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VERSTAPPEN SBAGLIA, RECUPERA E VINCE IN FRANCIA

Dopo due anni si torna al Paul Ricard, circuito storico rientrato nel mondiale nel 2018. E, come a Montecarlo, si vede un bel pubblico sulle tribune e anche nel paddock.

Le ultime due settimane sono state contraddistinte da forti polemiche sul presunto uso di pressioni irregolari durante la gara, che sarebbero state all’origine delle gomme esplose a Baku sulle vetture di Verstappen e Stroll. Un Toto Wolff estremamente combattivo (e, probabilmente, preoccupato), si è battuto per avere chiarezza su questo tema, così come sulle ali flessibili. E la FIA gli ha risposto, con una nuova direttiva tecnica e nuovi controlli sulle pressioni, e l’aumento dei carichi statici per il controllo delle ali.

In teoria la Red Bull avrebbe dovuto essere il bersaglio di queste restrizioni, ma così non è stato. Il sabato, infatti, Verstappen coglie una  pole magistrale, con le due Mercedes a debita distanza e alle prese con problemi nel far funzionare le gomme nella giusta finestra di temperatura.

La pioggia caduta nella mattinata di domenica scombussola i parametri acquisiti dai team durante le prove relativamente alla durata delle gomme. Quando si spengono i semafori, Max spreca la pole del sabato con un errore alla prima curva. L’olandese perde il posteriore in uscita e va largo, lasciando passare Hamilton. Dietro di loro Bottas, Perez e Sainz mantengono la posizione, mentre Leclerc deve difendersi da un Alonso indiavolato.

I primi 15 giri vivono sulle lamentele di tutti per il graining e il degrado, molto maggiore di quanto ci si aspettasse, e sulla caccia ad Alonso, trasformatosi da predatore a preda, che viene superato da Ricciardo, Norris e Vettel nell’arco di pochi giri.

Anche le due Ferrari soffrono come lo spagnolo, ed è Leclerc ad aprire il valzer dei pit-stop al giro 14. E con gomma dura nuova, il monegasco inizia a volare.

I primi 4 hanno scavato un solco fra sé ed il resto del gruppo, Bottas viene incitato a prendere Verstappen, ma non riesce ad avvicinare l’olandese.

Il secondo dei primi a fermarsi è Ricciardo, che tenta l’undercut su Gasly, ma perde la posizione su Leclerc.

E’ poi il turno di Bottas, che tenta a sua volta l’undercut su Verstappen. Subito dietro si fermano Sainz e Gasly. Entrambi perdono la posizione su Leclerc e Ricciardo.

Max si ferma subito, e riesce per pochissimo a stare davanti a Bottas. Si ferma anche Hamilton, e quando esce dai box si materializza incredibilmente al suo fianco l’avversario olandese, che riesce a stargli davanti.

In testa alla corsa c’è a questo punto Perez, che viene rapidamente ripreso dagli altri tre, ma viene fermato per il pit-stop prima di essere raggiunto e potere dare fastidio alle due Mercedes.

Hamilton segue come un’ombra Verstappen, ma nemmeno con il DRS aperto riesce ad avere l’occasione per superare l’olandese. Al giro 30, il ritmo dei primi tre è troppo elevato, e a questo punto non è certo che riescano ad evitare un’ulteriore sosta.

Chi è già in crisi con le gomme è Leclerc, che viene rapidamente passato da Ricciardo, Sainz, Gasly e Norris. Per Sainz le cose non vanno molto meglio. Anche lui viene passato in tromba dalle due McLaren.

Al giro 33, la Red Bull decide di non rischiare l’undercut e ferma Verstappen per montare gomma media. A questo punto per Hamilton l’unica possibilità di vittoria è andare fino in fondo con lo stesso set di gomme, ma non sarà così facile, visto che è già vittima di un forte graining sull’anteriore sinistra.

