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ALPINE F1 TEAM – A521

Ed ecco ufficialmente presentata anche la ALPINE A521

Livrea che ricorda il fascino del volo, richiamando una patriottica tonalità presente sugli aerei della Patrouille de France. (Tuttavia in rete si trovano già i paragoni con la Pepsi e la Colgate)

Siamo davanti forse a uno dei passi più grandi per il team Francese e forse è pure la scuderia che sta scommettendo più di ogni altro nel paddock, per riuscire a posizionarsi nei piani alti delle classifiche, nelle gare e nel campionato.

IL TRIO;

De Meo – Brivio – Alonso

Tre uomini che mettono anima e corpo in quel che fanno, personaggi con la passione perennemente accesa, figure che hanno primeggiato e segnato la rotta in tutto quel che han fatto, pur lanciandosi in scommesse spesso quasi impossibili.

De Meo

L’uomo che incarna colui che sa sognare, che sa cosa voglia la gente e che sa come indirizzare un grande marchio a prendere le scelte giuste per farlo diventare grande.

Personalità che ha girato nei grandi marchi ed ha saputo lanciare scommesse sempre vincenti, dalla 500, al rilancio dell’immagine del gruppo VAG, prima come VW, poi come Audi e infine Seat.

Leader con il motorsport sempre nel sangue, usando quella strategia antica che vede le persone appassionarsi e legarsi a un brand, grazie al successo nelle corse.

Brivio

L’artefice di due missioni quasi impossibili, la prima quando fece tornare grande Yamaha, facendo accasare Rossi nella sua squadra e riuscendo in qualcosa che solo la stagione prima pareva totalmente impossibile, iniziando da li un lungo periodo di vittore per la casa di Iwata

La seconda, culminata lo scorso anno con il titolo di Mir su Suzuki. Un progetto che pareva fin troppo ambizioso, partito dal nulla, da una tela bianca e stagione dopo stagione, vittoria dopo vittoria, giunto all’apice più alto.

Un motivatore, una figura che ha dentro la passione e la tenacia giusta per muovere e stimolare le persone, figura che riusciva a convincere uno tosto come Vale, a darci di manetta, anche quando fino al warm up le cose non andavano. Personaggio che ha saputo credere in Mir e motivarlo, fino al successo.

Alonso

L’incarnazione del pilota amante delle corse e delle scommesse, quello che non sa stare lontano da una pista o una competizione, mettendosi continuamente alla prova.

Lo definiscono uno sfascia team (i tifosi) mentre chi lavora con lui lo ama.

Ma di lui sappiamo tutto: o lo si ama, o lo si odia….il cuore lo metterà sempre.

LA VETTURA

Trovare modifiche sostanziali alla vettura del 2020 per ora è diffcile, bisogna spingersi fin troppo nel dettaglio, andando a focalizzarsi su aspetti quali le pance e le prese d’aria

L’ala anteriore è molto simile alla 2020 ma è interessante la forma del cape, che unito ai due piani che si intersecano, dedicato alla canalizzazione dei flussi, inviandoli ai lati della scocca, abbastanza originale.

Scarse novità sull’efficace sospensione anteriore dello scorso anno, se non le solite modifiche legate ai nuovi pneumatici panciuti.

Parecchio risalto è stato dato alla circolazione dei flussi d’aria nal comparto ruote, alla continua ricerca di un migliore drag.

Le fiancate sono tornate alle versioni 2019, distaccandosi dal trend di ricerca dell’effetto Coanda delle altre case, molto probabilmente per migliorare l’affidabilità e il raffreddamento della PU

Alpine A521 dettaglio dell'abitacolo e dello sfogo d'aria calda dietro all'attacco dell'Halo

La modifica più sostanziale e strana, l’airscoop a 5 canalizzazioni, che presenta un posteriore abbastanza importante, che par coprire una grossa porzione d’ala posteriore.

Scelta strana e nettamente controtendenza, da capire quali vantaggi porterà in pista

Poco altro da dire, attendiamo che scendano in pista e facciano vedere il loro valore.

