ROSSI, PENSA SE CI AVESSI PROVATO….A SMETTERE.

Se ti metti in testa di parlare di Valentino Rossi ti trovi sempre di fronte ad un imbarazzo estremo.

Devi fare un sacco di premesse, devi sperare di non essere frainteso per evitare che finisca in caciara…

Chi scrive lo ha apprezzato per i risultati sportivi dei tempi che furono ma non l’ha mai amato per i comportamenti tenuti nei riguardi dei colleghi. Nonostante ciò mi è pure simpatico, eppure la “stampa di regime” è riuscita a farmelo diventare fastidioso.

E’ comprensibile che il tifoso oltranzista accampi scuse di qualsiasi genere per difendere il proprio beniamino, ma deve altresì essere concesso agli “altri” di poterlo criticare quando ne hanno ben donde alla luce dei risultati degli ultimi anni. Quello che invece è meno comprensibile è vedere il giornalismo che diventa “tifo”, perché le dichiarazioni partigiane sono ormai diventate troppo ridondanti.

Ieri ho intravisto un servizio in Tv che parlava di “rispetto” per quello che ha fatto in passato…. Come se un posto in MotoGp su una moto ufficiale fosse un posto riservato di diritto come per i Senatori a vita a Palazzo Madama. No, dai così non va proprio bene.

Valentino è vittima del suo stesso operato, ovvero del dileggio che nei primi anni adottava nei confronti dei propri avversari. Era giusto allora? Se la risposta è affermativa allora deve essere giusto anche oggi, per equità nei riguardi di tutti i professionisti del manubrio. Io penso che fosse sbagliato già all’epoca, ma oggi non ce ne si può lamentare perché si raccoglie ciò che si è seminato per anni.

Io sono un amante del Motorsport e trovo che non sia bello assistere a tali vicende. Noi, quelli vecchi, abbiamo sempre amato i piloti a prescindere e non abbiamo mai “tifato contro”. Questo fenomeno si è acuito con l’avvento dei media e della mediaticità dello stesso Vale: le sue colpe sono quelle di non aver mai proferito parola per stoppare questo meccanismo che non è mai appartenuto al nostro sport.

Ma veniamo al tema principale sul quale vorrei dare la mia inutile opinione: il momento giusto per staccare la spina.

E’ già passato da un pezzo, ad essere onesti, ma perché? Perché Rossi è costretto a macchiare i suoi splendidi e meritati trionfi con queste prestazioni scialbe e scadenti?

Non sarebbe stato meglio cambiare campionato (magari davvero la SBK) ed evitare tutto questo? Altri lo hanno fatto con alterne fortune ma lui, il Campionissimo, perché non ci ha provato?

Non c’è polemica nel mio pensiero, davvero, solo tanto rammarico nel poter immaginare le motivazioni senza averne la certezza.

E se Valentino fosse prigioniero di tutto ciò che si è creato intorno a lui? Mi sono fatto l’idea che, se fosse stato per lui, avrebbe smesso da un pezzo con buona pace di quella parte di media che ci tengono a sottolineare il contrario. Rossi è troppo intelligente per non aver pensato a quello che doveva essere il momento giusto per mollare tutto. Magari è proprio il “tutto” che ha paura di mollare lui, il protagonista di tanti anni, e tutto l’indotto che ha generato. Mancano le alternative, soprattutto adesso che i rivali più importanti degli ultimi anni buoni sono o ritirati (Lorenzo) o in difficoltà (Marquez).

Voglio pensare che il circo lo stia tenendo dentro con dei contratti e delle pressioni da cui non può sfuggire, perché ad uno bravo come lui di sicuro “tira il culo” finire dietro tutte le domeniche….sapendolo addirittura prima di partire, aggiungo.

Mi spiace ma non riesco a pensarla diversamente, perché se corresse solo per la gioia di farlo lo potrebbe fare ovunque, anche in un team minore piuttosto che in un’altra categoria. E lui stesso è troppo sveglio per illudersi di poter ancora vincere un campionato contro questi ragazzini terribili. Quindi le motivazioni di questo “accanimento” sono altre, per forza..

In barba ai giornalisti che chiedono rispetto (gli stessi che non lo hanno avuto con altri) i tifosi del Motociclismo mal tollerano vederlo andare in giro per il mondo esposto come un fenomeno da baraccone, come quell’attrazione speciale in declino dei vecchi spettacoli itineranti…

L’unica cosa che mi sento di dire per chiudere è che non doveva finire così, né per lui né per lo sport, perché ci abbiamo perso tutti.

