HAMILTON VINCE IN TOSCANA. FERRARI INDEGNA.

1000 GP. Un traguardo importante, festeggiato alla grande con un GP nel circuito di proprietà e un magnifico spettacolo a Firenze. Poi, in pista, una prestazione indegna della propria storia che, in questi giorni, ci è stata ripetutamente ricordata.

Questo è stato, per la Ferrari, il primo (e, forse, unico) GP di Toscana corso al Mugello, una pista che si è rivelata estremamente spettacolare ma, forse, un po’ inadatta alle dimensioni e alle velocità di queste macchine. 

Nelle qualifiche è andato in scena il solito copione, con le due Mercedes in prima fila, seguite dalle due Red Bull in seconda. Uno straordinario Leclerc piazza la pessima SF1000 in terza (mentre il suo compagno non entra nemmeno in Q2). Una piccola speranza per concretizzare una buona prestazione nel caso le circostanze lo permettessero. 

E, come vedremo, le circostanze l’avrebbero pure permesso, ma questa Ferrari non può nemmeno essere un outsider.

Quando si spengono i semafori, Hamilton parte male e si fa superare da Bottas e, quasi, anche da Leclerc che si insedia in terza posizione. Verstappen accusa un calo di potenza e si ritrova risucchiato dal gruppo, venendo poi tamponato in curva 2 da Raikkonen, che urta anche Gasly. Gara finita sia per l’olandese che per il francese, ed esce la Safety Car per consentire la rimozione delle vetture.

La neutralizzazione dura diversi giri, e si riparte al giro 7 ma subito si scatena il caos. Bottas attende la Safety Car line per andare a tutto gas, il che significa arrivare a metà rettilineo. Dietro, però. non se ne rendono conto e Latifi accelera molto prima, essendo poi costretto a scartare Magnussen che seguiva il gruppo, e traendo in inganno  Giovinazzi che lo tamponerà violentemente, coinvolgendo anche Sainz in un incidente che avrebbe potuto avere conseguenze disastrose.

Esce la bandiera rossa, e le 13 macchine superstiti rientrano in pit-lane. Ma a ripartire saranno solo in 12, perchè Ocon dovrà abbandonare causa surriscaldamento dei freni.

Alla seconda partenza Hamilton si riprende la prima posizione su  Bottas, che non oppone alcuna resistenza (strano, no?), mentre Leclerc riesce a mantenere la terza. Dopo 1 giro, Charles è già a 3.3 secondi da Lewis, e dal 18° perderà una posizione al giro da Stroll, Ricciardo, Albon e poi Perez, mostrando tutti i limiti di una monoposto riuscita male. A quel punto non gli resta che provare a cambiare le gomme montando quelle più dure, e sperare in un miglioramento della situazione. che non arriverà.

I primi due cambiano a loro volta le gomme al giro 31, optando anch’essi per la mescola più dura. Ricciardo, grazie ad un opportuno undercut, si ritrova in terza posizione davanti a Stroll. Il quale al giro 44 distrugge la macchina in un violento incidente all’Arrabbiata 2. Il direttore di gara non ha altre possibilità se non esporre nuovamente la bandiera rossa per consentire la rimozione dell’auto e la riparazione delle barriere.

Nuova, lunga, sosta, e si riparte ancora con standing start e 12 giri da compiere. Gli unici a rimetterci da questo nuovo avvio sono i due ferraristi, che si ritrovano ultimi delle 12 auto superstiti. E Ricciardo, che viene superato da Albon. Le uniche emozioni che arrivano dal finale di gara le regala Raikkonen, il quale si ritrova ottavo ma con 5 secondi di penalità da scontare. Dietro, a pochi secondi, ha Leclerc, Vettel e Russel. Ma solo il monegasco riuscirà ad avvicinarsi a meno di 5 secondi, e Kimi riesce così a conquistare i primi punti della sua stagione sul circuito nel quale, esattamente 20 anni fa, fece il suo primo test in F1 sotto falso nome.

