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TSUNODA E LA FORMULA 1 VINCONO NELLA CATASTROFE DELL’EMILIA-ROMAGNA

C’è stato un tempo in cui lo show doveva proseguire a tutti i costi. Non importava se la morte avesse già gettato la sua ombra sul week-end, o se, addirittura, fosse presente a bordo pista. Si doveva semplicemente andare avanti. Altrettanto semplicemente, perchè essa fa parte dello sport, visto che, notoriamente, “motorsport is dangerous”.

Poi é arrivato quel week-end del 1994, e si è scoperto che la Formula 1 non può essere insensibile alla tragedia. Almeno a quella che colpisce i suoi massimi protagonisti, e cioè i piloti. E, così, i rischi sono enormemente diminuiti, ma ha continuato a prevalere la logica del non fermarsi mai, qualche volta con esiti comici (come ad esempio a SPA nel 2021) qualche altra con esiti nefasti (Suzuka 2014).

La settimana passata, la catastrofe che ha colpito la parte centro-orientale dell’Emilia Romagna ha messo di fronte il circus ad una scelta difficilissima: quella di rimanere fedele al paradigma del “the show must go on”,  oppure quella di avere rispetto per quello che stava succedendo a costo di fronteggiare una cospicua perdita economica.

E ha saggiamente scelto la seconda strada, l’unica francamente accettabile, a maggior ragione se si fa della “sostenibilità” la propria bandiera. Ha fermato tutto, fatto i bagagli e preso la direzione di Montecarlo. Non prima di avere doverosamente espresso la propria vicinanza alle popolazioni colpite da un evento che resterà nella storia della regione, anche concretamente con una donazione e la promozione di una raccolta fondi.

Mi piace pensare che questa scelta abbia in parte riscattato l’ignominia del 1994, quando venne nascosta una terribile realtà pur di continuare il week-end, e questo, come ben sappiamo, portò ad un’altra tragedia.

Ma nel week-end in cui non si è corso, e che quindi non rimarrà negli albi d’oro, c’è comunque stato un vincitore indiscusso, anche se non in pista. Uno che è spesso oggetto di ironie varie, per la sua incostanza, per i suoi errori e per i suoi team radio spesso infantili. Uno che, solo fra i suoi colleghi, ha preso in mano il badile e se ne è andato in giro per le vie di Faenza a dare una mano, assieme agli uomini della sua squadra. E, ne sono sicuro, non l’ha fatto per farsi vedere sui social, probabilmente se qualcuno non l’avesse notato e fotografato manco l’avremmo saputo. Non sembra infatti essere nelle corde del personaggio il volere apparire a tutti i costi. Molto probabilmente di lui non rimarrà grande traccia nei sopra citati albi d’oro, ma quelle foto in mezzo al fango gli faranno onore per sempre. Perchè vincere non è tutto

PS
Mentre il circus della Formula 1 decideva di portare rispetto rimettendoci dei soldi, e cercando di dare una mano, qualcuno di altrettanto seguito e adorato a livello mondiale prendeva una decisione contraria, quella di andare avanti come se niente fosse, ad una ventina di km di distanza dalle zone alluvionate. Ho letto tante giustificazioni in proposito, come ad esempio il fatto che la zona non fosse ufficialmente a rischio (neanche l’autodromo di Imola lo era), il fatto che si fosse lavorato tanto per preparare l’evento (pure il gran premio), il fatto che fosse tutto in sicurezza (idem) oppure, infine, il fatto che non si sarebbero tolte risorse per i soccorsi. Ecco, quest’ultima è una gravissima menzogna, perchè ovunque ci siano 50000 persone assiepate, ci sono forze dell’ordine, vigili del fuoco, medici, paramedici, infermieri, mezzi di soccorso, ecc., in grande quantità. Lo prevedono le normative. E non mi si venga a raccontare che se non ci fosse stato quell’evento, questi non sarebbero comunque andati a pochi km da lì a dare una mano.
Questa situazione mette in risalto ancora di più la scelta del management della Formula 1, che noi qui spessissimo critichiamo pesantemente, d’essere andati oltre gli interessi del proprio business.

