IL PUNTO DELLA REDAZIONE

Per il bene della F1 e soprattutto, per la nostra salute mentale, prima iniziano i test in Bahrein aprendo di fatto ufficialmente la stagione 2025 e, meglio sarà. Sono stanco di vedere e quindi consumare un prodotto che viene spacciato come l’eccellenza del motorsport, per poi non essere affatto cosi. A mio modesto modo di vedere, l’overdose di popolarità che la F1 sta attraversando, ha dato alla testa di tutti: organizzatori, controllori e addetti ai lavori. Aveva ragione “zio Bernie”, che neanche a farlo apposta ho citato proprio in questa rubrica la settimana scorsa, quando affermò (dopo aver visto cosa era diventata la F1 in mano agli yenkee) che: “Vi ho lasciato un ristorante a cinque stelle e lo avete tramutato in un fast food!” Quando leggerete queste righe, si sarà già consumato il famigerato evento di presentazione delle livree, che tutte e dieci le squadre, utilizzeranno per la stagione sportiva che sta per iniziare nella ormai famosa arena (“O due”) di Londra. Quando gli organizzatori annunciarono in pompa magna questo evento, nonostante la mia reticenza verso gli stessi, l’ho accolta favorevolmente perché in una situazione di piatta calma totale, mi sono detto sempre meglio di niente, senza parlare del fatto che una ventata di novità (dal punto di vista di eventi che interessano il nostro sport indirettamente) è sempre un fatto positivo, perché ciò sta a significare interessamento nel far evolvere la F1 stessa. Dov’è la mia incazzatura? Semplicemente sta nel fatto che mi chiedo che senso ha allestire un circo per presentare le livree, quando poi tutti i team anticipano l’evento stesso e, a mezzo social, sputtanano questo spettacolo mostrando i colori coi quali gireranno in tondo? Mi sembra di assistere alla fiera del dilettante, con buona pace dei dilettanti aggiungerei, dove ognuno fa praticamente quello che vuole dando un immagine del mondo della F1 non solo completamente scollegata dalla realtà (davvero si crede che nel mondo in cui viviamo si riesce a tenere un segreto senza che un social già non lo sappia?), addirittura mi viene da pensare che in seno a Liberty Media e la stessa FIA regni la più totale anarchia.

I suddetti organizzatori avevano imposto il diktat che nessuno doveva mostrare nulla prima della data del suddetto avvenimento, ed invece vai con lo sbugiardamento totale di tutti gli organi di governo dove le squadre mostrano platealmente i colori delle nuove tute, i piloti (fieri delle loro scelte) i loro nuovi caschi fiammanti e, addirittura la McLaren in preda ad una specie di coitus interruptus va in quel posto a tutti, mostrando la MCL39 con tanto di battesimo su pista… alè! La Haas, non da meno fa la stessa cosa solo con più “stile”, visto che doveva fare tutto in segreto (sigh!) e immediatamente dopo vengono divulgate foto e video non autorizzati (ri sigh!) del suddetto battesimo.

I biglietti dell’evento londinese sono stati venduti tutti in poche ore, allora mi chiedo dov’è il rispetto per il pubblico che sicuramente ha dovuto sborsare l’equivalente della somma che gli avrebbe consentito di assistere ad un GP dal vivo, dov’è il rispetto per il pubblico (di tutto il mondo) che ha aspettato con pazienza il 18 di Febbraio, ed invece ora si ritrova ad assistere ad una farsa atta a magnificare solo i potenti che saliranno sul palco e, a quelli che si troveranno seduti in prima fila? L’organizzatore, allestendo questo circo (con rispetto parlando dei circensi, quelli veri), non ha fatto altro che darsi la zappa sui piedi e, ciliegina sulla torta, l’evento stesso verrà eclissato poco dopo perché la Ferrari, senza colpo ferire e senza nemmeno aspettare l’alba del giorno dopo, presenterà (scommettiamo che già durante l’evento londinese inizieranno a trapelare le prime immagini?) la sua SF-25 immediatamente a fine l’evento. Se Liberty Media, in concerto con la FIA, voleva dare un immagine di se padrona della situazione ha fallito clamorosamente ed anzi, ha dimostrato l’esatto contrario e cioè che non ha alcun controllo sulle squadre, le quali di rimando, non fanno altro che dimostrare quello che già si sa e cioè che i team di F1, rispetto alla Federazione, sono avanti anni luce non solo dal punto di vista tecnologico. Panem et circenses ecco a cosa si riduce questo inutile spettacolo ed allora fate girare i motori, che forse è l’unica cosa vera alla quale possiamo appigliarci, con buona pace di tutto il fumo che ci vogliono buttare davanti agli occhi.