(Foto prese dal canale Twitter del ALPINE F1 TEAM e da MOTORSPORT.COM)

Saluti

Davide_QV

HABEMUS HAMILTON!

Finalmente è arrivata la fumata bianca più scontata della storia della Formula Uno.

Finite le illazioni, terminate le indiscrezioni, stop al phatos..

Mercedes si è affettata a precisare sui suoi profili socials che si tratta di un contratto annuale secco, quindi le opzioni per il 2022 sono ancora tutte aperte.

Come più volte ribadito su questo blog, era l’unica soluzione “sensata” per tutte le parti coinvolte: Hamilton potrà primeggiare anche nel numero degli iridi e scegliere se ritirarsi o meno a fine stagione come il più titolato di tutti i tempi. AMG mette in banca un altro iride senza avere sussulti al cuore.

Lewis avrà voglia di combattere con un nuovo regolamento nel 2022? Magari si, ma un contratto annuale potrà regalare altra adrenalina durante il prossimo inverno e permetterà si scrivere fiumi di parole durante la stagione stessa.

In una F1 ricca di colpi di scena si completa in questo modo la line up dei piloti 2021.

 

(Immagine di copertina tratta dal sito calcioefinanza.it)

F1 2020-LA STAGIONE “SPUNTATA”

Mancano 18 giorni all’accensione dei motori al Red Bull Ring, più o meno 432 ore  ed il clima di incertezza sul numero di gare che si disputeranno è ancora altissimo. Non che una volta ufficializzati altri appuntamenti non si corra il rischio di vederli annullati.  Cause sanitarie piuttosto che ragion di stato o considerazioni politiche/economiche penderanno ancora per molto tempo sulle nostre teste. E’ vero, è un anno eccezionale ma in tutta questa “precarietà” necessita fare qualche considerazione anche sul punteggio gara.

Senza entrare del merito dell’adeguatezza dello stesso in una stagione normale di 20 gare (o dei gusti dei tifosi), di fronte ad un campionato ampiamente ridimensionato il sistema attuale rischia di falsare il risultato finale.

Mi spiego meglio…. Nella F1 dei tempi andati il pilota teneva una mano sui gemelli in rettilineo nella speranza che non si spaccasse nulla. Non è più così e le battute a vuoto di punti sono pochissime, quasi esclusivamente dovute ad errori dei piloti o a collisioni tra di loro perché le auto raramente ti lasciano a piedi viaggiando occhio e croce al 70% delle loro potenzialità in gara. Con un campionato di 10 corse come quello sinora annunciato, i conti si fanno in fretta: nessun passaggio a zero punti pena una rincorsa che diventa impossibile. Quindi, se l’auto non si rompe, il ritiro può avvenire per collisione in un sorpasso oppure per essere usciti nel tentativo di recuperare un gap. Conviene farlo? No perché il rischio aumenta in maniera sproporzionata, con il risultato che i piloti staranno accorti a tutto svantaggio dello spettacolo che è già quello che è.. E tutto ciò sin dalle primissime gare.

Facciamo un esempio limite che renda l’idea dell’inadeguatezza di questo sistema di punteggio con le 10 gare ad oggi “quasi” certe.

Siamo a Spielberg, terra di conquista di RBR e Max e ci sono ottime probabilità che le vinca entrambe.

Luigino, il rivale doverosamente più accreditato,  esce nella prima gara perché si tocca con un collega e ha un altro problema di qualsiasi tipo nella seconda gara che lo fanno ritrovare a zero punti la sera del secondo appuntamento austriaco.

Max 50 Luigino 0.

Restano 8 gare e Luigino le deve vincere tutte con Max che arriva sempre secondo: vincerne solo 7 gli farebbe recuperare “solo” 49 punti.  Ma potrebbe non essere sufficiente lo stesso se Max inanellasse una serie di GPV. E’ un estremizzazione, vero, ma neanche poi tanto visti gli umori della vigilia.  “Controllare” i GPV  da un punto a botta è semplice potendo “usare” il secondo pilota “al bisogno” pittandolo nel finale.