PS 2
Quella sopra è ovviamente solo una mia opinione, e preciso che non conosco il contesto in cui si è svolto il concerto se non per ciò che ho letto sui mezzi di informazione. Potrebbe quindi trattarsi di un giudizio parzialmente o totalmente ingeneroso nei confronti degli organizzatori e del boss. 

VERSTAPPEN DOMINA AD IMOLA. MA HAMILTON NON MOLLA.

Si torna ad Imola. Dopo pochi mesi da quando questa pista leggendaria è rientrata inaspettatamente nel calendario “grazie” alla pandemia. Ma, stavolta, sarà la seconda gara in calendario, e sarà anche il luogo dove le prestazioni della prima uscita in Bahrain verranno confermate o smentite.

E le qualifiche hanno sostanzialmente dato conferme. La Mercedes ha ritrovato la competitività che sembrava persa nei test, la Red Bull è praticamente alla pari, e la Ferrari si può giocare con la McLaren il ruolo di terza forza, niente male per un team che, lo scorso anno, era letteralmente sprofondato nella parte bassa dello schieramento.

Un’ora prima della partenza Giove Pluvio ci mette del suo per rendere la faccenda divertente, e apre i rubinetti, ma solo dalla variante del tamburello in giù.
I giri di schieramento sono così abbastanza complicati, e a farne le spese è Alonso che va dritto alla Tosa e rompe l’ala.

La pioggia inizia a cadere anche sul rettilineo di partenza, e tutti quelli delle prime file scelgono gomme intermedie, tranne Gasly.

Durante il giro di schieramento, Leclerc decide di imitare quanto fece Prost nel 1991, solo qualche curva prima, uscendo alle Acque Minerali. Per sua fortuna, l’esito è differente, e riesce a riprendere subito la pista e a riguadagnare la sua quarta posizione, senza che che questo errore influenzi la sua gara.

Allo spegnersi dei semafori, Hamilton parte male e Verstappen lo affianca, tenendo poi duro al Tamburello e mandandolo sul cordolo interno. Fortunatamente per lui, l’inglese danneggia solo un’appendice dell’ala, ma il messaggio è ricevuto, e se ne ricorderà più avanti.

Poco dopo Latifi distrugge l’auto con una manovra assurda di rientro in pista, coinvolgendo l’incolpevole (questa volta) Mazepin. Nel frattempo, Leclerc si porta in terza posizione superando Perez.

Inevitabile l’uscita della SC, mentre continua a piovere, con intensità ancora più forte. 

L’auto di Latifi viene rimossa, ma nel frattempo Mick Schumacher va a muro sul rettilineo principale scaldando le gomme, e seminando detriti all’uscita del box, e la neutralizzazione si prolunga.  Pure Perez esce di pista, ma riprende la sua posizione, e verrà successivamente penalizzato per questo.

La gara riparte e Lewis attacca subito Verstappen all’ingresso del Tamburello, ma, memore della partenza, molto intelligentemente non insiste. Leclerc si fa minaccioso sull’inglese, mentre Verstappen dopo solo un giro ha già 3 secondi di vantaggio.

Dietro, Norris, Gasly e Sainz ingaggiano una bella lotta, con Lando che riesce ad avere la meglio e si butta all’inseguimento del compagno di squadra Ricciardo, in quinta posizione. I due viaggeranno appaiati per una decina di giri, fino a quando Norris non si lamenterà e la squadra chiederà, col senno di poi molto intelligentemente, di scambiare le posizioni.

Davanti, Verstappen e Hamilton fanno il vuoto, staccando rapidamente Leclerc e viaggiando separati di qualche secondo.

Al giro 19 la pista è già asciutta in traiettoria, e non è più prevista pioggia. Il primo a montare gomme slick è Vettel al 22° giro.

Leclerc inizia a girare velocissimo, guadagnando 2 secondi al giro su Verstappen. Ma, soprattutto, Hamilton guadagna visibilmente sull’olandese, che, molto preoccupato, entra ai box per montare le slick seguito, al giro dopo, dall’inglese, che però subisce un pit-stop lento e non riesce a mantenere la prima posizione. Si fermano anche Leclerc e Perez, che sconta i 10 secondi di penalità.

