LE NON PAGELLE DI LAS VEGAS 2025

Las Vegas. La città del peccato, la metropoli che non dorme mai, il tempio del gioco d’azzardo dove le fortune si fanno e si disfano nell’arco di un battito di ciglia nonché… teatro di pacchianate ben oltre il limite dell’inguardabile (santo cielo! ma quella premiazione?!) con l’imbarazzo per procura (o cringe, come va di moda chiamarlo al giorno d’oggi) che abbonda nell’animo dello spettatore appassionato come il sottoscritto. E tuttavia, proprio in questa capitale dell’imprevedibile, il destino ha voluto giocare il suo più clamoroso azzardo della stagione 2025 di Formula 1, riscrivendo (forse) le carte del mondiale con un colpo di scena che nemmeno il più audace degli scommettitori avrebbe osato pronosticare.

La gara si era conclusa con l’ennesima dimostrazione di forza di Max Verstappen, tallonato da un Lando Norris apparentemente solido nella gestione del suo vantaggio in classifica mondiale e che sembrava aver messo in tasca il titolo perché con due gare da disputare i punti di vantaggio sullo spento compagno di squadra e sul pur eccezionale Max parevano decisamente rassicuranti. Ma nella notte delle stelle, quando l’orologio aveva ormai superato le tre del mattino, la FIA ha sganciato la bomba: entrambe le McLaren di Norris e Piastri squalificate per irregolarità al plank! Un’usura eccessiva – parliamo di frazioni di millimetro, letteralmente meno dello spessore di un capello umano – che ha fatto saltare il banco del mondiale.

La squalifica delle McLaren è stata del tutto sorprendente, non tanto per la violazione tecnica in sé – il regolamento è chiaro e non ammette deroghe (ne sa qualcosa Ferrari visto che in Cina aveva subito lo stesso trattamento) – quanto per le sue conseguenze sul campionato. Norris aveva disputato una gara praticamente perfetta, gestendo il secondo posto con una certa comodità dopo l’ingenuità commessa alla prima curva. Se quel risultato fosse stato confermato, Landino nostro avrebbe avuto il mondiale virtualmente in tasca. Invece, azzeramento totale: niente punti, e il sogno iridato che da quasi certezza si trasforma nuovamente in speranza, per quanto ben fondata.

Ancora una volta incerto Piastri, che con la squalifica viene agganciato da Verstappen in classifica. L’australiano, dopo un inizio di stagione dominante, sembra aver smarrito quella sicurezza che gli era valsa il soprannome di “Iceman 2.0” e quella capacità di fare la differenza che lo avevano contraddistinto nei primi mesi. E ora si ritrova alla pari con Max, nella scomoda posizione di chi sarà probabilmente costretto dal team a non infastidire il compagno di squadra. Di questa perdita di competitività se ne riparlerà a fine stagione, a risultato acquisito, ma butto già lì i miei primi two cents: l’errore di Baku mi pare uno spartiacque da studiare con attenzione.

Tendo a credere a quanto dichiarato da Stella, cioè che non ci sia stata alcuna intenzionalità a causare l’irregolarità. E tuttavia, così fosse, l’episodio va interpretato come un imperdonabile errore da parte della squadra che sin qui ha gestito la parte tecnica della stagione (si potrà discutere sulla gestione dei piloti ma non su quella tecnica) in modo pressoché perfetto. L’errore, per quel che posso provare a ipotizzare dalla mia comoda posizione divanistica, nasce probabilmente dall’aver malamente proiettato i dati della qualifica, sotto l’inusuale pioggia che in quelle lande immagino essere rarissima, sulla gara. Se, infatti, nel difficile clima della qualifica, l’assetto particolarmente carico ha dato i vantaggi sperati era forse più opportuno caricare meno in vista della gara: strano che non abbiano pensato che i lunghi rettilinei del circuito non avrebbero consumato il plank più del dovuto. Chissà?! Calcoli sbagliati? Mera sottovalutazione? Non saprei ma le immagini mostravano soprattutto Piastri che a fine rettilineo, prima della frenata, grattava l’asfalto anche con l’anteriore.

Altre voci si sono susseguite nel tam tam internettistico. Avrebbero, dicunt, provato una soluzione fantasmagorica usando, sul fondo, materiali ultrasensibili alle dinamiche di calore che con lo sfregamento si sarebbero gonfiati a tal punto da limitare il contatto del plank con l’asfalto. Così fosse, l’innocenza proclamata da Stella verrebbe a cadere e salirebbe la coglionaggine visto che la gabola non ha funzionato. Per quanto strana una tale soluzione, nel mondo estremizzato della Formula 1, non è del tutto implausibile ma mi sentirei di censurarla non tanto e non soltanto per l’irregolarità che, eventualmente, porterebbe alla luce quanto per l’inutilità di cercare uno step prestazionale assai a rischio di squalifica su una vettura che è già la migliore del lotto, con un vantaggio enorme in classifica piloti che è solo da gestire. Dunque, piuttosto che alla coglionaggine di cui sopra, preferisco pensare all’errore di calcolo e la chiudo lì.

