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MOTOGP 2023-GP DEL GIAPPONE MOTEGI

Tutti d’un fiato dalle Indie al Giappone per il classico di Motegi.

Assenti per infortunio Bastianini, Marini, Alex Marquez (ormai si deve fare il contrappello come durante il servizio militare) si rivede finalmente Alex Rins che torna sulla Honda di Cecchinello per le ultime gare prima di passare in sella alla Yamaha ufficiale nel 2024. In pista anche il collaudatore Yamaha Cal Crutchlow vecchia conoscenza del circo iridato.

La pista di casa Honda è iperconosciuta dai baldi giovani del Motomondiale, pertanto gli stessi non patiranno l’assenza di dati e riferimenti come lo scorso weekend. Ciò dovrebbe portare i valori in campo alla condizione pre-India.

 

QUALIFICHE

Il pilota più in forma del momento resta Jorge Martin che conquista una splendida pole abbattendo il record del circuito fissato al mattino da Binder durante le FP. Bagnaia agguanta il secondo posto in extremis con un giro dei suoi che non è comunque sufficiente a battere lo spagnolo. In terza posizione un redivivo Jack Miller che lo scorso anno a Motegi aveva addirittura vinto la gara. Il mattatore di Buddh Bezzecchi “solo” quarto davanti all’altra Ktm di Binder e ad un magico Di Giannantonio davanti a Marc Marquez “ottimo” settimo.

Bezzecchi ha approfittato dell’aiuto della scia offerta da Bagnaia dopo che nel primo tentativo era caduto rovinosamente con la prima moto. Questo in faccia a tutte le malelingue.

 

SPRINT RACE

Jorge Martin mette in scena una gara alla sua maniera. Se ne va salutando subito i compagni di viaggio e l’unico in grado di stargli vicino è Binder che si issa presto al secondo posto.

Bagnaia rimane a battagliare con Miller e finisce sul terzo gradino dello “sprint podio” lasciando per strada altri 5 punti in favore dello spagnolo che arriva a -8 in classifica generale. Bezzecchi si arrabatta sino alla sesta posizione preceduto anche da Zarco ma davanti al buon Marquez che riesce a mantenere la posizione di partenza in griglia. Opache le Aprilia che finiscono anche dietro all’ottimo Di Giannantonio. Mir resta in piedi e finisce tredicesimo, mentre Quartararo arriva quindicesimo davanti al compagno di team che non vede l’ora di salire sulla sua Ducati.

 

GARA

La corsa parte quando inizia a scendere qualche goccia d’acqua. Giusto un giro e tutti i migliori prendono la corsia box per il cambio moto. Il più veloce della prima fase è Aleix Espargaro che monta una rain morbida come Marquez. La pioggia leggera aiuta lo spagnolo che però ben presto viene sopravanzato dai soliti Big man mano che la pioggia si intensifica. Cade Binder e la gara prosegue con Martin che tiene Bagnaia a distanza di un secondo mentre Marquez risale sino al terzo posto.

Ma verso metà gara la pioggia aumenta al punto che prima Espargaro e, subito dopo, Bagnaia e Marquez alzano il braccio per far uscire la bandiera rossa: poca visibilità ed i piloti partiti con caschi non adattati alle nuove condizioni climatiche, consigliano di usare il buon senso.

Meno di un ora di pausa e la direzione gara fa rientrare i piloti in pista per un nuovo tentativo prima che l’oscurità scenda sulla pista.

Sighting lap e Warm up lap sono sufficienti per dire basta, arrivare oltre la metà gara e assegnare il punteggio pieno.

Jorge Martin completa un altro filotto (pole, sprint, gara) dopo quello di Misano. Conferma così di essere il più in forma del periodo e rosicchiando altri punti al leader Bagnaia che resta tale ma con sole 3 lunghezze di vantaggio. Marc Marquez conquista un podio nel giardino di casa Honda che potrebbe anche essere il suo regalo d’addio alla casa di Tokio.

 

CONSIDERAZIONI SPARSE

Ad ottobre in Giappone il clima è spesso piovoso. Far partire la gara alle 15 locali per fare un “favore” agli spettatori europei resta un idea idiota oggi come lo è stato in passato anche per altre discipline motoristiche. Le giornate si accorciano ed un ritardo qualsiasi porta al risultato di non riuscire a finire la corsa. Attribuire il punteggio pieno con il solo 50% di gara percorso è bizzarro a prescindere dal tifo e dal vincitore.