Al giro 31 il colpo di scena: Hamilton va dritto alla Tosa a causa di un doppiato che gli lascia strada rimanendo nella traiettoria asciutta. Lewis, nella fretta sdoppiarsi, mette le ruote sul bagnato e finisce contro le barriere rompendo l’ala. Ma subito dopo Bottas e Russel sono protagonisti di un violento incidente al Tamburello. Il finlandese fino a quel momento autore di una gara pessima, arrivando ad essere doppiato dal compagno di squadra, viene attaccato e affiancato da Russell prima della variante, e si difende mantenendo la traiettoria. L’inglese allarga troppo e finisce sull’erba con effetti disastrosi per entrambi.

Gara sospesa per ripulire la pista, e i doppiati, fra i quali Hamilton, hanno così la possibilità di riportarsi in pari con gli altri. 

Si riparte con quasi metà gara da fare. Alla Rivazza, subito prima della bandiera verde, Verstappen quasi si gira ma non perde la prima posizione, mentre Norris con gomma soft brucia Leclerc che monta la media e si butta all’insegumento di Max.

Perez, buon quarto, rovina tutto girandosi alla Villeneuve e ripartendo ultimo. E così le due Ferrari sono terza e quarta.

Verstappen si allontana velocemente, mentre Hamilton inizia la sua rimonta dall’ottava posizione, sbarazzandosi di Stroll e andando poi alla caccia di Ricciardo, che raggiunge e supera senza difficoltà al primo tentativo. 

Al giro 48 inizia la lotta a quattro per la seconda posizione, con Norris, Leclerc, Sainz ed Hamilton racchiusi in pochi secondi.

Lewis attacca Carlos grazie al DRS, ma lo spagnolo tiene duro e non si fa passare. Riuscirà però al giro successivo, mentre servirà qualche giro in più per passare Leclerc e poi Norris, sempre grazie al dispositivo di riduzione del drag, senza il quale, in effetti, su questo circuito il sorpasso sarebbe impossibile, 

La gara finisce con Verstappen primo indisturbato, e Hamilton secondo e autore del giro più veloce, togliendo così a Max la soddisfazione di guidare il mondiale per la prima volta nella sua carriera. Terzo un bravissimo Norris, davanti a Leclerc e Sainz con una Ferrari che conferma il grande passo in avanti rispetto allo scorso anno. Sesto Ricciardo, anche oggi decisamente inferiore al compagno di squadra. Settimo Stroll, che ha surclassato Vettel. Ottavo Gasly, con una Alpha Tauri molto sotto le aspettative. Nono Raikkonen, sotto investigazione per avere recuperato la posizione dopo un testacoda prima della ripartenza, e decimo Ocon, di poco davanti ad Alonso, undicesimo e a Perez, che ha rovinato la buona prestazione in qualifica con una serie di errori poco comprensibili vista la sua esperienza.

Le prime due gare hanno confermato l’impressione avuta dai test, e cioè che il campionato sarà molto interessante. Hamilton e Verstappen sono decisamente superiori rispetto a tutti gli altri, ma dietro di loro i valori sono molto livellati, come hanno dimostrato le qualifiche. E’ quasi un peccato che dopo avere atteso per anni un po’ di equilibrio, questo arrivi proprio l’anno precedente il grande cambiamento. Per ora godiamoci il 2021, con in arrivo un altro bellissimo circuito, Portimao, e ci sarà nuovamente da divertirsi.

P.S. anche in questi giorni abbiamo visto il regolamento applicato un po’ a fantasia, con episodi simili fra loro sanzionati in modo completamente diverso. Speriamo solo che, vista la lotta per il campionato che si prospetta, i giudici della FIA si chiariscano un po’ le idee su come comportarsi, affinchè non si debba continuare a parlare di penalità applicate o non applicate.

P.S. 2 speriamo proprio di rivedere Imola, col pubblico, anche il prossimo anno. Con il CEO della Formula 1 imolese, sarebbe il minimo…

P.S. 3 sul botto fra Bottas e Russell, difficile trovare una responsabilità chiara, ma ricordiamoci che c’era una Williams che stava sverniciando una Mercedes.

 

HAMILTON ONORA SE STESSO AD IMOLA. E LA MERCEDES FA 7 IN CASA DELLA FERRARI.

Correva l’anno 1980. La Formula 1 faceva il suo debutto ufficiale sul circuito in riva al Santerno. Chi scrive era presente, e ricorda distintamente piloti e macchine dell’epoca, dotate di effetto suolo ma con 500 cavalli e tanta tecnologia in meno, cimentarsi in un circuito veloce, stretto e difficile, che qualcuno definì un kartodromo.