Nonostante tutto ciò, Norris rimane comunque favorito, con 24 punti di vantaggio su entrambi gli inseguitori. Ma 24 punti su uno come Max Verstappen, quando mancano due gare e una Sprint, non possono essere del tutto rassicuranti. Non sta scritto da nessuna parte che una stagione come quella 2007 non possa ripetersi…

Ma ora basta con i prolegomeni. Andiamo a vedere come si sono comportati i protagonisti.

VERSTAPPEN voto 10

Eccezionale! Max Verstappen confeziona uno dei suoi weekend perfetti, quelli che fanno venire i brividi agli appassionati e gli incubi agli avversari. Dalla qualifica alla gara, l’olandese non lascia nulla al caso, mettendo in scena una dimostrazione di forza che ricorda i giorni migliori del suo dominio assoluto.

La partenza è semplicemente devastante: mentre Norris, partito dalla pole, gli chiude con apparente cattiveria la porta all’interno in curva 1, Max dimostra ancora una volta la sua straordinaria lucidità e gestisce perfettamente il successivo, inevitabile?, errore di Lando uccellandolo alla grande in uscita di curva. È il momento chiave della gara, quello che decide tutto. Da lì in poi, Verstappen impone un ritmo che nessuno riesce a tenere, amministrando con sapienza il vantaggio e gestendo gomme e situazione con la consueta maestria.

La vittoria arriva così, meritata e dominante, accompagnata dal bonus inaspettato della squalifica delle McLaren che trasforma un successo importante in un autentico jackpot. Verstappen aggancia Piastri in classifica e si porta a soli 24 punti da Norris: il mondiale è ancora difficile da conquistare ma ancora decisamente aperto, e l’olandese volante ha tutta l’intenzione di giocarsi le sue carte fino in fondo. TOP!

RUSSELL voto 8

Ottima prova del britannico, che approfitta della squalifica delle McLaren per salire sul secondo gradino del podio con una prestazione solida e concreta. George parte benissimo superando subito Sainz e nella concitazione della prima curva riesce a guadagnare la piazza d’onore, anche lui approfittando dell’errore di Norris. Per qualche giro sembra poter infastidire Max ma poi è costretto a cedere. Il suo pit stop non mi pare granché come tempistica: farlo così presto al 18° giro (peraltro con due VSC) mi è parso un po’ troppo azzardato. Probabilmente è stato deciso dall’essere ormai in bagarre con Norris che, nel frattempo, era risalito. Norris pitta ben 7 giri dopo e sebbene Giorgino fosse riuscito a mantenere la posizione la differenza di freschezza gomme consente a Norris di superarlo con comodità poco dopo. Sarebbe stato comunque difficile contrastare McLaren ma una più saggia strategia l’avrebbe messo in sicurezza. Sicurezza che però gli arride lo stesso: la strepitosa gara di Antonelli dietro di lui impedisce a Piastri e Leclerc di avvicinarsi. Compreso ciò, il nostro buon Giorgino si mette a velocità di crociera e, complice la squalifica McLaren, porta a casa un eccellente secondo posto.

Il podio finale è il giusto premio per un weekend di alto livello, che consolida la sua posizione in classifica e riporta al giusto (giusto?) posto le gerarchie interne alla squadra. Il QI formulaunistico di Russell è andato aumentando ogni anno della sua carriera nella massima serie: sarei proprio curioso di vedere come si comporterebbe con una vettura da mondiale.

ANTONELLI voto 9

Gara fantastica! Il nostro giovane connazionale confeziona una delle prestazioni più belle della sua giovane carriera in Formula 1, conquistando un podio che sa di impresa. Partito dalla diciassettesima posizione in griglia a causa di una qualifica mal gestita (che impedisce il 10 in pagella), Kimi mette in scena una rimonta semplicemente spettacolare.

Giro dopo giro, con grande determinazione e una velocità impressionante, il bolognese risale posizioni su posizioni, superando piloti ben più esperti con sorpassi decisi e ben calcolati. Il suo ritmo in gara è costantemente tra i migliori della giornata, e addirittura migliora quando Piastri e Leclerc gli arrivano alle spalle. Quel frangente, la parte finale di gara sotto pressione dei due sopracitati, mi ha particolarmente impressionato: con gomme vecchie ed usurate (aveva cambiato subito al 2° giro durante VSC) si mette a girare praticamente sugli stessi tempi di Max e Norris. In questo modo, non solo ha frustrato le velleità di Piastri e Charles ma ha anche colmato il gap che lo separava dal compagno di squadra (ad un certo punto si trovava a quasi 15 secondi di distacco), che sarà pure stato in gestione ma che forse nel finale qualche fantasmino l’ha visto… La squalifica di Norris lo promuove sul terzo gradino del podio ma la sensazione è che quel risultato se lo sia guadagnato sul campo, con una prestazione da incorniciare. Bravissimo!

