Le vittorie dei tre leader di campionato

Ebbene si, in tutte e tre le classi del motomondiale è arrivata la vittoria, meritatissima, di colui che è leader di classifica, in un mix di gare tutte spettacolari, finite senza mai momenti di noia per lo spettatore.

La gara della Motogp ha visto trionfare Marquez. Al via il pilota Spagnolo partiva con la doppia soluzione hard, difficile da portare in temperatura nei primi giri, tanto da costringerlo a stare fra il quarto e il quinto posto nei primissime tornate, con qualche considerevole difficoltà nei cambi di direzione e staccate. Infatti la gara del 93 è stata costellata di molti errori, con qualche rischio pure di caduta, assieme a staccate sbagliate, come quella su Rossi e Lorenzo. Ciò nonostante, non c’è stata speranza per nessuno, nei tentativi d’impensierirlo, da qua a fine campionato, pare che ci sarà poca speranza di batterlo, se continua a correre in questo modo.

Pedrosa, reo di una partenza non felice, forse avrebbe potuto fare meglio di quel suo ottimo secondo posto, grazie ad un finale di corsa davvero fantastico, peccato il troppo tempo perso dietro a Vinales, perchè forse avrebbe potuto duellare con il compagno di Box.

Lorenzo ha trovato abbastanza feeling con la sua Ducati, su una pista che a lui è sempre piaciuta, andando a concludere terzo, dopo una gara passata per la gran parte del tempo in testa. Non ne aveva per vincere, perchè il ritmo di gara non è stato velocissimo, visto che tutti han cercato di conservare gli pneumatici per il finale, tuttavia ottimo e concreto, un applauso del tutto meritato.

Vinales chiude quarto, con una gara molto opaca, non vedendolo mai assieme al gruppo dei primi. Le velleità iridate si fan sempre più complicate, per colui che ad inizio stagione pareva il candidato certo all’iride 2017.

Rossi, non ci sono più aggettivi e parole per definire questo pilot., Cosa si può dire ancora di uno, che dopo meno di 25 giorni dall’intervento alla gamba, monta in sella e fa terzo in prova, chiudendo una ottima gara, che lo ha visto per molto tempo stare in seconda posizione dietro a Lorenzo, salvo cedere nel finale, sia per l’usura della gomma e forse anche un pò di dolore. A fine gara non pareva sofferentissimo, anzi, magari aveva un pò di fiatone, ma semplicemente, ha scritto ancora una pagina storia, a una carriera da leggenda!

Espargarò, buonissimo sesto, con una Aprilia molto efficace su questo tracciato, dando segno di una sempre maggiore competitività del mezzo. Ottime basi per il 2018.

Dovizioso, un capitolo davvero amaro quello di oggi, con una gara davvero troppo sottotono, per uno che ha velleità iridate. Un setting forse non perfetto, abbinato ad una soluzione di gomme probabilmente non ottimale, ed ecco che i punti persi su Marquez son tanti. Ancora non è deciso nulla, ma a Motegi ci vorrà subito una sveglia, assieme a un risultato di livello, che vada a sottrarre punti a Marquez, per sperare di rimettersi in lizza per il titolo.

In moto2 è arrivata una nuova vittoria per Morbidelli, tornato a far sentire la sua voce da vincente, dopo la caduta di Misano. L’Italo Brasiliano non ha avuta vita facile, con un Pasini abbastanza mai domo, che ha provato in tutte le maniere di portare a casa la vittoria. Sorpassi e contro sorpassi non son mancati, come pure qualche entrata un pò cattiva, ma sono le corse, ed alla fine ha vinto il più forte. Chiude il podio Oliveira, con la sua ktm sempre più in ordine prestazionale. Luthi fa quinto, ritrovandosi dopo una gara abbastanza opaca, a 21 punti dalla vetta.

In moto3, ancora una volta Mir fa vedere la chi è il più forte, siglando pure il record di vittorie stagionali in moto3, record che probabilmente migliorerà ancora nelle prossime gare, visto quanta differenza fa. Oggi pareva di un’altro pianeta, anche quando era dietro, in pochissimo tempo ha inanellato una serie di sorpassi pazzeschi, con staccate che solo lui era capace di fare. A Motegi avrà il primo shot per chiudere il discorso campionato. A podio anche i nostri piloti tricolore, con una Digiannantonio e  Bastianini rispettivamente secondo e terzo. Qualche polemica c’è stata per gli eccessivi zig zag in rettifilo di Mir, ma la direzione corsa ha ritenuto il tutto regolare.

