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SOGNO INFRANTO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE

Provando a mettere ordine agli avvenimenti degli ultimi mesi, alla sequenza con i quali gli stessi si sono presentati di fronte ai nostri occhi è possibile formulare un’ipotesi verosimile di quanto possa essere accaduto in Ferrari affidandosi a deduzione logiche dei fatti osservati sin qui.

Analisi che peraltro è stata sintetizzata in maniera simile da altre pregevoli testate web, e da amici appassionati di F1 come noi, proprio oggi.

Sia ben chiaro che non si tratta di dare alibi a nessuno ma solo di contestualizzare azioni e chiacchere degli ultimi pesantissimi mesi. Magari può aiutare gli animi più focosi a capire che buona parte del loro livore è dettato dagli avvenimenti straordinari di questo anno, quelli che ci stanno facendo vedere la situazione molto cupa perché l’orizzonte temporale si è spostato avanti di un anno.

Partiamo da un evento lontanissimo nel tempo apparentemente insignificante.

Spa 2017: dopo una Sc Vettel recupera la coda di Hamilton ed alla ripartenza esce dal Radillon risucchiato dalla sua scia salvo piantarsi appena uscito dalla stessa.

Un anno dopo la SF71H riscrive la storia della sverniciatura delle frecce d’argento riuscendo ad affiancare la W09 ben prima della linea del DRS sul rettilineo del Kemmel.

A fine gara Lewis parla di trick e al TP rosso scappa la frase “abbiamo un motore della Madonna”.

Viene montato un secondo sensore e, complici aggiornamenti sbagliati, la SF71H non lotta più per la vittoria se non nella gara di Austin vinta “a fatica” dal vecchio KR7. Nelle tante interviste di Arrivabene si continua a parlare di regolarità e di informazioni non divulgabili in quanto violerebbero la “proprietà Intellettuale” del progetto Ferrari. Siamo quasi alla fine del 2018, quando quella che sarà poi chiamata SF90 è già bella e che deliberata.

La Fia capisce che i conti non tornano ma non ha gli strumenti per provarlo. D’altronde l’ente preposto al controllo dei partecipanti ha un numero di tecnici ed ingegneri molto inferiore a quello che ha un solo team di F1, figuriamoci dieci. E pretenderlo sarebbe come pretendere che per ogni abitante della Terra ci fosse un poliziotto che lo controlli H24…

Nel frattempo in GES si scatena l’inferno tra Arrivabene e Binotto con il primo lasciato libero di andare ed il secondo con l’onere di ristrutturare quell’azienda che, nell’immediato dopo Marchionne, non aveva più un leader qualunque esso fosse. Un’azienda con un clima irrespirabile e dei rapporti interni ormai completamente deteriorati. La monoposto 2019 non è eccezionale: sfrutta il famoso “motorone” che fila sul dritto che è un piacere ma genera poca downforce. Si tratta di mettere insieme il puzzle e raddrizzare la stagione. In effetti a Maranello ci riescono pure con tre vittorie nella seconda parte dell’anno e con 9 pole contro le 11 della regina W10 AMG.

Il motore rosso resta sempre sotto “osservazione” senza che i tecnici Fia riescano a trovare il famigerato “trick” questa volta riesumato da Max Verstappen.

Nel frattempo a Maranello si sta lavorando su quella che sarà poi l’attuale SF1000, ovvero un’evoluzione dei concetti della 90 con più carico del corpo vettura per ovviare ai cronici problemi della progenitrice sui tratti lenti delle piste e a centro curva. Ma il motorone resta sempre monitorato….

E arriviamo all’inverno 2019/2020. La SF1000 già bella che pronta quando appare sulla scena la “talpa” che racconta tutti i segreti del funzionamento a qualcuno in Federazione violando quella famigerata “proprietà intellettuale“: scoppia la bomba. Chi sarà mai questa talpa? Un tecnico evidentemente infastidito dalla riorganizzazione interna che Binotto sta portando avanti? Quando pesti i calli sbagliati può capitare.

La Ferrari è ormai in scacco e ne scaturisce l’accordo segreto più “intrigante” della storia della F1.

Rivelare i dettagli avrebbe significato dover ammettere pubblicamente che il controllore non sia in grado di controllare i partecipanti e fare una figura meschina anch’esso? Da qui un accordo che è servito ad entrambe le parti. Volete mettere la credibilità di tutto il sistema se si fosse scoperto quali voragini ci sono nella rete dei controlli FIA? Un conto è sospettarlo, altro ammetterlo…

A questo punto la Ferrari è squalificabile con a rischio anche montagne di denaro che nessuno vuole perdere, neanche gli investitori delle aziende coinvolte e quotate in borsa.