In 40 anni di acqua sotto il ponte che porta al paddock ne è passata tanta. Il circuito ha cambiato faccia e gestione, e sembrava uscito dal giro che conta. Ma la catastrofe sanitaria di questo 2020 ha creato le condizioni per farlo rientrare, per la gioia dei piloti che hanno fornito, da subito, solo commenti positivi.

Il week-end distribuito su soli due giorni ha permesso di vedere tanta attività in pista il sabato mattina, e una qualifica interessante al pomeriggio. Con un po’ di sorpresa, Bottas agguanta la pole position con 1 decimo di vantaggio su Hamilton, con Verstappen terzo  e l’ottimo Gasly quarto.

E, quando si spengono i semafori, il finlandese se ne va indisturbato, mentre Max, dopo essersi posizionato sullo schieramento in modalità old-style, cioè un po’ a caso, riesce a sopravanzare Hamilton, il quale rischia di perdere la posizione anche su Gasly che per poco non lo tampona.

Dietro, Giovinazzi scatta in modo perfetto dall’ultima posizione e, complice un contatto fra Vettel e Magnussen, guadagna ben 6 posizioni, ponendo le basi per un ottimo risultato.

I primi 3 sono di un’altra categoria, e guadagnano un secondo al giro sul quarto che é Ricciardo. Al 9° giro si ritira Gasly a causa di una perdita di pressione al circuito dell’acqua. Al giro 14 pit-stop anticipato per Leclerc, che monta le gomme più dure. Il giro dopo si fermano anche Ricciardo, che lo precedeva, e Albon e Kvyat che lo seguivano. Ma le posizioni non cambiano.

Verstappen prova l’undercut e si ferma al giro 19. Ma Bottas copre la sua mossa e si ferma al giro successivo. Anche loro montano gomme dure. Hamilton invece tenta il colpo a sorpresa e prosegue, iniziando a marcare giri velocissimi.

Dopo il pit-stop, Verstappen sembra averne di più di Bottas, che ha il fondo danneggiato per avere raccolto un pezzo dell’ala di Vettel al secondo giro. Ma l’olandese non riesce ad avvicinarsi. Hamilton continua a volare, e, nonostante un gruppo di doppiati, decide di continuare. Una volta liberatosi di loro, torna ad andare forte e riesce ad accumulare il vantaggio su Bottas sufficiente per fare il pit-stop e rimanergli davanti.

Ma non ce n’era bisogno, perchè al giro 30 Ocon si ferma poco prima della variante alta in prossimità di un varco nel guard-rail. La direzione gara, per estrema precauzione, decide di attivare la Virtual Safety car per pochi secondi, che sono quelli necessari a rimuovere l’auto del francese, ma anche a permettere ad Hamilton di fare il suo pit-stop risparmiando una decina di secondi.

Lewis si ritrova così al comando con un bel vantaggio su Bottas, il quale ha il suo daffare a tenere dietro Max, tanto che al giro 43 arriva lungo alla Rivazza, e non può evitare di essere superato al successivo passaggio alla variante del Tamburello. Ma al 51° giro, poco prima della variante Villeneuve, l’olandese colpisce un detrito e buca la ruota posteriore destra, finendo nella ghiaia e terminando così la sua gara.

Esce la Safety Car, e Russel ne approfitta per rovinare un possibile arrivo a punti, il primo per lui, mettendo a muro la  sua Williams nel tentativo di scaldare le gomme dietro la SC. La gara riparte dopo ben 7 giri, necessari a far passare i doppiati (regola che si rivela ogni volta più stupida). 

Se la lotta per le prime due posizioni è ovviamente inesistente, quella per il gradino più basso del podio è entusiasmante. Alla ripartenza Albon, che navigava in quinta posizione, si fa fregare prima da Kvyat e poi da Perez, per poi girarsi come un pivello all’uscita della Villeneuve, ponendo fine alla sua gara e, probabilmente, alla sua carriera in Formula 1.

Kvyat supera subito anche Leclerc e si mette a caccia di Ricciardo e del sogno di un podio colto a 15 km dalla sede della ex-Minardi. Il monegasco della Ferrari deve difendersi anche dagli attacchi di Perez, il quale ha visto la sua terza posizione, guadagnata con una prima parte di gara ottima, vanificata da un pit-stop incomprensibile sotto SC.

