I PILOTI IN FUGA….O IN VIA DI FUGA???

L’immagine di copertina non è sbagliata, tranquilli che parliamo di motogp, ma oggi, va dato spazio anche al grandissimo ORGOGLIO NAZIONALE, che risponde al nome di ANTONIO CAIROLI!!!!

Nel solito silenzio nazionale dei media, il pilota di PATTI, porta a casa il suo NONO TITOLO IRIDATO del motocross, dimostrando ancora una volta chi sia il più forte, in una stagione quanto mai dominata, arrivando ad un solo titolo dalla leggenda EVERTS. 9 VOLTE GRAZIE TONY!

Ma torniamo al Motomondiale, che ha visto le tre classi sfidarsi in un circuito quanto mai zuppo d’acqua, nonché teatro di molte cadute, anche importanti nella classifica iridata, vedendo coinvolti molti piloti della pattuglia tricolore.

Marquez ha dimostrato come sempre di non sapersi accontentare, andando a vincere la gara nell’ultimo giro, su un Petrucci ancora una volta super convincente. Dovizioso ha guardato più al portarla a casa, chiudendo la corsa in una ottima terza posizione, mentre Vinales, che non si è mai trovato a suo agio con le condizioni di bagnato, chiude con un decoroso quarto posto. Incredibili i numeri fatti dai primi 3 sull’acqua da Marquez e Petrucci, che si sono presi un paio di bei rischi, ma a cadere son stati altri. Uno su tutti, Lorenzo, artefice di una gran partenza, capace di portarlo ad aver un vantaggio di 4 secondi sugli inseguitori, finendo poi a buttare via tutto, con una caduta in uscita dalla curva 6. Dietro poi non son mancati i piloti finiti in ghiaia, compreso Crutchlow, Espargarò, Baz e molti altri, eppure quelli che si son rialzati, son riusciti a fare meglio di un Pedrosa opacissimo e inefficace in pista.

Standing ovation per uno Zarcò che spinge per tutto il rettifilo finale la sua Yamaha, giungendo stremato sulla linea del traguardo, fra le urla e gli applausi del pubblico, numerosissimo nonostante l’assenza di Rossi e la fastidiosa giornata di pioggia.

La classifica ora vede MM93 nuovamente primo a pari punti con AD04, mentre MV25 si trova staccato di 16 punti, tutto ancora può succedere, da qui ai prossimi 5 gp, che andranno a chiudere questa stagione fantastica. Dati alla mano, il favorito resta però lo Spagnolo della Honda.

In moto2 invece c’è stato un’altro 0 per il colui che è in vetta al mondiale, ossia Franco Morbidelli, caduto nelle prime fasi, mentre era primo. Una chiusa di anteriore in staccata, a cui non ha potuto porre rimedio e Luthi è stato subito lesto a non prendersi rischi, andando a chiudere al secondo posto la gara, dietro ad Aegerter, che ottiene la sua seconda vittoria nel motomondiale. Un dispiacere anche per tutti i colori Italiani, che son andati a terra tutti a uno a uno, compreso il Pasini che aveva fatto la quarta pole di fila, davvero un peccato. In ghiaia ci è finito pure Oliveira, ed ormai la lotta per il titolo è tutta per l’Italiano e il tedesco, divisi da soli 9 punti.

La moto3 ci ha regalato il trionfo di Fenati, pilota che normalmente non è  un fuoriclasse sul bagnato, ma che oggi ha saputo gestire alla perfezione la corsa, sapendo sfruttare anche gli errori dei rivali che lo stavano inseguendo. Mir chiude secondo, mantenendo un grosso vantaggio in classifica proprio su Fenati, dopo il colpo a vuoto di Canet con la caduta di oggi. Applausi per un bravissimo Di Gianantonio, ottimo terzo. Una gara costellata dalle cadute, con un Antonelli che fa il record di 3 cadute in una sola corsa, con piloti che riescono a chiudere nei primi 10, anche dopo essersi rialzati dalla via di fuga. Alla fine chiudono in 15, segno quanta sia stata dura la corsa.

