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2018 F1 Canadian GP: An Introduction.

Archiviato anche quest’anno l’emozionante toboga monegasco, giunge l’ora della prima, estemporanea trasferta su suolo nord-americano, prima di tornare in Europa per ben 7 GP consecutivi, inclusa la pausa estiva.

DA DOVE VENIAMO

La lotta per il campionato piloti si è già abbondantemente avviata, come previsto, verso un duello tra il diversamente orecchinato e il collezionista di motoseghe. La tenzone vera e propria, fino ad ora almeno, non si è pero avuta in pista, bensi al di fuori, con intrighi regolamentari degni di un romanzo di Le Carré. Di recente, tra Brackley e Maranello, gli sport più praticati sono infatti il lancio della delazione e lo slalom tra le direttive tecniche FIA, con gli alemanno-britannici recentemente in grande spolvero; se questi mesi iniziali sono un’indicazione valida, si prevede una stagione combattuta ancor di più sulla lettera del regolamento, piuttosto che in pista.
A proposito di strani rigiri nei box, questo sara’ il primo GP in Sauber per Simone (non) Resta, la cui promozione / spostamento / siluramento (a seconda della vostra chiave di lettura) ha sollevato non pochi punti interrogativi.

DOVE ANDIAMO

Il circuito canadese presenta caratteristiche tecniche differenti da tutti quelli si è corso fino ad ora, solitamente di non facilissima intepretazione per quanto concerne gli assetti.
Prevedere la monoposto favorita è, quest’anno, un esercizio di difficoltà comparabile solamente a quella incontrata da Verstappen nel percorrere 10 giri senza incocciare in qualcosa.
Se i primi tre appuntamenti avevano lasciato presagire una superiorità della SF71H, la W09 sembra aver giovato degli aggiornamenti, ed ha colto l’unica doppietta dell’anno (se eccettuiamo quella che Magnussen tiene nell’abitacolo, nel caso le sue manovre non funzionassero a dovere). Probabile dunque che le due vetture avranno prestazioni molto simili sia in qualifica che in gara, e che le uniche variabili valide saranno la posizione in griglia e la possibilità di un undercut, dato che i sorpassi paiono espressamente vietati. Rimane da vedere se e come l’incognita “gabbiani alla prima curva” avrà un effetto sulla gara.

Al di fuori delle due prime donne, troviamo due stoccafissi che potrebbero tornare utili, previo ammollo di almeno tre giorni nel San Lorenzo. Terza forza a Montreal sarà probabilmente la Red Bull, con il solito Ricciardo pronto ad approfittare di eventuali problemi ai battistrada, e Verstappen pronto ad approfittare di eventuali sconti allo sfasciacarrozze di Sherbrooke, che una bargeboard o una endplate vengono sempre utili. Rimane da menzionare il buon Alonso, che comincia a realizzare che forse è proprio la McLaren a fare un po’ pena, anche se quanto meno quest’anno non partirà da Austin a causa delle penalità. GP di casa per Lance Stroll, che comunque avrà una casa in circa 96 nazioni del mondo, quindi non importa molto, anche perché la Williams di quest’anno non riuscirebbe probabilmente ad arrivare in cima al Mont Real in meno di tre ore.

Alla voce pneumatici, non dovrebbero esserci problemi, dato che si tratta del circuito preferito da Pirelli, essendo costruito su un’Isola. E anche questa volta la ******* l’abbiamo detta.

CHI SIAMO

Siamo delle persone così furbe che, nonostante l’aberrante noia che pervade la F1 di questi tempi, dedicheremo ore e ore del nostro weekend a non vedere un finlandese vincere.

2018 F1 Monaco GP: An Introduction

Giunge ineluttabile anche quest’anno il momento del GP del glitz and glamour, con quel misto tra l’odore di gomma bruciata e di bollicine vintage riconducibile ad un solo appuntamento del calendario: Monaco. Data la particolare natura della gara, la consueta presentazione viene sostituita dai consigli turistici del BRing per passare il miglior weekend possibile nel principato.

COME ARRIVARE

La maggior parte dei lettori di questo ameno luogo è certamente dotata di natante personale. Ci appelliamo però alla coscienza ecologica dei suddetti, e suggeriamo di presentarsi con un mezzo a quattro ruote. Quest’anno si consiglia di dotarsi di una Ferrari, auto agile favorita dal layout delle stradine monegasche. Non è consigliato allungarsi a prendere le chiavi del vostro bolide Made in Stuttgart-Brackley, a causa delle eccessive dimensioni. Importante abbinare pneumatici dal giusto cromatismo, e nel 2018 il colore dominante pare sarà il rosa confetto. È consigliabile decorare il suddetto pneumatico con nomi degni di un film Marvel, o in alternativa di una catena di supermercati.

