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Test Barcellona 1 – Giorno 1

Finalmente si accendono le Power Unit di F1 e comincia la Pre-Season 2018 con i consueti test sul circuito di Catalunya, a pochi km da Barcellona: tanta trepidazione sia per vedere le nuove vetture in pista (dopo estenuanti analisi e tante immagini), sia per l’ondata di maltempo che sta investendo l’Europa in questi giorni. Ci si aspettava infatti pioggia (che è arrivata nel pomeriggio) ma tutto sommato piloti e team hanno portato avanti un discreto lavoro valutativo sulle nuove monoposto, complici anche delle temperature non molto indicative (circa 8°C, molto distanti da quelle che troveremo nei GP) ma stabili. 

Al contrario dello scorso anno, in cui l’inaffidabilità delle Power Unit Honda e Renault ha condizionato il lavoro di diversi team (McLaren, Red Bull, Toro Rosso e Renault), questa prima giornata di test è filata piuttosto liscia: poche bandiere rosse ad eccezione di qualche fuoripista, come quello che ha coinvolto Fernando Alonso dopo pochi minuti a causa di un dado ruota difettoso e quello di Nikita Mazepin, pilota russo test driver della Force India, incappato in un errore di inesperienza. 

Il team, infatti, che ha compiuto meno giri in assoluto è stata la Force India: con soli 22 giri e 11esimo tempo (su 12). La vettura, molto simile alla VJM10 del 2017, è sembrata piuttosto buona (secondo le parole del pilota) e nel comportamento complessivamente migliore della precedente, ma ha sofferto di problemi di gioventù: un sensore rotto ha provocato surriscaldamento dei freni e anche il test driver ha dovuto cambiare la posizione del sedile per migliorare la visibilità con Halo. 

In linea con le aspettative il team italo-americano Haas-Ferrari: tempi da centro classifica: 10° a 2,5 sec dal leader di giornata e soli 55 giri. Secondo Romain Grosjean la giornata è stata positiva, nonostante le temperature molto rigide e il nuovo asfalto non abbiano aiutato a trovare il feeling con la vettura, anche in frenata (solito tallone d’Achille). Bisogna considerare però che girano con una SF70H ridipinta.. diciamo non proprio una vettura da metà classifica…

Molto da “piedi per terra” l’inizio della Williams: in pista con entrambi i piloti (Stroll al mattino e Sirotkin al pomeriggio) che hanno pensato di più a “svezzare” la nuova FW41 (e non distruggerla) che a spingere (com’è giusto che sia). Nono tempo per Stroll, ultimo invece per Sirotkin, ben 22 secondi più lento del compagno. 

Inizio entusiasmante invece per la Toro Rosso motorizzata Honda: ben 93 giri e nessun problema con Hartley al volante. Il pilota neozelandese si è detto particolarmente contento del bilanciamento della vettura, nonostante le temperature glaciali della pista non agevolassero il tyre working range. Ha sottolineato inoltre che lo ha impressionato la guidabilità del motore Honda: chissà, magari è la volta buona per i giapponesi di ricevere complimenti…

63 giri per la Alfa Romeo Sauber C37 con Ericsson al volante. La vettura elvetica ha impressionato il pilota svedese riguardo “potenziale” mostrato, tuttavia le temperature e i vari cambiamenti di setup (aerodinamico e meccanico), essendo una vettura praticamente nuova rispetto alla 2017, ne hanno impedito la dimostrazione, chiudendo con l’11esimo tempo. Domani si attende il debutto al volante di Charles Leclerc.

Molto positivo il debutto della Renault RS18 con Nico Hulkenberg e Carlos Sainz (che hanno guidato al mattino e al pomeriggio rispettivamente). La vettura si è mostrata subito veloce e affidabile, secondo il pilota tedesco tutt’altra cosa rispetto al 2017, grazie anche all’enorme sviluppo del team con sede a Enstone rispetto a pochi mesi fa. Pochi giri invece per Sainz, alle prese anche lui con un pomeriggio inutile per temperature e pioggia…

Inizio non dei migliori invece per McLaren, con alla guida Alonso. La sessione comincia con un inconveniente tanto curioso quanto pericoloso, che ha condizionato il lavoro del team inglese per un paio d’ore abbondanti. La vettura, comunque, nei giri in pista è sembrata tutt’altro che bilanciata, con Fernando che è stato costretto a “domarla” per più volte, segno di un non perfetto setup iniziale ma che comunque lascia l’asturiano positivo per il proseguimento dei test. Gli è stato chiesto anche un parere a fine sessione riguardo all’affidabilità mostrata dalla PU Honda e ha risposto “Non importano i giri fatti nel pre-stagione se poi il motore non si avvia in Australia…”.

