata in ogni occasione, dalle prove libere alle qualifiche). Ma in questa fase, preso da delirio da onnipotenza, ha iniziato a dare spallate in pista fino a buttare fuori pista Rossi.

Stracci sporchi sono nella valigia di Valentino Rossi che, sicuramente danneggiato dalla caduta a cui lo ha costretto Marquez, ha scelto di sfruttare l’occasione per rispolverare il vecchio copione della pressione psicologica sugli avversari, lasciandosi andare a dichiarazioni di dubbio gusto e rivelandosi lacunoso di memoria.

In questo contesto l’unica soluzione adottata al momento dalla Dorna è stato impedire a Marquez e Rossi lo scontro diretto in sala stampa e relegare il confronto in commissione sicurezza. Mah!.

Insomma si arriva in Texas con la sensazione che si vivrà un duello non solo sportivo.

Peccato.

Peccato perché il mondiale motogp, iniziato in modo avvincente a Losail lasciava (lascia) presagire una grande stagione con Ducati e Honda in gran spolvero …

Il COTA è uno dei circuiti più belli e suggestivi del motomondiale con un layout molto articolato; ma il Cota è anche e soprattutto la pista di Marc Marquez: qui ha vinto cinque volte su cinque tappe e la sua Honda lo ha sempre assecondato brillantemente. Sarà difficile che lo scenario possa essere diverso proprio quest’anno che la Honda 2018 sembra particolarmente competitiva fin dall’inizio stagione. E notizia dell’ultima ora, sarà della partita anche Daniel Pedrosa, incerto fino all’ultimo per l’operazione al polso subita in seguito alla caduta in Argentina, vittima di un sorpasso “duro” da parte di Zarco.

Le Yamaha, pur non avendo mai vinto, su questa pista ha storicamente buone prestazioni; Rossi troverà sicuramente altre mille motivazioni per essere fra i primi (oltre alle polemiche) e Vinales, dopo aver ritrovato il feeling con la moto e avere intravisto la luce in fondo al tunnel, vorrà sicuramente riscattare la caduta dell’anno scorso. Analogamente vorrà confermarsi fra i migliori anche l’astro nascente Zarco, sul podio in Argentina.

Per la Ducati e per le sue ambizioni il Cota è sicuramente una gara da vivere come protagonista; accantonata la tappa argentina con poche indicazioni positive per la guidabilità della moto (in parte imputabile alla rigidezza alle gomme Michelin) è assolutamente necessario riprendere la strada maestra e dimostrare che la moto 2018 ha risolto i problemi ormai cronici.

Dovizioso manifesta ottimismo mentre Lorenzo, al momento, sembra essere ancora nella fase di adattamento della scorsa stagione. Il poco feeling che trova con la moto fa da grancassa alle voci che lo vogliono in trattativa con Suzuki per il prossimo anno.

In Suzuki si stanno vivendo due situazioni contrapposte: da una parte Rins che si affaccia sistematicamente fra i primi e che promette battaglia già da Austin, dall’altra Iannone che si trova già in una situazione da ultima spiaggia.

Guardando le classi minori, mi fa piacere ricordare la “covata” di ragazzini superdotati che galvanizza la Moto3 rendendo le corse particolarmente intense e spettacolari. E in Moto2 come dimenticare Pasini che, vivendo una seconda giovinezza, fa da balia ai promettenti eredi di Morbidelli.

Oggi pomeriggio si accendono i motori.

Eufemisticamente mi verrebbe da dire che il Cota è in Texas, forse il posto più adatto a risolvere questioni irrisolte. Ma sportivamente, speriamo sia solo la passione a lavare via tutto.

Aviator

P.S. Ragazze fantastiche in griglia ad Austin!

 

