PIASTRI VINCE IN CINA. VASSEUR NELLA STORIA.

Quello di Melbourne è un circuito anomalo. Così si giustificava (in parte) la debacle rossa in Australia.

Era vero. Forse. 

Il week-end inizia con Hamilton che piazza la rossa in pole nella qualifica della garetta. Che il sabato domina incredibilmente, con un passo da fare impallidire gli avversari, in primis la McLaren, seconda con Piastri a debita distanza, e ottava con Norris.

E poi… e poi ci sono le qualifiche, dove tutto viene ristabilito, con la prima fila monopolizzata dalle due macchine color papaya, e le rosse in terza fila. Questa volta, a debita distanza ci sono loro.

Il GP di Cina 2025 non verrà ricordato, o, almeno, non per quello che è successo in pista.

Allo spegnimento dei semafori, Russell parte a fionda ma Piastri lo blocca e Norris lo passa. Le due Ferrari passano a loro volta Verstappen, ma Leclerc tocca Hamilton e rompe la bandella sinistra dell’ala anteriore. Farà tutta la gara con questo danno.

Dopo 12 giri le McLaren dettano il passo ma Russell resta a 2 sec. e le Ferrari a ruota. Verstappen é invece molto lontano.

Al giro 14 si fermano Hamilton e Max. Al giro successivo anche Piastri e Russell. Ancora un giro ed è il turno di Norris e Leclerc. Lando però perde la posizione su George, ma dopo 2 giri se la riprende.

Leclerc é nettamente più veloce di Hamilton ma non riesce a passarlo. A Lewis viene ripetutamente chiesto di fare passare il compagno. Dopo avere cincischiato un po’, ubbidisce e lo lascia andare.

Al giro 38 Hamilton, che stava subendo il recupero di Verstappen, si ferma per una seconda sosta, unico fra i primi a fare questa scelta. Che non pagherá, perchè non solo lui non riuscirà a riprendere Max, ma quest’ultimo passerà pure Leclerc.

Finisce così con Piastri vincitore, Norris secondo e Russell a completare il podio. Seguono Verstappen, Leclerc, Hamilton, Ocon, Antonelli, Albon e Berman.

Ma poi arrivano i commissari a cancellare l’opaca prestazione della Ferrari. Leclerc viene trovato sottopeso, e Hamilton con il fondo troppo consumato. Squalificati entrambi, per la gioia di Stroll e Sainz che entrano in zona punti.

Fra due settimane si va in Giappone. Circuito e gara normale hanno confermato quanto si era visto in Australia. Non è detto che convenga svegliarsi presto.

P.S. “Vasseur nella storia”, ho scritto nel titolo. Perchè? Semplice, mai un team principal Ferrari era riuscito a farsi squalificare due macchine nella stessa gara per motivi diversi. Ad onor del vero, ad un suo connazionale avevano sì squalificato entrambe le macchine, ma era poi riuscito farsele riammettere. Ed erano arrivate prima e seconda, non quinta e sesta.

P.S. 2 Quel TP aveva immediatamente presentato le dimissioni, prontamente respinte. Dubito che Vasseur farà la stessa cosa.

P.S. 3 Da Maranello avevano fatto filtrare segnali di grande ottimismo. Hanno speso decine di milioni per portare un quarantenne in quel di Maranello, oltre ai soldi spesi per rifare una macchina che si era giocata fino all’ultimo il titolo costruttori. E dopo due gare si ritrovano con un pugno di mosche. E neanche più la scusa della pista non rappresentativa.

P.S. 4 Leclerc ha detto che senza il danno all’ala poteva vincere perchè il passo era buono. Chissà se hanno misurato il plank anche a lui, o se si sono fermati al peso.

P.S. 5 Non mi si dica che il sabato Hamilton ha vinto. Ricordo un’altra occasione dove, in Cina, qualcuno ha vinto, ma prima e dopo non andava da nessuna parte.

P.S. 6 Vista l’ottima prestazione della Haas, con un Bearman in gran spolvero, se considerassimo solo le due gare vere, la Ferrari sarebbe l’ultima in classifica fra le auto con il suo motore. Complimenti.

P.S. 7 Quando si sono inventati il ritorno alle auto ad effetto suolo, ci avevano fatto credere che così si risolveva il problema della perdita di carico in scia. E, invece, è peggio di prima, perchè le auto devono viaggiare a 2 secondi se no distruggono le gomme. Complimenti.

P.S. 8 Faccio già i complimenti in anticipo anche per il bel regolamento 2026. Pare che i costruttori si siano accorti che per avere 50-50 fra endotermico ed elettrico il motore deve violare qualche principio della fisica. Non tutti, però, la Mercedes pare ci sia riuscita.

P.S. 9 Infine, suggerisco a Tsunoda di continuare ad abitare a Faenza. Si mangia molto meglio che a Milton Keynes.

F1 2025 – GRAN PREMIO DI CINA

Andato male l’ultimo esame? Niente paura, c’è subito l’esame di riparazione. Certo poi il problema è se anche questo non dovesse andare bene ma meglio non pensarci per il momento.

Deve essere più o meno questo il mood con cui tanti team e in testa Ferrari si approcciano al weekend di gara cinese: un vero e proprio esame di riparazione. Troppo brutto quello australiano che con tutta probabilità non rende merito di tutto il lavoro fatto in inverno dalla Scuderia, al netto di una monoposto che comunque non è certo il punto di riferimento.

Certo questa volta se i piloti se ne usciranno dopo le prove libere che “hanno dovuto perdere volontariamente competitività” allora saranno guai ma intanto non dovrebbe piovere e c’è la possibilità di mettere in piedi un weekend pulito, lineare, si spera con qualche soddisfazione.

immagine da carx.it

Come detto per il GP inaugurale, il mondiale si vince evitando di prendere topiche clamorose. Ecco Ferrari è già a quota uno, considerando la sciagurata decisione di rimanere fuori con pioggia battente e vanificando un possibile 4/5/6 posto. C’è anche da ricordare come finì la stagione 2022 a fronte di un gp australe dominato da Leclerc, quindi calma e gesso.

