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VERSTAPPEN REGOLA HAMILTON IN TEXAS

Si arriva ad Austin, Texas, con i duellanti separati da pochi punti. “Ognuna delle sei gare mancanti è una finale”, si diceva. “Un ritiro sarebbe un disastro per entrambi”, un’altra delle frasi banali sentite spesso in queste ultime due settimane, assieme a “Born in the USA” di Bruce Springsteen.

Logico, quindi, vedere i duellanti in prima fila, in attesa della prima, difficile, piega a sinistra al culmine della salita. Già nelle qualifiche, Verstappen e la Red Bull mostrano i muscoli, e solo un gran giro di Hamilton mantiene la Mercedes in prima fila.

Si spengono i semafori, Lewis parte meglio, Max lo stringe ma lo rispetta, e così l’inglese, di mestiere, lo porta all’esterno della curva, guadagnando la prima posizione.

Dietro, Sainz deve difendersi dalle due McLaren che lo braccano, ma poco può fare contro Ricciardo e Norris.

Al giro 7 i primi due sono staccati di meno di un secondo, Hamilton si rende conto che Verstappen è più veloce, ma la sua Mercedes in rettilineo vola, e anche con il DRS l’olandese non può fare nulla per avvicinarlo. 

E così in Red Bull decidono di  anticipare al giro 11 la prima delle due soste previste, per montare gomme dure. Un solo giro basta per mangiare virtualmente tutto lo svantaggio su Hamilton, il quale si ferma inspiegabilmente solo dopo 3 giri e si ritrova ad oltre 7 secondi dal rivale, ma ancora davanti a Perez. E forse è proprio il messicano che in Mercedes stanno cercando di coprire, perchè hanno capito che oggi contro la prima guida Red Bull non c’è niente da fare.

Hamilton però inizia a rosicchiare qualche decimo a Verstappen, evidentemente in gestione, e Perez rimane a distanza. Qualche scaramuccia fra ex campioni, con Raikkonen che sorpassa fuori pista Alonso ma non viene sanzionato, facendo infuriare lo spagnolo. Che si vede pure costretto a ridare la posizione a Giovinazzi che aveva a sua volta superato all’esterno.

Bottas, partito nono causa cambio del motore endotermico, anonimamente sprofondato in undicesima posizione per poi riguadagnare qualche posizione, non può in alcun modo essere d’aiuto al compagno di squadra. 

Al giro 30 Verstappen si ferma per la sua seconda sosta, quando Hamilton aveva ridotto il distacco fino a due secondi. Ancora una volta l’inglese non copre la mossa, e, anche a causa dei doppiaggi, perde vistosamente. E, quando al giro 38 compie la sua seconda sosta, il distacco è salito a 8 secondi e mezzo. Mancano 16 giri, e Lewis conta sull’avere gomme più nuove per il finale di gara. 

Al 42° giro Hamilton si trova già a soli 5 secondi, che diventano due e mezzo al 47°. Con le gomme dure i rapporti di forza sembrano essersi invertiti. 

Arrivato a 1.5 sec., Lewis inizia a sentire le turbolenze, riesce ad avvicinarsi fino ad 1 sec. ma Max lo tiene sapientemente fuori dalla zona DRS, e una possibile, entusiasmante, battaglia nel giro finale non si materializza. L’olandese taglia così il traguardo con l’avversario incollato agli scarichi, per la gioia di un pubblico come mai si era visto prima ad un gran premio negli Stati Uniti.

Al terzo posto, staccatissimo, Perez, seguito a pochi secondi da Leclerc con un’ottima Ferrari, poi Ricciardo, Bottas, autore di una gara inutile, Sainz, che ha pagato l’ennesimo pit-stop lento, Norris, decisamente sotto tono oggi, Tsunoda e Vettel.

Occasione persa per un possibile, ultimo, arrivo a punti in carriera per Raikkonen, ottimo decimo fino a tre giri dalla fine, quando è stato vittima di un testacoda. Ma, anche stavolta, si trovava ben davanti al suo giovane compagno di squadra, il quale sta facendo ben poco per conservare il posto.

Prossima tappa fra due settimane in Messico, una pista nella quale la Red Bull si è sempre trovata molto bene. Oggi la Mercedes è stata sconfitta in una delle piste a lei tradizionalmente favorevoli. Ma è ancora troppo presto per affermare che il mondiale abbia preso la strada di Milton Keynes. Quando la lotta è così serrata, tutto può succedere, e non sarebbe la prima volta che il pilota più esperto, seppur con una macchina inferiore, ribalta i pronostici della vigilia.

