F1 2022 – GRAN PREMIO D’OLANDA

Seconda gara del trittico post vacanziero e si va in casa del campione del mondo, nell’olandese Zandvoort.

Ad aspettare il circus ci sarà la consueta, ormai da qualche anno, marea di tifosi orange che si contraddistingue per rumore e tasso alcolico ben superiore alla media, con tutto quello che comporta, soprattutto nel male.

D’altronde se uno dei main sponsor del mondiale è una famigerata marca di birra olandese siamo pienamente in tema.

Considerando gli esiti del GP del Belgio, più che un Gp sembra una passerella d’onore quella che si prospetta per l’idolo degli olandesi che ha ridicolizzato la compagnia tra i boschi delle Ardenne.

Perfettamente assecondato da una RBR18 ipertrofica in quanto a prestazioni ha, almeno psicologicamente, messo in saccoccia il secondo mondiale di fila, ampiamente meritato.

La famigerata TD39 sembra aver dato una mano agli angloaustriaci anche se chi l’ha presa nei denti (vedi Ferrari/Mercedes), giura che la differenza vista in Belgio non dipende dalla supercazzola made in Stoccarda, ma dal fatto che per sua natura il tracciato belga obblighi le squadre a stare un pò più alte di default, date le forti oscillazioni verticali che richiede l’eau rouge.

immagine da motori.it

Sarà ma quello visto a Spa è l’inizio della fine del mondiale, che sembrava avviato ad una lotta serrata, pensiero che è presto scomparso, scusate il francesismo, come una scorreggia nel vento.

Quindi per Red Bull zero problemi in vista per Zandvoort, cosa che non si può dire per Ferrari e Mercedes. Già deprime in fatto ormai di accostare i due team quando a inizio stagione il binomio era formato da RBR-Ferrari ma tant’è.

La conformazione del tracciato olandese, con alcune curve con banking compreso tra 4° e 18° circa di pendenza, obbligherà i team ad alzare il fondo delle vetture ed ecco che uno scenario tipo Spa è quasi logico.

Al di là delle dichiarazioni più o meno sincere di Binotto e del cronico disagio delle SF75 con temperature basse, sembra che la Ferrari sia quella che più ha subito o rischia potenzialmente di subire gli effetti della direttiva 39. Le prestazioni della rossa in Belgio sono state piuttosto imbarazzanti soprattutto in gara, addirittura incalzati dalla Mercedes di Russell.

Zandvoort darà qualche risposta in più ma le previsioni non sono buone, come non lo sono per Mercedes che sembra abbiano avuto gli stessi problemi di Ferrari in termini di perdita di carico dovuto ad altezze dal suolo superiori ai livelli ottimali.

immagine da circusf1.com

Si potrebbe pensare ad un bel boomerang la TD39 per Wolff&co ma se alla fine il risultato è quello di avere una Ferrari più debole, tutto sommato va anche bene così per loro.

Per gli altri team la farò breve anche perchè Zandvoort, con tutta probabilità e al netto delle temperature che ci saranno nel weekend di gara, confermerà i pregi e i difetti visti in Belgio.

Buone prospettive per Alpine che ha sempre Alonso a elevarla al di sopra delle sue possibilità, punto interrogativo sulla Aston Martin e McLaren di cui non si può mai prevedere il livello di competitività, anche se il Vettel post annuncio ritiro è probabilmente il migliore degli ultimi 4/5 anni.

immagine da formula1.it

Le “Al(ph)fa” saranno anche loro un bel mistero e mi viene da pensare che in Olanda conterà più il manico del pilota che la competitività della monoposto per arpionare qualche punto.

A proposito di piloti in forma, Albon ha dimostrato in Belgio di starci bene nel gruppo di quelli, se non bravi, almeno degni di restare in F1, cosa che ultimamente non si può dire di MIck Schumacher che il buon Steiner vorrebbe sostituire con Ricciardo.

Proprio a causa delle forti sollecitazioni di carico verticale sulle gomme, Pirelli porterà le mescole più dure a disposizione e nonostante questo ci si aspetta una gara su due soste poichè i team cercheranno di non utilizzare la mescola C1, troppo più lenta rispetto alle altre due.

Come detto Zandvoort dirà sicuramente di più sulle possibilità per Ferrari di puntare almeno alle vittorie di tappa, possibilità qusi scontata prima della sosta estiva. La sensazione è che tra errori e mancanza di competitività nella Scuderia si sia un pò persa quella fiducia che la portava a lottare con RBR ad ogni GP.

Forse per la prima volta anche gli aggiornamenti portati in Belgio non hanno funzionato a dovere ma è l’ennesima conferma di come l’atttenzione verso le rosse sia sempre spasmodica, con critiche sempre feroci nel caso le cose vadano male, soprattutto da giornalisti inglesi ed ex-piloti (sempre inglesi) che ogni tanto farebbero meglio a guardare i casini che combinano altri team.

Quello che ormai sembra fuori di dubbio è che Verstappen e Red Bull si avviano con una certa tranquillità a vincere entrambi i mondiali di questo 2022, il che certificherebbe l’apertura di un nuovo ciclo vincente dopo quello Mercedes, difficilmente scalfibile anche dal cambio di regolamento tecnico per le PU del 2026.

Insomma la ruota gira ma chi resta sempre ferma al palo o comunque a poche, centellinate vittorie resta la Ferrari. Certificato l’addio alle speranze iridate di quest’anno sembrano a rischio anche qualche ulteriore vittoria e un futuro che resta costantemente incerto, dovuto al costante trend che vede una Scuderia in difficoltà da metà campionato in poi.

D’altronde, come si faceva notare il buon Filippo Vettel nei commenti al gp belga, dal 2011 ad oggi la Ferrari ha messo a referto solo 4 doppiette, 6 se consideriamo la stagione 2010. Un pò pochine per un team con così tanta storia e ambizione. Solo quest’anno la Red Bull ne ha collezionate quattro…

Certo è che i prossimi due Gp saranno molto importanti anche per Binotto: altre due scoppole in Olanda e a Monza potrebbero vedere in bilico la sua posizione come capo del team. Rientriamo sempre nel campo della tendenza tutta italica di “gettare il bimbo insieme all’acqua sporca” ma tant’è, ci deve sempre essere un capro espiatorio.

Sarebbe però quanto meno curioso che la silente (assente?) dirigenza Ferrari prendesse una decisione tanto importante dopo mesi di colpevole mutismo, soprattutto in quegli ambienti politici della FIA nei quali Ferrari sembra essere considerata solo come portatrice di un prestigio ad uso e consumo della grancassa mediatica della FIA e non più di una seria contendente, di cui viene comprato lo stare zitti e buoni con il famoso obolo extra in quanto team “storico”. Viene da pensare che alla fin fine, finchè i conti della Ferrari S.p.a. sono in ordine, non conta poi così tanto se si vince o meno in pista. Con buona pace dei tifosi col fegato grosso che ancora ci credono.

Avranno capito anche loro che basta fare il minimo indispensabile, stare con i migliori ma non esserlo mai, lottare qualche volta ma non per tutta la stagione, nutrire l’ego del tifoso qual tanto che basta da alimentare le speranze di gloria alla stagione successiva, sul pilota che verrà, sul progettista che farà il miracolo…

*immagine da f1experience.com

Rocco Alessandro