La spasmodica attesa creata dalle presentazioni delle vetture, i cambi di casacca di vari piloti, l’esordio di un gran numero di rookie o semi-rookie e tutto quanto la off-season riserva agli appassionati di Formula 1 è finalmente sfociata in un grande sospiro di sollievo down-under, in quel di Melbourne.
Come dite?!
Sollievo?!
E perché mai? Vi chiederete.
Ebbene sì, cari i miei compagni di passione: il sollievo è quello che consegue al vedere che non bastano le chiacchiere a far correre le vetture, non bastano le speranze dei tifosi a spingere in avanti i propri beniamini, non bastano le trovate di marketing e reboanti dichiarazioni giornalistiche a sconvolgere il circus.
Servono tecnici capaci e piedi pesanti, niente di più, niente di meno e, soprattutto, null’altro.
Tutti, pur sperando altro, sapevano che McLaren era in vantaggio su tutti ed è esattamente ciò che ci ha detto Melbourne con i papaya a dominare qualifiche e, soprattutto, gara ricominciando da dove avevano terminato il 2024.
I numeri andrebbero letti bene ed essendo questa sede dedicata ai piloti non mi ci addentro troppo. Mi basti sottolineare che se il dominio in qualifica non è stato cronometricamente preoccupante, con il solo ultimo settore a fare davvero la differenza, molto di più lo è stato quello in gara, a maggior ragione se si considera le condizioni di umido in cui si è corso e che, almeno in teoria, dovrebbero ridurre la differenza di performance tra le vetture. In questo contesto, tolto il coriaceo Verstappen dei primi 17 giri (in realtà la metà considerando la SC iniziale) e il bailamme causato dall’acquazzone al 45° giro, le McLaren hanno dimostrato uno strapotere impressionante che non fa dire che il campionato sia già chiuso perché siamo solo alla prima gara ma che, con ogni evidenza, desta fortissime preoccupazioni che la stagione 2025 possa essere un monologo di quelli che troppo spesso si sono visti negli ultimi vent’anni.
Ma non fasciamoci la testa prima di sbatterla e procediamo oltre.
Melbourne ha visto l’esordio, peraltro bagnato, di molte matricole e semi-matricole, tutte attese a dimostrare se la fiducia in loro riposta è stata ben fondata e sono felice di rilevare che la figura più bella e convincente è stata fatta dal nostro Antonelli. Ero sinceramente un po’ preoccupato: i test a Sakhir, le FP e le qualifiche non erano andate molto bene e il confronto con Russell sembrava impietoso. Invece in gara il nostro giovane alfiere si è comportato splendidamente sfoderando una prestazione eccellente sotto ogni punto di vista. E considerato quanto erano difficili le condizioni climatiche e il disastro fatto dai suoi co-esordienti il plauso è ancora più grande.
Ma cominciamo dai vincitori.