LECLERC voto 8 1/2

Gara perfetta, ma la macchina è quel che è. Charles confeziona una prestazione impeccabile dal punto di vista della guida, estraendo il massimo assoluto dalla sua SF-25 (ah! l’esecuzione!). In qualifica non brilla come suo solito, ahimè, ma in gara non commette il minimo errore, gestendo situazione e gomme con la maestria che solo i grandi piloti possiedono.

Il monegasco gira con un ritmo costante e competitivo per tutti i 50 giri, lottando con tutto ciò che ha a disposizione per attaccare chi gli stava davanti: diversi i sorpassi portati a termine dal nostro tra cui Bearman e Hadjar. Purtroppo, le gomme lo abbandonano negli ultimi tre giri il che ha consentito ad Antonelli di stargli davanti nonostante i 5 secondi di penalità. Niente podio, dunque ma preferisco pensare che quel decimo sia più merito di Antonelli che demerito di Charles. Alla fine, la squalifica delle McLaren gli regala più di quanto la macchina merita ma tant’è.

SAINZ voto 8

Qualifica eccezionale e gara al massimo delle possibilità. Carlos confeziona un weekend di altissimo livello, mostrando ancora una volta perché sia considerato uno dei piloti più completi della griglia. In qualifica firma un giro strepitoso che lo piazza terzo in griglia che è tanta roba considerando le difficili condizioni in cui si girava.

In gara, lo spagnolo non ha il passo per tenere testa ai primi, ma gestisce la situazione con sapienza, mantenendo un ritmo costante che gli permette di portare a casa un quinto posto preziosissimo. Sainz sa che con la macchina attuale questo è il massimo risultato raggiungibile, e invece di tentare azzardi inutili amministra con intelligenza ed evitando gli errori commessi nelle ultime gare.

Il risultato, unito agli ennesimi pasticci fatti da Albon, riconferma l’inversione di tendenza che il buon Carlos ha posto in essere durante la stagione. Partito abbondantemente dietro all’anglo-tailandese si è messo di buzzo buono non solo recuperando il gap prestazionale ma anche determinando risultati più consistenti proprio nel momento più difficile della stagione per la Williams. Peccato per qualche errore di troppo sennò, suppongo, avrebbe anche potuto contestargli la posizione in classifica generale.

HADJAR voto 8 1/2

Eccellente! Isack è tornato ai livelli che gli conoscevamo. Dopo qualche weekend opaco in cui sembrava aver smarrito la bussola, il giovane pilota della Racing Bulls ritrova il sorriso con una prestazione di alto livello.

In qualifica si piazza in una buona posizione, che sarebbe stata ancora migliore se non avesse “ciccato” l’ultimo suo time attack. Ma il meglio di sé lo dà in gara con un ottimo ritmo che gli permette di lottare con piloti di squadre teoricamente superiori. La sua guida è pulita e precisa, senza errori o sbavature, e il sesto posto finale, sia pur favorito dalla squalifica McLaren, è il giusto premio per un weekend condotto con grande professionalità.

HULKENBERG voto 8

Ottimo il tedesco, che porta a casa punti preziosi con una prestazione solida e concreta. Nico, con l’ubriacatura del podio di Silverstone sembrava aver smarrito la strada ma da Austin in avanti si è rimesso in carreggiata a confermare l’eccellente stagione che sta disputando. Bene così!

HAMILTON voto 5

L’ultimo posto in qualifica è disarmante. Lewis conferma ogni GP di più quanto sia ormai l’ombra del campione che è stato, commettendo errori banali (vedi brasile) e navigando nelle retrovie senza mai mostrare lampi del suo immenso talento. La qualifica è un disastro completo, peraltro, proprio in condizioni in cui una volta avrebbe goduto come il proverbiale riccio.

In gara, nonostante il colpo di fortuna alla partenza che gli permette di guadagnare diverse posizioni grazie alla confusione creata da Bortoleto, Hamilton non mi è parso granché. È rimasto dietro ad Ocon per tutto il primo stint, senza mai provare un attacco degno di questo nome mentre là davanti Charles si liberava di Bearman senza grossi patemi. Quale miglior dimostrazione? Il suo ritmo è anonimo, la guida priva di quella scintilla che, ogni volta che lo vedi in bagarre, ti aspetteresti. L’ottavo posto finale, frutto più delle circostanze che del merito, è l’ennesimo capitolo deludente di una stagione che Lewis (e non solo lui…) vorrà dimenticare in fretta. Mah!

OCON voto 7

Buona gara per il francese, che finalmente torna davanti a Bearman dopo parecchie gare in cui aveva dovuto ingoiare il boccone amaro di vedere il giovane compagno brillare davanti a lui.

