KAWASAKI DOMINA ARAGON – WORLDSBK POST GP

“Non mi si venga a dire che questa SBK è noiosa. Chi lo dice è in malafede (perché magari deve sponsorizzare altri Campionati) oppure semplicemente non adatto a seguire le gare. È vero, l’attenzione dei Media è notevolmente inferiore all’altro Campionato ma sappiamo bene una cosa: la SBK è una nicchia, è tale deve restare. Con buona pace di tutti

Round d’apertura dominato interamente dalle Kawasaki. La nuova ZX10RR fa impallidire gli avversari, su un circuito sempre ostico come Aragon, dove prima il bicilindrico e poi il V4 Ducati l’hanno sempre fatta da padrone. Vero Jonnhy ci ha vinto, ma Jonnhy è Jonnhy… Il punto è che anche Alex Lowes ha trovato la quadra completa sfoggiando una prestazione super (alla faccia dei tanti detrattori).

Risultato⁉️ I Piloti Kawasaki si portano a casa ben 6 podi in tre gare, lasciando le briciole agli avversari….ad Aragon poi…

Delusione Ducati 

Mi direte “Hanno vinto gara 2”. Vi dico: “Non lasciatevi abbindolare”, la Ducati vista ad Aragon è pochissima roba se paragonata alle vittorie di Chaz Davies su questa pista o alla tripletta di Bautista nel 2019. Il Team Ducati Aruba ha subito un involuzione pazzesca e proprio Chaz Davies ha lanciato un grido d’allarme. 

“I problemi si possono risolvere con dedizione e investimenti” cit.

Scott Redding vince gara 2. Immagine WorldSBK.com

Soltanto l’estro ed i “cojones” di quel matto di Scott Redding hanno permesso alla V4R di vincere Gara2. Ha montato le slick (insieme a Folger) con pista ancora umida quando tutta la griglia montava le intermedie. Dopo qualche giro per scaldare la gomma è andato via indisturbato.

Serve rischiare così per battere questa Kawasaki nonostante le limitazioni dei giri motore⁉️ 

Ad Aragon è stato così, ma vorrei analizzare con voi una cosa. Le velocitá di punta nel GP, prendendo gara 1👇

Top Speed Gara1. Fonte WorldSBK.com

Non tenendo in considerazione Rea, in testa e quindi senza sciaguardate Alex Lowes (la scia di Rea l’aveva) ha top Speed di 313 km/h, una differenza di quasi 10 Km/h dalla Fireblade di Bautista e dalla V4R di Rinaldi.

Razgatioglu e Gerloff a podio.

Toprak si prende il podio in Gara 1 mentre Gerloff nella Superpole Race. Il texano si è reso protagonista di una scivolata, in gara 2, al “cavatappino” che ha coinvolto anche Rea. Fortunatamente Jonnhy è riuscito a rimanere in piedi ed ha accettato le scuse dell’Americano al parco chiuso. Gerloff sarà una spina nel fianco per i Piloti Yamaha Ufficiali quest’anno.

BMW avanti. Delusione HONDA

Ottime le gare delle due BMW ufficiali che si mettono dietro entrambe le Honda HRC in tutte le gare. Tom Sykes sfoggia due gare di livello in cui chiude 6° e 4° facendosi spesso vedere la davanti, meglio a mio avviso di Van Der Mark. Delusione cocente per HRC che non fa meglio del 7° posto. Credo che non sia un problema di moto…

Rookie…

Certo non è che tutti gli anni possiamo avere rookie del calibro di Rea, Biaggi, Spies… il migliore è stato Andrea Locatelli, che ha chiuso tutte e tre le gare a ridosso della Top10 (10°-9°-12°). Nonostante guidi una R1 ufficiale bisognerà attendere qualche gara prima di vedere risultati di rilievo.

Classifica Mondiale👇 

Settimana prossima il Round 2 all’Estoril, in concomitanza con il Mugello. Sarà un bel weekend.

Saluti.

✍️ Francky

VERSTAPPEN DOMINA A MONTECARLO. SAINZ SECONDO, HAMILTON NON PERVENUTO.

Si torna a Montecarlo. Dopo due anni, e una terribile pandemia che ha fermato il mondo intero. E si rivede il rosso. Dopo avere trascorso tre sessioni di prove libere in cima alla lista dei tempi, Leclerc riporta la Ferrari in pole proprio sotto casa sua. Ma non tutte le ciambelle riescono col buco, e una disattenzione all’uscita della variante delle piscine lo fa andando a sbattere. Ci sono dubbi sul cambio, la squadra rassicura dicendo che “non ci sono danni apparenti”, ma durante il giro di formazione qualcosa si rompe (sembra un semiasse, ma dall’altra parte rispetto a quella danneggiata nell’incidente). E così i sogni di gloria di Charles svaniscono prima ancora che la gara abbia inizio. 

E Verstappen si ritrova in pole. Quando si spengono i semafori, l’olandese riesce a mantenere la prima posizione davanti a Bottas, Sainz e Norris.