Hamilton ottiene così la sua 90a vittoria, davanti a Bottas, Albon al suo primo podio, Ricciardo, Perez, Norris, ancora una volta un po’ in ombra, Kvyat, Leclerc, Raikkonen e Vettel. Subito fuori dalla zona punti Russel, che ha perso una grande occasione per marcare i primi punti suoi e della Williams.

Ora ci saranno due settimane di pausa, poi si andrà in Russia, cui seguiranno 3 gare su circuiti che queste auto non hanno mai solcato. E su questo che dobbiamo contare per sperare di non continuare a vedere sempre lo stesso copione, anche perchè il bonus l’abbiamo già avuto a Monza. E viene male a pensare che una delle tre piste è il circuito intitolato ad Enzo e Dino Ferrari, dove la squadra che porta il loro nome è destinata a rimediare l’ennesima figuraccia di una stagione disgraziata. Sperando che il fondo sia stato toccato in Toscana, ma su questo è lecito avere dei dubbi perchè appare abbastanza evidente, dalle dichiarazioni post-gara del Team Principal, che stiano ancora impugnando saldamente la pala.

* Immagine in evidenza dal profilo Twitter @MercedesAMGF1

 

F1 2020 – GRAN PREMIO DI TOSCANA FERRARI 1000

Se proprio si vuole trovare un aspetto positivo in questo 2020  pensiamo che, “grazie” al Covid-19 avremo il piacere di ammirare le moderne F1 su tracciati quali il Mugello e, tra qualche settimana, su un tracciato carico di significato e storia come L’Enzo e Dino Ferrari di Imola.

La ricerca di tracciati alternativi in località in cui il virus è (più o meno) sotto controllo ha portato il circus su piste che in passato erano state solo una affascinante suggestione, subito accantonata in tempi “normali” per difficoltà logistiche, regolamentari e soprattutto economiche.

Situato sulle colline toscane, a Scarperia e San Piero, il Mugello è di proprietà della Ferrari dal 1988. Il tracciato è lungo 5 245 metri, si snoda attraverso 15 curve ed è caratterizzato da continui dislivelli, una sede stradale piuttosto stretta e un asfalto che presenta anche alcuni dossi e avvallamenti. È un circuito tipicamente “old-school”: è stato inaugurato, infatti, nella sua configurazione attuale nel 1974 ma le sue radici risalgono al tracciato stradale del 1914.

Infografica Pirelli, che ringraziamo. https://press.pirelli.com/

È un tracciato molto tecnico, con curve tutte diverse tra loro. Sono a media-alta velocità, senza vere e proprie chicane strette e brusche frenate: per questo motivo è una pista poco esigente in trazione e in staccata. Non si può dire lo stesso per la direzionalità e la velocità di percorrenza delle monoposto: le due ‘Arrabbiate’ sono le curve più veloci dell’intero tracciato e si stima che le F1 attuali le percorreranno in pieno, a una velocità di 260 o 270 km/h. Nelle Luco-Poggio Secco-Materassi a inizio giro è fondamentale mantenere la massima velocità nel punto di corda e una perfetta traiettoria, mentre le due Biondetti a fine giro creano quasi una chicane naturale dove è fondamentale l’uscita per rilanciarsi al meglio nel giro seguente. Necessario, quindi, avere un’elevata deportanza, nonostante sia un tracciato “veloce”, e un assetto abbastanza rigido per avere precisione in inserimento e percorrenza ma non troppo da “strappare” e surriscaldare gli pneumatici nelle numerose curve veloci.

L’asfalto, infatti, completamente rifatto nel 2011, è particolarmente aggressivo e impegnativo sulle gomme: per questo motivo Pirelli ha nominato le tre mescole più dure della gamma (C1, C2, C3), in linea con la scelta fatta per Silverstone 1. Si attendono, inoltre, temperature particolarmente elevate, visto che la gara si disputa nella seconda settimana di settembre: un’altra ragione per cui Pirelli ha scelto le tre mescole più dure della gamma, quelle più adatte, in teoria, a sopportare il degrado termico. Ci si aspetta quindi un gran lavoro di comparazione assetti e setup nelle prove libere, dato che i Team (e la F1) non hanno mai corso su questo tracciato, nonostante venga utilizzato frequentemente per sessioni di test e per le gare di moto.

