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MIT’S CORNER: LE NON PAGELLE DI AUSTIN

Finalmente una gara in condizioni ottimali, senza piogge, umidità strane, asfalti, buio, monsoni, trattori vaganti, fumogeni arancioni e quant’altro. Il sole si è oscurato solo quando Shaquille O’Neal si è alzato dal divanetto per andare a prendersi una birra e 12 kg di salatini.

Quel che ne è venuto fuori è stato un Gp bellissimo, ad alta tensione, strategico q.b., spettacolare, emozionante tra l’altro in uno dei circuiti più belli e difficili del mondiale in cui, forse non a caso, i piloti hanno potuto far vedere di che pasta sono fatti, nel bene e nel male.

E altrettanto non a caso ha vinto (di nuovo) Verstappen il quale, per una volta, ha anche dovuto affrontare alcune difficoltà che ha risolto magistralmente facendo vedere quanto merita di stare lassù.

VERSTAPPEN

Magistrale l’ho già scritto. Aggiungo un “eccezionale”, per come ha saputo gestire la prima parte di gara, per come ha arrembato nella seconda parte dopo il problema al pit, per come ha gestito le ripartenze in SC (ottima l’idea di andare full gas già alla 17) e per la gestione delle gialle nel finale. C’è anche l’aggettivo “strepitoso” da appioppare al sorpasso su un Hamilton il quale, non avendo nulla da perdere, avrebbe anche potuto buttarlo fuori solo per il gusto di farlo. Se queste fossero pagelle vere sarebbe da 10. Ma senza lode per la caduta di stile (eufemismo) nel commento in radio sul suo problematico pit stop. A questo proposito, va detto che nella concitazione e tensione della gara si tende a perdonare tutto il liquame lessicale, frutto inesorabile di obnubilamento e tensione, che fuoriesce dal cavo orale dei nostri eroi quando si trovano in situazioni del genere. Ma il rabbioso sarcasmo mostrato dall’orange è segno di una lucidità distorta e inutilmente antipatica che non aveva alcuna ragione d’essere considerando per giunta il contesto in cui da diverse stagioni, la scorsa in particolare, i meccanici RBR al pit snocciolano record su record e il cui contributo alla vittoria mondiale 2021 è certamente stato decisivo (e non credo siano loro i destinatari dello sforamento del BC). L’unica cosa peggiore del commento di Max, però, è stata la decisione di mandarlo in onda: l’umiliazione intrinseca del pacchiano errore del meccanico si mostrava da sé e se Max poteva risparmiarsi l’ingeneroso commento altrettanto la regia poteva risparmiarsi di mandarlo in onda.

HAMILTON

Eccellente anche la sua gara. Se anche non è più l’Hamilton dei tempi andati ieri ha tirato fuori tutto il bagaglio di esperienza che ha accumulato. Lucidissimo alla prima curva nell’intuire cosa stava accadendo tra Sainz e Russell e ritmo indiavolato per tutta la gara in relazione alle potenzialità della sua macchina. L’undercut è stato perfetto anche al netto di SC ed errori al pit di Max. Tutti avevamo capito che Max avrebbe messo le gialle e che avrebbe pittato subito nella logica di “marcatura a uomo” avendo 5/6 sec di vantaggio e l’idea era che anticipando il pit mettendo le bianche per andare in fondo avrebbe fatto sì che Max si sarebbe trovato con gialle usurate negli ultimi 5-6 giri con concrete possibilità di vittoria. L’errore al pit di RBR sembrava anche aver premiato la tattica ma solo la capacità di RBR (e di Max in particolare visto che Perez non è stato altrettanto capace) di gestire le gialle fino in fondo non gli ha fatto centrare il bersaglio grosso. Nel mondialino finale tra lui e Russell (tema Mercedes del finale di stagione oltre al tentare di vincerne una) ha segnato un discreto colpo: davanti in Q (sia pur di poco) e decisamente migliore in gara con 7 punti recuperati (in realtà dovevano essere 8 ma ne parlo dopo su Russell) è quel che si porta a casa da Austin.