A proposito di realtà, quella vera, il Presidente FIA ultimamente è sempre più protagonista non facendosi mancare nulla. Innanzi tutto dichiara (fonte AutoRacer.it): “Non sono contro l’elettrico, è una delle soluzioni, ma non l’unica.”, aggiungendo che “Bisogna essere onesti: oggi le auto elettriche non possono sostituire tutte le auto con motore a combustione. L’idrogeno e i carburanti sintetici rappresentano alternative valide. Dobbiamo rimanere aperti a diverse soluzioni tecnologiche.” Al Presidente della FIA e, a tutti quelli dietro di lui, bisognerebbe dare il premio Nobel per la tempestività: all’alba dell’inizio di un nuovo ciclo regolamentare, in luogo del quale la potenza del motore di una F1 sarà fornita per il 50% solo da un motore elettrico (il restante 50% sarà motore termico), dichiara queste parole che sono pesantissime perché cosi come per la presentazione fallata, mi viene da chiedergli per quale motivo hanno imposto un cambiamento cosi importante quando poi, dal punto d vista del automotive, è praticamente irrealizzabile e lo stesso Presidente nelle sue parole, dichiara e conferma tutte le difficoltà delle case automobilistiche in questo mercato. Addirittura la stessa Honda afferma che il l’impresa non è di facile soluzione in vista del 2026 andando cosi a suffragare le parole di Newey, il quale già da tempo ha lanciato l’allarme dichiarando che le F1 del prossimo anno saranno “motore centrico” e, quindi chi riuscirà ad arrivare ai nastri di partenza già pronto in questa materia, avrà un vantaggio considerevole. Da tempo vi scrivo di godervi quest’ultimo scorcio regolamentare, perché con molta probabilità dall’anno prossimo si farà un balzo indietro di dieci anni, ritornando direttamente al 2014 dove sappiamo bene cosa accadde e, a quanto più voci sussurrano, i protagonisti saranno sempre coloro i quali centrarono in pieno la progettazione dei motori turbo ibridi. Il Presidente della FIA, per concludere, ha anche affermato che da quest’anno verranno inseriti più direttori di gara solo che (c’è sempre il trucco!) “Chi e quanti saranno è una risposta che sapremo presto nei prossimi giorni”. A meno di un mese dall’inizio del mondiale 2025 la Federazione si presenta ai nastri di partenza con “le idee chiare” e, questo fa il paio, con l’aver imposto una maggiore rigidità delle ali anteriori con le vetture che ormai sono state già approntate per la gara inaugurale. Ci vuole del metodo in tutta questa vergogna che stiamo vivendo, auguriamoci che i “tanti” commissari che verranno utilizzati saranno almeno d’accordo sulle parolacce da punire (sigh!).

Vito Quaranta

AL BAR DEL BRING

Amici del Bring ma soprattutto, e sdraiabilmente, amiche del Bring buona domenica. Ormai le presentazioni sono alle porte quindi mi è sovvenuto di fare una carrellata delle presentazioni più attese (almeno per quanto mi riguarda) delle Rosse di F1 del passato. Su una cosa penso che possiamo concordare tutti: 30/40 anni fa notavi le differenza dalla monoposto dell’anno prima mentre sbadigliavi con gli occhi impastati di prima mattina. Oggi invece se non interviene un’eminenza grigia alla Pier Giuseppe Donadoni (che qui saluto, un grandissimo!) a spiegarmi in cosa la 2025 è diversa dalla 2024 io, molto semplicemente, da solo non ci arrivo. Prendo la cosa come una metafora dell’interesse sempre più annacquato verso la Categoria Regina (o sedicente tale) e passo all’Amarcord:

*1982* il primo, annunciatissimo, telaio a nido d’ape (anzichè a traliccio di tubi) firmato dal primo, altrettanto annunciatissimo, tecnico d’Oltremanica (il compianto ed adorevole Postlethwaite). Il povero Harvey dai tempi di Wolf/Fittipaldi etc si avvaleva di un “gobbo” d’eccezione per i progetti che firmava. Come noto, spesso i “gobbi” sono responsabili della quasi totalità dei progetti firmati dal progettista di grido. Mettiamola così: quanti di voi han riconosciuto Hans Zimmer nel clip di “Video killed the radio star” dei Buggles? Ecco, la 126C2….ha un fil rouge che la lega ad un noto cinofilo d’oltremanica che, tutt’oggi, progetta ancora ed esclusivamente a mano….

