IL PUNTO DELLA REDAZIONE

La lunga pausa, che è durata un intero mese, è dunque giunta al termine ed ora ci aspettano gli ultimi sei GP che decideranno chi sarà campione del mondo in questo lunghissimo 2024, sia per quanto riguarda il titolo piloti che costruttori. Sebbene uno dei due trofei apparentemente sia già assegnato, è anche vero che fine a quando la matematica non decreta il suo insindacabile verdetto, è meglio andarci coi piedi di piombo nello sputare sentenze. Sono del parere che è meglio parlare di probabilità, almeno in questo modo si usa la logica e ci si scotta di meno. Del resto dagli aerei atterrati in Texas non scenderanno solo uomini, bensì anche gli ultimi aggiornamenti della stagione che permetteranno alle squadre (le top four, perché tanto da Aston Martin in giù c’è ben poco da fare), di finire il campionato con diverse finalità: infatti c’è chi cercherà di raddrizzare un’annata andata storta, chi dovrà capire e chi si giocherà il tutto per tutto per portare l’agognato risultato a casa.

Chi di sicuro deve salvare l’ennesima stagione è la Mercedes di Toto Wolff la quale, da quando è entrato in vigore questo regolamento, non è azzeccata nessuna (anche se ho il sospetto che si riprenderà tutto con gli interessi con l’entrata in vigore di quello nuovo!) e di fatto non ha mai rappresentato una reale minaccia per gli atri top team. C’è da sottolineare il fatto che la casa con le stelle a tre punte era arrivata alla pausa estiva non dico come prima forza, di sicuro se la giocava tranquillamente con la McLaren (unico dei top team ad essere sempre costante dal punto di vista prestazionale) e questo aveva non solo rinfoltito i ranghi tra le file di Brackley, addirittura aveva aggiunto ulteriore pepe ad una situazione agonistica già pregna di emozioni, perché di fatto si andava ad inserire un nuovo potenziale concorrente che poteva ambire al gradino più alto del podio di ogni GP. Evidentemente le vacanze a quelli di Stoccarda gli hanno fatto male, perché infatti dopo la fine della suddetta pausa estiva, Toto&Co. si sono ritrovati alle prese con i problemi che avevano già avuto in tarda primavera e per ciò, che questo ultimo scorcio di mondiale unito al fatto che avranno con se gli ultimi aggiornamenti della stagione, servirà a salvare un campionato che è stato avaro di risultati ed ha avuto come conseguenza la perdita del loro personale campione del mondo.

Chi di sicuro dovrà capire tante cose è proprio la Rossa, la quale a differenza di Mercedes, dopo l’estate si è rinvigorita in quanto a Maranello hanno capito i casini che hanno combinato in Spagna, ed inevitabilmente si sono dovuti prendere tutta l’estate per poter correre ai ripari. I risultati si sono visti immediatamente dopo la ripresa estiva già in Olanda e, la vittoria a Monza, ne è stato il degno premio di questo duro lavoro. Purtroppo (c’è sempre il trucco!) la pista brianzola è atipica e ciò, fu detto già all’epoca che bisognava aspettare una pista vera per poter decretare la bontà degli aggiornamenti portati e, quindi capire se la strada presa da Maranello fosse stata quella giusta. Baku e Singapore, anche loro, sono state altre due piste poco indicative e nonostante questo c’è da avere buone speranze, perché se non l’abbiamo sfangata anche in questi due atipici circuiti, è stato solo per i soliti errori strategici o di comprensione degli assetti. Alla fine Austin è giunta, ormai manca poco, ed in una pista come quella texana con il suo famoso “snake”, avremo modo tutti di capire se la Rossa ha preso la direzione giusta e magari metterci il pensiero sul secondo posto nei costruttori, che sarebbe comunque magra consolazione vero, almeno darebbe buoni segnali per l’anno successivo. Anche se a tal proposito di illazioni, proprio a riguardo della prossima stagione appunto, ce ne sono state a bizzeffe e l’ultima di questa, è l’acquisto di motoristi da parte della disastrata Renault che andrebbero ad avvantaggiare proprio Ferrari  e, ad indebolire la concorrenza! Come si fa a scrivere e di conseguenza a credere a robe del genere non lo capirò mai: sono d’accordo sul prelevare e quindi rinforzare un qualunque reparto solo che da qui a dire enormità del genere ce ne passa e, di tutto il ricambio che è avvenuto all’interno del reparto corse (non solo ad opera di Vasseur dato che alcuni “nomi” sono andati via di propria iniziativa!), proprio quello motori è rimasto inalterato al vertice. Questo ultimo scorcio di mondiale sarà molto importante per Ferrari perché dirà soprattutto a Serra dove intervenire, in termini di correttivi (la “F2025” è ormai già in forno), per la vettura dell’anno prossimo.