Bagnaia ha dilapidato tutto il vantaggio a partire dalla caduta di Barcellona. Lo scorso anno ha mostrato di saper vincere rimontando, quest’anno dovrà dimostrare di sopportare la pressione di chi lo insegue.

Ormai manca solo l’annuncio ufficiale di Marquez alla corte di Gresini. Un terremoto visto che ha spostarsi è il pilastro della categoria del dopo Rossi. Potrebbe riuscire in un impresa epica e farlo laddove tanti altri non sono riusciti addirittura in un team satellite. Pur non essendo dotato dell’ultima versione di Desmosedici le differenze tra l’ultimo upgrade ed il precedente delle moto bolognesi sono davvero poche. Ci sarà da divertirsi e ci sarà da sputar veleno tra i tifosi socials..

Appuntamento a tra 15 giorni in Indonesia.

 

Salvatore Valerioti

 

SIMPLY THE BEZZ – ARGENTINA POST GP

Thermas de Rio Hondo, Argentina. Terra, anzi circuito, di battaglie epiche e controverse. Di prestazioni al di sopra di ogni regola ed aspettative. In Argentina cade la pioggia già dal giovedì, tutti sanno che sarà una gara da dentro fuori.

La sapeva Bagnaia, che aveva un occasione ghiotta visto che Marquez e Bastianini saltano il round, lo sapeva Aprilia che sperava in una gara asciutta.

Tutti hanno deluso le aspettative, tutti tranne la Ducati, tutti tranne Bezzecchi. Marco ha letteralmente fatto un altro lavoro, ha spinto come un dannato dal primo all’ultimo giro dando una paga “della madonna” a tutti gli altri, Campione del Mondo compreso. Una serie di giri sotto al 46, nella prima parte di gara, gli ha permesso di creare un gap a dir poco imbarazzante.

Probabilmente avrebbe trionfato anche nella Sprint Race se il compagno di team non gli avesse rifilato una carenata in partenza. Nella gara “veloce” trionfa Brad Binder proprio davanti al Bez ed a Marini. Nella gara reale invece non c’è scampo.

Proprio dove aveva vinto la prima gara in carriera nel 2018, trionfa in sella alla Ducati del Team di Valentino Rossi che porta un proprio Pilota sulla moto gestita dal suo team alla vittoria in MotoGP.

DUCATI AL TOP

La moto di Borgo Panigale si conferma in assoluto la moto da battere in ogni condizione e soprattutto sul bagnato diventa imprendibile, basti pensare ad esempio alla Top10 di Diggiannantonio che sull’asciutto arriva dietro pure al magazziniere che chiude l’autodromo.

Zarco encomiabile nella gestione gomma, fa sfuriare Alex Marquez e Bagnaia e poi li va a riprendere e li salta come birilli, avrebbe preso anche Pecco se non si fosse steso. Ai piedi del podio un ritrovato Franco Morbidelli davanti ad Jorge Martin e Jack MillerNelle prime 10 posizioni ben 6 Ducati considerando le 2 Ufficiali out sarebbe stato 8 su 10. Imbarazzante…per gli altri. Ottimo lavoro a Borgo Panigale.

DELUDE BAGNAIA, DELUDE APRILIA.

Sia chiaro. Non è che non si può dire che Pecco abbia scazzato alla grande buttando 20 punti e regalandoli letteralmente a qualcuno (uno a caso, fate voi). Bagnaia ogni volta che si trova qualcuno davanti che spinge sembra voler sempre strafare, vedi Marquez a Misano, Martin a Losail, Bastianini a LeMans e domenica Alex Marquez a Rio Hondo.

Grande delusione anche da Aprilia che sul bagnato Argentino proprio non è andata avanti. Un passo indietro brusco visti i risultati di Portimao. Urge un inversione di tendenza subito dal Texas, sperando che non sia stata un allucinazione quanto visto in Portogallo.

ALEX MARQUEZ CONVINCE ADESSO?

Ricordo la sterile polemica di qualche “haters” che dava ad Alex del raccomandato, addirittura vincente in Moto2 perché gli avevano portato il “gommone” posteriore. Non solo la storia li sconfessa, vincendo due Mondiali (uno per categoria), facendo due podi nell’anno d’esordio in MotoGP su una moto costruita per il fratello. Nel primo anno su Ducati, dopo un ottimo GP di Portogallo, fa la pole position in Argentina, chiude davanti a Bagnaia la Sprint Race dopo una battaglia molto accesa e addirittura fa podio nella gara domenicale. Bagnaia fatica molto a passarlo e nel tentativo di allontanarsi da lui si stende. Che dire, un raccomandato…

YAMAHA ED HONDA NEL BARATRO.

