MOTOGP 2021-GP D’ITALIA MUGELLO CIRCUIT

Dopo un anno di assenza causa forza maggiore si torna a correre su uno dei tracciati preferiti dai piloti e dai tifosi.

Le colline toscane accoglieranno la festa delle Moto più performanti del mondo seppur mancheranno il colore ed il calore del pubblico. Niente tribune inondate di giallo e di rosso a festeggiare i nostri portacolori ma questa è la realtà, meglio farsene una ragione ed accontentarsi dell’immagine di copertina.

Forse è stato il Mugello stesso a tradire lo scorso anno il mondo dei motociclisti, ammaliato dalle sirene di quella F1 che l’ha sedotto e abbandonato a se stesso…

Ma non importa, i motociclisti sanno perdonare in virtù dello spettacolo che questo tracciato è sempre in grado di regalare.

Ad oggi le previsioni del tempo danno buone probabilità di pioggia, la stessa che potrebbe cambiare le carte in tavola e l’equilibrio tra uomini e macchine.

A prescindere dalle condizioni atmosferiche i favoriti d’obbligo restano quelli che tengono in mano il manubrio di una rossa italiana. Sono proprio i ducatisti e la Ducati i maggiori indiziati per la vittoria finale. E’ la pista di casa, il posto dove nelle ultime tre edizioni sono stati in grado di vincere (e bene) con tre piloti diversi, indice che la Desmosedici ben si adatta alle caratteristiche di quest’asfalto e queste curve. Se dovesse piovere sarebbe indifferente: la rossa bolognese va storicamente bene sull’acqua ovunque, figuriamoci in Toscana.

In caso di vittoria di Miller il pilota australiano eguaglierebbe un record di tre vittorie di fila su una rossa che solo il grande Casey riuscì a realizzare nel 2007 e a replicare nel 2008: difficile ma non impossibile per Jack in stato di grazia almeno quanto la moto che inforca. Per Ducati potrebbe anche realizzarsi un sogno ancora più grande, ovvero quello di riempire tutto il podio per la prima volta nella sua storia. Mai come quest’anno questo è possibile, sia per le prestazioni della moto che per quelle dei piloti: Miller, Bagnaia, Zarco hanno le medesime possibilità di vittoria per svariate ragioni, quindi potrebbero finire in una volata a tre con Dall’Igna attaccato a tutto il ferro che trova pur di non vederli ammucchiati per eccesso di foga.

Fatta questa premessa vincerà qualcun altro……

Chi? Non si può non tenere conto dei piloti Yamaha per ovvie ragioni di performance della moto di Iwata ma anche di motivazioni personali da parte di Quartararo che deve restare in testa in classifica generale, di Vinales che la deve smettere di giocare con l’altalena, di Morbido che respirerà aria di casa dopo aver cominciato malissimo questo 2021. Nutrire speranze di vittoria per il quarto alfiere mi pare ottimistico. Però che bello sarebbe vedere Rossi vincere al Mugello e dichiarare a caldo che dopo la vittoria non correrà più manco il prossimo GP?

Le Suzuki potrebbero (forse sarebbe meglio dire dovrebbero) cominciare a riscattare il modesto avvio stagionale. Rins e Mir si dovranno pur svegliare, perché la moto funziona e loro non possono aver disimparato a guidare senza Brivio nel box.

Occhio a Marc Marquez. Un’introduzione che si rispetti non può esulare dal contemplarlo. In Francia il leone ha riassaporato il gusto della conduzione di una gara. Ok, erano condizioni particolari, ma sta tornando su pian piano, in sella ad una moto che senza la sua guida tecnica si è persa per strada. E’ tornato al telaio 2020 col quale aveva comunque fatto i test di due inverni fa e che “conosce” meglio del 2021. Magari non vincerà, ma l’aria delle colline toscane gli è sempre piaciuta.

Aprilia? Non dovrebbe andar male affatto, anzi. Conoscendo anche i granelli di sabbia mischiata alla ghiaia del tracciato toscano, potrebbe far molto bene e magari puntare al primo podio nel caso di un weekend di grazia di Espargaro.

Chi scrive non crede in Ktm che dopo lo scorso anno sembra persa per strada. La buona prestazione di Petrucci in Francia è soprattutto figlia delle condizioni particolari e dell’attitudine del pilota piuttosto che da motivazioni tecniche importanti. Danilo tornerà sulla pista laddove ha perso la sua illibatezza, ma difficilmente potrà far meglio che restare in zona punti.