Detto ciò c’è molta curiosità su cosa potrà dire il weekend in terra cinese in termini di valori in campo sull’asciutto. Favorita non quotata ovviamente McLaren che sembra davvero aver messo in pista un’arma totale. Vediamo se Piastri farà ancora un regalino al suo team mate oppure ci sarà lotta vera sempre scandita però dalle papaya rules.

immagine da 1000cuorimotori.it

Alle loro spalle cercano conferma Mercedes e Red Bull che hanno già ampiamente affilato le armi in termini di sospetti nei confronti del team di Woking, sia sul lato gestione gomme sia in quello delle ali flessibili. Per team che nel recente passato hanno ampiamente fatto ricorso a soluzioni diciamo piuttosto controverse è un bel contrappasso, o per essere più prosaici, hanno davvero una bella faccia di guano ma tant’è, altrimenti non si chiamerebbe circus.

In Cina anche tanti piloti cercano un’occasione di riscatto, dai rookie a quelli più navigati. Il povero Hadjar si è già preso del piagnone da Marko e non è un bel viatico per la sua carriera in F1, gli altri a parte Antonelli hanno fatto tutti piuttosto male, vediamo chi uscirà da Shanghai con un bel voto.

immagine da planetf1.com

Tra i più attempati come non citare Alonso e Hamilton. Il primo uccellato da Stroll (e ho detto tutto), il secondo che è rimasto sul prudente in un weekend in cui sia la macchina sia i box gli hanno fatto capire che, al confronto con gli ultimi anni Mercedes, questo 2025 potrebbe essere molto più complicato. Se anche i giornalai della tua terra natia ti trattano come il vecchio riccone alle prese con il gran tour emiliano-romagnolo, è evidente capire l’aria che tira. Tempo poche gare e se continua così anche quelli italici ci sguazzeranno come i maiali nel trogolo.

Chi invece sembra in gita premio è Verstappen, che sembra correre con una rinnovata leggerezza data dal fatto che la sua Red Bull non è certo lo stato dell’arte. Meno pressione, stesso talento, ottima gara inaugurale. Se la Red Bull si riprende saranno, al solito, volatili per diabetici per tutti.

In Cina asfalto nuovo e solita evoluzione della pista che potrebbe fare vittime illustri. Non fatemi dire sempre i papabili che tanto li sapete già. A questo si aggiunge anche una direttiva FIA sulle ali flessibili che promette di fare molte vittime, gli ingegneri avranno di che divertirsi.

Cosa augurarsi da questo secondo GP dell’anno? Potrebbe portare la classica buona e cattiva notizia. Quella buona è che la SF-25 non è quella ciofeca vista in Australia (piloti compresi), quella cattiva (per tutti) è che la McLaren potrebbe già aver ammazzato il campionato.

Mal comune mezzo gaudio? Boh, forse per Verstappen che si divertirà a lottare nel gruppone come ai bei tempi, per altri decisamente no, considerando come era finito il 2024. Poi certo c’è sempre Alonso che resiste aspettando finalmente di guidare la macchina di Newey, della serie: stai attento a quello che desideri perchè potresti ottenerlo. Questo diceva Wilde. Più terra terra padre Maronno (per chi non lo conoscesse dieci minuti di vergogna) che potrebbe chiosare con un “E se poi te ne penti?!”

 

immagine da youtube.com

Purtroppo devo aggiungere in calce anche una notizia spiacevole, la morte di Eddie Jordan, fondatore della omonima scuderia che nel 99 accarezzò il sogno mondiale con Heinz Harald Frentzen e fece debuttare un giovanissimo Michael Schumacher nel 91. Portato via da un brutto male, come ce ne fossero di belli, ha fatto la storia della F1 in quelli che molti ricorderanno ancora come gli anni ruggenti e ruspanti della F1. Altra era, altra gente, chissà se la passione è ancora quella.

*immagine in evidenza da mundodeportivo.com

Rocco Alessandro

 

BASTIAN CONTRARIO (I): LA FIGURACCIA

Cosa rimane, dopo le tante feste pre stagonali ivi incluso il mega show milanese, dei tanti titoloni altisonanti dove Ferrari, per mano del “Salvatore” Lewis Hamilton (come se LeClerc fosse già arrivato alla frutta tra l’altro!), era già campione del mondo e, soprattutto mi chiedo e vi chiedo cosa rimane della Ferrari dopo il GP d’Australia, se non una grandissima figuraccia? Il mondiale di F1 che dopo anni riprende con le lunghe dirette notturne, dato che abbiamo iniziato dall’altra parte del mondo, lascia un cattivissimo risveglio ed un amaro in bocca che difficilmente verrà lavato via. Purtroppo per la Rossa di Maranello, i risultati a casa non si portano con le dirette su You Tube o, con le storie postate su Instagram, bensì coi fatti che solo il cronometro può decretare in maniera insindacabile e, quello della Tag Heuer (nuovo cronometrista ufficiale della F1), è stato impietoso.

