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F1 2021 – GRAN PREMIO DI ABU DHABI

Eccoci qua, alla fine di questa lunga maratona che è stata il mondiale 2021.

Ventitrè gare, tante, a mio parere decisamente troppe e alcune sostanzialmente inutili ma tantè, i soldi nella F1 odierna contano più di quanto non abbiano mai contato e quindi va bene così, di sicuro per chi deve mantenere in piedi la baracca.

Si chiude con l’ultimo gran premio in terra araba, l’ultimo di un trittico che sinceramente ha un pò svilito la lotta per il titolo. Si perchè, non per voler fare per forza gli eurocentrici a tutti i costi o quelli che “si ok Abu Dhabi, ma vuoi mettere Monza e Spa?” ecc ecc ma forse si poteva optare per una conclusione su circuiti meno anonimi.

In ogni caso, 22 gran premi e alla fine i due rivali arrivano a pari punti. Trecento e passa punti non sono bastati per scavare una seppur minima differenza tra i due che si giocano tutto alla fine come ogni buona sceneggaitura ben orchestrata che si rispetti.

Orchestrata anche troppo perchè non sarebbe stato uno scandalo vedere Verstappen con qualche punto in meno alla luce dei fatti di Gedda. Il comportamento in pista dell’olandese è apparso più volte ben oltre il limite della decenza che un pilota, a maggior ragione di F1, dovrebbe avere.

immagine da 1000cuorirossoblu.it

In tanti tra gli addetti ai lavori hanno avuto modo di “schierarsi” e dire la loro. SI è sentito tutto e il contrario di tutto, addirittura un Damon Hill che ha assolto il 33 dicendo che il suo comportamento non è stato così censurabile. Dichiarazione che sorprende, alla luce anche dei fatti di Adelaide 1996 che lui dovrebbe ben conoscere.

In ogni caso, molti si aspettano l’ennesimo ruota a ruota con eventuali danni in quel di Yas Marina. Con Verstappen nella parte del cattivo e Hamilton in quella del buono, tanto ormai il dualismo è questo.

Ma in realtà la cosa potrebbe risolversi in maniera molto più incruenta e lo suggerisce la logica e il trend delle ultime tre gare, ovvero Hamilton va in pole, parte bene e Verstappen lo vedrà solo al traguardo per vederlo festeggiare l’ottavo titolo.

La Mercedes che tanto aveva sofferto da inizio campionato, ha trovato da Interlagos in poi un colpo d’ala finale che l’ha resa ingiocabile ngli ultimi tre gran premi. La super PU introdotta in Brasile è stato il vero ago della bilancia dell’ultimissima parte di campionato, che ha annicchilito una PU Honda invece arrivata un pò agli sgoccioli, fedele al mantra di non voler prendere penalità in griglia.

Verstappen ci ha messo molto del suo nell’ultimo mese, anche troppo, ma i suoi sforzi sembrano solo un prolungare un agonia già annunciata.

Ovviamente dovremo attendere il responso della pista, che tra l’altro è stata anche modificata in alcuni suoi tratti in maniera tale che si prevede una media sul giro più alta di 20 km/h, non proprio un’inezia.

immagine da sport.sky.it

In tanti aspettano il crash semplicemente perchè questa sembra essere l’unica vera possibilità di Verstappen per poter vincere il titolo. Peccato che Masi&Co abbiano già fatto capire che si adopereranno per rendere questo scenario sconveniente da percorrere.

Considerando la magra figura fatta a Gedda, ci aspettiamo un pò più di rigore e tempestività nelle decisione che eventualmente saranno costretti a prendere nell’ultima gara dell’anno.

Verstappen è nervoso ed è comprensibile. A conti fatti la superiorità della sua monoposto per buona parte della stagione è stata vanificata da pochi episodi che hanno provocato una vera emorragia di punti: la bandiera rossa che ha salvato Hamilton ad Imola, il crash di Silverstone in cui forse l’olandese poteva essere più cauto, la carambola ungherese in cui è stato totalmente incolpevole, la gomma esplosa a Baku anche se quì Hamilton gli ha reso il favore.

In più la sua Red Bull ora soffre terribilmente una W12 targata 44 che sembra aver fatto apposta a nascondersi per buona parte del 2021. Aspetto che rende il suo compagno di squadra una variabile pressocchè inutile a suo favore, mentre diverso è il discorso per Bottas che soprattutto in qualifica potrebbe dare molto fastidio.

immagine da tuttosprint.ch

Chissà che Hamilton, dovesse mettere in saccoccia l’ottavo titolo non saluti la compagnia per dedicarsi a tutto quello che lo aspetta fuori dai circuiti. Lascerebbe da imbattuto e con i galloni del pilota più vincente di sempre…mica male. Personalmente non credo sia un’ipotesi per il 44, uno che ha sempre fame di vittorie e nuove sfide come quella che lo aspetterebbe nel 2022.

