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FORMULA 1 GRAN PREMIO HEINEKEN D’ITALIA 2017 MONZA

7 punti. Tale è il vantaggio con cui Sebastian Vettel sulla sua 668 si presenta a Monza in vantaggio su Lewis Hamilton e la sua W08. Con buona pace di tutto e tutti il GP di Monza sta tutto qua, sui due contendenti al WDC2017 che si affrontano su di una pista la quale, sulla carta, dovrebbe esser leggermente favorevole alla MB. L’uso dell’avverbio è d’obbligo dopo che Vettel nelle interviste post gara a Spa ha dichiarato:”abbiamo la macchina migliore, non temiamo nessun tracciato”. Chi scrive se da un lato pensa che il distacco tra i due in Q3 sarà particolarmente contenuto dall’altro è persuaso che Monza sia l’ultimo circuito smaccatamente favorevole alla MB, proprio come Singapore sarà l’ultimo circuito smaccatamente favorevole alla Ferrari. Ergo se Hamilton dopo Spa manca la doppietta a Monza di fatto butta via un’occasione importante di agguantare Vettel in testa al WDC (il tedesco salvo improbabili imprevisti nello scenario peggiore in gara finirà secondo come a Spa) e poi esporrà il fianco alla già citata grossa possibilità che Vettel allunghi a Singapore. Ergo LH44 a Monza deve vincere, per farlo gli serve la consueta pole d’ordinanza ed una gara perfetta come in Belgio. Tutte cose largamente alla sua portata, sia chiaro, ma non affatto scontate. Specie in gara dove c’è caso che Vettel sia ancora più insidioso che a Spa dove, a mio parere, ha pagato il mancato ardire del suo box circa l’undercut su Hamilton in fondo al primo stint. Entra in vigore la regola che le Power Units punzonate da Monza in poi rispettino la regola dell’utilizzo massimo di 0,9L d’olio ogni 100km a fini di combustione, dando per scontato che Ferrari abbia fatto i compiti a casa l’escamotage di Spa da parte di MB consente alla PU ivi fatta debuttare di non sottostare a suddetta restrizione. In un panorama nel quale, fatti salvi i cosiddetti “circuiti ad hoc” come i già citati Spa per MB e Singapore per Ferrari, si sta di fatto delineando l’equivalenza assoluta prestazionale tra MB e SF, qualsiasi elemento distorsivo/contaminativo dello scenario pocanzi descritto va preso nella dovuta considerazione e, al netto della regola sopra menzionata, riesco a pensare solo alle scelte di Pirelli per le mescole da portare ai prossimi GP ed alle pressioni di gonfiaggio imposte, con MB che notoriamente le predilige più basse rispetto a SF al fine di massimizzare la fin troppo nota finestra di utilizzo delle coperture italiane. Staremo a vedere cosa finirà per far pendere la bilancia da un lato oppure da un altro, il tutto naturalmente nella speranza che a farlo sia lo Sport in pista e non le carte bollate a motori spenti.

Veniamo ora agli altri due: se tutto va come da copione Bottas e Raikkonen si ritroveranno in seconda fila a Monza dopo essersi lasciati così a Spa. Direi che entrambi i neo-rinnovati non siano in grado di andar più forte in qualifica dei due contendenti al WDC 2017 ergo la loro funzionalità/importanza dipenderà prevalentemente dalle “interferenze” che potranno eventualmente creare al via e/o nelle fasi della gara a cavallo del pit. Penso che nessuno dei due stia facendo una brutta stagione e che anzi, perlomeno per quanto riguarda Bottas, sia andata finora meglio delle aspettative di tutti quelli che non si chiamano Wolff. Però poi pensi a Spa ed a cosa han strizzato fuori dalle loro macchine Hamilton e Vettel e non fai in tempo a finire di farlo che ti rendi conto che Ricciardo è arrivato davanti ad entrambi i finlandesi. Con una Power Unit talmente mediocre da costringere quelli di Milton Keynes ad affrontare Spa con un set-up degno di Monza. Al che chiunque non abbia il quoziente intellettivo di una pianta grassa si chiede:”ma quello là coi dentoni che ride sempre su una Ferrari o una Mercedes….?” salvo poi ricordarsi che esistono Campioni del Mondo che firmano contratti da seconda guida e che quindi le sedute di ipnosi regressiva col mantra “il 2014 non è mai esistito, Sebastian” potranno continuare indisturbate.

