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FORMULA 1 GRAND PRIX DE MONACO 2017 Monte Carlo

E Monaco sia! L’edizione 2016 vide chi meritava alla grande il trionfo arrivare secondo per via di un incredibile errore del suo box. Curiosamente quello che la sorte gli levò a Monaco gli fu reso in Malesia ove chi a Monaco quel giorno meritava di arrivare secondo stava invece dominando in mezzo al nulla e, perdendo la gara per via del cedimento della sua Power Unit, di fatto perse un Mondiale che meritava quanto il 2015 (mentre il 2014 quello sì che doveva finire in bacheca a casa di NR6).

L’edizione 2017 del GP di Monaco vede Vettel in testa al Piloti e MB in testa al Costruttori, risultato che tutti i Rossi tranne Marchionne sottoscriverebbero a fine annata incluso chi scrive che Rosso non è più ma ama Vettel e spera che, con la sconfitta nel Costruttori ed il mancato introito extra, Marchionne finalmente si decida a mettergli accanto qualcuno che assomigli ad un Pilota e non ad un velocissimo pensionato in servizio attivo. Tipo quello che doveva vincere lo scorso anno a Monaco e che invece finirà al posto di quello che lo scorso anno a Monaco vinse per davvero. W&S

Stroll al primo appuntamento monegasco in F1 è atteso con ilarità dagli scettici tra la totalità dei quali ci sono coloro che reputano Verstappen un fenomeno scordandosi allegramente che in 2 partecipazioni a Monaco in gara l’ha stampata sul rail entrambe le volte. Questo non significa che Lance si esimerà dal farlo quanto piuttosto di stare attenti nel dar giudizi di stampo assolutistico.

La lotta per i Mondiali 2017 si corre tanto in pista quanto fuori, è recente la polemica sulle ingerenze di alcuni teams nei confronti di Pirelli circa le pressioni da utilizzare nel weekend di gara. Fossi nei Rossi non starei a divorarmi d’ansia, dalla lettera di Resta in avanti la Ferrari sia pure in modo surreale mi è sembrata sul pezzo quanto a battaglie da combattere extra-circuito e non trovo appigli che possano indurre le cose a mettersi ad andare diversamente.

Come da tradizione domani (giovedì) si comincia con le FP1 e le FP2 per poi passare alle FP3 ed alle Q direttamente sabato, usiamo questo articolo per commentare prove/qualifiche/gara continuando ad usare quello di Dave per commentare invece l’avventura di Fernando il Grande ad indianapolis.

Buon GP di Monaco a tutti, WE ARE BRING

 

FORMULA 1 GRAN PREMIO DE ESPAÑA PIRELLI 2017

Barcellona, Montmelò. L’atmosfera che si respira approcciando il GP di Spagna in programma per domenica prossima è eufemisticamente surreale. Al netto (si fa per dire) del vantaggio di Vettel in classifica su Hamilton (13 punti, occhio Marloc che Bet&Ring alla mano è mezza scommessa già vinta circa il GP di anticipo su fine Mondiale….) la cosa più ilare è leggere le dichiarazioni di Redbull Racing che annuncia un pacchetto da 8 decimi di incremento performance e Mercedes Benz che ne annuncia invece uno da 4. Sì insomma, ad occhio e croce i due Teams sono in piena zona “dita incrociate e speriamo che le modifiche di Barcellona funzionino”, territorio di proprietà simil-esclusiva della Scuderia Ferrari fino a tutto il 2016 e foriero di più illusioni spezzate nel corso degli ultimi anni.

L’atmosfera surreale dicevamo. Perchè se per la legge dei grandi numeri all’ennesimo cambio regolamentare epocale Ferrari ha finalmente (mi sia consentito dire sorprendentemente) azzeccato una “lama” con la quale giocarsi le sue carte nel Mondiale veder MB e RBR ridotte invece a far dichiarazioni da piazzisti di dubbia caratura morale  fa un effetto altrettanto sorprendente. Condiamo il tutto con un Lewis Hamilton ufficialmente in modalità 2011, aggiungiamo la scelta di Pirelli per il weekend di gara spagnolo (Hard/Medium/Soft: anche qui, fino al 2016 sarebbe stata una condanna senza appello per Ferrari oggi invece ha tutta l’aria di una condanna senza appello per Mercedes), agitiamo bene e capiremo come, in assenza di imprevisti, il prossimo weekend dovrebbe confermare una tendenza già chiara da inizio anno ovvero MB che limita i danni in prova mentre mostra la corda in gara. Qualsiasi risultato domenica che non si traduca in un aumento del divario in classifica tra Vettel ed Hamilton a parere di chi scrive costituirà pertanto una sorpresa. Una sopresa maggiore di quella di vedere invece il distacco tra Hamilton e Bottas assottigliarsi.