Il circuito non dà però grandi possibilità di sorpasso, quando tutti hanno le gomme in temperatura, e dopo la lotta delle prime curve non succederà più nulla.

La gara finisce così con una doppietta Mercedes, che consente al team tedesco di guadagnare matematicamente il settimo titolo consecutivo cancellando il precedente record che deteneva assieme alla Ferrari, e proprio sul circuito che porta il nome del Drake e di suo figlio.

Al terzo posto un ancora ottimo Ricciardo su una Renault che si conferma la terza forza, per la gioia di Alonso, presente sul circuito in questo week-end. Lo segue un bravissimo Kvyat, la cui prestazione probabilmente non sarà sufficiente a mantenere un posto in Formula 1.

Al quinto posto Leclerc, che ha tratto il massimo dalla solita, difficile, SF1000, seguito da Perez che, come già detto, si è visto sfuggire il podio a causa di un errore macroscopico della sua squadra. Al settimo e ottavo posto le due McLaren di Sainz e Norris, bloccate nel traffico per tutta la gara, seguite dalle due Sauber di Raikkonen e Giovinazzi, che festeggiano il rinnovo del contratto con un’ottima gara.

Fuori dai punti Latifi, mai così vicino a cogliere un bel risultato, e Vettel, la cui buona gara è stata completamente rovinata da un pit-stop interminabile senza il quale sarebbe arrivato probabilmente settimo. Lo seguono Stroll, inguardabile e anche pericoloso, avendo investito un suo meccanico al pit-stop, Grosjean e Albon.

La prossima gara sarà ad Istanbul, in un altro bel circuito che fa il suo rientro nel giro del mondiale. Ci aspetta il quarto week-end di fila con un top record eguagliato o battuto. Perchè è molto probabile che Lewis colga il suo settimo mondiale proprio in Turchia, sulla pista sulla quale nel 2006 in GP2 si produsse in una prodigiosa rimonta, che face dire, a chi scrive, “è arrivato il nuovo Senna”.

P.S. a proposito del campione brasiliano, ho trovato stucchevole il continuo riferimento al fatto che Imola è il circuito su cui ha perso la vita. Hanno ceduto alla tentazione non solo Sky (e di questo non c’è da stupirsi, visto lo scarso livello giornalistico che offrono), ma anche la stessa F1 e un pilota che è sceso in pista con identici colori del casco. Oggi non c’era nessun anniversario da celebrare, e quel tragico week-end del 1° maggio 1994 è qualcosa da tenere ben a mente ma non è certamente un elemento che possa essere utilizzato per celebrare la storia del circuito di Imola, anche se gli stessi gestori, va detto, ne hanno fatto e ne fanno tutt’ora uso.

 

F1 2020 – GRAN PREMIO DELL’EMILIA ROMAGNA

E dài pur con i gran premi “esotici”…quelli veri però!

E’ arrivato il turno di un improbabile (in tempi “normali”) e dal sapore bucolico GP dell’Emilia Romagna che, se non ci fossero le ormai note restrizioni alla presenza del pubblico pagante, ci si immagina già i prati della Tosa e della Rivazza stipate di gente in attesa della gara tra una birra e qualsiasi cosa di commestibile sia stato ricavato da un maiale.

Messo da parte l’aspetto antropologico, il tracciato Enzo e Dino Ferrari accoglierà una F1 molto diversa rispetto all’ultima che ha calcato il suo asfalto. Dal 2006 ad oggi sono cambiati protagonisti ( escluso Raikkonen) e soprattutto le monoposto, con la curiosità di capire fin dove riusciranno a spingersi le prestazioni su una pista atipica per la F1 moderna, una delle poche ormai che si affronta in senso antiorario, con sede stradale molto stretta in alcuni punti e vie di fuga un pò più old style del solito.

immagine da it.f1-facts.com

Molti piloti hanno già salutato con estremo favore e grosse aspettative il ritorno su una pista che ha fatto la storia, nel bene e nel male. Tra i saliscendi del circuito romagnolo ci si aspetta maggiore grip rispetto a Portimao, a cui fa da contrasto L’unica sessione di prove libere prevista e le basse temperature che sono previste.

