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BELLA ED IMPOSSIBILE – La “Foggy Petronas”

Petronas dominerà il Motorsport”

Era questa la voce che girava nei paddock di fine anni 90 quando il colosso Malese si affacciò nel Motorsport.

La previsione è arrivata, seppur con notevole ritardo , nel mondo della Formula1😉 (Chiedere a “The Hummer”….)

Le intenzioni erano talmente “belligeranti” che il colosso Malese pensò di “costruire”  (in quattro e quattro otto😵) una MotoGP da zero e presentarla per il Motomondiale 2002 nella neonata categoria “MotoGP”.

Petronas FP1. 129 CV – 92 Nm a 9700 giri/minuto dal peso di 181 Kg.

Il bello è che ci riuscì pure, tanto da testarla a fine 2001 avendola assemblata in tempi record.

Il progetto MotoGP sfumò ed in Malesia ripiegarono per il Mondiale SBK del 2003. Il progetto iniziale prevedeva un 3 cilindri Sauber (derivato dalla collaborazione in F1) sostituito poi da un 3 cilindri di 899 cm³ Suter con annesso telaio Suter.

Sfida non indifferente se si pensa che, in quegli anni SBK, dominavano i motori bicilindrici.

La FP1 costruita in soli 150 esemplari venduti (si fa per dire…)alla modica cifra di quasi 50 000 eurini ( tra il mercato Malese e quello Britannico) aveva delle dotazioni da Top Class. Montava infatti sospensioni Ohlins con annesso ammortizzatore di sterzo, impianto frenante affidato alla Brembo ed un display stile MotoGP…

127 CV per 181 kg di peso, delizia per un palato fine…

La cosa sconcertante fu che nel 2010 in un “garage” dell’Essex in Gran Bretagna furono ritrovate circa una sessantina di FP1 rimaste invendute, in ottime condizioni con un velo di polvere sopra…

Dotazione da “Top Class” per la FP1. Impianto frenante Brembo, splendide le forcelle Ohlins anteriori con tanto di ammortizzatore di sterzo (sempre Ohlins) ed un bellissimo display digitale in stile MotoGP.

Passando al lato sportivo il Team Petronas SBK fu affidato al leggendario Carl Fogarty, animale della mitologia motociclistica al quale la casa Malese dedicó il nome della neonata bestia, la FP1 (Fogarty Petronas 1).

Carl “Occhi di ghiaccio” scelse un Top Rider per il suo Team, scelse il coccodrillo Troy Corser per guidare la FP1 e tentare l’assalto al podio.

Purtroppo la moto pagò la scelta della cilindrata, risultava molto lenta in termini di velocità rispetto alle altre.

Nel 2003 Troy Corser si piazzò stabilmente nella Top 10 in quasi tutti i GP (il compagno di team chiuse quasi tutte le gare nei box…)

Nel 2004 i risultati non cambiarono, anche se le aspettative erano altissime visto l’esordio di Chris Walker a Valencia nella gara d’apertura. Nonostante la netta inferiorità della moto Troy Corser diede prova della sua maestosa supremazia nel giro secco centrando 2 magnifiche pole sui circuiti di Magny Course ed Oschersleben, il tutto condito dal 2° posto di Misano.

Nel 2005 e 2006 Petronas si affidò rispettivamente a Steve Martin e Garry McCoy prima e Craig Jones dopo. Non riuscirono minimamente ad essere competitivi, tanto che Petronas diede fine al progetto.

Gara d’apertura del Mondiale 2004. La FP1 condotta da Chris Walker davanti a Frankie Chili. Immagine Motorsport.com

La FP1 è stata una delle mitiche “Belle ed Impossibili” del Motorsport.

Una di quelle moto della quale non ti frega nulla se vinca o meno, una di quelle che ti ruba immediatamente il ❤️ e quando ne vedi una (se magari… Più probabile vedere un unicorno) l’unica reazione che hai è….

…”Madonna mia…”

 

Francky

 

 

P.S. Nel 2005, dopo 2 anni passati in Petronas, Troy Corser passa alla guida della Gixxer del Team Alstare… Il risultato ⁉️ Il coccodrillo se li mangia tutti… Ma questa è un’altra storia 😉

Un saluto dal coccodrillo… Immagine Pinterest

Immagine di copertina tratta da zonabikers.com

07 Ottobre 2012 – Il distacco più ridotto di sempre.

Mondiale Sbk 2012, una stagione che ha visto 3 piloti giocarsi il titolo fino all’ultima corsa. Una stagione forse fra le più equilibrate e pazze.