Questo è il periodo dell’anno in cui si intensificano le trattative per il mercato piloti ed è stato in passato teatro di ufficializzazioni più o meno importanti. Ducati ha deciso di rinnovare Miller addirittura prima del fine settimana, ma le notizie più “croccanti” potrebbero arrivare dal neonato team VR46. Si è ancora in ballo sulla scelta della moto, con notizie che si rincorrono da ormai settimane e che hanno portato da un Aprilia quasi certa passando per Yamaha sino ad un accordo con Ducati per poi risentire affiorare il nome di Yamaha. Legata a questa scelta potrebbe scatenarsi una reazione a catena per gli altri team: vedremo.

 

Moto2

Sembrava un campionato scontato dopo le prime gare, con Sam Lowes che pareva inarrivabile. Ed Invece? Sam si è già perso per strada permettendo ai suoi avversari di sopravanzarlo, collezionando solo 16 punti nelle restanti tre. In testa alla classifica c’è quindi un rookie di nome Raul Fernandez che si è messo in testa di fare solo un campionato di Moto2 vincendolo per poi essere promosso alla classe regina. Avrà da vedersela prima di tutto con il suo teammate Gardner, a cominciare da questa domenica.

Per la vittoria di tappa non bisogna dimenticarsi che sia Bezzecchi che Diggia possono alzare i toni ed imporsi sul tracciato che adorano entrambi.

 

Moto 3

Il fenomeno Pedro Acosta si è abbattuto come un uragano su questo campionato. Dopo sole cinque gare ha più del doppio dei punti del secondo in classifica. Uno strapotere di questa portata nella classe dei ragazzini non si vedeva da tempo immemore.. e per fortuna che a Le Mans ha fatto un mezzo passo falso. Lo spettacolo non mancherà perché la pista si presta ai giochi di scie, agli incroci nelle esse veloci, alle staccate all’ultimo respiro. Insomma tutte cose che i ragazzi terribili della Moto3 adorano.

Acosta e gli italiani i favoriti.

 

Buona gara a tutti.

 

Salvatore V.

 

(Immagine di copertina tratta da moto.it)

F2 MONTECARLO – FUTURE DAYS

Sapevo di poter contare su Theo Pourchaire ma quanto visto a Montecarlo ha ecceduto le più rosee aspettative. Nel frattempo Zhou ha confermato la sua leadership in campionato, mentre Lundgaard e Shwartzman rischiano di essere tagliati fuori dalla lotta iridata ancor prima che arrivi l’estate. Ma proseguiamo con ordine.

E’ opportuno ricordare che la maggioranza dei piloti corrono a Montecarlo in F2 per la prima volta, visto che l’anno scorso si saltò il round monegasco. L’unico frontrunner ad avere esperienza nel principato è il leader del mondiale Guanyu Zhou, che vi corse nel 2019. Nella strada per Monaco si assiste alla defezione di Matteo Nannini dal campionato per ragioni di sponsor, lasciando Alessio Deledda come unico rappresentante del Belpaese. Il talento italiano continuerà comunque a disputare il campionato di F3.

[COURTESY OF P300.IT]

Le prove libere sono ricche di incidenti e inconvenienti (come l’esplosione del motore di Petecof alla salita verso Massenet) e alla fine la spunta Robert Shwartzman (Prema), che precede Dan Ticktum (Carlin) e Juri Vips (Hitech) di ben mezzo secondo. Le ART sembrano in difficoltà, con Theo Pourchaire 14 e Christian Lundgaard 18. Si distingue in negativo il rookie Alessio Deledda, che riesce ad accumulare un distacco di 7.3s (!!!) dal leader della sessione.

[COURTESY OF SKYSPORT.IT]

Il nuovo format ha forse ridotto l’impatto delle qualifiche sull’economia generale della stagione, ma a Montecarlo sono ancora la chiave per un buon risultato. Il format è adattato alla tortuosità del tracciato: per ridurre i rischi legati al sovraffollamento dell’angusto circuito, i partecipanti vengono distribuiti in due gruppi. Al più veloce in assoluto sarà assegnata la pole; tutti gli altri piloti del suo gruppo si distribuiranno sulla fila dispari della griglia di partenza, mentre l’altro gruppo su quella pari.

[COURTESY OF MOTORSPORT.IT]

Signori, mi levo il cappello. Theo Pourchaire, un diciassettenne che due anni fa correva ancora in F4, conquista la pole position con mezzo secondo di vantaggio (!!!) su Shwartzman. Oltre alla pole e ai quattro punti, tale prestazione gli frutta anche il record di più giovane poleman in tutta la storia della F2 (quindi anche di Gp2 e F3000). Per intenderci, ha inflitto un secondo a Lundgaard, suo teammate, che è considerato uno dei pretendenti al titolo.

