Archivi tag: danilo petrucci

WSBK 2022 – ROUND D’INDONESIA

Penultimo appuntamento del mondiale superbike in quel di Mandalika, Indonesia. Round che coincide con il primo match point per Bautista per chiudere definitivamente la pratica mondiale, titolo che in Ducati aspettano dal 2012 quando vinse Checa.

Paradossalmente se lo giocherà sulla pista peggiore dell’anno in termini di variabili che possono scompaginare i valori in campo. In primis, non ci ha mai corso con Ducati, si correrà su un asfalto completamente rifatto con tutto quello che comporta in termini di evoluzione della pista durante il weekend e il meteo potrebbe non essere dei migliori.

immagine da insella.it

Insomma, ci sarà un gran daffare per lo spagnolo e il suo team per cercare di mettere insieme tutti i pezzi nel modo giusto. Sarà così anche per gli altri ma è chiaro che quando hai la possibilità di vincere il mondiale c’è un pizzico di pressione in più.

Il vantaggio di 82 punti in classifica è più che rassicurante e gli permetterebbe di accontentarsi di arrivare secondo nelle tre gare previste per vincere il titolo. Non crediamo che sarà questa la tattica dello spagnolo ma non deve neanche fare troppi calcoli anche perchè Razgatlioglu non ha nulla da perdere come Rea.

Il turco arriva in Indonesia con la consapevolezza che ormai non dipende più da lui. Magari sarà proprio Rea ad aiutarlo in una rimonta che avrebbe dell’impossibile ma in ogni caso avrà una sola scelta obbligata, vincere tutte le gare a disposizione.

immagine da tuttomotoriweb.it

Rea si trova nello scomodo ruolo di “osservatore” che però potrebbe metterci più che uno zampino nella lotta al titolo. Molto dipenderà dallo stato di forma con cui la sua Kawasaki scenderà in pista, se sarà quello visto nelle ultime uscite allora si dovrà davvero accontentare di essere un semplice spettatore.

Per gli altri, la tante variabili in gioco potrebbero giocare a favore, vedi Honda e BMW ma molto dipenderà dalle motivazioni dei piloti in gioco che nel caso di Redding, ad esempio, non sembrano proprio al top. Anzi, ormai la battaglia sembra ormai più dialettica, con la polemica sul famigerato perso minimo da imporre a Bautista (o comunque ai piloti più “leggeri”) che ha tenuto banco nelle ultime due settimane.

Tra l’altro, un “peso massimo” potrebbe esordire in superbike nel 2023, mentre un altro tornerà sicuramente. Il primo è Petrucci, che potrebbe correre con il team Barni nel 2023, anche se Ducati preferirebbe vederlo nel MotoAmerica per questioni di visibilità del marchio e anche perchè non saprebbero con chi sostituirlo. Il secondo è Sykes che correrà nel 2023 con il team Puccetti e quindi di nuovo in sella a quella kawasaki che tante soddisfazioni gli ha regalato.

immagine da motociclismo.it

Tutto pronto quindi per un appuntamento storico per Ducati, che potrebbe centrare per la prima volta la doppietta mondiale MotoGP e SBK, la certificazione di un dominio tecnologico nell’ambito delle moto sportive che sembrava follia fino a qualche anno fa e sembra ancora incredibile considerando le dimensioni e le capacità finanziarie della casa di Borgo Panigale in confronto ai colossi giapponesi.

Difficile che la partita si chiuda già al sabato, Toprak dovrebbe combinare un disastro. Molto più facile che gara 2 della Domenica possa sancire il trionfo dello spagnolo. Ma tanto deve ancora accadere prima di allora per cui godiamoci quello che sembra un weekend di gara ad alta tensione.

*immagine in evidenza da motograndprix.motorionline.com

Rocco Alessandro

DUCATI E IL REBUS PILOTI 2021

Come nel gioco delle sedie , la fine delle trattative per l’ingaggio dei piloti per la stagione 2021 ha visto la Ducati fare la figura di quello che, finita la  musica, rimane senza una sedia dove sedersi e finisce con le terga sul pavimento.