I primi 30 giri trascorrono senza emozioni, poi Hamilton, fino a quel momento anonimo sesto, prova a fare qualcosa di diverso e si ferma in anticipo per montare gomma bianca. Subito dopo si ferma Bottas, che da qualche giro si lamentava delle gomme. Ma, purtroppo per lui, la gomma anteriore destra non ne vuole sapere di uscire e la sua gara finisce qui. Le cose non vanno meglio per Lewis, che si ritrova ancora dietro  a Gasly ma, quel che è peggio, dietro a Vettel che li supera entrambi con un gran giro prima di fermarsi ai box.

Si ferma anche Sainz che prova l’undercut, ma Verstappen copre la mossa ed effettua la sua sosta il giro dopo. In testa alla gara si ritrova così Perez, che si ferma però immediatamente, e torna in pista in quarta posizione, avendo così recuperato diverse posizioni.

Carlos inizia a recuperare a suon di 1 secondo al giro fino a stabilizzare il distacco sui 3 secondi, illudendo di potere impensierire Verstappen.

Al giro 58 l’olandese inizia a lamentarsi di fantomatici cali di motore, ma il vantaggio sullo spagnolo inizia ad aumentare, grazie anche al graining di cui è vittima il ferrarista. Dietro i primi due, Norris naviga tranquillo in terza posizione, davanti a Perez e a Vettel, autore di un’ottima gara.

Al giro 64, Sainz sembra avere abbandonato le velleità di vittoria, mentre Perez raggiunge Norris e, con gomme di qualche giro più nuove, sembra poterlo attaccare.

Al giro 68 si ferma Hamilton per montare gomme rosse e tentare l’attacco al giro veloce, che puntualmente riesce ad ottenere.

Poi non succede più nulla, e un GP di Montecarlo stranamente senza Safety Car si conclude con Verstappen in trionfo e, per la prima volta nella sua vita, leader del mondiale, Sainz meritatamente secondo, e Norris altrettanto meritatamente terzo. 

Quarto Perez, quinto il redivivo Vettel, sesto un ottimo Gasly e settimo un imbufalito Hamilton, il quale probabilmente avrà di che strigliare la sua squadra. Ottavo Stroll, nono Ocon e decimo Giovinazzi.

Subito fuori dai punti tre piloti il cui rendimento lascia a dir poco perplessi, se comparato a quello dei molto meno titolati compagni: Raikkonen, Ricciardo e Alonso.

Inesistenti come al solito Williams e Haas, nonchè l’ex fenomeno Tsunoda, del quale i vertici Red Bull e Alphatauri hanno smesso di parlare.

Dopo 5 gare la Red Bull è in testa ad entrambi i campionati, per la prima volta nell’era ibrida. La Mercedes è sembrata, nel Principato, molto al di sotto dei suoi standard. La prossima gara sarà in quel di Baku. Di nuovo un circuito cittadino, ma con caratteristiche totalmente diverse. Vedremo se per le frecce d’argento Montecarlo sarà stata solo l’annuale battuta d’arresto, o qualcosa di più serio.

P.S. in questo week-end è sembrato che il mondo, o, almeno, una parte di esso, sia tornato alla normalità. Al di là del risultato sportivo, le cose più belle sono state il ritorno sulle stradine del Principato e quello del pubblico, anche se solo al 40% della capienza. Il fatto che la gara non sia stata eccitante come al solito può, per una volta, passare in secondo piano

P.S. 2 La gara di Sainz è stata a dir poco solida. La Ferrari può contare sulla coppia di piloti più forte di tutti, e, probabilmente, anche una delle più interessanti di tutta la sua storia. Ora c’è di nuovo una macchina onesta, lontanissima parente della sciagurata SF1000. Qualche soddisfazione potrà arrivare, da qui alla fine dell’anno. Sempre che si eviti di commettere leggerezze come quella che ha escluso Leclerc dalla lotta odierna.

* Immagine in evidenza dal sito formula.com

ATTACCO AL POTERE- WOLRD SBK PIRELLI ARAGON GP

Che il Mondiale Superbike abbia inizio.

Inizierà oggi il weekend di gara del Mondiale delle derivate dalla serie, dal circuito di Aragon in Spagna. Lo scorso anno ci furono ben due weekend sul circuito di Aragon. Nelle sei gare trionfò per ben 3 volte Rea, due volte Redding ed una volta Michael Rinaldi.

I cavalieri sono pronti a risalire in sella alle moto che ogni domenica coccoliamo (o che sognamo), quelle che ci lasciano a bocca aperta davanti ad una vetrina o nei saloni d’esposizione.

23 Piloti, 5 Team ufficiali, 11 Team clienti.

È un Mondiale che parla tanto Italiano. Sono 5 i team ufficiali (Kawasaki, Ducati, Honda, Yamaha e BMW) e ben 11 Team Clienti, tra questi 7 sono Italiani. Puccetti (Mahias) e Pedercini (Cavalieri e Cresson) con la Kawasaki, poi Go Eleven (Davies), Motocorsa (Bassani) e Barni (Rabat) con Ducati ed infine RC Squadra Corse con BMW (Laverty).