Che peccato.

Salvatore V.

(immagine in evidenza tratta da sportfair)

 

BASTIAN CONTRARIO: L’INCANTESIMO FINITO

Il GP di Imola disputato ormai più di due settimane fa, ci ha regalato non poche emozioni (e non poche polemiche le quali non mancano mai), lasciandoci l’illusione che Verstappen con la sua RB16B; potesse tener vivo il mondiale.

Il GP del Portogallo disputato domenica scorsa, con il solito Hamilton vittorioso davanti ad un affannato e pensieroso Max, ci ha riportati coi piedi per terra. Sia chiaro, nessuno si illudeva che la RedBull fosse superiore alla corazzata tedesca, solo si pensava che almeno potessero giocarsela alla pari. Cos’è successo allora? L’incantesimo è già finito? La magia di vedere un mondiale combattuto fino alla fine è già svanita? Ad essere sinceri è troppo presto per poter giungere ad una conclusione del genere. Certo che se il Re Nero ne “infila” altri due GP di seguito, allora c’è poco da fare. Quanto visto ieri, trasmette l’impressione che anche quest’anno le cose possono prendere questa strada. Ciò che mi ha colpito del GP appena concluso, è stato il comportamento della Mercedes per quanto riguarda la gestione delle gomme: la stessa AMG per bocca di Toto si lascia sfuggire: “iniziamo a capire le gomme”. Se Toto afferma ciò, vuol dire che sanno già quello che devono fare… e siamo solo al terzo GP del mondiale! Per RedBull si mette male e in quel di Milton Keynes, si devono rimboccare le maniche se vogliono tenere il passo e dare fastidio ai teutonici. Per questo il prossimo GP (in Spagna questo weekend), avrà già un sapore di “lotta della verità”. Infatti resta da capire se è stata la conformazione della pista unita alle condizioni ambientali (tanto vento) a favorire la W12, oppure è stata la squadra anglo tedesca stessa; ad aver già trovato la quadra. Certo è che se sarà la prima opzione allora avremo un mondiale tirato fino alla fine, se la seconda ci sarà poco da gioire.

Di certo chi ne sarà felice, saranno Lewis&Co. e decisamente meno, Max e tutti noi che ci dovremmo sorbire, un rinnovato monologo teutonico. Eppure al momento nulla è perduto e soprattutto, bisogna sfruttare l’unico punto debole di Lewis e della sua squadra (che poi è anche la loro forza): la loro imbattibilità ed il fatto di correre praticamente da soli. Su queste righe mi sono sempre speso nei riguardi del talento di Hamilton, al quale non ho mai mancato di dire (tra l’altro), che il suo è un talento sprecato, considerando che grazie (o a causa?) del mezzo che ha a disposizione, mortifica tutto il circus e gareggia praticamente da solo.

Dal GP di Imola, il campione inglese, ha improvvisamente realizzato che non è più solo e che deve fare gli straordinari per portare il risultato a casa. Straordinari, diciamola tutta, che non è più abituato a fare da tempo. Gli unici mondiali tirati per Hamilton, sono stati il 2016 ed il 2018 (non tutto). Quello in corso può essere una replica di questi due mondiali citati… infatti un senso di insofferenza Hamilton lo sta palesando: ad Imola finisce fuori pista (per poi recuperare) e nel GP portoghese, prima si distrae (con Max dietro non te lo puoi permettere) alla ripartenza, mentre in fase di sorpasso su Perez; chiede le bandiere blu. Capisco che la W12 nelle sue mani va forte, solo che pensare di avere addirittura doppiato la RB16B del messicano è stato un pensiero abbastanza ottimistico da parte sua. È evidente che Lewis aveva fretta, è evidente che il campione del mondo, vuole mettere al sicuro più punti possibili; per poter gestire il resto del campionato.

Questo ci riporta all’inizio di quanto detto sino ad ora: la Spagna sarà una cartina al tornasole per capire se l’incantesimo è già finito, oppure potremo continuare a sognare un mondiale combattuto almeno fino all’autunno. Dio non voglia che la disputa non sia risolta dalla burocrazia e dalle assurde regole che soffocano l’estro dei due contendenti al titolo: l’utilizzo spropositato dei track limits, è oramai evidente. Il buon senso dovrebbe prevalere, solo che nella F1 moderna si sa il buon senso è stato accantonato da tempo. RedBull e Verstappen sanno bene che questa è una grossa opportunità, per giocarsi l’iride e soprattutto per i bibitari è l’occasione per rassicurare il suo pupillo e, tutto il suo “seguito familiare”, sulla permanenza in squadra. Sono certo che a Milton Keynes faranno di tutto per prolungare questo incantesimo.