Passando alle note ilari: Honda dice che non c’erano anomalie nella PU di Alonso ritiratosi a Spa per un presunto problema alla stessa ma poi si vocifera che l’Asturiano a Monza buscherà penalità per la sostituzione dell’unità motrice. Il tutto mentre i media UK polemizzano su Alonso che getta volontariamente la spugna. Sulla sponda Milton Keynes per la prima volta in questa stagione Horner getta la croce addosso a Renault per la mancata competitività assoluta della Redbull. Premesso che comprendo appieno la frustrazione dell’Asturiano e della Redbull penso altresì che si stiano scavando la fossa da soli in questo modo. Carte alla mano sia Mecca che RBR son legate mani e piedi agli attuali fornitori di PU e che quindi l’unica via obbligata sia cercare di essere costruttivi. Che Alonso faccia il cavolo che gli pare (o quasi) e che Horner abbia detto quanto sopra per provare a tenere buono il clan Verstappen (auguri) son solo dettagli, in RBR dovrebbero ripensare al tremendo 2015 in cui Renault non sviluppò minimamente la PU per ripicca verso Milton Keynes che si era messa sul piede di guerra, salvo poi tornare sui propri passi una volta capito che le alternative erano sognate e non concrete.

Ignoro allegramente chi sia il TP in  Force India ma comincio a pensare che, in confronto, Domenicali in Ferrari avesse il polso di Jean Todt ed ho detto tutto. Non che la situazione sia facile (un pilota porta i soldi, l’altro non solo è uno dei migliori talenti giovani ma pure un protetto MB) ma ormai pare evidente che riescono sempre e comunque a gestirla nel modo peggiore ed intendo soprattutto a vetture ferme. Renault prosegue la sua crescita lenta, perlomeno con Hulkenberg, mentre STR ed Haas son sempre là nel loro limbo specie Faenza che purtroppo quest’anno mostra spesso la corda tra scarsa competitività ed una coppia di Piloti spesso entrambi fuori fase e presumibilmente altrove nel 2018. La Sauber si trascina stancamente verso il prossimo Mondiale quando dovrebbe a tutti gli effetti iniziare una nuova primavera per Hinwil targata nuovamente Rosso Ferrari. Williams al momento è solo una fornitura clienti Mercedes Benz buttata alle ortiche, ma diciamolo piano che se a qualcuno venisse in mente di dar due motori degni di tal nome a Redbull e Mclaren vedremmo 4 teams in lotta per il Mondiale anzichè 2 il che sarebbe quantomeno inopportuno.

Per le piante grasse già citate sopra

 

Buon GP a tutti

Hamilton vince a Spa, Vettel a rimorchio

Quella di Spa doveva essere una pista Mercedes ed infatti Hamilton ha vinto. Ma apparentemente non ha dominato, come ci si sarebbe potuti aspettare. Classifica alla mano, la Ferrari si è rivelata molto più vicina di quanto si potesse forse immaginare alla vigilia.
Vettel ha dato l’impressione per tutta la gara di potere avere più velocità di Hamilton, e di aspettare il momento giusto per attaccare. Ma il momento non è arrivato, nemmeno quando, dopo la safety car, la Mercedes ha optato per una strategia controcorrente, montando le mescole più dure ai suoi piloti. In quel frangente era lecito pensare che per Vettel sarebbe stato facile superare Lewis, disponendo delle gomme più morbide, ma dopo un timido tentativo alla ripartenza (fallito grazie alla superiorità della PU Mercedes) il distacco si è portato oltre il secondo e non c’è stata più alcuna possibilità per il tedesco.
Il dubbio è se l’inglese abbia controllato la situazione per tutta la gara, come ha lasciato intendere con una mezza frase pronunciata nel retropodio, o se Vettel sia stato impossibilitato ad avvicinarsi di più, e quindi a tentare l’attacco, a causa della grande perdita di carico che queste auto hanno quando sono in scia.