Si registrano comunque altre sorprese. Dopo il francese si schierano le due Prema con Shwartzman e Oscar Piastri, dopodiché i sempre tenaci Ticktum e Vips (che nell’ultimo tentativo va a muro nel primo settore). Seguono due piloti che di norma non si avventurano così in alto nella griglia, ovvero Ralph Boschung (Campos) e Roy Nissany (DAMS), che possono vantare dell’esperienza pregressa nel principato. Chiudono la top ten gli altri favoriti per la lotta iridata: Lundgaard, Felipe Drugovich (UNI virtuosi) e il leader Zhou. Del resto del gruppo, da segnalare Liam Lawson (Hitech) 12 e Marcus Armstrong (DAMS) 14.

[COURTESY OF FORMULAPASSION.IT]

Merita un commento la performance Alessio Deledda, che con 6.3s di distacco dal poleman del suo gruppo diventa il primo pilota dopo dieci anni ad uscire dalla fascia del 107% (neanche il mitico Mahaveer Raghunathan era riuscito nell’impresa). A sua discolpa, la preparazione per il campionato è stata tormentata sia dalla pandemia che da un numero di problemi meccanici superiori alla media dei colleghi, quindi il distacco è frutto anche di una preparazione ridotta. Contando su un suo miglioramento gli steward hanno deciso di fidarsi e lo hanno comunque ammesso al resto del weekend.

[COURTESY OF MOTORSPORT.COM]

Dopo la brutta qualifica, i due piloti UNI Virtuosi possono consolarsi con la prima fila nella gara del Venerdì mattina.

Il combinato disposto di gara-1 (l’appuntamento del weekend dove i piloti sono meno inclini a rischiare) e tracciato monegasco restituisce una gara priva di azione in pista. Al via, Zhou mantiene la posizione mentre Lundgaard brucia Drugovich. Shwartzman va a strusciare sulle barriere di Massenet e deve dire addio alla sospensione anteriore. Gara-1 finita e gara-2 compromessa (partirà ultimo). Il russo è un pilota tosto, ma se continua con queste scemenze finirà il campionato in zona Bent Viscaal, con tutto il rispetto per l’olandese di MP.

Tornando in testa, la ART del danese accusa problemi fin da subito e perde olio per cinque giri (con grande preoccupazione di Drugovich) prima di ritirarsi. Il ritiro del danese promuove Roy Nissany sul podio, e al netto del ritiro di Gianluca Petecof (Campos) non si verificano azioni degne di nota. L’unico sussulto della corsa avviene all’ultima curva dell’ultimo giro (!) dove Marcus Armstrong infila l’indiano Jehan Daruvala (Carlin) con un sorpasso di alta scuola. Il pilota austriaco conquista così la decima posizione, che sebbene non valga punti, gli frutta la pole position per la gara sprint di Sabato mattina.

Sarò onesto: quando è suonata la sveglia mi sono sentito un po’ stupido: mi stavo alzando presto per seguire una corsa A MONTECARLO. Per fortuna ci ha pensato il meteo a risollevarmi l’umore: durante la notte aveva piovuto, sicché la corsa si sarebbe disputata con l’asfalto bagnato. Mi sono sentito ricolmo di felicità.

Gara-2 è stata frizzante, con un buono spettacolo per gli standard monegaschi. Il primi colpi di scena avvengono prima del via: Ticktum accusa problemi elettrici nel giro di schieramento, che vengono prontamente risolti. Meno fortunato è il poleman Armstrong, vero Paperino di questo inizio di stagione, che a causa di problemi al motore non riesce a raggiungere la griglia. Partirà dai box, ma si ritirerà dopo pochi giri per le stesse ragioni.

Davanti a tutti parte quindi Liam Lawson, ma ha un pessimo avvio e viene bruciato da Oscar Piastri. Idem dietro, con Ticktum che supera Pourchaire.

Il pilota della Prema pare in difficoltà, e Lawson è sempre lì a pungolarlo, ad aspettare un suo passo falso. Credo che fosse da dieci anni che non vedevo un duello in pista per la prima posizione, a Montecarlo. Il duello si risolve al quinto giro quando Lawson, dopo un tentativo fallito alla Nouvelle Chicane, lo infila alla Rascasse. Grande manovra da parte di un pilota che di sicuro farà parlare di sé.

La pista continua ad asciugarsi, col risultato che la traiettoria e i punti di frenata cambiano di giro in giro. Piastri continua ad averne meno dei diretti avversari e subisce il pressing anche di Ticktum. Altri piloti sono in simile difficoltà (come Pourchaire o Nissany), sicché lotte simili avvengono lungo tutta la classifica. Il duello per il podio si risolve al quindicesimo giro, quando Ticktum sorpassa Piastri alla Chicane. Il pilota inglese a questo punto inizia a guadagnare un secondo al giro sulla Hitech in testa. Nel frattempo Vips infila Pourchaire e si lancia anche lui all’inseguimento di Piastri.

