Una domenica d’estate come tante o quasi. Vivo al mare ma vengo portato in un bel parco naturale dove passare una domenica distante dalla prima calca agostana in spiaggia. Torniamo nel tardo pomeriggio, le autoradio erano una rarità i cellulari fantascienza pertanto dopo una domenica letteralmente fuori dal mondo al primo notiziario che passa in TV lo shock è grande: Niki Lauda è in fin di vita dopo l’incidente a Bergwerk al secondo giro del GP di Germania al Nurburgring. Mio padre è scosso, io coi miei 4 anni e 1/2 capisco meno l’accaduto. Per lui Niki è colui che ha riportato l’iride a Maranello dopo Surtess per me è il pilota di quel modello in scala che scoprirò chiamarsi 312T2 sul quale mio padre fa le ore piccole la sera costruendolo da 0 grazie a due mani prodigiose ed una pazienza infinita, la stessa che userà tante volte con me. L’estate prosegue e la mia memoria per quanto riguarda la F1 va come in stand by: so che il Campione si è salvato, so che è tornato a correre. Ma non so altro, sono un bambino di nemmeno 5 anni gettato peraltro largamente anzitempo in una cosiddetta primina quindi di fatto faccio altro. Ma il mio ricordo successivo per quanto riguarda la F1 è altrettanto marchiato a fuoco nella mia memoria. Una domenica d’ottobre un paio di mesi dopo il dramma della Nordschleife. Mi alzo la mattina, vado in sala e vedo lui davanti alla nostra TV in bianco e nero. Sente che mi sono alzato, senza girarsi dice solo “se Clay gli resta davanti il mondiale lo vinciamo lo stesso”. Il coraggioso Regazzoni non riesce purtroppo a contenere la rimonta di quell’inglese poco british ma anzi molto irruento che finirà per far suo l’iride per 1 solo punto sul mio Campione.
1976: la nascita di una Passione
Quella strana mattina di ottobre in cui in Giappone si consumò la mia prima sconfitta di tifoso non l’avrei mai dimenticata. Niki Lauda e la Ferrari: un binomio che sarebbe rimasto nella mia anima per sempre, anche una volta prese strade diverse 1 anno dopo quando l’iride tornò dove non avrebbe mai dovuto andarsene.
Dicono che la Passione di fatto nasca dalla privazione, che è quando manca qualcosa a fartela desiderare sopra ogni cosa. Penso sia vero, quella domenica di ottobre del 1976 la mia prima cocente sconfitta fu il viatico per una Passione totale che peraltro il digiuno 1980/1999 (fortunatamente mitigato almeno in parte dal 1984 targato Niki) serví solo a rendere più forte. Da quando l’Immane si ritirò a fine 1985 periodicamente ho provato a chiedermi se ci fosse qualcuno che potesse essere la sua trasposizione in tempi più moderni. Nulla. Di Campioni se ne sono visti dopo che si è ritirato, su tutti Ayrton Senna che, al netto del suo peccato originale ossia non aver mai guidato per la mia Ferrari, è stato di gran lunga in una Categoria a parte rispetto a Michael, Prost, etc.
La Passione nasce dalla privazione dicevamo prima. Non vedere qualcuno che fosse il Niki Lauda di oggi mi ha causato tanta frustrazione ma alla fine son stato premiato.
Quando un 4 volte Campione del mondo con l’umiltà di una ape operaia ha varcato la soglia di Fiorano a fine 2014 per un test su una F2012.
Si chiama Sebastian, ma per me da quel momento Niki è tornato a casa.
FORZA FERRARI