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MotoGP 2019- Ultimo Round Mondiale ValenciaGp

In un atmosfera di elettrizzante incertezza e di spasmodica attesa il Mondiale delle Moto si presenta sulla dirittura d’arrivo della pista di Valencia. Quattro piloti su quattro moto diverse a giocarsi la vittoria iridata con una combinazione di punteggio che permetterà di trionfare SOLO al vincitore della gara, quindi sarà un tutti contro tutti senza nessuna strategia…….
Ah, no!….ooppss mi sono sbagliato, perdonatemi..torno serio.
Ci accingiamo ad assistere all’ultimo weekend delle moto in un clima di ultimo giorno di scuola e con tutti i titoli già assegnati in ogni categoria. Questo metterà ogni pilota nelle condizioni di potersi concentrare su un fine settimana in cui tutti potranno orientarsi verso l’unico risultato interessante che è la vittoria della singola gara. Una sorta di Gran Premio extra campionato dove tutti hanno l’obbligo di dare il massimo possibile senza aver nulla da perdere, prerequisiti fondamentali per avere uno spettacolo interessante ma con gli spagnoli padroni di casa comunque a farla da padroni.

immagine tratta dal sito tribunnews.com

Nell’opinione di chi scrive Marquez, Vinales e Rins saranno i favoriti per la vittoria, tutti in condizioni di parità: le caratteristiche della pista non dovrebbero privilegiare nessuna delle tre marche sotto i glutei dei tre alfieri spagnoli.
Lo scorso anno la spuntò Dovizioso su Rins dopo l’interruzione della gara per il maltempo e le conseguenti cadute. Alla seconda gara di 14 giri non parteciparono nè Marquez né Vinales, ed il ducatista sfruttò l’opportunità nel migliore dei modi.
Nel weekend non è prevista pioggia quindi si presume che lo svolgimento della gara possa essere lineare senza variabili a modificare i valori in campo. Le premesse per poter assistere a tre quarti d’ora di divertimento puro ci sarebbero tutte sempre che Marquez sia d’accordo: se non dovesse esserlo assisteremo al solito dominio con buona pace degli spettatori. Con la pista che gira a sinistra Il “fattore Marc” è da tenere ben a mente seppur il catalano non vinca a Valencia dal 2014: è costantemente un brutto cliente per chiunque, a maggior ragione dopo un digiuno così lungo su una pista spagnola e pure libero da pensieri di Campionato.
Le Yamaha sono chiamate a confermare i buoni risultati globali degli ultimi tempi che la rendono al momento la moto più equilibrata del lotto. I tecnici hanno svolto un lavoro importante nel corso del 2019 considerando il punto di partenza di inizio anno. Sono riusciti a far lavorare meglio quell’elettronica che negli ultimi anni li ha fatti disperare e l’esperienza sarà utile anche nel prossimo futuro. Maverick è il favorito d’obbligo tra i piloti di Iwata sia perché si corre in casa sua ma anche perché reduce dalla convincente vittoria nell’ultimo round mondiale.
Il sempre gagliardo Quartararo avrà l’opportunità di poter far bene e magari vincere la prima gara in carriera. Sarà un compito comunque arduo nel feudo dei piloti spagnoli dove negli ultimi dieci anni solo Stoner (nel 2011 iridato) e Dovizioso (nel 2018 di cui sopra) sono riusciti ad interrompere il dominio iberico. Se a questo dato aggiungiamo che una Yamaha dei team satellite non ha mai vinto una gara di MotoGp ecco che un eventuale successo di Fabio avrebbe i contorni dell’impresa.
Osservato speciale anche Rins sempre veloce (seppur tra alti e qualche basso) in sella ad una Suzuki che su questa pista non pagherà oltremodo il deficit di motore che ancora la separa dai big. Alex ha sette punti in meno di Vinales in classifica generale e la conquista del terzo posto finale rappresenterebbe un ottimo risultato sia per lui che per il team Suzuki: dopo il mondiale 2000 di Roberts il miglior piazzamento fu proprio un quarto posto di Maverick nel 2016. In bocca al lupo al buon Rins.
Ducati. In una gara one –shot potrebbe ben figurare anche Dovizioso che qui ha faticato moltissimo nel 2017 quando si giocava il mondiale. Con un secondo posto nel mondiale ampiamente consolidato la stagione è andata in calando ed il binomio italiano non vince una gara dal Red Bull Ring di inizio agosto, ben tre mesi fa: sarebbe auspicabile un colpo di coda. Petrucci è chiamato ad una prova d’orgoglio dopo le ultime gare molto opache: se corresse nel team Red Bull di Formula 1 sarebbe già stato appiedato a stagione in corso nonostante la vittoria del Mugello.
Da Valentino e da Jorge si attendono segnali di risveglio: più facile il compito dell’italiano, mentre per lo spagnolo siamo alla Mission Impossible.
Per Ktm ed Aprilia valgono i discorsi di tutto il resto dell’anno, ovvero che urgono rivoluzioni più che evoluzioni per fare quello step necessario ad avvicinarsi ai primi ancora troppo distanti. La scelta fatta da Ktm sui piloti 2020 la dice però lunga in merito al cammino che si troveranno da fare prima di arrivare al top. Il solo Policio Espargarò può pensare di far bene in terra spagnola questo fine settimana, più per fattore campo che per altro…purtroppo.