Detto quanto sopra, per la Ferrari il bicchiere può essere considerato mezzo pieno se si pensa a dove erano gli anni passati, con la cronica incapacità ad evolvere la macchina nel corso del campionato, problema che quest’anno sembra decisamente risolto, oppure mezzo vuoto se si considera la forza della Mercedes e di Hamilton, perché per vincere questo mondiale sarà necessario arrivare davanti ai tedeschi, e oggi questo non è successo.

Le due prime guide sono decisamente sembrate di un altro pianeta, mentre i rispettivi compagni sono stati autori di prestazioni non all’altezza. Bottas, dopo essere rimasto in terza posizione a debita distanza per quasi tutta la gara, si è calato nei panni di Zonta senza però essere doppiato, facendosi sfilare da Ricciardo a sinistra e da Raikkonen a destra in fondo al rettilineo del Kemmel. Precedentemente Kimi aveva ignorato la bandiera gialla uscita per la fermata di Verstappen, beccandosi la sanzione più dura, uno stop&go di secondi, e stupendosi pure di questo, come se i commissari non avessero la telemetria con la quale valutare se e quanto un pilota rallenta. Rimesso in gioco per il podio dalla safety car, l’ha poi perso nei confronti di un più determinato Ricciardo.

Per la RedBull è stato un GP in chiaro-scurissimo. Con un enorme deficit di motore rispetto a Mercedes e Ferrari, la speranza su una pista come questa era riposta nell’abilità dei piloti, e infatti Ricciardo l’occasione non l’ha sprecata, mentre un incredulo Verstappen è stato vittima per l’ennesima volta di un problema di affidabilità. Considerando lo status di fenomeno che gli viene attribuito, e guardando il suo pessimo ruolino di marcia quest’anno, c’è da chiedersi quanto tempo passerà prima che gli venga la tentazione di migrare verso altri lidi per concretizzare tutto il potenziale di cui dispone.

Da segnalare l’ottima gara di Hulkenberg con una molto migliorata Renault, sempre piuttosto vicina alla Red Bull e ben davanti alle Force India, e di Grosjean, che è riuscito ad arrivare settimo mentre il compagno Magnussen affondava alle prese con problemi di gomme.

Gli episodi finali hanno consentito una risalita delle Williams (ottavo Massa, undicesimo Stroll) e delle Toro Rosso (decimo Sainz, dodicesimo Kvyat), dopo una gara condotta sempre nelle retrovie. Ma entrambe le squadre devono ringraziare il duo Force India, che oggi si è superato con ben due scontri ad oltre 200 all’ora nella discesa verso l’Eau Rouge. Ocon se l’è comunque cavata con un nono posto, mentre Perez si è dovuto ritirare. Se da un lato ci si diverte parecchio a vedere queste scaramucce, dall’altro la squadra ci sta perdendo una marea di punti (e potenzialmente milioni di dollari), e il rischio di un grosso incidente è molto elevato. E’ forse il caso che qualcuno intervenga, o il loro datore di lavoro o la FIA.