Non ci sono scuse che reggono, sia in termini di giustificazioni che in termini di perdono, non c’è ragione che possa essere ascoltata dopo una figuraccia tale vista da tutto il mondo. La delusione e la rabbia è tanta perché, al di la delle aspettative, c’erano dei fatti inoppugnabili che lasciavano ben sperare per questo nuovo mondiale che si apprestava ad iniziare. Perché sia chiaro che chi vi scrive, di certo non si è lasciato abbagliare dalle mille luci che sono state sparate durante l’inverno, bensì si è basato sulla logica dei numeri che diceva che Ferrari, come McLaren, ha concluso il mondiale in crescendo e, l’inizio del nuovo campionato con medesimo regolamento, non poteva che riprendere la dove tutto è stato lasciato. Questa regola vale sicuramente per McLaren che, coerentemente con quanto appena detto, ha addirittura migliorato le sue prestazioni (avevamo avuto già un assaggio nei test invernali) mentre per la Rossa di Vasseur, questa regola rimane “un sentito dire” evidentemente. Immediatamente dopo la gara, ascoltando le dichiarazioni dei due alfieri Rossi, ripensavo alle loro parole dette nel pre stagione, in luogo del quale in coro dicevano che avrebbero lottato per il mondiale, mente appunto nel ring post race, semplicemente affermavano che non si aspettavano un risultato del genere. Nelle mie elucubrazioni, sicuramente inquinate dall’assenza di sonno, mi sono detto “Qui due le cose: o hanno perculato tutti, persino i loro stessi piloti, oppure è successo qualcosa in fase di regolazione della macchina ed in seguito non ci hanno capito più nulla”. La ciliegina sulla torta l’ha messa il nostro rubicondo Team Principal che, col suo inglese “sporcato” dal sua accento francese, ha dato la colpa alla strategia per la gara fallata! Mi chiedo se questo sia un film dell’orrore, perché con tutto quello che è successo dal Q3 del sabato alla bandiera a scacchi del giorno dopo, Vasseur se la prende con la strategia che forse, dopo quanto successo alle prestazioni della vettura, è l’ultimo dei problemi. Con una macchina che doveva promettere meraviglie (il suo rinnovamento al 90% è stato sbandierato in ogni dove) e, che invece ha mostrato delle performance mai all’altezza della situazione, tanto da finire dietro la Sauber di Binotto (!), Vasseur si preoccupa della strategia che si, non ha funzionato (quando mai?!), vero è che se fosse stato il contrario e quindi fossimo arrivati, usando le parole di LeClerc tra il quarto ed il terzo posto, comunque sarebbe stato un risultato amaro. L’amarezza del suddetto ipotetico risultato sarebbe provenuta non tanto perché comunque saremmo stati dietro a Red Bull e soprattutto McLaren, bensì perché quello sarebbe stato un esito che avrebbe sfruttato le altrui difficoltà generate dal caos che si era creato in quel momento, perciò non sarebbe stato veritiero dal punto di vista prestazionale. Sempre Vasseur asserisce che il passo che la SF-25 aveva era buono perché era uguale a quello della Mercedes di Russell. Non so che GP abbia visto il nostro Team Principal, visto e considerato che Charles, dopo aver superato in condizioni estreme Tsunoda ed Albon, non è mai stato in grado di avvicinarsi per impensierire Russell. La figuraccia rimediata quindi è duplice, perché oltre all’onta subita in pista, dobbiamo subire anche quella dovuta a delle dichiarazioni che veramente lasciano atterriti.

Cosa è successo a cominciare dal Q3 di sabato? La verità, solo quella che conta, la sa soltanto Vasseur e la sua squadra. Ragionando per logica, legata strettamente a queste monoposto, molto probabilmente hanno cambiato qualcosa nel setting della vettura e da li hanno perso il bandolo della matassa e, non hanno capito letteralmente parlando più nulla. Queste F1 ad effetto suolo sono delicatissime in termini di set up e, già in passato abbiamo visto che le squadre (a cominciare proprio dai top team), si sono trovate in forte difficoltà nel comprendere il loro comportamento in pista. Inoltre la SF-25 all’anteriore monta la pull rod, come schema sospensivo e, Ferrari non ha la stessa esperienza di McLaren, Red Bull o Mercedes nel gestire questo elemento, da qui la loro evidente difficoltà. In un campionato che ha lo stesso regolamento dell’anno scorso, con una squadra che proprio nel 2024 ha concluso in crescendo, mi risulta difficile pensare che abbiano sbagliato completamente il progetto. Questo lo affermo per rispondere a chi pensa che il mondiale 2025 sia già concluso nonostante sia appena iniziato. Non posso credere che piloti del calibro di Charles e Lewis vadano in giro a dire che lotteranno per il mondiale se non sapessero già in anticipo di che reale potenziale è dotato la loro vettura. Forse l’unica cosa buona che ha detto Vasseur, dopo la figuraccia rimediata, è stata quella che in Cina si ripartirà da zero.

Già perché Domenica prossima ci sarà immediatamente un altro GP che sarà fondamentale per due aspetti: il primo è quello che darà l’opportunità, agli uomini di Maranello, di rifarsi immediatamente della figuraccia rimediata nella terra dei canguri ed il secondo motivo, è quello che la pista di Shangai è un circuito vero come quello che ci sarà quindici giorni dopo in Giappone. Due grosse opportunità per gli uomini di Vasseur per capire affondo qual è il reale potenziale della SF-25, al fine di poterlo sbloccare definitivamente per poi rincorrere gli avversari: McLaren esplose, l’anno scorso, solamente a Miami per poi non fermarsi più. Se è vero quello che hanno detto immediatamente dopo i test e cioè, che c’è correlazione tra dati virtuali e reali, allora il problema quasi sicuramente è tutto nella comprensione della monoposto stessa. Mondiale finito dunque? Ragionevolmente mi sento di dire di no, solo che servono risposte immediate e forti già in una pista vera e probante come quella cinese prima e, quella nipponica dopo, e solo allora potremo tirare una linea che delineerà il confine tra il successo e l’ennesima figuraccia.