Terzo tempo di giornata (e 80 giri) per Kimi Raikkonen e la sua Ferrari SF71H. Paparazzata in tutti i modi (anche a causa della bufera mediatica del Filming Day di ieri), la neonata vettura di Maranello ha subito impressionato per le sue doti telaistiche. Giornalisti e addetti ai lavori in pista hanno parlato di vettura ben piantata all’asfalto e con un’ottima trazione, che ha permesso al pilota finlandese delle perfette traiettorie in pista. L’impressione, confermata dallo stesso Kimi, è che non abbiano spinto: l’obiettivo era raccogliere dati (aerodinamici soprattutto, con sensori sul fondo e rastrelli sul diffusore di nuova concezione) e non provare il tempo. Da sottolineare le parole del pilota “tutto quello che abbiamo provato ha funzionato e la macchina ha risposto come ci aspettavamo”…

Secondo tempo di giornata per Valtteri Bottas (e Lewis Hamilton nel pomeriggio) con la W09 EQ Power+ Hybrid. “Solo” 83 giri (molto meno di quelli che si erano prefissati) per il team campione del mondo. La vettura ha dato impressioni “positive”, nonostante abbia mostrato un marcato sottosterzo a causa delle gomme non perfettamente in temperatura, che ha costretto i piloti a zigzagare continuamente sul rettilineo per generare temperatura (segno anche di una maggiore “gentilezza” sulle gomme della nuova vettura). Da sottolineare anche un escursione fuori pista di Hamilton in curva 9. 

Leader di giornata è stato Daniel Ricciardo: la RB14 si è mostrata a suo agio e affidabile sulla pista spagnola, tanto da compiere ben 105 giri (anche con gomme da bagnato sul finale). Il pilota italo-australiano ha dichiarato di essere contento del setup trovato con la vettura, dimostrato anche dalle grandi staccate che ha compiuto e dall’ottimo comportamento a centro curva della vettura, che gli ha permesso di spingere forse di più dei suoi colleghi. Domani toccherà al baby-fenomeno Verstappen confermare le stesse sensazioni…

In conclusione, una giornata all’insegna del freddo e del maltempo (sul finale). Tutti concordano nel dire che è stata poco indicativa, sia nei tempi, sia nel comportamento delle vetture ma fatto sta che, nonostante tutto, le impressioni della vigilia sono state rispettate: Red Bull più competitiva rispetto al 2017, Ferrari telaisticamente solida e Mercedes ancora alle prese con una diva meno “capricciosa” ma ancora non perfettamente prevedibile come le due rivali. Nota di merito al nostro amico Fabrizio Colombari per le notizie utilissime dal tracciato.

I sensori di temperatura montati sulla pancia “lato intercooler” per studiare i flussi

A domani, con il resoconto della 2° giornata!

I tempi di giornata (fonte AutosprintLive)

Chris Ammirabile

PRESENTAZIONE TEST BARCELLONA F1 2018

Salve a tutti Ringers e benvenuti alla Presentazione dei Test di F1 che si svolgeranno come di consueto sulla pista di Barcellona del Montmelò.

Circuito di Catalunya completamente riasfaltato

Oggi ufficialmente, con i filming day di Ferrari e Williams, si chiude la “pausa” invernale e comincia la stagione 2018. Tante sono state le parole spese per descrivere e analizzare le vetture 2018, tante sono state le comparazioni. Ovviamente Regina delle analisi è stata la Ferrari SF71H, che, come sempre, elettrizza i tifosi (e le relative tastiere) italiani e non.