Saluti

Davide_#seeyouinMotegi_QV

DOMENICA 5/11/2017: MUSEO FERRARI E PRANZO

“Chi ben comincia è a metà dell’opera”

È vero che mancano ancora fior di settimane ma, come concordato su una discussione precedente, la domenica in questione è l’unica papabile in quanto quella di metà ottobre è troppo vicina. Ecco dunque le coordinate della nostra prima adunanza: domenica 5 Novembre, Museo Ferrari e pranzo a seguire. L’ingresso al Museo Ferrari di Maranello costa 16€ (intero, adulti, si compra pure online) ed ha come orari 09:30-18:00. Ecco come ci si arriva, dato che ormai un cell con Google Maps ce l’abbiamo tutti o quasi direi che ci possiamo trovare direttamente là alle 10:00 (giusto per far le cose con calma al Museo il quale merita parecchio):

Museo Ferrari – Via Dino Ferrari 43 – 41053 Maranello (MO)
IN AUTO

Dall’autostrada A1 Milano-Napoli, uscita Modena Nord, imboccare la Tangenziale in direzione Abetone-Sassuolo. Seguire le indicazioni Maranello-Formigine. Girare a sinistra e proseguire fino all’imbocco della Strada Provinciale Giardini, poi svoltare a destra e percorrere 3 km in direzione Maranello.
Indirizzo corretto per GPS: Via A. Dino Ferrari 43 Maranello.

Esaurita la parentesi Museo (hai detto nulla eh) si passa alla fase prandiale della domenica in oggetto. Al che avrei piacere a darvi una scelta tra 3 Ristoranti che vado a descrivere brevemente (nei tre collegamenti ipertestuali trovate invece la loro pagina Tripadvisor) e che per i quali chiedo di segnalare la vostra preferenza quando vi segnate per l’adunanza:

1) Montana

Se n’è parlato pure troppo direi. Il preferito dai Piloti e quello che trasuda passione Ferrari fin dai “cimeli” sulle sue pareti;

2)  Cavallino

Situato di fronte all’ingresso della Ferrari stessa ed accanto al Ferrari Store. Il preferito dal Drake, più raffinato come ambiente del Montana;

3) Cà Bianca

Qui di Ferrari non c’è nulla ma in compenso per una mangiatona “ignorante” in zona è il migliore dei 3. Gnocco/Tigelle nella miglior tradizione Modenese, Lambrusco a fiumi e tutto il resto.

Vorrei prenotare il Ristorante entro e non oltre 2 settimane prima dell’adunanza se possibile, quindi salvo necessità particolari alle quali andremo naturalmente incontro direi che la lista “ufficiale” la chiudiamo al 23/10.

This is it, Bringers. Usiamo questa discussione e questa soltanto per l’organizzazione dell’evento in oggetto col consueto ilare spam OT che ne consegue (Marloc riuscirà a tirar su Jessica Chastain a Fiorenzuola? )

CIAO A TUTTI 👏👏👏👏👏👏👏👏

MOTOGP 2017 – GRAN PREMIO MOVISTAR DE ARAGON

-5 dalla fine, con i giochi iridati che si fan sempre più duri. Ogni errore andrà a pesare tantissimo, ma non precluderà ancora nulla.

L’argomento del giorno, però non è incentrato alla corsa mondiale, ma bensì al probabile ritorno in pista di Valentino Rossi, dopo solo 21 giorni dal suo infortunio ed operazione. Il 46 giallo era già sceso in posta nelle giornate di lunedì e martedì, inanellando un 25 giri, che gli son bastati per dire di volerci provare. I medici hanno dato parere positivo, ora c’è da attendere le visite dei dottori presenti sul tracciato. Dopo di che, si dovrà attendere la sentenza della pista e capire se il livello di dolore, assieme a un tono muscolare non al 100%, gli permetteranno di essere efficace nella guida.