Il Campione 👑

Il Cannibale ha un nuovo mostro sotto il culo. Per la verità è cambiata tanto esteticamente…Una Ninja (brutta esteticamente IMHO) davvero brutale e cattiva. Più potente, più veloce. Cosa potrà fare Jonnhy con questo nuovo mostro ⁉️ Ricordando che il limitatore girerà a 14600 RPM sarà il solito Rea a dover fare miracoli…

Pretendenti al trono⚔️

Le moto sono tutte iper competitive. La V4R non ha bisogno di presentazioni, la BMW schiera la nuovissima M 1000 RR, con la Honda CBR1000RR-R e la Yamaha R1M pronte per prendersi lo scettro. I Piloti⁉️ Redding e Razgatioglu sono i favoriti per contendere il Titolo, entrambi sono chiamati ad una conferma. Hanno il talento ed il potenziale per impensierire Jonnhy.

Le sorprese😎

Garrett Gerloff e Jonas Folger. Terrò gli occhi puntati addosso sul texano perché ha talento da vendere, tanto più di quanto immaginiamo.

Il tedesco “ex MotoGP” è un altro da tenere d’occhio, seppur con la BMW (ancora da rodare rispetto alla R1) secondo me può dire la sua già nelle prime gare della stagione.

Gli Italiani🇮🇹

Michael Rinaldi ed Andrea Locatelli su tutti. Il primo in sella alla Ducati V4R Ufficiale, il secondo (Campione Mondo SSP 2020) in sella alla Yamaha R1M Ufficiale. Entrambi hanno le capacità, seppur Locatelli sia un rookie, di “rompere” le uova nel paniere ai rispettivi compagni di team. Poi Samuele Cavalieri ed Axel Bassani.

Gli Outsider

Alex Lowes, Alvaro Bautista e Tom Sykes sono Piloti col pelo sullo stomaco e non hanno bisogno di presentazioni. Potranno essere protagonisti in molti GP se troveranno finalmente una giusta continuità (Lowes) e la quadra sulla loro moto (Bautista e Sykes).

“Underdog”

Piloti che dai per sconfitti in partenza ma che potrebbero essere delle spine nel fianco. Parlo di Lucas Mahias e Chaz Davies. Entrambi in sella a moto ultra competitive ed in Team di primo livello. Possono stabilmente occupare la Top10 ad ogni GP, non disdegnando la Top5.

Gli orari delle gare👇

Sabato 22 maggio

12.45 Gara1 WorldSSP300

14.00 Gara 1 WorldSBK

15.15 Gara1 WorldSSP

Domenica 23 maggio

11.00 Superpole Race WorldSBK

12.30 Gara2 WorldSSP

14.00 Gara2 WorldSBK

15.15 Gara2 WorldSSP300

Calendario👇

Calendario 2021. Immagine WorldSBK.com

P.S. La prossima settimana avremo sia la MotoGP (Mugello) che la SBK (Estoril). Bentornati…

✍️ Francky

 

Immagine di copertina WorldSBK.com

 

F1 2021 – GRAN PREMIO DI MONTECARLO

Le stradine del Principato più famoso del mondo tornano ad ospitare il circus della F1 dopo il forzato stop del 2020 per il dilagare della pandemia Covid-19.

Ad ogni nuovo appuntamento sul tracciato monegasco si rinnovano gli interrogativi in merito alla sensatezza di far correre quelle che ormai sono diventate delle bisarche su strade che in certi punti a malapena ne consentono il passaggio in fila indiana.

Questione annosa, a maggior ragione se si pensa all’impossibilità di sorpassare anche in presenza di problemi tecnici che su altri tracciati porterebbero al ritiro, come Ricciardo che riuscì a vincere nel 2018 con la parte ibrida della sua PU ko per due terzi di gara.

Probabilmente, al netto degli interessi commerciali in ballo che sono sempre tanti e hanno il peso maggiore in tutta la vicenda, si avrebbe nostalgia del GP di Montecarlo proprio nel momento in cui non si corresse più.

Anacronistico, spessissimo poco spettacolare e con un risultato praticamente congelato dopo il primo passaggio alla saint devote ma, alla fin fine, tutti ad aspettare un errore, una toccatina alle barriere, un tentativo di soprasso insensato che si conclude con una macedonia di carbonio.

L’attesa dell’inaspettato che alla fine illude spesso il vero appassionato di F1, soprattutto negli ultimi anni dove l’imprevisto è sempre meno…previsto.

Quest’anno dovrebbe tornare anche il pubblico, seppur in forma ridotta e con le consuete regole sul distanziamento sociale ma è comunque un invito e un inizio di “normalità”.

Si arriva nel Principato con il binomio Mercedes/Hamilton in fuga rispetto a quello Red Bull/Verstappen. Gli ultimi due GP hanno dato la sensazione che la Mercedes abbia risolto gran parte dei suoi problemi e che consenta al pilota inglese di sfruttarla con la naturalezza dei giorni migliori.

immagine da masterx.iulm.it

Al contrario, nel box austriaco serpeggia sempre più il nervosismo e una sensazione di impotenza derivante dall’avere un pacchetto inferiore a quello di Brackley. Hai voglia a prendertela con i track limits e quant’altro: Verstappen ha fatto capire chiaramente che, soprattuto in Spagna, non ne aveva per contrastare Hamilton.