In realtà, la sua prestazione non è stata particolarmente esaltante, ma solida e concreta, avendo potuto approfittare della timidezza di Hamilton nella prima parte di gara che ha tenuto i suoi potenziali competitor a debita distanza.

BEARMAN voto 6

Buono ma non ai livelli delle ultime gare nelle quali ci aveva fatto “sbrilluccicare” le pupille. Il giovane britannico chiude in decima posizione, portando a casa un punto magari non meritatissimo ma che comunque è sempre benvenuto. Un po’ sottotono, dunque ma nulla di drammatico, sia chiaro: Bearman ha guidato bene e senza errori, e forse ha pagato un avvicinamento alla gara non dei migliori.

NOTE DI MERITO

Gasly (9) merita una menzione speciale per una qualifica eccezionale, dove con il catorcio che si ritrova a guidare ha saputo approfittare delle ardue condizioni del tracciato con la classe e la velocità che gli conoscevamo. Peccato che nel Q3 la pista si fosse sostanzialmente asciugata sennò sono convinto che avrebbe piazzato il risultato più inatteso dell’anno. Purtroppo, la gara non gli ha permesso di capitalizzare, ma la prestazione del sabato è stata di altissimo livello.

Tsunoda (7) ha fatto meglio di quanto ci si aspettasse in gara, mostrando un ritmo solido che gli ha permesso un buon recupero pur essendo partito dalla Pit Lane.

NOTE DI DEMERITO

Bortoleto (3) commette un’ingenuità veramente improvvida alla partenza, causando un incidente che elimina anche Lance Stroll, spariglia le carte di tutto il mid pack, e compromette la sua gara. Per un rookie un errore ci può stare, ma in quel frangente ha mostrato una mancanza di giudizio poco piacevole da commentare. Spiace rilevare come un pilota di prospettiva si faccia ancora sopraffare dall’emozione in momenti cruciali.

Stroll (5) avrebbe potuto rappresentare una grande sorpresa in qualifica. Si stava comportando bene nella difficile condizione di pioggia e freddo – circostanze in cui lui, va detto, se l’è spesso cavata piuttosto bene in passato – e, per una volta, stava brillando anche più del suo mitico compagno di squadra. Ma poi si è lasciato ingolosire da una scommessa sulle gomme intermedie quando la pista era ancora chiaramente da wet. Una scelta incomprensibile: sarebbe stata comprensibile se Lance fosse stato nelle retrovie e in difficoltà, quando non hai nulla da perdere e ci provi. Ma in quel frangente stava andando bene, che bisogno c’era di prendersi quel rischio? Il risultato è stato un disastro, con la qualifica buttata via e poi la gara finita ancor prima di cominciare per l’incidente causato da Bortoleto.

Ci vediamo in Qatar!

 

BASTIAN CONTRARIO (XXII): All in

Nel circuito più falso del mondiale si consuma il risultato più falsato di sempre, con le due McLaren che vengono squalificate per eccessiva usura del plank, andando cosi a pareggiare la magra figura con la Ferrari e, addirittura andandola a giustificare perché un domani, chi analizzerà la storia della F1, potrà dire che “Anche i campioni del mondo hanno subito la stessa sorte, quindi non era un problema solo della Rossa”. Intanto la F1 di Liberty Media ottiene quello che ha sempre sperato e desiderato e cioè, un all in pazzesco che si consumerà negli ultimi due GP. Già perché a pensare male, ed io sono un sospettoso come pochi, questa doppia squalifica praticamente inimmaginabile, arriva in maniera provvidenziale per la F1, per Verstappen e per lo stesso Piastri.

Infatti se c’è un’immagine che mi ha particolarmente colpito, è stata quella del sorriso del due australiani che abbandonavano il paddock, immediatamente dopo la lapidaria notizia: mi riferisco naturalmente ad Oscar Piastri e, al suo manager Mark Webber, i quali non hanno potuto trattenere la gioia del (non) risultato evidentemente. Infatti se la classifica che abbiamo visto, immediatamente dopo lo sventolare della bandiera a scacchi fosse stato validata, per Oscar i giochi erano definitivamente finiti, invece con questo doppio zero Oscar potrà ancora giocarsela, perché gli errori ormai sono all’ordine del giorno e tutto ancora può succedere. Dal sorriso di Piastri (e di Webber) questo si evince, anche se il sottoscritto poco ci crede visto e considerato lo stato di forma del giovane pilota McLaren, il quale ormai non vede il podio dall’estate. Questa situazione cosi paradossale è solo frutto della politica attuata dalla McLaren, la quale pur di recuperare il povero Lando, si è messa in condizioni di rischiare di perdere un mondiale praticamente già vinto. L’all in della McLaren è pazzesco perché sebbene Lando conserva ancora un ampio margine, è anche vero che egli non può più permettersi uno zero in casella e, questo mentalmente pesa tantissimo se si considera che sarebbe potuto arrivare in Qatar, permettendosi il lusso anche di andare a sbattere. Del resto Norris sebbene stia godendo di un ottimo momento agonistico rimane sempre Norris e, la partenza della quale ci ha deliziato, lo sta a dimostrare: allo spegnimento dei semafori ha voluto fare “il Verstappen” e, alla prima curva, ha rimediato solo una figura “alla Norris” regalando la vittoria a Max, il quale da par suo, fa quello che deve fare in una condizione di altissima pressione: non sbagliare nulla e massimizzare sempre il risultato. Se si pensa al distacco siderale che Piastri aveva, sia su Norris che su Max al ritorno delle vacanze estive, sembra quasi incredibile che il mondiale 2025 abbia preso questo epilogo. McLaren invece è voluta andare incontro alle esigenze di uno smarrito Norris (i set up della sospensioni anteriori sono stati ritoccati per avvicinarsi alle sue esigenze di guida), il quale d’incanto ha iniziato a martellare risultati e, di contro, Oscar nemmeno sapeva stare più in pista quando poi, bastava amministrare il vantaggio conquistato e vincere il titolo piloti in carrozza, magari proprio assieme a quello Costruttori.