NORRIS voto 9 ½
Il buon Lando comincia benissimo la stagione con una vittoria tanto sofferta quanto convincente. La qualifica, a ben guardare i numeri e i crono, non è stata dominata in modo così facile come l’1-2 papaya lascia pensare. Tra un Max fenomenale e i temuti inserimenti di Russell e delle Ferrari Lando ha dovuto sudare non poco per portare a casa la pole giocando su un assetto in tutta evidenza adattissimo all’ultimo settore della pista. La Q3 si era anche complicata e il fatto di essere riuscito a fare il top nel momento che più contava è di quelli che lasciano ben sperare. Che Lando sia uno dei più veloci in assoluto nessuno l’hai messo in discussione ma nelle scorse stagioni sappiamo quante critiche si è attirato per non aver messo in mostra le sue qualità quando più contava. Ebbene, dunque, già in qualifica fa vedere che il suo braccino potrebbe (il condizionale è d’obbligo) essere un ricordo. Bene. In gara parte benissimo e anche questo sappiamo che era un suo difetto quasi cronico nei momenti più importanti delle scorse due stagioni. Bravo. I movimenti suoi e di Piastri al via fanno pensare ad una strategia precisa per evitare che Max li uccellasse: entrambi eseguono bene e, quantomeno alla prima curva escono davanti. Poi Max è Max e Piastri si dimentica che la partenza dura più di una curva e subisce ma tanto basta per mettere in tranquillità Landino nostro che può quindi mettersi in ritmo senza problemi. Ritmo che sorprende sin da subito: lui, Max e Piastri in pochi giri regolano la concorrenza girando ad una media di circa 1 secondo al giro più veloce di tutti gli altri. L’errore di Max al 17° giro lo mette ancora più in tranquillità. Successivamente la pressione di Piastri pare notevole ma il cronometro dice che il ritmo dei due è probabilmente quello concordato e che gli altri non possono neanche minimamente sognare: in alcuni frangenti arrivano a guadagnare sino a due secondi. La pista si asciuga molto lentamente, sfavorita in ciò da qualche goccia che continua a scendere. Tant’è che finalmente il ritmo degli altri si avvicina a quello McLaren. Mi è piaciuto, Lando, quando intorno al 32° giro, quando i team radio di Piastri sembravano minacciosi: invece di discutere ha dato uno strappo e Oscar, nel tentativo di tenere lo stesso ritmo, ha rischiato grosso finendo sulla ghiaia. La gara, a quel punto, era saldamente in mano a McLaren con uno 1-2 da podio perfettamente sotto controllo. Poi succedono due cose: l’incidente di Alonso che costringe più o meno tutti a prendere una decisione sul mettere le slick e, successivamente, l’acquazzone che rovina i piani di tutti. Ecco, qui si decide la gara. Come prevedibile (perché erano in testa, non per altro) i due McLaren si girano malamente appena arriva lo scroscio. Solo che Lando ne esce abilmente controllando la vettura quel tanto che basta per rimettersi velocemente in corsia box mentre Piastri finisce malamente per prati. Inoltre, il muretto decide saggiamente di cambiare subito le gomme e mettere delle intermedie nuove cosa che gli altri non fanno subito. Da lì in avanti il ritmo di Landino nostro è furioso e si riprende la testa in men che non si dica. La SC causata dagli incidenti di Lawson e Bortoleto non gli procura danni perché l’intensità della pioggia diminuisce e Max non pare avere intenzioni troppo bellicose. Alla fine la sua vittoria è convincente per vari motivi: velocità (ovviamente), gestione in ritmo (ovviamente), sangue freddo nei momenti chiave e nel gestire l’errore commesso (e questo era meno ovvio), muretto intelligente. Se il buon giorno si vede dal mattino direi che Lando ha ottimi motivi per essere soddisfatto. I competitor (RBR/Max, Mercedes e Ferrari) nel post-gara dicono che i distacchi visti a Melbourne sono ingannevoli. Sarà, ma non ho dubbi che a Woking preferiscano così. Bravo!