Il weekend valenciano avrà un estensione la settimana successiva con i primi test collettivi in ottica 2020. Come di consueto le Case porteranno in pista i loro progetti per il prossimo anno seppur non in versione definitiva. Debutteranno le modifiche di telaio, motore ed aerodinamica per consentire ai piloti di saggiare le novità ed indirizzare lo sviluppo per i prossimi mesi prima dei test successivi.
Da martedì in avanti ci saranno giorni fondamentali per far chiarezza sul futuro di Jorge Lorenzo. Potremo capire se HRC ha prodotto una moto ed un motore che possano adattarsi meglio alle esigenze del maiorchino o se, in caso contrario, assisteremo all’unico colpo di scena di questa stagione.
Aspettative alte anche per quanto riguarda Aprilia. Massimo Rivola presente all’EICMA ha annunciato una rivoluzione del progetto RS-GP in tutte le sue parti: elettronica, telaio, e motore che avrà una V con diversa angolazione tra le due bancate. Purtroppo non lo vedremo a Valencia ma con ogni probabilità durante il prossimo test a Sepang in Febbraio. Ci auguriamo di rivedere tutte le domeniche gare come quella australiana, con Iannone bello tronfio sul manubrio di una moto in grado di tenerlo nelle zone alte della classifica laddove merita un nome come Aprilia e laddove il talento dell’italiano dovrebbe stare.

immagine tratta dal sito vastoweb.com

Le gare della Moto2 e della Moto3 sono anch’esse libere da vincoli di campionato quindi aperte ad ogni risultato anche più della classe regina. I due campioni del Mondo Marquez e Dalla Porta vorranno onorare il titolo, ed i loro colleghi potranno fargli sudare la vittoria di tappa lottando con il coltello tra i denti. Nessun pronostico è possibile, anche se il piacere di rivedere Lorenzo vittorioso ancora una volta sarebbe grande per tutti noi italiani. Lascerebbe la categoria da trionfatore totale di tutte le ultime gare e del Campionato più combattuto tra quelli del 2019…almeno fino a quando il toscano ha deciso che non aveva più voglia di giocare…

immagine tratta dal sito firenzesettegiorni.it

Buone gare a tutti i lettori, a tutti gli appassionati delle due ruote con la speranza che il 2020 possa essere una stagione più combattuta e, soprattutto, che possano trionfare i colori italiani.

Salvatore Valerioti

Immagine in evidenza tratta dal sito moto.it

IL MURO DI JORGE LORENZO – La missione che sembra impossibile

 

Non guardare il muro li dietro.

È immenso, mastodontico e quasi impensabile da costruire. Oggi è una delle pietre miliari del circus della MotoGP.

Non guardare il muro ma guarda ogni singolo mattone, ogni singola pietra posata, ognuna di esse ha una storia, ognuna di esse rappresenta un sacrificio, una sconfitta, una vittoria. Se alla fine riuscirai a concentrarti su ogni singola pietra potrai costruire anche tu quel muro.

Ognuno di noi costruisce quel muro, ognuno di noi lo ha eretto e buttato giù nel corso degli anni facendo semplicemente la scelta sbagliata.

