BASTIAN CONTRARIO (IX) La rabbia

Ci vuole rabbia quando si vuole raggiugere un obiettivo, la sola volontà non basta per non parlare dei buoni propositi o, delle parole lanciate al vento tra un sorriso e l’altro a favore di telecamere. Alla fine del GP di Spagna le parole di Hamilton sono state lapidarie, disfattiste e arrendevoli, parole che lo stesso sette volte campione del mondo non ha mai profferito durante la sua lunga e vincente carriera, nemmeno nei (pochi) momenti bui che ha vissuto. Hamilton lentamente si sta rendendo conto di che cosa significa correre per Ferrari, questa Ferrari aggiungerei e, forse solo ora inizia a capire cosa hanno dovuto sopportare i campioni che lo hanno preceduto quando erano vestiti di rosso. Forse questo gli servirà a levargli dalle spalle quella spocchia che gli faceva guardare tutti dall’alto verso il basso, perché si sa, quando si vince dominando tutto sembra più bello, il problema è quando devi ricominciare d’accapo, soprattutto se hai già la pancia piena e non più vent’anni. Di Hamilton sono anche disposto ad accettare le sue gare incolori (dopo il GP cinese vi domandai, a voi che mi leggete, fino a quando Lewis avrebbe potuto campare di rendita sulla vittoria dell’inutile Sprint Race), di certo sono molto meno incline a leggere le sue dichiarazioni (fonte Autoracer.it) rilasciate immediatamente dopo la fine della gara iberica: “… il bilanciamento non è stato quello che volevo e ci è mancato il passo fin dall’inizio. Al momento non abbiamo una spiegazione, dovremo analizzare i dati e capire se c’è stato qualche tipo di problema”. Ancora: “Semplicemente non è stata una buona giornata. La strategia era buona. La squadra ha fatto un ottimo lavoro. Tutto qui, ho avuto una giornata davvero brutta e non ho niente da dire. E’ stato una giornata difficile, terribile. Non ha senso spiegarlo. Semplicemente non so cosa dire”. Infine il campione risponde cosi, a chi gli chiede se Ferrari risolverà gli attuali problemi: “Sono sicuro che non ci riusciranno, probabilmente la risposta è che sono solo io (riferito al problema)”. Quaranta milioni e passa di euro l’anno per sentire queste oscenità, soprattutto da colui il quale “avrebbe dovuto portare il Know How Mercedes” e innanzitutto “la mentalità vincente che alla Rossa manca”! Non ci sono attenuanti per il pluri campione del mondo nemmeno quella dell’apprendistato conoscitivo, per quanto riguarda l’utilizzo del motore Ferrari con annessi freni della Brembo (la quale azienda si è trovata costretta a rilasciare una dichiarazione pubblica in cui affermava che non ci sono problemi di materiali). Giunti ormai al nono GP chiaramente si può tirare una linea e, di sicuro le aspettative di chi credeva (beati loro!) che l’inglese avrebbe fatto il culo al monegasco, si sono sciolte come un gelato al sole d’agosto. Il suo atteggiamento stride e non poco se confrontato con quello di Alonso, che di rabbia in corpo ne ha da vendere e, proprio davanti al suo pubblico ha lottato come un ossesso per agguantare il suo primo misero punto dell’anno. Punto inutile, ai fini di una classifica che piange eppure, che dice tanto sulla voglia dell’asturiano di far capire che se mai avrà una macchina all’altezza, sarà pronto nuovamente a far sputare sangue a chiunque. Dov’è la rabbia di Hamilton? In Spagna l’inglese, agonisticamente parlando, ha raggiunto il punto più basso proprio nel momento in cui la Sauber “dell’odiato” Binotto, per mano e piedi di un indomito Hulkenberg, lo svernicia senza che lui possa reagire. Hamilton è un grandissimo campione (sebbene non lo digerisca) e le sue doti si sono viste proprio quando fece impazzire Vettel nel biennio 2017 – 2018, doti che esprimevano quella rabbia che oggi sembra aver totalmente dimenticato. A mio modesto giudizio con una macchina vincente, campioni come lui, ottengono quello che vogliono perché per lui appunto è facile come respirare aria solo (c’è sempre il trucco), che è proprio nelle difficoltà che emerge il campione e, purtroppo gli dice male come si suol dire, visto che proprio lo stesso Alonso ha dimostrato al mondo intero che cosa significa trasformare la rabbia in risultato nonostante guidi un catenaccio. Lo stesso Lewis, adeguandosi velocemente al mantra di Maranello, ha già detto che presto detterà i tempi di quando focalizzarsi definitivamente al 2026, in modo da avere una squadra e quindi una macchina pronta per il nuovo ciclo regolamentare. Per il suo bene e soprattutto per quello della Rossa glielo auguro, perché Dio non voglia che anche l’anno prossimo faccia la stessa fine, allora penso che terminerà la sua carriera macchiata non tanto dal fatto che non abbia vinto più, quanto per il fatto che ha perso senza lottare.