Prossima tappa in Spagna, ad Aragon, teatro di splendide corse, dove Marquez ha sempre mostrato il suo valore, ma è un tracciato favorevole anche a Ducati, grazie al lungo rettifilo. Non diamo per spacciata la Yamaha, artefice spesso di belle gare su questa pista. Attendiamoci anche un Morbidelli voglioso di riscatto, che non può farsi sfuggire un titolo che si sta meritando.

Saluti

Davide_#mondialequantomaiaperto_QV

MOTOGP 2017 – GP TRIBUL MASTERCARD DI SAN MARINO E DELLA RIVIERA DI RIMINI

Misano, il circuito dedicato al grande e tanto compianto MARCO SIMONCELLI, quel 58 rosso che vedi ovunque mentre giri per il circuito, a ricordo di quel casco infinito di capelli, sulla testa di uno dei più piloti più amati di sempre del paddock, che riusciva a far sorridere chiunque, anche nei momenti più brutti e difficilil, oltre ad avere tantissimo manico sulla moto. SEMPRE NEI NOSTRI CUORI SIC!!!

Siamo tutti a conoscenza dell’assenza di Valentino Rossi, nel weekend di gara, dovuto all’infortunio occorsogli in allenamento, con una moto da cross, che ha provocato la rottura di tibia e perone della gamba destra, la stessa dell’infortunio al Mugello 2010. Il pilota di Tavullia ha già avviato il percorso di recupero post operatorio e cercherà di far di tutto per essere nuovamente in sella, forse già a Motegi. Della serie, mai domo!

Ma Vale non è il solo ad essersi infortunato, infatti è di questi giorni la notizia che anche Crutchlow si è procurato un grosso taglio alla mano sinistra, con conseguente recisione di un tendine. Il pilota è già stato operato, con i medici che han cercato di dargli la possibilità di correre, ma solo nei prossimi giorni capiremo se ce la farà o meno.

Tornando ai normali eventi di corsa, in Honda c’è tranquillità, nonostante il motore andato in fumo a Silverstone, perché le unità non ancora punzonate sono 2 e quindi non vi dovrebbero essere problemi di sorta, per il proseguo di stagione. Marquez, dalla sua, fa dichiarazioni abbastanza da ragioniere,  spiegando che non cercherà la vittoria ad ogni costo, ma bensì puntando più a una costanza di risultati. Strano sentire certe parole da lui, ma la lotta con Dovizioso e Vinales è molto serrata e non permette altri zeri.

Vinales, il team Yamaha ha deciso di non portare alcun pilota al posto di Vale, quindi non potrà beneficiare di un compagno di box che vada a sottrarre punti ai suoi due rivali. Ma stiamo tranquilli, Silverstone ci ha dato conferma, che il campione Spagnolo è in palla, anche se la Yamaha ancora mostra qualche debolezza nell’usura delle gomme.

Dovizioso avrà tutta la spinta del pubblico, oltre a potersi avvantaggiare di due giornate di prove, fatte da Ducati, sul tracciato Romagnolo. Un ulteriore aiuto, potrebbe arrivare dalla Desmo16 ufficiale, messa a disposizione di Pirro, che si dice pronto ad aiutare il Dovi. Dall’altro lato del box rosso invece, Lorenzo ritiene sia ancora troppo presto pensare a ordini di scuderia nei suoi confronti, atti ad aiutare il leader di classifica nel raggiungimento del titolo iridato 2017.

In casa Suzuki, arriva l’accordo per il 2018 con Rins, che farà coppia con Iannone, mentre per Espargarò, si vocifera una porta aperta in Aprilia del team Gresini, facendo così coppia con Lowes.

In Moto2, da segnalare il ritrono in sella di De Angelis, che andrà a sostituire Schrotter, che è ancora infortunato allo scafoide.