Al giro 44 Max passa Bottas e si mette a caccia di Lewis. Con 7 giri e 5 secondi da recuperare si profila l’ennesimo miracolo di Hamilton, e l’ennesima delusione per Verstappen. Ma ormai le gomme dell’inglese sono finite, e a due giri dalla fine, alla staccata della chicane posticcia sul rettilineo del Mistral, l’olandese infila l’avversario, il quale non oppone nemmeno troppa resistenza, finendo così per vincere un gran premio iniziato con un errore clamoroso.

Nel frattempo, Perez aveva superato Bottas, salendo così ancora una volta sul podio e confermando l’ottima scelta fatta dalla Red Bull puntando su di lui anzichè su un giovane da passare al frullatore. 

In quinta e sesta posizione concludono le due McLaren, con Ricciardo dietro a Norris ma, per una volta, in grado di stargli vicino. Settimo Gasly e ottavo Alonso, entrambi autori di un’ottima gara. Nono Vettel, ancora a punti, e a chiudere la zona punti Stroll, rimontato dall’ultima posizione.

Pessima gara per le due Ferrari, con Sainz undicesimo e Leclerc addirittura sedicesimo. Lo sviluppo della SF21 è stato sospeso, e questo rischia di essere lo standard che vedremo da qui in avanti, con buona pace del terzo posto in classifica.

Ora si va in Austria, in casa Red Bull, per una doppia gara. Le cose iniziano a mettersi male per la Mercedes, per la prima volta nell’era ibrida. La RB16B è chiaramente superiore alla W12, e Verstappen sembra essere arrivato al punto giusto di maturazione per diventare campione del mondo. Mancano ancora tante gare, e si profila una lotta entusiasmante, giocata sul filo dei secondi.

P.S.
Nel dopogara, ai microfoni di Sky, Toto Wolff è parso piuttosto abbacchiato. L’abitudine a stravincere avendo come avversario la Ferrari, le cui furberie erano evidentemente più facili da smascherare, gli ha fatto evidentemente perdere la capacità di gestire la sconfitta. Non sono bastate le proteste per le ali flessibili e le pressioni, prontamente raccolte dalla FIA, per mettere dietro la Red Bull. Per la prima volta in otto anni, hanno di fronte un avversario tosto almeno quanto loro, da un punto di vista dell’astuzia, oltre che del patrimonio tecnico. Il team tedesco ha l’occasione di chiudere una volta per tutte la bocca a chi sostiene che negli ultimi 7 anni ha vinto facile grazie al vantaggio iniziale, vedremo se sapranno mantenere la calma o se assisteremo al declino della armata più invincibile che la storia della F1 abbia mai conosciuto.

* Immagine in evidenza dal profilo Twitter @redbullracing

F1 2021 – GRAN PREMIO DI FRANCIA

Inizia un Giugno letteralmente di fuoco per la F1, tre gare una in fila all’altra e con una variabile in più che potrebbe dare fastidio a molti team: le alte temperature atmosferiche.

Il primo Gp del trittico di Giugno è il GP di Francia sul circuito Paul Ricard.

Il circuito in sè sarebbe anche bello e divertente se non fosse che lo hanno trasformato in una sorta di parcheggio fieristico per gente sotto effetto di LSD.

Ergo, vie di fughe ampissime, tutte asfaltate e dalle improbabili colorazioni a linee blu, chicane a spezzare rettilinei infiniti e addio a quel fascino che il Paul Ricard originale possedeva.

Circuito veloce, con lunghi rettilinei e curvoni ad alta velocità,non proprio il massimo per una monoposto come la SF21H. Vero è che i miglioramenti dalle prime gare dell’anno sono stati tanti ma, in teoria, in Francia la Ferrari dovrebbe essere costretta a giocare in difesa.

Considerando la gestione gomme (soprattutto con il pieno di carburante) e il caldo che farà in gara, la domenica della Ferrari potrebbe essere davvero difficile, proprio quando c’è da difendere il terzo posto nei costruttori appena conquistato.