Infine Red Bull e McLaren viaggiano all’unisono perché sono queste due squadre che si stanno giocando il titolo e, sebbene le probabilità dicano che il mondiale costruttori abbia già preso la strada di Woking, per quello piloti le suddette probabilità danno ancora favorito l’olandese. Andiamo per gradi: Red Bull è chiamata ad una reazione a dir poco clamorosa e, con gli aggiornamenti che dovrebbe portare in Texas, deve riuscire ad arginare l’armata papaya. Certo fa quasi impressione usare il termine “arginare” considerando la sfrontata superiorità tecnica che i bibitari hanno sempre sfoggiato, eppure mai come quest’anno nulla è scontato specialmente per l team di Horner. La Red Bull oltretutto si trova in una situazione spinosa, perché caso mai Verstappen perdesse il mondiale per una manciata di punti, rischierebbe seriamente di perdere il campione del mondo per pascoli evidentemente più verdi. Già allo stato attuale la situazione è incandescente e, se apparentemente tutto sembra calmo, è solo perché in questo momento in squadra c’è una pace armata e (si dia a Cesare quel che è di Cesare), sia perché i bibitari sono pur sempre i campioni del mondo e di sicuro se c’è una cosa che il 2021 gli ha insegnato, è stato quello di gestire la pressione. In tutto questo l’aria di casa si fa sentire molto di più per Perez (i suoi sostenitori saranno già tanti li a Austin) ed il messicano è chiamato alla ripresa definitiva, anche e soprattutto per aiutare il compagno e naturalmente il team per la (improbabile) riconquista del primo posto in classifica costruttori. Paradossalmente la vera rogna è solo per i bibitari in quanto in McLaren il pensiero, per quanto riguarda il titolo piloti, non è mai stato la loro priorità e solo ora che hanno raggiunto la vetta iniziano a preoccuparsene. In questo contesto si incastrano le famose “papaya rules”, dove necessariamente dovranno cambiare e quindi Piastri dovrà fare la sua parte, visto e considerato che in termini di comportamento da parte della sua squadra, non ha nulla di cui potersi lamentare. Inutile dire che tutto è nelle mani di Lando, perché il mezzo che ha a disposizione è quello più costante e performante, di fatto la MCL38 è quella più prevedibile e che gioca meno scherzi in termini di assetti sballati. Sarà indubbiamente un finale di stagione teso e sicuramente ricco di polemiche, cosa della quale ne sono personalmente felice, perché sempre meglio avere un mondiale imprevedibile che un monologo come quello dell’anno scorso e che quasi sicuramente ricomincerà dal 2026.