PS

Un mio sentito ringraziamento per l’opportunità che mi viene data, nell’esprimere il mio pensiero sul mondo della F1, va al “Blog del Ring” col quale collaborerò da quest’anno: sono cresciuto con F1AnalisiTecnica, ai quali andrà sempre la mia stima ed il mio affetto, e spero di contribuire con l’esperienza acquisita ad aiutare la mia nuova famiglia  in questa nuova avventura.

Vito Quaranta

 

(immagine in evidenza da CorriereQuotidiano.it)

LA MOTOGP ALLA ROVESCIA: A JEREZ DOPPIETTA DUCATI

Finalmente è arrivata la prima vittoria 2021 targata Borgo Panigale. Per assurdo è arrivata sulla pista più ostica per la rossa, addirittura con una doppietta. E per assurdo la stessa vittoria è arrivata con il pilota che era apparso più in crisi tra quelli “bolognesi” in questo inizio stagione.

Un Jack Miller in palla (da poco operato di sindrome compartimentale) raccoglie il comando quando Fabio Quartararo, mattatore per due terzi di gara, vien colpito dal dolore all’avambraccio destro per la stessa sindrome di Jack e scivola in fondo alla classifica per fermarsi al tredicesimo posto.

Vincere ha sempre un gusto speciale, e poco contano le circostanze in cui la vittoria matura, perché chi vince ha sempre ragione e la bandiera a scacchi è un giudice implacabile.

Jack è stato commovente al punto di commuoversi anche lui scoppiando in lacrime una volta tolto il casco. L’australiano sembra freddo ma ha quel calore tipico degli australiani che li rende gli anglosassoni meno anglosassoni di tutti. Non piace a tutti, non vincerà un mondiale ma una gara di MotoGp non la vinci mai per caso e per lui questa non era neanche la prima volta.

(immagine tratta da motorbox)

La festa Ducati è completata dal secondo posto di Pecco Bagnaia: alla viglia era proprio lui il maggior indiziato per portare a casa la prima vittoria emiliana della stagione, ma anche senza riuscirci ancora (perché ci riuscirà) con questo secondo posto balza in testa alla classifica generale. Dalle sue dichiarazioni si è capito che ad inizio gara ha forse risparmiato troppo la sua gomma posteriore ricominciando a spingere solo quando la vetta era ormai troppo lontana. Deve mettere a punto questo dettaglio: prima ci riuscirà prima ci farà urlare il suo nome per primo sul traguardo.

La giornata “italiana” ha avuto la sua ciliegina sulla torta col podio di Franco Morbidelli. Tonico, concreto e costante è diventato una garanzia anche guidando una M1 My2019 della quale si sono già dette troppe cose da tutti in quest’inizio stagione. Direi che ad Iwata è arrivato il momento di porsi delle domande, questo a prescindere dal fatto che il suo compagno di squadra abbia la versione più aggiornata, ma proprio perché sia Vinales che Quartararo hanno mostrato di non aver cambiato il mood 2020: la naturale predilezione per il gioco dell’altalena. In ottica mondiale sarebbe nel loro stesso interesse avere qualche attenzione in più per il Morbido, a prescindere dai soldi che sborsa Petronas.

Gli altri? Abbiamo visto un opaco Mir, un opaco Vinales, un opaco Zarco, un opaca KTM.

Eppure, con il quarto posto di Nakagami, il quinto di Mir ed il sesto di Espargarò, ritroviamo Ducati, Yamaha, Honda, Suzuki, Aprila nelle prime sei posizioni: fantastico. Non fosse che Ducati ne ha messe due davanti sarebbe forse stato un risultato da segnare negli annali.

Marquez ha fatto più che il suo. E’ caduto in prova, è caduto nel warm up, è arrivato nono e gli hanno tolto la tuta a fatica. Direi che ci siamo, ovvero si sente meglio e spinge tornando a cadere quando non c’è nulla da perdere esattamente come ha sempre fatto. La prestazione arriverà, ben consapevoli tutti che la moto che guida non è la migliore del lotto e che è stata “orfana” delle sue cure per oltre un anno.

