VERSTAPPEN DOMINA IN STIRIA. HAMILTON E LA MERCEDES INIZIANO A PREOCCUPARSI.

Prima o poi tutte le epoche finiscono. E, oggi, qualcuno abituato a vincere e stravincere sta iniziando a chiedersi se la sua epoca non sia arrivata al capolinea.

Già dalle prove si capisce che la musica non cambierà rispetto alla settimana scorsa, con la Red Bull superiore alla Mercedes e Hamilton dietro anche a Bottas, il quale però vanifica l’ottima seconda posizione guadagnata nelle qualifiche con una penalità presa per uno strano testacoda in corsia box, dopo un tentativo di partenza in seconda.

Quando si spengono i semafori, Max parte alla perfezione, mentre Hamilton fatica a prendere il ritmo e deve difendersi da Norris e Perez. 

Leclerc si ferma subito per cambiare l’ala, rovinata da un contatto con Gasly, il quale fora e deve ritirarsi con la sospensione divelta.
Al giro 10 Norris va lungo e Perez lo infila insediandosi in terza posizione. Poco dopo anche Bottas lo supera e si porta in quarta.

Verstappen mette rapidamente una distanza di sicurezza fra sé e Hamilton, mentre Perez e Bottas perdono circa un secondo al giro. Tutti gli altri sono ancora più distanti.

Mentre Leclerc recupera posizioni su posizioni, al giro 27 Perez apre la serie di pit-stop dei primi. Purtroppo il suo box non è così pronto, questa volta, e Bottas, fermatosi al giro successivo, riesce a rubargli la terza posizione. Al giro successivo è il turno di Hamilton, e a quello ancora dopo tocca a Verstappen. Stavolta i meccanici Red Bull non sbagliano, e Max mantiene comodamente la prima posizione. Tutti i primi quattro hanno montato gomma dura, e andranno quindi comodamente fino alla fine.

A metà gara il quinto, Norris, è quasi doppiato. Sainz è l’ultimo degli altri a fermarsi. La strategia Ferrari questa volta asseconda una SF21 molto a più agio in gara, e grazie al pit-stop ritardato lo spagnolo recupera fino alla sesta posizione. Anche Leclerc, dopo la sua seconda sosta, recupera posizioni su posizioni, rientrando in zona punti.

Davanti non c’è lotta. Verstappen guida con sei secondi di vantaggio su Hamilton, e Bottas si trova ad oltre 20 secondi dal compagno, tallonato da Perez che prova ad avvicinarlo senza riuscirci. E così a 16 giri dalla fine il messicano si ferma per montare gomme soft e tentare l’attacco al giro veloce, fino a questo momento in mano ad Hamilton. Puntualmente riesce nell’intento, ma, soprattutto, inizia a guadagnare oltre due secondi al giro su Bottas.

L’inseguimento, però, si conclude solo all’ultimo giro, senza alcunaà possibilità di sorpasso. E pure il giro più veloce tornerà nelle mani di Hamilton proprio all’ultima tornata, dopo che l’inglese si è a sua volta fermato per montare gomma soft.

Finisce così con Verstappen assoluto dominatore, davanti alle due Mercedes e a Perez. Quinto e doppiato Norris, autore di una gara solida e tranquilla, davanti a Sainz e Leclerc, con una Ferrari molto più buona in gara rispetto a quanto non lo sia stata nelle qualifiche.

Ottavo Stroll, ben davanti al suo più titolato compagno di squadra, nono Alonso, ben davanti al suo ben più giovane compagno di squadra, e decimo un discreto Tsunoda, capace, per una volta, di fare un week-end senza errori e senza lamenti.

Fuori dai punti Raikkonen e Vettel, molto in ombra in una giornata dove qualche occasione per andare a punti ci sarebbe potuta essere. Notte fonda per Ricciardo, tredicesimo, seguito da Ocon e Giovinazzi, giovani di non bellissime speranze.

Da segnalare l’ottima gara di Russell, ottavo vicinissimo ad Alonso fino a quando problemi al circuito dell’aria delle valvole pneumatiche non lo costringono ad un pit-stop molto lungo per la ricarica, e ad una successiva ulteriore fermata, e infine al ritiro.

Senza la foratura di Baku, sarebbero state 4 vittorie di fila per Max. Ma lo sono state per la Red Bull, visto che in Azerbaijan ha vinto Perez. Un dominio senza precedenti nell’era ibrida. Fra una settimana si corre di nuovo a Spielberg, ed è logico pensare che il risultato sarà il medesimo. Confermando la fine di un’epoca. Finalmente.

P.S.
Nel 2017 e 2018, quando la Ferrari impensieriva la Mercedes, a metà stagione puntualmente iniziavano le dichiarazioni di Wolff e di Hamilton a proposito di “strane velocità in rettilineo”, seguite poi puntualmente da indagini FIA e dal crollo delle prestazioni dopo l’estate, fino ad arrivare all’annullamento totale della Scuderia in nome di una irregolarità mai dimostrata.
Oggi la storia si ripete. Quello che si è sentito in questi giorni sono cose del tipo “sono molto veloci in rettilineo, sarà merito dell’ala”, oppure “non si possono portare aggiornamenti se non per l’affidabilità, ma il loro motore è cresciuto”. Cose così. 
Senza volere parafrasare un ingegnere molto noto che dal 2014 grida al complotto FIA-Mercedes, faccio umilmente notare che nessuno degli avversari ha mai chiesto a gran voce una verifica quando i tedeschi avevano 60 cavalli più degli altri e bruciavano 6 kg d’olio a gran premio contravvenendo, evidentemente, allo “spirito” di un regolamento che mira alla sostenibilità.
Comunque possiamo stare tranquilli: questa volta non ci sarà nessuna indagine FIA, un po’ perchè in Red Bull sono meno ingenui rispetto ai nostri connazionali e corregionali, un po’ perchè sarebbe brutto colpire la Honda proprio all’ultimo anno di una presenza iniziata malissimo ma, soprattutto, perchè la F1 ha bisogno di vedere vincere qualcun altro.

* immagine in evidenza dal profilo Twitter @redbullracing