LO CHAFFEUR

Si sa, l’auto non andrebbe mai guidata da soli, ma affidata alle capaci mani di uno chaffeur professionista. Le strade monegasche hanno colto impreparati moltissimi autisti, e dunque il processo di selezione è fondamentale. Meglio evitare chaffeur transalpini, che già hanno problemi con i guardrail lontani, figuriamoci in un cittadino. Detto ciò, è generalmente consigliabile affidarsi a professionisti di lungo corso, basta che non sia troppo tardi la sera. In quel caso, vi consigliamo di camminare, che è preferibile.

DOVE PARCHEGGIARE

Veniamo ora alla vera problematica del principato, ovvero dove lasciare la macchina quando si va a giocare al casinò. Ci scrivono molti lettori con suggerimenti di vario tipo, e noi li riportiamo. Un utente dall’Olanda ci spiega che i parcheggi alla Santa Devota sono generalmente comodi e larghi, l’importante è posteggiare velocemente, senza aver paura di rigare leggermente la vettura. Un locale ci fa sapere che il sabato pomeriggio si può tranquillamente parcheggiare dalle parti del Mirabeau, e che i vigili sono molto permissivi da questo punto di vista. Meglio evitare, invece, la stessa manovra vicino alla Rascasse. Infine, sappiamo tutti che la domenica è il momento più caotico del weekend, ed è perciò necessario inventarsi qualcosa di diverso. Per esempio, il parcheggio su due ruote, possibilmente con l’aiuto di qualche amico da usare come leva.

COSA FARE

L’attrazione principale di Montecarlo è sicuramente il casinò. Consigliamo di partecipare ad un gioco relativamente nuovo ma già popolarissimo. Si tratta di estrarre da un sacchetto un numero, corrispondente alla vettura che dovrà effettuare un pit stop durante un giro a vostra scelta. C’è anche la possibilità di giocare il fil rouge e decidere quante gomme saranno presenti quando il pilota estratto si presenterà sulla piazzola di sosta. Non vorrete mica dirmi che negli ultimi 3 anni le strategie sono state fatte dai muretti vero?

SU CHI  PUNTARE

A questo punto dovreste averlo capito.

2018 F1 Spanish GP: An Introduction.

L’autore, data la sua mancanza di tempo e fantasia, non ha avuto modo né di visionare il precedente GP, né di informarsi sul prossimo e dunque preparare una preview accurata. Ci affidiamo dunque ad alcuni stralci trafugati da presunti diari di addetti ai lavori, dei quali siamo entranti in possesso grazie alle molteplici conoscenze del BRing. Purtroppo gli stralci sono anonimi, a voi dedurre gli autori…

#1

Caro diario,

Anche oggi ho cambiato pettinatura, scelto un nuovo paio di occhiali e pianificato un altro tatuaggio. La verità è che faccio finta che non mi interessi, ma quest’anno la vedo dura, e non credo di poter sopportare veder vincere quello là. Per fortuna che il mio buon compagno di squadra riconosce la mia superiorità e decide di darmi strada, e cosi innocentemente per giunta! Chissa come ha fatto a farlo sembrare un incidente. Comunque Barcelona non mi è mai piaciuta, e la macchina quest’anno e scorbutica quasi quanto Nicole ai bei tempi. Vabbè, al massimo se non vinco do la colpa alle gomme e dico che do fastidio perche sono nero. Di solito funziona.

#2

Caro diario,

Andiamo a Barcelona e per il primo anno non mi devo sorbire Maurizio che mi spiega come gli aggiornamenti ci porteranno davanti alla MB, perche mi sa che quest’anno lo siamo gia. Però io sono dietro a quello là, grazie anche al muretto che dorme. Loro si lamentano che i pulsanti non funzionano perche sono impiastricciati di gel. Honestly? E il pensionato sono due gare che mi arriva davanti, sarà che da quando hanno rimesso lo champagne sul podio la cosa lo interessa di piu. Vabbè, al massimo se non vinco neanche a Barcelona ringrazio il team via radio, faccio la mia intervista da uomo squadra e la stampa italiana darà sicuramente la colpa a qualcun’altro. Di solito funziona.