Negli ultimi giorni sul Web s’è letta una dichiarazione di Vettel nella quale sostiene che Raikkonen non ha raccolto quanto meritava nelle prime quattro gare del 2017. Direi che se il finlandese desidera continuare a correre e, possibilmente, ridursi ulteriormente l’ingaggio per quanto riguarda il 2018 la line-up Ferrari resta la stessa. D’altra parte con le forze in campo così delineate se serve un secondo meglio un secondo che non costituisca un’incognita. Eccitante quanto una riunione condominiale ma tant’è, l’andazzo è questo e, cosa pure peggiore, ad esclusione di Redbull siamo destinati a vederlo replicato in ogni team che abbia velleità di vittoria.

Renault dovrebbe far debuttare la nuova MGU-K sulle sei vetture da lei motorizzate, Honda porta un piccolo upgrade alla propria Power Unit in attesa di uno step evolutivo (sic) molto importante previsto per il GP del Canada. In generale al Montmelò quasi tutti i teams portano novità aerodinamiche, la stessa Ferrari prosegue col suo programma di introduzione progressiva delle stesse.

Davvero strana l’idea che “le modifiche han funzionato” possa essere un’espressione ora riferibile in modo ironico ai due Teams che fino allo scorso anno presentavano delle crescite di performances esponenziali nel corso del Mondiale che si stava correndo. Chissà che dopo il ciclo Redbull e quello Mercedes non se ne stia aprendo un altro sotto ai nostri occhi. La sensazione è quella

Buon GP a tutti

 

La solita Sochi?

Questo mi sono domandata approcciandomi al GP di gara. Mi sono imposta di dedicargli un po’ di attenzione guardando col giusto interesse le prove e informandomi dei risultati delle FP (sebbene le FP siano coinvolgenti come un saggio di danza dell’asilo, quando il figlio non è il tuo)

Le qualifiche ufficiali sono state belle, una lotta abbastanza indecifrabile sporcata solo dal commento italiano che la accompagna. Mercedes in palla all’inizio, Ferrari che le riprendevano nel Q2. Splendida la Q3, per alcuni minuti si è potuto perfino sognare – un cuore che aveva battuto per un campione finlandese ha perfino, il tempo di un pensiero stupendo, immaginato che potesse fermarsi il sole in cielo e accadere l’impensabile.

Ma poi no, l’ordine delle cose non si sovverte e se una cosa non puoi pensarla è perché non accade: al giro più veloce di Raikkonen, che lo vedeva primo a 1 minuto dalla fine, è stato Vettel che ha limato via i centesimi necessari alla pole. Per i ferraristi sicuramente l’entusiasmo di ritrovare una prima fila interamente rossa dopo quasi un decennio e di iniziare a pensare che la Mercedes non si stia nascondendo, ma sia davvero in affanno. Per un appassionato di Formula 1, la riflessione che quando si è al dunque il campione definitivo si veda in colui che non fa errori e anche la fortuna bacia. Per un cronista, l’osservazione che sicuramente il top team di Maranello abbia un’auto più equilibrata e gestibile in pista mentre nel team argenteo Bottas, che si è trovato a “salire” da una vettura non ideale come era la Williams, possa cavarsela meglio rispetto a un Hamilton che ne veniva dalla perfezione.

Alla partenza del giro di ricognizione quindi si sono schierate due Ferrari, due Mercedes, e dietro tutti gli altri, mentre dagli spalti sbandieranti di cavallini già si vociferava che “se Vettel è primo alla prima curva, non lo rivedono più fino al traguardo”.

A Roma si dice: sentissela calla*. Ed è sempre quando te la senti calda che t’arriva la secchiata di ghiaccio.