Notizia di questi giorni,  è quella dell’avvio della vendita di telai clienti, nella Moto2, da parte di KTM, andando così a portare la sua presenza dai 2 esemplari attuali, ai 6 del 2018. I telai Austriaci paiono molto ambiti nel paddock, oltre ad essere molto efficaci nella serie di mezzo.

In Moto3, anche Misano vedrà la presenza di Masia, il debuttante stagionale, che sta stupendo tutti per la sua stoffa e capacità di essere subito con i migliori. Infatti il team di Caponera, lo ha messo rapidamente sotto contratto, per le stagioni 2018-19.

Nota di colore, sono le grafiche delle vide di fuga, che vengono riviste da Aldo Drudi, lo stesso personaggio che firma da anni le grafiche dei caschi di molti piloti, fra cui Rossi. I colori,richiameranno il territorio, le squadre e i piloti. Con il rosso Ducati, il giallo del sole e di Valentino Rossi, l’azzurro del mare e della Suzuki, il bianco delle spiagge, i colori fluo della Honda, tutto mescolato in forme curve, triangolari, lineari e circolari, che rievocano gli anni 70-80. E’ solo il primo di molti cambiamenti estetici, che interesseranno il circuito nei prossimi anni.

Chiudiamo con gli orari della gara, che sono identici sia su SKY SPORT MOTOGP, che su TV8.

Sabato 9 Settembre
12:35 | Qualifiche Moto3
14:00 | Qualifiche MotoGP (Q1 alle 14:10, Q2 alle 14:35)
15:15 | Qualifiche Moto2

Domenica 10 Settembre
11:00 | Gara Moto3
12:20 | Gara Moto2
14:00 | Gara MotoGP

Saluti

Davide_#SIC58_QV

Hamilton e la Mercedes dominano a Monza

“Sapevamo che sarebbe stata una pista difficile, lo abbiamo detto tante volte in questo week-end”. Così doveva essere e così è stato.
Mentre Hamilton andava ripetendo che gli sarebbe piaciuto fare doppietta proprio in casa del nemico, per dare un segnale forte. E anche questo è successo, la Mercedes è stata costantemente superiore alla Ferrari, con un divario medio in gara oltre il mezzo secondo al giro. Sul primo pilota, perché la seconda guida è arrivata molto più lontana, autrice di una gara che rende ancora più inspiegabile la riconferma per il 2018, a differenza della seconda guida Mercedes, sempre vicina al caposquadra dopo avere immediatamente fatto dimenticare la brutta qualifica di ieri.

Vettel perde la leadership del mondiale, e se si guarda il conto totale delle vittorie si capisce che il distacco di oggi non è frutto del caso: 8 Mercedes, 4 Ferrari. Ma bisogna essere ottimisti. Lo devono essere soprattutto in Ferrari, perchè, come ripetono spesso i rossi, bisogna anche considerare dove erano lo scorso anno. All’inizio della stagione pochi avrebbero scommesso che dopo Monza Vettel sarebbe stato ancora ben in corsa per il titolo. Ma, si sa, l’appetito viene mangiando, e ora l’obiettivo è vincerlo, questo titolo. Dopo la gara di oggi è ancor più chiaro che servirà non solo che funzionino gli sviluppi portati gara per gara, ma anche avere Vettel al massimo della forma in ogni occasione. E anche Raikkonen, ovviamente. Sarà comunque durissima.

In questo week-end la Ferrari è stata la terza forza in pista, dietro anche alla Red Bull, che dopo avere fatto un secondo e terzo posto virtuali in qualifica, vanificati dalle penalizzazioni, ha poi mostrato in gara un passo notevole, consentendo a Ricciardo di arrivare quarto a poca distanza da Vettel (splendido il sorpasso su Raikkonen) e a Verstappen di arrivare decimo dopo un incidente iniziale che l’ha costretto ad una fermata supplementare. E’ molto probabile, che senza penalità, per la Ferrari ci sarebbe stata solo la possibilità di lottare per il quinto posto, e sarebbe stato piuttosto sorprendente considerando il (teorico) deficit di potenza della PU Renault rispetto alla Ferrari.