La speranza è che Fia e Liberty Media abbiano tenuto conto di questo aspetto, perché un Mondiale anomalo deve pur sempre essere un Mondiale serio anche se non lo facciamo correre in tre continenti, anche se lo dobbiamo “accorciare” causa forza maggiore.  Urge riparametrare il punteggio considerando il numero di appuntamenti certi, altrimenti questo dannato mondiale avrà ancora meno senso di quanto già ne abbia.

In tempi non sospetti mi pronunciai per una “Superseason 20/21”: si sarebbe potuta realizzare grazie al blocco degli sviluppi e all’utilizzo delle medesime monoposto la prossima stagione. Stiamo elemosinando gare oggi causa crisi sanitaria, niente di più facile elemosinarne nel 2021 causa crisi economica..

Wait and see (cit. KR7)

 

Salvatore Valerioti

 

Immagine in evidenza tratta da motorbox

“LA BACHECA DEI RICORDI” – IL DISASTRO DI PORSCHE

1991 – Le idee folli in F1

Correva l’anno 1987 e Porsche diede a Mezger la possibilità di creare una nuova unità aspirata a 12 cilindri 3500 cc, convinti di riuscire a portate in pista una soluzione innovativa, sviluppando un progetto che prevedeva la fusione di 2 motori V6.

Immagine correlata

Risultati immagini per porsche 3512 problem

Il propulsore denominato 3512, venne adottato nel 1991 dalla Footwork – Arrows che lo montò sulla sua FA12.

L’unità era caratterizzato da una strana presa di forza a metà del blocco cilindri, che doveva risultare un punto di forza per elevate potenze, ma il tutto restò fermo alla teoria.

Risultati immagini per porsche 3512

(Alboreto su FA12)

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(Johansson su FA12)

I problemi arrivarono fin da subito, visto che il motore era molto ingombrante e costrinse Footwork a usare la vettura del ’90 a inizio stagione ’91, perchè sulla FA12 era impossibile montarlo.

Risultati immagini per footwork fa12 cosworth

Quando si riuscì a installare il motore, il team, nonostante l’appoggio di Porsche e due piloti del calibro di Michele Alboreto e Stefan Johansson, non riuscirono mai a trovare una via di sviluppo, a causa di un progetto fin troppo vetusto.

Risultati immagini per porsche 3512

Il peso era il principale problema, basti pensare che il Ferrari era più leggero di circa 50 kg (189 contro 139). Inoltre il rivoluzionario metodo pensato da Metzger, per fornire energia al centro del motore, portò anche a numerosi e continui problemi di pressione dell’olio.

Vista la scarsa affidabilità e peso, il V12 teutonico venne pensionato per passare a un più leggero e affidabile Cosworth DFR V8. Il cambio venne fatto nel gp di Francia.

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Storia e passione #blogdelring

Saluti

Davide_QV

“LA BACHECA DEI RICORDI” – PRIMA USCITA

  • Il BEER STOP 😉

Quando possiamo dire; “nelle corse abbiam visto di tutto”

Era l’Agosto del 1988, si correva il mondiale di motocross a Namur, classe 500. Carlqvist, fortissimo pilota svedese bi-campione del mondo, stava più che dominando la corsa in sella alla sua Kawasaki 500 privata.

Poco dopo la metà gara, aveva più di 50 secondi di vantaggio sul secondo e per rendere la sua vittoria epica e immortale, cosa s’inventa?

Il beer stop!

Ebbene si, quando giunse sul tratto di rettifilo asfaltato, si ferma allo chalet e si fa passare una birra, se la gusta e riparte trionfando. (Sarà il suo ultimo successo)

  • Zandvoort, 26 Agosto 1979

“Queste sono purtroppo le esuberanze giovanili di Villeneuve alle quali siamo un po’ abituati”. Cit. Mario Poltronieri

40 anni fa, Gilles compì il famoso giro su 3 ruote.

  • Messico 1991

Ci son personaggi come Zermiani, capaci d’intervistare un pilota sul traguardo mentre spinge la vettura senza benzina.

Ultimo giro, De Cesaris è quarto sulla sua Jordan 191, quando il motore si ammutolisce. Scende dalla vettura e inizia a spingerla, come a imitare Mansell a Sallas 1985.