Ovviamente il palcoscenico è monopolizzato da questa ultima sfida, gli altri ci sono ma è come se non ci fossero.

Ferrari ormai ha conquistato il terzo posto nel mondiale costruttori. Bastano solo 6 punti ad Abu Dhabi, Binotto può dire di aver fatto un buon lavoro alla luce del disastroso 2020. Il vero banco di prova sarà il 2022, come per tutti, ma ovviamente per la Ferrari ancora di più.

E’ circolata negli ultimi giorni l’ipotesi di un clamoroso ritorno di Jean Todt come super-consulente/vicepresidente/chi più ne ha più ne metta. Ipotesi affascinante che però sembra l’ennesimo capitolo per una squadra che sembra sempre in cerca del salvatore della patria di turno, questa volta non al volante ma a tirare i fili dietro le quinte.

L’ultima volta andò bene, parecchio ma sono cambiati i tempi, i personaggi e lo scenario. Restano solo speranze e dubbi.

Per gli altri team è l’ultimo giorno di scuola e molti, soprattutto i meccanici non vedono l’ora di chiudere questo 2021 massacrante.

Si chiude un periodo della F1 iniziato nel 2014 e ci si approccia al ritorno delle wing car nel 2022. Chissà quale team avrà tratto più vantaggio dal cambio di regolamento. Il rischio è quello di vedere un 2014 bis, magari con la stessa protagonista argento/nera.

Non sarebbe una sorpresa, date le risorse umane di cui dispone ma ovviamente speriamo che non sia così, che possa esserci una battaglia tra più di due team e che tra questi ci sia la Ferrari. Un pò per partigianeria e un pò perchè farebbe bene a tutto l’ambiente. Domenicali&Co non aspettano altro.

Chi invece ad Abu Dhabi scende dalla giostra per sempre è l’ultimo campione del mondo Ferrari, Kimi Raikkonen. Ritiro meritato e forse troppo procrastinato per un vero pilota e un vero personaggio della F1.

immagine dadaidegasforum.com

Gli hanno chiesto se sarà emozionato Domenica. Inutile dire come abbia risposto il finlandese che lascerà un vuoto soprattutto dal punto di vista umano, una figura sempre sincera e schietta in mezzo a tanto finto perbenismo di facciata.

Speriamo di poter assistere ad un’ultima recita degna del suo talento e anche se non dovesse essere così, grazie di tutto Iceman aspettando che un altro personaggio del genere possa piombare all’improvviso nell’ingessato ed esclusivo mondo della F1.

*immagine in evidenza da kimiraikkonenspace.com

Rocco Alessandro

 

VERSTAPPEN DOMINA IL GP DI NATALE

13 dicembre 2020. 11 giorni a Natale. Mai la Formula 1 si era spinta così avanti nel calendario. Ma era inevitabile, per una stagione iniziata a luglio e che miracolosamente è riuscita a portare a casa ben 17 gare. Con un esito finale che non sarebbe cambiato se anche le gare fossero state le 21 previste.

La gara, dominata da Verstappen, è stata la solita, insulsa, processione che vediamo da ormai 11 anni negli Emirati. A dare qualche emozione solo il DRS, ma, in fin dei conti, grandi stravolgimenti rispetto alle qualifiche non se ne sono visti. Non vale quindi la pena fare la cronaca. Meglio chiudere la stagione con un elenco di considerazioni da approfondire assieme a voi nei commenti.