Tutto ciò lascia i più a bocca aperta, perchè è pazzesco vedere quanta voglia abbia di tornare in pista, pur non dovendo più dimostrare nulla a nessuno, con una lotta per il titolo, che anche se la matematica ancora non lo taglia fuori, è da definire abbastanza irreale. Ciò che sta tentando Rossi, è qualcosa di molto similare a quello che fece Doohan nel 92, seppur con molte differenze nelle lesioni e complicanze. Entrambi han deciso di volerci provare, nonostante le difficoltà, consci del rischio degli eventuali danni provocati da una nuova caduta, ma mossi da spirito di competizione e desiderio di risalire sulla moto, andando oltre a tutte le logiche. Tanto rispetto e tanti applausi, speriamo ce la possa fare.

Tornando a quelli che si giocano il mondiale, troviamo un Marquez molto in palla, con una Honda che ormai pare addomesticata fra le sue mani. Paiono abbastanza scomparsi i problemi di trazione e maneggevolezza, portando il campione Spagnolo a sentirsi sicuro in ogni condizione e tracciato.

Dovizioso e Ducati ancora ci credono, anche perchè la distanza di punti è ancora esigua, mantenendo un buon ottimismo, pur se il circuito non si è rivelato spesso adatto alle moto Italiane. Lorenzo dalla sua qua ci ha vinto e fatto belle gare, forse potrebbe arrivare il riscatto del Maiorchino, che nelle ultime corse, pare aver trovato uno stile fruttuoso per guidare la D16, anche se i risultati fin qui ottenuti, non sono ancora quelli che ci si attende da un pilota come lui.

Vinales e Yamaha, paiono ancora lontani da aver ritrovato la quadra di inizio stagione, con la classifica che inizia a far pesare le difficoltà riscontrate dalla M1. La distanza dalla vetta è ancora breve, ma senza un ritorno alla vittoria, o possibilità di sottrarre punti ai primi due, le cose potrebbero diventare davvero difficili, per la corsa al titolo. Da segnalare la presenza nel box di Van Der Mark, pronto a sostituire Rossi, nel caso non riuscisse a correre.

Difficile aspettarsi risultati eclatanti per Aprilia, Suzuki e Ktm, ancora al lavoro per portare ad alti livelli i proprio team.

Nella classe di mezzo, c’è voglia di riscatto da parte di Morbidelli, che sente sempre più sul collo il fiato di un Luthi che non perde mai un colpo e che con la sua costanza, sta riuscendo a rimenere sempre li, a potersela giocare con l’Italiano nella corsa al titolo.

Nella quarto di litro, ci sono ben pochi dubbi sulla corsa al titolo, quindi godiamoci solo i duelli per chi concluderà da vice campione la stagione 2017, oltre a vedere qualche pilota che cercherà di mettersi in luce, perchè alla ricerca di un buon contratto 2018.

Nel frattempo, ci son stati altri movimenti di mercato, ed ecco arrivare, in moto2, la notizia che Manzi verrà sostituito nel 2018 da Marini, il fratellastro di Vale. Sempre all’interno del team VR46, ma in moto3,  a fine stagione ci sarà anche l’avvicendamento di Migno, che verrà sostituito da Foggia, attualmente leader di classifica nel CEV.  Foggia farà il suo debutto, come wild card, proprio in questo weekend.

Vi lascio con gli orari di gara del weekend:

SKY Sport MotoGP HD

11,00: Gara Moto3
12,20: Gara Moto2
14,00: Gara MotoGP
15,00: Zona Rossa

TV8 (canale 8 digitale terrestre)

14,00: Gara Moto3
15,20: Gara Moto2
17,00: Gara MotoGP

Saluti

Davide_#stupitodaVR46_QV

Chi ha detto che a Singapore bisogna per forza partire davanti?

INTRODUZIONE
Come in ogni sport che si rispetti, la tappa di F1 di Singapore ha sfoderato ogni possibile variabile conosciuta in questa splendida disciplina: pioggia, crash, tante Safety car  come la storia del circuito impone. Per qualcuno è andata bene, per altri molto meno. Qualcuno dovrà pagare solo delle cene, qualcuno ha virtualmente perso il mondiale nel modo peggiore, di sicuro tutti gli appassionati di motori hanno perso il piacere di un tirato testa a testa fino alla fine. 150 metri e la gara perde 3 dei primi 4 piloti e il WDC prende uno scossone probabilmente decisivo in un annata dove finalmente contavano i millesimi.