VERSTAPPEN voto 9
Che la RB21 sia solo la pallida erede della RB19 lo si era già intuito, soprattutto per via delle pessime prestazioni viste con Lawson ma, a quanto pare, a Max non è che importi granché. La sua guida è semplicemente magnifica e la performance in qualifica non lascia alcun dubbio: nel Q1 lui è negli stessi tempi di Norris mentre Lawson è penultimo ed eliminato a oltre 1 secondo di distanza. Il terzo settore della pista vede i papaya troppo forti nel terzo settore per sperare nella pole ma il terzo posto è suo. In gara parte benissimo e solo la ottima strategia delle due McLaren gli impedisce di uscire in testa alla prima curva. Si rifà comunque su Piastri e riesce per una decina di giri (dopo la SC) a tenere il loro ritmo. Che fosse troppo anche per lui lo impariamo al 17° giro quando anche la sua straordinaria abilità deve arrendersi alle leggi della fisica: più di così non si può fare e quando ci prova finisce lungo. A questo punto decide di plafonarsi e il suo ritmo scende di ben due secondi al giro tanto che dopo poco si ritrova a ben 16 secondi dai primi due. A quel punto, riprende vigore e stabilizza il distacco. Probabilmente ciò è dovuto all’asciugarsi della pista e al consumo omogeneo delle intermedie che, evidentemente, ha trasmesso sicurezza un po’ a tutti i piloti. Il muretto, in occasione della SC provocata da Alonso, fa la scelta a mio avviso più intelligente: mette le gomme gialle mentre gli altri (McLaren, Mercedes e Ferrari) mettono le bianche. In cronaca si parla di timori di graining ma, onestamente, con solo 15-16 giri da percorrere non mi pareva qualcosa che potesse davvero impensierire. Fatto sta che ciò gli consente di resistere giusto quel minimo in più degli altri, sorpresi sì dalla pioggia, ma anche da pneumatici più freddi. Purtroppo per lui il suo muretto non è reattivo quanto quello McLaren e presi da troppo ottimismo gli dicono di restare fuori quando avrebbe potuto benissimo infilare la corsia dei box subito dopo i macroscopici errori di Norris e Piastri e guadagnare quel tanto che bastava per rimanere primo alla successiva SC. Certo, poi sarebbe stato difficile resistere agli attacchi di Norris ma certamente in quel modo le probabilità di portarla a casa sarebbero state molto più alte. Fatto sta che lo lasciano fuori e lui deve pagaiare per un intero giro prima di poter mettere le intermedie ma a quel punto Norris era già davanti e non c’è stato più nulla da fare. Il secondo posto finale è comunque eccellente e anche se le performance McLaren non gli faranno dormire sonni tranquilli sappiamo che Max c’è e non è qui per fare il turista. Bene!
RUSSELL voto 8
Il massimo risultato con il minimo sforzo è lo slogan che si può applicare alla domenica di Giorgino. Infatti non c’è molto da dire sulla sua gara. L’ottima qualifica è seguita da una partenza né troppo azzardata né troppo remissiva che gli consente di mantenere la posizione. L’arrivo, più o meno imprevisto, di Leclerc dietro di lui poteva essere fonte di preoccupazione ma il suo ritmo, per quanto lontano da quello dei primi, è comunque sufficiente a tenere a distanza il monegasco. Da quel momento in avanti il buon George bada a controllare tutto, a non commettere errori e a giocarsela bene nei momenti chiave. Fa tutto ciò senza affanni e viene premiato dall’erroraccio di Piastri che gli regala il podio. Bravo!
ANTONELLI voto 9
Voto altissimo per il nostro giovanissimo alfiere che non poteva sperare in un esordio migliore. Questo soprattutto perché le premesse, come accennato in… premessa, non erano delle migliori. Sia nei test che nelle FP il giovine italico non pareva in pieno possesso del mezzo: faticava a trovare il ritmo che invece Russell eseguiva con agio e i crono dei time-attack erano ottenuti al prezzo di una guida molto nervosa e assai lontana dalla smoothness che ci si aspetta da chi ha pieno controllo della vettura. L’uscita in Q1, poi, è parsa inquietantemente conseguente. Il fatto che la subitanea uscita dalle qualifiche sia perlopiù dovuta al fondo rovinato non inganni perché è conseguenza non di casualità ma di un suo errore. Con tutto questo ammassarsi di sinistri presagi la sua gara pareva segnata e destinata al dimenticatoio. Quando poi vedi i suoi co-esordienti andare a muro o per prati ti metti