Zermiani salta il muretto, si affinca ad Andrea e inizia un’intervista;

“Andrea, ma cosa succede? Perchè la spingi? Si è rotto il motore?”

Al che arriva la replica;

“ma invece di dimme tutte ‘ste fregnacce, perché non te metti pure tu a spigne?“ 😅

Poco dopo Ezio Zermiani inizia a urlargli;

“Basta Andrea, basta, sei quarto lo stesso”

(Era doppiato e quindi la gara era finita con il taglio del traguardo di Patrese)

Oggi un pilota che fa una cosa simile, sarebbe radiato dal mondo delle corse e Zermiani fucilato in pubblica piazza

 

  • THE PASS!

Se dici sorpasso pazzesco al cavatappi, quasi tutti ricordano quello di Rossi su Stoner, i più informati ricordano anche Marquez su Rossi…

…ma solo i veri amanti del motorsport ricordano

ZANARDI SU HERTA

Correva l’anno 1996, si era all’ultima corsa. Brian Herta era davanti da tutta la corsa e alle sue spalle vi era il debuttante di quella stagione, il nostro Alex. All’ultimo giro i due sono incollati, le due vetture paiono una sola, si sale verso la salita del cavatappi e…

…nessuno lo credeva possibile, ma Zanardi stacca a vita persa, finisce lungo, quattro ruote sulla ghiaia e rischiando di finire a muro, ma chiude incredibilmente la manovra, uscendo per primo…

Il pubblico è incredulo e lo vede tagliare il traguardo da vincitore, scoppiando in una ovazione pazzesca, per una monovra pazzesca. (Dalla stagione successiva sarà vietato sorpassare così)

Zanna detto Pineapple entra definitivamente nel cuore degli Americani.

Qui il video del duello

 

  • ONE-SHOT WINNER

MotoGP anno 2007.

Dopo 7 anni senza vittorie, l’australiano Chris Vermuelen riporta la casa di Hamamatsu alla vittoria nella classe regina a LeMans sul circuito Bugatti compiendo un capolavoro sulla pista bagnata.

La Suzuki non vinceva dai tempi del mondiale 2000 conquistato da Kenny Roberts Jr.

Ci vorranno altri 9 anni per rivederla vincente con Vinales a Silverstone 2016 in un’altra gara “umida”.

  • UNA PAZZIA, CHE VALE UN CONTRATTO

Curioso e incredibile il modo in cui ottenne l’ingaggio!
Mentre Marco Lucchinelli (a quel tempo team manager Ducati) viaggiava in autostrada a 180 km/h in direzione della pista di Misano, si vide aprire la portiera destra da un pazzo in moto, che lo salutò per poi ripartre impennando…

  • Roma, 1999.

Alla presentazione della F399, durante la trasmissione Porta a Porta: il presentatore chiede ai vari ospiti, tutti possessori di Ferrari, che velocità tengono nelle strade normali. Qualcuno ammette di aver superato qualche volta i 200 km/h, poi si rivolge ai piloti:

“Lei, Schumacher, quanto ha fatto?”
“Anche 250-280 km/h”
“Ma non ci sono dei limiti di velocità?”
“No in Germania non ci sono limiti di velocità”

“E lei, Irvine, invece a quanto va di solito?”
“Mah, io di solito sono tranquillo, faccio 200-230 Km/h”
“Anche da lei in Irlanda non ci sono limiti di velocità?”
“No no, ci sono, ma conosco tutti quelli della polizia!!!”

😀

 

  • MIDFINGER

La foto di copertina, beh, per anni si è detto di tutto e di più su quella foto e che storia vi fosse dietro. Il pilota era Ralph Ligouri (alias Ralphie the Racer) e si correva sull’Indiana State Fairgrounds. L’anno era il 1964 e si scopri che era solo un cordiale saluto fra amici, che vollero diventare immortali.

Però dai, a noi piace pensare che siano insulti da duelli in pista e ricordiamocela così no? 😀

 

Spero di avervi strappato qualche risata o almeno fatto rivivere qualche ricordo, ma tranquilli, ce ne saran degli altri 😉

Saluti

Davide_QV