La Ferrari è obbligata dalla Federazione a “soffocare” la propria PU e correre nelle condizioni attuali, ovvero con una monoposto nata per sfruttare un punto di forza che oggi non ha più… ma con la possibilità di recuperare durante la stagione e con un nuovo regolamento alle porte nel 2021. La Ferrari è difatto squalificata ma con l’obbligo di partecipare e fare la figura che sta facendo oggi. La “punizione” appare tutto sommato accettabile alle alte sfere ferrariste: si salvano l’immagine e soprattutto i soldi.

Ma dopo la “talpa”, prima variabile non considerata, nel corso del mese di marzo 2020 ne entra in scena un’altra addirittura inimmaginabile: c’è il Covid ed il mondiale non parte per tempo.

Con il lockdown vanno a scatafascio tutti i piani.

Tutto congelato, nuove regole rimandate di un anno, budget cap: praticamente l’Apocalisse con la Ferrari sottoscacco a dover far buon viso a cattivo gioco in virtù dell’accordo.

Tutto da rifare, ogni previsione sulla stagione 2020 salta e addirittura compromette anche il 2021.

Come per ogni azienda che si rispetti c’è da rifare un piano operativo per affrontare la crisi.

E arriviamo quindi alle scelte degli ultimi tempi cercando, se possibile, di fare un pò d’ordine.

La monoposto sbagliata non la puoi rifare e te la devi tenere anche per l’anno successivo con minimi aggiornamenti e pochi gettoni per svilupparla.

Il “popolo” lamenta da mesi della mancanza di aggiornamenti alla SF1000 dimenticando che nel corso di questa settimana si sono deliberati alcuni particolari che poi NON si potranno toccare nel 2021 senza pagare il dazio della spesa dei gettoni.

Gestire un’azienda è innanzitutto gestire le risorse disponibili, siano esse monetarie, umane ma soprattutto di tempo, visto che questo è limitato per chiunque. Da qui la scelta di non disperdere energie in tutti quei microaggiornamenti che il popolo chiede a gran voce.

In GES sono e restano consapevoli di avere in mano un progetto scadente: apportare modifiche in questi mesi sarebbe servito solo ad accontentare le masse al giovedì per poi ricevere critiche ancor maggiori già al sabato.

Binotto ha dovuto optare per non toccare il motore attuale e farne uno completamente nuovo per non utilizzare più gettoni nel 2021, gettoni da destinare ad altri aspetti della monoposto quando saranno necessari. Ha dovuto gestire gli sforzi dei tecnici su quei particolari che si dovranno omologare e tenere tali sino alla fine del prossimo anno.

Queste sono le motivazioni della “serenità” che traspare nelle dichiarazioni, la stessa serenità che i tifosi oggi chiamano menefreghismo con l’hastag #Binottoout.

Con l’ottica della gestione delle risorse si possono spiegare tante cose anche in merito al comportamento avuto sui tempi e sul mancato rinnovo di Sebastian. Ammesso e non concesso che il tedesco avesse accettato un ridimensionamento dell’ingaggio anche del 50% oggi Binotto sarebbe sulla graticola per aver speso quei soldi consapevole di non poter contare su una monoposto da mondiale. Tanto vale esserlo risparmiando qualche milione…

Perché, volenti o nolenti, le scelte applicate per prendere una decisione aziendale sono sempre vincolate al rapporto costi/benefici, con buona pace dei tifosi che pensano solo alle emozioni del cuore.

Sarà pur un discorso freddo, ma stiamo parlando pur sempre di un azienda che apre i cancelli tutte le mattine avviando un attività a scopo di lucro e non di una ONLUS benefica.

Le aziende si conducono con una visione serena e calma, non prendendo decisioni sull’onda dell’emozione o sotto la pressione di stampa e tifosi: prima ce lo mettiamo in testa prima faremo pace con noi stessi.