Immagine correlata

Un inizio di stagione che pareva partito ancora all’insegna di Checa, il campione in carica, ma che ben presto inzia un affanno prestazionale, come se il binomio con la 1098 non ne avesse più…

Rea otteneva la sua solita incredibile vittoria ad Assen con una Honda più che obsoleta e nel frattempo iniziavano le alternanze di successi fra Biaggi su Aprilia, Melandri su Bmw e Sykes.

Nella fase estiva il Romano ottiene una buona presenza sul podio e vince un filotto di 3 gare consecutive, sembra che si possa rivedere un suo nuovo trionfo, ma così non sarà.

Mentre Sykes inanella pole su pole, in gara non riesce a gestire le gomme, sprecando molte corse, dando a Melandri la possibilità di vincere vari gp, arrivando al vertice di classifica prima del gp di Germania.

Ma anche quando si pensa che sia finalmente il turno di Marco e Bmw, arriva il disastro, con 5 ritiri in 6 manche.

Sykes nello stesso periodo invece iniziava a vincere spesso e Biaggi si trova a dover correre da ragioniere, con una Aprilia in affanno e le sue prestazioni in calo.

Risultato immagini per sykes sbk 2012"

Si arriva all’ultima corsa, tutto è ancora aperto per i 3, la gara vede trionfare Guintoli, davanti a Melandri e Sykes, con Biaggi che cade incredibilmente, aprendo ancora più la corsa al titolo per tutti.

Gara 2 deciderà le sorti, Sykes parte in maniera indiavolato, deciso a trionfare, sperando che Max non ottenga più che un sesto posto. Melandri esce di gara presto, Biaggi pare non imbroccarne una, è in difficoltà, ma si salva attaccando un Checa che non ne ha più, lo passa e a fine gara riuscirà a far quinto.

Dicevo prima, distacco ridotto; già il titolo 2012 venne deciso per 1/2 punto fra primo e secondo, con Biaggi che porta a casa la sua sesta iride mondiale, davanti a Sykes.

(Il punteggio dimezzato di Monza costò caro, ma questa è un’altra pagina di storia da narrare)

Storia e passione #blogdelring

Saluti

Davide_QV

“LA BACHECA DEI RICORDI” – SECONDA USCITA

  • GLI ESPERIMENTI SU ALI E GOMME

HOCKENHEIM 1996 – prove libere

Quando un tempo la f1 era tutto un provare follie e visto che Hockenheim era ancora il lungo tracciato che arrivava fino alla öst kurve, i team si sbizzarrivano in strane follie.

La Tyrrell prova a mettere 4 ruote anteriori alla sua vettura, per avere meno resistenza di rotolamento e aerodinamica, soluzione poi abbandonata per problemi di trazione e stabilità.

MONZA 1997 – test pre GP

Williams invece prova a levare l’ala posteriore, trovandosi a perdere un sacco di tempo nel motodrome, oltre a un posteriore troppo leggero persino sul dritto.

 

  • SILVERSTONE 1979

Il giorno in cui Barry Sheene, “mandò a quel paese” il rivale Roberts che gli stava rovinando la possibilità di trionfare a casa sua e tenere marginalmente aperte le speranze iridate.

Il fortissimo pilota Inglese, con l’arrivo dell’Americano, iniziò a veder diminuire il numero dei suoi trionfi, tanto che nel 79, battè Roberts solo in Svezia, grazie al ritiro del rivale.

Al tempo il telecronista scambiò il gesto come se fosse un saluto 😅

Minuto 3.38″

 

  • UN BEL GESTO, CHE PERò COSTò CARO

Campionato Mondiale Sbk 2004 circuito Enzo e Dino Ferrari a Imola.

Il mondiale è agli sgoccioli ed un arrembante giovanotto australiano di nome Chris Vermuelen sta cercando di contendere il titolo allo squadrone Ducati composto da Toseland e Laconi che ne sono i padroni. Chris guida una Honda del team Ten Kate e dopo un inizio stagione altalenante centra 4 vittorie e si rifà sotto al duo Ducati ufficiale.