Capitolo McLaren: il capo della Honda continua a dichiarare che gli aggiornamenti che vengono installati ad ogni gara (facendo prendere penalità astronomiche ai piloti) stanno portando il motore Honda al livello del Renault. Quel che si è visto oggi è che, dopo un’ottima partenza che l’ha issato al settimo posto, in pochi giri il povero Nando è stato sverniciato da chiunque, iniziando la solita sfilza di imperdibili team-radio, salvo poi fare l’aziendalista nelle interviste post-ritiro. Mentre Vandoorne, che montava l’ultimo step di aggiornamenti, è rimasto in fondo al gruppo a lottare con la Sauber (che, va ricordato, monta il Ferrari dello scorso anno). C’è da chiedersi per quanto ancora il board della Honda accetterà di vedere il proprio marchio coperto di ridicolo in mondovisione.

Ora si va a Monza, altra pista Mercedes. Da quanto si è visto oggi, in condizioni normali la vittoria non potrà sfuggire ad Hamilton. E quello brianzolo non è un circuito da sorprese, salvo che il meteo non ci metta lo zampino. Per la Ferrari si tratterà quindi di limitare i danni, e ci sarebbe da firmare per un risultato come quello odierno. Magari con Kimi sul podio.

2017 FORMULA 1 ROLEX BRITISH GRAND PRIX Silverstone

Benvenuti al Mondiale di F1 più appassionante degli ultimi 5 anni, inutile negare l’evidenza. Dobbiamo risalire al 2012, anno in cui Alonso spremette il sangue da una rapa di nome F2012 provando ad impedire il tris iridato di Vettel, per trovare un Campionato in cui le prime guide dei due Teams rivali si son contesi aspramente il WDC. Francamente il triennio 2014/2015/2016 di appassionante ha avuto poco mentre, seppur promettesse bene ad inizio annata, il 2013 diventò un proforma una volta che Vettel e la sua RBR9 trovarono la quadra ed asfaltarono la concorrenza intera vincendo il WDC con largo anticipo sulla fine del Mondiale.

La situazione là in cima alla classifica del WDC è perlomeno curiosa: la Ferrari (ovvero Vettel) non vince da Monaco ma, nonostante tale astinenza, nelle ultime 2 gare il vantaggio di Sebastian su Hamilton è andato aumentando. Il tutto mentre la sensazione, netta, è 1 che MB si sia ripresa il benchmark della performance assoluta sia in prova che in gara e 2 che per motivi probabilmente ascrivibili al suo stile di guida unico la W08 sia un cavallo difficilmente domabile per Hamilton mentre calzi sempre meglio addosso a Bottas. Già, Bottas: alla vigilia di Silverstone il divario in classifica tra Vettel ed Hamilton è superiore a quello tra Hamilton e Valtteri. La cosa non solo fa riflettere quanti tra noi, in primis chi scrive, sprezzava la scelta di Wolff lo scorso inverno ma suggerisce pure un paio di considerazioni di quelle interessanti circa i GP in cui a Bottas è stato imposto un “freno” dal suo box per proteggere la gara del suo caposquadra. Nel senso: se Hamilton infilasse un ritiro e Bottas vincendo ancora lo superasse in classifica che piega prenderebbero le cose chez Brackley? Ai posteri l’ardua sentenza.

Si parlava di Ferrari: la 668 era e resta un’ottima vettura ed il suo costante lavoro di affinamento fatto di poche (ma buone) modifiche ad ogni GP si sta dimostrando un’ottima scelta (direi a questo punto che la leggendaria versione B a passo lungo fosse veritiera quanto il fiabesco Unicorno). Vettel, fresco trentenne, corre che pare Lauda nel 1977 (il quale caso vuole allungò nel Mondiale sui diretti inseguitori a Zeltweg senza vincere la gara, anzi arrivando secondo proprio come Sebastian) ergo salvo tanto clamorosi quanto improbabili ribaltoni chi scrive resta convinto che il Piloti prenderà la strada di Maranello. Esattamente come il Costruttori prenderà la strada di Brackley, con buona pace di chi s’è inventato l’alibi del PAR (ovvero l’acronimo di Piuttosto (che) Ammettere (la) Realtà) perchè finchè il poleman di Monaco su circuiti che non siano per l’appunto Monaco o Spa finisce “quinto su quattro” i 100 milioni di dollari per la vittoria nel WCC la Ferrari continuerà a vederli giusto col telescopio. Con buona pace sia di chi in 2 minuti di intervista sprezza l’ipotetico ritorno di Alonso (e si vanta di non aver contattato Verstappen) sia di chi farnetica che Ricciardo sulla 668 non avrebbe più punti di Raikkonen. Infatti il Dentone ha comunque più punti di Raikkonen nonostante guidi una F1 con almeno 30cv in meno della Ferrari e, vedasi Vettel, decisamente meno riuscita come vettura della Rossa.