* immagine in evidenza dal profilo twitter @redbullracing

BOTTAS DOMINA IN TURCHIA, MAX FA IL RAGIONIERE

Piove. Ancora una volta. E fa pure freddo, in Turchia. Per fortuna che, quest’anno, gli organizzatori non si sono fatti prendere alla sprovvista e hanno reso l’asfalto molto più abrasivo, per la gioia dei piloti. Di tutti, tranne che di quelli Red Bull, i quali si ritrovano una macchina difficile da guidare, forse conseguenza di simulazioni fatte coi parametri dello scorso anno.

E così, in una qualifica disputata su pista umida, le due Mercedes monopolizzano la prima fila, con Verstappen solo terzo e a debita distanza. Ma partirà comunque in prima fila, perchè il suo rivale ha cambiato parte della power unit, e si ritrova costretto a scattare dall’undicesima posizione. In seconda fila si ritrova Leclerc, che ha puntato tutto sul una gara asciutta. Forse.

Quando si spengono i semafori non piove ma la pista è bagnata, e per tutti la scelta delle intermedie è obbligata. I primi tre scattano bene, Alonso cerca di attaccare Gasly per la quarta posizione ma viene toccato dal francese e si gira. Hamilton guadagna così una posizione, ma la sua rimonta si preannuncia difficile. 

Dopo avere passato Vettel, Lewis si trova inchiodato dietro Tsunoda, il quale, ovviamente, cerca di tenerlo dietro in tutti i modi. L’inglese non può nemmeno usare il DRS, che in condizioni di pioggia è disabilitato. Ma con un bellissimo sorpasso all’esterno riesce a sbarazzarsi del giapponese. Poco dopo è il turno di Norris, e così, dopo 10 giri, Hamilton ha guadagnato 5 posizioni. E inizia a viaggiare un secondo più veloce di Verstappen, al momento in seconda posizione. In pochissimi giri arriva dietro a Gasly, che svernicia letteralmente.

Anche Sainz è autore di una splendida rimonta. Partito 19° per cambio della power unit, dopo 18 giri ha già guadagnato 10 posizioni.

I primi 3 viaggiano in fotocopia su un ottimo ritmo, distanziati fra loro di circa 3 secondi. Anche Leclerc, il cui assetto, evidentemente, è ottimo anche se non è asciutto. Dopo 20 giri, il consumo delle gomme intermedie sta diventando un problema. La pista si asciuga molto lentamente, e non è ancora il momento di montare le slick. Ma le intermedie sono ormai diventate delle slick e non è conveniente montarne di nuove dello stesso tipo.

Poco dopo metà gara, Hamilton raggiunge Perez e dopo qualche tornata di studio lo attacca al giro 35. Ma il messicano deve guadagnarsi lo stipendio, e Lewis lo sa. I due fanno diverse curve affiancati ma alla fine Sergio ha la meglio, e l’inglese, saggiamente, rinuncia per il momento alla quarta posizione.

La Pirelli, dopo avere esaminato le gomme delle prime macchine che si sono fermate, chiede ai team di non prendere in considerazione la possibilità di finire la gara senza pit-stop. Verstappen si ferma al giro 37 e Bottas a quello successivo. Entrambi rimontano le intermedie, Vettel tenta la carta delle slick, che però non funzionano e il tedesco si ferma nuovamente per rimettere le intermedie.

Hamilton e Leclerc decidono di non fermarsi. Il ferrarista si ritrova così in testa al gran premio, con 6 secondi di vantaggio su Bottas. Mancano 18 giri alla fine del GP e i suoi tempi sono buoni rispetto sia a quelli del finlandese che a quelli di Verstappen. Dai box gli confermano che può arrivare alla fine con questo set di gomme, contraddicendo quindi le indicazioni della Pirelli.

Ma l’azzardo non paga, e al giro 47 Bottas supera Charles. Verstappen è lontano, a 7 secondi, ma in Ferrari decidono, tardivamente, di cambiare le gomme. Il monegasco rientra in quarta posizione poco davanti a Perez e a 11 secondi da Hamilton. 