La doppia squalifica da parte della McLaren a mio giudizio, pesa anche di più di quella Ferrari, perché sebbene i rossi sono “giustificabili” visto che avevano perso la bussola già nei test di febbraio (momento in cui hanno capito che il 2025 era andato a brave signore), i papaya invece rimediano questa bastonata dopo aver vinto il titolo marche e, da una squadra campione del mondo questo risultato è inaccettabile, oltre che quanto meno sospetto. Per carità non sto affermando che in McLaren si siano auto sabotati, solo che risulta difficile credere ad un errore così grossolano a meno che, durante tutta la loro stagione, non abbiano giocato con le altezze finche gli era possibile. Fatto sta che ora la McLaren, nella terra delle luci e delle slot machine, ha giocato una mano che li ha portati a far vincere il banco in maniera pesante, ed ora già in Qatar, dovranno giocarsi il tutto per tutto. In cosa consiste questo all in? Considerando che mancano due GP alla fine, con un weekend sprint di mezzo, considerando che quella bestia di Verstappen è a pari merito con Oscar e, a meno ventiquattro punti dal primo in classifica, l’unica cosa che McLaren può fare è quella di ricorrere agli ordini di scuderia, chiedendo a Piastri di proteggere il compagno. Di fatto McLaren ha basato tutta la sua politica da “mulino bianco” sul mantra del “i nostri piloti sono liberi di correre”, mentre ora viste le condizioni in cui si sono andati a ficcare, sono ampiamente giustificati nel chiedere all’australiano un aiuto. La domanda, a riguardo di questo argomento, non è tanto se Oscar lo farà quanto se egli potrà farlo: già perché se analizziamo le sue ultime gare, il buon Piastri non è mai stato da podio e, non vedo dunque come possa aiutare Norris nella sua rincorsa mondiale se ormai è sempre abbonato tra il settimo ed il quarto posto. Norris dal canto suo, gli basta arrivare sempre secondo indipendentemente da chi arriva primo tra i due inseguitori e quindi riuscire a portare a casa il risultato. Il vero all in dell’inglese dei papaya infatti sarà proprio quello di mantenere la calma, cosa che non ha fatto allo start nel Nevada.

Chi ringrazia invece è Verstappen il quale da par suo, conscio che comunque la montagna da scalare rimane altissima, si gode il momento andando a porre il sigillo su una stagione da incorniciare comunque vada e, soprattutto andando a mettere pressione sulla fragile McLaren, la quale continua a dimostrarsi non all’altezza del mezzo che hanno partorito. Caso mai Verstappen dovesse laurearsi campione del mondo, sarebbe merito suo o demerito dei papaya? A mio modesto giudizio sarebbe più la seconda per un semplice motivo: l’olandese nonostante non abbia avuto un mezzo all’altezza per potersi confrontare con la MCL-39 (almeno fino all’estate), non ha cambiato di una virgola il suo atteggiamento che è sempre stato quello di un campione che non ha mai sbagliato nulla, ha sempre dato il massimo in tutte le situazioni, soprattutto quelle più difficili e, quando c’era da vincere lo ha fatto. McLaren di contro questo mondiale poteva solo perderlo e di fatto stanno facendo di tutto per riuscirci. Già nel prossimo weekend vedremo un Verstappen diverso, ancora più cattivo di quello a cui siamo stati abituati, perché egli sa benissimo che il Qatar è il suo personale all in, se vuole tenere vive le speranze fino ad Abu Dhabi. A tal proposito dunque non meravigliatevi di vedere scintille, perché ora come ora siamo entrati in “zona Verstappen”.