Dopo il secondo posto ottenuto in Gara1 punta alla vittoria di Gara2 per restare in gioco partendo dalla prima fila.
Ma alla partenza del giro di ricognizione la sua moto emette una fumata senza che lui se ne accorga e senza che i colleghi gli facciano un cenno.. alla prima variante la sua Honda, con la ruota posteriore inondata d’olio, lo lancia per aria facendolo atterrare dolorante e con una caviglia malconcia..

Il gruppone lo sfila abbandonandolo nella ghiaia.. ma al fondo del gruppone c’è lui.. Giovanni Bussei, un torinese che corre in giro per il mondo con la sua tuta con le frange modello cowboy giusto per il gusto di divertirsi.


Gio si affianca a Chris, lo invita a salire sul codone della sua vecchissima 998RS e gli fa fare un giro intero del circuito del Santerno scaricandolo di fianco al muretto della pit lane mentre il suo team preparava il muletto per farlo ripartire.
Gio si schiera ma dopo qualche giro viene squalificato. Chris parte dai box ed arriva sesto.

Quel mondiale non fu vinto dall’australiano, ma il gesto di quel fulminato di Giovanni Bussei fu memorabile.

 

  • PRIMA E UNICA

Sul tracciato originale di Zeltweg, il team Penske di Formula 1 ottenne la sua prima ed unica vittoria nella categoria. Alla guida dell’auto il pilota britannico John Watson, anch’egli alla prima vittoria nella serie alla quale ne seguirono altre 4 negli anni a venire alla guida della McLaren.

 

  • RESTARE SUI CAVALLETTI

Sul circuito Belga son sempre successe cose incredibili, pare che certi tracciati annebbino piloti e tecnici, ed ecci a raccontare qualcosa di clamoroso.

In gara si era riusciti a fare appena 5 giri e ci fu lo spaventoso schianto a 250 km/h di Burti, dal quale ne usci miracolosamente senza danni seri..

Gara sospesa e al restart, i meccanici della Williams di Ralf Schumacher sforano i tempi d’intervento sulla monoposto, lasciando il pilota tedesco sui cavalletti, mentre le altre auto partono per il giro di ricognizione.

Pochi anni dopo si ripeterà anche con Barrichello a Magny Course

  • 1993 – THE NEW ITALIAN NUVOLARI

Così venne definito Nicola Larini, da giornalisti e commentatori, dopo l’impresa compiuta al Nurburgring a bordo della sua 155 V6 TI nel DTM.

Fino a quel momento, il campionato era molto equilibrato, con Mercedes e Alfa a dividersi equamente i trionfi.

La gara sul vecchio Nurburgring, era il terreno dei tedeschi, dove avrebbero dovuto dominare facilmente sull’Italica armata, anche perchè Larini non aveva mai corso su quel tracciato.

Ma il pilota di Camaiore stupisce tutti già dalle prove, con un giro di qualifica quasi perfetto, che lo posiziona in prima fila dietro a Van Ommen.

In gara 1 parte e si mette subito in testa, correndo come un forsennato, senza commettere la minima sbavatura…curva dopo curva aumenta il suo vantaggio, fino a portarlo a 5 secondi su Ludwig, che era il Ringmaister della categoria.

Nello stupore collettivo, la bandiera a scacchi viene sventolata per l’Alfa e Larini, che trionfa “A CASA LORO”

Gara 2 parte con la voglia di riscatto dei Tedeschi, ma Larini riesce ad essere ancora più efficace nella guida, lasciando alle Mercedes il duello per gli altri gradini podio. A fine gara, il trionfo di Alfa sarà ancora più eclatante di gara 2, perchè avverrà con una parata 1-2 di Larini e Danner.

Come al tempo di Nuvolari, un pilota Italiano su Alfa Romeo, aveva sconfitto le frecce d’argento.

 

  • LE PARTENZE QUELLE BELLE

Argentina 2018,  uno davanti e dietro tutti quanti, con Marquez che gioca al centra tutti gli avversari.

Quando la federazione non ne imbrocca una e crea più casini che altro.