La debacle Rossa non mi ha permesso (non mancherò di certo di farlo in futuro) di scrivere del nostro Antonelli, il quale a soli diciotto anni ha dimostrato una calma, una freddezza, ed un comportamento tale da farlo sembrare un consumato veterano: rimontare dal fondo della pista senza sbagliare (unico rookie ad aver visto il traguardo… Bearman non lo è!), con tutta quella la pressione sulle spalle, non dev’essere stato uno scherzo. Eppure la sua gara è stata un crescendo, tanto da superare un esperto come Albon nel finale e ciò, ha permesso a lui di raggiungere il quarto posto nella classifica d’arrivo e, a Mercedes, di raggiungere il pari merito con McLaren nella classifica costruttori! Buona la prima caro Kimi e se il buon giorno si vede dal mattino, allora il futuro non può che essere radioso.

Vito Quaranta

LE NON PAGELLE DI MELBOURNE 2025

La spasmodica attesa creata dalle presentazioni delle vetture, i cambi di casacca di vari piloti, l’esordio di un gran numero di rookie o semi-rookie e tutto quanto la off-season riserva agli appassionati di Formula 1 è finalmente sfociata in un grande sospiro di sollievo down-under, in quel di Melbourne.

Come dite?!

Sollievo?!

E perché mai? Vi chiederete.

Ebbene sì, cari i miei compagni di passione: il sollievo è quello che consegue al vedere che non bastano le chiacchiere a far correre le vetture, non bastano le speranze dei tifosi a spingere in avanti i propri beniamini, non bastano le trovate di marketing e reboanti dichiarazioni giornalistiche a sconvolgere il circus.

Servono tecnici capaci e piedi pesanti, niente di più, niente di meno e, soprattutto, null’altro.

Tutti, pur sperando altro, sapevano che McLaren era in vantaggio su tutti ed è esattamente ciò che ci ha detto Melbourne con i papaya a dominare qualifiche e, soprattutto, gara ricominciando da dove avevano terminato il 2024.

I numeri andrebbero letti bene ed essendo questa sede dedicata ai piloti non mi ci addentro troppo. Mi basti sottolineare che se il dominio in qualifica non è stato cronometricamente preoccupante, con il solo ultimo settore a fare davvero la differenza, molto di più lo è stato quello in gara, a maggior ragione se si considera le condizioni di umido in cui si è corso e che, almeno in teoria, dovrebbero ridurre la differenza di performance tra le vetture. In questo contesto, tolto il coriaceo Verstappen dei primi 17 giri (in realtà la metà considerando la SC iniziale) e il bailamme causato dall’acquazzone al 45° giro, le McLaren hanno dimostrato uno strapotere impressionante che non fa dire che il campionato sia già chiuso perché siamo solo alla prima gara ma che, con ogni evidenza, desta fortissime preoccupazioni che la stagione 2025 possa essere un monologo di quelli che troppo spesso si sono visti negli ultimi vent’anni.

Ma non fasciamoci la testa prima di sbatterla e procediamo oltre.

Melbourne ha visto l’esordio, peraltro bagnato, di molte matricole e semi-matricole, tutte attese a dimostrare se la fiducia in loro riposta è stata ben fondata e sono felice di rilevare che la figura più bella e convincente è stata fatta dal nostro Antonelli. Ero sinceramente un po’ preoccupato: i test a Sakhir, le FP e le qualifiche non erano andate molto bene e il confronto con Russell sembrava impietoso. Invece in gara il nostro giovane alfiere si è comportato splendidamente sfoderando una prestazione eccellente sotto ogni punto di vista. E considerato quanto erano difficili le condizioni climatiche e il disastro fatto dai suoi co-esordienti il plauso è ancora più grande.

Ma cominciamo dai vincitori.

NORRIS voto 9 ½

Il buon Lando comincia benissimo la stagione con una vittoria tanto sofferta quanto convincente. La qualifica, a ben guardare i numeri e i crono, non è stata dominata in modo così facile come l’1-2 papaya lascia pensare. Tra un Max fenomenale e i temuti inserimenti di Russell e delle Ferrari Lando ha dovuto sudare non poco per portare a casa la pole giocando su un assetto in tutta evidenza adattissimo all’ultimo settore della pista. La Q3 si era anche complicata e il fatto di essere riuscito a fare il top nel momento che più contava è di quelli che lasciano ben sperare. Che Lando sia uno dei più veloci in assoluto nessuno l’hai messo in discussione ma nelle scorse stagioni sappiamo quante critiche si è attirato per non aver messo in mostra le sue qualità quando più contava. Ebbene, dunque, già in qualifica fa vedere che il suo braccino potrebbe (il condizionale è d’obbligo) essere un ricordo. Bene. In gara parte benissimo e anche questo sappiamo che era un suo difetto quasi cronico nei momenti più importanti delle scorse due stagioni. Bravo. I movimenti suoi e di Piastri al via fanno pensare ad una strategia precisa per evitare che Max li uccellasse: entrambi eseguono bene e, quantomeno alla prima curva escono davanti. Poi Max è Max e Piastri si dimentica che la partenza dura più di una curva e subisce ma tanto basta per mettere in tranquillità Landino nostro che può quindi mettersi in ritmo senza problemi. Ritmo che sorprende sin da subito: lui, Max e Piastri in pochi giri regolano la concorrenza girando ad una media di circa 1 secondo al giro più veloce di tutti gli altri. L’errore di Max al 17° giro lo mette ancora più in tranquillità. Successivamente la pressione di Piastri pare notevole ma il cronometro dice che il ritmo dei due è probabilmente quello concordato e che gli altri non possono neanche minimamente sognare: in alcuni frangenti arrivano a guadagnare sino a due secondi. La pista si asciuga molto lentamente, sfavorita in ciò da qualche goccia che continua a scendere. Tant’è che finalmente il ritmo degli altri si avvicina a quello McLaren. Mi è piaciuto, Lando, quando intorno al 32° giro, quando i team radio di Piastri sembravano minacciosi: invece di discutere ha dato uno strappo e Oscar, nel tentativo di tenere lo stesso ritmo, ha rischiato grosso finendo sulla ghiaia. La gara, a quel punto, era saldamente in mano a McLaren con uno 1-2 da podio perfettamente sotto controllo. Poi succedono due cose: l’incidente di Alonso che costringe più o meno tutti a prendere una decisione sul mettere le slick e, successivamente, l’acquazzone che rovina i piani di tutti. Ecco, qui si decide la gara. Come prevedibile (perché erano in testa, non per altro) i due McLaren si girano malamente appena arriva lo scroscio. Solo che Lando ne esce abilmente controllando la vettura quel tanto che basta per rimettersi velocemente in corsia box mentre Piastri finisce malamente per prati. Inoltre, il muretto decide saggiamente di cambiare subito le gomme e mettere delle intermedie nuove cosa che gli altri non fanno subito. Da lì in avanti il ritmo di Landino nostro è furioso e si riprende la testa in men che non si dica. La SC causata dagli incidenti di Lawson e Bortoleto non gli procura danni perché l’intensità della pioggia diminuisce e Max non pare avere intenzioni troppo bellicose. Alla fine la sua vittoria è convincente per vari motivi: velocità (ovviamente), gestione in ritmo (ovviamente), sangue freddo nei momenti chiave e nel gestire l’errore commesso (e questo era meno ovvio), muretto intelligente. Se il buon giorno si vede dal mattino direi che Lando ha ottimi motivi per essere soddisfatto. I competitor (RBR/Max, Mercedes e Ferrari) nel post-gara dicono che i distacchi visti a Melbourne sono ingannevoli. Sarà, ma non ho dubbi che a Woking preferiscano così. Bravo!