Ferrari SF71H con Vettel, Raikkonen, Kvyat e Giovinazzi

In attesa di vederle realmente in pista già da domani, 26 Febbraio, vi lascio qualche video dei filming day di alcuni team, con il piacere di condividere con voi il sound delle Power Unit Mercedes, Ferrari, Renault e Honda 2018 (più una clip di Kubica con la Williams).

Per quanto riguarda l’analisi delle vetture e delle loro potenzialità invece attendo la pista: credo sia la scelta più giusta e coerente per capire il comportamento delle nuove monoposto 2018. Approfitto anche per dirvi che, così come nel 2017, ogni sera sul Blog del Ring, troverete un resoconto (con relativo commento/analisi) di ogni giornata di test.

Calendario dei Test 2018 – 1° Turno

Chris Ammirabile

Hamilton torna Hamilton e vince in Spagna

Si dice che se una macchina va bene a Barcellona, va bene dappertutto. E a Barcellona ha vinto una Mercedes. Niente di nuovo sotto il sole, quindi.
Non proprio, perchè il GP di oggi, nonostante un risultato scontatissimo alla vigilia (della stagione) ci ha raccontato diverse cose interessanti, oltre a farci saltare sul divano per due terzi di gara.

La prima cosa interessante è che la Ferrari in questo momento ha a disposizione il miglior Vettel di sempre. Veloce, aggressivo nei sorpassi, deciso a portare a casa sempre il massimo. La stagione scorsa qualche dubbio l’aveva fatto venire, ora si può essere fiduciosi che dal punto di vista della prima guida a Maranello non hanno nulla da invidiare ai tedeschi.

La seconda cosa interessante è che per potere far vincere un Hamilton ritornato in forma smagliante, anche in Mercedes hanno dovuto utilizzare il secondo pilota in modalità “zerbino”, come ha fatto la Ferrari in questi ultimi decenni, anche quando non ce n’era bisogno. Bottas oggi è stato inesistente da un punto di vista della prestazione, mentre non lo è stato dal punto di vista del fastidio dato agli avversari, facendone fuori due in un colpo solo alla prima curva (pur con la complicità di un Raikkonen un po’ troppo confidente nello stringere la curva) e facendo perdere a Vettel 5 secondi determinanti nell’economia del risultato finale.

La terza cosa interessante è che forse, e sottolineo forse, in Ferrari devono avere più fiducia nella loro vettura e nel loro pilota. Il primo stop di Vettel è stato molto anticipato, col risultato di farlo rimanere dietro a Ricciardo facendogli perdere almeno un secondo, che si aggiunge a quello perso nel cambio gomme per un problema alla gomma anteriore sinistra (come a Sochi). E anche la scelta di fargli fare l’ultimo stint con le gomme medie è sembrata essere un po’ troppo sulla difensiva. Come se volessero cercare di stare in testa il più possibile, sapendo che prima o poi la Mercedes li avrebbe comunque superati. Cosa che è in effetti successa, ma solo perchè approfittando della VSC con uno stop molto tempestivo, Lewis si è ritrovato nella coda di Seb, e non gli ci è voluto molto a sverniciarlo dopo qualche giro di stordimento per essere stato gentilmente accompagnato all’esterno di curva 2 (lo scorso anno per un comportamento del genere Vettel sarebbe stato messo dietro la lavagna).

Per chiudere il discorso relativo al campionato di Formula 1-A, si riparte da Barcellona con la certezza che quest’anno la lotta non sarà più fra due macchine grigie, ma fra una grigia e una rossa. E su questo, nonostante lo spumeggiante avvio di campionato della Ferrari, qualche dubbio ancora c’era.

Veniamo ora al campionato di Formula 1-B, quello che ha visto vincitore di tappa Ricciardo, arrivato a quasi un giro di distacco. Gli aggiornamenti installati sulla RB13 non hanno funzionato. Punto. E non vale la pena commentare oltre.

Vale invece la pena spendere qualche parola su due quasi debuttanti, Ocon e Werlhein, il primo splendido quinto alle spalle del compagno di squadra, il secondo ottavo e autore di una prestazione incredibile considerando quanto poco si era dimostrata competitiva fino ad ora la Sauber dotata del motore Ferrari del 2016. Senza i 3 ritiri di Bottas, Raikkonen e Verstappen sarebbe comunque arrivato decimo (risparmiandogli la penalità).