Buon GP di Austin a tutti

Vito Quaranta

IL PUNTO DELLA REDAZIONE

Qual è la differenza tra questo mese di pausa che stiamo osservando e quello estivo? In estate, gioco forza, ce ne facciamo tutti una ragione senza contare che le vacanze sono per tutti e quindi, come si suol dire, le distrazioni non mancano mentre questa pausa lasciatemelo dire, sembra più una punizione dato che poi ci toccheranno tour de force molto importanti. Mi rendo conto che il calendario ha le sue esigenze per ovvi motivi, eppure un buco di un mese nel vivo del mondiale ha poco senso, a maggior ragione che in seguito le squadre dovranno affrontare back to back incessanti: 20 ottobre Texas, 27 ottobre Messico e sette giorni dopo ancora Brasile quindi, quindici giorni di pausa, per ricominciare tutto d’accapo con la tripletta finale di questo lunghissimo mondiale. Per questo parlo di punizione, non tanto per chi la racconta o la segue questa pazza F1, quanto per chi ci lavora visto e considerato che gli toccherà affrontare una smazzata finale che se la ricorderanno fino a Marzo dell’anno prossimo. Ad ogni modo in un momento apparentemente piatto dove ci sarebbe poco da dire, ci pensa Ferrari a rinfoltire i ranghi degli appassionati con le azioni e dichiarazioni da parte di chi ci lavora all’interno della Beneamata.

Alla fine il tempo è dunque giunto, mi riferisco alla presa di potere da parte di Louic Serra come nuovo direttore sportivo della Rossa, posto occupato “in pectore” da Vasseur fino a questo momento. Il nuovo uomo dei miracoli ha varcato ufficialmente i cancelli di Maranello e, gli spetta un compito non poco arduo, che poi è quello di rendere le future monoposto Ferrari (soprattutto quelle del nuovo ciclo regolamentare) vincenti, in modo da riportare il titolo piloti in Scuderia dopo quasi un ventennio. Perché tra un dominio e l’altro, dall’ultima volta che Ferrari ha vinto il titolo piloti per mano (e piede!) di Raikkonen, è passata quasi una generazione… si pensi solo che quando Kimi vinse il mondiale c’erano ancora i cellulari con i bottoni, internet non era cosi fruibile come ora e non c’erano i social network (Facebook nasceva solo l’anno prima). Il tempo corre in modo veloce e spietato e, ad essere sinceri, non avrei mai creduto di dover riaspettare nuovamente vent’anni, per rivedere un mondiale a Maranello. Per questo il compito di Serra, assieme a tutto il suo staff, non sarà semplice ed un primo assaggio delle sue idee necessariamente lo dovremo vedere già in questo 2025. Infatti sebbene l’arrivo del nuovo Direttore Tecnico coincide con il progetto dell’anno prossimo che è già definito, nulla toglie al medesimo, che non ci può “mettere mano” e quindi apportare i giusti correttivi a stagione in corso. Del resto McLaren insegna che tutto è possibile se si ha metodo (ed uomini e mezzi giusti aggiungerei) nell’indirizzare il lavoro nella dovuta direzione. Louic è specializzato nella meccanica e, nello specifico nell’interazione della vettura con gli pneumatici, cosa che a Maranello questo tipo di conoscenze servono come il pane e, con l’introduzione del pull rod all’anteriore, questo scibile sarà fondamentale. Prima del suo arrivo, circolavano voci che lo stesso Serra abbia dato dei “suggerimenti” su come approcciare alla nuova monoposto 2025. Vedremo come la Ferrari di Vasseur&Co. si presenterà ai nastri di partenza, inutile dire che il vero banco di prova, la vera sfida che spetta a Serra ed al suo staff sarà nel 2026, dove la Rossa non può permettersi di sbagliare sia perché lo stesso Presidente, mentre smantellava una squadra che era arrivata seconda nel mondiale costruttori nel 2022, diceva che l’obiettivo era il 2026 e sia perché la Ferrari di Vasseur ha ritenuto non fondamentale l’apporto conoscitivo di Newey perché “Il gruppo vale più del singolo”. Indipendentemente da chi lavora in via Abetone inferiore N°4, a LeClerc ed Hamilton servirà una monoposto vincente, altrimenti il mondiale rimarrà una chimera. Mi rendo conto di aver appena affermato una ovvietà eppure il buon Jock Clear, Direttore della Ferrari Drive Academy, questo ha detto ai microfoni del podcast F1Nations andandosi così ad uniformare all’attuale metodo comunicativo del suo Team Principal il quale, non fa altro che dire ovvietà appunto.