(immagine tratta da oasport)

In ultimo dedico qualche riga a Valentino Rossi. Ormai sono anni che non capiamo più cosa stia accadendo. La discesa sembra non arrestarsi più.

(immagine tratta da zazoom)

L’abbiamo visto arrivare lungo alla Dry Sack quando non lottava contro nessuno se non contro se stesso. L’abbiamo visto seguire linee che non sono quelle “normali”. In questo modo si sta depauperando l’onore per una carriera che ha avuto dell’incredibile per tanto tempo. Bisogna trovare il coraggio di dire basta, perché mi da l’idea del pugile suonato messo di forza su un ring a prendere pugni solo per pensare all’incasso del botteghino. Qualche anno fa il codazzo mediatico che lo sosteneva faceva tenerezza quando trovava motivazioni improbabili. Adesso sono diventati ridicoli senza rendersi conto che, in questo modo, danneggiano l’immagine del loro Campione.

Ci vediamo a Le Mans tra 14 giorni.

Salvatore V

(immagine in evidenza tratta da Repubblica)

IL PROF. HAMILTON DA’ UNA LEZIONE A VERSTAPPEN A PORTIMAO

E per fortuna che le Mercedes dovevano essere penalizzate dal taglio del fondo. Sono bastate tre gare, e anche Bottas è stato in grado di fare la pole in quel di Portimao. Anzi, in qualifica le due frecce d’argento si piazzano in prima fila relegando un arrabbiatissimo Max in terza posizione. 

E quando si spengono i semafori, il finlandese sfila alla prima curva davanti ad Hamilton e Verstappen, mentre Sainz riesce a guadagnare la quarta posizione ai danni di Perez. Ocon e Norris danno vita ad un bel duello con l’inglese che la spunta. Al primo passaggio sul traguardo, Raikkonen prende la scia di Giovinazzi ma, distratto da alcune regolazioni sul volante, sbaglia la misura e distrugge l’ala anteriore contro la gomma posteriore sinistra del compagno di squadra. Esce così la Safety Car per consentire la ripulitura del rettilineo di partenza dai detriti.

Alla ripartenza, Bottas scatta a razzo, Hamilton si distrae e si fa superare da Verstappen. Peggio fa Sainz, che perde due posizioni a favore di Norris e Perez, mentre Leclerc supera Ocon e si accoda al compagno di squadre.

I primi 3 viaggiano vicinissimi, con Verstappen incollato agli scarichi di Bottas. L’olandese commette però un errore, e offre il DRS ad Hamilton, il quale ne approfitta subito e lo passa di forza, facendosi poi subito sotto la compagno di squadra, cui tocca analoga sorte al giro 20. Lewis lo stacca immediatamente, lasciandolo in balia di Max, il quale, a questo punto deve sbrigarsi se non vuole perdere contatto con l’inglese. Ma il DRS non è sufficiente con una Mercedes, e l’olandese vede impotente il rivale andarsene.

Non succede niente fino al giro 36, quando Verstappen rompe gli indugi e si ferma per montare la mescola più dura, che sembra funzionare molto bene. Bottas copre la mossa e rientra al giro successivo, riesce ad uscire davanti a Max ma, con la gomma più fredda, non può resistere alla furia dell’olandese che lo supera dopo poche curve. 

Si ferma anche Hamilton, che riesce a mantenere senza problemi la posizione, e poi inizia a martellare a suon di giri veloci. Lo stesso fa Bottas, che si avvicina così a Verstappen, il quale pare in difficoltà a tenere il ritmo delle due Mercedes. In testa alla gara è rimasto Perez, che non si è ancora fermato e che il team insiste a mantenere in pista nella speranza che dia un po’ fastidio ad Hamilton. Il quale però lo raggiunge e lo passa immediatamente, invocando le bandiere blu senza rendersi conto che in realtà Checo è nello stesso giro. Visto che l’ingegnoso piano della Red Bull è fallito, il messicano viene fatto fermare immediatamente per montare gomme soft.

Quando mancano 10 giri alla fine, Verstappen è a 5 secondi da Hamilton, e Bottas ha un analogo distacco da Max. La lotta per il podio è finita, e a quel punto Mercedes e Red Bull provano a prendersi il punto del giro veloce, facendo fermare rispettivamente il finlandese e l’olandese per un time attack finale, che consentirà al primo di portare a casa il punto addizionale.