In Mercedes decidono, anche in questo caso tardivamente, di essere prudenti e fermano Lewis, che rientra in quinta posizione dietro a Perez. Il quale riesce a superare Leclerc portandosi in terza posizione. Il ferrarista ha problemi di graining con le gomme posteriori nuove, e in un solo giro viene raggiunto anche da Hamilton. Che però si ritrova a sua volta alle prese con gli stessi problemi, e mentre vede la Ferrari allontanarsi davanti a lui, deve pensare a difendersi da Gasly e Norris che lo hanno avvicinato di gran carriera.

Ma non c’è più tempo, e così la gara finisce con Bottas che vince dopo più di un anno, davanti alle due Red Bull di Verstappen e Perez, ad un deluso Leclerc che ha pagato una tattica discutibile del suo box, e ad Hamilton, la cui rimonta è riuscita a metà. Seguono Gasly, Norris, Sainz, che ha scontato un pt-stop lento, Stroll e Ocon.

Fuori dai punti per un soffio Giovinazzi, autore di una buona gara, 

Ora la F1 si allontana dall’Europa, con il trittico oltre oceano, e quello finale in medio oriente. Verstappen è tornato in testa al mondiale, ma in Turchia si è vista una Mercedes in forma, probabilmente grazie ai motori nuovi. Difficile dire, in questo momento, come potrà finire questo mondiale. Di sicuro, prima dell’inizio dell’anno mai ci saremmo aspettati gare così entusiasmanti, in una stagione che resterà nella storia come una delle più combattute.

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NORRIS RISCHIA TROPPO, HAMILTON FA 100

E’ un mondiale come non se ne vedevano da anni. Due contendenti su due auto diverse, una lotta senza quartiere. E, spesso, arriva la pioggia a creare situazioni imprevedibili.

Pioggia che era ampiamente annunciata a Sochi, e che ha contribuito a creare uno dei week-end più entusiasmanti della stagione. A partire dalle qualifiche, iniziate con pista bagnatissima e finite con una striscia di asfalto abbastanza asciutta da montare le slick, con Norris a cogliere la sua prima pole position, seguito da Sainz e Russell. Hamilton si è trasformato, per l’occasione, in David Coulthard, sbattendo all’entrata dei box e rimediando solo un quarto posto. Non molto, considerando che il suo rivale sarebbe stato costretto a partire dal fondo per cambio della power unit.

Si spengono i semafori e Sainz sembra venire risucchiato da chi lo segue, ma Norris gli dà la scia e gli consente di presentarsi primo alla prima curva. Hamilton perde diverse posizioni mentre Leclerc, partito dal fondo come Verstappen, ne guadagna ben 7 nel primo giro.

Dopo 5 giri Max è bloccato in 15a posizione dietro Bottas, al quale era stata “precauzionalmente” cambiata la PU spedendolo cosí in fondo alla griglia a marcare l’olandese. Ma Valtteri non è Chiellini, e si fa infilare da Verstappen quasi subito. Poco dopo anche Gasly spalanca la porta all’olandese.

I primi due hanno fatto il vuoto, con Russell che blocca tutti gli altri. Hamilton è sesto a 10 secondi. Carlos inizia ad accusare graining e Lando si avvicina e prova l’attacco senza successo, poi si allontana nuovamente in preda anch’egli al graining. Ancora pochi giri e con una mossa felina, e non inquadrato dalle telecamere, riesce a passare lo spagnolo.

Nel frattempo, Hamilton con una Mercedes che sembra spompata non riesce a recuperare posizioni, e, anzi, si fa avvicinare da Perez.

Stroll, in quel momento ottimamente nelle prime posizioni, anticipa la sosta al giro 13. E al giro dopo anche Russell tenta l’undercut. Si ferma poi anche Sainz, ormai in crisi con le gomme, e riesce a tenere la posizione su loro due, nonostante nel frattempo avessero guadagnato tantissimo sullo spagnolo.

Grazie ai pit-stop, Verstappen si è portato in sesta posizione, a soli 9 sec. da Hamilton. Incollato a lui c’è Leclerc. Con strada libera Max inizia a volare. E in pochi giri raggiunge il trenino dei primi, guidato da Ricciardo, secondo. Norris sta guadagnando un secondo al giro su questo gruppetto.

L’australiano  è il primo del gruppo a fermarsi,  ma il pit stop è molto lento. Con strada libera, anche Hamilton si mette a volare e Max, che non riesce a superare Alonso, lo vede andare via impotente.