E proprio questo fa venire il dubbio su quali siano i reali motivi delle prestazioni viste in questo week-end. La Mercedes davanti ci poteva stare, ma il distacco della Ferrari è inatteso, e la prestazione Red Bull pure. Non può essere tutto spiegato solo con la differenza fra le PU, è evidente che di mezzo c’è uno sfruttamento delle gomme più o meno buono, e in questo la Ferrari è ovviamente stata la peggiore. E’ sperabile che nel prosieguo del campionato non si riproponga l’atavica allergia della rossa alle coperture italiane, che è già costata in passato vittorie e mondiali.

Dietro ai primi 3 team, da segnalare le ottime prestazioni di Ocon sesto e Stroll settimo. La somma degli anni dei due fa l’età di Raikkonen, e quest’ultimo ha dovuto lottare duramente per stare loro davanti. I due ragazzi sono stati molto intelligenti a non farsi prendere la mano, evitando duelli all’arma bianca e cercando di portare a casa quello che per loro era il migliore risultato possibile, resistendo anche al ritorno dei due compagni di squadra Massa e Perez, piazzatisi subito dietro di loro (con Massa che per la verità ha – logicamente – coperto le spalle a Stroll, più che impensierirlo).

Già detto di Verstappen che chiude i piazzati a punti, per le altre 5 squadre Monza è una gara da dimenticare in fretta. Renault e Haas sono state l’ombra di quelle viste a SPA. La McLaren no perchè se fosse stata l’ombra di se stessa sarebbe probabilmente andata meglio. La Toro Rosso non è praticamente mai esistita, mentre la Sauber non esiste dall’inizio dell’anno e quindi oggi non si è visto niente di nuovo.

Ora si va a Singapore, dove, a parere di chi scrive, la Ferrari si gioca una grossa fetta delle possibilità di portare a casa questo mondiale. E’ una pista sulla quale sia la vettura di Maranello che Vettel sono sempre andati benissimo, e quindi l’obiettivo minimo è compensare la doppietta di oggi relegando Hamilton al terzo posto (o più giù). Ma è anche una pista nella quale l’imprevedibile accade, e sarà indispensabile essere perfetti per centrare l’obiettivo.

FORMULA 1 GRAN PREMIO HEINEKEN D’ITALIA 2017 MONZA

7 punti. Tale è il vantaggio con cui Sebastian Vettel sulla sua 668 si presenta a Monza in vantaggio su Lewis Hamilton e la sua W08. Con buona pace di tutto e tutti il GP di Monza sta tutto qua, sui due contendenti al WDC2017 che si affrontano su di una pista la quale, sulla carta, dovrebbe esser leggermente favorevole alla MB. L’uso dell’avverbio è d’obbligo dopo che Vettel nelle interviste post gara a Spa ha dichiarato:”abbiamo la macchina migliore, non temiamo nessun tracciato”. Chi scrive se da un lato pensa che il distacco tra i due in Q3 sarà particolarmente contenuto dall’altro è persuaso che Monza sia l’ultimo circuito smaccatamente favorevole alla MB, proprio come Singapore sarà l’ultimo circuito smaccatamente favorevole alla Ferrari. Ergo se Hamilton dopo Spa manca la doppietta a Monza di fatto butta via un’occasione importante di agguantare Vettel in testa al WDC (il tedesco salvo improbabili imprevisti nello scenario peggiore in gara finirà secondo come a Spa) e poi esporrà il fianco alla già citata grossa possibilità che Vettel allunghi a Singapore. Ergo LH44 a Monza deve vincere, per farlo gli serve la consueta pole d’ordinanza ed una gara perfetta come in Belgio. Tutte cose largamente alla sua portata, sia chiaro, ma non affatto scontate. Specie in gara dove c’è caso che Vettel sia ancora più insidioso che a Spa dove, a mio parere, ha pagato il mancato ardire del suo box circa l’undercut su Hamilton in fondo al primo stint. Entra in vigore la regola che le Power Units punzonate da Monza in poi rispettino la regola dell’utilizzo massimo di 0,9L d’olio ogni 100km a fini di combustione, dando per scontato che Ferrari abbia fatto i compiti a casa l’escamotage di Spa da parte di MB consente alla PU ivi fatta debuttare di non sottostare a suddetta restrizione. In un panorama nel quale, fatti salvi i cosiddetti “circuiti ad hoc” come i già citati Spa per MB e Singapore per Ferrari, si sta di fatto delineando l’equivalenza assoluta prestazionale tra MB e SF, qualsiasi elemento distorsivo/contaminativo dello scenario pocanzi descritto va preso nella dovuta considerazione e, al netto della regola sopra menzionata, riesco a pensare solo alle scelte di Pirelli per le mescole da portare ai prossimi GP ed alle pressioni di gonfiaggio imposte, con MB che notoriamente le predilige più basse rispetto a SF al fine di massimizzare la fin troppo nota finestra di utilizzo delle coperture italiane. Staremo a vedere cosa finirà per far pendere la bilancia da un lato oppure da un altro, il tutto naturalmente nella speranza che a farlo sia lo Sport in pista e non le carte bollate a motori spenti.