#3

Caro diario,

Ma non potevo drogarmi come tutti i miei coetanei? Almeno mio padre avrebbe scassato di meno. A proposito di scassare, mi sa che Chris il conto a fine stagione me lo presenta, altro che stipendio. Meno male che ci sta quel furbone del danese, che riesce a combinarne peggio di me. Comunque io sono fiducioso, a Barcelona c’ha vinto pure quello là, quello che guidava quando ero alle elementari, Cardonado, Rintronado, come si chiamava? Boh. Sarò mica peggio di quello?

#4

Caro diario,

Finalmente si corre in casa! Cioè, in casa un par di ciufoli che questi sono catalani, quando parlano mi ricordano di più quel tizio che c’era al muretto quando stavo nel team rosso. Ah, e pensare che tra un po’ rimpiango quei momenti. E invece mi tocca guidare ‘sto catorcio, e Éric mi finisce sempre la paella al buffet del giovedì. Davano sempre la colpa ai giapponesi, e quest’anno continuano a superarci pure i canarini in rettilineo, andavo quasi più forte su due ruote, tutto drag in meno. Che poi ‘ste Toyota invece non vanno male, e se fosse che avevano ragione i giapponesi? Comunque mi sento carico, sono pronto alla miglior gara della mia vita.

#5

Caro diario,

Forse dovevo prestare più attenzione quando abbiamo scelto i piloti. Mi avevano promesso un giovane arrembante ed un veterano d’esperienza, ma non sapevo che con arrembante volessero dire deficiente, e per esperienza intendessero “esperienza di andare a muri sotto SC”. Ma io gliel’ho detto, se vanno avanti così le pistole gliele metto…e poi gli ho indicato il nome del team sul muro del motorhome. Mi hanno risposto che forse lì ci sta meglio un poster. Sigh.

THE CLINICAL REVIEW – GP AUSTRALIA 2018

Ciao a tutti e benvenuti alla Clinical Review post Gran Premio d’Australia 2018!

Prima gara della stagione, prima review, primi commenti (seri) e primi dibattiti. Quando ricomincia la F1 in primavera, rifiorisce anche la voglia dei tifosi (e non solo…) di discutere e, in questo articolo, cercherò di spiegare i notevoli spunti che sono emersi dall’atipica, ma non inutile, tappa australiana.

Nonostante i test di Barcellona e successivamente le qualifiche ci avessero delineato un quadro piuttosto chiaro delle forze in campo,  il GP, in realtà, ha sorpreso tutti: vince Sebastian Vettel su Ferrari, seguito da Lewis Hamilton e Kimi Raikkonen, attraverso una mossa abilissima degli strateghi di Maranello, quasi dettata dalla “disperazione” in quanto impossibile superare in pista, che però ci ha regalato un finale a sorpresa complice l’entrata della VSC a causa del ritiro dello sfortunato Romain Grosjean su Haas.

Cominciamo l’analisi parlando della Mercedes W09 EQ Power+, mostratasi, come da aspettative, la monoposto più completa di questo inizio di stagione 2018, confermando, di fatto, ciò che di buono aveva mostrato ai Test di Barcellona. Il team anglo-tedesco ha perfezionato quasi tutti i punti deboli della stagione 2017, sfruttando l’annata “di studio” precedente e risolvendo i problemi sulla nuova monoposto che si è mostrata da subito competitiva. Certamente non è passato inosservato il gap rifilato in qualifica da Lewis Hamilton ai competitors: ben 6 decimi abbondanti al primo inseguitore, Kimi Raikkonen, e poco di più a Vettel e Verstappen, che hanno fatto storcere il naso a tanti tifosi che si aspettavano una sessione al cardiopalma e invece si sono dovuti accontentare dell’ennesimo Record Lap dell’inglese, permesso (a detta di molti, compreso Helmut Marko) da una Power Unit molto superiore alla concorrenza, quasi disarmante. Ebbene, le cose non stanno proprio così: un errore importante (circa 2 decimi) in curva 13 di Sebastian Vettel e uno altrettanto “pesante” in termini di tempo di Max Verstappen hanno ampliato e reso fittizio il gap tra le monoposto. Dalle informazioni raccolte, infatti, il gap tra la PU Ferrari e Mercedes in Q3 (a Melbourne, da vedere se sarà così anche nei prossimi GP) sembrerebbe quasi inesistente (rispetto ai 25-30cv dell’ultima parte della stagione 2017) e considerando che su un circuito come l’Albert Park 10 cv sono circa 3 decimi al giro e che la Ferrari è ben lontana da aver espresso il suo vero potenziale (confermato dallo scarso feeling di Vettel e dai dati GPS) è facile intuire come quel gap sia costruito da telaio + fattore umano (ne va dato atto al Re Nero) e meno dalla potenza del motore (escludendo Renault ovviamente).