Miller, era il solo che aveva scelto le slick, ed erano le gomme giuste, ma la federazione rimanda la partenza per far cambiare le gomme a tutti e s’inventa sta griglia in foto…

Tutto il resto è storiaaaaaaaa….ma storia, storia, storia….non è maledetta noiaaaa

Risultati immagini per crutchlow crazy

 

Beh, credo che in questo capitolo vi ho fatto rivivere qualche bel momento di questo mondo magnifico, che è il Motorsport.

Saluti

Davide_QV

Rea+Kawasaki= un altro triplete…un altro Mondiale..

Si chiude il Mondiale Superbike 2019 nella maniera più “normale” in cui si sarebbe potuto chiudere.
Johnny Rea porta a casa tre vittorie (totale 88!!!) nella modalità a lui più congeniale e con una facilità addirittura disarmante, senza se e senza ma, senza lasciare a nessun altro la possibilità di illudersi anche soltanto per qualche curva. Le tre gare sono state del tutto simili alla seconda parte di stagione, senza sussulti, senza essere state messe in dubbio. Con questi successi Kawasaki è nuovamente Campione del Mondo Costruttori.

immagine tratta dal sito worldsbk.com

Eppure alla vigilia si parlava di pista favorevole a Ducati complici il suo motorone ed il suo allungo. In effetti sul rettilineo la differenza rispetto agli altri era impressionante, ma per completare un giro su se stessi e ritornare sul rettilineo sono necessarie quelle curve in cui la rossa si perde….
Riempire righe tessendo le lodi del binomio Rea/Kawasaki sarebbe ridondante e stucchevole. La realtà dei fatti? Sono stati semplicemente più bravi di tutti e superiori a chiunque nel complesso della stagione. COMPLIMENTI!
Ducati ha portato a casa due secondi posti con Davies ed uno con Bautista ma non ha mai dato l’impressione di potersi avvicinare allo scarico del cannibale. In gara 1 il gallese è stato autore di una bella rimonta causa qualifiche disastrose. Per qualche istante è parso potesse riportarsi su Rea che, appena capito l’antifona, ha aperto la manetta del gas ricacciando la Ducati a distanza di sicurezza e dimostrando che stava semplicemente amministrando.
Pochi spunti e pochissimo spettacolo vero. Tra gli outsider abbiamo finalmente assistito ad un weekend decoroso di Lowes che pare aver compreso che finendo le gare se ne trae un beneficio. Ha agguantato il terzo posto nel mondiale che tutto sommato è un ottimo risultato.
Ragzatliogu (ho imparato a scriverlo) è stato meno brillante del solito: ha anche saltato la Superpole Race per un problema tecnico.
Scorrendo gli ordini di arrivo mi scende la tristezza. Tutti gli altri paiono comparse necessarie a rinfoltire il numero di partecipanti piuttosto che avere reali possibilità di ben figurare. E’ sconsolante vedere che un Campionato così storico, bello ed appassionante in passato sia ridotto ad essere l’ombra di se stesso. Ricordo quando c’erano 5 moto diverse a combattersi le gare, quando le lotte erano un corpo a corpo continuo ad ogni giro. Urgono soluzioni regolamentari per ridare verve, e magari anche una revisione del format perché seguire le tre gare è diventato complesso.
Il prossimo anno arriverà la tanto attesa nuova Honda. Ci si attende lo step di Bmw, il passettino in avanti di Yamaha e la riscossa di Ducati. Le aspettative sono tante ma quante se ne riusciranno a realizzare?
Staremo a vedere. Intanto grazie a tutti quelli che ci hanno seguito nel 2019, con la speranza di avere un 2020 ricco di spunti nuovi che possano permettere a chi scrive di essere più fantasioso e meno monotono come il campionato stesso.
Alla prossima stagione.

Salvatore Valerioti.