Si parlava di Ricciardo: mi permetto di far notare che nessuno ha fatto più punti di lui nelle ultime 5 gare, sempre con buona pace del nutrito esercito di crocerossine/i battenti bandiera finnica. Ovviamente lo Smiling Assassin è bello che tagliato fuori dalla lotta per il WDC “grazie” a quel che guida e, soprattutto, alla Power Unit che si ritrova ma si potrà contar sempre su di lui per il ruolo di Outsider d’Eccellenza. La ruota tornerà a girare per il verso giusto anche per Verstappen il quale sono sicuro regalerà emozioni nella seconda metà dell’anno. Redbull ha un enorme problema in prospettiva che si chiama Renault ovvero Tag Heuer: è convinzione di chi scrive che, perdurando suddetto sodalizio, a Milton Keynes continuerà il digiuno iridato fino a data da stabilire. Spero per loro che il “piano A” non sia attendere l’ingresso di un nuovo motorista o finiranno per aver sprecato anni su anni senza mai aver trovato il bandolo della matassa.

Rest of the pack: la cosa più interessante era e resta provare a capire dove sarà Alonso nel 2018 anche se, fosse confermato il ritorno di Mclaren alla motorizzazione Mercedes Benz (o addirittura il passaggio a quella Ferrari ribattezzata Alfa Romeo), con ogni probabilità la sua opzione migliore sarebbe restare dov’è. LS sostiene che alla Mclaren di quest’anno basterebbe una PU targata Renault per issare Alonso in terza fila ergo con una PU della MB, sia pure in versione “clienti”, le cose potrebbero anche essere addirittura più interessanti. Il tutto mentre si rafforza sempre più l’ipotesi di un ritorno in F1 di Robert Kubica, cosa che penso farebbe la felicità di chiunque ami lo Sport.

That’s all Ringers, buon GP d’Inghilterra a tutti!

Ricciardo vince il GP Indycar di Azerbaijan

La proprietà della F1 ora è americana, e il livello di competizione si adegua. In un circuito in tipico stile USA (tranne che per l’asfalto), abbiamo assistito ad una delle gare più pazze della storia della F1, simile a quelle che ogni tanto si vedono nel campionato Indycar, e che più spesso si vedevano una ventina d’anni fa nel campionato CART, quando Zanardi (di cui chi scrive è orgogliosamente concittadino), lo dominava.

Safety car a ripetizione, contatti, piloti finiti nelle retrovie che arrivano a podio, e, soprattutto, la giustizia che viene fatta in pista direttamente dai piloti, diventati emuli del mitico Paul Tracy.

E iniziamo proprio da questo. E’ da sperare che alla fine del campionato Vettel non debba rimpiangere il gesto di oggi. La reazione non è ammessa in nessuno sport, chiedere a Zidane. Rifilare una ruotata solo per affermare di avere ragione è sbagliatissimo ed è giusto che abbia pagato. Ma c’è un “ma”. Hamilton-Materazzi aveva provocato. Frenare in uscita da una curva, a 3 km dal traguardo, portando la velocità della macchina a 50 km/h, è pericoloso, non necessario e antisportivo. Forse non sarà sanzionabile a livello di regolamento (le luci della SC erano già spente), ma di sicuro un discorsino gli andrebbe fatto. Anche perchè è recidivo (Fuji 2007, anche in quel caso a farne le spese fu Vettel).