VERSTAPPEN voto 9

Che la RB21 sia solo la pallida erede della RB19 lo si era già intuito, soprattutto per via delle pessime prestazioni viste con Lawson ma, a quanto pare, a Max non è che importi granché. La sua guida è semplicemente magnifica e la performance in qualifica non lascia alcun dubbio: nel Q1 lui è negli stessi tempi di Norris mentre Lawson è penultimo ed eliminato a oltre 1 secondo di distanza. Il terzo settore della pista vede i papaya troppo forti nel terzo settore per sperare nella pole ma il terzo posto è suo. In gara parte benissimo e solo la ottima strategia delle due McLaren gli impedisce di uscire in testa alla prima curva. Si rifà comunque su Piastri e riesce per una decina di giri (dopo la SC) a tenere il loro ritmo. Che fosse troppo anche per lui lo impariamo al 17° giro quando anche la sua straordinaria abilità deve arrendersi alle leggi della fisica: più di così non si può fare e quando ci prova finisce lungo. A questo punto decide di plafonarsi e il suo ritmo scende di ben due secondi al giro tanto che dopo poco si ritrova a ben 16 secondi dai primi due. A quel punto, riprende vigore e stabilizza il distacco. Probabilmente ciò è dovuto all’asciugarsi della pista e al consumo omogeneo delle intermedie che, evidentemente, ha trasmesso sicurezza un po’ a tutti i piloti. Il muretto, in occasione della SC provocata da Alonso, fa la scelta a mio avviso più intelligente: mette le gomme gialle mentre gli altri (McLaren, Mercedes e Ferrari) mettono le bianche. In cronaca si parla di timori di graining ma, onestamente, con solo 15-16 giri da percorrere non mi pareva qualcosa che potesse davvero impensierire. Fatto sta che ciò gli consente di resistere giusto quel minimo in più degli altri, sorpresi sì dalla pioggia, ma anche da pneumatici più freddi. Purtroppo per lui il suo muretto non è reattivo quanto quello McLaren e presi da troppo ottimismo gli dicono di restare fuori quando avrebbe potuto benissimo infilare la corsia dei box subito dopo i macroscopici errori di Norris e Piastri e guadagnare quel tanto che bastava per rimanere primo alla successiva SC. Certo, poi sarebbe stato difficile resistere agli attacchi di Norris ma certamente in quel modo le probabilità di portarla a casa sarebbero state molto più alte. Fatto sta che lo lasciano fuori e lui deve pagaiare per un intero giro prima di poter mettere le intermedie ma a quel punto Norris era già davanti e non c’è stato più nulla da fare. Il secondo posto finale è comunque eccellente e anche se le performance McLaren non gli faranno dormire sonni tranquilli sappiamo che Max c’è e non è qui per fare il turista. Bene!

RUSSELL voto 8

Il massimo risultato con il minimo sforzo è lo slogan che si può applicare alla domenica di Giorgino. Infatti non c’è molto da dire sulla sua gara. L’ottima qualifica è seguita da una partenza né troppo azzardata né troppo remissiva che gli consente di mantenere la posizione. L’arrivo, più o meno imprevisto, di Leclerc dietro di lui poteva essere fonte di preoccupazione ma il suo ritmo, per quanto lontano da quello dei primi, è comunque sufficiente a tenere a distanza il monegasco. Da quel momento in avanti il buon George bada a controllare tutto, a non commettere errori e a giocarsela bene nei momenti chiave. Fa tutto ciò senza affanni e viene premiato dall’erroraccio di Piastri che gli regala il podio. Bravo!