Molto più “serena” dovrebbe essere l’approccio della McLaren, che troverà nei lunghi rettilinei un valido alleato.

immagine da mclarenf1nation.com

Se Norris continua ad essere la roccia alla quale tutto il team si aggrappa, Ricciardo invece continua ad essere una barca in balia della onde. Anche il GP azero è stato avaro di soddisfazioni e l’australiano non arriva in Francia in una bella situazione.

Chi arriva in gran forma invece è Vettel, reduce da un gran secondo posto a Baku, come ai tempi belli. La Aston Martin continua ad essere una monoposto ostica e non ancora compresa a fondo ma evidentemente l’esperienza di un quattro volte campione del mondo comincia a dare risultati.

Per l’ex Racing Point ci sarà da valutare anche il caso delle pressioni gomme che impatterà un pò su tutti i team. L’incidente di Stroll a Baku (come quello di Verstappen) potrebbe essere dovuto alla troppa disinvoltura con cui i team giocano con le pressioni e i metodi di gonfiaggio degli pneumatici.

immagine da f1ingenerale.com

In tal senso è già arrivata una direttiva FIA che dovrebbe dipanare l’ennesima matassa di una delle aree grigie del regolamento tecnico. Intanto sembra già accertato che almeno 5 team su 10 hanno giocato con le pressioni delle gomme. Tra queste non ci sarebbe la Ferrari ma il condizionale è d’obbligo.

Alpine arriva alla gara di casa dopo una serie di buone prestazioni, non ultimo il sesto posto di Alonso a Baku. Essendo il GP di casa ci tengono a fare bene, vedremo come si adatteranno ad un tracciato “tradizionale” dopo due “cittadini” di fila.

Per Alpha Tauri un Gp in cui avere la prova del nove sul “nuovo” Tsunoda, che sembra cominciare a capire che i risultati ottenuti in pista sono direttamente proporzionali al suo tenere a freno il suo carattere e una lingua fin troppo lunga. Per Gasly, reduce dal podio azero, un’altra bella occasione di portare a casa punti pesanti.

Mercedes dovrà necessariamente battere un colpo al Paul Ricard dopo due GP piuttosto deludenti. La squadra e i piloti ne hanno combinate un pò di tutti i colori tra Montecarlo e Baku e il risultato è una Red Bull in fuga nel mondiale costruttori e in testa in quello piloti. Servirà tutto il talento di Hamilton per cercare di ribaltare la situazione.

immagine da planetf1.com

Quello che davvero manca in questo momento è Bottas, che dà sempre più l’impressione di essere con un piede fuori dalla squadra e anche dalla F1.

Verstappen deve ringraziare Perez (e le dita maldestre di Hamilton) se ancora conserva la testa del mondiale. In Francia è presumibile aspettarsi una Mercedes di nuovo in palla per cui l’imperativo è quello di replicare la prestazione di Baku, gomme permettendo.

Williams, Alfa Romeo, Haas in rigoroso ordine. Chissà che la fortuna non premi nuovamente uno di questi team con qualche punticino dopo il decimo posto di Raikkonen a Baku.

Tre gare e 75 e più punti in palio. Più che vincere sarà fondamentale sbagliare pochissimo, andare sempre a podio ed essere fortunati. Il caldo tornerà ad essere una variabile importante, potrebbero esserci grosse sorprese. Non sarebbe male tornare almeno per un pò ad una F1 più imprevedibile in termini di problemi di affidabilità.

Da valutare anche l’effetto della direttiva Fia in merito alla pressione delle gomme. Probabile che l’allineamento alle indicazioni della Pirelli non provocherà enormi variazioni in termini di competitività ma darà sicuramente fastidio a qualche team sulla gestione delle gomme in gara.

Qualcuno perderà qualche posizione e qualche punto molto importante, la Red Bull è avvisata.