Chi gongola su tutti è la F1 e quindi Liberty Media che, con quanto successo domenica scorsa ci va a nozze e, saprà sapientemente pompare lo spettacolo. Peccato che lo show che abbiamo visto a Las Vegas non sia degno e, all’altezza di quanto viene offerto in pista dato che dobbiamo assistere, a distanza di tre anni, ancora a tombini che saltano, commissari in pista con tutto il circo che girava, per non parlare della pacchianata non sense della macchina Lego elettrica e tutta rosa. Topolino poi è stata la degna conclusione a tutto quello show, ad uso e consumo delle telecamere, che francamente ci potevano risparmiare. Per fortuna che il vero show, quello che conta è in pista e, il nostro Kimi ci ha deliziato con la sua guida da consumato esperto, nonostante fosse solo al suo ventiduesimo GP ed abbia compiuto da poco diciannove anni. Cosa è accaduto all’italiano che d’incanto inizia a divorare la pista, tanto da far venire qualche mal di testa al suo compagno di squadra? Semplicemente Mercedes ha iniziato a fargli settare la macchina come meglio crede (assieme all’aiuto del suo team naturalmente) in modo da sentire meglio la macchina e, i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Kimi sta crescendo, sta maturando e macinando esperienze e, ciò che più che conta, sta portando risultati pesanti a casa perché se c’è una cosa che in F1 ti assicura il posto fisso (che non esiste), è proprio quello di portare punti e podi al team. Con quella fantastica rimonta e soprattutto quel terzo posto (ottenuto grazie alla McLaren), Mercedes blinda il secondo posto Costruttori proprio all’ultimo anno del regolamento dell’effetto suolo, regolamento in cui non ci ha mai capito un gran che.

Il secondo posto nei Costruttori si sa è l’obiettivo del Presidente e soprattutto di Vasseur, il quale giudica il GP di domenica scorsa “Buono” e soprattutto la stagione della Ferrari “non drammatica”: con un LeClerc che spinge come un matto, sia in pista che davanti ai microfoni (alla facci di quello che ha detto il suo Presidente!) e, con un Hamilton che ha ritoccato (in negativo) un altro record personale, qualificandosi ultimo, non vedo perché non si debba credere al rubicondo Team Principal della Ferrari. Di fatto il Nostro sta contando ormai i giorni, visto che l’anno prossimo inizierà il suo di all in… probabilmente l’ultimo in Rosso se dovesse vincere il banco.

Buon GP del Qatar a tutti.

Vito Quaranta

MAX SBANCA LAS VEGAS. NORRIS IPOTECA IL MONDIALE. FORSE.

Negli USA si corrono tre gare. Una seria e due no. La terza, seconda non seria, è a Las Vegas.

Dove non dovrebbe piovere mai, essendo nel deserto, e invece questa volta piove. E le qualifiche sono una lotteria, il che, visto il luogo, non dovrebbe sorprendere.

E, infatti, non sorprende la prima fila di Norris e Verstappen. E non sorprende nemmeno il disastro Ferrari, con Leclerc nono e Hamilton ultimo.

Allo spegnimento dei semafori, Norris spreca la pole chiudendo Verstappen ma finendo lungo e perdendo la posizione anche su Russell.

Dietro, Bortoleto fa strike e genera il caos. Questo consente ad Hamilton di recuperare 7 posizioni.

Al giro 12 Leclerc passa Piastri, che al via si era beccato una ruotata da Lawson. Neanche un giro e si sbarazza anche di Hadjar. Non andrà molto più in là.

Al giro 18, Russell, tranquillo secondo, si ferma per l’unica sosta. Al 22° è il turno di Norris, che rientra ancora una volta dietro a Russell.

Leclerc rientra al 25° giro, ma perde la posizione su Piastri. Al 26° si ferma Verstappen.

Al giro 34, Norris si porta in seconda posizione superando Russell che non oppone resistenza.

Con i primi 3 che pensano solo a portare a casa la macchina, gli ultimi giri vivono nel duello per la quarta posizione fra Anronelli, rimontato dalle ultime posizioni dopo una pessima qualifica e avere cambiato le gomme al secondo giro, Piastri e Leclerc.

Andrea ha però 5 secondi di penalità, ma gira più rapido del compagno di squadra che ha gomme molto più fresche, e gli arriverà a soli 2 secondi, essendogli partito 13 posizioni dietro, riuscendo, nel contempo, a perdere una sola posizione a causa della suddetta penalità.

Gli ultimi giri sono difficili per Norris in difficoltà con la benzina, e Max vince segnando il giro più veloce all’ultima tornata, davanti a Lando, Russell, Antonelli, che perde la posizione su Piastri per la penalità. Poi Leclerc, Sainz, Hadjar, Hulkenberg e Hamilton.

Fra una sola settimana si correrà in Qatar, con tanto di sprint, e poi la gara finale ad Abu Dhabi. Norris si porterà dietro il necessario per i festeggiamenti, probabilmente già domenica prossima. O forse no.

P.S. è capitato spesso che la miglior stagione dei grandi campioni non fosse una di quelle in cui hanno vinto il Mondiale. Per Max, il 2025 sarà esattamente questo.