PROLOGO
Ma cominciamo dall’inizio. Fantastiche le qualifiche a Singapore 2017!
Un’altalena di prestazioni,  piloti e macchine, asfalti che si gommano, muretti sverniciati pur di disintegrare il record della pista (Rosberg, 2016). Finalmente una tracciato che racconta le gerarchie tra piloti. Non più algide doppiette di marca, con Vettel che regola Raikkonen e le due RB staccate di 30 millesimi, Hamilton sistema 8 decimi a un Bottas che avendo già firmato guida la macchina, ma si guarda dal correre; Hulk sistema Palmer, Sainz Kvyat;
I favoriti del venerdì vedono volare via sogni e certezze, spazzati dal vortice d’aria della SF70H di un Vettel da leggenda. 3 decimi avanti, tre secondi sotto il record della pista. MB che traballano, scodano e non ne vengono a capo, nel caldo di Singapore.
Le premesse per una signora gara ci sono tutte: Vettel, le due RedBull, Raikkonen a proteggere sulle due Merceds di rincorsa in terza fila.

LA GARA
Non bastasse una griglia di partenza così anomala, le luci di Singapore illuminano le gocce di pioggia che disegnano le reti per polli che adornano il circuito; fa pure “freddo” rispetto al resto del Weekend. Ma si parte. Con la pioggia. A Singapore. Senza Safety Car. Viva l’America.
I Team si dividono anche sulla scelta gomme, metà con le intermedie, gli altri con le full-wet.. non servono nuove variabili per aumentare una tensione già alle stelle.
Basteranno appena 150 metri per trasformare i vincitori in vinti. E viceversa.
150 metri che hanno tre protagonisti principali, più una serie di comparse e vittime incolpevoli.

Proviamo ad analizzarli in soggettiva:

Sebastian Vettel
Si spengono i semafori; Gina si muove bene, ma poi pattina leggermente; una partenza non eccelsa, ma più che dignitosa, lo tiene davanti a Verstappen di più di mezza macchina. Sebastian allarga la sua traiettoria per portarlo fuori corda prima della curva, il suo vantaggio aumenta e alla fine gli passa davanti mentre alla sua destra non succede niente di rilevante. Non passano tre decimi di secondo che il muso della sorella sfigata di Gina gli si pianta nella fiancata distruggendo mezzo impianto idraulico. I liquidi finiranno sulle ruote posteriori provocandogli un testacoda e il ritiro pochi metri più avanti. Fin qui non sappiamo altro.

Max Verstappen
Max, Figlio di Jos, Terrore di tutte le partenze, Predestinato di Bernie, Cataclisma del Mercato Piloti, Volante di Dio, oggi ha un solo obiettivo, passare l’unica cosa che gli si para davanti. E meno male che ci sono ancora dei piloti con la carogna. Ma neanche lui parte granché: le simulazioni delle RBR in FP3 raccontavano di una nuova sostanza (che in un futuro commerciale avrebbe sostituito l’Attack), secernere dalle gomme del predestinato. Niente, oggi si pattina con le intermedie come un Vettel qualunque; ma non si molla, perché siamo qui a dare battaglia e poi anche quell’altro ha fatto un po’ schifo, si sa mai…
Nello specchietto di sinistra ( “ma come, ero io quello a sinistra?!£$$%” ) a Max appare una sagoma rossa guidata da uno che invece pattina benissimo fin dall’infanzia fiordica. La sagoma esce in un attimo dallo specchio e si palesa, brillante con muso e gomme anteriori davanti alla monoposto dell’olandese. Max pensa subito di estrarre il classico medio alzato, tipico delle casalinghe motorizzate. Ma non c’è tempo perché quello è puntato verso il centro pista e tocca spostarsi; Ma dove? Il crucco mi si vuole fare a destra e io dove ca@@….. buuuum…
Ora come si possa, da una situazione di corsa angelica e inappuntabile come quella appena descritta, passare così repentinamente dalla parte del torto, dovrebbe essere oggetto di seminari avanzati di comunicazione.
Verstappen con tutta l’ingenuità e la sincerità dei suoi19 anni dirà che lui doveva solo vincere la gara e che è quello che si gioca il mondiale che deve stare attento a non rimetterci… e tenersi a distanza e che quindi col cavolo che è lui che doveva frenare. Parafrasando, tra le righe c’è un “ancora non avete capito con chi avete a che fare?”… Ma comunque ci tiene a rassicurarci che è molto felice che almeno si sono ritirati tutti. Tiè.
Ciò nonostante, non importandoci in questo articolo sostanzialmente nulla dei pensieri dell’olandese al volante, chi scrive si sente piuttosto sicuro che le responsabilità di Max siano veramente scarse, comunque la si guardi.