Veniamo ora agli altri due: se tutto va come da copione Bottas e Raikkonen si ritroveranno in seconda fila a Monza dopo essersi lasciati così a Spa. Direi che entrambi i neo-rinnovati non siano in grado di andar più forte in qualifica dei due contendenti al WDC 2017 ergo la loro funzionalità/importanza dipenderà prevalentemente dalle “interferenze” che potranno eventualmente creare al via e/o nelle fasi della gara a cavallo del pit. Penso che nessuno dei due stia facendo una brutta stagione e che anzi, perlomeno per quanto riguarda Bottas, sia andata finora meglio delle aspettative di tutti quelli che non si chiamano Wolff. Però poi pensi a Spa ed a cosa han strizzato fuori dalle loro macchine Hamilton e Vettel e non fai in tempo a finire di farlo che ti rendi conto che Ricciardo è arrivato davanti ad entrambi i finlandesi. Con una Power Unit talmente mediocre da costringere quelli di Milton Keynes ad affrontare Spa con un set-up degno di Monza. Al che chiunque non abbia il quoziente intellettivo di una pianta grassa si chiede:”ma quello là coi dentoni che ride sempre su una Ferrari o una Mercedes….?” salvo poi ricordarsi che esistono Campioni del Mondo che firmano contratti da seconda guida e che quindi le sedute di ipnosi regressiva col mantra “il 2014 non è mai esistito, Sebastian” potranno continuare indisturbate.

Passando alle note ilari: Honda dice che non c’erano anomalie nella PU di Alonso ritiratosi a Spa per un presunto problema alla stessa ma poi si vocifera che l’Asturiano a Monza buscherà penalità per la sostituzione dell’unità motrice. Il tutto mentre i media UK polemizzano su Alonso che getta volontariamente la spugna. Sulla sponda Milton Keynes per la prima volta in questa stagione Horner getta la croce addosso a Renault per la mancata competitività assoluta della Redbull. Premesso che comprendo appieno la frustrazione dell’Asturiano e della Redbull penso altresì che si stiano scavando la fossa da soli in questo modo. Carte alla mano sia Mecca che RBR son legate mani e piedi agli attuali fornitori di PU e che quindi l’unica via obbligata sia cercare di essere costruttivi. Che Alonso faccia il cavolo che gli pare (o quasi) e che Horner abbia detto quanto sopra per provare a tenere buono il clan Verstappen (auguri) son solo dettagli, in RBR dovrebbero ripensare al tremendo 2015 in cui Renault non sviluppò minimamente la PU per ripicca verso Milton Keynes che si era messa sul piede di guerra, salvo poi tornare sui propri passi una volta capito che le alternative erano sognate e non concrete.

