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“DIGGIA” IN SOLITARIA A JEREZ – MOTO2 POST GP

Ha vinto un figlio di Troy.

Ha vinto uno di noi.

È sempre stato la cenerentola dei nostri giovani. Un po’ com’è successo agli altri in passato. Lui non è originario della “Riders Land” lui è “Romano de Roma“.

Fabio Diggiannantonio taglia per primo il traguardo di Jerez. Immagine MotoGP.com

Il suo idolo non è Schwantz, Doohan, Rossi o Marquez. Il suo idolo è Troy Bayliss e per quello ne utilizza gelosamente il 21.

https://twitter.com/FabioDiggia21/status/1329060352399732740?s=19

Spesso è passato sotto traccia il suo talento, specialmente in TV quando gareggiava nel Mondiale Moto3 contro Jorge Martin. Lui era tenuto sempre “in disparte” soprattutto dai media nostrani, forse perché cresciuto alla corte del Maestro Gresini e non nell’altra.

Tant’è che oggi ci ha regalato una gara stupenda, una gara in solitaria come alcuni Piloti ci hanno abituato negli ultimi anni.

https://twitter.com/gigasss1/status/1388810593809965059?s=19

La vittoria di Fabio è tutta sua e di Fausto, che ha creduto sempre nel suo magnifico talento. Gara superlativa ad Jerez de la Frontera condotta dall’inizio alla fine, pennellando le curve spagnole come solamente pochi artisti in solitaria sanno fare.

Sul podio salgono un bravissimo Marco Bezzecchi e Sam Lowes. Chiudono la Top5 Remy Gardner e Raul Fernandez.

Ottima anche la gara dell’altro rookie, il giapponese Ai Ogura (7°), molto meglio degli altri due debuttanti Vietti (18) e Arbolino (21).

 

Classifica Mondiale👇

🥇Remy Gardner 🇦🇺 69 punti

🥈Sam Lowes 🇬🇧 66 punti

🥉 Raul Fernandez 🇪🇸 63 punti

4️⃣ Bezzecchi🇮🇹 56 punti

5️⃣ Diggiannantonio 🇮🇹 52 punti

6️⃣ Joe Roberts 🇺🇸 31 punti

 

✍️ Francky

 

 

“QUEL GIORNO CHE…” TROY BAYLISS – EROE DEI DUE MONDI – VALENCIA 2006

Era sempre rossa, era una Ducati ma aveva il numero al contrario. Aveva molti più cavalli di quella normalmente utilizzata da lui. Era nata dalle sue mani e da quelle di Vittoriano Guareschi nel lontano 2002 ma lui se n’è sentito sempre il papà di quella moto.

Aveva dominato il Campionato Mondiale SBK del 2006, dopo anni di assenza ed aveva regolato tutti gli avversari.

Il 20 ottobre le agenzie di stampa battono il comunicato ufficiale: “Troy Bayliss sostituirà l’infortunato Sete Gibernau nell’ultimo GP di Valencia”.

Il Campione del Mondo della SBK venne catapultato nel giro di una settimana a competere nuovamente con dei prototipi. Alcune settimane prima aveva vinto, in sella alla Ducati 999 F06, l’ultima manche SBK sul circuito di Magny Cours.

Passare dalla 999 alla Desmosedici GP6 non è una passeggiata ma Troy Bayliss risponde alla grande. Chiude le FP1 in 8^ posizione col tempo di 1:33.699 a poco più di 2 decimi dal compagno di team Capirossi, le FP2 in 10^ col tempo di  1:33.433 e le FP3 in 6^ col tempo di 1:32.557 a soli 7 decimi Campione del Mondo MotoGP in carica, Valentino Rossi.

Tutti nel paddock avevano capito che sarebbe stata una qualifica “diversa” ed infatti poco dopo Troy stupì Team, paddock ed appassionati 👇

Ditemi una gara in cui i Campioni in Carica dei Mondiali velocità partono appaiati dalla prima fila. Valencia 2006 entrò nella storia anche per quello.

Ma Troy non era sazio. Troy voleva di più, voleva dimostrare al Mondo che “quelli” della SBK non avevano nulla in meno alla MotoGP. Ancora si respirava una intensa rivalità tra i due Mondi.

In gara partì a bomba, chiuse il primo giro (partenza da fermo) in 1:38.865 dando 8 decimi a Daniel Pedrosa ed addirittura più di 1 secondo a Valentino Rossi nel solo primo giro. Martelló tutti i 30 giri sul 33″alto con eccezione dei giri 20, 25 e 27 (34″ basso) mantenendo sempre un distacco di almeno mezzo secondo su Loris Capirossi che gli stava incollato da 22 giri. Ma Valencia è una pista particolare in cui è difficilissimo sorpassare e se in testa mantieni mezzo secondo è quasi impossibile prenderti, diventa stremante per chi ti insegue.

Quel giorno Troy Bayliss vinse una gara strabiliante condotta dal primo all’ultimo giro, vincendo in MotoGP da Campione del Mondo SBK. Il resto è storia.

Buon Compleanno Troy, il Blog del Ring vuole omaggiarti così.

 

#ONTHISDAY 20 ANNI DI GLORIA. L’IMPRESA DI IZUTSU E KAWASAKI

Era bello quando le “wild card” arrivavano sul circuito di casa e davano sonore lezioni di guida ai Piloti Titolari.

Oggi è diventata quasi un eccezione, anzi quasi impossibile. Però negli anni precedenti avveniva spesso, creando notevoli mal di pancia🤗

Sul circuito di Sugo (Giappone) sono state scritte pagine indimenticabili di storia ( un certo Doohan in sella ad una Yamaha nel 1988 vi dice niente⁉️)

#OnThisDay

Sono passati 20 anni da quando un “quasi 30enne” venuto da Osaka, mise a ferro e fuoco il paddock intero. Quello che sarebbe diventato (pochi mesi dopo) il Campione Nazionale Giapponese 2000 SBK vinse entrambe le manche, pole position e record del circuito in gara.

Izutsu in sella alla Kawasaki ZX7RR – Immagine WorldSBK

In sella al suo unicorno verde fece sognare milioni di appassionati, riportando al successo la verdona di Akashi dopo quasi 4 anni sulla pista di proprietà Yamaha (minchia signor Presidente…)

In gara 1 un rocambolesco incidente al via levò di mezzo sia Bayliss che Bonstrom, ed Haga, Edwards e Chili non poterono nulla contro la Furia del cavaliere verde.

In gara 2 andò in scena nuovamente lo show del Pilota Kawasaki che si mise a battagliare con il Campione Nazionale Giapponese in carica Yoshikawa. I Piloti Titolari nulla poterono contro lo strapotere imposto dal “Cavaliere di Akashi” che trionfò anche in gara 2, anzi sia Edwards che Haga ribadirono che…

“Con loro su questa pista è inutile rischiare, è un circuito molto particolare e loro sono dei matti. Non hanno nulla da perdere, noi ci giochiamo il Mondiale”

 

In testa Haga su Yamaha R7, sullo sfondo la verdona di Izutsu con i numero 64. Immagine WorldSBK

 

Quel giorno era il 30 Aprile 2000, venne scritta una pagina indimenticabile del Motorsport.

Quel Pilota è Hitoyasu Izutsu.

 

“Cavalieri di Akashi”

 

Francky