Kimi Raikkonen
#quintodiquattro parte male al Venerdì, si becca mezzo secondo dal compagno al Sabato.
Ma parte benissimo di Domenica. Si trova Max nettamente più lento; c’è spazio a sinistra, si passa. Ma quello continua a venire verso di lui, lo vuole portare a muro? E Kimi stringe,  davanti con mezza macchina e il vantaggio che aumenta, lui frenerà pure… (“cacchio che partenza mi viene fuori…”) Ma quello non frena, non fre…
Kimi stringe la traiettoria in modo così inspiegabilmente forte che le sue ruote posteriori prendono l’olandesino e lo proiettano come un razzo nord coreano sulla fiancata del presunto compagno di squadra.
Al pari di Max anche Kimi guida gara per gara e il gioco valeva la candela.  Se non fosse che in questo gioco, in ogni situazione ci sono sempre una prima e una seconda guida; in ogni mondiale, in ogni gara, in ogni momento specifico della gara. E quando butti fuori il compagno di squadra è sempre male. Quando butti fuori il Leader della corsa compagno di scuderia è peggio di male. Quando il Leader della corsa è tuo compagno di squadra e in piena lotta per il mondiale piloti perché a causa tua il costruttori è andato, allora forse è il momento di farsi delle domande.
Ma il Finlandese è una lingua sottile e piena di sfumature.
Al 23esimo giro KR7 sembra pronto a darci la sua versione dei fatti.
“Ho preso un colpo…non ho visto”

Daniel Ricciardo
Il mio potenziale migliore amico, DR33, dimostra ancora una volta la sua capacità di stare fuori da controversie che non ha generato lui in prima persona. E quando è lui a generarle la spunta quasi sempre. Le gomme lo tradiscono, il cambio fa schifo, il motore Renault in mappatura di gara è uno troiaio, ma lui arriva secondo. Un’altro podio.

Lewis Hamilton
Che dire. E’ già così forte che un Natale anticipato non gli serviva proprio. Prima la pioggia, le basse temperature, il crash dei concorrenti e il conseguente sorpasso alla prima curva su Ricciardo. Secondo me stasera va in bianco.

Solito mostro..

Lap 5
Al termine della prima delle 3 Safety Car ci troviamo questa simpatica situazione: Ham+3, Ric +1, Hulk +4, Per +8, Pal+6, Bot 0 ,Van +2, Ocon +6, poi Sainz ,Mag, Kvy, Alo

Lap 9
Alonso non va più. NO Power. Maddai.
Ricciardo recupera un secondo a giro su Hamilton che denuncia problema alle gomme.

Lap 11
Falso allarme, Hamilton sta una favola.
Kvyat a muro. Maddai.
Siamo ancora sotto Safety e tutti vanno sulle intermedie
Bottas ora è 3, Sainz 4
Massa usa vandorne da paracarro per linsegnargli quanto è dura la vita o solo perché il suo ferro da stiro motorizzato mercedes non curva sull’asciutto, figuriamoci se piove.

Lap 14
SC Hamilton dimostra di non odiare Seb in particolare, ma che quando è sotto SC fa il bullo anche con Riccio.
Tutti passano Ocon come atto voluttuario. Massa, Magnussen. Poi i due cominciano a fare a sportellate per divertirci come fossero a una gara di monster trucks nel fango.
Intanto il mini campionato sauber vede Ericsson davanti a Wehrlein

Lap 21
Hamilton migliora i tempi un po’ infastidito da uno strano sorriso involontario che gli si disegna in volto nonostante l’imbottitura del casco lo limiti leggermente.

Lap 25
Il primo cuore impavido è magnussen che mette le viola, ma la gomma slick è già fradicia prima di finire la pit lane!

Al Lap 26  si capisce, che la RB è ancora la macchina del venerdì..

Lap 29
Dopo Bottas, anche Ricciardo che lo precede di 16 secondi va sulle slick uscendo dietro Palmer ormai secondo prima del pit che lo riporterà settimo, ma LH44 ormai con le intermedie fa tempi simili alle US

Lap 30
LH, si protegge su Ricciardo… Ultra Soft
Pirelli aveva dato le slick possibili sull’1.52, ma i team se ne fregano e cambiano le gomme sull’1.59.