*immagine in evidenza da F1i.com

Rocco Alessandro

 

 

VERSTAPPEN NON VINCE A BARCELLONA

Ci vuole della costanza a dare battaglia ad uno che, il giorno prima, ha raggiunto 100 pole in carriera e ti ha bastonato nelle ultime due gare nonostante, a parere di tutti, tu abbia la macchina più veloce. Ma Max è Max, il futuro pluricampione del mondo per il quale il tempo stringe, e deve fare presto a riportarsi in pari col lavoro.

E il suo muso è lungo quando, al sabato, perde la pole per soli 36 millesimi. E, per di più, si trova da solo fra le due Mercedes, con il suo compagno Perez qualche fila indietro.

La strada da percorrere verso la prima curva è lunga, e quando si spengono i semafori Verstappen parte a fionda ed entra di forza alla prima curva, mandando largo Hamilton e prendendosi la prima posizione. Dietro, Leclerc, partito anch’egli molto bene, svernicia all’esterno Bottas e si porta in terza posizione.

I primi 8 giri trascorrono tranquillamente, coi primi quattro ben distanziati, poi l’AlphaTauri di Tsunoda si ammutolisce all’esterno di curva 10, ed è necessario l’intervento della Safety Car. Fra i primi dieci, nessuno si ferma, è troppo presto.

Alla ripartenza, Hamilton non ne approfitta, e nulla cambia per diversi giri. Barcellona è un circuito dove notoriamente non si sorpassa, e chi segue non riesce a stare vicino a sufficienza a chi ha davanti per poterlo superare grazie al DRS sul rettilineo principale. Così si vedono le due Mercedes scivolare tantissimo dietro a Verstappen e Leclerc, senza riuscire ad attaccarli.

Dietro ai primi quattro, Ricciardo tiene a distanza Perez, e Ocon tiene a bada Sainz.

Al giro 24 si ferma Bottas, che tenta così l’undercut su Leclerc, il quale però non rientra. Il giro dopo è invece la volta di Verstappen il cui pit-stop è però molto lento, e si ritrova pure nel traffico. Hamilton però decide di non fermarsi. Se l’avesse fatto, si sarebbe trovato davanti. E, infatti, quando si ferma al giro 29 ha già accumulato 5 secondi di distacco. Contemporaneamente anche Leclerc effettua il suo pit-stop, perdendo così la terza posizione a favore di Bottas. La sosta ritardata è costata a ferrarista oltre 10 secondi, ma gli consente, in teoria, di terminare la gara senza ulteriori soste.

Lewis con gomme nuove inizia a martellare e recupera velocemente i 5 secondi accumulati con la sosta ritardata. Al giro 34, l’inglese è già in zona DRS, ma Max riesce a non farlo mai a sufficienza per tentare l’attacco.

In Mercedes si rendono conto che passare in pista è impossibile, e al giro 43 fermano Hamilton. In Red Bull non coprono la mossa, e in un solo giro l’inglese è virtualmente davanti all’olandese. Mancano 21 tornate alla fine, e a quest’ultimo non resta che arrivare in fondo e sperare di non essere raggiunto.

Ma a 11 giri dalla fine, con Lewis a 11 secondi, Max inizia a lamentarsi di non avere più gomme. E non è un bluff, come quelli che è abituato a fare il suo avversario. 

Si ferma Bottas, e rientra in pista 4 secondi dietro a Leclerc, che non si dovrebbe più fermarsi. Ma con la gomma nuova impiega solo due giri a riprendersi la terza posizione.

A 8 giri dalla fine, il distacco fra i primi due è sceso a 3 secondi, e Hamilton dice al suo ingegnere che non avrà più gomme alla fine. Bono lo prende sul serio e gli risponde che forse il suo avversario sarà messo peggio.

E dopo solo due giri arriva inesorabile il sorpasso, al primo tentativo, con Verstappen che prova a zigzagare inutilmente, solo per vedersi passare a palla l’inglese sulla sinistra. E così non gli resta che fermarsi per montare un treno di soft nuove per tentare di prendere almeno il punto del giro veloce. Cosa che puntualmente riesce a fare.