Al giro 27 Lewis si ferma, e l’olandese lo imita. Ma all’uscita dai box fra i due si mettono Ricciardo e Russell.

Norris si ferma al giro successivo. Hamilton con gomma dura guadagna 3 posizioni in pochi giri e si mette alla sua caccia. Max si trova invece bloccato dietro a Ricciardo, come era accaduto in precedenza a Lewis.

Bottas viene implorato da Toto Wollf di fare di piú, ma il finlandese sembra non averne voglia e naviga in un’anonima 14a posizione.

Perez e Alonso sono fra gli ultimi a fermarsi e in testa ritorna Norris con Hamilton a soli 3 secondi. L’ultimissimo a cambiare le gomme è Leclerc, ma un pit stop lungo lo fa rimpiombare in 13a posizione.

Alonso, rientrato dietro Verstappen, lo supera in pochi giri. L’olandese dopo il cambio gomme sembra completamente perso.

Hamilton, dopo essere arrivato ad un secondo da Norris, vede poi il connazionale allontanarsi di nuovo. Dietro di loro Sainz è terzo ad oltre 30 secondi, con Ricciardo a 2 secondi.

Ma proprio quando sembra profilarsi la prima vittoria di Lando, a 7 giri dalla fine inizia a cadere la pioggia. Con la pista viscida, ma non ancora pronta per le intermedie, Hamilton attacca Norris che va lungo ma gli resta davanti.

Passano alcuni giri e i primi non ne vogliono sapere di fermarsi, cosa che invece fa Verstappen. A 4 giri dalla fine, la pioggia cade sempre più forte e Hamilton preferisce non rischiare troppo, visto che il rivale per il titolo ha già cambiato le gomme, e monta anche lui le intermedie. Norris invece decide di proseguire, e il sogno si trasforma in un incubo.

Lewis passa Lando senza problemi, con quest’ultimo che si gira e deve poi raggiungere il box a passo d’uomo, così come Perez, Alonso e Leclerc che, come lui, hanno tentato l’azzardo.

E la gara finisce con Hamilton che fa 100 vittorie, davanti a Verstappen, che ha minimizzato gli effetti della penalità inflitta a Monza e di quella per il cambio della power unit, e a Sainz, per il quale la prudenza ha pagato. Quarto Ricciardo, quinto Bottas, che non avendo nulla da perdere si era fermato per tempo, sesto il solito solidissimo Alonso, settimo un Norris sconsolato, ottavo Raikkonen, nono Perez e decimo Russel, ancora una volta a punti.

Seguono Stroll e Vettel, che dopo avere navigato costantemente fra i primi 10 hanno trovato il modo di rovinare tutto negli ultimi giri, riuscendo pure a scontrarsi fra loro. 

Week-end negativo per Gasly e Ocon (quest’ultimo ormai costantemente dietro il compagno di squadra diversamente giovane), e per Leclerc, riuscito sull’asciutto a rimontare dall’ultima fila fino a superare il compagno di squadra, poi sprofondato con la pioggia a causa del cambio gomme ritardato.

Infine, menzione speciale per Tsunoda e Giovinazzi, per i quali è sempre più lecito chiedersi come mai vengano tanto considerati dall’ambiente (o parte di esso).

Mancano 7 gare alla fine. Come ha avuto modo di dire Horner al termine del GP odierno, saranno 7 finali. La prima è in Turchia, fra due settimane. E’ oggettivamente difficile prevedere come andrà a finire. La gara di oggi ci ha dimostrato che quando, per qualsiasi motivo, i due contendenti si ritrovano in mezzo al gruppo, tutto il vantaggio di talento e di vettura scompare. E non è improbabile che il ruolo della cosiddetta F1.5 possa essere determinante per l’esito finale del campionato.

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RICCIARDO E LA MCLAREN RISORGONO A MONZA. VERSTAPPEN E HAMILTON SI SCONTRANO.

Finalmente Monza. Col pubblico (poco). E con il programma espanso grazie alla Sprint Race del sabato, con la qualifica il venerdì, a rendere le tre giornate più vive.

E il week-end parte all’insegna di Bottas, autore della “pole” e vincitore in scioltezza della Sprint. Mentre per il suo compagno la garetta si rivela ancora una volta insidiosa e, con una partenza orribile, vanifica una potenziale pole (visto che Valtteri dovrà partire in fondo causa cambio della power unit), passando da secondo a quinto, dietro Verstappen e le due McLaren che sui lunghi rettilinei brianzoli volano. E a Lewis non resta che pronosticare una facile vittoria per il rivale.