lì a fare il conto alla rovescia su quando sarà il suo turno. Ebbene, nulla di tutto ciò! Andrea (non so se mi va di chiamarlo Kimi: ci devo ancora pensare) parte con calma per evitare guai ma dopo la SC di Doohan si mette a dare spettacolo. Già perché mentre tutti stanno in fila indiana senza prendersi rischi il primo sorpasso in gara è il suo: dopo aver scalpitato non poco dietro ad un cagnaccio come Hulkenberg al 15° giro rompe gli indugi e porta a casa un bel sorpasso in cui il controllo mostrato è di quelli che fanno ben sperare per il futuro. Forse si esalta un po’ (ha solo 18 anni!) e dopo poche curve va in testacoda. Qui è il momento fortunato della sua gara perché si gira nell’unico punto della pista in cui c’è una via di fuga (o, forse, mi piace pensare che abbia preso un rischio nell’unico punto in cui era consapevole di poterlo fare). Si riprende alla grande e il giro dopo reinfila Hulk come se niente fosse. Bravissimo! Da lì in avanti il suo ritmo è eccezionale. Praticamente gira sui tempi dei primi tre o, quantomeno, su quello di Verstappen. Infatti gli basta poco per arrivare a Stroll e superarlo, anche qui con splendido controllo. Dopo Stroll è il turno di Alonso il quale, poco dopo, si gira causando la SC che cambia la gara. Anche qui Antonelli è bravissimo a pagaiare bene e ad approfittare di tutti gli errori, di guida e strategici, commessi da chi gli stava davanti. Dopo il bailamme dell’acquazzone si ritrova quinto dietro ad Albon che dopo un po’ di schermaglie, sopravanza con un sorpasso eccellente a due giri dalla fine e successivamente si avvicina a Russell finendo la gara nei suoi scarichi. Gli viene comminata una penalità che però nel dopo-gara viene annullata consegnando agli archivi uno splendido esordio al quarto posto. Che dire? da 16° in griglia al 4° posto al traguardo mentre i co-esordienti si sono stampati a dritta e a manca, in un caso prima ancora di cominciare. Così a memoria, escludendo i primi 10 anni della storia della Formula 1 in cui gli esordi erano più agevoli per forza di cose, mi vengono in mente solo Jacques Villeneuve (e sappiamo com’è andata nei suoi primi due anni) e Kevin Magnussen (che però poi non mi pare abbia mai più fatto podio) che fanno secondo al primo GP in carriera e una veloce googleata mi evidenzia Giancarlo Baghetti che esordisce vincendo a Reims nel 1961. Direi che elementi per esaltare la prestazione del nostro conterraneo ce ne sono parecchi. Bravissimo!
ALBON: voto 8
Che bel GP che ha corso Albon! Tutti gli addetti ai lavori aspettavano Sainz, reduce dai test del Bahrain con i favori del pronostico, e invece lui ha battuto forte i pugni sul tavolo: davanti (e non di poco) al suo compagno di squadra in qualifica e autore di una gara gagliardissima che gli consegna un quinto posto eccellente e se non fosse stato per lo splendido ritorno di Antonelli saremo qui a commentare la sua gara come la più sorprendente del week end. Tutta la prima parte la passa a inseguire Tsunoda e a difendersi da Hamilton. Non commette nessuna sbavatura nonostante la situazione fosse, posizionato com’era, difficilissima da gestire. Nel bailamme del finale è eccezionale a gestire il momento, non commettendo alcun errore e sperano anche nel podio perché prima dell’arrivo di Antonelli sembrava persino in grado di poter impensierire Russell. Ad ogni modo poco male: visto che tutti gli occhi erano su Sainz credo che la sua soddisfazione sia stellare. Bravissimo!
STROLL voto 7 ½
Bel voto anche per il cocco di papà che non ha un bellissimo week end in quanto a performance (ogni anno che passa continuare a rimanere dietro ad Alonso non è qualcosa che ci piace vedere) ma c’è da dire che almeno i crono non sono impietosi: pochi millesimi lo separano dall’attempato campione di Oviedo. Per quelle che sono le sue caratteristiche, pur viste a sprazzi lungo il corso della sua carriera, queste condizioni di pista, umida e incerta, dovrebbero essere nelle sue corde. Infatti, si accoda al suo team mate e mantiene la posizione con agio. Il suo pregio è quello di non commettere alcun errore in un GP dove di errori se ne sono visti tantissimi. Tanto basta per accalappiare una posizione insperata alla vigilia e a tacciare, per il momento, i maligni commenti che da sempre lo accompagnano. Bravo!