Detto questo, il caso ha voluto che Hamilton venisse comunque punito da un incredibile inconveniente tecnico, e la pista alla fine ci dice, comunque, che Seb ha aumentato il suo vantaggio nella classifica piloti rispetto a Lewis, in una gara dove, stando ai risultato delle qualifiche di ieri, era lecito aspettarsi una doppietta Mercedes, tale era il distacco rifilato alle Ferrari.

Ma doppietta non è stata, pur se al secondo posto è ugualmente arrivato Bottas, dopo essere finito doppiato a causa del danno riportato nell’incidente con il totalmente incolpevole Kimi in curva 2. Peccato perchè il finlandese per una volta era sul pezzo, con una partenza ottima e un attacco estremamente aggressivo al connazionale, che ha aperto la strada al compagno di squadra, sacrificando di fatto la sua gara.

Fra i due litiganti il terzo gode, e oggi a godere è stato (meritatamente) Ricciardo, che dopo l’errore in qualifica ha condotto una gara solida, rimontando dalle ultime posizioni dopo un pitstop anticipato per ripulire le prese d’aria dei freni dai tanti detriti presenti sulla pista. E’ un peccato che un pilota così abbia a disposizione per il quarto anno consecutivo una macchina che gli permette di vincere solo quando gli altri sono in difficoltà. E la stessa cosa si può dire del suo compagno di squadra, il quale ancora una volta è stato vittima della pessima affidabilità della power unit Renault.

L’altra stella di giornata è stato Stroll, incredibile terzo, bruciato da Bottas sulla linea del traguardo quando sembrava avviato ad una ancora più incredibile seconda posizione. Gliene abbiamo dette di tutti i colori, è stato criticato pesantemente dalla stampa, poi arriva sul circuito che non perdona errori, e in 3 giorni non mette mai le ruote fuori posto, e in una gara dove tanti colleghi hanno perso la bussola, lui è capace di ottenere un grandissimo risultato (è il più giovane pilota ad arrivare podio nella storia della F1). I prossimi GP ci diranno se si è trattato di un caso, ma da quello che si è visto oggi probabilmente non lo è. Indipendentemente dal fatto che sia arrivato dove si trova grazie ai tanti soldi di papà (prima di questo GP se ne era andato ad Austin a provare una monoposto del 2014, per una spesa che probabilmente si avvicina, o anche supera, la milionata di euro).

Dietro ai primi, da segnalare gli ottimi risultati di Ocon, Sainz e Wehrlein, tutti e 3 arrivati ai ferri corti coi rispettivi compagni di squadra. In particolare il francese, che ha spedito a muro Perez quando entrambi navigavano in zona podio, e, per sua fortuna, ad avere la peggio è stato il compagno. Al prossimo briefing dovrà essere presente l’ispettore Clouseau, per mettere un po’ di tranquillità.

E infine arriviamo a quella che è la vera impresa di giornata. Due motori Honda sono riusciti a finire il GP corso sulla pista dove il motore viene spremuto di più, portando addirittura Alonso nei punti. Ovviamente verso la fine qualche problemino c’è stato, altrimenti il risultato poteva essere anche migliore, se è vero che il povero Nando ad un certo punto era vicinissimo al podio, e, parole sue, avrebbe pure potuto vincere questa gara. Non è improbabile che a fine gara i motori siano da buttare, e che anche in Austria si prendano decine di posizioni di penalità, ma intanto la classifica si è mossa, e non è poco.