La gara finisce con la replica del podio di domenica scorsa. Così come una replica sono la lezione inflitta da Hamilton a Verstappen, e la totale incapacità di Bottas di partecipare al duello per la vittoria.

Al quarto posto un ottimo Leclerc, capace di tenere la Ferrari davanti ad una Red Bull in condizioni normali. Quinto Perez, che somiglia sempre di più a chi l’ha preceduto su quel sedile, con la differenza che lui almeno porta un po’ di soldi. Sesto Ricciardo, finalmente davanti a Norris, poi Sainz, un po’ opaco sul circuito di casa, Norris, altrettanto opaco, Ocon e Gasly a chiudere la zona punti.

Ancora poca gloria per Aston Martin e Alfa Romeo. Da segnalare la pessima gara di Alonso, seguito in classifica dalle sole Haas. 

Premio speciale “Yuji Ide” per Mazepin, arrivato ultimo ad una vita dal compagno di squadra Schumacher.

Premio speciale “gommista Pirelli del secolo” per l’Alfa Romeo, per avere provato a montare una gomma sgonfia a Giovinazzi.

Prossima fermata: Montecarlo. Una gara atipica, ma c’è da scommettere che atipico non sarà il risultato.

P.S. qualche giorno fa ci si chiedeva se il mondiale 2021 sarebbe stato combattuto fino alla fine o meno. Chi scrive, dopo avere visto la gara di oggi, non ha più alcun dubbio in proposito.

P.S. 2 vedere 66 giri combattuti sul filo dei secondi è molto divertente. Vedere le macchine stare una dietro l’altra senza possibilità di avvicinarsi, e i sorpassi dovuti solamente a DRS o differenza di gomme (prime curve a parte) molto meno. A chi dice che anche negli anni ’80 le gare erano poco combattute, rispondo che all’epoca almeno i sorpassi erano sorpassi, ora no. Spero vivamente che chi ha scritto il regolamento 2022 non abbia sbagliato qualche calcolo.

P.S. 3: a guardare la SF21 c’è da chiedersi come possa essere stata progettata dagli stessi che hanno disegnato la disgraziata SF1000. E vien da pensare che in Ferrari siano bravissimi a tenere i segreti e ad espiare le proprie colpe, qualsiasi esse siano. Magari un giorno sapremo.

F1 2021 – GRAN PREMIO DI SPAGNA

Primo back to back della stagione 2021, il circus prende armi e bagagli per trasferirsi da Portimao al circuito del Montmelò per uno degli appuntamenti ormai classici del mondiale F1, il Gp di Spagna.

Ed è già tempo di verifiche più o meno definitive per tutti: pista da sempre giudicata come l’esame finale per valutare la bontà prestazionale di una monoposto. Se vai bene quì, te la giochi, se vai male, la stagione diventa una via crucis.

Ma i verdetti non sono riservati solo alle monoposto ma anche a team e piloti. Mercedes e Hamilton hanno dato una grande dimostrazione di forza, compattezza ed efficacia nei confronti del binomio Red Bull/Verstappen potenzialmente vincente ma che ha davvero commesso troppi errori per poter pensare di abbattere il monolite anglo-tedesco.

immagine da italy24news.com

Marko può sbraitare quanto vuole ma Verstappen in gara ha avuto la possibilità di vincere, ha perfino superato Hamilton rendendo ininfluente una qualifica non ottimale, per poi pagare un eccesso di foga, commettere errori e perdere 7 punti nei confronti del pilota inglese.

Niente di drammatico ma il weekend portoghese è esemplificativo delle difficoltà che dovranno fronteggiare Verstappen e soci, in cui bisognerà essere sempre perfetti altrimenti si perde.

Il Montmelò sarà un bel banco di prova per tutti. Oltre alla complessità della pista che mette alla prova ogni aspetto prestazionale delle monoposto, ci sarà anche caldo, una situazione simile al Bahrein.

Ciò comporta un severo esame anche per PU e gestione delle gomme in gara, un mix che potrebbe comportare non poche sorprese in termini di risultato finale.

