Il weekend di Sochi si preannunciava il momento pivotale della stagione, lo snodo che avrebbe decretato chi avrebbe continuato a lottare fino alla fine e chi si sarebbe fermato qui. Così è stato – e i nomi che sono usciti vincitori dalla roulette russa sono stati quelli di Mick Schumacher e di Callum Ilott. Ma procediamo con ordine.
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Le prime novità del weekend arrivano dal mercato piloti: Nobuharu Matsushita lascia la F2; la MP Motorsport lo rimpiazza con Giuliano Alesi, che lascia il team HWA Racelab, a sua volta sostituito da Jack Hughes, veterano della F3. Le FP si svolgono nel segno di Ghiotto: prima centra il tempo migliore e poi si gira facendo terminare la sessione. Alle sue spalle si collocano i piloti Carlin, seguiti da Christian Lundgaard e da Callum Ilott. Maluccio i piloti Prema, con Schumacher jr 8° e Robert Shwartzman 12°.
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Lo stato di forma delle Carlin viene confermato anche in qualifica. Yuki Tsunoda conquista la sua terza pole stagionale per 6 millesimi davanti al teammate Jehan Daruvala, che aveva guidato la classifica dall’inizio alla fine. Per l’indiano è comunque il miglior risultato in qualifica di una stagione finora pessima. La seconda fila è appannaggio invece della Ferrari, con Schumacher jr davanti a Ilott (ostacolato dal traffico per buona parte della sessione). Seguono Luca Ghiotto e Christian Lundgaard (idem), mentre Shwartzman conquista solo la settima posizione, che comunque il risultato migliore da Spa. E’ la terza volta che un team di F2 conquista tutta la prima fila (non contando le statistiche della Gp2).
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Esaminando la griglia di partenza, tutti e cinque i piloti che possono ancora aspirare al campionato (Tsunoda, Ilott, Schumacher, Lundgaard, Shwartzman) partono nelle prime sette posizioni. Tutti questi piloti sono racchiusi da una ventina di punti, con Tsunoda più attardato. Chi si ritira oggi perde quasi definitivamente il treno per il mondiale. E…
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…il primo che abbandona la lotta è il danese della ART, coinvolto in un tamponamento a catena in curva 2 che coinvolge anche Roy Nissany, Louis Delétraz, Pedro Piquet, Felipe Drugovich e Juri Vips. Davanti Schumacher jr sorpassa Daruvala al via, mentre Ilott se ne libera dopo la sosta anticipata dell’indiano. Shwartzman finora non brilla nella gara di casa, ma nel primo stint mantiene il contatto col gruppo di testa.
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Il secondo ad abbandonare la lotta mondiale è però proprio il russo. Durante il primo round di soste Schumacher jr rientra ai box, con preavviso minimo, un giro prima del previsto, proprio la tornata in cui si sarebbe dovuto fermare Shwartzman. Egli non può far altro che attendere; la sua sosta inoltre è lenta e finisce lontano dai primi. Più avanti nella gara terminerà le gomme anzitempo e sarà preda dei piloti partiti con la strategia alternativa – che neanche stavolta ha pagato, principalmente per il tappo di Jack Aitken, bravo a qualificars sesto con la modesta Campos. Finirà fuori dai punti e (verosimilmente) dirà addio al campionato.
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Tsunoda sembrava avere la gara in pugno, ma dopo la sosta obbligatoria per montare le dure i suoi tempi crollano e viene passato nello stesso giro sia da Schumacher jr che da Ilott. Il pilota UniVirtuosi si porta addirittura in scia al rivale per il titolo, ma non concretizza l’attacco. Nelle battute conclusive è il suo turno di subire gli pneumatici: nell’arco di pochi giri passa dall’essere in lizza per la vittoria a lottare con Tsunoda (tornato su tempi competitivi) e Ghiotto. Il giapponese lo sorpassa all’ultimo giro, mentre l’italiano arriva al photofinish senza però riuscire a scavalcarlo.
