VERSTAPPEN DOMINA A MIAMI E IPOTECA IL MONDIALE

Con un trasferimento all’insegna della sostenibilità ambientale, il circo della Formula 1 si sposta in una sola settimana da Baku a Miami, per il primo dei tre gran premi in terra americana previsti dal calendario 2023.

Il circuito è stato appena riasfaltato, e questa non è una buona notizia per i piloti, che devono anche fare i conti con un accorciamento delle zone DRS che, a loro dire, renderà i sorpassi impossibili su un circuito che è già abbastanza insulso di suo e, nella sua assurdità, ricorda Dallas 1984, riasfaltatura tardiva compresa.

Si prospetta un week-end complicato per Leclerc, che sbatte sia nelle FP2 che nel Q3, quando pareva avere la pole a portata di mano. Chi ne fa le spese, a livello di posizione di partenza, oltre a lui, è Verstappen, che non riesce a marcare il giro veloce e si deve accontentare della nona posizione. In prima fila partono Perez e Alonso, con Sainz subito dietro.

Partenza tranquilla, con i primi che mantengono le posizioni. Al giro 4 inizia il calvario di Leclerc, che si fa superare da Magnussen e nel tentativo di ripassarlo si fa superare pure da Verstappen.

Il ritmo davanti é lento, e Perez mantiene 1 secondo di vantaggio su Alonso che ha un analoga distanza da Sainz. Al giro 9, Verstappen supera Russell e si porta in quinta posizione. Alla tornata successiva é la volta di Gasly.

Mentre Leclerc lotta con Magnussen (!), al giro 14 Sainz si fa sverniciare da Verstappen, che al giro successivo passa anche Alonso e si porta così in seconda posizione a 4 secondi da Perez.
Ma Max ha la gomma più dura, che non soffre il graining.

Al giro 18 Russell e Leclerc si fermano per montare gomme dure. Al giro successivo é la volta di Sainz, che era incollato ad Alonso. Ma il ferrarista entra troppo forte in pit lane e si becca 5 secondi di penalitá.

Al giro 20 la Red Bull ferma Perez, che aveva il compagno ormai attaccato agli scarichi. Al giro 25 è il turno di Alonso, che rientra subito dietro Sainz, ma impiega un solo giro a passarlo.

Al giro 33 Verstappen segna il giro più veloce, con gomme vecchie, appunto, di 33 giri. Nel frattempo, Leclerc viaggia in undicesima posizione lottando con il solito Magnussen. E Sainz si fa passare da Russell.

Al giro 40 Verstappen, che non si é ancora fermato, inizia a guadagnare su Perez. che sta tentando di tenere un po’ di gomma per il finale di gara e lottare con il compagno. Il quale al giro 46 effettua la sua sosta, e gli rientra dietro. Ma gli basta un giro solo per riprendere il comando, e la lotta per la vittoria finisce lì.

Al giro 54, Leclerc supera Gasly e ai porta in sesta posizione. Che peró Hamilton gli soffia il giro dopo.

Finisce così con l’ennesima doppietta Red Bull e l’ennesimo terzo posto di Alonso. Seguono Russell, Sainz, Hamilton, rimontato dalla tredicesima posizione, Lecler, Gasly, Ocon e Magnussen.

Fra due settimane la prima di tre gare distanziate di una sola settimana: Imola, Montecarlo e Barcellona. Il mondiale è già finito, i podi sono già scritti, non resta che sperare nella pioggia. Forse.

P.S.
Vasseur che parla di stesso passo di Aston Martin e Mercedes, fa più tenerezza che rabbia. Aveva ragione chi, dopo Baku, diceva che in realtà non c’era stato alcun miglioramento evidente. A Miami la Ferrari ha portato aggiornamenti, ma non è cambiato nulla, e Aston e Mercedes sono tornate davanti. Con l’aggravante che il suo pilota migliore, nel tentativo di tirare fuori dalla SF23 qualcosa di decente, l’ha sbattuta violentemente due volte, e si è preso le critiche, per questo. L’altro è riuscito a beccarsi l’ennesima penalità di 5 secondi, anche lui, probabilmente, nel tentativo di fare l’impossibile per mantenere il podio. Ad Imola, più che il sostegno dei tifosi, ci vuole un miracolo. Perchè gli aggiornamenti non funzioneranno, come non hanno mai funzionato negli ultimi 15 anni.

P.S. 2
Giova ricordare che la Haas viene progettata da un gruppo di tecnici ubicato dentro lo stabilimento di Maranello, e costruita qualche decina di km più in là. La speranza di chi ha organizzato l’operazione era quella di far andare un po’ più forte la macchina americana, non quella di fare andare più lenta quella italiana.

P.S. 3
Non ci sono più parole da spendere per Alonso, al quarto podio su cinque gare con la ex Force India. Uno che si guarda la gara del compagno sui maxischermi nei momenti di tranquillità. A Danica Patrick ieri ha detto  che alcuni team in passato non hanno avuto fiducia in lui. Uno di quei team se lo sta mettendo dietro costantemente, e di sicuro fa felice qualcuno che una decina di anni fa sosteneva che non fosse lui il problema della Ferrari. Una sua vittoria, a distanza di 10 anni dall’ultima, è solo questione di tempo. E sarà l’unica non Red Bull di questa stagione.

P.S. 4 (oggi razione doppia di p.s.)
Detesto dire “si stava meglio quando si stava peggio”, ma oggi vedere la presentazione dei 20 driver (che a 20 minuti dalla partenza avrebbero altro a cui pensare) e Wil.i.am (chi?) dirigere un’orchestra finta suonare quel ridicolo motivetto che dovrebbe sostituire l’unica cosa buona rimasta alla F1, la sigla iniziale, mi ha fatto rimpiangere i bei tempi nei quali a 5 minuti dalla partenza il buon Zermiani tormentava Piquet e compagni.