Con Honda abbiamo perso le speranze, visto anche il ko di Joan Mir. Senza Marc Marquez sono destinati all’anonimato. Yamaha invece non sembra essere in grado di combattere con Ducati, non traggano in inganno le condizioni della pista, su asciutto avrebbero faticato ancor di più. Qui Morbidelli grazie alla sua guida pulita da anni 90 è riuscito a piazzarla vicinissima ai primi, ma sarà sempre così? No.

Tra due settimane appuntamento in Texas, a casa di Marc Marquez nella speranza di rivedere sia lui che Bastianini.

 

Francky

 

 

(Immagini MotoGP.com)

 

 

DUCATI MOSTRUOSA – PORTIMAO È ITALIANA – POST GP

Da dove iniziamo? È solo il primo GP dell’anno ma c’è tanta di quella carne al fuoco che non so da dove iniziare. 

Portimao è Italiana. Vince e stravince la Ducati condotta da Pecco Bagnaia davanti a Vinales ed alle Ducati di Bezzecchi, Zarco ed Alex Marquez. Una prestazione fantastica quella di Pecco che è rimasto in controllo totale per tutto il weekend di gara grazie alla sua guida ma soprattutto ad una moto eccezionale come la GP23. Questa è la moto totale e la performance di Alex Marquez (che guida la GP22) ne è la conferma.

Un Pilota che lo scorso anno galleggiava tra la P12 e P15 al cambio moto di ritrova a lottare per il podio. Questo è un chiarissimo segno che la Ducati è la moto che fa completamente la differenza come ai tempi la NSR500 o la Suzuki di Sheene, Ferrari e Lucchinelli.

MARC MARQUEZ

Marc Marquez è tornato. È al 110% e lo abbiamo visto tutti. Portare la Honda in pole position contro questa Ducati è uno schiaffo morale non solo al mondo della MotoGP (vi sono mancato?!?) ma anche a tutto il management Honda accorso in Portogallo. Ottima la prestazione nella Sprint Race dove chiude sul podio dietro alle solite Ducati di Bagnaia e Martin.

Foto di Fabio Marzo.

In gara Domenica si spegne la lampadina e combina un casino dietro l’altro. Marquez ha un problema, la sua Honda. Davide contro Golia, se vuole stare davanti deve rischiare. Avete visto come è entrato nel corso del primo giro pur di mantenere la testa della corsa? Non parlo dell’incidente ma della manovra in cui ne ha superati 2 ed ha avuto un piccolo contatto con Martin (foto sopra).

Pochi giri dopo il fattaccio con un ingresso sconsiderato dovuto alla chiusura di anteriore, come già successo nel sorpasso sopra. Con la H davanti è stato troppo arrembante, ha steso Oliveira e rovinato la gara di Martin. Punto con un doppio LLP, non prenderà parte al GP di Argentina per va dell’operazione subìta alla mano ieri sera. Forse anche meglio, servirà a calmare gli animi e tornare bello in forma per Austin.

Una cosa è certa, Marc Marquez è tornato.

APRILIA AL TOP

Foto MotoGP.com

Se con Alex Espargaró l’Aprilia si era affacciata nelle posizioni che contano è con Maverick Vinales che sfiorano il colpaccio già a Portimao. Vinales può lottare veramente per il titolo se trova la quadra completa ed è nettamente più forte di Alex, lo dice la sua storia visto che già ha trionfato sia con Suzuki che con Yamaha e probabilmente adesso ha un ambiente “familiare” che lo aiuta tantissimo. Siamo tutti felici del rendimento di Vinales, ne avevamo bisogno.

KTM COSA ASPETTARSI?

Jack Miller ha condotto un weekend fenomenale, si è adattato subito alla RC16 ed ha chiuso la gara subito dietro Brad Binder ma la sensazione è che potrà dare tanto di più. Qui hanno fatto i test però l’inizio è molto incoraggiante. KTM ha bisogno di fare quel piccolo step che gli consenta di lottare con i primi perché altrimenti rischia di perdere uno dei prossimi cracken del Motociclismo che scalpita in Moto2…

LUCA MARINI COSA COMBINA?