Chi di rabbia ne ha tanta è “il solito” LeClerc e, chi ne ha pure troppa, è l’attuale campione del mondo Verstappen. Charles con il suo exploit salva la faccia ed il deretano al suo Team Principal (pare che il Presidente abbia chiesto risultati), il quale da par suo la rabbia non sa proprio cosa sia, tutt’altro, il rubicondo capo del muretto Rosso è sempre positivo e, con il raggiungimento della vetta al secondo posto nei costruttori era felice come una Pasqua, tanto da mangiare un bel gelato nemmeno la sua squadra avesse vinto il GP. Precisiamo subito che, se questa Ferrari è riuscita a ritornare lentamente al minimo di classifica, non è stato tanto per merito suo quanto per demerito degli altri: infatti Red Bull ha deciso scelleratamente di correre con un pilota solo (Perez starà ridendo non poco immagino) mentre Mercedes si ritrova, nell’ultimo anno di utilizzo di questi motori, alle prese con i suoi propulsori appunto che fumano che è una bellezza. Era solo una questione di tempo che la Rossa si risollevasse e, la rabbia del monegasco, è sicuramente il propellente, il boost indispensabile per questa rimonta alla quale abbiamo assistito. Fino a quando la rabbia di Charles non si tramuterà in disperazione o peggio in rassegnazione, proprio come è capitato al suo compagno di box, la Ferrari e quindi Vasseur potranno dormire sonni relativamente tranquilli. Ormai a Maranello contano i giorni per montare sulla SF-25 i correttivi che dovrebbero consentirgli di poter addirittura lottare per la vittoria, resta solo da capire quanta rabbia sia stata messa nel raggiungere questo obiettivo. Di certo Verstappen, come dicevo poc’anzi, di rabbia ne ha messa pure troppa e, gli è andata male. Adoro Max, lo considero alla pari se non addirittura più forte di Schumacher (mi assumo le responsabilità di quanto affermo con annessi insulti!) eppure nessuno è perfetto a questo mondo e, il difetto più grande che l’olandese ha, è che quando gli si chiude la vena non vede e non capisce più nulla andando a rovinare tutto quello che di buono fa vedere in pista. Prima si afferra con Charles, solo che con il monegasco si è trattenuto perché sa che tipo di animale sia il monegasco e, poi con Russell (i due non sono esattamente amici) ha finito quello che aveva iniziato. Indipendentemente dall’incidente dovuto alla dura chiusura che l’olandese ha eseguito sul suo avversario, rimane il fatto che Verstappen tutto è tranne che un pazzo (il botto alla Copse lo subì lui se non erro… all’epoca chi eseguì la manovra la rabbia ce l’aveva eccome!), quindi ritengo inutile e sterile la polemica della volontarietà quasi omicida che si è scatenata ai suoi danni, a cominciare proprio dallo stesso Russell che a favore di telecamere durante le interviste, per poco non piangeva. Verstappen alle dichiarazioni dell’alfiere Mercedes ha risposto che avrebbe portato dei fazzoletti la prossima volta… non c’è nulla da fare, nella vita ci vuole rabbia!