Si spengono i semafori e Ricciardo parte a fionda superando Verstappen, il quale non prova nemmeno a contrastarlo. Ottima partenza anche per Hamilton, nonostante le gomme più dure montate con suo disappunto. L’inglese supera Norris e alla Roggia arriva affiancato a Max, che non gli lascia spazio e lo costringe al taglio di chicane, facendogli perdere la posizione anche su Norris. Dietro di loro, Giovinazzi, autore di un’ottima partenza, arriva lungo e rientrando in pista viene tamponato da Sainz, cui aveva soffiato la posizione all’avvio, finendo contro le barriere. 

Breve periodo di Virtual Safety Car, e, alla ripartenza, Verstappen entra subito in zona DRS con Ricciardo, ma, come già detto, la McLaren vola e Max non riesce a tentare l’attacco. Stessa cosa per Hamilton, che non riesce in alcun modo ad avvicinarsi a Norris.

Al decimo giro, dietro i primi 4 a debita distanza ci sono Leclerc, Perez e Sainz.

Al dodicesimo giro Hamilton riesce finalmente ad arrivare a tiro di Norris e a tentare un attacco, rintuzzato dal connazionale senza troppa difficoltà. Approfittando del duello fra i due inglesi, Leclerc sembra potersi avvicinare, ma è solo un’illusione.

Al giro 21 i tempi iniziano ad alzarsi e i distacchi fra i primi 4 anche. Verstappen va lungo alla prima chicane e perde mezzo secondo, lasciando respirare un po’ l’ex compagno di squadra. E al giro 23 Ricciardo decide di fermarsi ai box ed esce subito dietro Sainz. La Red Bull copre la mossa e fa fermare anche Verstappen, che incappa in un pit-stop lunghissimo e perde 9 secondi. Contemporaneamente, Hamilton supera Norris e la situazione si ribalta completamente.

Ora in testa alla corsa c’è Lewis che, ricordiamolo, ha montato le gomme più dure, e inizia a segnare tempi ottimi, ma la squadra lo fa fermare subito.

Anche per Lewis il pit-stop è molto lento, e così all’uscita si ritrova esattamente di fianco a Verstappen. Entrano assieme alla prima variante, nessuno dei due alza il piede e lo scontro è inevitabile, con la gomma posteriore destra di Max che distrugge l’airbox della vettura di Hamilton e sfiora pericolosamente la sua testa. Se non ci fosse stato l’halo, l’esito avrebbe potuto essere poco piacevole.

L’immagine delle due macchine nella ghiaia, una sopra l’altra, entrerà nella storia. Intervento inevitabile della Safety Car, e la gara riparte con Ricciardo davanti a Leclerc e Norris. Seguono Perez, Sainz e Bottas.

Norris supera Leclerc con una bellissima manovra alla Curva Grande, e si porta dietro al proprio compagno di squadra. Le Ferrari in rettilineo non vanno, e Bottas supera Sainz. Subito dopo anche Perez supera Leclerc, ma lo fa tagliando la chicane senza restituire la posizione, il che gli costerà 5 secondi di penalità. Poi è il turno di Bottas passare davanti al monegasco, che si riprende brevemente la posizione per poi capitolare definitivamente. Nel frattempo le McLaren cercano di prendere il largo. A questo punto i loro avversari per la vittoria sono i compagni di squadra dei due che si sono scontrati poco prima.

Norris chiede al suo box di avvisare il compagno di aumentare il ritmo. 17 giri separano la McLaren dalla vittoria, ma Bottas sembra essere incredibilmente veloce e Ricciardo viene avvisato di questo.

A 10 giri dalla fine i primi sono in fila distanziati fra loro e incapaci di tentare un attacco a chi li precede. Norris chiede un’altra volta cosa deve fare e il team lo consiglia di starsene buono in seconda posizione.

Bottas riesce ad attaccare Perez alla Curva Grande ma il messicano si riprende la posizione alla Roggia. Poi Mazepin parcheggia la macchina alla Ascari, e la direzione gara decide saggiamente di non far uscire la Safety Car ma di usare la Virtual. 

Ricciardo sfrutta tutte le situazioni con grande esperienza, e si mette Norris a due secondi, con Perez e Bottas ad un altro secondo e mezzo. Mancano 7 giri alla fine, e la doppietta McLaren è sempre più vicina.