ANTONELLI voto 9

Voto altissimo per il nostro giovanissimo alfiere che non poteva sperare in un esordio migliore. Questo soprattutto perché le premesse, come accennato in… premessa, non erano delle migliori. Sia nei test che nelle FP il giovine italico non pareva in pieno possesso del mezzo: faticava a trovare il ritmo che invece Russell eseguiva con agio e i crono dei time-attack erano ottenuti al prezzo di una guida molto nervosa e assai lontana dalla smoothness che ci si aspetta da chi ha pieno controllo della vettura. L’uscita in Q1, poi, è parsa inquietantemente conseguente. Il fatto che la subitanea uscita dalle qualifiche sia perlopiù dovuta al fondo rovinato non inganni perché è conseguenza non di casualità ma di un suo errore. Con tutto questo ammassarsi di sinistri presagi la sua gara pareva segnata e destinata al dimenticatoio. Quando poi vedi i suoi co-esordienti andare a muro o per prati ti metti lì a fare il conto alla rovescia su quando sarà il suo turno. Ebbene, nulla di tutto ciò! Andrea (non so se mi va di chiamarlo Kimi: ci devo ancora pensare) parte con calma per evitare guai ma dopo la SC di Doohan si mette a dare spettacolo. Già perché mentre tutti stanno in fila indiana senza prendersi rischi il primo sorpasso in gara è il suo: dopo aver scalpitato non poco dietro ad un cagnaccio come Hulkenberg al 15° giro rompe gli indugi e porta a casa un bel sorpasso in cui il controllo mostrato è di quelli che fanno ben sperare per il futuro. Forse si esalta un po’ (ha solo 18 anni!) e dopo poche curve va in testacoda. Qui è il momento fortunato della sua gara perché si gira nell’unico punto della pista in cui c’è una via di fuga (o, forse, mi piace pensare che abbia preso un rischio nell’unico punto in cui era consapevole di poterlo fare). Si riprende alla grande e il giro dopo reinfila Hulk come se niente fosse. Bravissimo! Da lì in avanti il suo ritmo è eccezionale. Praticamente gira sui tempi dei primi tre o, quantomeno, su quello di Verstappen. Infatti gli basta poco per arrivare a Stroll e superarlo, anche qui con splendido controllo. Dopo Stroll è il turno di Alonso il quale, poco dopo, si gira causando la SC che cambia la gara. Anche qui Antonelli è bravissimo a pagaiare bene e ad approfittare di tutti gli errori, di guida e strategici, commessi da chi gli stava davanti. Dopo il bailamme dell’acquazzone si ritrova quinto dietro ad Albon che dopo un po’ di schermaglie, sopravanza con un sorpasso eccellente a due giri dalla fine e successivamente si avvicina a Russell finendo la gara nei suoi scarichi. Gli viene comminata una penalità che però nel dopo-gara viene annullata consegnando agli archivi uno splendido esordio al quarto posto. Che dire?  da 16° in griglia al 4° posto al traguardo mentre i co-esordienti si sono stampati a dritta e a manca, in un caso prima ancora di cominciare. Così a memoria, escludendo i primi 10 anni della storia della Formula 1 in cui gli esordi erano più agevoli per forza di cose, mi vengono in mente solo Jacques Villeneuve (e sappiamo com’è andata nei suoi primi due anni) e Kevin Magnussen (che però poi non mi pare abbia mai più fatto podio) che fanno secondo al primo GP in carriera e una veloce googleata mi evidenzia Giancarlo Baghetti che esordisce vincendo a Reims nel 1961. Direi che elementi per esaltare la prestazione del nostro conterraneo ce ne sono parecchi. Bravissimo!

ALBON: voto 8

Che bel GP che ha corso Albon! Tutti gli addetti ai lavori aspettavano Sainz, reduce dai test del Bahrain con i favori del pronostico, e invece lui ha battuto forte i pugni sul tavolo: davanti (e non di poco) al suo compagno di squadra in qualifica e autore di una gara gagliardissima che gli consegna un quinto posto eccellente e se non fosse stato per lo splendido ritorno di Antonelli saremo qui a commentare la sua gara come la più sorprendente del week end. Tutta la prima parte la passa a inseguire Tsunoda e a difendersi da Hamilton. Non commette nessuna sbavatura nonostante la situazione fosse, posizionato com’era, difficilissima da gestire. Nel bailamme del finale è eccezionale a gestire il momento, non commettendo alcun errore e sperano anche nel podio perché prima dell’arrivo di Antonelli sembrava persino in grado di poter impensierire Russell. Ad ogni modo poco male: visto che tutti gli occhi erano su Sainz credo che la sua soddisfazione sia stellare. Bravissimo!

STROLL voto 7 ½

Bel voto anche per il cocco di papà che non ha un bellissimo week end in quanto a performance (ogni anno che passa continuare a rimanere dietro ad Alonso non è qualcosa che ci piace vedere) ma c’è da dire che almeno i crono non sono impietosi: pochi millesimi lo separano dall’attempato campione di Oviedo. Per quelle che sono le sue caratteristiche, pur viste a sprazzi lungo il corso della sua carriera, queste condizioni di pista, umida e incerta, dovrebbero essere nelle sue corde. Infatti, si accoda al suo team mate e mantiene la posizione con agio. Il suo pregio è quello di non commettere alcun errore in un GP dove di errori se ne sono visti tantissimi. Tanto basta per accalappiare una posizione insperata alla vigilia e a tacciare, per il momento, i maligni commenti che da sempre lo accompagnano. Bravo!

HULKENBERG voto 8

In una sola gara Hulk ha fatto più punti di quanti ne abbia fatti la Sauber nell’intera stagione 2024. Basta questo per dare la misura di quanto sia stata importante la sua prestazione. Ovviamente il pregio, come quello degli inaspettati protagonisti che l’hanno preceduto, è stato quello di non commettere errori nei momenti chiave della gara e non certo nelle performance, assai scadenti come da previsione. Ma, d’altra parte, nelle corse conta la posizione al traguardo e null’altro. Dunque applausi scroscianti per Hulk, chiamato in Sauber proprio per poter contare sull’esperienza necessaria a gestire gare come questa e ad approfittare delle situazioni. Miglior esordio di stagione a Hinwil non potevano sperarlo.