Ignoro allegramente chi sia il TP in  Force India ma comincio a pensare che, in confronto, Domenicali in Ferrari avesse il polso di Jean Todt ed ho detto tutto. Non che la situazione sia facile (un pilota porta i soldi, l’altro non solo è uno dei migliori talenti giovani ma pure un protetto MB) ma ormai pare evidente che riescono sempre e comunque a gestirla nel modo peggiore ed intendo soprattutto a vetture ferme. Renault prosegue la sua crescita lenta, perlomeno con Hulkenberg, mentre STR ed Haas son sempre là nel loro limbo specie Faenza che purtroppo quest’anno mostra spesso la corda tra scarsa competitività ed una coppia di Piloti spesso entrambi fuori fase e presumibilmente altrove nel 2018. La Sauber si trascina stancamente verso il prossimo Mondiale quando dovrebbe a tutti gli effetti iniziare una nuova primavera per Hinwil targata nuovamente Rosso Ferrari. Williams al momento è solo una fornitura clienti Mercedes Benz buttata alle ortiche, ma diciamolo piano che se a qualcuno venisse in mente di dar due motori degni di tal nome a Redbull e Mclaren vedremmo 4 teams in lotta per il Mondiale anzichè 2 il che sarebbe quantomeno inopportuno.

Per le piante grasse già citate sopra

 

Buon GP a tutti

Tecnica a olio

Non si vedeva un intrigo tecnico di questa portata dagli scarichi a Coanda di Mr. Newey. Parliamo sempre di fluidi, ma stavolta la viscosità aumenta parecchio, e dall’aerodinamica ci dirigiamo sul motore, uno spostamento focale che ci dà le dimensioni di quanto la F1 odierna sia più dipendente dalle unità propulsive rispetto a qualche anno fa. L’oggetto è, ovviamente, rappresentato dalle rampanti discussioni sul (presunto) uso dell’olio lubrificante per scopi alternativi. Alla vigilia del GP di Monza, con la nuova direttiva tecnica della FIA pronta ad entrare in vigore, anche se non è ancora chiaro come, è necessario fare chiarezza sui fatti.

Cominciamo con una breve timeline della questione:

-L’antefatto si ha nel 2015, precisamente durante il GP del Canada: la FIA preleva campioni di olio dalle vetture di Hamilton e Vettel, ravvisando la presenza di carburante nel serbatoio principale. I delegati tecnici concludono però che si tratta di valori nella norma, semplicemente riconducibili a normali trafilamenti nel cilindro.

-Marzo 2017: Red Bull richiede un chiarimento tecnico alla FIA sulla possibilità di utilizzare l’olio motore per scopi che definiremo “non convenzionali”. La FIA risponde con la consueta (mancanza di) chiarezza, ribadendo che l’olio non può essere “bruciato”, ma che allo stesso tempo il consumo d’olio è una caratteristica intrinseca delle condizioni operative di un motore. Da notare che la richiesta di RB non cita alcun team, ma Toto Wolff rilascia dichiarazioni sul merito, smentendo categoricamente che il propulsore Mercedes usi alcun trucco del genere.

-Aprile: la FIA dirama nuove normative per il 2018. Tra le novità, l’obbligo di dichiarare la massa totale di olio a bordo ogni qual volta la FIA lo richieda nell’arco del weekend di gara, e l’espresso divieto di valvole attive in qualsiasi punto dell’ ”air intake”.

-Giugno: prima del GP azero, la FIA reitera le direttive sull’uso dell’olio, che riportiamo: “We wish to remind you that, as previously stated in various meetings and re-emphasised in TD/004-17, we consider the use of oil as fuel to be prohibited by the Technical Regulations. For the avoidance of doubt, the only fuel that may be used for combustion is petrol, and the only permitted characteristics of that petrol are clearly set out in Article 19 of the Technical Regulations.” Si diffondono altresì voci (non confermate) di un serbatoio aggiuntivo montato dalla SF70H.