Proprio tu che stai leggendo in questo momento stai cercando di posare una pietra.

Quel muro è la Vita.

Guardando Jorge Lorenzo ripenso al muro di Aragon.  A quante volte lo ha costruito, a quante volte lo ha buttato giù, a quante volte lo ha ricostruito.

Una battaglia eterna la sua carriera, contro i tanti infortuni, contro i compagni Team il cui nome farebbe tremare le gambe a chiunque, contro se stesso.

Passeggiando per il circuito di Aragon, in questo 2019, quel muro sembra essere svanito. Al suo posto una piccola fila di mattoncini, molto bassa quasi inesistente.  Jorge sta tentando di ricostruire quel muro dopo averlo eretto al Mugello e buttato giù nel post gara.

Era riuscito nell’impresa in cui tanti avevano fallito (Vincere in Ducati in poco più di un anno) ed a fine gara aveva annunciato la firma con la Honda HRC per il biennio 2019-2020.

La scelta di ricostruirlo per l’ennesima volta è ardua, quasi impossibile ma la storia di questo ragazzo ci insegna che non ha paura di nulla.

Non ebbe paura nel 2008 quando si ritrovò, separato da un vero muro, nel box con Valentino Rossi. Non ebbe paura quando dopo il pauroso incidente di Shanghai si ritrovo a correre il GP seguente, quello di Francia a LeMans, con le caviglie rotte arrivando 2° al traguardo.

 

 

Jorge all’arrivo al parco chiuso del GP di Francia 2008 – Immagine tratta dal sito Crash Nell’ultimo anno giustamente in tanti si sono interessati alle vicende del maiorchino, un Campione come lui (non un ottimo Pilota) non può permettersi questi risultati.Tanti ne invocano il ritiro, tanti gridano allo scandalo per il divario (a mio avviso imbarazzante) con il compagno di Team e gli altri Piloti che guidano una Honda. Molti sopratutto in Italia come al solito, se ad altri trovano mille giustificazioni cambiando versione tra un caffè ed un aperitivo, a lui non perdonano nulla.

 

Come dico sempre la pista è l’unica cosa che conta realmente, è l’unica “entità” che può permettersi di parlare. La pista ci dice che Jorge è lento, troppo lento al momento.

La pista dice anche altro. Ci dice che gli ultimi 10 mesi, da quella maledetta curva di Aragon la costruzione del muro di Jorge si è fermata. Un calvario più unico che raro…

  • Highside GP di Aragon 2018, con un suo errore alla prima curva, frattura della caviglia.
  • Highside GP di Thailandia 2018, per un errore mai chiarito da parte di Ducati, frattura del polso.
  • Frattura dello scafoide in allenamento pochi giorni prima dei test di Sepang 2019.
  • Caduta nei test di Montmelò in Catalunya, con grave botta alla schiena.
  • Caduta GP si Olanda 2019 ad Assen, frattura di due vertebre ed il rischio di diventare come Waine Rainey.
FP1 del GP di Olanda ad Assen – Frattura di due vertebre per Jorge

I prossimi test di Valencia saranno fondamentali per capire quanto ancora Jorge Lorenzo possa dare al Motociclismo.

Indubbiamente ha dato tantissimo, ma la sfida che si presenta é quanto di più arduo ci possa essere perché nel box si ritrova il Pilota più forte di questi ultimi anni.

Non credo sia soltanto la sfida di Jorge, questa a mio modestissimo parere è la sfida degli ingegneri HRC che faranno di tutto per dare una moto che si leghi anche alle caratteristiche di Piloti con una guida più dolce e fluida.

Loro che sono riusciti a creare una MotoGP adatta ad un “fantino” come Pedrosa vuoi non siano in grado di rendere più “guidabile” questa  moto⁉️

Il tempo ci dirà se Jorge Lorenzo ritornerà vincente, su questa moto o su un’altra oppure se sceglierà di fermarsi ma… statene pur certi continuerà a costruire quel muro per un’altra (forse ultima) volta.

Francky Longo

 

 

Immagine di sfondo tratta da Bikesportnews

 

Le tigri della Malesia- Post Gp di Sepang 2019

Vinales, Alex Marquez e Dalla Porta si prendono la scena del GP della Malesia 2019.