Situazione non diversa in gara, in cui LH ha mostrato un passo mediamente migliore di Ferrari di circa 3 decimi (praticamente lo stesso della qualifica) confrontando i tempi in cui sia Ferrari, sia Mercedes stavano spingendo (6 giri prima della sosta) e quelli di LH dietro a Vettel, capace di tenersi sempre a distanza (gap mai sceso sotto i 5 decimi in una pista in cui per sorpassare serviva almeno 1.5 secondi di gap tra le vetture o un errore del pilota). Ma dove fa la differenza questa W09 rispetto agli avversari? In curva, specialmente in ingresso, in cui addirittura riesce ad essere più veloce di Ferrari di circa 10-15km/h. Meno “buona” la trazione in uscita, in cui pecca ancora di un sovrasterzo che, seppur non eccessivo, non è il massimo per i compound più morbidi, che hanno una finestra di funzionamento molto bassa (e ridotta dal 2017 al contrario delle aspettative). Direzionalità eccellente grazie alla nuova sospensione anteriore, sempre completamente idraulica ma rivista nei cinematismi: terzo elemento di dimensioni voluminose e gruppo bilancieri-barre di torsione sostituito da due grossi bilancieri (collegati tra loro da una bielletta) che in sostanza eliminano la barra antirollio (la rigidezza viene mantenuta dal cinematismo stesso), semplificano e riducono il peso della sospensione, permettendo alla W09 di essere agile e “morbida” sui cordoli.

Parliamo ora di Ferrari che, in realtà, ha ben impressionato a Melbourne nonostante abbia mostrato, su una pista da medio-alto carico tutte le debolezze figlie di un progetto ancora molto acerbo e con grande possibilità di sviluppo (riportato da Seb e anche da fonti interne al team). La SF71H ha confermato le sensazioni che ho riportato nell’analisi finale dei test a Barcellona (ecco perché è sbagliato dire che le analisi dei test sono inutili…) che citerò qui di seguito:

“sarà interessante capire se sarà migliorato il grado di comprensione della vettura sul fronte bilanciamento aerodinamico: la scelta di una filosofia piuttosto estrema (alta efficienza, passo lungo e alto rake, anzi altissimo) è sicuramente una scelta valida in teoria, ma piuttosto complicata in pratica; a mio parere, infatti, la SF71H non ha generato nei test abbastanza carico al posteriore, probabilmente perché ancora non si è riusciti a sigillare il fondo al meglio (ricordate le scimitarre 2017 bandite dalla FIA?), e ciò ha comportato un leggero compromesso “al ribasso” all’anteriore, rendendo la vettura più bilanciata ma sicuramente più lenta in curva (nonostante ciò ottima sugli pneumatici).”

Ferrari è intervenuta a Melbourne abbassando il posteriore e quindi “forzando” il diffusore a lavorare, con ovvia perdita di carico derivante dalla riduzione dell’angolo di rake; ha portato un nuovo diffusore (con piccoli accorgimenti) e ha provato di conseguenza un’ala anteriore più carica, che poi non è stata confermata dai piloti dopo le FP. Tutto ciò si riassume in una vettura caratterizzata dall’elevata velocità di punta (grazie al grande lavoro sull’efficienza aerodinamica e da un anteriore “scarico” per bilanciare il posteriore) e un evidente sottosterzo in ingresso. Nonostante tutto Ferrari ha mostrato comunque un’ottima trazione in uscita dalle curve e un ottimo lavoro sugli pneumatici, utilizzando un’ala posteriore carica e dimostrando che, dal punto di vista sospensivo, la SF71H è a posto. Ragguardevole salto di qualità sul fronte Power Unit: il nuovo motore Ferrari sembra molto migliorato sul fronte potenza massima, grazie ad una diminuzione della compressione (tramite un aumento delle tolleranze) e ad un aumento, di rimando, della pressione turbo (tramite un meccanismo di sfiato della wastegate in fase di affondo in accelerazione). Promettente, al momento, anche l’affidabilità, al contrario di Mercedes che ha sofferto parecchio “l’aria calda” sia con Bottas, sia con Hamilton (Pu in protezione negli ultimi giri), sia con Stroll. Lavoro ancora non eccelso, però, sul fronte consumi (per il quale si attendono sviluppi di Shell) che non permette a Ferrari di aumentare l’incidenza delle ali (punto forte di Mercedes) e risolvere in modo più rapido le perdite di carico aerodinamico, in attesa di upgrades previsti per la Cina e GP successivi (in Ferrari contano di avere una vettura già più veloce di Mercedes per il GP di Baku).