E, infatti, non succede più nulla, e Ricciardo raddrizza con una splendida e meritatissima vittoria una stagione che fino a qui era riduttivo definire disastrosa. E con il suo compagno di squadra Norris dietro di lui, la McLaren coglie non solo la prima vittoria dopo 9 anni, ma anche la prima doppietta dopo 11. Al terzo posto in pista arriva Perez, ma la penalità lo retrocede al quinto. Sul podio ci va quindi Bottas, rimontato dalle ultime posizioni, seguito da Leclerc, Perez e Sainz, Poi Stroll, Alonso, Russell e Ocon. 

Poca gloria per le AlphaTauri, fuori gioco fin dalla partenza, per Vettel, che sembra vicino al ritiro, e per le Alfa Romeo, con Kubica che, in fin dei conti, è arrivato a pochi secondi da Giovinazzi, il quale, dopo la prestazione odierna, vede probabilmente diventare una chimera la riconferma del posto.

Ho parlato di vittoria meritatissima per Ricciardo. Se è vero che i due favoriti si sono scontrati, è anche vero che fino al momento del fattaccio la gara l’aveva dominata lui. Niente a che vedere con la vittoria di Gasly lo scorso anno, o di Ocon in Ungheria quest’anno. Semplicemente, Ricciardo e la McLaren sono state fortissime a Monza. Come dimostra il giro più veloce segnato all’ultima tornata, segno che Daniel non aveva nemmeno espresso tutto il suo potenziale, come ha poi confermato a fine gara.

Quanto allo scontro fra titani, è difficile trovare una responsabilità precisa. Nessuno dei due molla, e, come ha riconosciuto Verstappen alla fine, per fare la curva bisogna collaborare, e oggi questo non è successo. Bene per la Formula 1, che deve continuare a scrivere pagine che restino nella storia, senza dovere continuamente tirare fuori dagli archivi quelle degli anni settanta, ottanta e novanta.

Ora si va a Sochi, con una Red Bull chiaramente più in forma della Mercedes. E con la prospettiva di tanti altri duelli all’arma bianca fra i due contendenti, sperando che eventuali repliche avvengano sempre a cinquanta all’ora, come oggi, possibilmente senza che le macchine finiscano una sopra l’altra. 

 

VERSTAPPEN VINCE IN CASA. HAMILTON PRENDE ATTO.

Dalla collina al mare. Dal tempo da lupi al meteo da abbronzatura. In una sola settimana. Ma il pubblico è sempre quasi tutto vestito d’arancione, a maggior ragione questa volta, visto che siamo in Olanda.

Si torna a Zandvoort, 36 anni dopo l’ultima gara che fu anche l’ultima vittoria in carriera di Niki Lauda. Su un circuito diverso, perchè nel frattempo hanno venduto un po’ di terreno per farci delle villette. E così nel poco spazio a disposizione hanno dovuto ricavarci, con un po’ di fantasia, un circuito adatto alla F1 attuale. E ne è venuto fuori qualcosa di bellissimo da guidare in solitaria, molto meno quando in pista ci sono 20 macchine di 5.5×2 metri.

E, infatti, nelle prove si sono viste un po’ di bandiere rosse per fermare le operazioni e riparare le barriere. Nulla ha però potuto fermare il prode Max dal conquistare la pole davanti al suo pubblico nonostante un guasto al DRS. Ma il rivale al titolo è lì in prima fila di fianco a lui, con il suo assistente finlandese subito dietro, pronto ad aiutarlo con qualche azione geniale. L’altra Red Bull è invece in fondo allo schieramento per un errore tattico che l’ha fatta eliminare subito in Q1. Quindi l’idolo olandese se la dovrà sbrigare da solo, come al solito.

Si spengono i semafori e il tanto temuto caos non si verifica. I primi 6 vanno via tranquilli in quest’ordine, con Verstappen che mette subito una bella distanza fra sé ed Hamilton. Giovinazzi, incredibilmente settimo in griglia, vanifica la buona qualifica facendosi beffare da Alonso, autore di un’altra delle sue ottime, Ocon e Ricciardo.

Il ritmo imposto da Verstappen è troppo alto per Hamilton, che si ritrova in pochi giri a 3 secondi dall’avversario, con Bottas dietro di lui di altri 3 secondi. 