Un bel cambio di prospettiva dal primo GP stagionale quando tutto sembrava giocare a favore dell’olandese.

A Montecarlo ci  si giocherà tutto o quasi in qualifica. Verstappen potrà giocarsi una bella carta a patto di evitare errori che negli anni passati non ha lesinato sulle stradine monegasche.

Anche Hamilton dovrà stare attento a non cadere nelle trappole della q1 e q2 quando sull’ultimo tentativo disponibile per fare il tempo c’è sempre una potenziale bandiera gialla che pende come una spada di Damocle.

In ogni caso, la logica impone che siano loro due a giocarsi pole e vittoria, con qualche residua possibilità per i loro team mate.

Le buone prestazioni Ferrari nell’ultimo settore del circuito del Montmelò hanno riacceso le speranze di chi spera di vedere una Rossa competitiva per il podio a Montecarlo.

Io non sarei così ottimista perchè rispetto a quel settore guidato cambia molto: asfalto, sconnessioni, setup della monoposto, mescola di gomme. Potrebbe andare bene ma anche rivelarsi una doccia fredda.

A Montecarlo serve tanto grip meccanico e la capacità di assorbire il più possibile le asperità dell’asfalto. Il pilota può metterci tanto del suo ma le differenze non possono essere abissali, per cui vedrei la Rossa in grado di fare bene ma, se i piloti di Mercedes/Red Bull non si buttano fuori a vicenda, molto difficile andare a podio.

immagine da autosport.it

Leclerc sarà carico a pallettoni sulle strade in cui è nato e cresciuto ma potrebbe non bastare. Occasione invece per Sainz, con una weekend pulito e senza errori di stare subito a ridosso del suo compagno di squadra.

McLaren si presenta con una livrea dal sapore “Le mansiano”, di sicuro di gran effetto ma il grosso del lavoro lo faranno i suoi piloti, con Ricciardo che con il tracciato monegasco ha un feeling particolare e un Norris che ormai guida quasi con un top driver. Occasione di riscatto nei confronti della Ferrari dopo la scoppola rimediata in Spagna.

immagine da mclaren.com

Alpha Tauri rischia di diventare l’incompiuta del mondiale 2021: potenziale elevato ma gestione dello stesso in pista e ai box davvero pessimo in certe occasioni. Tsunoda deve darsi una calmata e Gasly azzeccare finalmente un weekend senza sbavature. Fare tutto ciò a Montecarlo sembra il posto peggiore ma lo junior team Red Bull non ha molta scelta.

Curiosità nel vedere se Vettel e Alonso, in teoria top driver delle loro scuderie, sapranno dare quel qualcosa in più in un tracciato che li ha visti vincere e fare gare degne di essere ricordate.

Le loro quotazioni sono piuttosto in calo negli ultimi due Gp, soprattutto il tedesco, e continuare a prenderle da Ocon e Stroll anche a Montecarlo non sarebbe ben augurante per il proseguio della stagione.

Per Williams e Alfa Romeo vale più o meno lo stesso: Russell e Raikkonen sono chiamati a fare i miracoli in qualifica nella speranza di prendere poi qualche punto in gara. Soprattutto il finlandese deve farsi perdonare qualcosa e tenere a bada un Giovinazzi che ormai lo mette dietro con regolarità al sabato. Nel caso c’è sempre lo yacht disponibile…

immagine da reddit.com

Per Mazepin questo GP è un bell’esame. Occasioni di andare a muro sono praticamente infinite per uno che ha commesso errori gravi in ogni GP fin quì disputato. Immaginiamo che i bookmakers non quotino neanche più un eventuale passaggio a muro.

Anche per Schumacher junior un bell’esame di maturità, in un tracciato dove suo padre è stato spesso quello che più ha ricordato da vicino Senna. Si aspettano tutti zero errori e una gara ordinata, è tempo di crescere più velocemente di qualsiasi tabella di marcia.

Dato il degrado praticamente nullo delle gomme sull’asfalto monegasco, Pirelli porterà le mescole più morbide a disposizione, con strategia, al netto delle safety car comunque molto probabili, di una unica sosta.

Il meteo dovrebbe assicurare un weekend completamento asciutto, con temperature intorno ai 20°C, quindi condizioni praticamente ideali.

Come sempre, il GP di Montecarlo fa storia a sè, è solo una tappa di questo lunghissimo mondiale. Ma potrebbe segnare decisivamente le sorti della classifica piloti verso l’ottavo sigillo di Hamilton. Verstappen deve cercare di portare a casa la vittoria, altrimenti avrà qualcosa in comune con la Scuderia Ferrari: anche quest’anno di vince l’anno prossimo.