*1984* l’attesa per la prima Ferrari “a freccia” era altissima visto l’esito del Mondiale Piloti 1983. Ovviamente, come la Mp4/2 dimostrò a tutti, l’idea vincente era diametralmente opposta ossia aver fiancate più lunghe possibili. Una delle tante, troppe volte che il Panficio chiuse il recinto a buoi belli che scappati. Sipario

*1989* Barnard fu annunciato poco prima del weekend di Monza 1986 (!!!). Per due anni si parlò dell’antenna tecnologica a Guilford e di tante altre amenità ma in pista si videro davvero poche cose (tipo Benuzzi alla guida di una mostruosità ossia una F1-86 con alcune soluzioni aerodinamiche innovative). La “papera” fu svelata a fine 1988 e, per una volta, le aspettative non furono disattese. Un design di rottura col passato che verrà consegnato alla Storia

*1994* Barnard ritorna a Maranello e firma una vettura dal nome pretenzioso, 412T1, un chiaro richiamo alle gloriose monoposto dal 1975 fino alla fine di quella decade. Purtroppo è un ferro da stiro (ci assomiglia pure), va forte solo su piste da basso carico e non ha nulla a cui spartire con le monoposto il cui nome scimmiotta;

*1996* la prima Rossa del Kaiser. L’attesa è molta, la vettura è raccapricciante esteticamente parlando ma non solo. Fiancate che ricordano la F92/A (brrrrrrrr……..), protezioni alla testa del Pilota ovviamente interpretate in modo legalista le cui forme e dimensioni presto le valsero il nomignolo di “poltrona Frau”. Muso basso quando la strada da percorrere era muso alto e flussi da convogliare sotto la vettura. Tremenda

Il fatto che non mi venga in mente altro (diciamo il 1998, via. L’esordio di Rory al Panificio) la dice lunga su come è andata a finire quanto ad “unicità” delle scelte forzosamente intraprese per via di un collo di bottiglia che ha reso la F1 una sorta di monomarca mascherato.

 

Buona domenica a tutti

L’UNICO VERO RE – BAGNAIA CONTRO MARQUEZ

Non si sono mai amati, non si sono mai sopportati in pista. Spesso abbiamo visto, soprattutto da parte di Pecco, segnali di insofferenza verso Marc specialmente in qualifica quando guidava la Honda. Il botto di Portimao e le dichiarazioni sul post Aragon, lo scorso campionato, potrebbero essere solo la punta di un iceberg che in realtà è ancora sommerso e che vedremo in tutta la sua maestosità tra il 2025 ed il 2026. Queste rivalità fanno crescere lo sport, nessuno si ricorda dei Piloti amici “volemose bene” bensì tutti si ricordano delle faide tra Marquez e Rossi o tra Senna e Prost. I Piloti non sono amici, sono rivali soprattutto se dividono lo stesso box.

Marc Márquez vs Francesco Bagnaia: Chi sarà il Re della MotoGP?

La stagione 2025 di MotoGP segna un punto di svolta storico: Marc Márquez, l’uomo degli otto titoli mondiali, si unisce ufficialmente al team ufficiale Ducati, affiancando il tre volte campione del mondo Francesco Bagnaia. Una sfida che promette scintille, non solo in pista, ma anche all’interno del box della casa di Borgo Panigale. La domanda che tutti si pongono è: chi sarà il vero leader? Márquez, il fenomeno che ha dominato l’era Honda, o Bagnaia, l’uomo che ha portato Ducati ai vertici della MotoGP moderna?