Clear nello specifico si è speso nei riguardi del monegasco a tutto tondo, tessendo le sue lodi nei riguardi del fatto che il numero 16 della Ferrari è uno dei migliori qualificatori di sempre e soprattutto che egli non è solo un animale da qualifica, bensì è un pilota completo dato che sa gestire gomme e quindi gara e, gli ultimi GP (Monza soprattutto), hanno corroborato ciò che Clear afferma. In assenza di azione in pista si dovrà pur parlare di qualcosa e, giusto per andare sul sicuro, tanto vale dire cose ovvie che già tutti conoscono. Che Charles sia un pilota completo ormai è chiaro e, aggiungo che proprio le vicissitudini che ha vissuto a partire dal 2022, hanno contribuito a renderlo il campione mancato che è attualmente e, che a mio giudizio gli permetterà di tenere a bada un consumato campione quale è Hamilton. La disamina di Clear non si limita a questo, infatti egli fa il paragone proprio con la Mercedes di Hamilton il quale non ha vinto solo perché aveva la macchina più forte (sigh!) e nello specifico “E’ ingiusto dire che la Mercedes ha vinto tutti i campionati solo perché aveva la macchina migliore. Era tutta la squadra ad essere migliore… cosi come Max e la Red Bull degli ultimi anni”. Ciò che mi ha veramente colpito in questo mare di ovvietà è stato comunque il seguito delle sue dichiarazioni: “Quindi, quando Charles si esibirà a quel livello, noi dovremo esibirci a quel livello con lui… Quindi, quando ci troveremo in una posizione che ci consentirà di offrire una vettura in grado di competere per il campionato, COSA CHE CREDO SIA ORMAI ALLE PORTE, Charles farà la sua parte”.

Le parole hanno un peso e, oltre al famoso “obiettivo 2026” di Elkann, ora si aggiungono quelle pesantissime di Clear che appunto afferma che manca poco per Ferrari e quindi per LeClerc, di competere per il campionato del mondo. Premesso che se Ferrari, già a partire dall’anno prossimo, avrà una monoposto competitiva sarò curioso di vedere come gestiranno la nuova coppia è anche vero che inizio ad essere stufo sia di queste ovvietà, che soprattutto di questi proclami azzardati che non fanno altro che far crescere le aspettative e aumentare la pressione su tutto il team. Per Maranello è arrivato il tempo dei fatti e non delle chiacchiere: la concorrenza, fuori dalle mura della Gestione Sportiva, è agguerritissima a cominciare da Aston Martin la stessa che gli ha soffiato proprio “il singolo” Newey per fissare (coi fatti!)l’obiettivo 2026, per non parlare di Mercedes e della mai morta Red Bull. Quindi a maggior ragione che in questo periodo tutto è fermo, è proprio il caso di dire “un bel tacere non fu mai scritto”.

Vito Quaranta

IL GIAPPONE È DI BAGNAIA – MOTEGI POST GP

Bagnaia vince Sprint e Gara, ma Martin è ancora in testa al Mondiale di 10 punti e visto il grave errore in qualifica il suo GP è da incorniciare. La “questione qualifica” è troppo importante con con queste moto, il Mondiale lo si vincerà al sabato. Marquez a podio in entrambe le gare si mette dietro Bastianini e rifila 14″ a Morbidelli e 16″ alle altre GP23…

Vince Bagnaia, la gara. Vince sia al sabato e sia alla domenica, in totale controllo nel weekend più difficile per Martin che sbaglia la qualifica, cadendo all’ultimo tentativo, partendo in P11. Oggi era imprendibile ed è scappato via sin dall’inizio. Pedro Acosta si stende sia nella Sprint che nella gara di domenica, il talento c’è tutto e mi ricorda il Rolling Stoner del 2006 sulla RCV di Cecchinello…