Mercedes arriva in Spagna consapevole  che, con tutta probabilità, il grosso dei problemi visti nei primi due appuntamenti stagionali sono stati risolti. Resta un punto interrogativo sull’efficienza della PU con temperature alte ma la W12 sembra molto più “leggibile” da parte di team e piloti.

Hamilton è la solita garanzia di successo. Se avrà la possibilità di vincere, quasi sicuramente la sfrutterà. Tocca a Verstappen fare qualcosa in più per arrivare alla vittoria.

Proprio questo sembra essere il problema dell’olandese: riuscire ad essere perfetto per tutto il weekend senza sbagliare nulla. Sarà interessante capire se riuscirà a fare quel passo in più che gli consentirà di diventare infallibile nel lungo periodo di una stagione che sarà lunghissima. Le premesse non sono delle migliori, si nota già una certa “ansia da prestazione” da parte dell’olandese, aspetto che la squadra e soprattutto Marko non aiutano a mitigare.

Ferrari arriva con le orecchie basse dopo una gara a Portimao ben al di sotto delle attese. La SF21 continua a “mangiarsi” le gomme in gara e il caldo non migliora certo la situazione. Inutile quindi essere dei draghi al sabato per poi diventare dei gamberi alla domenica.

immagine da motorbox.com

La sfida per gli ingegneri sarà proprio risolvere questo problema altrimenti la sfida con McLaren per il terzo posto nel mondiale finirà presto e male.

Proprio la McLaren a Portimao è risorta dalle ceneri di una qualifica piuttosto mediocre con una gara che ne conferma la solidità quando c’è da fare punti. Norris sugli scudi ma anche Ricciardo comincia a dare segni di risveglio per cui il futuro per loro sembra essere sempre più roseo.

Le altre due contendenti escono con le ossa piuttosto rotte e bisognose di un riscatto immediato. Aston Martin e Alpha Tauri hanno deluso in Portogallo sia in qualifica che in gara. Il circuito del Montmelò sarà per loro un test per capire se si è smarrita la strada e in che direzione andare per uscire da un brutto momento.

immagine da motorinwes24.com

Alpine invece deve capire se muterà nuovamente nel brutto anatroccolo delle prime due gare dopo la gara da cigno di Portimao. Sia Ocon che Alonso hanno fatto vedere cose egregie rispettivamente in qualifica e in gara, mettendosi dietro avversari ben più accreditati alla vigilia.

I problemi in galleria del vento in fase di sviluppo ne hanno rallentato la crescita ma i francesi sono molto ottimisti sul miglioramento a medio termine della monoposto.

Per Alfa Romeo, Williams e Haas vale la regola del “less is more”, in termini di errori in pista. Questo vale a maggiore ragione per l’ex Sauber, mortificata da uno scontro fratricida tra Raikkonen e Giovinazzi che ha ricordato il “gemello scarso” di quando il finlandese correva per Ferrari.

Anche la Williams deve cercare di non essere soltanto una monoposto buona per il sabato (almeno con Russell) e inconsistente la domenica. E magari cercare di non arrivare anche dietro alle Haas (a almeno a una delle due).

Haas che continua la sua scuola di apprendistato per i propri giovanissimi piloti, uno tedesco di grande lignaggio che cerca di imparare a condurre la gara perfetta, uno russo che cerca invece di imparare il testacoda perfetto.

Pirelli porterà le stesse mescole viste a Portimao e sarà quindi interessante fare un confronto prestativo tra i due weekend di gara. L’usura  degli pneumatici e le temperature dell’asfalto saranno il fattore chiave per il risultato finale.

Il circuito del Montmelò è da qualche anno terreno di caccia esclusivo per la Mercedes. Se Hamilton dovesse infilare la seconda vittora consecutiva del 2021 si metterebbe male per Verstappen e Red Bull dal punto di vista psicologico. Intanto gli animi sono già caldi, con Marko che continua a vedere i track limits come fumo negli occhi e Wolff che neanche tanto tra le righe gli sta dando del paranoico (“Marko vede cospirazioni ovunque”).