Hanno provato a ingaggiare i piloti più ambiti del mondiale in scadenza di contratto, ovvero quasi tutti quelli dei top team ad esclusione di Rossi, sul quale, francamente a Borgo Panigale hanno già dato abbastanza…

Dato per scontata (pre coronavirus…) la partenza di Dovizioso e di un Petrucci che poco ha convinto nel 2019 , il rifiuto dei vari Marquez, Vinales, Quartararo fino ad arrivare a Rins hanno costretto il management Ducati a confrontarsi con lo spettro di un 2021 senza un pilota top da far sedere sulla propria moto.

immagine da oasport.it

Una prospettiva piuttosto inquietante per un team che negli ultimi 4 anni ha vinto più GP di Yamaha ed è stato il più ostico avversario della Honda.

Come si è arrivati a questa situazione? A mio parere per tre diversi motivi:

  • il management Ducati si è dovuto confrontare con una riduzione del budget riservato ai piloti a causa dell’abbandono dello sponsor  TIM a partire dal 2018.
  • Il trattamento di Lorenzo da parte dei vertici della Ducati Corse non è stato proprio rassicurante nei confronti dei piloti che pensavano di accasarsi a Borgo Panigale, e prima di lui ci sono stati i “casi” Stoner, Capirossi, Rossi, Melandri…
  • La Ducati, nonostante la “cura Dall’Igna” resta una moto che è difficile da portare alla vittoria e complessa da gestire, come il caso Lorenzo ha insegnato.

Mentre il primo punto può essere più o meno facilmente superabile, dato l’interesse piuttosto concreto per Marquez a cui è stato presumibilmente offerto un contratto adeguato al suo status attuale, gli altri due punti sono elementi dissuasivi che hanno scoraggiato molti di quei piloti che hanno pensato di avere più da perdere invece che guadagnare dall’approdo in Ducati.

Nessun pilota attualmente al vertice della motoGP vuole fare la “fine” di Rossi o Lorenzo che hanno incontrato enormi difficoltà ad adattare il proprio stile di guida alla Desmosedici.

immagine da amotomio.it

A questo si aggiunge il fatto che, storicamente, in Ducati è più importante la moto che il pilota, un pò come succede sull’altra rossa che sta di casa a Maranello e ha due ruote in più. Considerando l’ego (giustamente) ipertrofico di uomini che rischiano andando a 300 km/h su due ruote, il fatto di non essere presi nella giusta considerazione non è certo un fattore attrattivo per chi volesse affrontare la sfida Ducati.

Risultato? Difficoltà a troveare sostituti adeguati a Dovizioso al termine di un ciclo piuttosto lungo in Ducati, un Petrucci che nonostante la vittoria al Mugello ha deluso le aspettative, Bagnaia che ha avuto enormi difficoltà ad adattarsi alla moto nel 2019 e un MIller, veloce, temerario ma incostante in gara e con una spiccata tendenza all’errore.  I piloti del team privato Avintia hanno ancora meno voce in capitolo trattandosi di Rabat e di un Zarco che non ha potuto far vedere se in grado di tornare ad essere un pilota di livello in sella a Ducati.

L’incertezza legata al Coronavirus potrebbe offrire un assist involontario a Ducati portando al rinnovo di Dovizioso almeno per un altro anno (2021 ndr). Per Petrucci la situazione è più complessa perchè il pilota umbro davvero non ha convinto al suo primo anno sulla Desmo ufficiale e  potrebbe vedersi scavalcato da un MIller che, nonostante una certa incostanza di rendimento, è più giovane di 5 anni e con un potenziale superiore.

Ciabatti, direttore sportivo Ducati Corse, ha recentemente dichiarato che nel mirino ci sono tre piloti giovani, Baldassarri, Bastianini e lo spagnolo Martin. E non ha del tutto escluso un eventuale (ma speriamo anche di no…) ritorno di fiamma con Andrea Iannone.

Insomma nulla fa pensare che per il 2021 (o 2022 dato che questo 2020 sarà praticamente nullo) in Ducati arrivi un “pesce grosso” ma che anzi, escluso Dovizioso che rimane una garanzia, gli altri pretendenti alle Desmo che contano non sembrano avere il pedigree di quelli che possono portare la Ducati alla vittoria.