Mette un tassello importante per il Titolo Mondiale Martin, il vero vincitore morale di questo weekend al netto delle nuvole rosse ed urli vari. Partiva in undicesima posizione, in altri tempi dalla foga di sarebbe steso e quest’oggi non è cascato nel tranello di Bagnaia a fine gara. Oggi Martin ha corso da vero Campione, è ancora in testa al Mondiale.

https://x.com/FranckyHawk29/status/1842801122408386886?t=QyKK9aSnzRDjUw8WT6DBUA&s=19

Nel finale di gara Bagnaia ha pelato il gas, facendo avvicinare Martin fin quando non gli hanno segnalato sul dashboard lo 0.8 di gap dopodiché ha ridato lo strappo. Era in controllo totale ed oggi ha provato a giocare ed a fare cascare Martin nella trappola della “foga”.

Poi c’è Marc Marquez, altro capolavoro, che si mette dietro Bastianini e Morbidelli. Specialmente Enea non riesce a ricucire il gap dallo spagnolo ed ora ha solo due punti di vantaggio nel Mondiale per il gradino più basso del podio. Non aspettiamo altro che vederlo su una moto Factory, perché quello che sta facendo su una moto vecchia è sublime, soprattutto al primo anno. Il resto del Mondo è troppo lontano.

Le grida, le urla e tutto il resto non servono. Soprattutto i paragoni. Valentino e Lorenzo erano nello stesso Team, non avevano box diversi ne tantomeno moto di anni differenti. Se vogliamo fare dei paragoni aspettiamo il 2025.

Bravo Pecco, bravo Jorge, bravo Marc! Questo è puro e sublime Motociclismo, gara vecchio stampo, noiosa che più noiosa non si può. Adesso una pausa, poi ultimo trittico (Australia, Thailandia e Malesia) ed infine Valencia.

CLASSIFICA MONDIALE

#MotoGP @il_ring

 

Francky

 

IL PUNTO DELLA REDAZIONE

Con l’abbandono della F1 da parte di Daniel Ricciardo, stiamo assistendo lentamente ed inesorabilmente, all’inevitabile ricambio generazionale del nostro sport. Ricambio che sembra promettente, considerando quello che abbiamo visto in queste gare, da parte dei giovanissimi che hanno avuto l’opportunità di poter sostituire alcuni attuali titolari per un motivo o per un altro. Proprio Ricciardo ha dato l’occasione a Lawson, di dimostrare al mondo della F1, di quanta voglia abbia nel fare bene. Infatti l’australiano, facendosi male al polso nelle prove libere del GP d’Olanda dell’anno scorso, da il via libera a Liam per prendere il suo posto e, il neo zelandese non lasciandosi pregare, va immediatamente a punti. Ciò che è triste di questa storia, è che il giovane pilota del vivaio Red Bull, è stato a parcheggio dal momento del rientro dell’australiano (dopo quattro GP) fino al GP di Singapore di qualche settimana fa. Già perché, dopo l’ennesima prestazione opaca da parte di “Riccio”, i giochi per lui si sono definitivamente conclusi.