Qualche curiosità:

  • il record non ufficiale è di Rubens Barrichello in 1m18.704s, ottenuto con la F2004 il 9 febbraio 2004, che sarà guidata da Mick Schumacher domenica mattina prima del GP. Il record di Michael è di 1’20″366, ottenuto, però, con la 248-F1 il 21 settembre 2006.
  • Per la prima volta in questa stagione, un numero limitato di spettatori (meno di 3000) potrà assistere alle gare. Sarà l’Italia, quindi, ad “aprire le danze” a riguardo (ove possibile), nonostante sia stato uno dei paesi più colpiti dalla pandemia Covid-19.
  • Per le sue esigenze sulle monoposto, l’Autodromo Internazionale del Mugello è stato scelto per ospitare, dal 1º al 3 maggio 2012, l’unica sessione collettiva di prove Formula 1 a stagione in corso. Quasi tutti i piloti impegnati nel test si definirono entusiasti per la bellezza e la difficoltà del tracciato. Mark Webber si espresse così: “In termini di soddisfazione, 10 giri sull’asciutto al Mugello valgono quanto 1 000 ad Abu Dhabi”.

23 Giugno 2020, Sebastian Vettel su Ferrari SF71-H testa al Mugello. A fine giornata dichiarerà: “It is such a spectacular track. I really think Mugello deserves to host a Formula 1 Grand Prix”. Immagine di F1.com

Caso vuole che la Ferrari, la quale sfoggerà una livrea speciale per l’occasione, arrivi a disputare il 1000esimo GP della sua storia proprio nel suo circuito, matching perfetto per “spingere” l’inserimento in calendario del GP di Toscana. Ecco, un evento del genere che dovrebbe rendere onore al team che per molti aspetti è l’immagine stessa della F1 non poteva capitare in un momento peggiore.

La nuova livrea sulla SF1000 ispirata alla Ferrari 125 del 1950. Grazie a Ferrari.com

La stagione del 2020 sarà ricordata come una delle peggiori di sempre per il Cavallino rampante, pochi risultati di valore, molto spesso figli di eventi casuali, una monoposto lenta e poco affidabile e un GP d’Italia che è stata la foto esatta della situazione attuale in casa Ferrari. Foto che sta assumendo anche i tratti foschi di una situazione che non solo è deficitaria dal punto di vista prestazionale ma anche per la sicurezza dei piloti, con guasti ai freni e incidenti che hanno fatto e fanno temere per l’incolumità dei piloti. Esageriamo? Forse si, ma di sicuro eventi come quelli occorsi a Monza non si vedevano da tanto tempo in casa Ferrari e qualche campanello d’allarme speriamo sia scattato.

Il Mugello è la pista di casa per la rossa, pista da test per definizione e parco giochi motoristico per tutte le sue derivate di serie. E soprattutto, una pista che possiamo definire da “pelo sullo stomaco”. Di sicuro dovranno averlo più del previsto sia Vettel che Leclerc, in quanto il tracciato è piuttosto probante in termini di velocità e curve con notevoli g laterali. Ci sarà di sicuro un po’ più di carico aerodinamico rispetto a Monza ma in ogni caso la sfida è di quelle impegnative. Sfida alla quale la rossa arriva assolutamente impreparata e navigando a vista.

Volendo fare un paragone potremmo definirla una SPA in miniatura, e di conseguenza con la Mercedes ad avere i favori del pronostico. Unica vera incognita il fatto che sia una pista che praticamente tutti i piloti non conoscono se non forse quando correvano nelle serie minori. Interessante sarà capire chi si adatta più velocemente.

Finita presumibilmente l’ora d’aria per Alpha Tauri, vedremo come la casa madre Red Bull si districherà nel saliscendi toscano. Il GP di Monza è stata una gara terribile, quasi al pari di quella Ferrari considerando ovviamente la netta differenza di competitività. Attesa anche la Renault che avrebbe dovuto comportarsi meglio a Monza ma ha tradito un po’ le attese. Chissà che non torni la forma vista a SPA.