Al giro 20 di 32 Ticktum è in scia a Lawson, ma va fuori alla Massenet, tocca le barriere e perde temperatura sugli pneumatici. Il pilota inglese decide che non è più il caso di rischiare. Poco dopo una collisione tra Beckmann e Viscaal chiama la Safety Car, che fa la sua prima apparizione del weekend. Alla ripartenza si hanno solo due giri a disposizione a causa del sopraggiunto limite di tempo, sicché non si svolgono azioni significative.

(L to R): Race winner Liam Lawson (NZL) Hitech and second placed Dan Ticktum (GBR) Red Bull Racing RB15 Test Driver in parc ferme.
22.05.2021. FIA Formula 2 Championship, Rd 2, Sprint Race 2, Monte Carlo, Monaco, Saturday.
– www.xpbimages.com, EMail: requests@xpbimages.com Copyright: XPB Images

Dopo 50 minuti di gara, vince Liam Lawson con ben otto secondi su Dan Ticktum (niente male, considerando che ci sono stati due soli giri di bandiera verde). Terzo è Piastri, che alla fine è riuscito a difendersi da Vips e Pourchaire. I colpi di scena continuano nel dopo gara: i commissari scoprono che Lawson al via ha usato una mappatura non regolamentare. Malgrado ciò in realtà non gli sia stato d’aiuto, il regolamento viene applicato e l’austriaco espunto dalla classifica. La vittoria è consegnata quindi a Ticktum (una sorta di risarcimento per la gara di Monza dell’anno scorso), Piastri scala secondo e Vips fa il suo ingresso nel podio.

GP MONACO FDA/2021 FORMULA 2 – SABATO 22/05/2021
credit: @Scuderia Ferrari Press Office

Poca gloria per gli altri pretendenti al titolo. Le due UniVirtuosi hanno tentato l’azzardo delle slick a metà gara, ma la pista era ancora troppo fredda e bagnata. Dopo qualche giro passato a perdere trenta secondi da chiunque, tornano sui loro passi ma nel frattempo erano stati doppiati anche da Deledda. Lundgaard va a muro mentre Shwartzman sopravvive alla corsa a eliminazione e conclude decimo. Il russo ha fatto segnare il giro più veloce (grazie a un cambio gomme a pochi giri dalla fine) e alla fine conquista due punti, risultato piuttosto positivo considerando che partiva 22°.

La Feature Race è stata gradevole e animata da diversi sorpassi, grossomodo tutti persi dalla regia (I see a pattern here). Lo spettacolo è stato garantito dalle gomme, che da una parte presentavano un degrado evidente (un pilota con gomme nuove poteva girare facilmente 2s più veloce degli altri) e dall’altra faticavano ad andare in temperatura (un pilota con gomme fredde poteva perdere fino a 10 (!!!) secondi al giro).

MONTE-CARLO, MONACO – MAY 22: Theo Pourchaire of France and ART Grand Prix (10) leads the field at the start during the Feature Race of Round 2:Monte Carlo of the Formula 2 Championship at Circuit de Monaco on May 22, 2021 in Monte-Carlo, Monaco. (Photo by Clive Rose – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

La corsa si disputa all’asciutto e, finalmente, con la griglia corrispondente alle qualifiche: Pourchaire, Shwartzman, Piastri, Ticktum, Vips etc. Aitken resta piantato sulla casella, ma per il resto lo start è tranquillo. Pourchaire e Shwartzman staccano gli inseguitori, mentre si rinnova il duello tra Piastri e Ticktum. Significativo è anche il trenino guidato da Nissany, che comprende Lundgaard, Drugovich, Zhou e Armstrong.

Dopo pochi giri iniziano a dipanarsi le variabili strategiche. Drugovich e Armstrong decidono di pittare il prima possibile per scavalcare la DAMS di Nissany; il brasiliano riesce, mentre il pilota austriaco subisce una sosta lenta e fallisce nell’obiettivo. Al contrario il pilota brasiliano, dopo qualche giro per mandare in temperatura le gomme, inizia a girare ben più veloce degli avversari e scalerà la classifica man mano che i piloti si fermeranno.

Intorno a metà gara si fermano Piastri e Ticktum; approfittando di un errore dell’australiano in ripartenza dopo un periodo di VSC, l’inglese tenta un attacco troppo ambizioso all’esterno della Rascasse e manda la sua Carlin a muro. ll fatto che abbia commesso una cazzata sesquipedale è evidenziata dal fatto che l’inglese, notoriamente dall’ego ipertrofico, ha passato il resto della giornata a scusarsi col team.