LECLERC

Tra l’ottima partenza, l’ottima gestione in SC, i sorpassi come sempre fenomenali (da antologia il doppio su Norris-Gasly e meraviglioso quello su Perez) e la strenua resistenza con Verstappen verrebbe da appioppare un bell’”eccellente” anche a lui. Tuttavia mi sbilancio aggiungendo un “meno-meno (con riserva)” alla voce gestione gomme. Il “meno-meno” è dovuto al fatto che sia con gialle che con bianche dura pochi giri e poi plafona 1.5 sec in meno di quanto ci si auspicherebbe e la “riserva” è dovuta al fatto che ancora una volta è mancato il confronto con Sainz per capire se il difetto è stato suo o della macchina. È da Spa che non si capisce bene questa questione delle gomme ma tanto la TD39 non c’entra, giusto? Comunque intanto torna secondo in classifica generale e lo zero di Sainz fa sì che, salvo improbabili ribaltoni nelle prossime tre gare, la gerarchia interna quest’anno non porrà alcun dubbio a nessuno

PEREZ

Solo 2 decimi di distacco in Q dal teammate è già una notizia. Peccato per lui la penalizzazione in griglia. Fa però (come sempre?) un po’ troppa fatica nella prima metà gara ove dopo il parapiglia della prima curva non pare comunque a suo agio come Max. Si riscatta nel finale dove va a prendere Leclerc salvo finire le gomme in anticipo rispetto al teammate e non ha quindi abbastanza tempo per sorpassare CLC e prendersi il podio. Nel complesso maluccio, direi, perché Ham l’ha visto col binocolo, ha subìto il sorpasso da CLC, non ha gestito bene le gomme ed è pure sceso al terzo posto in classifica generale. Vedremo se in patria si riscatterà.

RUSSELL

In Q perde, sia pur di poco, il confronto con Ham, fa una puttanata pantagruelica alla prima curva che secondo me meritava drive through e nell’arco della gara è in generale parso sensibilmente inferiore all’eptacampeao. Si difende cmq bene nella prima parte di gara ma non ha il ritmo del teammate nella seconda parte. Mah! Un po’ pietosa la storia del fastest lap: a che pro? Facile intuire che il tema è il confronto con Hamilton nel finale di stagione. Il vantaggio che aveva nel confronto mondiale sta scendendo di gara in gara quindi il fastest lap senza senso è spiegabile solo in questo modo. Il racconto che si stava dipanando fino a poco tempo fa era che Russell sarebbe stato il cavallo su cui puntare nei prossimi anni, che stava mostrando il suo talento al pluricampione e che era già in grado di dire la sua. Il “risveglio” di Hamilton potrebbe smontare tutto il giochino con inevitabili riflessi contrattuali per il futuro. Se visto in quest’ottica il finale di stagione di Mercedes non è banale ed è da seguire con interesse.

NORRIS

Grazie alle solite piste rifilate a Ricciardo in Q e alle varie penalità comminate agli altri si ritrova in 6 posizione in griglia ma non ne approfitta al meglio complice il casino alla prima curva. La prima parte di gara è comunque decisamente insufficiente ma viene compensata dalla seconda parte eccezionale che mi fa dire che nel complesso la sua gara è stata ottima. Infatti dopo la seconda SC ha avuto una performance eccellente, con ottimi sorpassi e un ritmo secondo solo a quelli del podio. Forse la gara in cui ha più distrutto Ricciardo in questa stagione.

ALONSO

Lo metto qui perché forse il ricorso di Haas potrebbe essere rivisto e comunque è la posizione che ha conquistato al traguardo. Che gara! Se parametriamo la sua performance al gruppo in cui dovrebbe trovarsi direi che è stato eccezionale. Ha dato le piste in stile Norris/Ricciardo a Ocon in qualifica. Si è trovato invischiato nei casini della prima curva ma poi ha recuperato. Ha avuto quel pauroso incidente ma non si è dato per vinto ed è andato alla grande (secondo solo a Norris) dopo la relativa SC con una macchina che incredibilmente (a parte il famigerato specchietto) pareva non avesse ricevuto grossi danni. Che dire? Eccellente!