Immagine in evidenza tratta dal sito crash.net

Rea fa 85 in Argentina

Va in archivio anche l’appuntamento argentino del mondiale Superbike che ormai deve solo assegnare il titolo costruttori.
I risultati rispecchiano l’andamento di questo campionato:
Bautista dominatore dell’inizio evento ovvero la gara del sabato;
Rea protagonista assoluto delle due gare della domenica praticamente senza rivali con Alvaro in difficoltà;
Piccolo sprazzo per Davies per gara 2 di domenica tutto sommato bella da parte sua;
Yamaha a giocarsi le posizioni di rincalzo con un consistente Van Der Mark regolarmente davanti al suo compagno Lowes mentre le due “satellite” di Melandri e Cortese affondate nelle retrovie;
Sempre ottimo e combattivo Ragzatliogu autore di tre podi con una moto “indipendente”;
Sparite le Bmw e mai comparse le Honda.
Quindi tutto come da copione nonostante le aspettative di vedere qualcosa di diverso una volta chiusi i giochi mondiali.
Ma andiamo per ordine cominciando dalla gara del sabato che ha visto, meglio dire NON ha visto partire ben sei moto di una griglia abbastanza scarna già di suo. Davies, Laverty, Melandri, Cortese, Camier e Kyonari non hanno preso il via in quanto hanno giudicato pericolose le condizioni della pista. In effetti il tracciato era sporco fuori traiettoria ed i piloti hanno portato a termine una gara con un ritmo mediamente più lento di quasi 3 secondi a giro con punte di addirittura quattro….. Probabilmente, ribadisco probabilmente, avranno avuto ragione gli assenti. Sicuramente, ribadisco sicuramente, al sabato non è caduto nessuno dei partenti, quindi forse si è trattato di un esagerazione per coloro che hanno parlato addirittura di mancanza di requisiti per l’omologazione. Lungi dal dover giudicare per chi scrive comodamente da una scrivania, però mi sovvengono un paio di riflessioni.
1.Se il motivo dello “sciopero” è stata la mancanza di grip allora si dovrebbero anche abolire tutte le gare corse sul bagnato o semplicemente sull’umido.
2.Se il motivo dello “sciopero” era una carenza nelle infrastrutture come le vie di fuga o l’organizzazione dei soccorsi allora non si sarebbero dovuti schierare neanche la domenica quando la pista è diventata più veloce complice il calo delle temperature di aria ed asfalto.
Lo svolgimento della gara del sabato è stata la replica delle gare di inizio stagione quando Bautista si involava senza rivali dopo qualche piccola schermaglia iniziale con Rea. Il tutto faceva pensare ad una domenica tutto sommato semplice per Ducati che ancora spera nel mondiale Costruttori.
Invece il “cannibale” è salito in cattedra domenica, dominando entrambe le gare in modo apparentemente semplice. In gara 2 Bautista è apparso in terribile difficoltà con la gomma posteriore che l’ha mollato presto impedendogli di entrare nelle curve alla sua maniera e costringendolo ad una gara in difesa con una guida sulle uova sempre impacciato ad ogni ingresso curva e con una moto che si impennava una volta riaperto il gas. Il suo compagno di team è apparso molto più a suo agio e per qualche giro ha pur dato l’impressione di averne per andare a recuperare il fuggitivo Rea che, appena capito il pericolo, ha alzato il ritmo tenendo tranquillamente a debita distanza Davies.
Il podio è stato completato al terzo posto in tutte e tre le gare da Toprack il turco volante che con la sua moto clienti ha staccato il resto dei piloti, primo tra tutti Haslam sulla stessa Kawa di rea che appare sempre più un pesce fuori dall’acqua in questo campionato. Per lui si parla di un ritorno nel BSB e verrà sostituito da Lowes che quest’anno ha preso regolarmente paga dal compagno di marca quando questo era almeno all’80% delle sue possibilità dopo l’infortunio.
Il campionato è arrivato ormai all’ultimo appuntamento che si svolgerà in Qatar nel weekend del 24-26 ottobre. La Ducati è ancora in corsa per il titolo costruttori che manca a Bologna dal 2011, ovvero dai tempi di Carlos Checa e del team Althea. La pista potrebbe essere favorevole con il suo lungo rettilineo del traguardo e soprattutto perché conosciuta benissimo da Bautista che ci ha corso per anni in Motogp. Ma per centrare tale risultato servirà anche un Davies nelle condizioni migliori, altrimenti il digiuno iridato raggiungerà vette di durata inimmaginabili per la casa motociclistica che da questa categoria ha tratto buona parte del suo prestigio ed ha fatto la storia dello stesso.
Ci vediamo in Qatar.

Salvatore Valerioti

Immagine in evidenza tratta da motoblog.it