Verrebbe da pensare che ai vertici Ducati non interessi più di tanto vincere di nuovo il titolo in MotoGP quanto alimentare l’idea che Ducati sia una moto non per tutti, “bella e impossibile” e che abbia sempre e comunque un’importanza superiore a qualsiasi pilota la possa guidare.

immagine da cuoredesmo.com

Da un certo punto di vista se lo possono anche permettere: Ducati non ha mai venduto e fatturato come in questo periodo storico,con la V4 Panigale top seller nella categoria delle sportive e un marchio sempre in crescita e di tendenza tra gli appassionati.

D’altronde il dna Ducati piuttosto intransigente è ben radicato, considerando che lo stesso Ing. Preziosi, “padre” della Gp7 iridata, ebbe modo di dichiarare che per chi progetta la moto l’imperativo è raggiungere sempre e comunque il top delle prestazioni e della velocità potenziale della moto, e che la guidabilità della stessa è solo un problema del pilota e non deve essere un cruccio per chi la progetta.

Considerando la situazione attuale, tutto fa supporre che solo l’arrivo di un pilota come l’attuale Marquez potrebbe riportare la Ducati al vertice. Per lo spagnolo sarebbe una bella sfida, vincere con una moto così iconica e che non sia una Honda ma evidentemente qualcosa, oltre al tappeto rosso srotolato da Honda ai suoi piedi, lo ha fatto desistere. Scommettiamo cosa possa essere stato?

*immagine in evidenza da sport.sky.it

Rocco Alessandro

PTT Thailand Grand Prix 2019, match point for Marquez!

Benvenuti al Chang International Circuit di Buriram, Thailand dove si svolge per la seconda volta nella sua storia il gran premio classe MotoGP. Piccola introduzione sul circuito che ho visitato lo scorso anno prorpio in occasione della MotoGP, come ormai quasi tutti i circuiti che hanno la licenza FIA anche questo é stato progettato dall’ingegnere tedesco Hermann Tilke. Vederlo in foto non emoziona piu di tanto, sembra il solito circuito senza punti di interesse e parcheggi ai lati della pista invece delle vie di fuga, sul posto le cose cambiano un pó. Rettilineo di partenza mediamente lungo, prima staccata e ci si immette sul primo dei rettilinei del circuito con una leggera discesa con pendenza verso destra che porta ad una gran bella staccata con curva di raccordo sulla destra che immette sul rettilineo parrallelo, successivamente arriva il tratto piú giudato della pista con una serie di curve e con un dislivello di qualche metro dalla parte precedente del circuito, dopodiche’ un piccolo rettilineo porta all’ultima staccata prima del traguardo, per capirci il punto dove lo scorso anno Marquez “infiló” Dovizioso facendo una mossa alla “Dovizioso”. Un aspetto che mi ha colpito l’anno scorso é stato senza dubbio l’organizzazione dell’evento, ok era gia dal 2015 che il Chang International Circuit ospitava le gare della WSBK e altre categorie internazionali come Asian GT, WTCC ed altro, peró organizzare un evento come la MotoGP ha diverse criticitá e devo dire che l’organizzazione é stata all’altezza dell’evento. Anche la grande partecipazione dei thailandesi e dei vari expats o semplici turisti del motorport hanno reso l’evento una festa dei motori, tantissime moto nei parcheggi all’interno del circuto, ed alcuni pezzi davvero rari! Come vostro inviato sul posto anche quest’anno saró in Buriram per seguire l’evento, spero che sia bello come lo scorso anche se dal punto di vista sportivo ormai dice poco in ottica campionato.

Veniamo appunto alla lotta per il titolo della MotoGP che vede il dominatore del campionato 2019, l’alieno delle due ruote il marziano Marc Marquez, arriva qui in Thailandia con un vantaggio tale sul secondo in classifica Dovizioso, da permettergli di laurearsi campione del mondo al Chang International Circuit (bastano appena 2 punti in piú di Dovizioso a fine gara). Il campionato ormai é chiuso da tempo, le uniche soddisfazioni sono le vittorie di tappa che hanno visto i vari Vinales, Rins, Petrucci e Dovizioso battere Marquez sul suo terreno, unica eccezione l’ottimo Quartararo che nonostante le pole e le ottime gare manca ancora della vittoria di tappa, magari questa potrebbe essere la volta giusta. Una menzione particolare per Jorge Lorenzo che proprio qui in Thailandia cominciava ufficialmente il suo calvario con gli infortuni, a distanza di un anno il talento di Palma di Maiorca non riesce ad uscire dalla crisi che lo sta attanagliando in un vortice che lo porta sempre piú in basso nelle prestazioni, come tifoso della MotoGP e sportivo gli auguro di riprendersi al piú presto, magari proprio qui in Thailandia dove tutto ebbe inizio.