VETTEL

Ottima gara la sua, considerando il mezzo (anche se in Q le ha prese dal teammate). Sfrutta la complicata prima curva alla grandissima poi gestisce ottimamente le gomme e la strategia per tutta la gara trovandosi anche al comando per qualche giro nei vari giri di pit stop tra le SC. Eccellente anche lui, come Norris e Alonso, nella seconda parte conclusa con sorpasso da antologia al coriaceo Magnussen subito prima del traguardo che gli vale  la settima posizione (salvo riammissione di Alonso). Peraltro senza il disastroso Pit avrebbe fatto sicuramente sesto e sarebbe stata posizione meritatissima. Consolida la sua posizione mondiale sia in assoluto che nei confronti del teammate. 

MAGNUSSEN

Un bel “bravo” non glie lo toglie nessuno. Ha azzardato la strategia ma grazie alle SC e ad un ritmo interessante si è trovato nelle posizioni che contano e non le ha mollate. Non ha potuto nulla al ritorno di Norris/Alonso e il sorpasso finale subito da Vettel è più merito di quest’ultimo che demerito suo. Considerando le magre di Haas in questa stagione questa gara per lui è grasso che cola che ha raccolto alla grande. Uno dei piloti del “non a caso” della premessa: in un circuito probante e in una gara complicata lui è venuto fuori ottimamente. 

NOTE DI MERITO

Tsunoda non l’ho francamente mai visto ma la gara era complicata e il circuito probante e se alla fine si è trovato subito dietro i protagonisti gli va dato atto di aver fatto sicuramente bene. Ancora non so se sarà un pilota meritevole di stare in F1 però quest’anno ha mostrato e continua a mostrare progressi. Vedremo.

Albon ha lottato da par suo e anche se stavolta non sono arrivati i punti gli va dato atto che merita di stare in F1 e sarebbe interessante rivederlo in una macchina più prestazionale. Nel periodo RBR è parso discontinuo mentre in Williams mi pare abbia trovato più solidità.

Zhou partiva in fondo e ha lottato tutta la gara là dove doveva essere. Anche per lui, come per Tsunoda, vale il discorso dei progressi solo che è ancora meglio visto che Tsunoda ha un anno in più di esperienza. La classifica che lo vede molto indietro rispetto al suo teammate secondo me è bugiarda perché Bottas gode del bottino racimolato nelle prime 5/6 gare dopo le quali Zhou si è affiancato come prestazioni e secondo me è andato meglio come rendimento in gara.

NOTE DI DEMERITO

Questa pista così probante ha messo in mostra un bel po’ di cose nel gruppo dietro i primi anche in negativo.

La più evidente riguarda Ricciardo che ormai non è nemmeno più l’ombra del pilota che ho ammirato nel periodo RBR. Ora è persino rinunciatario e in un circuito che esalta il pilota come il COTA arriva addirittura ultimo (vabbè, Latifi non conta). Mah!

Continua a deludermi Gasly che quest’anno, dopo un buon inizio, mi è parso abbia fatto passi indietro rispetto al promettente passato e in questa gara purtroppo per lui si è visto in modo plastico: confusionario, pasticcione, incapace di gestire la lotta con avversari sui quali dovrebbe pure godere di un minimo vantaggio tecnico e fa pure casino con le penalità (che non dovrebbe prendere visto che si trattava di track limits). Gambero.

Stroll in realtà stava facendo un’ottima gara (tra tutti era quello che meglio aveva approfittato dell’incidente Sainz/Russell in partenza) ma poi ha rovinato tutto con la puttanata sesquipedale dell’incidente con Alonso. Purtroppo quello (insieme a tanti altri) è il segno di immaturità e incapacità di gestione che, visto che ormai sono anni che è in F1, evidentemente non si toglierà mai.

Sainz dovrebbe stare nei né carne né pesce visto che è stato subito buttato fuori. E se è vero che la boiata di Russell l’ha visto passivo protagonista è altrettanto vero che non è incolpevole. Colpevole, infatti, è la sua partenza obbrobriosa che butta al vento l’ottimo lavoro fatto in Q. Male, anzi malissimo: queste sono le occasioni che lui dovrebbe sfruttare al massimo e non l’ha fatto.

Mick purtroppo sempre peggio. Stavolta si trova anche a dover fare i conti con la gara eccezionale fatta dal teammate. Per l’anno prossimo si fa sempre più dura.

Latifi: che ve lo dico a fare?

E Bottas?

C’era anche lui?