In ogni caso, per tutti sarà un salto nel vuoto in termini di rendimento in pista. La gara “pazza” di Monza, se da un lato ha evidenziato come il ban delle mappature “party mode” non ha per nulla rallentato la Mercedes in qualifica, dall’altro, ha mostrato forse il tratto meno nobile della W11, poco a suo agio quando è dietro ad altre monoposto e con aria “sporca”. Mettiamoci anche dei settaggi della PU condizionati dal succitato ban ed ecco che, improvvisamente, si è vista una monoposto molto meno efficace rispetto a quella vista fino ad ora.  Sicuramente la situazione vista a Monza, una sorta di reverse grid involontaria causa safety car, bandiera rossa e penalità, non si ripresenterà ma ha mostrato una Mercedes che sembra essere progettata per dare il massimo quando è davanti a tutti. Cosa che, purtroppo per gli altri, è piuttosto facile che accada.

Come abbiamo visto, altro elemento ricco di incognite sarà la gestione delle gomme. Quello del Mugello, con curve come le due arrabbiata e la sezione casanova-savelli saranno molto impegnative per delle gomme che già su una pista impegnativa come Silverstone hanno mostrato notevoli difficoltà. Si spera che la scelta delle mescole e delle pressioni sia corretta perchè, in caso di problemi, uscire di pista improvvisamente in una delle due arrabbiata o in fondo al rettilineo prima della San Donato sarebbe di sicuro poco divertente. Chiedere a Leclerc che ha già dato alla Parabolica domenica scorsa.

Notizia dell’ultimo momento: è ufficiale l’approdo di Vettel nella futura Aston Martin per il 2021. In uscita Sergio Perez. E dire che il TP Szafnauer aveva da poco dichiarato che Perez sarebbe rimasto e Vettel “non è mai stato preso seriamente in considerazione”. Evidentemente il suo senso del ridicolo è ancora lontano dall’essere raggiunto.

Rocco Alessandro & Chris Ammirabile

*immagine in evidenza di https://f1grandprix.motorionline.com/.

MOTOGP 2020-GP DI SAN MARINO E DELLA RIVIERA DI RIMINI

Tre settimane di “vacanza” ed il Motomondiale ricomincia con una doppia Misano ed una Barcellona tutte d’un fiato.

Il campionato riparte sempre orfano del suo dominatore perchè Marquez continua la sua convalescenza/riabilitazione dopo l’operazione “sbagliata”.

In assenza del gatto i “topi” potranno continuare a ballare con Michelin che, a detta dei piloti, sceglierà il ballo più adatto all’occorrenza.

Tornerà invece Pecco Bagnaia fresco della firma su un nuovo biennale con Borgo Panigale. Alla pari del chivassese ha rinnovato anche Zarco (direttamente con Ducati) per un anno più un opzione per quello successivo. I bolognesi non annunceranno ancora la composizione dei tre team dei quali dovrebbero far parte anche Martin e Bastianini: ad oggi l’unico che sa dove guiderà è Jack Miller. Ci sono buone probabilità che le formazioni possano essere le sguenti:

Miller- Bagnaia/team interno

Zarco-Martin/Pramac

Bastianini/Avintia

(immagine tratta da Motosprint.it)

La pausa è stata anche utile a far “litigare” i costruttori. Ad inizio stagione (ed in fretta e furia) fu approvata la decisione di congelare i motori ad eccezione di quelli Ktm ed Aprilia che, a corto di risultati avrebbero potuto metterci mano dopo la prima gara del 2021. Peccato che Ktm i risultati li abbia comunque tirati fuori ma, forti delle decisioni passate, prima della gara di Spielberg gli autriaci hanno fatto sapere che con i loro motori attuali non avrebbero potuto “coprire” tutto il campionato 2021 per problemi di affidabilità. Tutto ciò pur utilizzando due unità in più degli altri team (come a loro concesso dagli accordi). Sarebbe servita l’unanimità per bloccare Ktm e il loro stesso “niet” li ha messi nelle condizioni di poter sviluppare un nuovo “supermotore”. Sono stati scaltri ed il prossimo anno potrebbero avere un vantaggio non indifferente.