Sepang.
L’arrivo a Sepang è un po’ come la fine dell’e vacanze estive quando eravamo bambini, la fine del divertimento della spensieratezza, delle giornate libere per dar sfogo a tutta la nostra sete di libertà. Sepang ci mette di fronte alla consapevolezze che l’estate, ovvero il Motomondiale, sta finendo.

È la tappa finale del trittico Asiatico chee ogni anno ci tiene svegli per 3 fine settimana successivi facendoci sembrare delle controfigure di The Walking Dead..

Purtroppo questo weekend di gara si apre con il tragico incidente del 20enne Afridza Munandar, classificatosi 3° nella Asia Talent Cup e per il quale la stessa organizzazione ha ritirato il 4, suo numero di gara.

Tutti gli occhi sono puntati sul gioiellino di casa Petronas, il Francese Quartararo che fa strabuzzare gli occhi al paddock intero, direttori sportivi in primis.

Guadagna una pole sontuosa tanto da guadagnarsi anche le attenzioni del Campione del Mondo Marquez.
Per star in scia al Francese in Q2 addirittura vola in Highside rischiando di farsi malissimo.
Aspre le critiche degli addetti ai lavori, un po meno quelle in pista.
Risultato Pole stratosferica di FQ e Marquez solamente 11. Completano la prima fila le Yamaha M1 di Vinales e Morbidelli. Nelle ultime 6 pole position ben 13 Yamaha su 18 moto disponibili son partite dalla prima fila.

Immagine tratta da BT sport

La gara è stata un monologo di MV. Partito finalmente benissimo ha imposto un ritmo indiavolato che non ha permesso repliche a nessun avversario nonostante la partenza da antologia di Marquez. Partito 11 alla staccata della prima curva era già in 5^ posizione.
Deludono e non poco le Yamaha Petronas, rispetto al ritmo mostrato nelle prove libere. In particolare Quartararo, a differenza dei pari marca, monta un soft al posteriore ma non riesce a partire bene e rimane imbottigliato nelle retrovie.
Degna di nota la prestazione di Zarco che fino al momento in cui Mir non decide di stenderlo, fa una gara immensa tenendosi dietro Crutchlow oltre che un sempre irriconoscibile Jorge Lorenzo.
Vinales vince la gara davanti a Marquez e Dovizioso, quest'ultimo vittorioso nella battaglia contro Valentino Rossi incapace di tener il ritmo del compagno di squadra. Vinales si porta al 3 posto in classifica generale scavalcando Rins, giù di tono in queste ultime gare.

Marc Marquez continua la sua cavalcata verso la Tripla Corona, mantenendo un gap di soli 2 punti dal Team Honda Repsol stabilendo anche un altro record…. quello di punti conquistati nella classe Regina, supera i 383 punti di Jorge Lorenzo nel Mondiale 2010.

(Immagine Classifica Team tratta da MotoGP.com)

In Moto2 Alex Marquez Pilota del Team VDS su Kalex vince il Titolo della Moto2 dopo una gara molto intelligente in cui l'unico obiettivo era tenere dietro il veterano Tom Luthi. Alex vince il Titolo dopo 5 anni di permanenza nella categoria ed il prossimo anno difenderà il Titolo con il numero 1 in carena.
Seppur faccia storcere il naso a qualcuno, i quali imputano la mancanza di avversari in virtù del fatto che nelle precedenti 4 stagioni aveva perso la lotta al Titolo rispettivamente con Zarco, Morbidelli e Bagnaia quest'anno Alex è stato molto costante e maturo sopratutto nella gestione gara. Inoltre è stato il primo ad adattarsi subito al nuovo pneumatico posteriore Dunlop (Il “gommone" da 200/75 R17 rispetto al 195/75 R17)

(Immagine Alex e Marc tratta da MotoGP.com)

Marquez bissa il Titolo del 2014 in Moto3, vinto allora davanti ai vari Miller, Rins e Fenati diventando il primo Pilota della Storia a vincenre il Mondiale Moto3 e Moto2, negli ultimi 33 anni (dal 1986) si affiancaa fenomeni come Cadalora, Capirossi,Rossi, Poggiali e Marc Marquez vincitori sia nella classe minore che in quella di mezzo.
Gara abbastanza monotona non fosse per il ritmo indiavolato di un Brad Binder in forma smagliante che conduce la gara dall’inizio alla fine ad eccezione di un errore che gli fa perdere la posizione da Marquez e Nagashima. Giusto il tempo di un reset e si riporta, in 3 giri, al comando della gara.
Vincerà per distacco davanti a Marquez e Luthi,con l’elvetico che non riesce a tenere aperto il Mondiale.