Allo spegnersi del semaforo sono partite bene tutte le monoposto, ma è stata impetuosa l’accelerazione che ha portato Bottas a destreggiarsi fra i due Cavallini, affiancarsi a Vettel e superarlo senza colpo ferire pur in svantaggio di traiettoria in curva. Vettel è stato messo in difficoltà da questa manovra, ha remato un po’, ma Raikkonen che gli si è trovato addosso l’ha lasciato sfilare, per non creare danni. Dietro tutti gli altri – fino all’ineffabile Grosjean che a differenza di Kimi non ha frenato su Palmer e gli è andato addosso, con botto e relativa SC per qualche giro.

Alla ripartenza la prima delle fosche previsioni non si è avverata: Kimi non si è addormentato e Hamilton non lo ha sorpassato. Però Bottas ha dato un boost fino a portare il proprio vantaggio a quei 4-5 secondi che lo mettessero al riparo anche da un possibile undercut e da lì ha amministrato la sua prima parte di gara. L’undercut anzi è stato lui a farlo, mentre la Rossa n.5 restava fuori perché curiosamente con le gomme usate faceva quasi gli stessi tempi.

Terminati i pit stop di metà gara (una sosta, come preventivato) tutto è tornato come era: Bottas circa 4” su  Vettel, poi Raikkonen, poi Hamilton, poi il mondo.

Negli ultimi 10 giri la rimonta della Rossa, che sicuramente gestisce meglio il degrado rispetto alla Mercedes: il distacco è sceso da 4 a 3 a 2 secondi, nel tentativo di portarlo sotto il secondo che permette l’attivazione del DRS.

A 1 secondo di distacco ci si è arrivati a un paio di giri dall’arrivo, quando sono iniziati anche i doppiaggi, assieme alla sensazione che Bottas fosse comunque in gestione del vantaggio. Così, al traguardo ci sono arrivati nell’ordine in cui erano: Bottas alla sua prima vittoria, Vettel incollato, Raikkonen dietro di poco meno di 10 secondi e autore del fastest lap (posso? Inutile record, fra tutti quelli che si valutano in Formula 1, mai capito perché gli si dia tanta enfasi). Giù dal podio Hamilton, Verstappen, le Force India di Perez e Ocon, Hulkenberg Massa e Sainz. Campionato che vede in vetta Vettel con 86 punti seguito da Hamilton a 73, Bottas a 63 e Raikkonen a 49.

Questa la cronaca.

Poi il turbinio di sensazioni, speranze, paure, pensieri, di chi tifa, di chi ragiona, di chi guarda.

Sicuramente a oggi la Ferrari è l’auto meglio regolata, Toto Wolff definisce la sua Mercedes una principessa capricciosa – e tanto di cappello per la pubblica giocosa serenità con cui affronta il problema – ma non credo che un semplice “lavorarci su” possa riportarla al vantaggio di un anno fa. Lavorandoci bene su per loro si avrà un campionato combattuto fino all’ultimo, non di più (sempre che la Ferrari imbrocchi le modifiche di metà stagione, cosa su cui la mano sul fuoco non è che si possa sempre mettere)

Venendo ai piloti, se la Ferrari sta serena avendo gerarchie definite e piloti che non se ne struggono, difficile è la situazione in casa tedesca. Bottas non è pilota il cui talento possa definirsi cristallino, però il risultato a casa può anche portarlo, il problema è la difficoltà in cui si sta dibattendo Lewis Hamilton che dovrebbe essere il loro gioiello. Lewis da una parte soffre questa auto, dall’altra sembra incupirsi. Troverà la forza di reagire? A mio avviso è in quei momenti che si vede il pilota, quando c’è da rimboccarsi le maniche e remare. Cosa faranno in Mercedes, se lo sosterranno o coglieranno l’occasione di farlo scivolare via – in ruolo di secondo piano, in altra scuderia, in improbabili anni sabbatici – è enorme incognita legata a altre, come una ghirlanda di luci per l’albero di Natale riposta nella scatola. Abbiamo infatti una RedBull che non va (quella di Ricciardo è durata pochi giri, quella di Verstappen ha corso anonimamente) e se gli austriaci non si lasceranno sicuramente sfilare il blindatissimo Verstappen, ho molti più dubbi che così restando riescano a trattenere per il 2018 Ricciardo.

Quindi il proseguimento di questo campionato in casa Mercedes lo vedo dominato dal mercato. Se vogliano puntare ancora tutto su Hamilton, se il mondiale scorso abbia instillato in loro il gusto di creare i principi con un bacio magico, se siano disposti a rischiare in vista di un 2018 con piloti sicuramente di più facile gestione, oppure…

E nel frattempo, là dietro, Alonso invecchia senza riuscire neanche a schierare l’auto in griglia.