Le Yamaha arrivano al Chang International Circuit con la loro proverbiale ed indecifrabile competitivitá, Vinales e Quartararo sono capaci di fare pole e magari vincere la gara come arrivare ottavi o appena giú dal podio o magari sdraiarsi al sole del Buriram dopo poche curve, Rossi é nella fase tour legend dove piú che lottare per la vittoria si accontenta di essere competitivo e magari, se l’occasione diventa favorevole cogliere qualche piazzamento o forse, ma la vedo davvero dura, una vittoria di tappa. Morbidelli sta crescendo bene e sta anche facendo un campionato piú che positivo, il problema é che accanto a lui c’é El Diablo che con le sue prestazioni monstre rende il paragone deficitario. Veniamo al capitolo Ducati, ah che peccato mi verrebbe da dire; una moto molto competitiva a tratti dominante che peró per un verso o per l’altro proprio non riesce a portare il titolo a Borgo Panigale. Dovizioso ci mette tutto se stesso, ma contro il binomio Honda-Marquez non puó far nulla, Petrucci dopo la vittoria al Mugello e la conferma del sedile per il prossimo anno si é spento piú velocemente di un cerino; urge pilota di livello superiore per sperare di battere Marquez. La Suzuki gestita ottimamente da Davide Brivio, cresce continuamente ed é ormai un cliente duro per chiunque, specie con il suo pilota di punta Rins, anche se ancora non sono ad un livello tale da permettergli di lottare per il titolo, abbiamo visto che quando Rins si trova in lotta con Marquez non ha nessun timore reverenziale, anzi si esalta.  KTM bene anzi benissimo nelle ultime gare, il progetto si sta sviluppando bene, nonostante l’usicta del pilota di riferimento il francese Zarco; Aprilia forse un gradino sotto la KTM ma in crescita se vediamo la scorsa gara, qui peró le caratterische del circuito dovrebbero essere piú penalizzanti che altrove.

Moto2 e Moto3

Le due classi propedeutiche alla MotoGP vedono Alex Marquez con le mani sul titolo Moto2 e gli italiani ormai spettatori non paganti, strano vedere i piloti italiani furi dai giochi della Moto2 categoria che negli anni scorsi é stata dominata da Morbidelli prima e Bagnaia poi. La Moto3 invece é sempre molto interessante da vedere, per la lotta e l’imprevedibilitá che la caratterizza, qui per gli italiani il sogno iridato sembra piú fattibile che in Moto2, ma attenzione alle false illusioni, Canet ne ha di piú di tutti e anche se la matematica dice -2 da Dalla Porta in realtá é lo spagnolo il pilota piú in forma della Moto3.

PS: di seguito un link promozionale divertente di Marquez a Bangkok con la sua Honda ed alla guida di un Tuk Tuk https://www.thairath.co.th/news/local/1667118

Saluti e buon divertimento.

Immagini prese da: bleacherreport.com, www.racecontrols.net, www.tatnews.org1 , www.thairath.co.th

LucaBKK

 

Dirette Sky Sport F1 HD

Venerdì 4 ottobre
4:00-4:40 – FP1 Moto3
4:55-5:40 – FP1 MotoGP
5:55-6:35 – FP1 Moto2
8:15-8:55 – FP2 Moto3
9:10-9:55 – FP2 MotoGP
10:10-10:50 – FP2 Moto2

Sabato 5 ottobre
4:00-4:40 – FP3 Moto3
4:55-5:40 – FP3 MotoGP
5:55-6:35 – FP3 Moto2
7:35-8:15 – Qualifiche Moto3
8:30-9:00 – FP4 MotoGP
9:10-9:50 – Qualifiche MotoGP
10:05-10:45 – Qualifiche Moto2

Domenica 6 ottobre
3:40-4:00 – Warm-Up Moto3
4:10-4:30 – Warm-Up Moto2
4:40-5:00 – Warm-Up MotoGP
6:00 – Gara Moto3
7:20 – Gara Moto2
9:00 – Gara MotoGP