Bene questi due giovani, malissimo gli altri due debuttanti, Stroll e Vandoorne. Il rendimento del secondo è una sorpresa, quello del primo no. Ovviamente per entrambi il riferimento è a ciò che fanno i compagni di squadra (perchè le auto che guidano non li potrebbero in nessun caso mettere in condizione di fare grandi cose). A dimostrazione del fatto che queste nuove macchine permettono di distinguere un po’ meglio i campioni dai buoni piloti e da quelli che farebbero meglio a darsi ad altre categorie.

Ora si va a Montecarlo. Oggi di sorpassi se ne sono visti e anche di bellissimi, nonostante ciò che si temeva dopo le prime 4 gare. Fra le stradine del principato sicuramente sarà più difficile vederne, considerando anche le macchine larghe 2 metri. E forse sarà un po’ più dura per la Mercedes modello limousine, la Ferrari ha l’opportunità di chiudere un digiuno che dura dal 2001 (!) quando alla guida c’era un pilota tedesco. Ci sarà da divertirsi, in un pomeriggio che come sempre affiancherà le due gare per monoposto più prestigiose, quella più lenta e quella più veloce, dove quest’anno ci sarà da seguire l’emigrante in cerca di successo, Fernando Alonso, che oggi a quanto pare ha già sperimentato l’assetto scarico per Indy.

FORMULA 1 GRAN PREMIO DE ESPAÑA PIRELLI 2017

Barcellona, Montmelò. L’atmosfera che si respira approcciando il GP di Spagna in programma per domenica prossima è eufemisticamente surreale. Al netto (si fa per dire) del vantaggio di Vettel in classifica su Hamilton (13 punti, occhio Marloc che Bet&Ring alla mano è mezza scommessa già vinta circa il GP di anticipo su fine Mondiale….) la cosa più ilare è leggere le dichiarazioni di Redbull Racing che annuncia un pacchetto da 8 decimi di incremento performance e Mercedes Benz che ne annuncia invece uno da 4. Sì insomma, ad occhio e croce i due Teams sono in piena zona “dita incrociate e speriamo che le modifiche di Barcellona funzionino”, territorio di proprietà simil-esclusiva della Scuderia Ferrari fino a tutto il 2016 e foriero di più illusioni spezzate nel corso degli ultimi anni.

L’atmosfera surreale dicevamo. Perchè se per la legge dei grandi numeri all’ennesimo cambio regolamentare epocale Ferrari ha finalmente (mi sia consentito dire sorprendentemente) azzeccato una “lama” con la quale giocarsi le sue carte nel Mondiale veder MB e RBR ridotte invece a far dichiarazioni da piazzisti di dubbia caratura morale  fa un effetto altrettanto sorprendente. Condiamo il tutto con un Lewis Hamilton ufficialmente in modalità 2011, aggiungiamo la scelta di Pirelli per il weekend di gara spagnolo (Hard/Medium/Soft: anche qui, fino al 2016 sarebbe stata una condanna senza appello per Ferrari oggi invece ha tutta l’aria di una condanna senza appello per Mercedes), agitiamo bene e capiremo come, in assenza di imprevisti, il prossimo weekend dovrebbe confermare una tendenza già chiara da inizio anno ovvero MB che limita i danni in prova mentre mostra la corda in gara. Qualsiasi risultato domenica che non si traduca in un aumento del divario in classifica tra Vettel ed Hamilton a parere di chi scrive costituirà pertanto una sorpresa. Una sopresa maggiore di quella di vedere invece il distacco tra Hamilton e Bottas assottigliarsi.

Negli ultimi giorni sul Web s’è letta una dichiarazione di Vettel nella quale sostiene che Raikkonen non ha raccolto quanto meritava nelle prime quattro gare del 2017. Direi che se il finlandese desidera continuare a correre e, possibilmente, ridursi ulteriormente l’ingaggio per quanto riguarda il 2018 la line-up Ferrari resta la stessa. D’altra parte con le forze in campo così delineate se serve un secondo meglio un secondo che non costituisca un’incognita. Eccitante quanto una riunione condominiale ma tant’è, l’andazzo è questo e, cosa pure peggiore, ad esclusione di Redbull siamo destinati a vederlo replicato in ogni team che abbia velleità di vittoria.