  1. Il dominio di Max, oggi, è stato indiscutibile. Al punto che viene il sospetto che le due Mercedes fossero depotenziate. Più che un sospetto è una certezza, viste le dichiarazioni pre-gara di Toto.
  2. Indubbiamente Lewis era sottotono. Sicuramente a causa della malattia superata a tempo di record. Ma, comunque, stare dietro a Bottas in qualifica e in gara aiuta a far dimenticare la batosta che il suo attuale compagno ha preso da Russell domenica scorsa. 
  3. La Mercedes ha fatto quasi il doppio dei punti della seconda arrivata, la Red Bull. Che, però, ha dominato l’ultima gara, con Verstappen in pole e al comando dall’inizio alla fine. Anche oggi abbiamo visto una chiara divisione del gruppo in 3 categorie. E nella prima fanno parte, al momento, solo due squadre, che oggi hanno rifilato 1 minuto tondo alla prima squadra della seconda categoria…
  4. … che è la McLaren, meritatamente terza nella classifica costruttori. E’ un gradito ritorno, dopo tante stagioni buie. E l’anno prossimo avranno i motori Mercedes, il che fa sperare che possano, almeno loro, colmare il mezzo giro di distacco che hanno attualmente dalle due squadre più forti.
  5. Perez arriva quarto nella classifica piloti. Il suo miglior risultato in 10 anni, che lui festeggerà con un probabile addio alla Formula 1. A meno che qualcuno non si renda conto che, se si vuole lo spettacolo, sulle macchine buone bisogna metterci piloti che non prendano da qualche decimo ad 1 secondo al giro dal compagno. 
  6. Anche la Renault, quinta nel campionato costruttori, è in risalita, e il rientrante Nando ha la possibilità di farle fare un ulteriore salto di qualità, come 15 anni fa.
  7. Ferrari fuori dai punti e doppiate. Pessima fine di una stagione che è chiaramente stata la penitenza per le marachelle fatte col motore nel 2019 e, forse, anche prima . Ma vedere Leclerc bloccato dietro a Raikkonen fa venire grossi dubbi su una rinascita nel 2021, perchè, anche assumendo che sia realtà il motore “superfast” di cui si narrano meraviglie, il problema quest’anno stava anche in un’aerodinamica totalmente sbagliata. E, con gli sviluppi fortemente limitati, è difficile che ci possano essere stravolgimenti in quest’ambito.
  8. E’ stata una gara dai tanti addii. Vettel, Sainz, Ricciardo, Perez, Magnussen. Ma anche Fittipaldi, e, chissà, magari pure Albon. Qualcuno andrà a stare meglio, altri peggio, altri forse. E fra questi ultimi c’è Sainz, per quanto detto nel punto precedente.

La Formula 1 è riuscita a mettere in piedi una stagione quasi normale, in un anno terribile. Fra poco meno di 100 giorni si dovrebbe ricominciare a Melbourne per una stagione che prevede, al momento, ben 23 gare. Senza, purtroppo, le tante belle piste inedite che abbiamo visto quest’anno. E che sarà disputato con macchine quasi uguali a quelle di quest’anno. Il rischio di vedere una stagione-fotocopia, con un dominio ancora più marcato da parte della Mercedes e di Lewis Hamilton, è concreto.
A meno che le prossime settimane non riservino qualche sorpresa, visto che ci sono alcuni contratti ancora da rinnovare.

Staremo a vedere, nel frattempo tanti auguri di Buone Feste e di una off-season meno noiosa del solito.

F1 2020 – GRAN PREMIO DI ABU DHABI

Ultimo giro di giostra per il circus della F1 che approda nell’adrenalinico (si fa per dire) circuito di Yas Marina in quel di Abu Dhabi.

Forse non è tanto il caso di scherzare sulle presunte (poche) emozioni che potrà regalare questo ultimo appuntamento perchè avevamo detto lo stesso per il doppio GP in Bahrein, che si sono rivelati invece molto più appassionanti del previsto.

Cominciamo col dire che, a dispetto delle previsioni che lo davano già in vacanza, il campione del mondo 2020 Lewis Hamilton riprenderà possesso  della W11 numero 44 gentilmente prestata a Russell nell’ultimo GP.

Il campione inglese, colpito dal covid-19 subito dopo la sua ultima vittoria in Bahrein, afferma di sentirsi bene, di aver ripreso gli allenamenti ed è pronto per competere nell’ultimo GP stagionale.

immagine da thecheckeredflag.co.uk

Notizia buona da un lato e brutta dall’altro perchè toglie la “rivincita” a Russell, davvero bersagliato dalla sfortuna nell’anello del Sakhir e che ha visto sfumare una vittoria praticamente certa.

Non lo ammetterà mai ma il primo ad essere contento del ritorno del 44 è Valtteri Bottas, che nel confronto con il giovane inglese ne è uscito con le ossa piuttosto rotte prima del caos cambio gomme sotto safety car.

Portata a casa la pole per la miseria di 26 millesimi, il finlandese ha patito per lunghi tratti la velocità di Russell, guardandogli spesso gli scarichi e non dando mai l’impressione di poterlo impensiere, subendo non uno ma ben due sorpassi in gara.

Insomma, un conto è prenderle da Hamilton, un altro da un pilota che dovrebbe avere molta meno esperienza e meno affiatamento con una monoposto e una squadra con cui si confronta saltuariamente.

