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LA PRIMA VOLTA “PIU'” SPECIALE DI PECCO

E’ sempre speciale vedere un giovane arrivare in vetta al top del Motorsport mondiale.

Tanti anni di corse, di campionati, di piloti, eppure quando assisti alla loro prima volta la soddisfazione e l’emozione sono sempre tanto grandi.

Quando accade ad un pilota italiano è ancora più speciale. Se accade a un pilota italiano che cavalca una moto italiana lo è ancor di più…. What else? Che quel pilota italiano sia nato e cresciuto a pochi chilometri da te… Ma siamo sicuri che basti? No, perché quel ragazzo decide di mettere la prima in carriera battendo in pista il Re.

Grazie Pecco, grazie infinite per l’adrenalina di ieri, per la gioia e per l’urlo che ho dovuto soffocare dentro.

Ho scientemente evitato di guardare la gara in diretta perché me lo sentivo, forse. Ed è stato bello seguirla a distanza. Mi sono sentito come ai bei tempi del passato, quando le notizie arrivavano per radio e via telefono ai membri della squadra. Un salto indietro di 50 anni permesso al sottoscritto sig. Nessuno dai nuovi mezzi di comunicazione.

Ci voleva Pecco…ci voleva. Forse è la volta che la carriera svolti per sempre grazie a quel talento che non è mai mancato ma che non si è mai riusciti a mettere insieme alla domenica in Motogp. La vittoria poteva arrivar prima, le occasioni ci sono state, ma intanto è arrivata e ce la godiamo in attesa della prossima che arriverà, eccome se arriverà…

Perché tanta gioia? In fondo Pecco è già un Campione del Mondo. Vero, ma diciamocela tutta. Quanto vale in più una vittoria di gara nella Top Class rispetto ad un mondiale in una classe inferiore? Tanto, troppo, ed oggi Pecco è salito nel ristretto mondo degli eletti che ce l’hanno fatta.

Oggi vedo un ragazzo che ce l’ha fatta dopo tanti sacrifici e testate sull’asfalto, dopo tanta ghiaia nella tuta e nelle mutande. E vedo con un altro occhio anche un aspetto che poco mi è piaciuto in questi mesi: il traino di Valentino in ogni turno di qualifica. L’ho criticato anche io per questo, ma oggi ho provato a diventare Pecco per un attimo e forse ho capito. Che ci piaccia o meno Rossi ha fatto abbastanza per lui e per sostenerlo. Comprendo che Francesco possa avere un debito di riconoscenza nei suoi riguardi per l’aiuto a scalare le posizioni delle classi inferiori, per l’appoggio nei momenti difficili che noi non possiamo conoscere.

Volete mettere la soddisfazione? Il nostro, come milioni di altri ragazzini in giro per il mondo, è cresciuto col mito di VR negli occhi e nel cuore. Volete mettere l’orgoglio di sapere che lo stia aiutando in qualcosa? Si, un comune mortale (sino a ieri) come Pecco che aiuta un’icona del motociclismo mondiale, che dico una, “L’ICONA” del motociclismo degli ultimi vent’anni. In fondo altro non ha fatto che fare ciò che tanti nipoti hanno fatto con i propri nonni. Da piccoli sono stati accuditi dagli stessi, accompagnati a scuola e presi per mano per attraversare la strada. Diventati grandi hanno contraccambiato facendo il loro bastone della vecchiaia ed aiutandoli con il proprio braccio a fare le scale. Il semplice fatto che Francesco Bagnaia da Chivasso si sia adoperato per farlo fa onore al ragazzo ed ai valori che la sua famiglia gli ha inculcato.

Che dite? Che sono diventato buonista dalla sera alla mattina? No, ma oggi va così e ci credo a dispetto di ciò che chi legge avrà voglia di contestare. Ognuno la pensi come vuole, tanto mi interessa il giusto e non di più..

Ma che bello che è stato?

Uno può prendere la laurea con una vittoria: aggiudicarsi contemporaneamente anche il master è da pochi eletti. Perché la prima volta in Spagna ha un suo grandissimo perché.. E’ la terra che ha prodotto (tolto il fenomeno Stoner) tutti i titoli mondiali del post-Valentino Rossi e la maggior parte delle vittorie di tappa. Perché ieri dopo Pecco ci sono finiti tre-spagnoli-tre e ben sette-titoli-sette mondiali Motogp. Perché ieri Pecco NON ha vinto sfruttando le debolezze e le mancanze altrui. Perché ieri Pecco ha battuto un Marquez in gran spolvero. Perché ieri Pecco non ha avuto timore di tirare le staccate al migliore di tutti, forse il migliore di sempre.

Cosa accadrà domani? E chi lo sa? Meglio non saperlo,  ce ne toglieremmo il gusto….

Ciò che importa oggi è che Francesco Bagnaia da Chivasso potrà raccontare ai propri nipoti di fronte al caminetto che quel giorno, il 12 settembre 2021, lui ha battuto tutti, ha battuto la sfiga, ha battuto gli spagnoli, ha battuto un certo Marc Marquez.

Grazie Pecco. Cento di questi giorni.

Salvatore V.

 

(immagine in evidenza tratta da sportitalia)

DUCATI E IL REBUS PILOTI 2021

Come nel gioco delle sedie , la fine delle trattative per l’ingaggio dei piloti per la stagione 2021 ha visto la Ducati fare la figura di quello che, finita la  musica, rimane senza una sedia dove sedersi e finisce con le terga sul pavimento.