Veniamo adesso alle non prestazioni della vettura attuale: la performance la si raggiunge con un equilibrio tra tutte le parti della monoposto. La SF1000 era nata per quel motorone e oggi non va perché non ha mai girato un giorno nelle condizioni ideali. Per farla girare in maniera decorosa non dovrebbe essere scaricata aerodinamicamente come sta accadendo per non farsi sorpassare sul dritto. Vi è la necessità di farlo per questo motivo, con il risultato di fargli usare in maniera sbagliata gli pneumatici ed essere lentissimi in gara. Al Mugello si è tentato di fare l’esatto contrario: l’assetto della macchina di Leclerc era sufficientemente valido per fargli fare una buona qualifica salvo poi essere sverniciato da chiunque. Per recuperare ha spinto in curva oltre i limiti della stessa monoposto mangiandosi le coperture ed alzando in maniera repentina il proprio ritmo. La SF1000 è in un loop tale che comunque tu la metta la performance non esce. Ha senso continuare a chiedere aggiornamenti? Crediamo veramente che fior fior di tecnici non lo sappiano?

Il progetto attuale sarà “raddrizzabile” solo l’anno venturo dopo aver fatto scelte corrette in questi mesi. Non sarà comunque da mondiale e lo sanno anche le paline stradali della provincia di Modena, tant’è che non si sente più il nome di Simone Resta da nessuna parte. Fossi in Binotto l’avrei chiuso in un ufficio a pensare al 2022 buttandone via la chiave e togliendogli anche l’abbonamento di Sky… Magari l’ha fatto davvero…

A chi ne chiede le dimissioni immediate sui socials dal divano proporrei di prenderne il posto per provare solo a scegliere la carta igienica da usare in Ges con risultati che possiamo immaginare.

Rammento che il caro Jean Todt entrò in Ges nel 1993 e vinse il primo costruttori nel 1999 ed il primo piloti l’anno dopo. Che Domenicali ereditò una struttura collaudata e che ad Arrivabene furono concesse quattro stagioni.

Siamo proprio certi che le colpe siano tutte di Binotto? Siamo certi che abbia avuto il tempo necessario per essere giudicato?

Ciò che si vede oggi in F1 è frutto delle scelte di mesi addietro, talvolta anni, e noi qua sopra lo sappiamo tutti. Lo sappiamo al punto che questo scritto altro non è che un sunto di quanto letto dai commentatori stessi e dalle notizie raccolte in giro in questi mesi.

Io li ho solo trascritti e messi in ordine cronologico per cercare una risposta che possa far vivere più serenamente questi mesi di sofferenza.

Grazie a tutti.

(immagine in evidenza tratta dal sito corriere.it)

Salvatore V.

F1 2020- SF1000 per tornare a sognare

BEN ARRIVATA SF1000
Strano il destino di noi ferraristi: il travaglio ci comincia esattamente da subito dopo il parto….
Eppure siamo qua come ad ogni inizio stagione speranzosi che LEI possa regalarci quelle emozioni che vorremmo provare tutte le domeniche di gara. Sarà in grado di riportare l’iride in pianura padana? Lo vedremo.

immagine tratta da F1 grandprix

Intanto è bella come tutte le rosse.. con buona pace di quelli che si mettono in bocca le parole del Vecchio. A me piace perché è rossa e perché è Ferrari, e piace anche a tutti quelli che fanno i fighi e non lo ammettono. Piace perché, alla fine della fiera, la Ferrari resta una fede nonostante tutto e tutti.

immagine tratta da motorsportclan

Sbirciando sui socials ho già visto commenti di gente delusa, gente che forse si aspettava chissà quale rivoluzione…e invece, come era lecito attendersi, la monoposto 2020 altro non è che un evoluzione della precedente migliorata nei difetti (speriamo) e affinata nei dettagli. Non avrebbe avuto senso stravolgere il progetto e ricominciare da zero con un’altra rivoluzione regolamentare alle porte.
Non troverete un’analisi tecnica, la lascio volentieri a quelli bravi, anche perché quello che abbiamo appena visto sarà abbastanza diverso di ciò che vedremo tra qualche giorno a Barcellona e, soprattutto, a Melbourne. Che vada forte o meno lo sapremo solo vivendo, con l’auspicio che non ci schizzi in testa il solito giudizio dopo la prima staccata, lo stesso giudizio che ci ha disilluso spesso e volentieri.
Cominciamo dal nome? SF1000, altro nome celebrativo e 1000 scongiuri per i più superstiziosi. E’ un nome più lungo da scrivere rispetto alla SF90, ma molto più veloce da pronunciare, esattamente come dovrà essere la monoposto.
Oggi possiamo commentare seriamente solo la livrea, con un rosso più intenso, più forte pur sempre opaco dello scorso anno. Bella la grafica “retrò” dei numeri di gara anche se è un peccato non aver potuto ripescare proprio in quest’occasione quel “27” attualmente parcheggiato per Hulk.
Vederla fa salire la temperatura, fa alzare la pressione sanguigna, come ogni anno, seppur somiglia in maniera disarmante alla sua sorella di un anno più vecchia. Eppure gli affinamenti al retrotreno e a tanti dettagli sono visibili dopo l’iniziale delusione.
L’umore dei tifosi rossi oggi è comunque alto come ad ogni presentazione, perché il tifoso rosso ci crede sempre anche di fronte all’evidenza… perché il Rosso emiliano è una passione che non puoi contenere.