Umanamente parlando dispiace sempre quando un pilota appende il casco al chiodo perché gioco forza ti ci affezioni, specie se questo si chiama Daniel Ricciardo e soprattutto all’inizio della sua carriera, l’australiano ha fatto sognare ed anche illudere. Perché tralasciando il suo esordio iniziato su monoposto che non avrebbero mai potuto competere per un mondiale, quando Daniel ha avuto la possibilità di dimostrare il suo valore una volta salito su una Red Bull naturalmente, questo ha letteralmente stupito e si ricordi che accanto a lui aveva uno che si chiama Vettel. Vero che il Vettel del 2014 era sazio ed aveva la testa già a Maranello, vero è che non era nemmeno l’ultimo degli arrivati, dato che era il campione del mondo in carica di quel tempo. Non era affatto scontato che l’australiano gli potesse stare davanti vincendo addirittura tre GP che, considerando il periodo storico che stiamo considerando, equivale praticamente ad un mondiale. Infatti se per Daniel la sfiga avesse un nome, questa si chiamerebbe “binomio AMG – Hamilton”, dove a partire dal 2014 hanno fatto incetta di vittorie fino al 2020 e, a tal proposito, mi preme ribadire un concetto che è quello di godersi gli ultimi scorci di questo mondiale e soprattutto il prossimo, visto e considerato che dal 2026 ritorneremo proprio al 2014, sia per quanto riguarda il dominio da parte di una squadra (sarà già grasso che cola se avremo due contendenti!) e sia per quanto riguarda il sound del motore. Infatti quest’ultimo, soprattutto nel periodo più recente, è migliorato non poco risultando gradevole all’udito (nulla di comparabile alla sinfonia dei V10 e comunque sempre meglio delle trombette che abbiamo ascoltato proprio a partire dall’inizio dell’era turbo ibrida) invece con le nuove motorizzazioni, ove la parte elettrica risulterà importante al 50% della potenza erogata, inevitabilmente verrà nuovamente modificato e temo che sarà ridimensionato. Divagazione necessaria questa per far capire la bravura del pilota australiano che aveva fatto della staccata al limite il suo marchio di fabbrica e, proprio questo suo biglietto da visita, è stato stracciato con l’avvento delle nuove monoposto che sono state messe a terra a partire dal 2022. Tralasciando il fatto che, l’arrivo di Verstappen in squadra, è stato il catalizzatore principale per il suo abbandono della Red Bull (Baku 2018 è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha dato il via libera a Marko per buttarlo fuori) è anche vero che se dal 2019 in poi non ha mai più guidato monoposto vincenti, è anche vero che egli non ha mai saputo adattare il suo stile di guida alle vetture di nuova generazione e purtroppo, agonisticamente parlando, si è perso, smarrito letteralmente nell’oblio.

Come ho affermato all’esordio di questo scritto, sebbene l’addio di Daniel dispiaccia è anche vero che la F1 è un ambiente altamente competitivo e, poiché i piloti non sono di certo ricompensati in natura (a tal proposito il buon “Riccio” è entrato nell’ambiente F1 con le “tasche bucate” e se ne esce con un grasso conto corrente in banca, quindi avrà di che consolarsi per il futuro!) o rendi e dai il massimo o appunto sei fuori. Ricciardo, come anticipato, non è mai riuscito ad adattare o comunque a modificare il suo stile di guida dal 2022 in poi e, se c’è un tratto che distingue un bravo pilota da un cannibale, è proprio quello di essere competitivo in qualunque condizione… quindi onore a Marko che ebbe le palle di prendere la decisione di buttarlo fuori nel lontano 2018, manco avesse visto nel futuro e, nel contempo ce ne faremo una ragione se l’australiano non sarà più in pista.