Non posso non concludere questo mio scritto senza menzionare la McLaren ed il suo weekend perfetto. La Spagna è stata attesa da molti con la bava alla bocca, perché si credeva che la DT018 avrebbe castrato i papaya e riaperto il mondiale. Una squadra che notoriamente ha un grosso vantaggio, proprio come la McLaren, è anche abbastanza scaltra da usare il suddetto vantaggio per trovare le opportune contromisure, ad eventuali ostacoli che potrebbero azzopparla. Risultato? Non è cambiato nulla e, proprio il Team Principal italiano dei papaya Andrea Stella (quando vanno via da Ferrari diventano tutti geni… incredibile!) ce lo spiega, dicendo che molti hanno usato la flessibilità delle ali per trarre dei vantaggi aerodinamici, portando di fatto degli aggiornamenti. La McLaren è un pacchetto completo che ha fatto dell’aeroelasticità una delle tante armi e non la sola arma. Stella a dicembre, con serafica calma e, con tanta rabbia dentro, disse che avrebbero provato ad annoiare il mondiale e così è stato. I papaya in Piastri hanno trovato il proprio profeta, il quale, sebbene stia in F1 da metà del tempo rispetto alla permanenza di LeClerc, è ad una sola vittoria nel raggiungere proprio il monegasco. Le statistiche iniziano a dare ragione all’australiano che lentamente inizia ad innervosire sempre di più il fragile Norris. Con il passo falso della Red Bull in Spagna, Max inizia ad allontanarsi e, quando il mondiale sarà esclusivamente una faccenda tra Oscar e Lando, le regole del gioco cambieranno (papaya rules) e, sicuramente ci sarà chi sarà arrabbiato a fine gara e, chi userà proprio quella rabbia allo spegnimento dei semafori, per gioire alla bandiera a scacchi.

Vito Quaranta

PIASTRI DOMINA A BARCELLONA. VERSTAPPEN FURIOSO.

Non ripeteremo qui il detto “la macchina che va bene a Barcellona va bene dappertutto”. Perchè sarebbe come dire che le restanti gare del campionato 2025 le vincerà tutte le McLaren.

Barcellona era una tappa attesissima, perchè entrava in vigore la nuova direttiva tecnica che limita la flessibilità delle ali. Alcuni avevano previsto stravolgimenti, casualmente quelli che ne avevano bisogno. E, ovviamente hanno avuto torto.

Piastri e Norris monopolizzano la prima fila, davanti ai soliti Verstappen e Russell.

Piastri parte bene, Norris no e si fa passare da Verstappen. Peggio fa Russell che ai fa passare da entrambe le Ferrari, con Hamilton davanti a Leclerc.

Al giro 7 Leclerc si incolla a Hamilton ma non riesce a passarlo. Questo consente a Norris di aumentare il suo vantaggio sul duo rosso. Charles ne ha di più e dai box ordinano a Lewis di farlo passare.

I secondi di distanza da Norris ora sono però 6, e il monegasco, dopo avere perso un secondo al giro dietro al compagno, gira sui tempi dei primi.

Al giro 12 Norris raggiunge Verstappen, il quale si arrende subito all’inglese, e anticipa poi la fermata ai box, al giro 14.

Al giro 17 si ferma Hamilton, imitato dal compagno al giro successivo.

Al giro 21 è il turno di Russell, e al 22 Norris, che rientra molto dietro Verstappen. Al giro successivo si ferma Piastri. E pure lui si trova dietro Max.

Il quale al giro 30 effettua la sua seconda sosta. Sembra che l’olandese sia su 3 soste e il problema, per le McLaren, é che sta girando 1 sec. al giro più veloce. Di questo passo recupererà la sosta in più.

Al giro 41 Leclerc effettua la sua seconda e ultima sosta, imitato da Russell al giro successivo. 
Le McLaren non si fermano e, anzi, Piastri fa vedere che se vuole può andare più forte.

Al giro 48 Verstappen effettua la sua terza sosta e monta gomma rossa. Norris previene l’undercut imitandolo al giro successivo, e anche Piastri fa lo stesso dopo un altro giro.
Terminate le soste, i distacchi fra i primi 3 ai sono ridotti molto. Ma le due McLaren ristabiliscono velocemente le distanze.