*immagine in evidenza da eurosport.it

Rocco Alessandro

F2 BAHRAIN 2021 – NOTHING’S SHOCKING

Benritrovati. Dopo due mesi di pausa, torna la F2 con l’appuntamento di Montecarlo. Per seguirlo con la giusta consapevolezza, ecco la cronaca del round precedente del Bahrain. Per un’introduzione generale alla stagione e alle sue differenze con la precedente, questo è l’articolo che fa per voi. Laddove non espressamente specificato, le immagini provengono dall’account Twitter ufficiale della F2

[COURTESY OF AUTOSPORT.COM]

Il Venerdì del nuovo format è lo stesso del passato. Dopo aver fatto segnare il tempo migliore nei test, Felipo Drugovich conclude al vertice anche la sessione di prove libere. Visto che i piloti conoscono bene il circuito, avendovi condotto i test poche settimane prima e due appuntamenti di fila a Novembre, la pista ha visto poca azione. I valori in campo restano confusi, se non che Campos, Trident e HWA si confermano come le scuderie peggiori. Si distingue in negativo Alessio Deledda, ultimo a un secondo e mezzo dal teammate Matteo Nannini, penultimo.

[COURTESY OF FORMULASCOUT.COM]

Le qualifiche sono invece tirate fino al millesimo. Come si immaginava, la lotta per la pole è ristretta a Drugovich, Guanyu Zhou (entrambi su UNI Virtuosi), Christian Lundgaard (ART) e Robert Shwartzman (Prema). Il primo ad abbandonare la contesa è proprio il russo, abbandonato dalla macchina mentre si stava lanciando per il secondo tentativo. Il rapido miglioramento delle condizioni della pista lo relegherà al dodicesimo posto al termine delle qualifiche. Per il resto gli altri tre si alternano in testa alla classifica dei tempi e all’ultimissimo momento utile la spunta Zhou per 3 millesimi (!!!) su Lundgaard. Più attardato è Drugovich, terzo ma a tre decimi e mezzo. Colpisce il quasi rookie Juri Vips (Hitech, academy Red Bull), quinto, mentre sorprende il rookie Richard Verschoor, sesto con la modesta MP Motorsport e migliore dei novellini. Gli altri sono attardati, Oscar Piastri (Prema) ottavo e Theo Pourchaire (ART) dodicesimo.

Dopo le qualifiche Vips sarà escluso dalle qualifiche (quindi partirà 22o) in quanto la sua Hitech non rispettava i limiti di regolamento. Si scopre anche la causa dello stop forzato di Shwartzman: l’uso combinato di acceleratore e freno per scaldare le gomme ha invece attivato il sistema di sicurezza della vettura, che ha spento la macchina. Dopo la squalifica di Vips, partirà undicesimo.

Per compiere un rapido recap del nuovo format: si disputano 3 gare, due il Sabato e una la Domenica. Gara 1 e 2 si corrono al Sabato su una distanza ridotta (23 giri in Bahrain). Per comporre la griglia di partenza della prima si considera l’esito delle qualifiche e si applica l’inversione dei primi dieci concorrenti, mentre per la seconda si prende l’ordine di arrivo di gara1 e anche qui si invertono i primi dieci. Gara3 sarebbe la vecchia Feature Race, si tiene di Domenica e prevede una distanza maggiore (in Bahrain 32 giri) e un pit stop obbligatorio; stavolta i piloti partiranno nelle posizioni conquistate in qualifica, senza alterazioni.

“Conservare” è stata la parola chiave di gara1. Le coperture, perché l’asfalto a 50° scioglieva le gomme e perché non si può sprecare un secondo set già nella prima gara. La macchina, perché una monoposto distrutta non si ripara in tempo per la gara serale. Le posizioni, perché a chi ha conquistato le prime posizioni in qualifica conviene andare cauti e terminare su per giù nelle stesse posizioni in cui si è partiti (magia della doppia reverse grid: perché rischiare a rimontare dalla nona/decima posizione, se tanto ci si ritroverebbe a partire di nuovo ai margini della top 10 in gara2?). Per tutte queste ragioni, il 90% del risultato finale di Gara1 si decide nei primi tre giri.

Liam Lawson ha lo spunto migliore e nell’arco di duecento metri balza dalla terza alla prima posizione; Pourchaire fa l’opposto, scendendo dalla pole alla terza piazza. Piastri (quarto) ne perde tre, mentre le due UniVirtuosi restano attardate a centro gruppo. Vale la pena di soffermarsi sullo start di Shwartzmann: nell’arco di nove curve passa dall’undicesima alla quinta posizione. Più dello scatto è stato determinante il coraggio e l’intelligenza con cui ha affrontato le frenate insidiose di curva 1 e 4 e la pazzia con cui ha attaccato il teammate al tornantino.

All’inizio del secondo giro Ticktum travolge Verschoor; la macchina di Armstrong si spegne all’improvviso e Boschung, che seguiva, non riesce a evitarlo; Drugovich rientra ai box per sostituire l’alettone danneggiato nel primo giro. Il resto della gara si trascina sonnecchiosa fino alla bandiera a scacchi. Daruvala passa Pourchaire e Beckmann ma Lawson si rivela insormontabile; il francese della ART più avanti rompe il motore mentre è terzo. Shwartzmann, che forse ha stressato troppo le coperture al via, appare fin da subito in crisi di gomme ma resiste alla pressione del teammate, che sembra già a suo agio con le nuove gomme Pirelli.