(immagine tratta dal sito motogp.com)

Il circuito “Marco Simoncelli” rinvigorirà i nostri alfieri che quando si trovano a respirare l’aria della riviera di casa finiscono sempre per trovare qualche decimo in più nel polso. Ci si aspetta una bella gara da tutti loro, in primis da Andrea Dovizioso che resta quello con le carte migliori tra tutti per puntare al bottino grosso: in cerca di una sella per il prossimo anno DEVE far bene per forza.

Sarebbe romantico pensare ad un Valentino vittorioso che annuncia il ritiro, fossero vere le voci di un possibile accordo tra i responsabili di Petronas e lo stesso Dovizioso: i dirigenti del team malese si sono prodigati nella smentita ma tutto può essere visti i nomi in ballo.

Che dire della gara? Che il bello della stessa è che potrebbe vincerla chiunque visto l’andazzo del Campionato. Sembra che ciò dia quasi noia agli stessi appassionati che nelle stagioni scorse erano prodighi di critiche verso un campionato con gare troppo spesso scontate.

Ad opinione di chi scrive è invece fantastico non essere in grado di individuare il vero favorito scorrendo la entry list. Può accadere di tutto ed il contrario dello stesso e questo era il bello di tante corse del passato che abbiamo rimpianto per anni.

Quartararo, una delle Ktm, Dovizioso o Morbidelli, Rins oppure Mir su delle Suzuki particolarmente “vive”, Maverick “7vite” Vinales: tutti questi piloti hanno la possibilità di far bene e puntare al gradino più alto. Ciò è semplicemente quello che abbiamo più desiderato in tempi di “monotonia”: godiamocela e non rompiamo troppo i maroni con i lamenti.

 

Moto2

Classifica corta anche per i cadetti. Luca Marini trova la pista di casa con buone speranze di far bene per allungare sul suo conterraneo Bastianini che però venderà cara la pelle come tutti gli altri italiani la top. Attenzione a Jorge Martin in predicato di fare il salto in Gp che sarà un osso duto sia per la gara che per il Campionato: meglio fare quel salto con un iride in bacheca.

Peccato per Baldassarri che dopo un buon inizio 2019 siè perso in concomitanza con l’introduzione del “gommone” posteriore.

(immagine tratta da corsedimoto.com)

 

Moto3

E fatelo voi un pronostico…se ci riuscite. Questa categoria è l’unica ad avere un reale “padrone” in classifica generale, eppure è anche la categoria che ci riserva più sorprese ogni domenica.

Il cuore dice Vietti, la ragione non dice nulla perchè è impossibile..

(immagine tratta da ilcanavese.it)

 

Buone gare a tutti.

(immagine in evidenza tratta dal sito insella.it)

 

Salvatore V.

F2 ITALIA 2020 – STRONG REACTION

Questo campionato proprio non vuole padroni. Ci si aspettava il riallungo di Robert Shwartzman ed eventualmente il sorpasso di Yuki Tsunoda, invece Callum Ilott riprende la testa del campionato e Schumacher jr si inserisce di prepotenza al secondo posto. Ma andiamo con ordine.

[COURTESY OF AUTOSPORT.COM]

Tsunoda ipoteca il titolo di “Campione del Venerdì” con la quarta vittoria su otto sessioni. Fuor di ironia, per l’ennesima volta quest’anno il giapponese è il più rapido al termine delle prove libere. In ripresa Christian Lundgaard, secondo a pochi centesimi, mentre pare in affanno Robert Shwartzman, leader di campionato, solo 12°.

[COURTESY OF METROPOLITANMAGAZINE.COM]

Sono state delle strane qualifiche, dove le gomme reggevano più di un giro cronometrato e le scie facevano guadagnare decimi importanti. Ma alla fine Callum Ilott conquista la terza pole stagionale beffando Tsunoda di tre centesimi. La magnitudine di questo risultato è amplificato dal fatto che il diretto avversario, Shwartzman, è solo 16°.