HULKENBERG voto 8
In una sola gara Hulk ha fatto più punti di quanti ne abbia fatti la Sauber nell’intera stagione 2024. Basta questo per dare la misura di quanto sia stata importante la sua prestazione. Ovviamente il pregio, come quello degli inaspettati protagonisti che l’hanno preceduto, è stato quello di non commettere errori nei momenti chiave della gara e non certo nelle performance, assai scadenti come da previsione. Ma, d’altra parte, nelle corse conta la posizione al traguardo e null’altro. Dunque applausi scroscianti per Hulk, chiamato in Sauber proprio per poter contare sull’esperienza necessaria a gestire gare come questa e ad approfittare delle situazioni. Miglior esordio di stagione a Hinwil non potevano sperarlo.
LECLERC voto 6 ½
Non so quanto il voto di piena sufficienza che ho dato al prode monegasco sia meritato: l’esito della gara è stato pesantemente inficiato da un errore che, da uno con le sue ambizioni, gli facciamo fatica a perdonare. E di certo le difficili condizioni in cui è maturato l’errore non possono essere giustificazioni: Max non l’ha fatto, Russell nemmeno, Antonelli poi ci si è gettato a pesce e persino Stroll ne è uscito indenne. Ancor più delle gite sui prati bagnati di Melbourne del nostro eroe sono le effettive capacità del mezzo che ci preoccupano. Non tanto per un presunto tifo italico, che pure vorrebbe dire la sua dopo il martellante battage mediatico invernale, quanto per la spettacolarità della stagione che vorrebbe, finalmente!, avere la rossa impegnata a giocarsi il titolo dopo tanti anni. Ebbene, Melbourne lascia parecchio amaro in bocca a chi pregustava una felice sorpresa da parte di Maranello. Le modifiche fatte in inverno non hanno, per il momento, dato i risultati sperati, figuriamoci quelli attesi. Non vorrei che per l’ennesima volta il meme “anche quest’anno sarà per l’anno prossimo” la facesse da padrone sui social dedicati al Cavallino. C’è solo da sperare che alcuni parametri non ottimali, a detta del TP, possano essere rapidamente corretti ma… mi fermo qui. Visto che Ferrari non pareva in grado di competere per il podio l’unico motivo di interesse del week end era, ovviamente!, vedere finalmente Charles confrontarsi seriamente con l’eptacampeao. Ebbene, i numeri sono dalla parte di Charles: davanti in qualifica e davanti in gara. Sarà magra consolazione, viste le ambizioni, ma intanto la pista, come sempre, dice la verità. Anche se…
PIASTRI voto 5 ½
Il voto poteva anche essere più basso per due motivi. Il primo è che quando pressava Norris (tra il 17° e il 32° giro) faceva lo spavaldo in radio dicendo di essere più veloce ma appena Lando ha dato lo strappo ha rischiato di andar per prati cercando di imitarlo. Ahi ahi. Il secondo è che l’erroraccio in coppia con Lando commesso all’apparire dell’acquazzone lo ha visto soccombere malamente: mentre Lando recuperava il mezzo con maestria lui è andato per prati per un quarto d’ora. Solo la sua tenacia, questa sì da applausi, gli ha consentito di riprendersi e di crederci fino in fondo tanto da conquistare dei punti con un sorpasso (top di giornata) da pelo sullo stomaco all’ultimo giro su Hamilton. Peccato, perché da lui mi aspetto moltissimo quest’anno. I bonus-matricola e di apprendistato sono finiti, i numeri li ha fatti vedere in più occasioni e ora ha l’esperienza per cominciare a mostrare più costanza. Ha solo 23 anni, ma la tendenza dei piloti molto giovani iniziata con Verstappen nel 2015 fa sì che non debba esser più considerato tale. Dunque bene nel trovare la performance, male anzi malissimo per il risultato, considerate le ambizioni. Ovviamente ha tutto il tempo per recuperare e spero di vederlo molto più lucido in Cina. Rimandato.