immagine tratta da F1 in generale

Sulla SF1000 ci saliranno Sebastiano all’ultimo anno rosso e quel Carletto che tanto ci ha fatto gioire nel 2019. Il primo è chiamato a ritrovare se stesso fin da subito se non vuol vedere la sua carriera finire nell’oblio. Il secondo invece ha tutta la fame per spararsi dritto dritto nell’olimpo dei campioni vergini rossi dopo il primo anno da apprendista prima guida.
Noi che abbiamo la Rossa nel cuore speriamo che non finisca a schegge di carbonio che volano e team order al primo stint di mondiale: che i calendari restino chiusi nei cassetti per favore. Anche il leader Maximo Mattia Binotto avrà un anno in più di esperienza, necessaria nella messa a punto di tutti quei processi interni che nel 2019 non hanno funzionato a dovere e che troppe volte hanno influito sul risultato delle gare. Oggi non è tempo di troppe parole perchè sarebbero inutili…LASCIAMOLI LAVORARE!
Quanto all’Upwash, all’Outwash, all’accorciamento del passo e alla maggior rastremazione delle pance e dei cofani lascio la parola a chi è più qualificato di noi a parlarne.. Noi siamo dei semplici tifosi in cerca di gioia…
Un grazie immenso a tutti coloro che hanno lavorato nell’ombra per arrivare a questo giorno di presentazione, con l’auspicio che sia stata presa la direzione giusta per tornare sul tetto del Mondo laddove un posto per Ferrari deve sempre esserci.
#ForzaFerrari #essereFerrari

Immagine in evidenza tratta da tuttosport

Salvatore Valerioti
Icemankr7 @Mat14_05

Resta….Vai…No ritorna

C’era una volta una bella monoposto rossa di nome SF71-H che correva veloce sulle piste di un inizio mondiale 2018 vincendo le prime gare e facendo pole in sequenza.

L’auto era forte, non dominante come taluni urlavano, ma era molto forte, tanto forte al punto di far sognare nuovamente gli ultras rossi orfani di tituli dal lontano 2008.

A fine primavera però qualcuno decise che uno dei padri di quel progetto avrebbe dovuto emigrare in Svizzera per rinverdire i fasti di un marchio che da li a qualche mese sarebbe riapparso come nome di una monoposto da gara e non più come semplice sponsor.

Il padre obbedì e dopo UN solo mese di gardening si mise a lavorare su quella che sarebbe stata chiamata Alfa Romeo pur continuando ad essere costruita nelle “officine” Sauber. E su questo, sull’importanza di dare il nome ad un telaio piuttosto che essere semplice sponsor, tanti ci ricamarono magnificando l’importanza dell’operazione che all’atto pratico non fa di una Sauber un Alfa….

Non voglio entrare nel merito di ciò, di quelli che sarebbero potuti essere i contenuti di quell’operazione e dei perché fu portata avanti dai promotori della stessa, anzi direi dall’unico promotore….

La realtà dei fatti è che quella SF71-H nella seconda parte della stagione cominciò a perdere prestazioni, portando la Ferrari dall’essere la prima forza del mondiale di inizio 2018 sino alla terza forza attuale. Gia, perché è innegabile che sia così in quanto Red Bull ha vinto due gare nel 2019 e Ferrari no, considerando che Mercedes è ampiamente fuori concorso.

Questa la premessa per rimarcare le perplessità espresse all’epoca dei fatti che videro il trasferimento di un importante Ingegnere come Simone Resta ad Hinwill allontanandolo dalla GES. Il vizio di mettere mani a qualcosa che funziona non lo si perde mai, vero? I risultati confermano la tesi, con una Sauber (mi perdonerete se la continuo a chiamare col suo nome vero) che è cresciuta di prestazioni man mano e con una Ferrari (mi perdonerete se continuo a chiamarla col suo nome finto) che si è persa per strada.

L’operazione fu voluta da Sergio Marchionne, ma non è concesso dirlo ad alta voce attribuendogli un errore madornale, pena gli strali dei tifosi rossi ultras convinti che il miglioramento di prestazioni dopo il 2016 furono solo merito del re Mida che svolgeva il suo ruolo con il cuore del tifoso invece che con l’attitudine del manager.