Lap 38
Safety Car per un Ericsson che si intraversa in rettilineo perdendo il retrotreno e quindi l’ennesima illusione di un Ricciardo vicino ad Hamilton, ma la sua RedBull sa bene che non è venerdì.

23 minuti al termine delle due ore
La SC se ne va e Ricciardo saggia l’overboost tipico delle ripartenze Mercedes, prendendo da Hamilton 4 secondi in un giro scarso, mentre Bottas ora sembra intenzionato a lavorare per il quarto d’ora mancante così da guadagnare un secondo posto piuttosto che tenersi un terzo completamente regalato..

10 minuti dalla fine (più recupero?)
Ci lascia il primo renault (Hulkemberg) mentre Hamilton, che ormai sente la fine del GP, comincia ad avere allucinazioni vedendo qualcosa di rosso sulla sua anteriore sinistra.

Last Lap
Passerella Hamilton.
meritatissima.

EPILOGO

Sainz fa una splendida gara e finisce ai piedi del podio, primo dei normali. Perez con 8 posizioni in due curve si assicura la quinta piazza davanti  all’incredibile trittico Palmer-Vandoorme-Stroll.

Ore 20.30
La FIA dice che si è trattato di un incidente. Maddai.

Ah, il mondiale piloti è quasi chiuso.

2017 FORMULA 1 SINGAPORE AIRLINES SINGAPORE GRAND PRIX

La F1 terminata la stagione europea fa rotta verso Singapore ad iniziare il ciclo di sette gare finali che determineranno il campione del mondo 2017.

Singapore è un circuito anomalo per tanti motivi, in primis per le condizioni climatiche particolari dovute alla localizzazione in una baia tropicale e poi per l’orario notturno in cui si svolge la gara.

L’alta umidità ambientale conseguente si traduce in scivolosità del tracciato e amplifica le difficoltà di fare lavorare in modo ottimale le gomme. Il raggiungimento delle temperature ideali di utilizzo e soprattutto la relativa stabilizzazione spesso restano una chimera per le vetture non in grado di generare un adeguato carico aerodinamico. Occorre ricordare che le gomme, nel nuovo dimensionamento e nella formulazione stagionale rappresentano comunque un punto interrogativo costante e comune a tutti i team per la mancanza di dati di confronto con il passato.

Ad aggiungere ulteriori variabili al problema le previsioni meteorologiche danno maltempo con pioggia per il venerdì ed il sabato e bel tempo per la domenica di gara. Il rischio è quindi, come a Monza, che ci si trovi a correre in condizioni mai testate nelle prove libere.

Il  layout di circuito cittadino rende il tracciato anche particolarmente critico per l’impianto frenante non tanto per l’intensità (le staccate sono veramente poche) ma piuttosto per la continuità di impiego in condizioni non ideali di raffreddamento. Siamo destinati pertanto a vedere impianti frenanti piuttosto sovradimensionati.

Al motore il tracciato non richiede molto in termini di potenza massima essendo l’acceleratore aperto a pieno regime solo per il 40% del tempo di giro. Sono molto più importanti le caratteristiche di erogazione di coppia nelle innumerevoli accelerazioni e su questo le attuali PU sono praticamente imbattibili, forti della coppia idealmente costante della MGU-K. Purtroppo però questo fa a cazzotti con il poco tempo che la MGU-H ha a disposizione per dare il suo contributo alla ricarica delle batterie e ciò obbliga gli ingegneri alla ricerca di un certosino equilibrio nell’integrazione della potenza elettrica alla potenza meccanica del termico.

Come per tutti i circuiti cittadini il cambio è l’organo meccanico più sollecitato con le cinquemila cambiate necessarie a percorrere i 61 giri e di riflesso questo potrebbe comportare qualche problema fisico ai piloti.

Comunque come anticipato, su questa pista la ricetta normalmente consiste nell’adottare assetti con un elevato carico aerodinamico a facilitare l’inserimento in curva e migliorare la trazione in uscita. Sfortunatamente questo apre anche il capitolo consumi che può diventare un problema piuttosto importante.

Tecnicamente è un bellissimo rompicapo.

In questo contesto che cosa ci possiamo aspettare e cosa si aspettano i vari team da questo Gran Premio?