Alla fine vince Lawson con nove decimi su Daruvala I due hanno fatto gara a sé, basta pensare che Beckmann, ottimo terzo con la Charouz, accusa 14 secondi di ritardo (!!). Esordio migliore non poteva esserci per il neozelandese di scuola Red Bull, per quanto aiutato dalle circostanze. Come anticipato, Shwartzman conclude quarto davanti a Piastri, Lundgaard e Zhou. Ottavo è Ticktum, penalizzato di 5s per il contatto con Verschoor. Le sorprese principali sono state Guilherme Samaia, nono al traguardo ma purtroppo penalizzato per un’infrazione del regime di VSC (sarebbero stati i primi punti in F2), e Juri Vips, capace di rimontare dalla 22° posizione alla decima, che vale la pole in position di gara2. Drugovich è solo sedicesimo.

Gara1 è stata tanto lineare e prevedibile quanto gara2 caotica e ricca di azione. Diverse ragioni concorrono a spiegare le differenze dei caratteri; la principale è che la griglia di partenza è frutto di ben tre rimescolamenti dei valori in campo (inversione delle qualifiche – gara1 – inversione di gara1), col risultato che l’ordine con cui i piloti sono distribuiti nel gruppo non rispecchia i veri rapporti di forza. Detto in altri termini, i piloti non partono nelle posizioni rappresentative della loro velocità, pertanto saranno necessari molti duelli in più per ristabilire l’ordine.

In pole position in gara2 c’è Yuri Vips, seguito da Lirim Zendeli (MP, rookie) e dalle teste di serie: Ticktum, Zhou, Lundgaard, Piastri, Shwartzman. Tutti i piloti partono su gomme dure tranne Zhou e Armstrong, che calzano invece le soft.

La partenza è caotica. Shwartzman parte bene e per superare Lundgaard stacca molto profondo in curva 1. Ticktum privilegia l’inserimento in curva 2, quindi frena e sterza prima degli altri. Il contatto è inevitabile; entrambi i piloti finiscono fuori gara e per la prima volta in campionato entra la SC. L’incidente ha scatenato il caos alle spalle dei primi; Piastri, che aveva avuto un pessimo scatto, riesce a recuperare e resta quinto; Drugovich in poche curve scala dalla 16a alla 7a posizione (!); Lawson passa dalla decima alla quarta posizione, mentre Armstrong e Pourchaire, partiti quasi ultimi, si ritrovano a centro gruppo. Lo scontro tra Ticktum e Shwartzman viene derubricato a contatto di gara, ma ad essere onesto entrambi potevano tenere condotte meno rischiose.

Alla ripartenza Zhou fa valere la superiorità delle gomme soft e in un giro sorpassa Vips e Zendeli e si porta in testa. Guadagna quello che serve per portarsi al di fuori del DRS, dopodiché si mette a gestire le coperture in attesa degli eventi. Dietro di lui al contrario Piastri, Lundgaard e Drugovich fanno a sportellate, con il brasiliano che la spunta sugli altri due. La cavalcata del pilota UniVirtuosi continua e scavalca anche Zendeli. Lundgaard si libera di Piastri (non particolarmente incisivo in questa fase) e, non volendo regalare terreno al rivale,  anche lui va all’attacco di Zendeli. L’affondo in curva 1 è ragionevole ma i due non si capiscono: il danese tocca il tedesco, che fora una gomma ed è costretto a ritirarsi. Lo svedese della ART verrà punito  con 10s di penalità (IMHO sproporzionata).

Vale la pena segnalare le rimonte di Pourchaire e Armstrong, partiti 19 e 20 ma ora 8 e 6. In questo momento la gara vive la consueta fase di attesa del decadimento delle coperture, per quanto più elettrica del solito. L’avvenimento degno di nota di questa fase è Gianluca Petecof (Campos), che in un giro perde sei (!) posizioni, a dimostrazione che il balzo da Formula Regional a F2 è notevole. Armstrong e Zhou continuano a far segnare tempi ottimi; la hard dimostra di avere lo stesso degrado termico della soft, col risultato che il vantaggio sulla lunga distanza è limitato.

[COURTESY OF F1INGENERALE.COM]

La gara si ravviva al giro 15, con Lawson, Lundgaard e Drugovich che inscenano un duello rusticano: il brasiliano attacca il neozelandese in curva 1, Lundgaard passa entrambi in curva 3, Drugovich prova a riprendersi il maltolto in curva 4 ma finisce solo per prendere in pieno Lawson, costringendolo al ritiro. Entra la SC in pista e numerosi piloti ne approfittano per montare un set di gomme più fresche. Zhou prosegue con le sue vecchie soft mentre dei primi rientrano Vips, Lundgaard (che ne approfitta per scontare i 10s di penalità – proprio per questo il suo teammate deve aspettare un giro per la sosta) e Piastri.