[COURTESY OF METROPOLITANMAGAZINE.COM]

In questa pole c’è una componente di fortuna: Mick Schumacher (7° dopo aver comandato nei primi minuti) è finito a muro all’Ascari nell’ultimo minuto e ha negato l’ultimo tentativo a diversi piloti, tra cui il suo teammate e il cinese Guany Zhou (17°). Terzo è Ghiotto, storicamente a suo agio nel circuito brianzolo (vi ottenne le prime vittorie in F2), davanti a Lundgaard, in netta ripresa. Nessuna speranza per il suo teammate, Marcus Armstrong, 15°. A sorpresa Roy Nissany è quinto, miglior qualifica di sempre in F2. Segnalo infine un solido Daruvala, ottavo, e Yuri Vips, abbonato all’undicesimo posto, a soli otto millesimi dal teammate Dan Ticktum.

[COURTESY OF FERRARI.COM]

La gara parte con Ilott in pole davanti a Tsunoda e Ghiotto. Con uno scatto fenomenale Schumacher jr si porta dalla settima alla seconda posizione già prima della Prima Variante, mentre Lundgaard passa Tsunoda e Ghiotto.  Nei primi giri il gruppo di testa è molto compatto, con il tedesco aggressivo nei confronti di Ilott, ma già al sesto giro il pacchetto si sgrana, quando un triello tra Lundgaard, Tsunoda e Ghiotto in fondo al Rettifilo porta l’italiano a tagliare la Variante e a scivolare sesto e questi tre a sganciars” dal duo di testa. Le scie facilitano i duelli, e prima che comincino i pit stop Tsunoda passa Lundgaard per la seconda posizione e Ghiotto infila Nissany per la quinta, mettendosi a caccia del podio.

[COURTESY OF METROPOLITANMAGAZINE.COM]

Già all’ottavo giro, con un discreto anticipo rispetto alle previsioni, inizia il valzer dei pit stop, con Deletraz e Shwartzman che, non avendo nulla da perdere, provano la carta dell’undercut. Alla dodicesima tornata è il turno del leader Ilott e di Tsunoda di pittare e accade l’evento che decide la gara: l’inglese stalla sulla piazzola e fa spegnere il motore; riuscirà a ripartire, ma quasi ultimo, e Schumacher jr eredita il comando della corsa, davanti a Lundgaard e Ghiotto, che chiude la tornata di soste al quindicesimo giro (si scoprirà poi che la sosta ritardata fu dovuta a un guasto alla radio).

[COURTESY OF METROPOLITANMAGAZINE.COM]

Il pilota italiano, forte delle gomme più fresche è scatenato e inizia a rimontare sul danese. Più indietro anche Ilott è velocissimo, e risale la china fino a portarsi negli scarichi di Shwartzman (il cui pit anticipato si fa sentire) nel corso del 24° giro, e a scavalcarlo la tornata successiva. Intanto davanti Ghiotto ha ripreso Lundgaard, e a tre giri dalla fine lo passa per la piazza d’onore.

[COURTESY OF MOTORINOLIMITS.COM]

Non accade più nulla e Schumacher jr vince la prima Feature Race in F2 davanti a Ghiotto (gpv), Lundgaard, Tsunoda, Zhou (rimontone, malgrado un paio di scontri al via con Armstrong), Ilott, Ticktum, Deletraz (che domani partirà in pole), Shwartzman e Daruvala. Sembra una comica, ma Vips termina ancora 11. Ilott ha contenuto i danni riuscendo anche a guadagnare su Shwartzman (ora sono appaiati a 134 punti) ma ha sprecato un set point e soprattutto ha regalato tanti punti a Schumacher jr, che ora è in piena lotta per il mondiale (il tedesco è a quota 131).