Mi ha lasciato perplesso. In gara Sprint stende il povero Enea Bastianini procurandogli un infortunio grave che gli farà saltare almeno due gare quindi di fatto mettendo già fuori gioco il Pilota Factory Ducati. In gara si stende di nuovo e vede il suo compagno di Team salire sul podio mentre lui chiude a zero punti il primo weekend dell’anno.

Alex Marquez, Rookie Ducati, davanti alle due KTM Factory ed a Zarco. Immagine MotoGP.com

Nota ancora più dolente è che Alex Marquez, nuovo giugno u questa moto, gli è praticamente stato davanti tutto il weekend. Credo che per mantenere quella della serva molto di più.

MA LA YAMAHA CORRE!?

Credo che Fabio Quartararo si stia mangiando le mani. Praticamente invisibile in tutto il weekend, mai nelle posizioni che contano. Viene da chiedersi a questo punto quanto avesse ragione Vinales su quel box visto l’andazzo degli ultimi anni. Probabilmente è un episodio negativo questo di Portimao, ma la vedo durissima per tutto l’anno considerato che Morbidelli quest’anno dirà addio alla Top Class (non vedo soluzioni per lui). Considerando che non hanno neanche un team satellite…

HONDA AL TRACOLLO.

Senza Marc Marquez, capace di portare in pole contro questa Ducati la Honda, sono proprio a zero. Mir ha chiuso addirittura 5 secondi dietro a Rins, Nakagami che guida questa moto dal paleolitico Non capisco cosa ci faccia ancora lì. Abbiam capito che é giapponese ma è un paracarro…

DOMENICA SI VA IN ARGENTINA

Sul circuito di Thermas non vedremo Marc Marquez, che si è operato ieri sera, potremo però avere delle prime conferme. Qui a Portimao ci sono stati i test quindi potremo vedere, già dall’Argentina, delle novità in classifica. Sono curioso di vedere Alex Marquez e Jack Miller.

Ducati e Bagnaia sono i favoriti di questo Mondiale, di un Mondiale lunghissimo. Un Mondiale tanto forse troppo lungo…a buon intenditore…

 

Francky

 

Si ringrazia Fabio Marzo per alcune foto concesse. https://twitter.com/FabioMarzo1/status/1640004560977625101?t=ufDPLYL3GErNgx5-S-gyow&s=19

MOTOGP 2022- GP DI MALESIA, SEPANG

Il sorpasso è compiuto: Bagnaia adesso è a +14 su Quartararo.

Degli eventi australiani della scorsa domenica se ne è già parlato a sufficienza quindi è necessario tuffarsi a capofitto sulla pista di Sepang che potrebbe portare Pecco sul tetto del mondo già la prossima domenica mattina. Basterebbero 11 punti di differenza per poter affrontare Valencia come una passerella invece di arrivarci con la pressione dell’esame finale.

Sarebbe bello per Bagnaia festeggiare in Malesia dove festeggiò il titolo Moto2 e soprattutto farlo in occasione dell’anniversario della morte del Sic per poterglielo dedicare.

11 punti che si traducono nell’obbligo del podio per Quartararo in caso di vittoria di Bagnaia in Malesia. Ma non mi inerpicherò con i calcoli matematici per tutte le altre combinazioni che lascio volentieri a quelli più bravi.

E non farò nemmeno il classico elenco di piloti e/o moto per discernere in merito alle loro ambizioni. Dopo venti gare direi che tutti noi abbiamo sufficienti elementi per capire cosa potrebbe o meno accadere.

Messe da parte le ovvietà vado oltre, avvisando chi legge che sta per arrivare un pippone. Chi non ne sente il bisogno (o non ne avesse la voglia) può tranquillamente evitare di andare oltre nella lettura. Grazie, tanto non mi offendo.

Il bello di scrivere qua sopra è che, non dovendo rendere conto a nessuno (non siamo testata giornalistica), non siamo obbligati a compiacere un editore piuttosto che qualcuno che ci “acquista” in edicola o ci “clicca” sul web. Possiamo dire quello che pensiamo, liberamente, senza per questo voler insultare nessuno pur di creare hype e, soprattutto, senza dover leccar culi a destra e a manca a seconda di dove tira il vento.