[COURTESY OF MOTORSPORT.COM]

A due terzi di gara si ferma anche la coppia di testa. Shwartzman aveva perso il contatto con la ART e pertanto decide di rischiare pittando per primo. Purtroppo la Prema palesa i suoi legami con la Ferrari nel momento sbagliato e la sosta dura dieci secondi di troppo. Da secondo in lotta per la vittoria si ritrova quarto (quinto dopo il sorpasso di Drugovich). Pourchaire a questo punto può pittare in tutta tranquillità e lascia la testa della corsa a Zhou, che ha adottato la strategia opposta a quella del compagno di squadra: rientrare il più tardi possibile.

La  mossa del cinese si stava rivelando vincente (numeri alla mano, poteva uscire dai box in seconda posizione) senonché nel finale di gara delle VSC a catena gli impediscono di rientrare ai box al momento opportuno (in F2, a differenza della F1, è vietato compiere il pit stop obbligatorio sotto VSC) e deve dire addio al podio. Dopo qualche lotta in pista alla fine conclude quinto, cui si aggiungono i punti bonus per il giro più veloce.

[COURTESY OF FORMULASCOUT.COM]

La gara termina con Pourchaire in lacrime per la felicità di essere diventato il più giovane vincitore di sempre in F2 (a 17 anni e 9 mesi migliora il record di Lando Norris, che aveva vinto a 18 anni e 4 mesi). Secondo è Piastri dopo aver disputato una gara (in generale un weekend) à la Schumacher, mentre terzo è Drugovich, che va a podio dopo essere partito nono. Per il brasiliano si è trattato di una delle migliori gare in carriera, di sicuro la migliore del 2021.

Come già detto seguono Zhou e Shwartzman, mentre Boschung completa il suo ottimo weekend (tre arrivi a punti in tre gare) chiudendo davanti ai ben più quotati Liam Lawson e Juri Vips (che oltretutto aveva ottenuto una penalità per aver buttato fuori Armstrong alla Rascasse). Ennesima gara da dimenticare per Lundgaard, addirittura fuori dai punti dopo essere stato l’unico del gruppetto a non aver superato Nissany ai box.

In classifica Zhou mantiene la leadership con 68 punti, mentre secondo ora è Piastri con 52. Con la grande prestazione monegasca Pourchaire si proietta in terza posizione con 47 punti, mentre Ticktum approfitta della vittoria regalata di Sabato mattina per issarsi in quarta posizione con 38 punti, appena davanti a Lawson, quinto con 36.  Sesto e settimo sono Shwartzman e Drugovich (che ha smosso la classifica) con rispettivamente 30 e 29 punti. Dopo 6 gare Lundgaard è fermo alla miseria di 16 punti – per dire, meno di quanti ne conquistò nella sola sprint race di Stiria, l’anno scorso. Il campionato è lungo, ma questi tre piloti devono invertire il trend il prima possibile.

A differenza del gp di Monaco, il prossimo appuntamento del campionato di F2 avrà luogo tra due settimane a Baku. Aspetto trepidante, visto che di solito è una gara ricca di follia.

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya

[Immagine di copertina tratta da www.Motorsport.it]

BASTIAN CONTRARIO: LA COLPA DI OSARE

Esattamente quindici giorni fa, su questa rubrica, il sottoscritto senza perifrasi (e peli sulla lingua) affermava che Ferrari aveva imboccato la strada giusta. Il GP di Montecarlo è stata una piacevole conferma a quanto detto. Persino il Team Principal Binotto ha affermato che non si sarebbero aspettati di poter essere in condizioni di vincere. In tempi di fake news (e con Toto che fa da maestro nel trollare l’intero paddock) quanto c’è da credere veramente al buon Mattia? Pretattica o meno va da se che è proprio vero il vecchio adagio del:“chi va bene  a Barcellona va bene ovunque”. I token spesi per il retrotreno si sono rivelati un ottimo investimento e là dove la trazione conta Ferrari può dire la sua. Ciò che veramente è importante (non finirò mai di ripeterlo) è che il lavoro speso in GeS porta (finalmente!) i suoi frutti. Questa è la vera notizia su cui ci si deve concentrare, perché questa metodologia di lavoro è la stessa che verrà utilizzata per affrontare il regolamento prossimo venturo.