Due stili, due filosofie di gara

Márquez e Bagnaia rappresentano due modi completamente diversi di interpretare la guida di una MotoGP:

Marc Márquez: il funambolo del limite
Márquez è un pilota istintivo, aggressivo e con una capacità quasi sovrannaturale di salvare cadute impossibili. La sua carriera è costellata di manovre al limite della fisica, con sorpassi da cardiopalma e una mentalità da guerriero che lo ha reso l’avversario più temuto della sua generazione.

Francesco Bagnaia: la precisione e la tecnica
Bagnaia è l’opposto: metodico, preciso e con uno stile di guida estremamente pulito. La sua capacità di sfruttare al massimo la Desmosedici senza mai andare oltre il limite lo ha reso il pilota più efficace nella nuova era Ducati. La sua forza è la costanza: sa quando attaccare e quando gestire, un’arte che Márquez ha sempre interpretato in modo più aggressivo.

Ducati: una squadra, due prime guide?

Ducati si ritrova in una situazione esplosiva. Da un lato ha il suo campione in carica, Bagnaia, che ha dimostrato di essere il riferimento assoluto della MotoGP negli ultimi anni. Dall’altro, ha accolto Márquez, un pilota che non accetta di essere la seconda guida e che lotterà per prendersi il trono.

La gerarchia interna: Ducati ha sempre detto che non ci saranno ordini di scuderia e che entrambi i piloti avranno pari opportunità. Ma la storia della MotoGP ci insegna che in ogni team, alla fine, emerge un leader naturale.

La pressione sul box: L’arrivo di Márquez potrebbe mettere ulteriore pressione su Bagnaia, che si troverà a dover dimostrare di poter battere uno dei migliori di sempre sulla stessa moto. D’altro canto, Márquez dovrà adattarsi a una Ducati che, fino a oggi, è stata costruita attorno allo stile di Bagnaia.

Il verdetto: chi sarà il vero Re?

Ci sono tre scenari possibili:

Bagnaia conferma il suo dominio: Se Pecco riesce a mantenere il controllo della Ducati e a battere Márquez in pista, diventerà il simbolo della MotoGP moderna e dimostrerà di essere superiore persino al miglior pilota della sua generazione.

Márquez conquista il team e il titolo: Se Márquez trova subito il feeling con la Desmosedici e torna ai livelli del 2019, potrebbe mettere in difficoltà Bagnaia e addirittura strappargli lo status di leader.

Una rivalità esplosiva con conseguenze: Ducati potrebbe trovarsi con due galli nello stesso pollaio, con il rischio di una guerra interna che potrebbe avvantaggiare gli avversari come Jorge Martín, Fabio Quartararo o persino un sorprendente Pedro Acosta.

Non sarà assolutamente una convivenza tutta rosa e fiori come ve la dipingono, bensì una faida interna sin dalla prima gara. Scenderanno in campo tutti, anche chi si è ritirato da anni.

La sfida più attesa della MotoGP moderna.

Il 2025 sarà una stagione memorabile per i fan della MotoGP. La rivalità Márquez-Bagnaia è destinata a scrivere una nuova pagina nella storia del motociclismo. Chi avrà la meglio? Sarà la precisione chirurgica di Pecco o la pura genialità di Marc?

Tu da che parte stai? Márquez riuscirà a prendersi la Ducati e la MotoGP nuovamente o Bagnaia difenderà il suo regno ed entrerà di diritto nella Storia?

 

@FranckyHawk29

https://x.com/FranckyHawk29?t=Mz_uqBp9zOvjkg98TPdzSg&s=09

IL PUNTO DELLA REDAZIONE

In un momento di calma apparentemente piatta ci pensa zio Bernie a lanciare una delle sue bordate, che solo il tempo dirà, se è stata azzeccata o meno. Mi riferisco al suo pensiero riguardante il nuovo arrivato in casa Ferrari: “Non durerà due anni!”. Bernie Ecclestone padre e padrone della F1 fino al 2017, non le ha mai mandate a dire e, dall’alto della su esperienza e dei suoi 94 anni, evidentemente ha ancora qualche cartuccia da sparare (la nascita del suo unico figlio maschio del resto lo testimonia) e, come suo costume, i bersagli di “zio B” sono sempre precisi. L’arrivo di Lewis in Ferrari è un argomento globale, che nel bene e nel male, è stato ripreso da tutti ed era quasi impensabile non aspettarsi due parole dall’ex Patron della F1.