Schumacher jr con la vittoria estende la leadership su Ilott a 18 punti, 186 contro 168. Tsunoda si riporta vicino a Shwartzman e Lundgaard per la lotta per il terzo posto, con 140 punti contro 145 cadauno. Il campionato sta prendendo una forma ben precisa. L’esordio di Alesi con MP e di Hughes can HWA non sono stati memorabili (anche se quest’ultimo è arrivato a pochi secondi da Shwartzman).
Sulla Sprint Race c’è poco da dire. Guanyu Zhou e Nikita Mazepin occupano la prima fila a causa della reverse grid. Per lo stesso motivo, Ilott parte sesto e Schumacher ottavo. Al via Zhou mantiene la testa, mentre Schumacher dopo l’usuale partenza a razzo si ritrova quarto dietro Aitken. L’inglese va in crisi di gomme dopo pochi chilometri, Schumacher jr lo passa e anche Luca Ghiotto prova a fare lo stesso ma…
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Qualcosa va storto. Aitken perde il controllo della macchina in curva 3 mentre Ghiotto lo affiancava all’esterno. La Hitech del vicentino decolla e si disintegra dopo uno scontro frontale con le barriere, mentre la Campos si infila all’interno di esse. Ghiotto esce dalla macchina poco prima che venga inglobata dalle fiamme. Meglio non pensare a cosa poteva accadere se la macchina si fosse ribaltata e il pilota fosse stato impossibilitato a uscire a causa dell’Halo e delle barriere.
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Aitken probabilmente aveva rimediato una foratura nei metri immediatamente precedenti, per un contatto con Ghiotto o con i cordoli. In ogni caso le barriere sono così danneggiate (l’impatto con Ghiotto ha addirittura spostato il muro di cemento) che il direttore di gara ha reputato impossibile ripristinare la pista in tempo e preferisce interrompere la gara.
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La classifica è quella del giro precedente all’incidente, i punti dimezzati visto che la corsa è durata solo 6 giri. Zhou vince la sua prima gara di F2 dopo tanta sfortuna, Mazepin e Schumacher jr lo accompagnano sul podio. Solo settimo Ilott, preceduto in classifica anche da Aitken e Ghiotto, ma per via dei punteggi ridotti perde solo quattro punti da Schumacher. Tsunoda è sesto, mentre Shwartzman e Lundgaard sono ancora fuori dai punti (da segnalare la rimonta del danese, da 21 a 13).
Il campionato ha preso la via di Schumacher jr. Continua a non impressionarmi come guida (non ricordo momenti memorabili delle sue gare, a parte le partenze quasi sempre impeccabili) ma devo prendere atto della sua costanza e della sua velocità. Quando Ilott, qualche gara fa, sembrava nella sua stessa situazione (in testa con vantaggio, il più veloce in pista) non avevo molti dubbi che sarebbe incappato in qualche errore che gli avrebbe fatto perdere la leadership, come infatti è accaduto. Schumacher jr invece è stato finora il pilota più solido del campionato. Se conferma nelle ultime gare le qualità messa in mostra finora, il mondiale sarà suo.
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Restano solo due gare, il doppio appuntamento in Bahrain. Ci saranno due mesi di pausa, ciò darà ai piloti il tempo di ripensare alla stagione finora trascorsa e di sistemare quello che è andato storto finora. Schumacher ha 21 punti di vantaggio su Ilott. E’ un punteggio importante, ma ogni weekend può assegnare fino a 48 punti. Come regola generale, se riuscisse a estendere la leadership di una decina di punti in Bahrain-1, può andare in Bahrain-2 con il titolo in tasca. Altrimenti tutto può ancora accadere – soprattutto pensando al layout quasi ovale del secondo appuntamento nel Golfo Persico. Ilott per vincere invece deve essere perfetto d’ora in poi.
Le ottime prestazioni dei principali piloti FDA gli sono valse delle FP1. Schumacher jr correrà con l’Alfa Romeo mentre Ilott con l’Haas al Nurburgring, mentre Shwartzman (che negli ultimi tre appuntamenti ha subito un mix letale di sfortuna e prestazioni anodine) testerà la Alfa ad Abu Dhabi.
Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya
[Immagine in evidenza tratta da TheCheckeredFlag.com]
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