Finisce così con Hamilton vincitore di una gara condotta magistralmente, Verstappen secondo con diverse cose su cui recriminare e riflettere, e Bottas che ha dovuto capitolare con entrambi, per la verità con un po’ di rassegnazione. Quarto Perez, che ha compiuto egregiamente il compitino per il quale è stato assunto.

Quinto Norris, come al solito il primo degli altri, davanti a Leclerc con una Ferrari che può per ora solo combattere per diventare la terza forza ma stando nel secondo gruppo. Settimo Ocon con una Alpine in ripresa, e, a conferma di questo, ottavo si è piazzato Alonso, ritornato quello di una volta e capace di arrivare a ridosso del compagno dopo essere partito molto indietro rispetto a lui. Nono Ricciardo, sempre opaco, e decimo Gasly con una Toro Rosso non in grado di confermare in gara i risultati delle qualifiche.

Fuori dai punti Sainz, autore di una gara poco brillante dopo una buona qualifica. Sempre in ombra Alfa Romeo e Aston Martin. Williams svanita in gara dopo la buona qualifica di Russell, e Haas sempre in target con le ultime due posizioni della classifica.

Fra solo una settimana si corre in Spagna. Si dice che se una macchina va bene al Montemelo va bene dappertutto, e vedremo se l’equilibrio visto nelle prime tre gare fra Red Bull e Mercedes si confermerà, o se una delle due si mostrerà superiore. 

P.S. 
Anche oggi una decisione sul track limit ha influito sulla classifica del campionato. A Verstappen è infatti stato tolto il punto del giro più veloce per via di un’uscita in curva 14. Si tratta sicuramente di una decisione fondata a termini di regolamento, ma quello che lascia perplessi è il numero eccessivamente elevato di questo tipo di decisioni visto nelle prime 3 gare fra sabato e domenica. Come già scritto precedentemente, è auspicabile che questi eventi non diventino il leit motiv delle prossime gare, perchè potrebbero facilmente generare polemiche di cui non c’è bisogno quando a contendersi il campionato sono due campioni del calibro di Hamilton e Verstappen.

“DIGGIA” IN SOLITARIA A JEREZ – MOTO2 POST GP

Ha vinto un figlio di Troy.

Ha vinto uno di noi.

È sempre stato la cenerentola dei nostri giovani. Un po’ com’è successo agli altri in passato. Lui non è originario della “Riders Land” lui è “Romano de Roma“.

Fabio Diggiannantonio taglia per primo il traguardo di Jerez. Immagine MotoGP.com

Il suo idolo non è Schwantz, Doohan, Rossi o Marquez. Il suo idolo è Troy Bayliss e per quello ne utilizza gelosamente il 21.

https://twitter.com/FabioDiggia21/status/1329060352399732740?s=19

Spesso è passato sotto traccia il suo talento, specialmente in TV quando gareggiava nel Mondiale Moto3 contro Jorge Martin. Lui era tenuto sempre “in disparte” soprattutto dai media nostrani, forse perché cresciuto alla corte del Maestro Gresini e non nell’altra.

Tant’è che oggi ci ha regalato una gara stupenda, una gara in solitaria come alcuni Piloti ci hanno abituato negli ultimi anni.

https://twitter.com/gigasss1/status/1388810593809965059?s=19

La vittoria di Fabio è tutta sua e di Fausto, che ha creduto sempre nel suo magnifico talento. Gara superlativa ad Jerez de la Frontera condotta dall’inizio alla fine, pennellando le curve spagnole come solamente pochi artisti in solitaria sanno fare.

Sul podio salgono un bravissimo Marco Bezzecchi e Sam Lowes. Chiudono la Top5 Remy Gardner e Raul Fernandez.

Ottima anche la gara dell’altro rookie, il giapponese Ai Ogura (7°), molto meglio degli altri due debuttanti Vietti (18) e Arbolino (21).

 

Classifica Mondiale👇

🥇Remy Gardner 🇦🇺 69 punti

🥈Sam Lowes 🇬🇧 66 punti

🥉 Raul Fernandez 🇪🇸 63 punti

4️⃣ Bezzecchi🇮🇹 56 punti

5️⃣ Diggiannantonio 🇮🇹 52 punti

6️⃣ Joe Roberts 🇺🇸 31 punti

 

✍️ Francky