Sulla durata della permanenza del campione inglese in quel di Maranello mi verrebbe da dire al buon Bernie, che indipendentemente da come andranno le cose, Hamilton ha firmato per Ferrari proprio per due anni e, come già ho detto in passato, sir Lewis in un modo o nell’altro cadrà sempre in piedi: se per lui le cose andranno come ha programmato è probabile che, come Alonso insegna, prolungherà il suddetto contratto (magari di anno in anno) mentre, se il suo percorso dovesse rivelarsi più difficile del previsto, terminerà la sua avventura in Rosso conscio comunque di aver fatto la storia e, di aver rinverdito il marchio moda Ferrari che per inciso a zio B non va giù affermando un laconico “Non mi piace!”. Ad Ecclestone questa storia di Lewis in Rosso proprio non gli va giù, alla faccia di tutti coloro i quali si sono spesi nel paragonare la sua venuta a quella di Schumacher, dove proprio lo stesso Ecllestone, giocò un ruolo determinante per l’arrivo del Kaiser prima in F1 e poi in Italia. Il grande Vecchio della F1 che fu, non si è fermato a queste dichiarazioni, infatti come una mitragliatrice ha sparato a raffica affermando che HamiltonHa perso motivazioni” e che “Ha talento, magari non tanto quanto la gente pensa”. Solo su queste dichiarazioni si potrebbe aprire una tribuna politica di quelle che potrebbero passare alla storia. Che Hamilton, negli ultimi tempi, abbia perso motivazioni era evidente: il progetto Mercedes con i regolamenti attuati nel 2022 non è mai decollato e, sebbene il campione abbia portato a casa qualche vittoria di tappa, è evidente che quei risultati gli siano andati sempre stretti, considerando la scorpacciata di successi e record che ha seminato in lungo e largo per sette anni di dominio assoluto. Da qui il suo talento che a mio giudizio è cristallino e, in una classifica all time, lo vedo bene senza sfigurare affianco proprio al Kaiser e al suo acerrimo nemico Verstappen eppure (c’è sempre il trucco), è altrettanto vero che il suo indiscutibile talento è stato drogato dalle prestazioni di un mezzo che era due anni superiore alla concorrenza, ed uno come lui (giustamente!), non ha fatto altro che approfittarne proprio come lo stesso Verstappen nel 2023. Ritengo che al buon Lewis nessuno gli avrebbe mosso mai critiche se invece di sette, ne avesse vinti quattro di mondiali, solo che alla storia tutti questi discorsi non interessano e la realtà parla di sei titoli mondiali vinti solo con Toto&Lauda al suo fianco e, altri due persi, perché Rosberg e appunto Verstappen avevano deciso che era arrivato il loro momento.

Questo sarà il momento di LeClerc? Me lo chiedo perché Bernie, a riguardo di Lewis, non si è risparmiato nemmeno sul confronto col suo giovane ed affamato compagno affermando che “Non riceverà la stessa attenzione ottenuta in Mercedes perché il Team è contento di LeClerc”. Zio Bernie spara con proiettili perforanti ed anche per questo uno come lui, manca a questa F1 che vuole essere bacchettona oltre modo, a causa del Presidente FIA (anche se l’attuale moglie di Ecclestone è una sua collaboratrice… solo che questa è un’altra storia). In questa fase di precampionato tutto è rimandato al campo delle ipotesi, di sicuro il monegasco è un punto fisso e di riferimento per la Rossa di Maranello e, di certo solo la pista dirà chi dei due avrà ragione sull’altro. Il mondiale 2025 si preannuncia come uno dei più attesi di sempre perché l’hype, che si è generato nell’aspettare una vittoria di Hamilton coi colori Ferrari e, soprattutto il suo confronto interno col compagno lascia volare non poco la fantasia solo che per il monegasco, al contrario di Hamilton, vale l’esatto contrario e cioè, non può permettersi fallimenti altrimenti per la sua carriera potrebbe essere una mazzata in termini di valutazione di potenziale campione: il valore di un pilota di F1 si misura innanzi tutto col confronto del compagno che ha accanto al box e, quello di Charles, non può che crescere ancora di più se lo batterà naturalmente.