Non finirò mai di ripetermi in merito a questo argomento: la ricerca della vittoria in questo mondiale da parte della Ferrari, sebbene sia sacrosanta, è allo stesso tempo fine a se stessa considerando che l’obiettivo dichiarato è un altro. Tuttavia, se questa agognata vittoria si presentasse come dono dell’Altissimo, di certo non lo disdegnamo. Ed è proprio quello che è successo nel weekend monegasco dove tutta la squadra rossa ha capito che poteva e doveva osare nell’inseguire questo sogno, e se osare è una colpa allora Ferrari è colpevole. Non a caso parlo di colpa visto che dopo il botto di Charles, come sempre, polemiche e speculazioni non sono mancate. Speculazioni che sono divenute sentenze dopo aver visto Leclerc arrivare ai box zoppo, subito dopo aver messo la macchina in pista, ed aver capito che anche quest’anno la maledizione “del DNF nel GP di casa” si sarebbe rinnovata.

Il tifo come sempre deve essere accantonato e bisogna analizzare con lucidità quanto successo. Se esiste un colpevole per quanto visto domenica allora il beniamino monegasco è l’indiziato numero uno. Charles è colpevole di aver osato di conquistare la pole a tutti i costi? No! Semplicemente egli è reo di aver mancato di lucidità nel momento che più serviva. Al secondo tentativo della Q3 era lui in vantaggio e, su una pista come Montecarlo, due decimi e rotti di margine non sono affatto pochi. Chi avrebbe dovuto attaccare, chi avrebbe dovuto  accollarsi dei rischi sarebbero dovuti essere gli altri ossia i suoi diretti avversari.

Non Hamilton,il quale, insieme alla sua squadra, non c’ha capito nulla per tutto il weekend. Squadra che, quando è sotto pressione, si scioglie come neve al sole. Squadra (inoltre) che il campione inglese dovrebbe idolatrare se non altro per tutto quello che gli ha dato, non sputtanarla appena le cose vanno male. Vincere sempre è una droga e può anche far perdere il senso della realtà.

Chi sono stati dunque i diretti avversari di Leclerc? Naturalmente il suo team mate Carlos Sainz e l’onnipresente Verstappen, al quale bisogna dare merito del fatto che non molla mai! Probabilmente è vero che lo spagnolo aveva nel piede la pole (come da lui affermato). Forse Max sarebbe riuscito a superarlo (anche se per sua stessa ammissione è rimasto stupito dal potenziale espresso dalla rossa). Il punto è che il ferrarista monegasco era in una posizione di controllo e purtroppo ha finito per passare da cacciatore a preda. Capire l’episodio della qualifica di sabato è fondamentale in questa storia perché tutto parte da lì e tutto quello che abbiamo visto è stata una diretta conseguenza di quello stesso episodio.

Nel male bisogna vedere il bene e Ferrari ha dimostrato al mondo (il mondo che veramente vuole vedere) il cambio di passo che ha ottenuto non solo tecnicamente (chi avrebbe mai detto qualche mese fa che ci saremmo giocati almeno una vittoria?) soprattutto nella mentalità. Ferrari ha osato perché voleva vincere. Per quale motivo dovrebbe essere una colpa? La Scuderia avrebbe potuto accontentare i tifosi dal giudizio facile e sostituire il cambio? Certo! Per fare cosa? Per partire dalla terza fila e lì rimanere, perché tanto a Montecarlo con queste macchine non passi neanche col bazooka! Sostituzione tra l’altro che sarebbe risultata inutile visto che il guasto è avvenuto su un altro componente mentre il cambio era ok. I controlli ai raggi X inoltre non saranno mai accurati in trasferta, questo per ovvi motivi di tempo e logistici. Ciò detto dunque, Leclerc si sarebbe comunque fermato nonostante la sostituzione. Ebbene lì Ferrari avrebbe avuto colpa… colpa di non osare e di non credere di poter vincere a qualunque costo. Ci si concentra sul famoso terzo posto nei costruttori quando alla beneamata Scuderia quella posizione sta stretta tanto quanto un paio di scarpe più piccole di un paio di misure. L’atteggiamento dei Rossi è stato un segnale forte, prepotente, di quelli che ti fanno capire che c’è volontà nel voler ottenere il solo risultato possibile: vincere! Guai se non fosse cosi.

L’errore di Charles palesa la sua non ancora completa maturazione che non gli permette di leggere la situazione. Non ci si dimentichi infatti che il monegasco è in Ferrari solo dal 2019 mentre Verstappen è in Red Bull già dal 2016: tre anni almeno di vantaggio (in un top team) che fanno la differenza. Non dimentichiamo i botti dell’olandese proprio tra le stradine del principato tra l’altro. Questo errore non è da condannare, semmai è da custodire gelosamente al fine di imparare la giusta lezione che fa parte dell’insegnamento di Leclerc. Inoltre ben vengano ora questi sbagli, invece di quando si fa sul serio… tipo giocarsi il titolo! Perché quando arriverà quel momento si dovrà sempre essere colpevoli di osare.