Dan Ticktum (GBR) Dams
06.09.2020. Formula 2 Championship, Rd 8, Monza, Italy, Sunday.
– www.xpbimages.com, EMail: requests@xpbimages.com Copyright: XPB Images

La Sprint Race vede “l’agnello” Deletraz in pole, seguito dal “lupo” Ticktum, che non si lascia sfuggire l’occasione di infilarlo alla Prima Variante.  Il più aggressivo nei primi giri è Schumacher jr, che scavalca Ghiotto al via e Zhou e Lundgaard nei chilometri successivi, installandosi in quinta posizione e mettendosi a caccia del podio. I motori Mecachrome gli facilitano l’operazione: al secondo giro Tsunoda (quarto) rallenta e imbocca la strada per i box. Problema tecnico e gara finita per il giapponese. Più indietro Shwartzman, decimo dopo una brutta partenza, assiste allo scontro tra Ghiotto e Aitken (ali danneggiate per entrambi) e ne approfitta per recuperare diverse posizioni.

[COURTESY OF AUTOSPORT.COM]

Zhou sembra avere il passo il podio e inizia la sua rimonta inducendo Schumacher jr all’errore alla Prima Variante; il tedesco per due posizioni a favore di Lundgaard e del cinese, ma ne recupera subito una quando, mezzo giro dopo, l’alfiere UniVirtuosi parcheggia a bordo pista per la rottura del motore. Tra i primi, Deletraz accusa un elevato degrado delle coperture, sicché  Lundgaard e Ilott lo passano tra il 12° e il 17° giro. Dopo una VSC necessaria per rimuovere la vettura di Drugovich (tamponato da Nissany), Deletraz viene passato anche da Schumacher jr, malgrado enormi vibrazioni dovute al flatspot rimediato nel duello con Zhou, mentre Lundgaard si fa vedere insistente negli specchietti di Ilott senza però riuscire a provocare fastidi.

Alla fine vince Ticktum con 4.5s di margine su Ilott (ora leader di campionato), Lundgaard, Schumacher (gpv), Deletraz, Shwartzman, Daruvala e Aitken (alle prese con un’ala moderatamente danneggiata). Subito dopo aver tagliato il traguardo l’inglese ha parcheggiato la sua vettura nella via di fuga, generando il sospetto che possa aver finito la benzina, cosa che comporterebbe una squalifica per l’impossibilità di effettuare i controlli. Ticktum è stato riaccompagnato in parco chiuso dalla Medical Car, cosa che ha generato la scena surreale di sopra.

Com’era prevedibile, l’inglese è stato poi squalificato per troppa poca benzina (un decimo di quella che serve per i controlli) e tutti scalano di una posizione. La gara alla fine è stata vinta da Ilott; entra in zona punti Mazepin (che partiva ultimo). La DAMS ha attribuito la colpa a una perdita del serbatoio già segnalata agli organizzatori. A conti fatti, l’inglese ha finito la gara per miracolo. Se, dopo la doppia trasferta austriaca, sembrava che i problemi fossero stati risolti, qui in Italia sono tornati alla ribalta. Tsunoda e Zhou a fine anno avrebbero molto da recriminare, soprattutto il secondo (che in Austria si ritirò mentre era in testa). Un campionato monomarca non dovrebbe essere influenzato dai guasti di una parte per cui i team spendono milioni di euro al momento dell’iscrizione.

[COURTESY OF MOTORSPORT.COM]

La classifica è stravolta rispetto allo scorso weekend. Ilott sale al comando con 149 punti, mentre secondo è Schumacher, che si porta a 143, davanti a Shwartzman, che scende terzo a 140, dopo un weekend avaro di soddisfazioni. Più indietro, ma comunque vicino, Tsunoda scala quarto a 123, mentre Lundgaard risale a 116, anche se oramai la lotta per il titolo sembra ristretta ai tre piloti Ferrari Driver Academy più il giapponese. Dopo la sfortuna in qualifica e il guasto nella Sprint Race esce definitivamente dalla lotta per il mondiale Guanyu Zhou. 9 punti per i primi tre è comunque un distacco quasi inesistente per la F2, specie considerando che mancano ancora le gare al Mugello e i due appuntamenti in Bahrain.