Sì, stavolta c’era. L’insperata Q3 e le varie retrocessioni in griglia gli hanno dato l’occasione per riprovare a fare i risultati di inizio stagione. E che fa il nostro? Si gira da solo! Bottas è il classico esempio di pilota veloce, molto veloce, che però non merita di stare in F1. Che fosse veloce lo si è visto sin da subito e in qualifica non ha mai sfigurato nei confronti di Hamilton. Però, santo cielo, non sa correre. E in F1, ed in generale nel motorsport non si richiede di essere (solo) veloci ma di saper correre. E oggi, ahilui, di non saper correre l’ha dimostrato per l’ennesima volta

 

Metrodoro il Teorematico

LA TIGRE DELLA MALESIA – SEPANG POST GP

Bagnaia vince a Sepang, nel giorno del Sic, dopo una splendida lotta con Bastianini. Quartararo sale sul podio, Aleix fuori dal Mondiale che si deciderà a Valencia.

Nel giorno del Sic, Bagnaia vince il GP di Sepang ed ipoteca il suo 2° Titolo Mondiale. Rimandato tutto a Valencia, con 23 punti di vantaggio su Quartararo. Pecco ha sconfitto Bastianini dopo una lotta a tratti drammatica. 

Bastianini non ha ceduto un metro, non ha concesso nulla nonostante sia stato impresso la dicitura BAGNAIA nel momento in cui Bezzecchi si è riportato a ridosso di Quartararo. Si perché per un certo numero di giri Bezzecchi è stato l’ago della bilancia, poi ha finito le gomme ed ha chiuso 4°.

Personalmente mi aspettavo di vedere più Ducati la davanti, invece Martin si è steso come al solito, Zarco sta ancora parlando di Marquez ai microfoni di Sky, Marini ha avuto un problema tecnico e “Diggia” ancora non ha ingranato.

Marquez chiude 7° un weekend in cui ha provato un po’ di robe per il 2023, dietro a Rins ed all’altra Ducati Factory di Miller. Fuori definitivamente dalla lotta per il Mondiale Aleix Espargaró che chiude 10° un weekend in cui Aprilia aveva dei grossi problemi, Vinales addirittura ha chiuso 16° a quasi 10″ da Aleix.

ORDINI DI SCUDERIA

Probabilmente oggi è stato uno di quei giorni in cui se fosse finita diversamente avremo visto contratti stracciarsi e pagate fior di penali. Bastianini nonostante la delicata situazione ha fatto la sua gara, personalmente poteva evitare visto che ne manca soltanto una. Quartararo ha avuto un Morbidelli che si è letteralmente spostato manco fosse Petrucci a Valencia 2015. Gli ordini di scuderia sono una porcata, ma compattarsi da porci è ancora peggio. Il “Baz pensiero” non va bene.

VALENCIA.

Ricordo due momenti davvero nitidi. La scivolata di Dovizioso nel 2017 e quella di Rossi nel 2006. Il primo inseguiva uno davvero forte, il secondo dilapidò un vantaggio frutto più dell’aiuto di Pedrosa che altro… Questo per ricordarvi che Valencia è un fottutissimo kartodromo dove le gare sono in gruppo e tutto può succedere. A Bagnaia serve soltanto arrivare a punti, dal 14° in su. Nient’altro ed il Titolo Mondiale Piloti tornerà a Borgo Panigale dopo 15 anni. 

State pronti, il 6 Novembre è vicino…

P.S. Quartararo chiude 3° a Sepang con una Top Speed di soli 4 Km/h inferiore alla GP22 di Bagnaia. Tutte le manfrine sul motore sono soltanto storielle create ad arte per giustificare una debacle clamorosa, nonostante abbia tenuto a galla un Mondiale, per gentile concessione proprio di Bagnaia… che con una moto da 13 vittorie su 19 gare ed a podio in ogni GP avrebbe dovuto chiuderlo quantomeno a casa dei Jap. IMHO 

Francky

WSBK 2022 – ROUND DI ARGENTINA

Dopo il round portoghese che ha ribadito la supremazia del binomio Bautista/Ducati si va a correre a Villicum per il round argentino del mondiale superbike.

Pista che è da sempre un pò in incognita dato il manto stradale che più di una volta ha regalato brutte sorprese ai piloti. Se va bene è “solo” molto sporco, se va male praticamente inaffrontabile.