Se oggi fosse ancora il 31 Agosto, cioè il giovedì di apertura del GP d’Italia, saremmo qui a parlare di Singapore come di un gran premio in cui la Ferrari, forte dell’altissimo carico generato, dovrebbe solo consolidare la sua posizione in classifica, una sorta di operazione formale senza possibilità di sorprese se non in presenza di eventi accidentali e casuali. In realtà Monza ha messo un bel po’ di agitazione nei tifosi ferraristi per la gara anomala a fronte della prova di forza della Mercedes. Anche la contemporanea ricorrenza del 70esimo anniversario con l’umiliazione inferta dai tedeschi con il giro in parata ha giocato negativamente sul morale della tifoseria.

Però la mia sensazione è che in Ferrari, escluso il presidente ma a partire da Vettel e Binotto, sappiano perfettamente che Monza è una pista anomala e che il risultato è stato negativo soprattutto per i buoni auspici del precedente gran premio del Belgio responsabili delle migliori prospettive attese. Ferrari ci sarà, eccome.

Allo stesso modo ci sarà sicuramente Mercedes con un Hamilton presentatosi in formissima al rientro dalla pausa estiva e con il team a voler dimostrare la ottime caratteristiche del progetto anche su una pista che anestetizzerà parzialmente la potentissima PU. E anche Bottas, pur nel ruolo di scudiero servente, troverà il modo di festeggiare il freschissimo rinnovo annuale. Occorre anche ricordare che l’anno scorso fu Rosberg a trionfare nella baia.

La ininfluenza di una PU potentissima mette anche la RBR su un piano decisamente spregiudicato per questo gran premio, tanto da spingere Ricciardo a sbilanciarsi su velleità da pole position. Spregiudicatezza che non mancherà anche a Max Verstappen che ha qui una delle (poche) possibilità di pareggiare il conto delle vittorie stagionali con il compagno. Speriamo spregiudicato e attento, vista la lunga sequenza di incidenti.

In questo quadro già piuttosto ricco potrebbero inserirsi, a giocare il ruolo di outsider, anche le Force India con un Ocon reduce da una eccellente prestazione a Monza e un Perez con la canna fumante da svariati gran premi.

Per gli stessi motivi della RBR (ma con possibilità decisamente inferiori) troviamo la McLaren in una delle poche opportunità di mettersi in evidenza quest’anno. Ma le velleità di Alonso & C. troveranno ostacoli sia in probabili penalità da scontare in griglia e, ipotizzo, in un clima poco propedeutico determinato dal divorzio ormai solo da rendere pubblico con Honda. Dubito possano giocare un ruolo di primo piano da qui alla fine dell’anno. Anche se per il futuro, la sfida di telaio (a parità di PU Renault) con RBR si profila avvincente per McLaren.

Gli altri team temo possano giocare ruoli solo da comparsa: Renault, Williams, Haas non ritengo possano entrare in Q3. Sauber vabbè, ci vediamo nel 2018.

Sul fronte Toro Rosso sarà interessante valutare come l’annuncio del matrimonio con Honda influenzerà l’approccio ai GP finali di questa stagione ed anche, Sainz sarà della partita o sarà sostituito da Gasly? E ancora salterà sulla Renault di Palmer già a Singapore?

Torniamo alla lotta per il vertice. Nell’economia del campionato il passato importa solo per la situazione attuale che ha determinato. E la situazione attuale pone la Ferrari alla pari della Mercedes per la sfida del titolo piloti (stendiamo un velo pietoso sul campionato costruttori “sacrificato” ad una logica di line up discutibile).

Resta da valutare la strategia di squadra, in parole povere che aiuto possono attendersi dai rispettivi compagni i due duellanti? Di Bottas ho detto. Raikkonen è imprevedibile ma il calcolo delle probabilità è dalla sua parte nella legge dei grandi numeri.

Dimenticavo. Singapore soffre dei problemi di tutti i circuiti cittadini in termini di larghezza della carreggiata e di disponibilità di vie di fuga. Pertanto la safety car è piuttosto probabile e frequente a tal punto che, senza ricordare fatti eclatanti del passato che hanno permesso di battezzare puttanodromo il circuito, le strategie dei vari team sono influenzate apertamente da questa probabilità. In pratica una sana dose di fortuna sarà ben gradita, come sempre.

Se avete qualche spicciolo in tasca investitelo in popcorn: lo spettacolo si prospetta interessante da qui ad Abu Dhabi.

Il vostro Aviatore di fiducia(?).

Life is racing, all the rest is waiting