-Luglio: Helmut Marko si lascia sfuggire alcune frasi sibilline sulla questione, sostenendo tra le righe che la Ferrari fosse colpevole di raggirare il regolamento su questo aspetto, e che la precisazione antecedente al Canada fosse rivolta direttamente al team di Maranello. Inoltre, il Dr. Marko precisa che le proteste sarebbero arrivate da Brackley, e precisamente da qualcuno precedentemente in Ferrari. Il pensiero corre subito a James Allison.

-Luglio: un’ulteriore direttiva FIA limita il consumo di olio a 1.2l/100km, anche se non è ancora chiaro come questo limite possa essere misurato ed, eventualmente, quali possano essere le sanzioni.

-Agosto: il limite viene abbassato a 0.9l/100km a partire dal GP di Monza. Mercedes introduce la quarta PU a Spa, presumibilmente nel tentativo di appellarsi alla non-retroattività della direttiva rispetto ad unità precedentemente omologate. Ad oggi (29 agosto) questa sembra effettivamente l’interpretazione, quantomeno ufficiosa, della Federazione.

Passiamo ora alla questione più prettamente tecnica, riguardante il presunto consumo anomalo di olio. Rimangono fissi due punti: 1)non esiste alcuna dimostrazione o dichiarazione che riveli con certezza un uso irregolare dell’olio da parte di alcun team; 2)non esiste consenso, o spiegazione accettata, su come e quanto l’uso anomalo di olio possa aumentare le prestazioni, ed eventualmente in quale grado questo sia contrario al regolamento tecnico FIA. Quelle presentate di seguito sono ipotesi.

-La prima spiegazione, quella riguardo a cui RB chiese ragguagli a suo tempo, riguarda l’uso di olio per aumentare la quantità di combustibile disponibile. Data l’esistenza di “breather” tra il basamento e l’ “air intake” di cui sopra, normalmente usati per controllare la pressione, era stata avanzata l’ipotesi che l’olio traspirasse nei condotti di aspirazione per poi venire bruciato. La palese dicotomia rappresentata dalla contemporanea necessità di un liquido lubrificante ma altamente reattivo ha fatto essenzialmente decadere questa ipotesi. Da sottolineare che questo ostacolo potrebbe essere eventualmente superato con l’uso di due serbatoi contenenti oli diversi, come da insinuazioni avanzate ai danni della Ferrari.

-Un’altra spiegazione, in questo momento forse la più quotata, vuole che additivi (probabilmente composti metallici) siano aggiunti all’olio, e che questi passino poi in camera di combustione attraverso (probabilmente) le fasce di tenuta, aumentando le prestazioni. Ciò

-L’olio in camera di combustione può ipoteticamente essere utilizzato per raffreddare la miscela miscela aria-benzina e dunque aumentare la bmep (e dunque la potenza). Da notare come il meccanismo sia probabilmente legato ad un utilizzo sporadico e non continuativo.

-Il dettaglio tecnico forse più affascinante è presentato dalla possibilità che i noti effetti detonanti dell’olio minerale vengano in realtà sfruttati nell’ambito della TJI (turbulent jet ignition), tecnologia che Mercedes utilizza nei suoi motori. In pratica si tratta di avere una migliore velocità di fiamma grazie a multipli punti di accensione dovuti all’olio stesso. Si tratterebbe comunque di un meccanismo difficilissimo da controllare, date anche le brevissime scale temporali di combustione in F1.

-Un’ultima ipotesi, invero piuttosto bizzarra, prevede un passaggio dell’olio dallo scarico all’aspirazione attraverso il turbocompressore, con finalità analoghe a quanto presentato.

In conclusione, la presente disamina vuole semplicemente essere un riassunto sia temporale che tecnico sulla questione che accende (letteralmente…) la F1. Non esiste alcuna pretesa di imputazione nei confronti dei team. Al contrario, qualsiasi sia il meccanismo, e chiunque sia stato in grado di farlo funzionare, sono a mio giudizio degni rispettivamente di notevole interessa ed infinita stima. Sempre che, ovviamente, non si tratti di una nube di fumo, probabilmente bianco…

Life is racing, all the rest is waiting