Di sicuro i piloti si troveranno una pista in rapida e continua evoluzione per cui quello che vale al venerdì nelle prove libere potrebbe non valere al sabato e alla domenica.

Bautista guarda tutti dall’alto con 56 punti di vantaggio su Razgatlioglu e ben 82 su Rea. Gli inseguitori dovranno rischiare qualcosa in più del dovuto per cercare di ribaltare la situazione anche se crediamo che solo Bautista potrà fare qualcosa in tal senso.

immagine da insella.it

La pista argentina è molto “tricky” per cui lo spagnolo dovrà essere bene accorto a non concedere punti facili ai suoi rivali. Potrebbe essere forse il primo round dell’anno in cui aspettare le mosse dei suoi avversari senza rischiare nulla o quasi.

Il turco e il nordirlandese invece sono quasi con le spalle al muro. Lo fa capire soprattutto la pletora di lamentele sul fatto che la V4 di Bautista è un missile in rettilineo. Di solito, quando un pilota si lamenta della moto altrui è perchè non ne ha per contrastarlo con la propria, per cui ottime notizie per Ducati.

Il giochino della moto “che va di più” è vecchio ma viene sempre utile per cercare di mettere pressione agli avversari e alla federazione che potrebbe agire in ottica 2023 per riequilibrare le dinamiche del campionato. In passato, quando vinceva Rea non abbiamo sentito tutte queste lamentele e soprattutto nel 2021 la velocità in rettilineo di Redding non era poi tutto questo grosso problema per gli altri, a parità di moto. Quest’anno invece…

Nel 2021 Razgatolioglu ha vinto due gare su tre, segno che la pista gli va a genio. Vedremo se questo round lo porterà a ridurre il distacco da Bautista. Se ciò non dovesse succedere lo spagnolo avrà il primo match point già al round di Indonesia.

Francamente vediamo Rea già fuori dalla lotta al titolo. Più che i punti di distacco è la difficoltà a girare forte nella seconda parte di gara a mettere fuori gioco l’alfiere Kawasaki. E’ evidente come la casa giapponese debba rimboccarsi le maniche è proporre una moto ben più competitiva della attuale, altro che lamentarsi a mezzo stampa. La V4 versione 2023 è già pronta sulla rampa di lancio per cui gli altri dovranno regolarsi di conseguenza.

immagine da it.motorsport.com

Il layout della pista di Villicum sembra adattarsi bene alle Ducati per cui sono attesi nelle posizioni che contano anche Rinaldi e Bassani, con quest’ultimo voglioso di riscattare il primo vero errore di stagione in gara 2 a Portimao.

Honda e BMW faranno di tuto per essere della partita ma molto dipenderà dalla “luna” dei loro piloti, con Lecuona e Redding usciti piuttosto sottotono dalle ultime gare. La stagione sta per finire, serve finire bene per cominciare al meglio il 2023.

*immagine in evidenza da roadracingworld.com

Rocco Alessandro

MOTOGP 2022- GP DI MALESIA, SEPANG

Il sorpasso è compiuto: Bagnaia adesso è a +14 su Quartararo.

Degli eventi australiani della scorsa domenica se ne è già parlato a sufficienza quindi è necessario tuffarsi a capofitto sulla pista di Sepang che potrebbe portare Pecco sul tetto del mondo già la prossima domenica mattina. Basterebbero 11 punti di differenza per poter affrontare Valencia come una passerella invece di arrivarci con la pressione dell’esame finale.

Sarebbe bello per Bagnaia festeggiare in Malesia dove festeggiò il titolo Moto2 e soprattutto farlo in occasione dell’anniversario della morte del Sic per poterglielo dedicare.

11 punti che si traducono nell’obbligo del podio per Quartararo in caso di vittoria di Bagnaia in Malesia. Ma non mi inerpicherò con i calcoli matematici per tutte le altre combinazioni che lascio volentieri a quelli più bravi.

E non farò nemmeno il classico elenco di piloti e/o moto per discernere in merito alle loro ambizioni. Dopo venti gare direi che tutti noi abbiamo sufficienti elementi per capire cosa potrebbe o meno accadere.

Messe da parte le ovvietà vado oltre, avvisando chi legge che sta per arrivare un pippone. Chi non ne sente il bisogno (o non ne avesse la voglia) può tranquillamente evitare di andare oltre nella lettura. Grazie, tanto non mi offendo.