Differite TV8 e TV8 HD

Sabato 5 ottobre
14:00 – Sintesi qualifiche MotoGP, Moto2 e Moto3

Domenica 6 ottobre
11:00 – Gara Moto3
12:15 – Gara Moto2
14:00 – Gara MotoGP

MotoGp2019- Gp Italia- Immenso Petrucci

Grande, grande e poi ancora grande Danilo Petrucci.
Oggi Danilo ha spiazzato chiunque avesse in mente cosa scrivere sul Gran Premio d’Italia immaginando una nuova probabilissima vittoria di Marquez dopo quanto mostrato nelle prove e nelle qualifiche.
Ed invece il pilota “operaio” ha costretto tutti a reinventare daccapo i loro commenti al GP, lasciando di stucco il pubblico assiepato sulle colline toscane ed anche quello appeso alla TV.
Danilo è stato grande. La sua è la vittoria del sudore e delle lacrime. Sudore per una carriera cominciata e proseguita in una maniera differente rispetto ai suoi colleghi più blasonati. Lui è la dimostrazione che la forza di crederci aiuta tantissimo, anche quando non hai un background che parte dalle classi minori con i classici step che vanno dalla Moto3 per arrivare nella classe regina.
Il suo percorso è stato diverso ed oggi sublimato con la più bella vittoria che potesse ottenere. Non ci sono state cadute o problemi tecnici altrui a spianargli la strada, e nemmeno condizioni atmosferiche favorevoli ad aiutarlo.
Oggi Danilo è semplicemente stato il più bravo di tutti. E si è messo dietro entrambi i piloti con le più serie ambizioni di titolo.
La gara è partita con il solito ritmo “controllato” che ha consentito la formazione di un gruppone che ha regalato qualche giro di battaglie spettacolari. Nel gruppone anche Rins e Miller hanno partecipato allo show, insieme a Pecco Bagnaia fin quando le Ducati Pramac non sono andate per campi. A tre quarti di gara i tre del podio hanno cominciato a staccarsi rendendo evidente che la vittoria era esclusivamente affar loro.
Danilo ha spento il cervello ed ha acceso il cuore. Non ha pensato di accodarsi al suo compagno di team per fare da spettatore privilegiato della battaglia Dovizioso/Marquez. Petrux ha semplicemente ascoltato il suo cuore ed ha capito che quella poteva essere un occasione splendida da non farsi sfuggire. Sono cominciate le staccate a vita persa in entrata della San Donato col gambone aperto quasi ad ostruire il passaggio agli altri due compagni di lotta. All’inizio dell’ultimo giro è entrato terzo alla San Donato uscendo primo e credendoci sino alla linea del traguardo sulla quale ha preceduto un sempre irresistibile Marc Marquez ed Andrea Dovizioso. Lo spagnolo ha provato a cambiare le regole della fisica entrando a vita persa con moto di traverso inclinata oltre i 45 gradi sia alla Casanova Savelli che alla Scarperia Palagio pur di guadagnare qualche metro. Però oggi si è dovuto inchinare a Danilo e le sue manovre gli hanno solo permesso di difendersi da Dovizioso.
Vittoria per Danilo inequivocabile ed indiscutibile. Conferenza stampa con gli occhi rossi e tutto il Mugello a rendergli merito. Non sarà un fuoriclasse, ma una vittoria in MotoGP battendo Marc Marquez resterà tatuata nella sua memoria ed anche in quella degli appassionati dello sport. Non sarà un fuoriclasse ma una gara di MotoGP non la vinci a caso…