L’augurio è quello di vedere una gara incerta e che magari riporti in parità la sfida tra Hamilton e Verstappen. Al momento Hamilton sa già come essere perfetto, Verstappen deve necessariamente imparare ad esserlo.

*immagine in evidenza da tuttomotoriweb.com

Rocco Alessandro

 

 

HAMILTON ONORA SE STESSO AD IMOLA. E LA MERCEDES FA 7 IN CASA DELLA FERRARI.

Correva l’anno 1980. La Formula 1 faceva il suo debutto ufficiale sul circuito in riva al Santerno. Chi scrive era presente, e ricorda distintamente piloti e macchine dell’epoca, dotate di effetto suolo ma con 500 cavalli e tanta tecnologia in meno, cimentarsi in un circuito veloce, stretto e difficile, che qualcuno definì un kartodromo.

In 40 anni di acqua sotto il ponte che porta al paddock ne è passata tanta. Il circuito ha cambiato faccia e gestione, e sembrava uscito dal giro che conta. Ma la catastrofe sanitaria di questo 2020 ha creato le condizioni per farlo rientrare, per la gioia dei piloti che hanno fornito, da subito, solo commenti positivi.

Il week-end distribuito su soli due giorni ha permesso di vedere tanta attività in pista il sabato mattina, e una qualifica interessante al pomeriggio. Con un po’ di sorpresa, Bottas agguanta la pole position con 1 decimo di vantaggio su Hamilton, con Verstappen terzo  e l’ottimo Gasly quarto.

E, quando si spengono i semafori, il finlandese se ne va indisturbato, mentre Max, dopo essersi posizionato sullo schieramento in modalità old-style, cioè un po’ a caso, riesce a sopravanzare Hamilton, il quale rischia di perdere la posizione anche su Gasly che per poco non lo tampona.

Dietro, Giovinazzi scatta in modo perfetto dall’ultima posizione e, complice un contatto fra Vettel e Magnussen, guadagna ben 6 posizioni, ponendo le basi per un ottimo risultato.

I primi 3 sono di un’altra categoria, e guadagnano un secondo al giro sul quarto che é Ricciardo. Al 9° giro si ritira Gasly a causa di una perdita di pressione al circuito dell’acqua. Al giro 14 pit-stop anticipato per Leclerc, che monta le gomme più dure. Il giro dopo si fermano anche Ricciardo, che lo precedeva, e Albon e Kvyat che lo seguivano. Ma le posizioni non cambiano.

Verstappen prova l’undercut e si ferma al giro 19. Ma Bottas copre la sua mossa e si ferma al giro successivo. Anche loro montano gomme dure. Hamilton invece tenta il colpo a sorpresa e prosegue, iniziando a marcare giri velocissimi.

Dopo il pit-stop, Verstappen sembra averne di più di Bottas, che ha il fondo danneggiato per avere raccolto un pezzo dell’ala di Vettel al secondo giro. Ma l’olandese non riesce ad avvicinarsi. Hamilton continua a volare, e, nonostante un gruppo di doppiati, decide di continuare. Una volta liberatosi di loro, torna ad andare forte e riesce ad accumulare il vantaggio su Bottas sufficiente per fare il pit-stop e rimanergli davanti.

Ma non ce n’era bisogno, perchè al giro 30 Ocon si ferma poco prima della variante alta in prossimità di un varco nel guard-rail. La direzione gara, per estrema precauzione, decide di attivare la Virtual Safety car per pochi secondi, che sono quelli necessari a rimuovere l’auto del francese, ma anche a permettere ad Hamilton di fare il suo pit-stop risparmiando una decina di secondi.

Lewis si ritrova così al comando con un bel vantaggio su Bottas, il quale ha il suo daffare a tenere dietro Max, tanto che al giro 43 arriva lungo alla Rivazza, e non può evitare di essere superato al successivo passaggio alla variante del Tamburello. Ma al 51° giro, poco prima della variante Villeneuve, l’olandese colpisce un detrito e buca la ruota posteriore destra, finendo nella ghiaia e terminando così la sua gara.