Zhou ha un compito molto difficile davanti a sé: non solo è su gomme più vecchie, ma monta anche la specifica più fragile. La ripartenza vede la superiorità delle gomme soft sulle hard e delle coperture nuove sulle vecchie. Armstrong (terzo su soft vecchie) passa Drugovich (secondo e con una penalità pendente), ma alle loro spalle i piloti che hanno pittato mostrano tutt’altro passo: Piastri passa dalla decima alla sesta posizione in quattro curve; nell’arco di un giro, i piloti su S sono tutti nella top6; due giri e sono tutti in top 4.

Zhou ha approfittato delle lotte alle sue spalle per costruire un vantaggio di 3s, che Vips divora non appena ha pista libera. Entra la VSC per rimuovere la macchina di Deledda; sembra una fortuna per Zhou, ma non dura che un giro. Alla ripartenza Vips cerca l’attacco in curva 1, non riesce e anzi si deve difendere da Piastri, che sembra essere il pilota più veloce sulle Soft. Nel frattempo Drugovich e Armstrong affondano mentre Lundgaard è in rapida rimonta. La gara sembra nelle mani dell’estone, ma a tre giri dalla fine gli si rompe il cambio. Il testimone viene raccolto da Piastri.

Zhou è l’unico su gomme vecchie che ha retto il passo dei piloti su gomme nuove, ma all’esordio dell’ultimo giro è destinato a capitolare. Piastri lo passa in curva 1, Lundgaard si butta all’interno e stacca profondissimo per passarli entrambi. ART e Prema entrano appaiate in curva 2, l’australiano spinge lo svedese sullo sporco. La ART si scompone e Zhou lo ripassa. Per qualche metro il cinese ha anche la Prema nel mirino ma il gap prestazionale è ormai incolmabile. Piastri lo regola in frenata, dopo poche curve viene superato anche da Lundgaard e chiude terzo per un soffio davanti a Daruvala.

[COURTESY OF AUTOSPORT.COM]

Piastri vince da star la sua prima gara in F2. La SC lo ha aiutato, ma si è rivelato efficace in tutti i duelli e si è tenuto lontano dai guai. Secondo è Lundgaard, dopo che in un primo momento si era pensato che aver scontato la penalità scontata sotto SC non fosse valevole. A punti anche Verschoor(partito ventunesimo), Pourchaire (partito diciannovesimo), Beckmann e Sato.

[COURTESY OF CRASH.NET]

Anche Gara3 si svolge all’insegna del caos, dei duelli e dei colpi di scena. La maggioranza dei piloti sceglie di partire con le soft, ma una nutrita minoranza opta per le hard, tra cui il poleman Zhou, Tickum (quarto), Verschoor (quinto) e Shwartzman (undicesimo). Come prevedibile, il loro scatto è condizionato dalla mescola più dura; in particolare Zhou deve cedere la posizione a Lundgaard, Drugovich e Piastri. Nella pancia del gruppo Shwartzman, tradito dalle gomme fredde e dal tracciato sporco, manca del tutto il punto di frenata e travolge gli incolpevoli Nissany e Deledda. La macchina è integra tuttavia deve scontare un (meritatissimo) drive through. SC in pista.

Alla ripartenza i piloti su soft staccano quelli su hard. Al contrario del solito, la mescola morbida regge e si dimostra più costantemente veloce, con Zhou, Ticktum e Verschoor che continuano ad arretrare. Le due mescole manifestano lo stesso degrado termico, quindi le hard si comportano in pratica come delle soft meno prestazionali, cosa del resto già osservata in gara2.

Lundgaard è in testa ma è anche il primo ad accusare il degrado delle soft e, dopo aver ceduto la leadership a un sorprendente Piastri, al dodicesimo giro apre la girandola delle soste. Nelle tornate seguenti rientrano anche Drugovich e da Zhou; escono tutti alle spalle dell’attardato Shwartzman. Piastri invece continua, senza manifestare ancora alcun decadimento (ottimo, per un rookie).

Con l’esplosione dell’estintore di bordo di Petecof durante il sedicesimo giro esplode metaforicamente anche la gara. Lo svizzero parcheggia la sua Campos all’esterno di curva1, quanto basta per attivare la Safety Car. Piastri sfrutta le circostanze per fermarsi e rientra e rientra davanti ai diretti avversari; anche Ticktum ne approfitta, solo che la sua sosta è lenta ed esce nella pancia del gruppo. I massimi beneficiari della SC sono Armstrong e Verschoor, che si fermano con un giro di ritardo e si ritrovano primo e terzo!

E’ opportuno fare un recap delle posizioni e delle gomme: Armstrong (h), Piastri (h), Verschoor (s), Lundgaard (h), Drugovich (h), Zhou (s), Lawson (s), Pourchaire (h), Daruvala (h), Ticktum (s). Shwartzman si ricollega al gruppo, ma è comunque diciassettesimo, sia pure su soft.