In ottica campionato il risultato è favorevole per Marquez che guadagna qualche punto su Andrea Dovizioso autore di una gara concreta ma al quale è mancato quel piccolo guizzo per star davanti allo spagnolo.
Celebrato Petrucci e celebrata la sua consistente Ducati la gara degli altri è stata per tanti (troppi) in chiaroscuro.
Rins è stato buon quarto dopo aver provato a mettere le sue ruote davanti a tutti nella prima parte di gara. Purtroppo non aveva il ritmo ed il motore per stare insieme ai tre del podio. Le due Ducati Pramac sono state in evidenza per tutta la prima parte di gara fin quando entrambi i portacolori non sono scivolati per eccesso di foga. Crutchlow con la seconda Honda ha fatto una gara onesta, vicino ai primi ma mai con la reale possibilità di lottare.
La grande delusione del weekend sono state un altra volta le Yamaha. Opache le ufficiali sin dalle prove soprattutto con Valentino, anche le Petronas sono scomparse presto, complice una caduta nei primi giri di Morbidelli ed una gara nelle retrovie sia per Quartararo che per Vinales. I passi avanti che parevano essere stati compiuti non sono stati sufficienti per dare competitività ad una moto che sta diventando un vero rebus. Valentino è stato autore di prove travagliate ancora una volta, ed è stato obbligato a partire dal fondo del gruppone con tutte le conseguenze che ne vengono fuori, ivi compresa la foga di recuperare ed il maggior rischio di finire in terra come regolarmente è accaduto.
Lorenzo…Jorge non è mai realmente esistito in gara. Ha cominciato ad alzare la mano verso il team durante il weekend, chiedendo un aiuto sulla moto.. Probabilmente sta cominciando a “pestare qualche callo” anche a Marquez che si è premunito di mettere le mani avanti invitandolo a non lamentarsi. Stanno cominciando anche in Hrc le schermaglie verbali alle quali abbiamo già assistito sia in Yamaha che in Ducati, purtroppo. Con questa Ducati Lorenzo sarebbe stato un serio problema per Marquez. Forse in Honda sono stati bravi ad intuire che ingaggiandolo avrebbero preso due piccioni con una fava..
KTM continua a recitare il ruolo di comprimaria insieme ad Aprilia, seppur qualche lampo austriaco ogni tanto si intravede, contrariamente a quanto accade in Aprilia dove di luce non se ne vede da un pezzo.

Lo sport, quello che si è visto in pista e non sulle tribune…al solito le nostre piste sono popolate da persone che comprano il biglietto senza sapere il vero significato della parola “sport”, parola che assume un significato ancora più profondo quando si parla di Motorsport. Purtroppo dobbiamo ancora sprecare del tempo e delle parole per coloro che fischiano ed ululano contro qualcuno che rischia la propria vita per amore della competizione. I fischi a Marc Marquez NON ci stanno. Marquez altro non è che la versione spagnola del nostro Valentino dei tempi d’oro, ovvero un pilota sublime, furbo, dannatamente veloce e attualmente migliore di chiunque altro. Merita solo applausi.


(il pilota operaio)

MOTO2
Un Marquez doveva pur vincere ed alla fine ha vinto in Moto2.
Il fratellino di Marc pare aver ritrovato lo smalto di qualche anno fa ed ha infilato la seconda vittoria di fila dopo Le Mans tornando in lotta per il campionato.
Dagli italiani ci si aspettava qualcosa di più. Marini, brillantissimo secondo, ha perso il treno giusto lottando contro Luthi nel momento in cui Marquez davanti provava a dare lo strappo che alla fine si è rivelato decisivo per la vittoria. Bene Lorenzo Baldassarri alla fine quarto e quindi non troppo penalizzato per la lotta in campionato. Partiva dalla quindicesima posizione ed ha fatto una gara grintosa. Bene anche Bastianini sempre concreto in questo suo primo anno da rookie, benino Pasini, male Bulega.

MOTO3
Vedere la danza delle piccole moto sulle colline e nelle curve toscane è sempre un grande spettacolo per gli occhi. La pista permette diverse traiettorie nelle esse e nelle curve del Mugello, ed i ragazzini non si fanno mai pregare a prenderle tutte e sempre contemporaneamente. Tony Arbolino vince la sua prima gara in carriera davanti ad Dalla Porta ed a Masia. Il quarto e quinto posto di Antonelli e Foggia completano un risultato splendido per i nostri ragazzini.

Su nove posti sul podio oggi gli italiani ne hanno conquistati cinque.
Due medaglie d’oro, due d’argento ed una di bronzo….. Se fossero le Olimpiadi..Bravi gli italiani tutti ma soprattutto:

BRAVO BRAVO DANILO PETRUCCI

Salvatore Valerioti

Immagine in evidenza tratta dal sito “corrieredell’umbria.it”
Immagine articolo tratta dal sito “gpone.com”