Ma qui entreremmo in polemica e mi voglio limitare ad un giudizio dei fatti, ovvero che spogliare la Madonna per vestire Gesù Cristo paga solo quando nell’armadio hai i vestiti di ricambio……

immagine tratta da Motorsport.com

Ed infatti il secondo padre della SF71-H ovvero Mattia Binotto ha ottenuto lo scettro del comando della Ges e, non potendo essere uno e trino, i risultati dell’impoverimento del reparto tecnico della Ferrari si sono visti con il parto e lo sviluppo della SF90 ancora a zero vittorie, altro che tituli…

Ma “se in Bahrein”, “se in Canada”……purtroppo i “se” ed i “ma” non fanno podi e neanche vittorie in Formula Uno.

Simone Resta torna in GES dopo TRE mesi di gardening… ma a che serve il gardening quando esci da una porta e ti infili in un’altra dello stesso albergo? La rossa ha bisogno di lui anche per la vettura 2020, perché non credo che in Sauber si stesse girando i pollici pensando al 2021, ovvero avrà fatto qualcosa per la 2020 che magari può tornare utile per la SF91?

Magari la monoposto 2020 sarà meglio chiamarla SF71-H/B

immagine in evidenza tratta da pitpass.com
Salvatore Valerioti

ALL-IN FERRARI, BINOTTO SENZA LIMITI…

Forse gli ultimi 3 anni ci hanno fatto capire realmente quale fosse il vantaggio tecnico che Mercedes si portava dietro dal 2014, ancora oggi per provare a batterla servono sforzi enormi a tutti i livelli. La Formula Uno ha contribuito a costruire dentro se stessa una lotta impari con scelte, (anche di Ferrari a suo tempo), che hanno finito per creare una sorta di Davide contro Golia. Dal ciclo Ferrari a quello Red Bull a quello Mercedes. Non deve stupire quindi che i cambiamenti nelle gerarchie richiedano sempre molto tempo, il che purtroppo cozza con la voglia di ‘incertezza’ dei fans e dei media.

Venendo al presente, il campionato ora attende una SF90 all’altezza, unica vera incognita di questa stagione. Unico vero pensiero per Mercedes. Può essere tutto o niente. Secondo le mie informazioni a Mattia Binotto è stata concessa ampia libertà di movimento, molto più che alle gestioni precedenti. Vedi l’era 2008/2014 di Domenicali per esempio, o 2015/2017 dove Arrivabene ha avuto di nuovo grosse risorse ma ‘limitazioni’ ben precise imposte da Marchionne, un periodo tutto sommato turbolento perché si sapeva che azzerare il gap non sarebbe stato mai del tutto possibile neanche con tutto l’oro del mondo.
Nel 2018 la situazione è cominciata a cambiare, di molto.

Libertà di rischiare, di scegliere le persone, ma soprattutto è stato deciso di sbloccare un budget molto importante. Non ci sarebbero particolari limitazioni di spesa per la progettazione e lo sviluppo tecnico.

Naturalmente i risultati della grande aggressività voluta e concessa dal team principal si vedranno solo superando i problemi di affidabilità che risultano essere stati messi prudentemente in conto; il che combacia perfettamente con questa strana calma che si respira a Maranello. Al momento non c’è una arrendevole delusione nonostante la falsa partenza, c’è piuttosto fiducia e molta curiosità, la consapevolezza che proprio per l’enorme vantaggio che il team Mercedes si portava dietro da anni e l’aver fallito gli obbiettivi con le due ultime vetture, (seppure ottime per la verità), è necessaria quella voglia di rischiare per poi intravedeer la retta via partendo dai rischi. L’alternativa poteva essere quella di rimanere ‘prudenti ma lenti’, e come ho già scritto non farebbe male ricordarsi più spesso del Bahrain (ma solo fino al blackout della vettura di Leclerc, mi raccomando).

Nessun miraggio, manca qualcosa di importante, sta arrivando. In tempo? Sarà sufficiente per iniziare un altro campionato dopo 3, 4, 5 gare?

Vedremo…

L’incarico dato a Binotto è molto ampio, molto preciso, molto semplice: tornare a vincere almeno un campionato entro 2 anni.

Restando in attesa…

Auguri di Buona Pasqua a tutti i lettori di FUNOANALISITECNICA (e del Blog del Ring, fiero di ospitarli!)

Autore:Giuliano Duchessa – @GiulyDuchessa