P.S. 2 Piastri è passato dall’essere una grande rivelazione ad un gregario qualsiasi. Tutto questo è avvenuto dopo gli eventi anomali di Zandvoort e Monza. Sarà stato un caso? Ecclestone pensa di no.

P.S. 3 Un 7 volte campione del mondo che non ve le bandiere gialle (2 volte) e confonde una linea con l’altra piazzandosi ultimo su una Ferrari, è pronto per la pensione.

P.S. 4 Anche perchè con i capi che si trova in squadra, non avrà più molte soddisfazioni.

P.S. 5 La gara di oggi è stata la migliore dell’anno del mio concittadino. Ha sbagliato sì la qualifica, ma ha recuperato alla grande e non per fortuna, ma dimostrando una grande abilità nel gestire le gomme.

P.S. 6 Il miglior modo per portare una donna in F1 non è farla correre assieme ad altre donne con un’auto che va poco più forte di un kart, mettendo quelle brave assieme a quelle scarse, deprimendo il valore complessivo della competizione (ma così prendono i soldi dai loro genitori). Hanno tanto esaltato la vincitrice di quest’anno, Doriane Pin. Ora che la mettano su una macchina di F3 finanziandole la carriera e facendo in modo che venga trattata come i colleghi maschi.

P.S 7. Luci, fuochi d’artificio e giochi d’acqua per una F1 sempre più ad impatto zero. Ma tanto c’è Topolino.

P.S. 8 Le notizie a disposizione mentre sto scrivendo questo P.S. parlano di un problema al plank di Norris. Io, che sono un complottista, dico che questo mondiale deve finire ad Abu Dhabi con 3 piloti ancora in lotta. Poi, magari, lo vince comunque Norris, ma i festeggiamenti dovranno svolgersi là. Come nel film.

P.S. 9 Esattamente 10 anni fa nasceva questo luogo. Non è banale il fatto che sia ancora vivo e vegeto, in un mondo, quello di internet, dove la maggior parte dei blog dopo pochi anni generalmente sospende l’aggiunta di contenuti. Auguri a chi scrive e a chi legge, e un grande grazie ai fondatori per avere avuto questa idea.

* immagine in evidenza dal sito www.formula1.com

IL PUNTO DELLA REDAZIONE

Quella scorsa è stata una settimana lunghissima, considerando le dichiarazioni inaspettate da parte del Presidente della Ferrari e, non vi è dubbio che il palcoscenico di Las Vegas darà l’opportunità di continuare a parlarne, visto e considerato che i piloti Ferrari faranno la loro prima apparizione pubblica dopo quelle dichiarazioni shock. Ad ogni modo inutile illudersi, perché tutto finirà a “tarallucci e vino” come si dice dalle parti nostrane, con i piloti dinnanzi ai microfoni pronti a recitare la poesia che l’ufficio stampa gli avrà detto di imparare. Ricordate quando Vettel in Messico mandò a quel paese l’allora direttore di gara e, il weekend di gara successivo cosa fece con le sue scuse pubbliche? Giovedì assisteremo allo stesso teatrino, solo che saremo distratti dall’outfit di Lewis e dai sorrisi di Charles e nemmeno ce ne accorgeremo.