Pirelli ha fatto una scelta intermedia di gomme, portando le C2, C3, C4. Il format del Gp su due sole giornate, la pista nuova e l’attenzione particolare alle strategie di gara per una pista in cui i sorpassi saranno merce rara, mette in grossa difficoltà i team e i piloti che avranno poco tempo per mettere insieme un set-up decente. Di sicuro un pò tutti avranno abusato dei simulatori per cercare di farsi trovare più pronti possibile.

Ad Imola si arriva con la “solita” Mercedes e il “solito” Hamilton e il “solito” Bottas. Nell’ordine granitica, imbattibile nonostante crampi e quant’altro, dalla consistenza di un souffle venuto male quando c’è stato bisogno di lottare.

Viene difficile pensare che a Imola non riescano a prenotare la prima fila e condurre una gara senza grossi patemi ma il poco tempo a disposizione per le prove potrebbe metterli in parziale difficoltà.

Molto più ringalluzzita del solito arriva invece la Ferrari, o almeno quello con il numero 16. Leclerc sta sempre più aumentando il gap nei confronti di Vettel, il quale sembra sempre più il classico impiegato che viene a lavorare solo per timbrare il cartellino.

immagine da f1grandprix.motorionline.it

Se è vero che in prova la SF1000 offre una discreta garanzia, in gara le mancanze della monoposte vengono acuite soprattutto nella gestione delle gomme e del passo gara dovuto, sembra, ai problemi atavici al retrotreno e alla variazione di altezza delle sospensioni posteriori al variare delle temperature durante l’arco temporale della gara.

Come detto Leclerc ci mette spesso e volentieri una pezza, Vettel no e quando prova a forzare commette errori e testacoda. A tal punto da far ipotizzare che le due SF1000 non siano proprio uguali, ipotesi subito smentita da pilota e squadra.

In casa Red Bull e Alpha Tauri invece continua a tenere banco il mercato piloti. Confermato Gasly in Alpha Tauri, rimangono sulla graticola Albon e Kvyat. Su entrambi pesano le ombre di Hulkenberg e Tsunoda. Considerando la disinvoltura con cui Helmut Marko affronta questo genere di situazioni, non sarei molto ottimista fossi nei due piloti in bilico.

Gara dal sapore di riscatto anche per Lando Norris, che sta subendo il prepotente ritorno il classifica di Sainz e che ultimamente passa più tempo a scusarsi per improvvidi team radio e polemici post su instagram piuttosto che cercare di raddrizzare un brutto momento di forma.

Anche Renault non è uscita bene da Portimao e rimane invischiata nella lotta a tre con Racing Point e McLaren per il terzo posto nella classifica costruttori. Nel bailamme di piloti che sono in entrata/uscita non dovrebbe rientrare Ocon che però comincia a sentire qualche brivido in merito, data la metà dei punti conquistata rispetto a Ricciardo. Abiteboul lo ha tranquillizzato ma implicitamente gli ha chiesto di darsi una decisa svegliata…

Con 77 punti di vantaggio in classifica, Hamilton manca un solo punto per avere il primo match point da giocarsi domenica per la conquista del titolo. Anche in caso di vittoria/giro veloce e ritiro di Bottas, il tutto sarebbe rimandato al prossimo GP in Turchia. Vincere il mondiale ad Imola piuttosto che in Turchia o in Bahrein avrebbe tutto un altro sapore ma pensiamo che non siano questi i suoi problemi nella vita…

immagine da automobilsport.com

Molto più facile invece che la Mercedes chiuda la pratica del mondiale costruttori. Basterà conquistare 6 punti in più della Red Bull per conquistare il settimo sigillo di fila dal 2014. Come un rigore a porta vuota.

In ottica 2021 sembra sia stato pre-approvato un calendario con 23 gare, con alcuni appuntamenti ancora in bilico come il GP del Vietnam o quello d’Olanda che sono subordinati alla pandemia Covid (il primo) e alla presenza o meno di pubblico (il secondo).

23 GP…considerando i chiari di luna a cui andiamo incontro sembra un numero di GP molto ottimistico da tenere in piedi…tante cose possono cambiare da oggi a Marzo e se solo un mese si poteva essere ragionevolmente ottimisti, oggi le nubi che si accumulano sulla stagione 2021 sono sempre più pesanti.