Renault dovrebbe far debuttare la nuova MGU-K sulle sei vetture da lei motorizzate, Honda porta un piccolo upgrade alla propria Power Unit in attesa di uno step evolutivo (sic) molto importante previsto per il GP del Canada. In generale al Montmelò quasi tutti i teams portano novità aerodinamiche, la stessa Ferrari prosegue col suo programma di introduzione progressiva delle stesse.

Davvero strana l’idea che “le modifiche han funzionato” possa essere un’espressione ora riferibile in modo ironico ai due Teams che fino allo scorso anno presentavano delle crescite di performances esponenziali nel corso del Mondiale che si stava correndo. Chissà che dopo il ciclo Redbull e quello Mercedes non se ne stia aprendo un altro sotto ai nostri occhi. La sensazione è quella

Buon GP a tutti

 

L’analisi di PGTECH della prima sessione di test prestagionali F1 a Barcellona

E finalmente dopo tre mesi di stop “forzato” la Formula 1 è tornata in pista per i primi test stagionali, come di consueto sull’ottimo circuito del Montmelo (Barcellona – Spagna). E siccome ho avuto la fortuna di essere in pista (nella seconda sessione ci saranno Cristiano e Mariano), posso tracciare un primo bilancio di questo pre stagione con l’aggiunta anche di qualche impressione sulle varie vetture viste da bordo pista nei punti più interessanti del circuito: stiamo parlando di curva 3, curva 5, curva 9, curva 10, curva 13 e la chicane finale.

MERCEDES W08 EQPOWER+
Il team che ha dominato le ultime tre stagioni di Formula 1 è anche quello che ha concluso le prime quattro giornate di test pre stagione 2017 davanti a tutti (Bottas 1.19.7 ma con gomme UltraSoft) e soprattutto con il maggior numero di chilometri percorsi (2597 km). Ma se valutiamo il crono di Bottas con gomme Soft (1.20.1) si può ben vedere che è risultato essere superiore di 2 decimi rispetto a quello fatto segnare dal ferrarista Sebastian Vettel.

Come ci aspettavamo la Mercedes W08 EQPower Plus è apparsa in pista con qualche novità tecnica come la pinna , la doppia T Wing, un nuovo ma semplice monkey seat e nuovi sfoghi di raffreddamento anche se il grosso degli aggiornamenti a quanto abbiamo potuto capire dovrebbe arrivare tra i test della prossima settimana e in parte anche per il primo Gran Premio della stagione. Si parla di un pacchetto da 0.5/0.7 secondi.

Capitolo passo lungo Mercedes: ad occhio nudo da bordo pista si nota la differenza tra il Team campione del mondo e le altre vetture. Si parla di un allungamento del passo di circa 15-20 cm rispetto alla W07 2016 quindi si è passati dai 3500 mm agli almeno 3650 mm della W08. Per quanto riguarda RedBull stiamo parlando invece di un passo simile a Ferrari poiché dobbiamo ricordarci che il Team di Milton Keynes aveva la vettura, parlando di Top Team, con il passo più corto. Si parla di un allungamento del passo attorno ai 10 cm facendo arrivare il passo della RB13 attorno ai 3530 mm. La Ferrari, come già detto ormai più volte, è il Team che ha allungato meno il passo della vettura 2016, si parla di circa 6 cm facendo arrivare quindi il passo della SF70H a circa 3550 mm. Stiamo parlando pur sempre di rumors che comunque possono darci una idea di massima per quanto riguarda un parametro tecnico piuttosto importante. Ricordiamo che il passo, detto anche interasse, non è altro che la distanza tra l’asse di una ruota anteriore e l’asse della ruota posteriore posta sullo stesso lato.