(Immagine Moto3 Podio tratta da MotoGP.com)

Se volete emozioni dure e pure bisogna chiedere aiuto ai ragazzini terribili della Moto3.
Fantastica vittoria di Dalla Porta che si impone da Campione del Mondo, i riflettori però sono puntati tutti su i due baby fenomeni spagnoli Sergio Garcia e Jaume Masia rispettivamente 2° e 3°.
Se per il Pilota di Estrella Galicia è il primo podio in carriera nel suo anno da rookie, per Masia è la prova di essere di fronte ad un Pilota fortissimo pronto ad esplodere nel 2020. A causa di problemi alla moto è costretto a partire 30° ed arriva sul gradino più basso del podio dopo una garadi sorpassi e carenate.
Importante anche la gara degli altri due rookie Ai Ogura (4° e che a fine gara indossera il casco di Munandar) e Celestino Vietti (5° ed in testa quasi fino alla fine della gara).
Diversi gli incidenti sui quali spicca su tutti quello che ha visto coinvolti G.Rodrigo che perde la moto in highside e coinvolge Suzuki e Alonso Lopez. Dure le parole a fine gara del “Giappo-Riccionese” che imputa una troppa aggressività a carico di Rodrigo ma… come dice sempre il buon Jack Miller “It’s racing baby”

Sguardo rivolto adesso in quel di Valencia, ultima tappa del Motomondiale 2019 del quale saranno interessanti, più che il GP in se stesso, i Test di fine stagione che porranno alcuni Piloti dinanzi ad un bivio.
Non Piloti qualsiasi ma coloro che hanno scritto una parte di storia di questo Sport .

Riuscirà Marc Marquez nell’ardua impresa di vincere la Tripla Corona⁉️

Riuscirà Quartararo a diventare il primo Pilota a vincere in MotoGP con una Yamaha di un Team Privato⁉️

Riuscirà Valentino Rossi ad interrompere un digiuno di vittorie lungo 45 gare⁉️

Non ci resta che aspettare e goderci l’attesa del piacere di un ultima gara e dei test che si preannunciano infuocati.

Francky Longo

Immagine in evidenza tratta dal sito Motogp.com

Rea+Kawasaki= un altro triplete…un altro Mondiale..

Si chiude il Mondiale Superbike 2019 nella maniera più “normale” in cui si sarebbe potuto chiudere.
Johnny Rea porta a casa tre vittorie (totale 88!!!) nella modalità a lui più congeniale e con una facilità addirittura disarmante, senza se e senza ma, senza lasciare a nessun altro la possibilità di illudersi anche soltanto per qualche curva. Le tre gare sono state del tutto simili alla seconda parte di stagione, senza sussulti, senza essere state messe in dubbio. Con questi successi Kawasaki è nuovamente Campione del Mondo Costruttori.