Oltre alle bordate di Bernie Ecclestone (è stata una settimana calda non c’è che dire!) ne arrivano altre anche a riguardo di Aston Martin e Max Verstappen. L’olandese è come si suol dire un ricercato speciale e questo non è un segreto, chiunque farebbe carte false per assicurarsi il suo talento e Lawrence Stroll, che non sta badando a spese, sarebbe pronto ad accoglierlo a casa sua. La situazione in merito a questa faccenda è molto delicata ed in questo momento su più fronti si sta giocando una vera e propria partita a scacchi. Max fa sapere che assicura, a dispetto del suo contratto, che garantirà la sua presenza in Red Bull fino al 2026 salvo poi effettuare le sue valutazioni in merito al suo futuro. La scelta del campione olandese non è affatto peregrina ed anzi molto logica: infatti la sua idea è quella di valutare al meglio chi ha capito in modo più efficace il fantomatico regolamento che prenderà vita da gennaio dell’anno prossimo, in modo da effettuare la sua scelta nel modo più sicuro possibile. Caso mai andasse via da Red Bull alla fine di quest’anno, il suo sarebbe un autentico salto nel buio perché, a meno di speculazioni, nessuno sa con certezza come i top team sono messi con le nuove regole che verranno invece, stando alla porta come si suol dire, avrà il tempo di capire come si comporterà il Ford che motorizzerà la sua Red Bull e soprattutto che prestazioni avranno Mercedes e Honda. Sebbene la strada per Stoccarda sia più complicata, perché significherebbe fare fuori o Russell (in scadenza di contratto e comunque pilota troppo sottovalutato) o Antonelli (perché potrebbe rivelarsi un immenso flop… cosa che non gli auguro), è altrettanto vero che Verstappen in Aston ritroverebbe il motore giapponese (al quale deve il suo successo) e, soprattutto il ”compagno di merende” Adrian Newey, che di successi regalati all’olandese ne sa qualcosa. Oltretutto per quella data l’inossidabile Alonso andrà per i quarantaquattro cosicché, così come per Hamilton si sono allineati gli astri affinché arrivasse a Maranello, non vedo perché non debba succedere lo stesso per il campione olandese. Come detto tutto dipenderà dalle prestazioni delle nuove motorizzazioni che verranno e, le aspettative su Aston crescono a dismisura visti gli investimenti fatti… aspettative che si scontrano con quelle di Ferrari, considerando le mai dimenticate dichiarazioni profferite a fine 2022 dal Presidente Ferrari e cioèObiettivo 2026”. Per quel tempo vedremo Ecclestone cosa si farà uscire dalla bocca, visto che se c’è una cosa in cui non difetta, è quella della totale assenza di peli sulla sua lingua.

Vito Quaranta

AL BAR DEL BRING

Amici del Bring ma soprattutto (e sdraiabilmente) amiche del Bring rieccoci qui. Certo che passare da una domenica in compagnia di un articolo parte dell’Opera Omnia del Talli sulla Ferrari alle mie quattro cazzate è come passare dalla Chastain alla Littizzetto però questo passa il convento, anzi il bar, quindi passiamo alle ordinazioni per l’aperitivo che tanto è domenica (quindi anche a farcelo prima di pranzo non passiamo per alcolisti, non del tutto perlomeno). Senza star a far troppa filosofia direi che si possa concordare sul fatto che le peggiori smusate nello Sport come nella vita si prendano non tanto grazie ai fatti coi quali dover fare i conti quanto piuttosto grazie alle aspettative che nutrivamo circa gli stessi. Se in Formula Uno parli di aspettative su una stagione in arrivo fai fatica a non pensare a quelle dei tifosi Ferrari, specie se sei uno di loro. Vengo pertanto a rimembrare le peggiori combo aspettative->smusate prese in tutti questi anni di onorato servizio di tifoseria del Panificio (copyright 4P, chissà se ci legge ancora) di Via dell’Abetone, ammetto che ora ci rido sopra mentre ai tempi complici vari fattori beh….mica tanto:

*1983: del tragico anno che lo precedette si è parlato fin troppo. Quello di cui non si parla mai è che nel 1983 doveva correre la 126C2 a cambio longitudinale che sviluppava valori di Venturi mai raggiunti prima in F1. Roba da far passeggiare o quasi pure Arnoux e Tambay ed invece….a metà dicembre 1982 la FISA mette al bando l’effetto suolo, via minigonne ed imposizione di fondo piatto per le monoposto. Alla prima uscita a Misano su una C2 così rimaneggiata Arnoux passa più tempo per prati che in pista. Durante l’annata arriveranno 4 vittorie complessive ma nessuno dei due Piloti sarà mai in testa alla Classifica che vedrà Piquet scippare a Prost il Mondiale grazie alla benzina illegale che impedirà al suo BMW di esplodere in pista da Monza in poi come faceva invece quello di Patrese. Il Drake che dice “esticazzi” a commento perchè tanto aveva vinto il Costruttori è la perfetta istantanea dell’anno;

*1986: col povero Michele vicecampione del Mondo ed il Vecchio che, ruffianamente alla sua maniera, commenta “dobbiamo un mondiale a quel ragazzo” le aspettative sul Campionato 1986 erano indubbiamente di un certo livello. Tempo che la F1-86 faccia il venerdì di prove (libere+ufficiali) a Rio e la Gazzetta dello Sport chiede se non era meglio correre con la vettura dell’anno prima. Sipario

*1988: con l’Austro nascente che mise due sigilli di fila in  coda alla stagione 1987 in Giappone ed Australia l’annata 1988 era decisamente carica di aspettative. Doppio sdeng in arrivo: la Mecca mette in pista la Mp4/4 (data in mano a Prost e Senna, non proprio Dumfries ed il Conte Lavaggi) e la Honda dota i suoi V6 turbo della famigerata valvola pop-off che fa carne da porco della limitazione a 2,5 bar prevista per quell’anno (ultima annata turbo prima del ritorno degli aspirati in esclusiva). La F1-87/88 non è male ma consuma troppo (è anche subentrato il limite di 150 litri massimo per i serbatoi di benzina), Silverstone ne è la perfetta fotografia: lock up in prima fila in qualifica, fuori dai punti entrambi in gara (bagnata, quindi si consumava pure meno benzina….) con Berger che ormai a secco perde 3 posizioni e la zona punti all’ultima chicane prima della bandiera a scacchi e commenta “mi son sentito un turista che porta la famiglia in vacanza a Rimini”;

*1991: ecco sì io non capirò come una lama del calibro della 641/2 del 1990 sia diventata un cesso come la 642 nel corso di un inverno. Un capolavoro di equilibrio mutato in un mostro divora gomme sostituito dopo la prima parte della stagione dalla 643 che, look aggressivamente fantastico a parte, a Silverstone nel misto aveva un beccheggio che pareva una Citroen Pallas. Come al solito, l’ignoranza è una benedizione: avessimo saputo cosa ci riservava il 1992 nel 1991 avremmo ballato il samba per festeggiare non dico i pochi podi stagionali ma pure i semplici arrivi a punti;

*2009: nel corso della vita un Ferrarista impara che il Panificio finisce inevitabilmente nel cascare vittima dei cambi regolamentari. Il 2009 fu qualcosa di assolutamente raccapricciante: si arrivava da due anni di competitività assoluta per venir spazzati via dalla banda del buco. Peggio: si finisce cornuti e mazziati già che Costa racconterà che aveva presentato un progetto col buco del fondo ed il double decker per il 2009 ma gli fu detto di cassarlo in ossequio alla “legalità” (sic) ma soprattutto perchè al Panificio erano convinti che il Mondiale si sarebbe vinto grazie al Kers (ed infatti Brawn GP e RedBull non lo avevano) quindi avanti così. Fummo pure così privilegiati da vedere Badoer alla guida in due GP che di fatto sancirono il suo allontanamento da Maranello dopo anni di onorato servizio. Tremendo;

*2014: Tombazis e Fry impongono a Marmorini di progettare e realizzare un’unità ibrida volutamente parecchio depotenziata perchè il risparmio sugli ingombri avrebbe beneficiato l’aerodinamica della F14-T. Ne viene fuori una monoposto sottosterzante in ingresso di curva e sovrasterzante in uscita (un capolavoro al contrario insomma) che aveva quasi 100cv in meno della Power Unit AMG. Il tutto ovviamente benedetto da quello del quale invidiamo il successo che, fortunatamente, ci lasciò le penne dopo 2 GP ma altrettanto non fortunatamente rientrò nel giro già che per certa gente i fallimenti son dei trampolini.

 

Buona domenica a tutti

Life is racing, all the rest is waiting