Melbourne ha già confermato di essere il primo GP della stagione ventura, speriamo possa essere proprio così.

*immagine in evidenza da promoracing.it

Rocco Alessandro

CIAO BECO

Ciao Beco

Era tanto tempo che volevo scriverti. Ne sono passati di anni eh… ti chiederai perché proprio adesso. In realtà ho sempre pensato che ne avessero diritto prima i tuoi più grandi tifosi, non io.  Io non ero quello che esultava tutte le volte che vincevi, perché quando accadeva le mie rosse ti finivano sempre dietro…

Il primo ricordo che ho di te è un’intervista che ti fece Ezio Zermiani che tu ancora non eri un pilota di Formula 1. Ascoltavo distrattamente la Tv quando ti ho sentito parlare in italiano ed hai attirato la mia attenzione perché lo parlavi bene al punto di sembrare uno dei nostri.

Mi piacevi, ma mi facevi anche incazzare nei tuoi primi anni: le volte che le McLaren e le Williams non vincevano speravo spuntasse una rossa ed invece apparivi tu. Ma ti ammiravo e ti rispettavo smodatamente per questo.

Quando ti diedero la McLaren però ero dalla tua parte e non da quella del francese. Vincevate in continuazione e non se ne poteva più… ma eri il mio preferito tra i due perché eri quello giovane, non avevi ancora vinto un mondiale, ed io tifo sempre per quelli che se la vogliono e se la devono sudare di più..

E a te la fecero sudare eh… ricordi quando te ne tolsero uno vinto sul campo? Già lottavi contro ipocrisie e politica. E non hai idea di quanta ce ne sia oggi in quel mondo, non lo accetteresti. Mi facesti incazzare un anno dopo, anche se in cuor mio ti avevo assolto subito perché lo sapevo che sarebbe finita a quel modo.

Eri dannatamente bravo diamine, come pochi mai visti, ma cominciai ad amarti davvero nel momento in cui finisti di dominare e ti trovasti a combattere contro mezzi meccanici molto migliori dei tuoi, riuscendo a batterli spesso e volentieri..

In questi giorni qui è tutto fermo, sai? E’ arrivato un virus e ci dicono che il mondo cambierà. Di tempo per riflettere e pensare ne abbiamo, ed io ho voluto stare con te per qualche istante dopo tutti questi anni perché manchi… manchi tanto. Lo so è passato tanto tempo forse troppo, ma mi perdonerai.

Pensa che è fermo anche il carrozzone di cui facevi parte… Si, si l’hanno fermato anche se a te sembra impossibile. Ma non lo riconosceresti più. Sapendo come la pensavi già allora non ne faresti parte da un pezzo anche se fossi rimasto qui con noi. E’ cambiato, sembra un altro sport.

Non c’è più il rumore dei motori come ai tuoi tempi. Adesso le monoposto non gridano più, sussurrano perché… sai che ancora non l’ho capito… E l’elettronica? Quella che ti avevano tolto poi l’hanno rimessa e poi l’hanno ritolta e adesso le auto hanno anche le batterie come i modellini radiocomandati…

Com’era la frase che dicevi? “Non esiste curva dove non si possa sorpassare”. Sono cresciuto con in testa questa frase e adesso mi dicono che è una cazzata: hanno un tasto sul volante che gli modifica l’alettone e passano solo sul dritto, quindi le curve non servono.. Il mondo alla rovescia amico mio, tutto al contrario.

Ti ho già rubato troppo tempo ma ti faccio una piccola confessione prima di lasciarti andare. Sono venuto tante volte ad Imola dopo quel cazzo di giorno. Sono passato da quella curva girando per quel circuito centinaia di volte in questi anni, ma non ho mai avuto il coraggio di guardare quel muro, di fermarmi a salutarti laddove ti hanno fatto una statua. Mi scuserai per questo, ma sono certo che piangerei come quel giorno di tanti anni fa e come sto facendo adesso. Perché tu non lo potevi sapere ma eri un mio amico.

Adesso ti lascio chiedendoti un’unica cosa…salutami tutti gli altri…tu sai chi.

Firmato

Uno che ti voleva bene

 

(immagine in evidenza tratta da newatlas.com)