HAMILTON voto 6 sulla fiducia.
L’evento principale del weekend, inutile nasconderci dietro a un dito, è stato il tanto atteso debutto del campione di Stevenage, annunciato un anno fa. La lunga e febbrile attesa ha finalmente trovato compimento quando i semafori si sono spenti alle 5 ora italiana del 16 marzo 2025. Ebbene? Che se ne può dire? Non granché. Chiunque mastichi di Formula 1 sa benissimo che Hamilton non è più l’asso visto in passato. Già da qualche anno il suo talento e la sua classe paiono o appannati o espressi a spizzichi e bocconi. Dunque, non avevo grandi aspettative. Dirò di più: mi aspettavo che Leclerc ne avrebbe fatto un sol boccone, con distacchi in termini di performance che, se non abissali, avrebbero quantomeno superato i 3 decimi. Il che avrebbe chiarito l’errore madornale, quantomeno sul piano sportivo (che su quello economico-finanziario pare invece mossa assai azzeccata), di sostituire Sainz con l’attempato campione incapace di portare vero valore aggiunto alla squadra. Ebbene, se visto sotto questi oscuri presagi mi verrebbe da dire che tutto sommato il week end di Hamilton è stato interessante: è stato, questo sì, dietro a Leclerc ma non così tanto come si poteva temere (e chissà che non lo temesse anche lui stesso). In qualifica il distacco è abbastanza contenuto. In gara, il suo scatto in partenza è stato persino più agile di quello già ottimo di Leclerc e proprio il monegasco, completando il suo sorpasso su Tsunoda e Albon, ne ha compromesso la posizione dopo la prima curva. Il ritmo è difficilmente giudicabile perché dietro a Tsunoda e Albon non ha potuto esprimersi al massimo. Dalla sua ha che non ha commesso grossi errori nel momento decisivo della gara ma è stato penalizzato tanto quanto Leclerc dalla improvvida scelta di seguire Max nel bagnatissimo giro in più sulle slick che ha impedito ai ferraristi di ambire a posizioni migliori. Quindi tutto sommato non malissimo. Tuttavia, può esserci anche un altro modo di vederla. Sei il più vincente pilota della storia, il più osannato, il più adorato dalle masse e ti aspetti che, come minimo, si mangi Leclerc a colazione, Albon a pranzo e Tsunoda per merenda. Visto da quest’altro punto di vista è chiaro che la delusione dev’essere tanta. I caveat legati all’esordio su una vettura nuova, su un diverso modo di lavorare del team, in una situazione che era da 12 anni (dall’ultimo cambio di casacca) che non affrontava, sono tanti quindi aspettiamo a dare giudizi definitivi ma, intanto, i numeri dicono questo. Staremo a vedere.
NOTE DI MERITO
Tsunoda, tra il 5 posto in griglia e la fantastica condotta di gara fino all’erroraccio sotto la pioggia poteva (e doveva) uscire da Melbourne incensato. Non è andata bene ma ha di che essere contento.
NOTE DI DEMERITO
Tante note di demerito a cominciare da Haas che si conferma ultima con distacco nel ranking delle scuderie. Peccato per Ocon e Bearman.
Hadjar in qualifica era andato molto bene (ha mancato la Q3 per un nonnulla) ma girarsi nel giro di ricognizione nel suo primo GP non è cosa che ci piace vedere.
Doohan rimane il pilota con il sedile più scottante della stagione: gli inizi sono decisamente pessimi.
Bortoleto in qualifica si era dato da fare ma in gara non si è visto fino all’incidente sotto la pioggia.
Malissimo Lawson su tutta la linea.
Delude inaspettatamente anche Sainz che in qualifica patisce Albon e in gara va fuori subito. Ecco se ai rookie glie le perdoni a Sainz invece no. Direi che è la maggior delusione di Melbourne. Ma con questa Williams ha tempo per rifarsi. Vedremo.
Ci vediamo in Cina.
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