La Ferrari riparte da Baku con la consapevolezza che anche quando le qualifiche la vedono in difficoltà, in gara può dire la sua. Ma come si è visto a Montreal, e pure oggi, non essere in pole significa avere altissime probabilità di finire dietro (o molto indietro) in gara (ma anche esserlo e non fare una buona partenza, ovviamente non è bene). E questo potrebbe fare la differenza alla fine dell’anno, come sa bene Alonso. Con la consapevolezza di questo, buttare dei punti preziosi cedendo all’istinto è, come detto all’inizio, un errore imperdonabile, ed è bene che Seb rifletta (e venga fatto riflettere) su questo, con tutto il rispetto che si deve ad un grande campione.

45° ADAC Zurich 24h-Rennen Nürburgring

Se già l’edizione scorsa verrà ricordata come una di quelle più emozionanti, quella 2017 non è da meno.

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Quest’anno la gara nell’Inferno Verde cade in un week-end già saturo di Motorsport, con il GP di Monaco e la 500 Miglia di Indianapolis a prendersi i titoli e tutte le attenzioni mediatiche. Nonostante questo in Germania non si lasciano sfuggire il rarissimo caldo soleggiato che regna sull’Eifel, quindi si registrano 205.000 presenze circa nel corso del week-end e non si sa quanti milioni di litri di birra tracannati.

Ma ci siamo…..le 160 auto, dalle velocissime GT3 alle utilitarie e vecchie volpi come la Manta Kissling (ha davvero una coda di volpe attaccata all’antenna), stanno per prendere il via della gara più dura che ci sia per piloti, mezzi e team. In pole c’è un prototipo artigianale dell’americano Glickenhaus: la bellissima e stranissima SCG 003 con livrea gialla e bocca da squalo che mi ricorda tanto le Jordan F1, che Jeff Westfal è riuscito a portare davanti a tutti in 8’ e 15”.                            Poi una pattuglia di Audi con la Ferrari 488 GT3 in seconda fila.

Al via i piloti non prendono troppi rischi, tutti sfilano agevolmente fra le curve del GP Strecke prima di buttarsi a pista libera nel Nordschleife. La SCG 003 #704 mantiene la testa inseguita dalle Audi WRT e Land con in mezzo la Ferrari, invece Mercedes e BMW inseguono nel gruppo. Come sempre è estremamente difficile superare e le uniche vere chance si hanno sul Dӧttinger Hӧhe e alla curva 1 del GP Strecke.

Dopo pochi giri e un paio di cambi di leadership alcuni team iniziano a pittare uscendo dalla classica strategia, è il caso della BMW M6 Rowe #98 e della Mercedes AMG Haribo #8, che dopo i pit stop di tutti gli altri si ritrovano infatti in testa, ma quasi alla fine del loro stint.

Nelle prime fasi svaniscono subito le speranze per la Porsche, che perde prima della sera 4 vetture per incidenti e problemi tecnici, lasciandone solo una nella top ten; in difficoltà anche le Bentley che con le Yokohama non riescono a tenere il ritmo dei primi. Le Mercedes iniziano a perdere costantemente terreno uscendo dalla top 5 a beneficio delle BMW che sembrano essere le uniche in grado di contrastare la flotta Audi.

Prima del tramonto si registra un primo colpo di scena che vede la Glickenhaus di vertice rientrare ai box con il retrotreno danneggiato a seguito di un contatto con una Mercedes Black Falcon; le riparazioni fanno perdere oltre un giro intero alla SCG 003 che si dimostra comunque molto veloce, ma quando perdi un giro qui non recuperi mai e puoi dire addio i sogni di vittoria.

Altro colpo di scena vede Nico Muller con l’Audi #10 del WRT nelle posizioni di testa andare a sbattere dopo un contatto con una Clio nella zona di Hatzenbach…il risultato è sospensione rotta e gara finita. Anche l’Audi #5 del Phoenix ha un contatto con un doppiato all’inizio del Nordschleife, riesce a riprendere la pista con la posteriore sinistra forata e man mano distrutta….dopo qualche minuto si rivede la vettura con una nuova “magica” gomma integra (wet) reperita da qualche parte nella foresta grazie alla previdenza del team di predisporre ruote in vari punti della pista.