Il GP di Abu Dhabi dovrebbe essere l’ultimo anche per Albon, ormai praticamente appiedato dopo l’ennesima opaca prova del Sakhir. A questo punto sarà interessante capire chi ne prenderà il posto. Hulkenberg era dato in pole fino a domenica scorsa quando l’incredibile vittoria di Perez, pilota esperto, costante, finalmente vincente ma praticamente disoccupato, ne ha rilanciato le ambizioni.

immagine da formulapassion.it

Il messicano può mettere sul piatto anche la dote di sponsor che ha sempre garantito e anche un certo peso “politico”, in quanto un suo appiedamento per il 2021 potrebbe raffreddare moltissimo l’interesse del Messico nel GP che dal 2015 è in calendario.

La vittoria del messicano ha anche avuto il merito, in coppia con il terzo posto di Stroll, di rilanciare fortemente le ambizioni Racing Point per il terzo posto in classifica costruttori. Dieci le lunghezze di vantaggio su McLaren e ben 22 su Renault, ormai tagliata fuori a meno di eventi imprevedibili. Il terzo posto sarebbe un ottimo viatico per la nascita del team Aston Martin in ottica 2021, considerando la dote in denaro che regala questo traguardo.

Chi ha abbandonato fin da subito le ambizioni di classifica in tal senso, la Ferrari, guarda ad Abu Dhabi probabilmente più ai test post Gp che alla gara che non dovrebbe vederla protagonista di particolari prestazioni.

Sarà l’ultima gara di Vettel in rosso prima del suo approdo in Aston Martin. Il tedesco è solo l’ultimo di una serie di “Messia” che avrebbero dovuto riportare l’iride a Maranello in forma continuativa, dopo i fasti dell’era Schumacher e l’ultimo titolo di Kimi Raikkonen. Invece il suo sarà un commiato pieno di rimpianti così come lo è stato prima di lui per Raikkonen e Alonso. La palla passa definitivamente a Leclerc, che dovrà sobbarcarsi l’onere di rappresentare la nuova speranza dei tifosi della Rossa.

immagine da gripdetective.it

Si sarà sicuramente già accorto che correre in Ferrari non è affatto una cosa semplice, probabilmente più stressante che correre in qualsiasi altra scuderia. Al momento gli alibi ai suoi errori e controprestazioni sono legati alla giovane età, ad una monoposto poco competitiva e al fatto di non poter lottare per il mondiale. Il vero valore di Charles si vedrà solo in un annata in cui avrà a disposizione una monoposto da titolo, cosa che anche per il 2021 è da escludere.

L’imperativo per l’ultimo Gp è quello di non lasciare un brutto ricordo, di sicuro non con errori marchiani come quello al primo giro del GP del Sakhir. Chi invece avrà un assaggio di quello che lo aspetta il prossimo anno è MIck Schumacher che, fresco vincitore del titolo in F2, sarà in pista nelle PL1 con la Haas, opportunità negata dalla cancellazione delle PL1 al Nurburgring.

Haas che saluterà entrambi i piloti alla fine del GP: ultimo GP in F1 sia per Grosjean, ancora in convalescenza dopo il botto del Bahrein, che per Magnussen che sbarcherà negli USA per gareggiare nel campionato IMSA nel team di Chip Ganassi.

Anche per le altre scuderie è già tempo di pensare al 2021, con i test per i giovani piloti che ci saranno nel post GP. Tra i giovani piloti anche uno di sicuro giovane nello spirito: Fernando Alonso potrà partecipare ai test in quanto non ha disputato gare nel 2020, così come Buemi, Kubica, Aitken che ha corso un solo evento (il limite è di due GP) e Vandoorne.

Semaforo rosso invece per Sainz, Vettel, Ricciardo e Russel. Per i primi tre sarebbe stato  l’esordio nelle nuove scuderie. Dovranno accontentarsi dell’unica sessione di test prevista per il 2021. Davvero poco per prendere confidenza con una nuova squadra, diversi metodi di lavoro e procedure. Un ban che onestamente non ha un gran senso e che anzi, avrebbe acceso l’interesse nel vedere piloti così importanti alle prese con nuove monoposto.

immagine da motorbox.com

Si chiude quindi una edizione del mondiale F1 che definire complessa è un eufemismo. In mezzo a tanta confusione e incertezza, due elementi che appaiono chiari: la grandezza di Hamilton e della Mercedes e l’inadeguatezza della Scuderia Ferrari.

In attesa di tempi “migliori”, tempi in cui ci sarà nuovamente una lotta feroce per il titolo mondiale dobbiamo solo sperare che i contendenti della Mercedes trovino da qualche parte quella prestazione che possa renderle delle avversarie temibili e non solo degli sparring partner. Il 2021, non lascia presagire nulla di buono in tal senso, se ne parla a partire dal 2022, sperando di non arrivare a dire ogni volta che l’anno buono è sempre il prossimo.

*immagine in evidenza da funoanalisitecnica.com

Rocco Alessandro