Al decimo giro Lewis si sveglia e segna il giro più veloce, portando il distacco sotto i 3 secondi. Dietro non succede nulla, le macchine sono ben distanziate fra loro e la pista, come previsto, non permette grossi duelli.

Al giro 21 Hamilton si ferma per montare gomma a mescola media e tentare l’undercut, la Red Bull decide di non rischiare e fa fermare immediatamente anche Verstappen, che si ritrova alle spalle di Bottas. Lo raggiunge al giro 30, e al finlandese viene chiesto di difendersi meglio che può, provando a fare perdere qualche secondo all’olandese. Ma Lewis non ne può approfittare, perchè causa doppiato si ritrova piuttosto lontano dall’olandese. Il quale, complice un suo errore nella penultima curva, riesce a sopravanzare facilmente Valtteri, che si ferma subito per cambiare le gomme.

E’ evidente che il talento di Hamilton non è sufficiente a far colmare il gap, e in Mercedes si inventano un improbabile secondo stop anticipato al giro 40, con Hamilton che chiede il motivo visto che le gomme erano ancora in forma. La mossa a sorpresa è decisamente fuori tempo, perchè l’inglese rientra nel traffico. A Verstappen basta coprirlo ancora una volta per stargli davanti  e mantenere il distacco ai soliti 3 secondi. 

Passata la metà gara, i primi 8 sono nello stesso ordine in cui si trovavano al primo giro, con Gasly quarto, Leclerc quinto e Sainz sesto, poi Alonso e Ocon. 

Hamilton non molla, e prova a restare attaccato a Max, anche se dalla Mercedes gli fanno capire che non hanno più nulla da provare e che se vuole vincere il modo lo deve trovare lui. Dopo avere ridotto il distacco fino a 1.5 secondi, a 12 giri dalla fine le sue gomme cominciano ad abbandonarlo, e l’inglese è costretto ad arrendersi.

Ma in Mercedes oggi sono molto fantasiosi e, pur avendo già il secondo e terzo posto in cassaforte, nonchè il giro più veloce saldamente in mano al loro pilota di punta, decidono di fare le cose strane. Bottas viene fatto fermare senza apparente motivo a 5 giri dalla fine per montare gomme morbide. Il finlandese non se lo spiega e gli viene naturale mettersi a spingere per fare il giro più veloce. Il suo box gli chiede di abortirlo perchè in quel modo lo toglierebbe al compagno di squadra, ma Valtteri non ubbidisce, e così in Mercedes fanno fermare Hamilton per montare a sua volta la gomma morbida e riprendersi il punto addizionale. Cosa che gli riesce proprio all’ultimo giro disponibile.

Prima della bandiera a scacchi, c’è anche spazio per l’ultima prodezza di Alonso, che sorpassa il suo connazionale Sainz sulla macchina che una volta era la sua, per cogliere un altro ottimo risultato.

La bandiera a scacchi saluta così la splendida vittoria di Verstappen davanti al suo pubblico in tripudio, con Hamilton e Bottas a completare il podio, Gasly ottimo quarto e primo dei doppiati, poi Leclerc, Alonso, Sainz e Ocon. In nona posizione Perez, rimontato dall’ultima posizione, e, a chiudere la zona punti, Norris, che ha pagato una qualifica infelice. Primo fuori dai punti il solito opaco Ricciardo.

Pessima giornata per Williams, Aston Martin e Alfa Romeo, con Giovinazzi in ombra nonostante l’ottima qualifica, complice anche una sosta aggiuntiva per una foratura. Gara decente per Kubica, che ha sostituito il ritirando Raikkonen positivo al Covid.

Oggi per la Mercedes non c’era niente da fare contro un avversario indubbiamente più forte, e, senza colpi di sfortuna, ritornato ai livelli che gli competono. Ora si va a Monza, dove verosimilmente avremo la conferma che, se i tedeschi vogliono portare a casa il mondiale, devono inventarsi qualcosa di meglio di quello che hanno mostrato oggi, perchè contare sul talento di Lewis e sugli errori degli avversari non è sufficiente.

P.S. Come abbiamo detto in premessa, ci sono state 6 bandiere rosse nelle qualifiche, ma in gara si è vista solamente una bandiera gialla. C’è da giurare che per la maggior parte dei piloti, se non per tutti, il comandamento numero uno che viene dato non sia “vai più veloce possibile” ma “attento a non fare danni perchè potremmo ritrovarci senza ricambi”. Potenza del budget cap.

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