La W08 è apparsa nella prima giornata di prove una vettura molto difficile da inserire in curva (molto sottosterzo) e piuttosto nervosa in uscita quando i due piloti andavano a scaricare la tanta potenza dell’unità motrice tedesca. A quanto capito da FUnoAnalisiTecnica il Team tedesco è arrivato a Barcellona con mappature motore ed assetti non troppo ottimizzati e su cui si è concentrato il grosso del lavoro svolto nei giorni successivi. Lavoro che ha dato i suoi frutti poiché tornando a bordo pista il terzo giorno, ho potuto apprezzare un’altra vettura, quasi perfetta in trazione e notevolmente migliorata in fase di inserimento anche se i problemi di sottosterzo non mi sembravano totalmente risolti. Bottas ma soprattutto Hamilton (visto nella simulazione di gara) riuscivano ad andare molto prima degli altri sul gas in uscita da curva 12, quella che immette verso la Europcar e poi sulla chicane. Nessun grosso problema per la W08 nel percorrere curva 3 completamente in pieno, già dal lunedì mattina cosi come la Ferrari SF70H. Vettura tedesca che mi ha impressionato nella chicane finale (curva 14 e 15) soprattutto con Hamilton che nel terzo giorno la buttava dentro come nessun’altro riusciva a fare: non arrotondava l’ingresso ma puntava direttamente il cordolo, sfruttandolo poi più degli altri, riuscendo anche ad essere molto rapido nel cambio di direzione pur con una vettura a passo lungo che sicuramente non dovrebbe aiutare nei tratti cosi lenti e tortuosi.

Capitolo Power Unit: l’unità Mercedes 2017 “suona” molto simile a quella dello scorso anno anche se quella scesa in pista nei primi test non era la specifica di unità motrice che Mercedes utilizzerà a Melbourne. Sarà interessante capire se Mercedes potrà sfruttare appieno la sua Power Unit in Australia poiché ci sono dei rumors non positivissimi per quanto riguarda l’affidabilità della nuova unità motrice tedesca. Problema fastidioso ma non grave quello che ha fermato il Team campione del mondo nella mattinata del quarto giorno che ha riguardato la parte elettrica in fase di revisione nella notte (Aldo Costa ci ha detto che il problema si è verificato verso le 2 di notte) tra mercoledì e giovedì. Nel fare dei controlli sull’ERS c’è stato un blackout che ha danneggiato alcune parti elettroniche della Power Unit EQPower Plus.

FERRARI SF70H
Il team che ha sofferto forse più di tutti in questa prima parte di era ibrida della Formula 1 è quello che ha sorpreso maggiormente nelle prime quattro giornate di test pre stagione 2017. Una SF70H molto veloce (il crono di 1.19.9 con pneumatici Soft fatto segnare nella terza giornata da Sebastian Vettel è migliore di due decimi rispetto alla Mercedes e di 1.2 secondi rispetto a RedBull) e molto affidabile, con una Power Unit non stravolta rispetto alla già ottima unità 2016, scelta a quanto pare piuttosto positiva.

La Ferrari SF70H è scesa in pista nella versione già vista a Fiorano la scorsa settimana con la sola importante novità dell’ala a cucchiaio  provata solamente per pochi giri da Sebastian Vettel nella giornata di mercoledì.

Ciò che però ha attirato la curiosità di molti appassionati è il canale presente già nella giornata di lunedì sul fondo della SF70H. Da notare la presenza di più nastri per la misurazione della temperatura in una posizione certamente insolita. Cosa potrebbe nascondere quel canale nero sul fondo della nuova arma progettata a Maranello? Non c’è nessuna conferma ma sembra che Ferrari abbia creato nell’intercapedine del fondo piatto un condotto che trasporti del fluido. Che Ferrari stia provando a portare l’olio della trasmissione dalla parte posteriore della SF70H al radiatore dedicato in zona inizio pance? Di certo un condotto in quella zona è un qualcosa di molto interessante per una moderna vettura di Formula 1 e se avremo delle informazioni più certe scriveremo sicuramente un post a parte più approfondito.

Quella italiana è la vettura che mi ha colpito di più nella prima giornata di test, secondo me la migliore in pista lunedì.