*(colloquiale): Nutrire eccessive speranze in merito alle proprie possibilità, avere sicurezze che potrebbero non essere corroborate dai fatti, dare qualcosa per scontato.

2017 FORMULA 1 VTB RUSSIAN GRAND PRIX Sochi

Il Circus approda in Russia per la quarta prova del Mondiale di F1 2017 dopo due settimane trascorse senza particolari novità/notizie nel mondo della Categoria Regina il cui silenzio è stato squarciato dalla notizia funesta degli incidenti di Billy Monger e della Targa Florio ai quali si è aggiunta la scomparsa del giovane kartista (10 anni….) Gonzalo Basurto. If Motorsport is dangerous but F1 isn’t is F1 meant to be still considered Motorsport? Nessuno ovviamente spera nè che la massima categoria ridiventi quello che era solo 40 anni addietro (nè che non faccia più parte di quel che chiamiamo Motorsport ma questo è un altro discorso che merita approfondimento) ma la cosiddetta ‘perfezione ovattata’ che si percepisce è ormai un problema grosso come una casa ed è un parente nemmeno troppo lontano di quello spirito così antitetico rispetto a quello respirato dal grande Dave alla kermesse del Blancpain svoltasi al Santamonica.

Al netto della doverosa introduzione che chi scrive comincia però a trovar ridondante (Liberty Media, se ci sei batti un colpo e fallo pure in fretta) proviamo a vedere cosa potrebbe offrirci la quarta edizione del GP di Russia a Sochi dopo le prime tre che, se si escludono le bellezze locali sfoggiate dagli organizzatori, son state di una certa qual noia mortale (curiosamente l’unico pericolo effettivamente presente in F1 oggi, la noia appunto).

Sochi è una pista piatta e tecnicamente poco interessante, la cosa più rimarchevole in assoluto del tracciato è la staccatona dove Carlos Sainz fece il noto incidente nelle FP3 dell’edizione del 2015 (salvo poi correre eroicamente in gara il giorno dopo chiedendo di venir dimesso dall’Ospedale) ovvero una piega a sinistra, con conseguente trasferimento di carico, che anticipa una frenata violentissima dopo un tratto ove si raggiunge la v.max. Tutti i tanti, troppi curvoni in appoggio del circuito russo saranno delle easy flat quest’anno per via del carico aerodinamico notevolmente aumentato rispetto al 2016. Mentre l’ultima curva, dove Bottas nell’edizione d’esordio del 2014 si produsse in un drift nell’ultimo tentativo del Q3 che strappò applausi ma gli levò la pole dalle mani, sempre per via del maggior carico aerodinamico dovrebbe essere spogliata di qualsivoglia interesse.

Il GP di Russia sarà una banco di prova importante per la Ferrari in quanto nelle prime 3 edizioni il circuito non le è mai stato particolarmente favorevole. Chi scrive è persuaso che senza la Safety Car per l’incidente di Giovinazzi in Cina, con relativo passaggio obbligato in pitlane, a questo punto Vettel avrebbe 3 vittorie in carniere anzichè 2. Un eventuale successo in Russia sarebbe pertanto un rinforzo a suddetta ipotesi e di sicuro un primo importante mattone posato nella costruzione del Mondiale Piloti 2017. Come spiegato in modo esauriente dagli amici di Formula Uno Analisi Tecnica la Ferrari 668 ha nel fondo che flette una delle componenti più importanti della sua competitività ritrovata. E’ davvero curioso constatare come dopo quasi 10 anni di ‘nulla’ (l’ultima trovata borderline fu il buco nel muso della F2008 di Costa poi messo al bando dalla FIA) il team di Maranello sia stato capace di mettere in pista una vettura con tante soluzioni al limite del regolamento, cosa che era la specialità dei team inglesi o ivi allocati. Se gli sviluppi infrastagionali funzioneranno (come auspicato) la Ferrari avrà davvero chiuso completamente col suo passato più recente ed aperto a tutti gli effetti una nuova era che la vedrà sempre protagonista di primissimo piano.