Esce la Safety Car, e Russel ne approfitta per rovinare un possibile arrivo a punti, il primo per lui, mettendo a muro la  sua Williams nel tentativo di scaldare le gomme dietro la SC. La gara riparte dopo ben 7 giri, necessari a far passare i doppiati (regola che si rivela ogni volta più stupida). 

Se la lotta per le prime due posizioni è ovviamente inesistente, quella per il gradino più basso del podio è entusiasmante. Alla ripartenza Albon, che navigava in quinta posizione, si fa fregare prima da Kvyat e poi da Perez, per poi girarsi come un pivello all’uscita della Villeneuve, ponendo fine alla sua gara e, probabilmente, alla sua carriera in Formula 1.

Kvyat supera subito anche Leclerc e si mette a caccia di Ricciardo e del sogno di un podio colto a 15 km dalla sede della ex-Minardi. Il monegasco della Ferrari deve difendersi anche dagli attacchi di Perez, il quale ha visto la sua terza posizione, guadagnata con una prima parte di gara ottima, vanificata da un pit-stop incomprensibile sotto SC.

Il circuito non dà però grandi possibilità di sorpasso, quando tutti hanno le gomme in temperatura, e dopo la lotta delle prime curve non succederà più nulla.

La gara finisce così con una doppietta Mercedes, che consente al team tedesco di guadagnare matematicamente il settimo titolo consecutivo cancellando il precedente record che deteneva assieme alla Ferrari, e proprio sul circuito che porta il nome del Drake e di suo figlio.

Al terzo posto un ancora ottimo Ricciardo su una Renault che si conferma la terza forza, per la gioia di Alonso, presente sul circuito in questo week-end. Lo segue un bravissimo Kvyat, la cui prestazione probabilmente non sarà sufficiente a mantenere un posto in Formula 1.

Al quinto posto Leclerc, che ha tratto il massimo dalla solita, difficile, SF1000, seguito da Perez che, come già detto, si è visto sfuggire il podio a causa di un errore macroscopico della sua squadra. Al settimo e ottavo posto le due McLaren di Sainz e Norris, bloccate nel traffico per tutta la gara, seguite dalle due Sauber di Raikkonen e Giovinazzi, che festeggiano il rinnovo del contratto con un’ottima gara.

Fuori dai punti Latifi, mai così vicino a cogliere un bel risultato, e Vettel, la cui buona gara è stata completamente rovinata da un pit-stop interminabile senza il quale sarebbe arrivato probabilmente settimo. Lo seguono Stroll, inguardabile e anche pericoloso, avendo investito un suo meccanico al pit-stop, Grosjean e Albon.

La prossima gara sarà ad Istanbul, in un altro bel circuito che fa il suo rientro nel giro del mondiale. Ci aspetta il quarto week-end di fila con un top record eguagliato o battuto. Perchè è molto probabile che Lewis colga il suo settimo mondiale proprio in Turchia, sulla pista sulla quale nel 2006 in GP2 si produsse in una prodigiosa rimonta, che face dire, a chi scrive, “è arrivato il nuovo Senna”.

P.S. a proposito del campione brasiliano, ho trovato stucchevole il continuo riferimento al fatto che Imola è il circuito su cui ha perso la vita. Hanno ceduto alla tentazione non solo Sky (e di questo non c’è da stupirsi, visto lo scarso livello giornalistico che offrono), ma anche la stessa F1 e un pilota che è sceso in pista con identici colori del casco. Oggi non c’era nessun anniversario da celebrare, e quel tragico week-end del 1° maggio 1994 è qualcosa da tenere ben a mente ma non è certamente un elemento che possa essere utilizzato per celebrare la storia del circuito di Imola, anche se gli stessi gestori, va detto, ne hanno fatto e ne fanno tutt’ora uso.