LECLERC voto 6 ½

Non so quanto il voto di piena sufficienza che ho dato al prode monegasco sia meritato: l’esito della gara è stato pesantemente inficiato da un errore che, da uno con le sue ambizioni, gli facciamo fatica a perdonare. E di certo le difficili condizioni in cui è maturato l’errore non possono essere giustificazioni: Max non l’ha fatto, Russell nemmeno, Antonelli poi ci si è gettato a pesce e persino Stroll ne è uscito indenne. Ancor più delle gite sui prati bagnati di Melbourne del nostro eroe sono le effettive capacità del mezzo che ci preoccupano. Non tanto per un presunto tifo italico, che pure vorrebbe dire la sua dopo il martellante battage mediatico invernale, quanto per la spettacolarità della stagione che vorrebbe, finalmente!, avere la rossa impegnata a giocarsi il titolo dopo tanti anni. Ebbene, Melbourne lascia parecchio amaro in bocca a chi pregustava una felice sorpresa da parte di Maranello. Le modifiche fatte in inverno non hanno, per il momento, dato i risultati sperati, figuriamoci quelli attesi. Non vorrei che per l’ennesima volta il meme “anche quest’anno sarà per l’anno prossimo” la facesse da padrone sui social dedicati al Cavallino. C’è solo da sperare che alcuni parametri non ottimali, a detta del TP, possano essere rapidamente corretti ma… mi fermo qui. Visto che Ferrari non pareva in grado di competere per il podio l’unico motivo di interesse del week end era, ovviamente!, vedere finalmente Charles confrontarsi seriamente con l’eptacampeao. Ebbene, i numeri sono dalla parte di Charles: davanti in qualifica e davanti in gara. Sarà magra consolazione, viste le ambizioni, ma intanto la pista, come sempre, dice la verità. Anche se…

PIASTRI voto 5 ½

Il voto poteva anche essere più basso per due motivi. Il primo è che quando pressava Norris (tra il 17° e il 32° giro) faceva lo spavaldo in radio dicendo di essere più veloce ma appena Lando ha dato lo strappo ha rischiato di andar per prati cercando di imitarlo. Ahi ahi. Il secondo è che l’erroraccio in coppia con Lando commesso all’apparire dell’acquazzone lo ha visto soccombere malamente: mentre Lando recuperava il mezzo con maestria lui è andato per prati per un quarto d’ora. Solo la sua tenacia, questa sì da applausi, gli ha consentito di riprendersi e di crederci fino in fondo tanto da conquistare dei punti con un sorpasso (top di giornata) da pelo sullo stomaco all’ultimo giro su Hamilton. Peccato, perché da lui mi aspetto moltissimo quest’anno. I bonus-matricola e di apprendistato sono finiti, i numeri li ha fatti vedere in più occasioni e ora ha l’esperienza per cominciare a mostrare più costanza. Ha solo 23 anni, ma la tendenza dei piloti molto giovani iniziata con Verstappen nel 2015 fa sì che non debba esser più considerato tale. Dunque bene nel trovare la performance, male anzi malissimo per il risultato, considerate le ambizioni. Ovviamente ha tutto il tempo per recuperare e spero di vederlo molto più lucido in Cina. Rimandato.

HAMILTON voto 6 sulla fiducia.

L’evento principale del weekend, inutile nasconderci dietro a un dito, è stato il tanto atteso debutto del campione di Stevenage, annunciato un anno fa. La lunga e febbrile attesa ha finalmente trovato compimento quando i semafori si sono spenti alle 5 ora italiana del 16 marzo 2025. Ebbene? Che se ne può dire? Non granché. Chiunque mastichi di Formula 1 sa benissimo che Hamilton non è più l’asso visto in passato. Già da qualche anno il suo talento e la sua classe paiono o appannati o espressi a spizzichi e bocconi. Dunque, non avevo grandi aspettative. Dirò di più: mi aspettavo che Leclerc ne avrebbe fatto un sol boccone, con distacchi in termini di performance che, se non abissali, avrebbero quantomeno superato i 3 decimi. Il che avrebbe chiarito l’errore madornale, quantomeno sul piano sportivo (che su quello economico-finanziario pare invece mossa assai azzeccata), di sostituire Sainz con l’attempato campione incapace di portare vero valore aggiunto alla squadra. Ebbene, se visto sotto questi oscuri presagi mi verrebbe da dire che tutto sommato il week end di Hamilton è stato interessante: è stato, questo sì, dietro a Leclerc ma non così tanto come si poteva temere (e chissà che non lo temesse anche lui stesso). In qualifica il distacco è abbastanza contenuto. In gara, il suo scatto in partenza è stato persino più agile di quello già ottimo di Leclerc e proprio il monegasco, completando il suo sorpasso su Tsunoda e Albon, ne ha compromesso la posizione dopo la prima curva. Il ritmo è difficilmente giudicabile perché dietro a Tsunoda e Albon non ha potuto esprimersi al massimo. Dalla sua ha che non ha commesso grossi errori nel momento decisivo della gara ma è stato penalizzato tanto quanto Leclerc dalla improvvida scelta di seguire Max nel bagnatissimo giro in più sulle slick che ha impedito ai ferraristi di ambire a posizioni migliori. Quindi tutto sommato non malissimo. Tuttavia, può esserci anche un altro modo di vederla. Sei il più vincente pilota della storia, il più osannato, il più adorato dalle masse e ti aspetti che, come minimo, si mangi Leclerc a colazione, Albon a pranzo e Tsunoda per merenda. Visto da quest’altro punto di vista è chiaro che la delusione dev’essere tanta. I caveat legati all’esordio su una vettura nuova, su un diverso modo di lavorare del team, in una situazione che era da 12 anni (dall’ultimo cambio di casacca) che non affrontava, sono tanti quindi aspettiamo a dare giudizi definitivi ma, intanto, i numeri dicono questo. Staremo a vedere.