Mercedes Benz, al contrario, si ritrova con una sospensione posteriore ove è ubicato gran parte del suo sovrappeso che pertanto le impedisce di giocare con la zavorra come invece riesce a fare la Ferrari. Sochi è un banco di prova importante anche per loro sotto diversi aspetti: competitività vettura ovviamente ma anche stato di forma di Lewis Hamilton chiamato innanzitutto a riprendersi lo scettro del Q3 strappatogli in Bahrein da quel Bottas poi vessato (alla terza gara del mondiale….) da un team order di maranelliana memoria talmente prematuro come tempistica e motivazione da rendere superfluo qualsiasi commento in merito. A Brackley sanno che quest’anno possono perdere uno o entrambi i Mondiali ed hanno già messo in chiaro le cose. Con buona pace degli appassionati che vorrebbero vedere i piloti correre ‘liberi’.

Redbull dovrebbe affrontare un weekend difficile, presumibilmente in terza fila con possibile contaminazione parziale della seconda in caso di qualche defaillance dei primi quattro. Pare che già a Barcellona siano previsti degli aggiornamenti strutturali importanti sulla RB13 (telaio) e che a Montreal arrivino quelli sulla PU. Ovviamente fuori dai giochi già da ora sia per il Piloti che per il Costruttori in caso di ottimo recupero infrastagionale nell’ultimo terzo di stagione saranno nella forma mostrata 1 anno esatto prima sennò se ne riparla nel 2018. E’ curioso come il team che schiera quella che è di gran lunga la miglior coppia di Piloti li releghi poi di fatto a questo limbo abbastanza inspiegabile, tra promesse mai mantenute da Renault ed un cambio regolamentare che, complice la messa al bando del noto elemento della sospensione anteriore, ha prodotto una vettura molto al di sotto delle aspettative di tutti. Helmut Marko la scorsa settimana ha bofonchiato che se dal 2021 non sarà disponibile una fornitura PU ‘clienti’ (leggasi: che non arrivi da un Grande Costruttore impegnato in pista) sotto i 10 milioni a stagione la RBR potrebbe abbandonare la F1. Pura frustrazione: se potesse avere oggi la PU della MB nella specifica MB (e non quella ‘clienti’) ne pagherebbe volentieri 20 a stagione. Ed il nodo è esattamente questo: fossi in loro farei in modo di esser certo che la Federazione imponesse ai GC di motorizzare chi ne è sprovvisto con la motorizzazione dell’anno corrente, saluterei Renault e busserei alla porta MB/SF che a questo giro si vedrebbero costrette non solo a dir di sì ma anche a fornire la specifica della stagione in corso e non quella dell’anno prima. E dire che se ci arriva un semplice appassionato eh.

Passando al resto del gruppo, ovvero a quella che si può tranquillamente definire la serie B della F1, le note di interesse sono ancora meno di quelle della serie A. Williams/Renault/Haas dovrebbero giocarsi i 4 posti rimanenti del Q3 a meno che la PU non dia una grossa mano alla Pink Lady indiana. Mi attendo una STR in difficoltà per non parlare di Mclaren e Sauber che, al netto di magìe asturiane, dovrebbero giocarsi gli ultimi 4 posti in griglia o giù di lì.

Buon GP a tutti dalla Redazione

Barbecue di merluzzo per la Pasqua rossa in Bahrain

La F1 è tornata a correre il giorno di Pasqua e la Ferrari ha organizzato una bellissima festa culminata con inni goliardici a gina da parte di tutta la squadra e con Sebastian Vettel indiscusso primattore. Credo che Hamilton sia costretto a passare le due settimane che mancano al prossimo gp (e ci sono forti segnali che potrebbe dover continuare più a lungo) a riflettere sui complimenti a Seb fatti nel dopo gran premio di Cina e a mordersi la lingua ripensando ai bei tempi in cui tirava i guanti a Rosberg.

Una festa bellissima dicevamo, e strameritata per la Ferrari, nonostante la viglia avesse messo in evidenza i primi problemi di affidabilità della PU rossa con la rottura(?) di alcuni componenti. Probabilmente il conseguente (presunto?) depotenziamento precauzionale in prova (mancato utilizzo del bottone magico?) ha permesso alla Mercedes di fare ancora la gradassa in qualifica monopolizzando la prima fila con (udite! udite!) Bottas a conquistare la prima pole di carriera.

Hamilton di fronte alla pole persa (addio al primato delle otto pole consecutive di Senna) ha fatto buon viso anche perché aveva la responsabilità di un errore nell’ultima curva del giro “buono”.