 

Vito Quaranta

(immagine in evidenza da Eurosport.it)

 

KAWASAKI DOMINA ARAGON – WORLDSBK POST GP

“Non mi si venga a dire che questa SBK è noiosa. Chi lo dice è in malafede (perché magari deve sponsorizzare altri Campionati) oppure semplicemente non adatto a seguire le gare. È vero, l’attenzione dei Media è notevolmente inferiore all’altro Campionato ma sappiamo bene una cosa: la SBK è una nicchia, è tale deve restare. Con buona pace di tutti

Round d’apertura dominato interamente dalle Kawasaki. La nuova ZX10RR fa impallidire gli avversari, su un circuito sempre ostico come Aragon, dove prima il bicilindrico e poi il V4 Ducati l’hanno sempre fatta da padrone. Vero Jonnhy ci ha vinto, ma Jonnhy è Jonnhy… Il punto è che anche Alex Lowes ha trovato la quadra completa sfoggiando una prestazione super (alla faccia dei tanti detrattori).

Risultato⁉️ I Piloti Kawasaki si portano a casa ben 6 podi in tre gare, lasciando le briciole agli avversari….ad Aragon poi…

Delusione Ducati 

Mi direte “Hanno vinto gara 2”. Vi dico: “Non lasciatevi abbindolare”, la Ducati vista ad Aragon è pochissima roba se paragonata alle vittorie di Chaz Davies su questa pista o alla tripletta di Bautista nel 2019. Il Team Ducati Aruba ha subito un involuzione pazzesca e proprio Chaz Davies ha lanciato un grido d’allarme. 

“I problemi si possono risolvere con dedizione e investimenti” cit.

Scott Redding vince gara 2. Immagine WorldSBK.com

Soltanto l’estro ed i “cojones” di quel matto di Scott Redding hanno permesso alla V4R di vincere Gara2. Ha montato le slick (insieme a Folger) con pista ancora umida quando tutta la griglia montava le intermedie. Dopo qualche giro per scaldare la gomma è andato via indisturbato.

Serve rischiare così per battere questa Kawasaki nonostante le limitazioni dei giri motore⁉️ 

Ad Aragon è stato così, ma vorrei analizzare con voi una cosa. Le velocitá di punta nel GP, prendendo gara 1👇

Top Speed Gara1. Fonte WorldSBK.com

Non tenendo in considerazione Rea, in testa e quindi senza sciaguardate Alex Lowes (la scia di Rea l’aveva) ha top Speed di 313 km/h, una differenza di quasi 10 Km/h dalla Fireblade di Bautista e dalla V4R di Rinaldi.

Razgatioglu e Gerloff a podio.

Toprak si prende il podio in Gara 1 mentre Gerloff nella Superpole Race. Il texano si è reso protagonista di una scivolata, in gara 2, al “cavatappino” che ha coinvolto anche Rea. Fortunatamente Jonnhy è riuscito a rimanere in piedi ed ha accettato le scuse dell’Americano al parco chiuso. Gerloff sarà una spina nel fianco per i Piloti Yamaha Ufficiali quest’anno.

BMW avanti. Delusione HONDA

Ottime le gare delle due BMW ufficiali che si mettono dietro entrambe le Honda HRC in tutte le gare. Tom Sykes sfoggia due gare di livello in cui chiude 6° e 4° facendosi spesso vedere la davanti, meglio a mio avviso di Van Der Mark. Delusione cocente per HRC che non fa meglio del 7° posto. Credo che non sia un problema di moto…

Rookie…

Certo non è che tutti gli anni possiamo avere rookie del calibro di Rea, Biaggi, Spies… il migliore è stato Andrea Locatelli, che ha chiuso tutte e tre le gare a ridosso della Top10 (10°-9°-12°). Nonostante guidi una R1 ufficiale bisognerà attendere qualche gara prima di vedere risultati di rilievo.

Classifica Mondiale👇 

Settimana prossima il Round 2 all’Estoril, in concomitanza con il Mugello. Sarà un bel weekend.

Saluti.

✍️ Francky

VERSTAPPEN DOMINA A MONTECARLO. SAINZ SECONDO, HAMILTON NON PERVENUTO.