Il bello di scrivere qua sopra è che, non dovendo rendere conto a nessuno (non siamo testata giornalistica), non siamo obbligati a compiacere un editore piuttosto che qualcuno che ci “acquista” in edicola o ci “clicca” sul web. Possiamo dire quello che pensiamo, liberamente, senza per questo voler insultare nessuno pur di creare hype e, soprattutto, senza dover leccar culi a destra e a manca a seconda di dove tira il vento.

Perciò… avanti coi carri…

Siamo nelle condizioni di poter (forse) festeggiare il primo pilota italiano WC in sella ad una moto italiana dai tempi di Agostini e che mi tocca leggere in giro? Siamo nelle condizioni di poter (forse) festeggiare un titolo Ducati dopo 15 anni e che leggo in giro? Solo polemiche sugli atteggiamenti dei bolognesi verso i propri piloti. E soprattutto da coloro che poi “dimenticano” di far menzione dell’avviso mandato da Yamaha a Crutchlow quando aveva Quartararo nel codone proprio domenica scorsa…

Qualcuno mi ha fatto notare che Bagnaia ha vinto perché “protetto” da Bezzecchi.. A metà gara? Per un paio di giri in cui Marco non ha provato a passare e poi è pure finito ben dietro?

Peccato che gli stessi si siano dimenticati di far notare che Miller (suo vero compagno di squadra) lo abbia sorpassato due volte salvo poi essere ripassato (in modo pulito e vero) da Pecco..

Posso arrivare anche a capire che commenti del genere arrivino dall’estero, ma non li concepisco se arrivano da “casa nostra”. Ma orgoglio nazionale seppur in quantità minima ne abbiamo o no?

I team order non piacciono nemmeno a me. Li aborro ad inizio anno, li aborro per le posizioni di rincalzo, li aborro quando privano della vittoria di una gara. Ma è necessario fare dei distinguo ben precisi e ridurre alla realtà quanto succede in pista.

Una Casa investe paccate di milioni tutti gli anni e, alla fine della fiera, i piloti altro non sono che dei suoi dipendenti, di lusso ma pur sempre dipendenti. Subordinati o para subordinati poco cambia. Se una casa “decide” di puntare su un pilota è un torto? Se Ducati ha deciso di puntare su Bagnaia ne avrà diritto o no dopo che per 15 anni ha messo soldi in quantità?

Questi “contestatori” mi devono spiegare quanto sia “migliore” il comportamento di Honda e Yamaha. Per anni hanno addirittura prodotto moto adatte ad un singolo pilota pur di vincere. Ducati ha fatto una moto che va forte con tutti i piloti e non può “scegliere” il pilota con cui provare a vincere? Ma dove c’è scritto? E’ lei che mette il grano o mi sono perso qualcosa?

Non è di fatto un team order mettere sotto il culo degli altri oggetti che non riescono a farli performare e poi sviluppare gli stessi secondo le indicazioni di chi invece performa?

Costoro che criticano Ducati perché cerca di portare via il titolo al “fenomeno” Quartararo dove erano nel 2020 quando lui guidava una Yamaha 2020 e Morbidelli gli stava davanti con una 2019 “rischiando” di vincere il mondiale prima di lui? Dove erano quando Jarvis li ha promossi entrambi nel team interno e poi ha tolto il capotecnico a Franco?

Non ho nulla contro Fabio, ma la coerenza e l’obiettività sono ormai ricordi lontani.

E lo sono anche quando si commentano gli ultimi mondiali non marchiati Marquez.

Partendo dal postulato che quando si afferma che certi campioni nascono ogni 10 anni, risulta scontato che non tutti possono chiamarsi Marquez, Rossi, Stoner, Lorenzo, Doohan etc.

Come è possibile sentire “lamenti” quando uno di questi domina perché lo spettacolo latita e poi ricevere “lamenti” diametralmente opposti quando le gare ed i mondiali sono più “combattuti” ed incerti?

Ok, Pecco avrebbe dovuto chiudere il mondiale con qualche gara d’anticipo… Dovreste essere contenti che non l’abbia fatto. Vi sta regalando il dubbio sino alla fine dandovi il gusto di guardarvi le ultime gare. Ringraziatelo, che vinca o che perda…

 

Fine del pippone e godetevi le gare….