Anche perché vederlo ultimo in un GP, ridotto a fare il giro più veloce all’ultimo giro dello stesso GP, per poter togliere il punto addizionale all’avversario diretto di Verstappen, diciamocela tutta, è triste e non fa onore a quanto ha dimostrato a tutti noi quando aveva tanta birra in corpo. Allora largo ai giovani e ben vengano piloti come Lawson, Bearman, Colapinto e Antonelli. Il neo zelandese è chiamato ad un all in pazzesco proprio come sta facendo l’argentino della Williams: Liam, inutile girarci attorno, se è stato messo a giocarsela in questi ultimi GP dell’anno è (al di la dei vincoli contrattuali) solo per un motivo e cioè, poter capire (da parte di Marko&Co.) se sarà all’altezza di sostituire Perez e quindi affiancare Verstappen a partire dall’anno prossimo. L’unico ragionamento logico che mi viene in mente è questo, altrimenti non avrebbe senso tutta questa manovra. Tanto valeva far finire l’anno a Ricciardo e dargli il saluto finale ad Abu Dhabi. Invece, come loro soliti, in Red Bull hanno deciso di eliminare il problema alla radice e quindi via l’australiano a sei GP dalla fine, cosi il suo vicino “di isola”, ha il tempo di rodare e accumulare un minimo di confidenza con la pista, ha la possibilità di dare una mano alla Racing Bull e soprattutto, ha appunto l’opportunità di dimostrare se merita o meno il salto di qualità immediato andando nella squadra maggiore. Da qualunque prospettiva la si veda, per Lawson sarà un salto nel buio e nel vuoto a prescindere: infatti può deludere, può riuscire in Racing Bulls per poi essere tritato in Red Bull (Albon e Gasly insegnano) oppure la potrà sfangare risultando all’altezza del compito assegnatogli. Inutile dire che il suo destino è nelle sue mani, anzi nei suoi piedi, quindi non gli si può che augurare un grosso in bocca al lupo per l’impresa che lo attende. Aggiungo che assieme a Ricciardo e Magnussen a fine anno, se facessero le valige anche Stroll, Zhou e Bottas, non sarebbe male come ricambio (Williams avesse appiedato Sargeant già l’anno scorso ora si starebbe giocando il mondiale con Aston Martin!), solo che questa è un’altra storia.

Vito Quaranta

TUTTO NELLE SUE MANI – INDONESIA GP

Jorge Martin domina il GP di Indonesia e si rifà dell’errore nella gara sprint, il distacco rimane invariato ma con un GP in meno. Sono 21 i punti che distanziano Martin da Bagnaia, che vince la Sprint ed in gara arriva solamente 3°. Fuori dai giochi Bastianini, che cade al giro 21 e Marc Marquez la cui GP23 va in fiamme a causa della rottura del motore. Pedro Acosta una mosca bianca tra uno sciame (si dice così!??) di mosche rosse!

È tutto nelle sue mani. Jorge Martin ha letteralmente le sorti del suo Titolo Mondiale in mano. Ritorna alla vittoria (in gara lunga) dopo oltre 4 mesi e lo fa in modo perentorio nonostante venga stuzzicato da Bagnaia nel post gara della Sprint, causa la caduta di Martin all’inizio che gli ha compromesso tutto. Domenica sembrava un demonio, quello stesso demonio che lo scorso anno mise a ferro e fuoco l’Asia riducendo il gap da Bagnaia.

Quest’anno è diverso, è in testa al Mondiale ed è nettamente il più veloce in pista ma, c’è un grandissimo ma, ha vinto la metà della gare di Pecco alla domenica (3 contro le 7 di Bagnaia). Jorge è stato più incline all’errore in gara lunga, vedi Jerez, Sachsenring e Misano 1. Il pasticcio grosso l’ha fatto al Sachsenring, perché li dominava davvero ed ha buttato 25 punti nello zainetto di Pecco.

https://x.com/FranckyHawk29/status/1840307045389517240?t=ScBR9KZR_dTBcQ3SURkVXw&s=19

Questo weekend nulla ha potuto Bagnaia, che si nasconde durante le prove e vince la Sprint davanti a Bastianini ed un grandioso Marc Marquez, partenza da antologia la sua, mentre nella gara domenicale non riesce ad esprime il suo potenziale. Parte male, come gli accade di solito ultimamente e si ritrova a combattere per la P6 con Marquez e Diggiannantonio. Il Pilota della Pertamina VR46 si stende per tenere dietro Marquez, con una condotta di gara alquanto discutibile, mentre Marquez rompe il motore della sua GP23. La cosa paradossale è che i Marshall non sono in possesso di estintori adatti e praticamente distruggono gran parte della stessa, il danno economico per Gresini sarà bello salato. Viva l’Indonesia direi…