Hanno provato a ingaggiare i piloti più ambiti del mondiale in scadenza di contratto, ovvero quasi tutti quelli dei top team ad esclusione di Rossi, sul quale, francamente a Borgo Panigale hanno già dato abbastanza…

Dato per scontata (pre coronavirus…) la partenza di Dovizioso e di un Petrucci che poco ha convinto nel 2019 , il rifiuto dei vari Marquez, Vinales, Quartararo fino ad arrivare a Rins hanno costretto il management Ducati a confrontarsi con lo spettro di un 2021 senza un pilota top da far sedere sulla propria moto.

immagine da oasport.it

Una prospettiva piuttosto inquietante per un team che negli ultimi 4 anni ha vinto più GP di Yamaha ed è stato il più ostico avversario della Honda.

Come si è arrivati a questa situazione? A mio parere per tre diversi motivi:

  • il management Ducati si è dovuto confrontare con una riduzione del budget riservato ai piloti a causa dell’abbandono dello sponsor  TIM a partire dal 2018.
  • Il trattamento di Lorenzo da parte dei vertici della Ducati Corse non è stato proprio rassicurante nei confronti dei piloti che pensavano di accasarsi a Borgo Panigale, e prima di lui ci sono stati i “casi” Stoner, Capirossi, Rossi, Melandri…
  • La Ducati, nonostante la “cura Dall’Igna” resta una moto che è difficile da portare alla vittoria e complessa da gestire, come il caso Lorenzo ha insegnato.

Mentre il primo punto può essere più o meno facilmente superabile, dato l’interesse piuttosto concreto per Marquez a cui è stato presumibilmente offerto un contratto adeguato al suo status attuale, gli altri due punti sono elementi dissuasivi che hanno scoraggiato molti di quei piloti che hanno pensato di avere più da perdere invece che guadagnare dall’approdo in Ducati.

Nessun pilota attualmente al vertice della motoGP vuole fare la “fine” di Rossi o Lorenzo che hanno incontrato enormi difficoltà ad adattare il proprio stile di guida alla Desmosedici.

immagine da amotomio.it

A questo si aggiunge il fatto che, storicamente, in Ducati è più importante la moto che il pilota, un pò come succede sull’altra rossa che sta di casa a Maranello e ha due ruote in più. Considerando l’ego (giustamente) ipertrofico di uomini che rischiano andando a 300 km/h su due ruote, il fatto di non essere presi nella giusta considerazione non è certo un fattore attrattivo per chi volesse affrontare la sfida Ducati.

Risultato? Difficoltà a troveare sostituti adeguati a Dovizioso al termine di un ciclo piuttosto lungo in Ducati, un Petrucci che nonostante la vittoria al Mugello ha deluso le aspettative, Bagnaia che ha avuto enormi difficoltà ad adattarsi alla moto nel 2019 e un MIller, veloce, temerario ma incostante in gara e con una spiccata tendenza all’errore.  I piloti del team privato Avintia hanno ancora meno voce in capitolo trattandosi di Rabat e di un Zarco che non ha potuto far vedere se in grado di tornare ad essere un pilota di livello in sella a Ducati.

L’incertezza legata al Coronavirus potrebbe offrire un assist involontario a Ducati portando al rinnovo di Dovizioso almeno per un altro anno (2021 ndr). Per Petrucci la situazione è più complessa perchè il pilota umbro davvero non ha convinto al suo primo anno sulla Desmo ufficiale e  potrebbe vedersi scavalcato da un MIller che, nonostante una certa incostanza di rendimento, è più giovane di 5 anni e con un potenziale superiore.

Ciabatti, direttore sportivo Ducati Corse, ha recentemente dichiarato che nel mirino ci sono tre piloti giovani, Baldassarri, Bastianini e lo spagnolo Martin. E non ha del tutto escluso un eventuale (ma speriamo anche di no…) ritorno di fiamma con Andrea Iannone.

Insomma nulla fa pensare che per il 2021 (o 2022 dato che questo 2020 sarà praticamente nullo) in Ducati arrivi un “pesce grosso” ma che anzi, escluso Dovizioso che rimane una garanzia, gli altri pretendenti alle Desmo che contano non sembrano avere il pedigree di quelli che possono portare la Ducati alla vittoria.

Verrebbe da pensare che ai vertici Ducati non interessi più di tanto vincere di nuovo il titolo in MotoGP quanto alimentare l’idea che Ducati sia una moto non per tutti, “bella e impossibile” e che abbia sempre e comunque un’importanza superiore a qualsiasi pilota la possa guidare.

immagine da cuoredesmo.com

Da un certo punto di vista se lo possono anche permettere: Ducati non ha mai venduto e fatturato come in questo periodo storico,con la V4 Panigale top seller nella categoria delle sportive e un marchio sempre in crescita e di tendenza tra gli appassionati.

D’altronde il dna Ducati piuttosto intransigente è ben radicato, considerando che lo stesso Ing. Preziosi, “padre” della Gp7 iridata, ebbe modo di dichiarare che per chi progetta la moto l’imperativo è raggiungere sempre e comunque il top delle prestazioni e della velocità potenziale della moto, e che la guidabilità della stessa è solo un problema del pilota e non deve essere un cruccio per chi la progetta.

Considerando la situazione attuale, tutto fa supporre che solo l’arrivo di un pilota come l’attuale Marquez potrebbe riportare la Ducati al vertice. Per lo spagnolo sarebbe una bella sfida, vincere con una moto così iconica e che non sia una Honda ma evidentemente qualcosa, oltre al tappeto rosso srotolato da Honda ai suoi piedi, lo ha fatto desistere. Scommettiamo cosa possa essere stato?

*immagine in evidenza da sport.sky.it

Rocco Alessandro