 

 

PS.

Agevolo l’aggiornamento del confronto-punteggio eliminando tutte le altre Ducati davanti ed in mezzo ai due contendenti.

 

(immagine di copertina tratta da tuttomotoriweb)

 

F1 2022 – GRAN PREMIO DEGLI STATI UNITI

Quart’ultimo appuntamento del mondiale F1 che approda al COTA, ad Austin in Texas.

Peccato che ci si arrivi con la stagione già abbondantemente in ghiaccio, con il titolo piloti assegnato e quello costruttori che è puramente una formalità (e che comunque interessa infinitamente meno per chi guarda da casa).

immagine da lastampa.it

Nelle ultime due settimane e in coincidenza del Gp del Giappone è stato già detto/scritto tutto per cui è inutile dilungarsi su vicende che hanno portato la credibilità di questo sport(?) a livelli davvero bassi.

Questo porta inevitabilmente ad avere poca voglia di commentare anche l’immediato divenire, anche perchè non c’è davvero molto da dire.

L’attenzione (se proprio così la vogliamo chiamare) sarà puntata sulla scontata attribuzione del mondiale costruttori alla Red Bull. Bastano infatti un terzo e quarto posto per chiudere la questione, che viene da dire è stata già chiusa da tempo dalla farsa del budget cap.

Farsa che va avanti, in quanto non si conoscono ancora le famigerate “punizioni” che dovrebbero essere affibiate a Red Bull. Non vediamo l’ora di sentire quali sanzioni draconiane saranno decise…

Intanto in pista le scuderie porteranno gli ultimi aggiornamenti di stagione, tutte in ottica 2023. La pista del Cota potrebbe dare parecchie difficoltà agli ingegneri nel valutare questi aggiornamenti in quanto le irregolarità dell’asfalto texano possono creare parecchi problemi.

In particolare Leclerc dovrebbe montare la sesta PU (nuova ICE) per testare elementi che ritroverà nella PU del 2023. Cinque posizioni di penalità in griglia per lui.

immagine da motorbox.com

Ultime cartucce da sparare quindi per Ferrari, in cerca di un successo che manca dal GP di Austria, per Hamilton e Mercedes che cercano di evitare l’onta di chiudere la stagione senza vittorie (cosa che mi auguro fortemente) e Red Bull che, incassato il mondiale costruttori, ha nel COTA solo un’occasione per aggiornare in positivo le proprie statistiche.

A tal proposito viene in mente che forse l’unico motivo di interesse (siamo propri disperati eh…) sta nella lotta al secondo posto nel mondiale piloti tra Leclerc e Perez, con quest’ultimo che negli ultimi GP ha ripreso la verve di inizio stagione. Certo è che se Leclerc partirà indietro in griglia causa la penalità per cambio della PU, il messicano dovrebbe avere vita facile.

Una doppietta Red Bull nel mondiale piloti darebbe già una bella indicazione su cosa potremo aspettarci nel 2023 e negli anni successivi, almeno fino al 2026.

Le vicende degli ultimi 2 mesi non fanno però che confermare un aspetto: la totale e cronica mancanza di forza politica che la Scuderia ha ormai nel mondo della F1. Se consideriamo le due più grandi rivali, Mercedes e Red Bull, entrambe hanno ottenuto quello che si aspettavano dalle loro battaglie a colpi di carte bollate: la TD39 per Mercedes e il Budget cap “allegro” per Red Bull.

E Ferrari? Tanto strepitare per poi rimanere con un pugno di mosche. E pensare che hanno sempre in tasca un diritto di veto che assomiglia sempre più alla mano in tasca a mimare una pistola del ladro improvvisato alla cassa del fruttivendolo…

Ma anche in questo caso è inutile ribadire l’ovvio, già detto e ridetto in questo lido e altrove. Non resta che sperare in una bella gara e che la fine della stagione 2022 arrivi il più in fretta possibile, senza attendere con ansia l’inizio di quella 2023. Anche perchè basta il pensiero di un doppio GP saudita a partire dal 2024 a smorzare qualsiasi entusiamo.

*immagine in evidenza da motogp.com

Rocco Alessandro