Terminiamo l’analisi con l’ultimo team della Top 3 dei costruttori, la Red Bull. Tanto osannata nei test a Barcellona e tanto temuta in Australia (a causa del layout della pista che avrebbe dovuto esaltarne i punti di forza), dopo un’ottima qualifica, si è abbastanza “spenta” in gara, complice un danneggiamento del fondo di Verstappen e una gara nel traffico di Ricciardo che, comunque, si è tolto lo sfizio di siglare il giro più veloce in gara. La nuova RB14, chiaramente ispirata alla RB13 di fine stagione, è una vettura che ha mantenuto la filosofia “passo corto” (ormai unica dei top ad averlo) e quindi risulta essere naturalmente agile e scattante nei cambi di direzione, complice anche un elevato carico derivato da ali e corpo vettura. A mio parere sembra che abbia raggiunto già il top della forma al primo GP e non vedo, al momento, grandi margini di miglioramento, motivo per cui il diretto competitor, Ferrari, ha optato per un progetto con un più ampio grado di sviluppo, sfruttando, certamente, la maggior cavalleria che permette loro di essere davanti ai bibitari nonostante per questi primi GP “teoricamente” non lo possano essere. Detto questo però, quantificando il gap motoristico intorno ai 25 cv in qualifica (7 decimi e mezzo in teoria all’Albert Park), è evidente come RB abbia davvero un telaio migliore della concorrenza. Ma sarà possibile sfruttarlo partendo dietro in qualifica e non potendo superare (a causa della scarsa velocità di punta) in gara? Le difficoltà di Verstappen nel cercare di superare Magnussen credo dicano molto…

COSA VEDREMO IN BAHRAIN?

Quello di Sakhir è un circuito a medio-alto carico che richiede molta trazione “meccanica” e un perfetto utilizzo dei pneumatici in trazione che, a cause delle temperature e degli stress longitudinali, sono notevolmente sotto sforzo. Nel 2017 abbiamo assistito a una grande vittoria di Sebastian Vettel sfruttando il punto di forza della SF70H, il consumo gomme, e a una “debacle” Mercedes da quel punto di vista. Si potrà ripetere anche nel 2018? Sinceramente no, dato che la Mercedes sembra migliorata sul fronte pneumatici, ma Ferrari potrà essere più forte che in Australia grazie al basso carico e all’ottima gestione delle coperture, anche se non abbastanza, salvo sorprese, per impensierire Mercedes.

16.04.2017 – Race, Start

Alla prossima!

Chris Ammirabile

 

 

Test Barcellona 2 – Giorno 4

Benvenuti anche oggi all’analisi dei test a Barcellona: ultimo giorno di prove, ultima possibilità per squadre e piloti di incamerare la maggior parte di dati possibili in vista del primo GP della stagione. Dal punto di vista atmosferico, il meteo è stato clemente e ha agevolato anche quest’oggi il lavoro, permettendo di ottenere una quantità di dati costante necessari per lo sviluppo di queste monoposto in alcuni casi ancora “acerbe” e lontane dal loro reale potenziale.

Giornata al di sotto delle aspettative per Williams che ha cercato di far fare dei chilometri a Sergey Sirotkin e Lance Stroll: i due piloti titolari hanno preso in prestito mezza giornata che spettava a Robert Kubica, il quale l’ha messa a disposizione per migliorare lo scarso feeling dei piloti con la vettura. Stroll è sembrato messo peggio di Sirotkin, compiendo soli 27 giri…

Giornata non ideale per la Sauber con alla guida Leclerc. Un’uscita fuori pista ha fatto perdere molto tempo (e causato una bandiera rossa) ma nel pomeriggio si sono dedicati ai test sugli pneumatici, per la prima volta anche HyperSoft. Migliorato il feeling con il nuovo progetto e collezionati più dati, il team si sente preparato alla prima prova stagionale… 

Giornata solida e produttiva per Force India, con alla guida Ocon. 163 giri e programma simile a quello di ieri, provando vari setup focalizzati soprattutto nella comprensione delle mescole più morbide e long run. 1:18.967 il tempo ottenuto con le Hypersoft.

