BASTIAN CONTRARIO: L’INCANTESIMO FINITO

Il GP di Imola disputato ormai più di due settimane fa, ci ha regalato non poche emozioni (e non poche polemiche le quali non mancano mai), lasciandoci l’illusione che Verstappen con la sua RB16B; potesse tener vivo il mondiale.

Il GP del Portogallo disputato domenica scorsa, con il solito Hamilton vittorioso davanti ad un affannato e pensieroso Max, ci ha riportati coi piedi per terra. Sia chiaro, nessuno si illudeva che la RedBull fosse superiore alla corazzata tedesca, solo si pensava che almeno potessero giocarsela alla pari. Cos’è successo allora? L’incantesimo è già finito? La magia di vedere un mondiale combattuto fino alla fine è già svanita? Ad essere sinceri è troppo presto per poter giungere ad una conclusione del genere. Certo che se il Re Nero ne “infila” altri due GP di seguito, allora c’è poco da fare. Quanto visto ieri, trasmette l’impressione che anche quest’anno le cose possono prendere questa strada. Ciò che mi ha colpito del GP appena concluso, è stato il comportamento della Mercedes per quanto riguarda la gestione delle gomme: la stessa AMG per bocca di Toto si lascia sfuggire: “iniziamo a capire le gomme”. Se Toto afferma ciò, vuol dire che sanno già quello che devono fare… e siamo solo al terzo GP del mondiale! Per RedBull si mette male e in quel di Milton Keynes, si devono rimboccare le maniche se vogliono tenere il passo e dare fastidio ai teutonici. Per questo il prossimo GP (in Spagna questo weekend), avrà già un sapore di “lotta della verità”. Infatti resta da capire se è stata la conformazione della pista unita alle condizioni ambientali (tanto vento) a favorire la W12, oppure è stata la squadra anglo tedesca stessa; ad aver già trovato la quadra. Certo è che se sarà la prima opzione allora avremo un mondiale tirato fino alla fine, se la seconda ci sarà poco da gioire.

Di certo chi ne sarà felice, saranno Lewis&Co. e decisamente meno, Max e tutti noi che ci dovremmo sorbire, un rinnovato monologo teutonico. Eppure al momento nulla è perduto e soprattutto, bisogna sfruttare l’unico punto debole di Lewis e della sua squadra (che poi è anche la loro forza): la loro imbattibilità ed il fatto di correre praticamente da soli. Su queste righe mi sono sempre speso nei riguardi del talento di Hamilton, al quale non ho mai mancato di dire (tra l’altro), che il suo è un talento sprecato, considerando che grazie (o a causa?) del mezzo che ha a disposizione, mortifica tutto il circus e gareggia praticamente da solo.

Dal GP di Imola, il campione inglese, ha improvvisamente realizzato che non è più solo e che deve fare gli straordinari per portare il risultato a casa. Straordinari, diciamola tutta, che non è più abituato a fare da tempo. Gli unici mondiali tirati per Hamilton, sono stati il 2016 ed il 2018 (non tutto). Quello in corso può essere una replica di questi due mondiali citati… infatti un senso di insofferenza Hamilton lo sta palesando: ad Imola finisce fuori pista (per poi recuperare) e nel GP portoghese, prima si distrae (con Max dietro non te lo puoi permettere) alla ripartenza, mentre in fase di sorpasso su Perez; chiede le bandiere blu. Capisco che la W12 nelle sue mani va forte, solo che pensare di avere addirittura doppiato la RB16B del messicano è stato un pensiero abbastanza ottimistico da parte sua. È evidente che Lewis aveva fretta, è evidente che il campione del mondo, vuole mettere al sicuro più punti possibili; per poter gestire il resto del campionato.

Questo ci riporta all’inizio di quanto detto sino ad ora: la Spagna sarà una cartina al tornasole per capire se l’incantesimo è già finito, oppure potremo continuare a sognare un mondiale combattuto almeno fino all’autunno. Dio non voglia che la disputa non sia risolta dalla burocrazia e dalle assurde regole che soffocano l’estro dei due contendenti al titolo: l’utilizzo spropositato dei track limits, è oramai evidente. Il buon senso dovrebbe prevalere, solo che nella F1 moderna si sa il buon senso è stato accantonato da tempo. RedBull e Verstappen sanno bene che questa è una grossa opportunità, per giocarsi l’iride e soprattutto per i bibitari è l’occasione per rassicurare il suo pupillo e, tutto il suo “seguito familiare”, sulla permanenza in squadra. Sono certo che a Milton Keynes faranno di tutto per prolungare questo incantesimo.

PS

Un mio sentito ringraziamento per l’opportunità che mi viene data, nell’esprimere il mio pensiero sul mondo della F1, va al “Blog del Ring” col quale collaborerò da quest’anno: sono cresciuto con F1AnalisiTecnica, ai quali andrà sempre la mia stima ed il mio affetto, e spero di contribuire con l’esperienza acquisita ad aiutare la mia nuova famiglia  in questa nuova avventura.

Vito Quaranta

 

(immagine in evidenza da CorriereQuotidiano.it)