Perciò… avanti coi carri…

Siamo nelle condizioni di poter (forse) festeggiare il primo pilota italiano WC in sella ad una moto italiana dai tempi di Agostini e che mi tocca leggere in giro? Siamo nelle condizioni di poter (forse) festeggiare un titolo Ducati dopo 15 anni e che leggo in giro? Solo polemiche sugli atteggiamenti dei bolognesi verso i propri piloti. E soprattutto da coloro che poi “dimenticano” di far menzione dell’avviso mandato da Yamaha a Crutchlow quando aveva Quartararo nel codone proprio domenica scorsa…

Qualcuno mi ha fatto notare che Bagnaia ha vinto perché “protetto” da Bezzecchi.. A metà gara? Per un paio di giri in cui Marco non ha provato a passare e poi è pure finito ben dietro?

Peccato che gli stessi si siano dimenticati di far notare che Miller (suo vero compagno di squadra) lo abbia sorpassato due volte salvo poi essere ripassato (in modo pulito e vero) da Pecco..

Posso arrivare anche a capire che commenti del genere arrivino dall’estero, ma non li concepisco se arrivano da “casa nostra”. Ma orgoglio nazionale seppur in quantità minima ne abbiamo o no?

I team order non piacciono nemmeno a me. Li aborro ad inizio anno, li aborro per le posizioni di rincalzo, li aborro quando privano della vittoria di una gara. Ma è necessario fare dei distinguo ben precisi e ridurre alla realtà quanto succede in pista.

Una Casa investe paccate di milioni tutti gli anni e, alla fine della fiera, i piloti altro non sono che dei suoi dipendenti, di lusso ma pur sempre dipendenti. Subordinati o para subordinati poco cambia. Se una casa “decide” di puntare su un pilota è un torto? Se Ducati ha deciso di puntare su Bagnaia ne avrà diritto o no dopo che per 15 anni ha messo soldi in quantità?

Questi “contestatori” mi devono spiegare quanto sia “migliore” il comportamento di Honda e Yamaha. Per anni hanno addirittura prodotto moto adatte ad un singolo pilota pur di vincere. Ducati ha fatto una moto che va forte con tutti i piloti e non può “scegliere” il pilota con cui provare a vincere? Ma dove c’è scritto? E’ lei che mette il grano o mi sono perso qualcosa?

Non è di fatto un team order mettere sotto il culo degli altri oggetti che non riescono a farli performare e poi sviluppare gli stessi secondo le indicazioni di chi invece performa?

Costoro che criticano Ducati perché cerca di portare via il titolo al “fenomeno” Quartararo dove erano nel 2020 quando lui guidava una Yamaha 2020 e Morbidelli gli stava davanti con una 2019 “rischiando” di vincere il mondiale prima di lui? Dove erano quando Jarvis li ha promossi entrambi nel team interno e poi ha tolto il capotecnico a Franco?

Non ho nulla contro Fabio, ma la coerenza e l’obiettività sono ormai ricordi lontani.

E lo sono anche quando si commentano gli ultimi mondiali non marchiati Marquez.

Partendo dal postulato che quando si afferma che certi campioni nascono ogni 10 anni, risulta scontato che non tutti possono chiamarsi Marquez, Rossi, Stoner, Lorenzo, Doohan etc.

Come è possibile sentire “lamenti” quando uno di questi domina perché lo spettacolo latita e poi ricevere “lamenti” diametralmente opposti quando le gare ed i mondiali sono più “combattuti” ed incerti?

Ok, Pecco avrebbe dovuto chiudere il mondiale con qualche gara d’anticipo… Dovreste essere contenti che non l’abbia fatto. Vi sta regalando il dubbio sino alla fine dandovi il gusto di guardarvi le ultime gare. Ringraziatelo, che vinca o che perda…

 

Fine del pippone e godetevi le gare….

 

 

PS.

Agevolo l’aggiornamento del confronto-punteggio eliminando tutte le altre Ducati davanti ed in mezzo ai due contendenti.

 

(immagine di copertina tratta da tuttomotoriweb)

 

MOTOGP 2022-GP D’AUSTRALIA PHILLIP ISLAND

Terz’ultimo appuntamento di stagione e ritroviamo una delle più belle piste del pianeta, Philip Island.

Anche stavolta l’ultimo appuntamento risale al 2019 quando trionfò Re Marquez. Sembra preistoria eppure sono passati solo tre anni.

Pista affascinante, ricca di saliscendi, di curve di ogni genere e tipo, di pieghe prolungate e di pieghe rapide e repentine. Il paradiso per un motociclista che si lancia fuori dall’ultima curva e vede la pista sparire sotto il cupolino. L’ultimo asfalto visibile si tuffa nelle acque dell’oceano salvo poi riapparire sotto forma di una lunga discesa verso la prima curva del circuito, una veloce e lunga sinistra che appena finisce diventa una lunghissima ed eterna destra e così via…

Chiedo venia, ma sto parlando della pista che avrei sempre voluto provare una volta nella vita (e che non proverò mai) e mi sono lasciato scappare la mano.