Si torna a Montecarlo. Dopo due anni, e una terribile pandemia che ha fermato il mondo intero. E si rivede il rosso. Dopo avere trascorso tre sessioni di prove libere in cima alla lista dei tempi, Leclerc riporta la Ferrari in pole proprio sotto casa sua. Ma non tutte le ciambelle riescono col buco, e una disattenzione all’uscita della variante delle piscine lo fa andando a sbattere. Ci sono dubbi sul cambio, la squadra rassicura dicendo che “non ci sono danni apparenti”, ma durante il giro di formazione qualcosa si rompe (sembra un semiasse, ma dall’altra parte rispetto a quella danneggiata nell’incidente). E così i sogni di gloria di Charles svaniscono prima ancora che la gara abbia inizio. 

E Verstappen si ritrova in pole. Quando si spengono i semafori, l’olandese riesce a mantenere la prima posizione davanti a Bottas, Sainz e Norris.

I primi 30 giri trascorrono senza emozioni, poi Hamilton, fino a quel momento anonimo sesto, prova a fare qualcosa di diverso e si ferma in anticipo per montare gomma bianca. Subito dopo si ferma Bottas, che da qualche giro si lamentava delle gomme. Ma, purtroppo per lui, la gomma anteriore destra non ne vuole sapere di uscire e la sua gara finisce qui. Le cose non vanno meglio per Lewis, che si ritrova ancora dietro  a Gasly ma, quel che è peggio, dietro a Vettel che li supera entrambi con un gran giro prima di fermarsi ai box.

Si ferma anche Sainz che prova l’undercut, ma Verstappen copre la mossa ed effettua la sua sosta il giro dopo. In testa alla gara si ritrova così Perez, che si ferma però immediatamente, e torna in pista in quarta posizione, avendo così recuperato diverse posizioni.

Carlos inizia a recuperare a suon di 1 secondo al giro fino a stabilizzare il distacco sui 3 secondi, illudendo di potere impensierire Verstappen.

Al giro 58 l’olandese inizia a lamentarsi di fantomatici cali di motore, ma il vantaggio sullo spagnolo inizia ad aumentare, grazie anche al graining di cui è vittima il ferrarista. Dietro i primi due, Norris naviga tranquillo in terza posizione, davanti a Perez e a Vettel, autore di un’ottima gara.

Al giro 64, Sainz sembra avere abbandonato le velleità di vittoria, mentre Perez raggiunge Norris e, con gomme di qualche giro più nuove, sembra poterlo attaccare.

Al giro 68 si ferma Hamilton per montare gomme rosse e tentare l’attacco al giro veloce, che puntualmente riesce ad ottenere.

Poi non succede più nulla, e un GP di Montecarlo stranamente senza Safety Car si conclude con Verstappen in trionfo e, per la prima volta nella sua vita, leader del mondiale, Sainz meritatamente secondo, e Norris altrettanto meritatamente terzo. 

Quarto Perez, quinto il redivivo Vettel, sesto un ottimo Gasly e settimo un imbufalito Hamilton, il quale probabilmente avrà di che strigliare la sua squadra. Ottavo Stroll, nono Ocon e decimo Giovinazzi.

Subito fuori dai punti tre piloti il cui rendimento lascia a dir poco perplessi, se comparato a quello dei molto meno titolati compagni: Raikkonen, Ricciardo e Alonso.

Inesistenti come al solito Williams e Haas, nonchè l’ex fenomeno Tsunoda, del quale i vertici Red Bull e Alphatauri hanno smesso di parlare.

Dopo 5 gare la Red Bull è in testa ad entrambi i campionati, per la prima volta nell’era ibrida. La Mercedes è sembrata, nel Principato, molto al di sotto dei suoi standard. La prossima gara sarà in quel di Baku. Di nuovo un circuito cittadino, ma con caratteristiche totalmente diverse. Vedremo se per le frecce d’argento Montecarlo sarà stata solo l’annuale battuta d’arresto, o qualcosa di più serio.

P.S. in questo week-end è sembrato che il mondo, o, almeno, una parte di esso, sia tornato alla normalità. Al di là del risultato sportivo, le cose più belle sono state il ritorno sulle stradine del Principato e quello del pubblico, anche se solo al 40% della capienza. Il fatto che la gara non sia stata eccitante come al solito può, per una volta, passare in secondo piano

P.S. 2 La gara di Sainz è stata a dir poco solida. La Ferrari può contare sulla coppia di piloti più forte di tutti, e, probabilmente, anche una delle più interessanti di tutta la sua storia. Ora c’è di nuovo una macchina onesta, lontanissima parente della sciagurata SF1000. Qualche soddisfazione potrà arrivare, da qui alla fine dell’anno. Sempre che si eviti di commettere leggerezze come quella che ha escluso Leclerc dalla lotta odierna.

* Immagine in evidenza dal sito formula.com

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