Gli ultimi dieci giri sono da cineteca. La top5 cambia ad ogni giro. Armstrong perde subito la testa della corsa a favore di Piastri, che dopo un giro si deve arrendere alle soft di Verschoor. Zhou ci mette una decina di chilometri giri per portarsi alle spalle dei primi due, mentre i top driver su hard (Armstrong, Drugovich, Lundgaard) affondano in classifica. Per la teoria del “piove sempre sul bagnato”, lo svedese e il brasiliano subiscono anche una penalità di 5s per un’infrazione delle regole della SC. Più indietro Robert Shwartzman si mette in mostra con sorpassi e gpv a ripetizione.

Piastri prova a difendersi, ma a dieci giri dalla fine incassa il sorpasso di Zhou. Verschoor ha un vantaggio sugli inseguitori e sembra avere il potenziale per vincere, mentre Zhou riesce a raggiungere il rivale né a levarsi Piastri dalla scia. Nel frattempo prende vita un bel duello tra le due ART, con Lundgaard che riesce a spuntarla dopo due giri di sorpassi e controsorpassi.

A cinque giri dalla fine la situazione si sblocca:  Zhou passa all’attacco e stacca Piastri, Ticktum e Lawson (entrambi su soft) raggiungono il terzetto di testa, Shwartzman entra in zona punti. Verschoor si deve arrendere a Zhou e a Piastri, ma l’australiano ha ormai raggiunto il limite delle sue coperture e si trova braccato da Ticktum.

A due giri dalla fine l’inglese va all’attacco in curva 1; nessuno dei due è disposto ad alzare il piede e il contatto in curva 2 è inevitabile. Piastri si gira e fa spegnere il motore mentre Ticktum continua più veloce che mai. Verschoor va in crisi con le soft e all’ultimo giro perde l’ultimo gradino del podio a favore di Verschoor.

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Dopo 32 giri di lotta furiosa, Zhou vince la sua prima Feature Race della carriera, con quattro decimi di vantaggio su Ticktum. Seguono Lawson, Verschoor, Armstrong, Daruvala, Shwartzman -grande rimonta nei giri finali, Pourchaire, Drugovich (primi punti dell’anno) e Nannini (primo punto in carriera, peraltro con la macchina peggiore della griglia). Il cinese è stato il più veloce e il più solido durante tutto il weekend, quindi è meritatamente primo in classifica con 41 punti. Segue Lawson con 30 punti e l’anonimo, ma furbo, Daruvala con 28. Piastri, che dopo le prime due gare era in testa, è solo quarto con 21 punti. Ha fatto comunque meglio di tutti gli altri favoriti: Ticktum ha 19 punti, Shwartzman e Lundgaard 16, Armstrong 10 e Drugovich la miseria di due punti dopo un’ottavo di campionato.

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Anche il 2021 si prospetta molto divertente. Diversi rookie non sembravano neanche esordienti, tanto è stata la loro bravura nella gestione della gomma e delle dinamiche di gara – penso soprattutto a Piastri e a Lawson. Pourchaire si è mantenuto più distante dai riflettori, ma bisogna ricordarsi che in gara1 ha subito la rottura del propulsore mentre era terzo, in gara2 ha concluso sesto dopo essere partito quasi ultimo e in gara3 ha chiuso davanti al compagno di squadra a parità di strategia. Forse il più impressionante è stato Verschoor, che è passato dal non correre ad essere il più veloce dei rookie, capace di destreggiarsi anche in situazioni molto complicate (gara2, da ultmo a quinto) e che per poco ha mancato il podio nella prima Feature Race in carriera.

Resta comunque un interrogativo: il Bahrain era stata la sede dei test, quindi era un tracciato che gli esordient conoscevano già nel dettaglio. Come si comporteranno nei circuiti dove non hanno ancora corso con le F2? In tal senso, la gara di Montecarlo sarà interessante. Visto che l’anno scorso l’appuntamento era saltato, tre quarti della griglia sarà composta da debuttanti assoluti nel Principato (visto che la F3/Gp3 non ci corre dal 2011).

Al di là di tutto, i più veloci in assoluto sono stati comunque i piloti già citati nell’introduzione -Drugovich, Lundgaard, Shwartzman, Zhou- ma devono farsi tutti quanti un bagno di umiltà. L’unico che ha evitato sciocchezze è stato il cinese, peraltro il meno quotato dei quattro, che infatti ha meritatamente dominato il weekend, mentre tutti gli altri si sono rovinati almeno in due gare su tre. In questa “classifica dell’infamia” svettano Drugovich e Ticktum, che hanno combinato disastri in tutte e tre le gare (soprattutto l’inglese).

Concludo questo lungo testo menzionando due piloti che sono stati tanto efficaci quanto sfortunati: Armstrong (alla riscossa dopo un 2020 da incubo) e Vips (quasi esordiente, dopo che l’anno scorso ha sostituito Gelael per qualche gara). In particolare la sorte si è accanita contro l’estone, che ha terminato il Bahrain con zero punti quando poteva essere facilmente in testa.

Sento che a Montecarlo la F2 darà spettacolo.

[Immagine in evidenza tratta da FormulaScout.com]

Lorenzo Giammarini a.k.a. LG Montoya

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