La gara ha fugato però ogni dubbio sin dalla partenza e gli ha presentato un conto pesante. Alla prima curva Vettel gli ha messo le ruote davanti con una staccata di prim’ordine e non gli ha più concesso certezze per tutta la gara.

La sintesi della gara in effetti è tutta qui, anche se i due attori protagonisti si sono rincorsi a distanza, causa diverse strategie: Vettel implacabile a dimostrare assieme alla squadra solo certezze sia sul comportamento della macchina che delle gomme. Hamilton e la Mercedes ad inseguire. Nel finale è vero che abbiamo assistito ad un tentativo di rimonta di Lewis che lo ha portato ad arrivare molto vicino a Seb sul traguardo, ma ho la certezza che Vettel più che dalla rimonta di Lewis fosse distratto dalla manicure del ditino da mostrare al mondo intero sul podio.

Sul fronte squadre Mercedes ha dimostrato di giocare sul solo Hamilton in ottica riconferma mondiale, relegando Bottas ad un ruolo di comprimario da sacrificare alla bisogna alle strategie di squadra. Sono infatti almeno un paio i team radio che lo hanno “invitato” a dare strada al compagno. E questo proprio nel momento in cui lo stesso Bottas sta dimostrando di poter avere qualche cartuccia da sparare a livello di prestazioni. A questo punto è lui che deve giocare le sue carte e scegliere se recitare per tutta l’anno il ruolo di cavalier servente per cercare un rinnovo oppure se provare a “ribellarsi” e mostrare di avere anche gli attributi del campione (certe opportunità non si presentano facilmente e le strade dei gp sono lastricate di anonimi “campioni”). Oppure come nella metafora del titolo, accettare di essere offerto come sacrificio alla festa della Pasqua rossa.

Il ruolo di Nico Rosberg e il suo contributo alla squadra risaltano probabilmente più adesso che è assente.

Anche Raikkonen ha corso una gara incolore, l’ennesima. In questo caso non sono stati nemmeno necessari i team radio per raffreddare le velleità nei confronti del compagno. Le prestazioni di Kimi sono state incolori sempre nel weekend e, incapsulato in un’abulia ormai cronica, è riuscito a qualificarsi dietro anche alle RedBull e a battagliare con la Williams di Massa (!) in più riprese durante la gara. La SF70H non è la F14T una macchina dietro cui nascondersi per giustificare qualsiasi prestazione insufficiente, ma sembra che Kimi ci stia provando. Il rischio, ormai il verdetto direi, è di terminare la carriera come pietanza bollita di un barbecue che si annuncia frequente in questa stagione.

Dal punto di vista delle squadre, il campionato costruttori rischia di essere una battaglia di merluzzi, con Arrivabene e Wolff finalisti di masterchef.

Che dire degli altri? Mi piace la Renault che silenziosamente sta facendo piccoli ma positivi passi con una politica speculare a quella di Honda per esempio. Anche qui abbiamo una sola vettura in campo, quella di Hulk. Palmer rimane infatti un mistero (mica tanto).

Piccoli passi in avanti (ma proprio piccoli) almeno in gara per la Force India e un brutto passo indietro per la Toro Rosso. Sul fronte piloti Sainz ha vinto ieri il “tiro a Stroll”, il nuovo gioco introdotto per coinvolgere nell’interesse del Gran Premio anche le seconde linee.

Massa cerca una improbabile seconda giovinezza con una Williams che non riesce a supportarlo in alcun modo.

Sul fronte McLaren si segnala che dietro la cortina di fumo alzata con la partecipazione di Alonso a Indianapolis ci sono due cose:

il niente della Honda (cha anche ieri ha lasciato a fare il turista Stoffel) e il crollo di Fernando.

Le prestazioni della Ferrari e quindi la caduta di una delle sue più forti motivazioni al progetto Mclaren e la cronica inconsistenza dei giapponesi hanno avuto la meglio sul suo morale.

In pista, Fernando, vistosi sverniciato da chiunque in rettilineo, ha pensato bene di aprire un’autoscuola di pilotaggio per i piloti delle retrovie. Divertente, allegorico. Ma non può bastare. Probabilmente ne ha approfittato per dare un’occhiata da vicino alla Renault di Palmer sua probabile macchina del futuro.

Quando è sceso dalla macchina (senza benzina?) il dubbio più grande era se salirà ancora sulla macchina a pedali arancione.

Non credo abbia partecipato al barbecue Ferrari.

Aviator