BLANCPAIN GT ENDURANCE CUP – MONZA 2018

Come da tradizione la tappa di apertura del campionato Blancpain Endurance è ancora una volta ospitata dalla storica e velocissima pista brianzola di Monza. Anno dopo anno questo campionato, organizzato dalla SRO con al comando Stephane Ratel, è cresciuto sempre di più in fatto di popolarità e dimensioni, tanto da diventare la più importante serie GT internazionale, riuscendo a coinvolgere praticamente tutti i marchi con le loro GT3. Ovviamente la punta di diamante del Blancpain è la 24 Ore di Spa, che è una delle due classiche insieme a quella del Nurburgring, in cui le GT sono le protagoniste. E’ senza dubbio il climax della stagione su un palcoscenico mozzafiato; però anche le altre gare da 3 ore durante l’anno si svolgono sempre nei grandi e storici circuiti europei…appunto Monza, ma anche Silverstone, Paul Ricard, Nurburgring, Barcellona. Uno degli aspetti più difficili in questi ultimi anni è stato quello di riuscire a bilanciare adeguatamente le varie categorie: dai professionisti in team supportati in modo ufficiale agli amatori, o gentleman, che per passione si cimentano nella guida di questi bolidi cercando di divertirsi. Ratel è sempre ben attento a queste dinamiche, al fine di prevenire un’escalation di costi tale da far scomparire le piccole squadre. Per quest’anno quindi è stato fissato un limite di iscritti full-season nella PRO a 24 equipaggi, anche se al Ricard e a Spa questo limite non ci sarà. A Monza ci sono in totale 54 vetture, di cui 7 di classe AM (almeno 2 piloti su 3 amatori), 13 in PRO-AM (almeno un pilota Bronze), 10 in classe “Silver” (almeno 2 Silver) e come già anticipato il resto in classe PRO (massimo un pilota Silver, gli altri Gold o Platinum). La stagione Blancpain GT Series è in realtà già iniziata con la gara a Zolder, dove la Main Race è stata vinta dai campioni in carica Bortolotti-Engelhart sulla Huracan GT3.

In classe PRO sono presenti quest’anno ben 12 marchi differenti.

La presenza maggiore è della Mercedes che schiererà ben 5 AMG GT3 supportate ufficialmente per i team AKKA ASP, Black Falcon e Strakka Racing. In entrambe le precedenti edizioni a Monza la Mercedes ha sempre raggiunto il podio, nonostante le caratteristiche della pista non siano per niente favorevoli.

 

Le Audi R8 LMS sono invece 4 affidate allo storico team WRT, al Sainteloc Racing che ha vinto l’ultima 24 Ore di Spa, e al team Attempto.

 

Tre Lambo tutte schierate dal Grasser Racing, tra cui la #63 dei campioni Bortolotti-Engelhart-Caldarelli. A Monza la Huracan è sempre andata fortissimo per via delle sue caratteristiche, qui nel 2015 ottenne la sua prima vittoria al debutto.

 

BMW si affida come sempre al Rowe Racing che porta le sue 2 M6 GT3, che a Monza hanno sempre faticato per via della scarsa velocità massima.

 

Nel 2018 c’è il ritorno dell’Aston Martin nella classe PRO grazie al team R-Motorport che schiera 2 Vantage GT3 ormai arrivate alla loro ultima stagione prima di essere sostituite dalla nuova generazione. In questa pista le Aston dovrebbero andare molto forte visti gli eccellenti risultati ottenuti nella categoria Pro-Am gli anni precedenti.

 

Il team M-Sport è pronto per l’esordio delle sue due nuove Continental GT3…c’è molta curiosità per la nuova generazione della possente GT britannica. La vecchia Continental a Monza si è sempre comportata bene a parte il primo anno in cui aveva faticato.

 

Debutto anche per la Lexus RCF GT3 del team Emil Frey in Blancpain Endurance Cup. Oltre alle 2 vetture giapponesi il team svizzero porterà in classe Silver la Jaguar G3 che si è sempre dimostrata veloce a Monza, anche se poco affidabile.

 

La Nissan ha un pacchetto evolutivo per quest’anno sulla sua GT-R ed è ancora una volta il team RJN che la farà correre in Europa…quest’anno un solo equipaggio in classe PRO.

 

Anche la Ferrari purtroppo godrà di una sola presenza nella classe di vertice quest’anno, dopo la cospicua partecipazione del 2017. E’ quella del team SMP Racing, gestita da AF Corse, con alla guida anche Rigon.

 

La Mclaren si affida senza troppe speranze alla 650S GT3 del team Garage 59, dopo aver perso molti team clienti a causa di un 2017 sotto le aspettative. A Woking però sono in fase di sviluppo del prossimo modello che dovrebbe debuttare nel 2019 supportato ufficialmente. Ci sono anche rumors della versione GTE…wait and see.

 

Infine c’è anche il ritorno della mitica Porsche 911 GT3 R giallo-verde del team Manthey. Monza è una pista in cui un team del genere con una vettura così potrebbe veramente essere in lizza per la vittoria.

 

ENTRY LIST COMPLETA

https://www.blancpain-gt-series.com/entry-list?filter_meeting_id=97

 

TIMETABLE

https://www.blancpain-gt-series.com/images/results/97/2018%20Blancpain%20GT%20Series%20-%20Monza%20-%20Timetable%20Draft%203.pdf

 

 

Buona gara a tutti!!

 

Aury

Life is racing, all the rest is waiting