Mai vista una cosa del genere!

A questo punto si entra nella notte con le altre tre R8 che si giocano la leadership, con la #29 in leggero vantaggio, a seguire le BMW Rowe #98 e la Schnitzer #43.

Nella corso della notte le Mercedes perdono ancora del tempo e attanagliate da problemi tecnici e di gomme Michelin, non sembrano della partita. La prima è la #1 Black Falcon a oltre 5’ dai leader.

Alle prime luci dell’alba l’Audi perde anche la #28 del Team Land che si ferma ai box con problemi tecnici a seguito di una doppia foratura, mentre sono arrivati i guai per la BMW #43 che si ritira per incidente nel 3° settore della pista.

La mattinata procede senza troppi intoppi per le vetture di testa, la #29 continua a comandare con circa 90 secondi di gap sulla #9 del WRT e su stessa strategia, mentre la BMW #98 è circa 1 minuto più indietro. A 2 ore dal termine si verifica un momento drammatico per l’Audi di testa, infatti in uscita dal pit stop la macchina non procede a velocità normale, ma più lentamente, completa così un giro del circuito GP e ritorna ai box….panico! Macchina portata nel garage, smontato il cofano, reset elettronico effettuato e ripartenza dai box…a questo punto ritorna in pista in terza posizione ad 1’:30” dalla #9 e ad 1’ dalla #98. Chris Mies (uno dei piloti) sta per esplodere di rabbia…..perdere così una gara dopo averla praticamente dominata deve fare male…in Toyota ne sanno qualcosa, anzi molto di più!!

Le ultime 2 ore vedono nelle 3 macchine di testa i 3 piloti che le condurranno fino al traguardo: Rast per la #9, Catsburg (protagonista anche nel WTCC) sulla #98 e Van der Linde sulla #29 che tenta la disperata rimonta.

Verso le 14.30 i distacchi non sono cambiati, ma si incominciano a vedere nuvole minacciose arrivare sul castello dell’Eifel, qualcuno vuole che ci sia un finale thrilling. La BMW ha fatto il suo ultimo pit stop a circa 1 ora dalla fine, quindi ne ha per arrivare al traguardo, mentre le 2 Audi dovranno fare uno splash a 2-3 giri dalla conclusione.  Dopo il suo ultimo stop la BMW scivola a quasi 3 minuti di gap dalla vetta, ma le Audi si dovranno fermare…..non è ancora detta l’ultima parola.

Il pit stop dell’Audi #9 va perfettamente secondo i piani, ma quello della #29 è un disastro colossale: la macchina parte e il tappo del serbatoio si svita, si ferma, viene riportata indietro, concitazione per chiudere in qualche modo il serbatoio….intanto i secondi….trascorrono inesorabili, passa anche la BMW.                           A questo punto, persa per persa, il team Land prova il Jolly delle gomme rain, quindi altro tempo perso. Effettivamente da qualche parte sta piovendo, ma il Nürburgring data la sua vastità è l’unica pista dove non interessa se piove, ma DOVE piove??

Il dado è tratto….Van der Linde esce dai box con le gomme da bagnato su pista asciutta e con un pallido sole…follia pura!

Affronta lentamente per non distruggere le gomme il GP Strecke e si butta per la penultima volta nell’inferno verde alla ricerca disperata di ciò che tutti non vorrebbero mai: l’acquazzone del ‘Ring che non perdona.

Rast intanto si addentra nel ventre della foresta…..ma questa è una storia che dovete vedere.

Chi sopravvivrà?? Chi vincerà??

Godetevi questa mezzoretta di manico e follia.

Grazie di esistere Nordschleife che regali sempre emozioni!

Grazie Bring!

Aury