Una vettura che appena messa in pista è risultata già piuttosto buona nei curvoni veloci, solo un po nervosa in trazione e poco precisa in inserimento ma non quanto Mercedes. Nella giornata di mercoledì ho trovato una SF70H migliorata (ma non moltissimo) soprattutto in fase di ingresso curva ma non ancora ai livelli della W08 quando Raikkonen e Vettel vanno a prendere in mano il gas. Lì Mercedes sembra aver ancora qualcosa in più visto che soprattutto Hamilton riusciva ad aprire prima il gas in alcune curve rispetto a Sebastian Vettel. Per quanto riguarda la chicane finale, la SF70H non è ai livelli della W08 di Hamilton. Il Vettel di mercoledì arrotondava di più l’ingresso e sfruttava meno i cordoli. Ma è una SF70H in generale buona quella vista in pista pochi giorni fa sul circuito del Montmelo, sicuramente seconda vettura del lotto in questi primissimi test della stagione 2017 di Formula 1, più vicina di quanto non si aspettavano in Mercedes. I tedeschi quantificano in 0.3 – 0.5 secondi il vantaggio attuale sulla rossa anche se credono che gli aggiornamenti alla W08, motoristici e aerodinamici, potranno dilatare ulteriormente il gap. Una RedBull non troppo preoccupata dalle prestazioni della rossa: secondo Helmut Marko il Team italiano è sceso in pista con mappature motore più spinte e soprattutto qualche decina di kg in meno nei serbatoi vedendo quanto frenava tardi Vettel in curva 1 e quanto era rapida la SF70H nel terzo settore (quattro decimi rifilati alla RB13), quello più tortuoso.

Importante il lavoro del Team italiano sul compound Medium rispetto alla scelta più Soft del team Mercedes. Importante sottolineare come nei test ai Team interessa trovare un composto il più stabile possibile, che garantisca un ottima costanza anche sulla distanza per poter effettuare tutte i compare e i programmi giornalieri preventivati. Parlando con gli uomini di Pirelli ho potuto capire che gli pneumatici 2017 hanno un minor picco di prestazione e più costanza sulla distanza tanto che a grandi linee si può considerare: Soft 2017 -> Medium 2016 e cosi via con mescole di backup 2017 che risultano essere molto simili come mescola agli pneumatici 2016. I primi segnali di questo indurimento delle mescole, che utilizzano materiali assolutamente nuovi e una nuova filosofia di progettazione, arrivano dalla scelta per Melbourne dove Pirelli porterà la UltraSoft come gomma più morbida e non la SuperSoft come nel 2016. Stesso discorso per il Gran Premio di Russia del prossimo aprile (in Cina e Bahrain la scelta è ricaduta per le stesse mescole del 2016, aspettiamoci meno soste).

Sempre parlando di mescole e di Ferrari, nel paddock girava anche un rumors che associava l’utilizzo della mescola Medium 2017, non troppo adatta a temperature della pista attorno 15°C-25°C, ai minor quantitativi di carburante imbarcati sulla SF70H per far funzionare e cercare di capire una mescola relativamente dura che tanti problemi ha creato alla Ferrari 2016. Mentre Mercedes ha continuato il programma stile 2016, tanto carburante a bordo (si parla di 80-90 kg,) abbassando il grado di durezza della mescola scelta per via delle importanti modifiche apportate da Pirelli sugli pneumatici 2017 e spiegati poco sopra.

Da capire se Ferrari porterà un grosso pacchetto di sviluppi per i secondi test di Barcellona (dal Team italiano smentiscono) che possa contrastare le novità che il team campione del mondo monterà sulla sua “lunga” W08. Quello che abbiamo potuto carpire è che settimana prossima debutterà in pista molto probabilmente sulla SF70H la specifica di Power Unit che Vettel e Raikkonen avranno a disposizione nel primo weekend della stagione e forse anche una nuova ala anteriore.

REDBULL RB13
Sicuramente la più difficile da decifrare poiché avendo anche girato piuttosto poco non è stato semplice vederla in azione da bordo pista. RedBull è forse il Team che si è nascosto più di tutti in questi primissimi test portando in pista una versione molto pulita della RB13 che a detta di Adrian Newey serviva più che altro per analizzare i flussi attorno alla sua nuova creatura. Cronometricamente parlando, il team di Milton Keynes si è beccato più di un secondo da Ferrari e Mercedes.