156 giri e Best time in 1:18.949 per Hartley e la Toro Rosso Honda, con numerosi long run e prove di setup. Interessanti le parole di Franz Tost e James Key che rivelano quanto importante sia stato sfruttare il layout della PU Honda (e la sua affidabilità, tanto da compiere 3.800 km nei test) per creare una vettura che sembra performante ma soprattutto facile da guidare. Positivi i giudizi dei piloti in vista del primo GP.

Tanta fiducia in casa Haas per le prestazioni della vettura e per l’affidabilità che ha permesso a Grosjean di compiere ben 181 giri oggi. Dalle parole del francese e del suo team principal Steiner si evince che sono pronti ad analizzare i dati e iniziare la caccia ad un posto di rilievo nel middle field. Sarà così?

Solo 45 giri per un problema al cambio ma terzo posto assoluto nella classifica dei tempi odierna per Carlos Sainz e la Renault con gomme HS. Sia i piloti, sia il team principal sono convinti di avere una macchina maneggevole e ben bilanciata. Sarà la 4° forza in campo in lotta con McLaren a Melbourne?

L’ennesimo stop nella mattinata anche del giorno finale dei test non lasciava ben sperare per la McLaren, costretti a fermare la MCL33 in curva 7, come già accaduto due giorni fa. I problemi accusati al turbo della power unit Renault hanno richiesto la sostituzione del motore. L’asturiano quindi ha avuto nel pomeriggio una tabella di marcia molto serrata, che si è conclusa con un bel tempo di qualifica con HS in 1:17.784. In McLaren dicono di avere nascosto del potenziale… vediamo cosa ne vien fuori fra 2 settimane!

1:18.327 è il tempo con cui ha chiuso al quarto posto, ma utilizzando pneumatici Pirelli a mescola Supersoft, Daniel Ricciardo e la sua RB14. Giornata molto positiva con non molti giri all’attivo ma tante prove di setup, soprattutto dopo aver notato che Ferrari è davanti nelle simulazioni del passo gara. Dal team avvertono: abbiamo ancora da tirar fuori.. ma pensare che gli altri abbiano dato il massimo mi sembra poco realistico. E nel frattempo Helmut Marko fa sapere che Ricciardo ha il contratto in scadenza quest’anno .. tanto per aggiungere un po’ di pepe alla già piccante pre-season 2018. 

Sornione come non mai il team campione del mondo 2017 e anche 2018 per plebiscito popolare dopo questi test di Barcellona. Ovviamente parlo di Mercedes che, pur non avendo mai provato il giro di qualifica, ha già spaventato tutti per il passo gara mostrato (anche se solo e soltanto con gomma media) e per i sorrisi di Hamilton ai giornalisti, simbolo di una estrema fiducia nel mezzo. E, mentre già si comincia a fare la lista delle cose in cui sono superiori rispetto agli altri team, io propongo un paio di immagini delle gomme posteriori dopo i run di oggi con SS e Hard, non certo di bel aspetto nonostante tutti assicurino che non c’è la minima preoccupazione. Sarà questa l’unica àncora di salvataggio per avere qualche battaglia in pista?

Ultima nell’analisi di oggi e ultima anche nella classifica dei Costruttori 2018 secondo qualche tifoso, è la Ferrari. Come ho scritto spesso ormai, ogni giorno quando si parla di Rossa ne sentiamo una nuova e si passa dalla vittoria a mani basse alla disperazione più totale nemmeno in 24h. Peccato che le cose non stiano esattamente così. Nonostante i tempi della race simulation non siano stati infatti così esaltanti oggi con Kimi (che pare abbia girato con mescole usate però), la SF71H è una macchina che mi ispira fiducia, forse perchè figlia “cresciuta” della tanto amata SF70H, forse perchè sia il team, sia i piloti, mostrano una tranquillità e degli atteggiamenti (come alzare il piede in alcuni punti del circuito ieri ad esempio) che quasi sembrano inspiegabili e mal si sposano di fronte a un gap che si attesterebbe a poco meno di mezzo secondo da Mercedes, così com’era all’ultimo GP del 2017. E quindi domanda sorge spontanea: siamo davvero davanti a una grande macchina o davanti a una SF16H, tanto buona in teoria ma completamente inadatta in pratica? A Melbourne l’ardua sentenza…

Questa SF71H non sarà mica tutto fumo e niente arrosto…

Questo è l’ultimo resoconto dei test 2018… alla prossima!!

Chris Ammirabile

Fonte AutosprintLive