Sembra finita, ma al giro 55 Antonelli parcheggia la sua Mercedes nella ghiaia ed esce la Safety Car. Si fermano tutti ai box per montare gomme nuove. Ma Verstappen può montare solo gomma bianca, mentre Leclerc, dietro di lui, monta gomma rossa.

Si riparte quando mancano 6 giri. E Max paga duramente le gomme più dure, perdendo la macchina all’ultima curva e facendosi passare da Leclerc e, quasi, da Russell.

Mentre le due McLaren vanno via indisturbate, a Max viene chiesto di ridare la posizione a George per taglio della chicane. L’olandese è infuriato, sembra volere far passare l’inglese ma poi gli rifila una incomprensibile ruotata, beccandosi 10 secondi di penalitá che distruggono una bellissima gara.

Finisce così con Piastri meritatamente vincitore, davanti a Norris, Leclerc, Russell, Hulkenberg (!), Hamilton, Hadjar, Gasly, Alonso e Verstsappen.

Fra due settimane si correrà in Canada, luogo dove solitamente Safety Car e/o pioggia non sono mai mancate. E’ l’unica speranza per divertirci un po’.  Assieme, ovviamente, a Max Verstappen.

P.S. Flessibilità ridotta del 25%. Un cambiamento molto piccolo, dal punto di vista tecnico, come ha confermato Andrea Stella. Perchè, quindi, c’è stato qualcuno che ha alimentato false speranze?

P.S. 2 I risultati di Tsunoda alla guida della Red Bull sono pure peggio di quelli di Lawson. Come ampiamente previsto, la promozione è stata per lui un disastro.  E, probabilmente, Perez se la ride.

P.S. 3 A Miami il mio giovane concittadino aveva stupito tutti. Poi è arrivata la gara di casa, e improvvisamente il rendimento è crollato. E’ vero, ha avuto due guasti, ma finchè stato in gara la distanza dal compagno è stata notevole. Era inevitabile che, prima o poi, i 18 anni si facessero sentire. Speriamo che la settimana di pausa gli serva per analizzare la situazione e ritornare ai livelli che gli competono.

P.S. 4 Ferrari paga 40 M€ un pilota che, al momento, sembra più una vecchia gloria che un pilota in grado di combattere. La prestazione di oggi di Lewis è stata imbarazzante. Costantemente più lento di almeno mezzo secondo al giro rispetto al compagno (facendogli pure perdere il treno all’inizio della gara), sempre a questionare le strategie, come se si fosse messo in macchina senza parlare con nessuno, e, alla fine, pure superato da una Sauber. Avrà sicuramente mille scusanti, ma una non ce l’ha: il fatto che col suo stipendio e il suo passato non si può permettere né di sembrare scarico né di essere in polemica con la squadra. E, in questo momento, dall’esterno si vedono entrambe le cose.

P.S. 5 Al contrario, c’è un Alonso che non ha vinto i suoi titoli solo perchè non ha avuto le sue stesse macchine sotto il sedere, e, pur guidando un catenaccio, non va in polemica con la squadra e sputa sangue per artigliare il suo primo punto stagionale.

P.S 6  A Verstappen hanno aggiornato il cambio con la versione del 1974. Ma che ne sa lui di come funzionavano le cose in quegli anni?

P.S. 7 Sono proprio curioso di vedere se penalizzeranno Leclerc. Perchè se la penalità di 10 secondi a Verstappen per la ruotata a Russell ci poteva stare (dal replay è abbastanza chiaro che gli sia scesa la catena) non ci stava per nulla il ridare la posizione per il taglio di chicane, visto che l’altro senza di lui la curva non l’avrebbe fatta. E, nel caso di Charles, si è sì spostato sulla sinistra, ma prima di lui Max lo aveva gentilmente accompagnato verso destra. 

P.S. 8 Sentendo Vasseur che si mostra soddisfatto dell’esito del trittico dicendo che hanno migliorato molto da Miami e rimarcando che ora sono secondi nel campionato costruttori, mi ha fatto pensare al 1984, quando la Ferrari era ugualmente seconda a distanza siderale da una McLaren dominante come quella di oggi. Ma il Drake non era contento, e dalla stampa specializzata piovevano critiche. Oggi invece va bene così, a tutti.