Ci accorgeremo invece l’anno prossimo, degli artifici che evidentemente stanno preparando con il nuovo regolamento che presto vedrà la luce. Leggendo infatti le dichiarazioni di Russell, in merito al nuovo stile di guida che necessariamente si dovrà adottare l’anno prossimo, mi sovvengono non poche perplessità: “Penso che l’anno prossimo assisteremo a più sorpassi, ma in luoghi poco noti, in luoghi in cui non li abbiamo mai visti prima. Se un pilota si trova con la batteria scarica e quello dietro ha più batteria in un dato settore della pista, può improvvisamente superarlo in una curva dove, in passato, non ci sarebbe mai stato un sorpasso.”… tutto questo detto con un candore disarmante! Di fatto il forte pilota della Mercedes ci sta dicendo, in maniera nemmeno troppo velata, che la F1 del futuro sarà sempre più Formula Wrestling, in luogo del quale l’artificio sarà il mezzo attraverso il quale creare spettacolo per le masse, spettacolo che in realtà altro non è che fumo negli occhi. Quando un pilota sorpassa un suo avversario al quale mancano diversi cavalli, perché la sua batteria è esaurita, quello non è un sorpasso se mai un atto dovuto imposto dalla logica e, dall’istinto di conservazione (nel senso che se non lo passa lo licenziano!). Di fatto tutto quello a cui siamo stati abituati e, su cui la stessa F1 basa le sue fondamenta verrà dilapidato con questo nuovo modo di correre, in luogo del quale il pilota sarà un mero passeggero che dovrà aspettare il suo turno, cioè quando la batteria sarà nuovamente carica. Dov’è l’onore delle armi in un sorpasso del genere? Che impresa è superare un pilota in “un luogo sconosciuto prima”, se quello davanti non ha nessuna possibilità di difendersi? Dalle parole di Russell si evince, se mai ci fossero stati dubbi, che partire col piede giusto già a fine gennaio (il 26 del suddetto mese la F1 a Barcellona organizza una tre giorni su cinque di test blindati, per far verificare alle squadre che il lavoro svolto durante l’anno sia stato eseguito bene e, soprattutto di evitare figuracce in mondo visione quando i test ufficiali saranno trasmessi in diretta!) sarà fondamentale, altrimenti non solo si passerà l’anno ad inseguire addirittura non ci sarà nemmeno la possibilità di difendersi. Mentre scrivo queste righe penso al nostro compianto “Aviatore” che si difendeva, violando leggi della fisica a Digione e, questo leggendo le parole di Russell, sembra che non ci sarà più. Vero è che già da un pezzo la F1 di Digione è bella che finita eppure se una cosa era perdurata nel tempo, era proprio la difesa dura, il sorpasso mozzafiato, la sfida a chi aveva più palle nello staccare il più tardi possibile (qui sembra quasi un vanto fare Li.Co.!) e, tutto questo sembra che stia per finire definitivamente. La curiosità per il nuovo anno sportivo cresce sempre di più e, sebbene nessuno sappia dove stia l’altro e, se questo regolamento funzionerà, è altrettanto vero che le informazioni raccolte in questo ultimo mese non lasciano ben sperare nulla di buono. Confesso che a riguardo sono un po’ pessimista e non mi resta che appellarmi al buon senso e , alla veloce capacità di ripresa della stessa F1 in merito ad un problema. Solo che poi penso a quanto accaduto con questo regolamento ormai morente e mi prende lo sconforto, visto e considerato che le regole varate nel 2022 erano state concepite per favorire i sorpassi e per avere macchine più semplici, ed invece ci siamo ritrovati con delle vetture che non vengono capite nemmeno da chi le ha disegnate e, i sorpassi non avvengono se non hai almeno mezzo secondo di vantaggio sul tuo diretto avversario!

In tutto questo non dobbiamo dimenticare che dall’anno prossimo le squadre, che avranno la sfiga di partire in affanno, potranno beneficiare dell’ADUO e cioè dell’Additional Development and Upgrade Opportunities solo sia chiaro, guaii a chiamarlo BOP: quest’ultimo infatti è stato concepito (nel Wec) per rallentare chi ha troppo vantaggio, mentre l’ADUO da la possibilità a chi è indietro, “motoristicamente” parlando, di poter recuperare… come vedete è una cosa completamente differente (sigh!). I professionisti dell’informazione si arrabbiano non poco se si paragona questa diavoleria a quella inventata per il Wec eppure, si perdoni la mia poca sensibilità, se non vedo alcuna differenza ad essere sinceri. Ciò che più mi interessa di questa storia non è tanto capire quanto sia giusto l’utilizzo di questo strumento di recupero, quanto il perché lo si utilizza e, la risposta è presto data: la F1 vive nel terrore di ri assistere ad un nuovo 2014 e, cinque anni (questa è la durata del nuovo regolamento) di dominio assoluto da parte di una sola squadra non potrebbe reggerlo, specie dopo che si è spesa in fuochi artificiali del tipo “doppia ala mobile”, “carburante che si può bere” e, “batterie che non inquinano”. Ebbene tutti questi elementi portano inevitabilmente alla conclusione che la tendenza è quella di dirigersi verso un unico grande spettacolo artificiale. Sia chiaro che non sto affermando che le squadre si sono messe d’accordo a tavolino, perché altrimenti non avremmo mai avuto un 2023, dove Red Bull perse solo una gara in tutto il campionato o addirittura il triennio 2014 – 2016, sto semplicemente affermando che la Federazione sta correndo ai ripari in maniera preventiva con mezzi artificiali ed artificiosi, caso mai andasse tutto a meretrici. In tal senso lo spettro del ritorno agli aspirati è sempre dietro l’angolo e, il fautore di questo revival sarà presto rieletto sebbene sulla sua testa penda un ricorso da parte di una, diciamola tutta, donne con le palle che proprio non ne vuole sapere di arrendersi e soprattutto di piegarsi alla poca trasparenza delle regole elettive in seno alla Federazione. Prima del GP di Abu Dhabi sapremo quale sarà l’esito del suddetto ricorso e, quindi quale sarà il futuro prossimo della Federazione stessa.

Per fortuna che questo weekend non ci sarà Sprint Race, di modo che già le prime libere del venerdì, faranno dimenticare le parole dei ferraristi, quelle di Russell e, soprattutto la ricerca dell’inclusività all’interno della Federazione Internazionale dell’Automobile.

Buon GP di Las Vegas a tutti.

Vito Quaranta

Life is racing, all the rest is waiting