L’unico che riesce ad intromettersi nella lotta tra Ducati è Pedro Acosta. Lotta come un leone, è uno di quei Piloti vecchio stile catapultati in un decennio non suo. Rutta, bestemmia, in pista non ha paura di nessuno, non chiede permesso. È l’unica KTM la davanti, l’unica in grado di battagliare con le Ducati ed è un rookie. A fine gara gli danno un under investigation per la pressione gomme e lui neanche esulta sul podio, fosse stata la F1 gli avrebbe dato i lavori forzati a Guantanamo per la “prestazione” nel post Gara in mondovisione… 

VR46. Allora partiamo dal presupposto che la parola “biscotto” dovrebbe essere bandita, perché nessuno qui vuole parlare di quello. Però ci si pone delle domande in base a ciò che vediamo… Quello che abbiamo visto dopo i primi giri è un Diggiannantonio che si mette a fare la bagarre con Marquez per la P7, arriva a ruota di Bagnaia ed accenna un sorpasso arrivando lungo e riprende a battagliare con Marquez, perdendo entrambi tempo prezioso. Perché correre così?

Al giro 16 e 17 c’è la bagarre tra Morbidelli e Bastianini. Enea girava 3 decimi più veloce, ma Franco non gliela dà vinta (GIUSTAMENTE) e lotta con le unghie e con i denti. Bastianini passa ma in quei due giri perde 1 secondo da Martin, era infatti a 2.7 mentre dopo la bagarre si ritrova a 3.6 ed è lì che torna a forzare girando in 30.5 per recuperare quanto perso. Ha il passo per vincere ma cade al giro 21. Allo stesso giro Bagnaia supera agevolmente Bezzecchi e senza batter ciglio anche Morbidelli.

Neanche un accenno di battaglia con Bagnaia, da parte di Morbidelli. Praticamente in 5 giri è passato dall’essere un indomito leone (con Bastianini) ad un conservativo uccellino (con Bagnaia). 

Montava la Soft anteriore, a differenza di Bagnaia. Vogliamo credere che la gomma abbia “ceduto” improvvisamente quando è arrivato il compagno di Ranch, come dicono quelli di Sky…

IL RESTO DEL MONDO

Bellissimo il weekend di Johan Zarco e la Honda del Team di Cecchinello, un weekend sempre nella Top 10 condito dalla Q2 diretta ed una P9 in gara a soli 3 decimi dalla KTM di Binder e poco più di 2 secondi dalla Yamaha di Quartararo. A memoria in questa stagione è la prima Top10 di Honda ed arriva per mano di un due volta Campione del Mondo Moto2, un Pilota “giramondo” che ha portato alla casa dell’ala feedback Yamaha, KTM e Ducati ed ha raccolto in due terzi di stagione più di quanto non abbia fatto il Campione MotoGP 2020 ed il “fine sviluppatore di moto unico a non vincere con una Ducati di Dall’Igna”. Bravo Giovanni!!! 

CLASSIFICA MONDIALE

Detto ciò mancano 5 Round alla fine, questo fine settimana si correrà a Motegi in Giappone dove lo scorso anno Martin fu imbattibile, quest’anno probabilmente ci sarà pioggia in tutto il weekend. Marquez e Bastianini sono fuori dalla lotta per il Titolo ma attenzione perché saranno parte integrante della lotta stessa, Jorge e Pecco e la “Squadra del Ranch” sono avvisati.

 

P.S.

🟣Morbidelli sarà un leale compagno di Team oppure sarà leale alla VR46 Academy ed al “Team Ranch Tavullia”

🔴 Bastianini farà ora da scudiero o crede nel Titolo!?

🟡 Quanto inciderà la VR46 Academy e che peso avrà nella lotta al Titolo Mondiale!?

Francky

 

 

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