Dal punto di vista tecnico bisogna segnalare che RedBull ha portato in pista sicuramente la soluzione tecnica che ha destato più curiosità, in questo finora breve pre stagione: il muso con il foro. Una soluzione senza trucco ma molto intelligente e perfettamente legale per quanto riguarda l’aerodinamica anteriore della monoposto di Milton Keynes . Da segnalare anche la novità molto interessante che riguarda la parte esterna dei cerchioni posteriori della RedBull RB13 che è ora zigrinata per motivi principalmente termici.

Ciò che i test hanno fin dal primissimo giorno confermato è che la nuovissima Power Unit Renault è tutt’altro che affidabile, confermando i nostri rumors di qualche settimana fa. Questo non è un problema da poco poiché analizzando il chilometraggio si può notare come il Team anglo austriaco abbia percorso quasi la metà dei chilometri Mercedes e circa 800 km in meno di Ferrari quando sappiamo che soprattutto in questi primissimi test è importante essere in pista il più possibile. In questa stagione 2017 sarà fondamentale evolvere correttamente le vetture: riuscire quindi a portare in fabbrica quanti più dati possibili in questa otto giorni di test consentirà ai Team di procedere con la validazione dei primi aggiornamenti da portare in pista all’inizio della stagione e soprattutto di pianificare quelli che verranno introdotti tra la seconda parte delle gare europee e l’ultima parte di stagione.

Quella vista in pista sia il lunedì che il mercoledì è una RB13 tutt’altro che perfetta, con un miglioramento del comportamento in pista non cosi importante come quello visto con la Mercedes W08. La RB13 in questa prima quattro giorni di test è quella che meno ha impressionato molti addetti ai lavori, me compreso, non dando l’impressione di poter competere con Ferrari e Mercedes. Ma cosi come per Mercedes, si pensa che anche RedBull abbia in cantiere un ottima carrellata di aggiornamenti tra i test della prossima settimana e la gara inaugurale di Melbourne che potrebbero avvicinare il Team anglo tedesco soprattutto alla Ferrari. Con il grande punto di domanda di una Power Unit Renault che pur essendo molto scarica di CV (la più scarica se non contiamo Honda) ha avuto comunque troppi problemi di affidabilità soprattutto alla parte ibrida. Problemi che comunque i motorizzati Renault come RedBull e Toro Rosso si aspettavano, a quanto raccolto. E a conferma di ciò ci sono le costanti dichiarazioni del management di RedBull, il quale non si aspetta di poter lottare per la vittoria fino a circa la metà della stagione 2017.

GLI ALTRI TEAM
Dopo aver parlato dei tre Top Team per eccellenza, c’è sicuramente da spendere qualche parola anche per gli altri Team.

Molto difficilmente lotteranno per la vittoria ma ho visto piuttosto bene la Force India e il Team Haas che potrebbero risultare le due scuderie dietro ai team analizzati in precedenza. Non bene Williams che sembra ancora carente di carico aerodinamico; anche Toro Rosso e Renault (un po meglio della scuderia di Faenza) non mi hanno fatto una grande impressione.

Un discorso a parte lo merita la Mclaren che sembra (quasi) tornata agli incubi di Jerez 2015. Eravamo al corrente dei problemi di affidabilità della Power Unit Honda ma non pensavamo che fossero di questa entità se si considera che in quattro giorni di test sono state utilizzate ben tre Power Unit. In pista la macchina mi è sembrata tutt’altro che buona anche se in Mclaren hanno la scusante del molto tempo perso per modificare assetti e soprattutto le mappature di un motore, tanto, troppo scarico di cavalli per evitare ulteriori rotture. Per il secondo test di attende una nuova specifica di Power Unit da Honda, quella omologata per correre la prima parte della stagione, che dovrebbe secondo i giapponesi risolvere gran parte dei problemi della prima specifica. Ma chi crede ancora nel progetto Mclaren Honda?

THANKS TO PGTECH, WE ARE BRING

NDR: da martedì 7 usiamo tranquillamente lo spazio qua sotto per commentare la seconda sessione di test prestagionali a Barcellona