NOTE DI MERITO

Tsunoda, tra il 5 posto in griglia e la fantastica condotta di gara fino all’erroraccio sotto la pioggia poteva (e doveva) uscire da Melbourne incensato. Non è andata bene ma ha di che essere contento.

NOTE DI DEMERITO

Tante note di demerito a cominciare da Haas che si conferma ultima con distacco nel ranking delle scuderie. Peccato per Ocon e Bearman.

Hadjar in qualifica era andato molto bene (ha mancato la Q3 per un nonnulla) ma girarsi nel giro di ricognizione nel suo primo GP non è cosa che ci piace vedere.

Doohan rimane il pilota con il sedile più scottante della stagione: gli inizi sono decisamente pessimi.

Bortoleto in qualifica si era dato da fare ma in gara non si è visto fino all’incidente sotto la pioggia.

Malissimo Lawson su tutta la linea.

Delude inaspettatamente anche Sainz che in qualifica patisce Albon e in gara va fuori subito. Ecco se ai rookie glie le perdoni a Sainz invece no. Direi che è la maggior delusione di Melbourne. Ma con questa Williams ha tempo per rifarsi. Vedremo.

Ci vediamo in Cina.

 

LA PAURA FA 90 – BIS DI MARQUEZ IN ARGENTINA

È un dominio (annunciato) senza possibilità di combattere per gli altri. Lui gioca, scherza ed a 5 giri va via. Nulla può Bagnaia, vero sconfitto quest’oggi che arriva fuori dal podio dietro ad Alex Marquez ed addirittura a Morbidelli.

LA PAURA FA 90.

💭Ne abbiamo avuta tanta in questi anni, forse troppa. Paura dopo Jerez, paura dopo le successive operazioni. Paura di aver perso troppo presto un Fenomeno come lui. Non si è arreso, non ci siamo arresi e lo abbiamo aspettato contro tutto e soprattutto contro tutti quelli che in questi anni lo davano per finito, vecchio, succhia scia, incapace di tornare al Top con questa nuova generazione di Piloti, con queste nuove moto. Qualcuno aveva invocato il Karma nei suoi confronti, ma il Karma torna sempre dietro e ti restituisce tutto ciò che di buono fai… (IMHO)

📌 Marc Marquez vince il GP di Thermas de Rio Hondo, dominando facendo un altro sport, segnando la sua 90^ vittoria in carriera eguagliando il “più grande Pilota Spagnolo di ogni epoca”.

Sale definitivamente nel GOTHA delle vittorie nel Motomondiale dietro solamente alle 123 di Giacomo Agostini (123 non 122) ed alle 115 di Valentino Rossi.

È un giorno importantissimo per il Motociclismo Spagnolo perché mai nessuno si era avvicinato alle 90 vittorie di Angel Nieto. Probabilmente nessuno raggiungerà il numero di titoli Mondiali (13 anzi 12+1) ma in un epoca dove di corrono 20 gare all’anno è praticamente impossibile.

BAGNAIA È UN FENOMENO!?

PUNTO INTERROGATIVO.

È al limite del dramma (per adesso) non tanto per la paga presa da Marc, ci può stare è un fenomeno bensì per il distacco preso da Alex Marquez in entrambi i weekend di gara.

Quindi è questo il livello di Bagnaia con le Ducati “tutte uguali”!? Perché ricordiamolo fino ai Test di Jerez le Ducati saranno IDENTICHE per tutti. Dietro ad Alex Marquez in entrambi i GP e dietro a Morbidelli addirittura oggi.

https://x.com/FranckyHawk29/status/1901345100078182563?t=OLkllEUeitw37XJTn5C_vA&s=19

Oppure è Marc Marquez che ha alzato l’asticella e quello che sembrava un fenomeno oggi rientra nella categoria dei grandi Piloti!?

Bagnaia è un grandissimo Pilota. Lo dice la sua storia, lo dicono i numeri, lo dico da appassionato. Ma ha vinto, così come per Martin e prima ancora per Quartararo e Mir, senza un vero fenomeno con il quale confrontarsi. Il Mondiale è lungo, sicuramente si risolleverà e combatterà. Il problema non è se perde o meno, bensì COME PERDE. Perché adesso perde senza combattere.

“Ci sfugge qualcosa, dobbiamo aiutare Pecco perché non è la posizione in cui deve stare. Dobbiamo aiutarlo tecnicamente, noi siamo tranquilli e c’è tempo per tornare nelle posizioni che gli competono. La moto non è troppo diversa dal 2024, tocca a noi aiutarlo”

Quelle sopra sono le aprile nel post gara di Tardozzi, in cui ci dice che devono aiutare tecnicamente Bagnaia. In cosa mi chiedo? Tempo due gare e si è preso la leadership nel box, si è preso tutto. Ed in Ducati lo sanno.

IL RESTO DEL MONDO!?

Poca roba. Davanti a tutti sempre le Ducati, con Diggiannantonio che arriva in P5. Chi rimane attaccato in questo gruppo è Johan Zarco che mette la Honda in P6 e chiude attaccato alla Ducati arrivando a soli 7.5 secondi dalla vetta. Chiudono la TOP10 a 15 secondi dalla vetta Binder, Ogura, Acosta e Mir. Sorprende ancora Ai Ogura (P8) che chiude in TOP10 dopo una bellissima gara.

Situazione molto grave in casa Yamaha ed in  KTM. Le Yamaha arrivano ad oltre 20″ mentre le KTM ne beccano 15. Troppo lontane e se consideriamo che Aprilia manca del suo Pilota di punta credo che nel 2025 la Ducati vincerà tutte le Sprint e tutte le gare della domenica andando ad infrangere il record di 32 vittorie consecutive della NSR500 tra il 1996 ed il 1998.

Classifica Mondiale.

Prossima fermata Austin, a casa di Marc Marquez. Lo sceriffo è tornato in città…

 

Francky

Life is racing, all the rest is waiting