immagine tratta dal sito worldsbk.com

Eppure alla vigilia si parlava di pista favorevole a Ducati complici il suo motorone ed il suo allungo. In effetti sul rettilineo la differenza rispetto agli altri era impressionante, ma per completare un giro su se stessi e ritornare sul rettilineo sono necessarie quelle curve in cui la rossa si perde….
Riempire righe tessendo le lodi del binomio Rea/Kawasaki sarebbe ridondante e stucchevole. La realtà dei fatti? Sono stati semplicemente più bravi di tutti e superiori a chiunque nel complesso della stagione. COMPLIMENTI!
Ducati ha portato a casa due secondi posti con Davies ed uno con Bautista ma non ha mai dato l’impressione di potersi avvicinare allo scarico del cannibale. In gara 1 il gallese è stato autore di una bella rimonta causa qualifiche disastrose. Per qualche istante è parso potesse riportarsi su Rea che, appena capito l’antifona, ha aperto la manetta del gas ricacciando la Ducati a distanza di sicurezza e dimostrando che stava semplicemente amministrando.
Pochi spunti e pochissimo spettacolo vero. Tra gli outsider abbiamo finalmente assistito ad un weekend decoroso di Lowes che pare aver compreso che finendo le gare se ne trae un beneficio. Ha agguantato il terzo posto nel mondiale che tutto sommato è un ottimo risultato.
Ragzatliogu (ho imparato a scriverlo) è stato meno brillante del solito: ha anche saltato la Superpole Race per un problema tecnico.
Scorrendo gli ordini di arrivo mi scende la tristezza. Tutti gli altri paiono comparse necessarie a rinfoltire il numero di partecipanti piuttosto che avere reali possibilità di ben figurare. E’ sconsolante vedere che un Campionato così storico, bello ed appassionante in passato sia ridotto ad essere l’ombra di se stesso. Ricordo quando c’erano 5 moto diverse a combattersi le gare, quando le lotte erano un corpo a corpo continuo ad ogni giro. Urgono soluzioni regolamentari per ridare verve, e magari anche una revisione del format perché seguire le tre gare è diventato complesso.
Il prossimo anno arriverà la tanto attesa nuova Honda. Ci si attende lo step di Bmw, il passettino in avanti di Yamaha e la riscossa di Ducati. Le aspettative sono tante ma quante se ne riusciranno a realizzare?
Staremo a vedere. Intanto grazie a tutti quelli che ci hanno seguito nel 2019, con la speranza di avere un 2020 ricco di spunti nuovi che possano permettere a chi scrive di essere più fantasioso e meno monotono come il campionato stesso.
Alla prossima stagione.

Salvatore Valerioti.

Immagine in evidenza tratta dal sito crash.net

UN CAMPIONE 15 ANNI DOPO E IL GATTO CHE GIOCA CON IL TOPO.

  • LORENZO DALLA PORTA è CAMPIONE DEL MONDO MOTO 3!!!

Doveroso il tributo immediato al portacolori Italiano, che riesce a portare a casa il titolo iridato 2019. Una stagione che non lo vedeva favorito dal pronostico, seppur in sella alla moto e team fra i migliori assoluti della categoria. Una stagione che lo ha visto perdere più volte i duelli per la vittoria nell’ultimo giro, con le prime gare un pò opache, per la prestazione che poteva avere, mentre Canet otteneva risultati più costanti nelle prime posizioni.

Dalla Francia, però è uscito il Dalla Porta davvero tosto, con un filotto di secondi posti e la vittoria in Germania, che lo ha posto definitivamente al comando della classe. Canet ha cercato di fare il massimizzatore di risultati, ma dopo la vittoria a Brno, è iniziato il declino, con 4 ritiri e due volte oltre la decima posizione, interrotto solo dal dominio di Aragon.

Sarebbe stato più bello che il duello fra i due si fosse corso fino a Valencia, entrambi meritavano di giocarsela a pieno, ma nel finale di stagione, la Honda di Leopard ne aveva di più della KTM del team di Biaggi, portando lo Spagnolo a dover osare di più, spingendolo ad errori come quello di oggi.

Applaudiamo quindi ancora una volta il nostro Lorenzo Dalla Porta, per aver saputo portare a casa il titolo, in una delle stagioni più incerte ed equilibrate, che per ora ha visto vincere ben 10 piloti diversi in 17 gare.

L’ultimo Italiano ad aver vinto nella serie più piccola, al tempo 125, fu Andrea Dovizioso, esattamente 15 anni fa.

  • IL GATTO CHE GIOCA CON IL TOPO

Marquez ancora una volta ha giocato in suo stile con uno Yamahista, caduto nel suo tranello. Il solito binomio Honda/Marquez ne aveva nettamente di più, tanto da mettersi per l’ennesima volta dietro a una Yamaha, chiudendo il gas quando poteva comodamente balzargli davanti in un qualsiasi momento.

Come Quartararo, pure Vinales si è fatto fregare, solo che di peggio, ci ha messo un tentativo di rispondere a Marquez con un tentativo disperato, finendo per lanciare la moto in ghiaia.

A Maverik e Fabio, bisogna sperare che Marquez non lo batti sfiancandolo sulla prestazione, ma giocando sulla pressione psicologica, come ha fatto Dovizioso a Zeltweg o ancora meglio Rins a Silverstone, che ha servito al 93 lo stesso gioche che fa lui con gli altri.