Dan Ticktum (GBR) Dams, Callum Ilott (GBR) Uni-Virtuosi Racing, Christian Lundgaard (DEN) ART
06.09.2020. Formula 2 Championship, Rd 8, Monza, Italy, Sunday.
– www.xpbimages.com, EMail: requests@xpbimages.com Copyright: XPB Images

[Immagine di copertina tratta da testmotori360.com]

Lorenzo Giammarini a.k.a. LG Montoya

“RAPIREMO NIKI LAUDA”: IL NUOVO ROMANZO DI CARLO CAVICCHI

In questo periodo di intensa attività motoristica post-lockdown, si impone una parentesi per presentare un libro il cui titolo e autore hanno molto a che fare con il nostro blog del Ring, e con gli appassionati che vi scrivono e che lo leggono.

E’ infatti appena uscito il secondo romanzo di Carlo Cavicchi, direttore di Autosprint dal 1984 al 1999, e, successivamente, di Quattroruote. Il libro si intitola “Rapiremo Niki Lauda”, ed è edito da Minerva.

Chi scrive ha avuto l’onore e il piacere di intervistare l’autore in occasione di una presentazione organizzata dal Centro di Lettura “L’isola del Tesoro” di Trebbo di Reno, biblioteca gestita unicamente da volontari e molto apprezzata dagli abitanti della frazione di Castel Maggiore, a pochi passi da  Bologna.

“Due storie che diventano una sola in un’amalgama che è come la Nutella sul pane”. Così Cavicchi definisce il suo nuovo romanzo. E la similitudine non potrebbe essere più azzeccata, perchè la storia parte dalla Bologna degli anni 60, una città che raggiunse, in quel periodo di boom economico post-bellico, uno splendore che si esaurirà con gli anni di piombo, per arrivare al mondo della Formula 1 di metà anni 70, e, in particolare, in quel 1976 che vide l’epica battaglia fra Lauda e Hunt. E questi due mondi, quello bolognese e quello delle corse, vengono raccontati dall’autore con una dovizia di particolari e una precisione possibile solo per chi li ha conosciuti molto bene entrambi.

Il protagonista della storia è un giovane rampante che riesce a risollevarsi dopo una brutta vicenda in cui è stato coinvolto, e che, una volta ritornato in vetta, accetterà di essere coinvolto in un piano criminoso dal ritorno economico potenzialmente molto elevato, quello di rapire il campione austriaco, per la liberazione del quale non sarebbe certamente mancato qualcuno disposto a tirare fuori fior di quattrini.

E’ ovvia la curiosità di sapere come sia nata l’idea di un romanzo incentrato su una simile vicenda, di cui Niki è l’inconsapevole protagonista. Ebbene, si tratta di una storia che all’epoca si raccontava a Bologna negli ambienti giornalistici. Forse qualcuno aveva veramente in programma di rapire Lauda, e Cavicchi nel suo romanzo si è immaginato, e ha descritto nei dettagli e in modo coinvolgente, come avrebbe potuto svolgersi quel piano.

Ne è nata una trama che si legge tutto d’un fiato, e il cui finale sorprenderà il lettore. Perchè, se si può facilmente immaginare che il piano sia destinato a fallire, non si può dire altrettanto di ciò che succederà dopo.

Gli appassionati di motori troveranno in questo libro tanti episodi e aneddoti della Formula 1 dell’epoca, descritti con gli occhi di un meccanico della Good Year complice suo malgrado del piano criminoso. Tuttavia, Cavicchi ha tenuto a precisare che il romanzo non è scritto solo per loro, ma, soprattutto, per chi ama il genere giallo. E, aggiungiamo noi, per chi ama le trame coinvolgenti dove i protagonisti e i luoghi diventano reali nella mente del lettore, per quanto bene sono descritti.

La redazione del blog del Ring ringrazia Carlo Cavicchi per la grande disponibilità e il Centro di Lettura “L’Isola del Tesoro” per averci coinvolto in questa iniziativa.

Per informazioni:

Il nostro redattore Pier Alberto intervista Carlo Cavicchi (foto by Fabio Grandi)