I baldi giovani del motomondiale potranno divertirsi. Per loro fortuna un tale di nome Casey non sarà presente, quindi potranno atterrare in Australia con la speranza di quella vittoria che ai colleghi dei tempi di Stoner era preclusa già al gate dell’aeroporto di partenza.

Due soli punti separano Fabio Quartararo e Francesco Bagnaia, con un’inerzia che ormai è tutta dalla parte dell’italiano dal rientro della pausa estiva.

Questa dovrebbe essere la pista “migliore” per Fabio e la Yamaha delle tre rimaste per il 2022. Dopo le ultime prestazioni il francese deve tirare fuori il carattere e dar lustro a quel titolo che ancora si può pregiare di detenere. Non ci sono scuse. Fabio è obbligato a vincere e mettere in cascina punti per poi difendersi a Sepang dove le Ducati saranno avvantaggiate e non di poco.

Naturalmente Pecco Bagnaia e lo squadrone Ducati non faranno sconti. Miller si troverà sulla pista di casa in un momento di forma strepitosa e fresco sposino della sua bionda. Con ogni probabilità per lui sarà una delle ultime occasioni in carriera per vincere nel suo paese e ci vorrà provare. Nel 2019 arrivò a podio davanti a Bagnaia quando entrambi erano piloti Pramac.

Oggi la posta in palio è ben più alta. Nonostante le polemiche nostrane il pilota Ducati più in alto in classifica ad oggi non ha ricevuto favori dai compagni di marca che, come scritto giorni fa, alla fine hanno rubato ai due leader della classifica lo stesso numero di punti da inizio stagione.

Ma noi italiani siamo bravi a farci del male e a creare polemiche ad hoc per guastare qualsiasi festa potrebbe capitarci. Se insieme a questo ci mettiamo anche il comportamento goffo del management Ducati allora tocca a quattro inutili tifosi cercare di giustificare un plausibile gioco di squadra. Che secondo chi scrive sarebbe più che lecito dopo ben 15 anni di digiuno, sacrifici ed umiliazioni.

La memoria è corta e pochi ricordano da che punto sia ripartita la Ducati dopo il periodo Rossi/Preziosi.

A Borgo Panigale fecero un reset totale, di personale, di filosofia costruttiva, accettando un regolamento che gli consentiva di correre sperimentando ma senza possibilità di poter essere competitivi.

Se oggi se ne possono raccogliere i frutti ben venga che li si colgano usando qualsiasi arma capiti sotto mano.

Sarebbe bello che la gara fosse una battaglia a due. Un duello uno contro uno, da inizio gara sino alla fine, senza nessuno nel mezzo, senza che si possano gettare insinuazioni sull’intervento degli altri. Non importa se per la vittoria assoluta o per l’ottavo posto…solo uno contro uno.

Ma sono convinto che il pubblico riuscirebbe a trovare spunto ugualmente per avvelenare i risultati. Perché ormai questa è diventata la consuetudine: il pubblico non sa più “godersi” la competizione senza insinuare presunti vantaggi siano essi tecnici che sportivi.

Questa volta non potrà essere “la gara degli altri”. Con tre appuntamenti ed un distacco così ridotto tra i due contendenti gli altri ricopriranno il ruolo dei comprimari.

Il più “lussuoso” di tutti resta Marquez che pian piano sta ritrovando la forma. Siamo di fronte ad una pista “sinistrorsa”, la tipologia preferita dallo spagnolo. L’incidente ha coinvolto il braccio destro che qui sarà meno sollecitato che altrove. Queste premesse lo inseriscono d’ufficio nel novero dei candidati alla vittoria di tappa seppur con qualche chance in meno rispetto ai nostri due per i motivi che tutti conosciamo. Marc ha però tanta classe e tanta voglia quindi non si risparmierà e, soprattutto, non farà sconti a nessuno di fronte ad una possibile vittoria.

A questo punto dovrei elencare il resto della griglia come di solito si fa in queste occasioni. Le ambizioni di ognuno le consociamo. Ve le risparmio.

Buona gara a tutti.

Salvatore V.

 

(immagine di copertina tratta dal sito di tripadvisor)