Detto questo, continuo a battere sul fatto che ormai sto binomio ha dimostrato tutto, un livello di poter giocare con i rivali, pari a quel che faceva Rossi nel 2002/2003, portandolo a non divertirsi più e con la stampa e il paddock che chiedeva un cambio di moto.

Premetto che non sminuisco minimamente il valore del pilota, non stai li solo per la moto, devi essere pure tu di talento, però sarebbe bello vederlo lanciarsi in una nuova scommessa, che renda più imprevedibile l’esito finale della stagione, perchè per il 2020 è difficile non pronosticare il suo NONO titolo mondiale, stante questi i livelli delle forze in campo.

  • TRIPLE CROWN

In QATAR Domenicali disse; “Bene, ora che ci battano in pista”

Mondiale piloti – Mondiale Marche – Mondiale Team per il team HRC, mi sa che se la sono legata al dito, sia loro che Marquez, compiendo qualcosa d’incredibile con praticamente un solo pilota.

  • IL RESTO DEL GRUPPO

Tolti i due che si lottavano la vittoria, abbiamo un Crutchlow che ha fatto davvero una buonissima gara a tratti li con i due, finendo per ottenere un buonissimo secondo posto.

Dietro di lui, una gara alla moto3 style, con i piloti a passarsi e ripassarsi, non capendo che potesse spuntarla fra Miller, Bagnaia, Mir, Rins, Iannone, Espargarò e Rossi.

Rossi incredibile, parte a razzo, quasi incredibile e fa subito due giri alla ricerca dela fuga, ma dal terzo giro inizia a subire un sorpasso dopo l’altro, arriva decimo e poi inizia a rimontare. Si porta quarto e poi risprofonda, indecifrabile ed escono sempre più i dubbi se sia il caso di continuare a correre in MotoGP…

Miller tostissimo fa terzo a casa sua, ma è bellissimo vedere finalmente Bagnaia la davanti, come se avesse finalmente risolto i suoi problemi con la D16, speriamo sia l’inizio di un buon filotto di bei risultati. Dovi dietro i due clienti, come solita dimostrazione che l’Australia non ha un bel rapporto con lui.

Le Aprilia belle convincenti per una volta, anche loro stan mostrando chiari segni di miglioramento, che in ottica di una rivoluzione della moto per il 2020, può solo che far ben sperare.

Suzuki, una gara onesta con entrambi i piloti.

Fortuna che nel botto del pronti via, non ci sono state conseguenze fisiche ne per Quartararo che per Petrucci.

  • Lorenzo e Zarco?

Lungi da me dal smettere di credere in JL99 e le ammissioni dei vertici di Honda di aver sbagliato tecnicamente con lui, son segno che ci credano ancora nello Spagnolo, tuttavia, mi sa che gli stan dando una Honda Moto3, se la colpa non è anche nel pilota. Ormai il tempo del recupero fisico c’è stato, mi sa che manca uno sblocco mentale per Lorenzo.

Zarco, al debutto su Honda fa una gara molto incolore nelle retrovie, ed è troppo poco rispondere dicendo; “beh, almeno ha fatto meglio di Lorenzo…” attendiamo la prossima corsa.

  • Moto2

Riuscirà Marquez Jr. a buttare via il titolo iridato? Pareva solo una formalità, ma gara dopo gara, pare che qualche spettro stia affollando la sua mente e non gli permetta di essere il pilota di stare la davanti, dove dovrebbe.

A Sepang avrà il primo vero match point, visto il vantaggio su Luthi di 28 punti.

Marini e Bezzecchi ringraziano Lecuona , autore di una staccata folle, e gli attribusicono il titolo della minchiata del gp. Un vero peccato veder fuori da subito due che potevano giocarsela.

Vince la corsa Binder, davanti a un Martin che sta iniziando a essere uno tosto per la categoria Moto2, mi sa che il prossimo anno sarà quello maggiormente favorito nella corsa al titolo.

Chiude il podio Luthi, con Marquez solamente ottavo.

  • Moto3 

La solita collezione di mille sorpassi, e mille cadute, che però vedono trionfare Dalla Porta davanti al compagno Ramirez e un sempre a podio Arenas.

Mi par d’aver detto quasi tutto, ma ora…

Saluti

DAVIDE_QV