BASTIAN CONTRARIO: LA CONCESSIONE

Nel silenzio assordante (perdonatemi l’ossimoro) delle piste di tutto il mondo (e ahimè quello della pista giapponese non si limiterà soltanto alla pausa estiva), riecheggiano nell’etere le parole di Toto Wolff a riguardo del bene della F1: “Sarebbe bene per il nostro sport che la competizione fosse allargata a quattro squadre con la Ferrari protagonista”. Quando il “trollatore” ufficiale del paddock parla, di certo non lo fa mai per caso e, non so voi, io mi sono chiesto il perché di questa sua concessione.
Come mai il team principal (nonché proprietario di una parte delle quote azionarie della Mercedes) ci tiene cosi tanto che la rossa sia forte? Per quale motivo Toto vuole una maggiore competizione in pista, rischiando di fatto di rimanere indietro? Domande legittime e, aggiungerei, doverose, conoscendo la persona che le ha pronunciate. AMG vince in lungo e in largo, ininterrottamente e senza vergogna dal 2014 e sembra che, insieme al suo pilota di punta, voglia di smettere proprio non ne hanno. Del resto, quando provi il dolce, l’amaro non vuoi più sapere che sapore abbia e per questo mi sembra anche naturale che vogliano continuare a cavalcare l’onda di questo interminabile successo. Eppure nella vita nulla dura per sempre e, che ci crediate o meno, nemmeno il dominio dei teutonici è infinito. A mio modesto parere, il buon Toto ha già iniziato a lavorare per il futuro e cerca di risollevare le sorti di questa F1 morente, la quale è in agonia proprio grazie (o a causa… come vi piace di più) al suo operato. Proprio quella F1 di cui lui voleva diventare il padrone e che lo scaltro Binotto ha impedito che succedesse, altrimenti altro che dominio… si sarebbe andati avanti a forza di concessioni! Nonostante i tanti successi, nonostante le scorpacciate di giri veloci e pole, Toto sa benissimo che il prodotto non può vivere di luce propria senza la competizione in pista e, soprattutto, senza la presenza della rossa. Di fatto a pensarci bene, la concessione, chi la fa ogni domenica di gara, è la beneamata scuderia che si presenta in pista… che poi non vinca e, purtroppo, rimedi anche brutte figure beh questa è un’altra storia!
In questo momento storico che la F1 sta vivendo, il team principal della Mercedes mi ricorda tanto Bernie Ecclestone. All’epoca della sua reggenza, Mr E. organizzò il passaggio di Michael Schumacher dalla Benetton alla Ferrari. Il “bidonista” (lo sapete che gli inglesi in antico tempo, per aggirare i limiti di peso utilizzavano bidoni pieni di acqua?), nonché ex rivenditore di auto, aveva capito fin troppo bene che se avesse voluto vendere al meglio il suo prodotto (cosa che ha fatto!), avrebbe avuto bisogno della migliore pubblicità possibile. Gli inglesi, per quanto si sbattano nel santificare le loro gesta in pista e per quanto si affannino a lodare la loro bandiera, con la presenza di squadre e piloti appartenenti a quei colori, avranno sempre bisogno del sogno rosso, di quel rosso che si vede sfrecciare in pista e per questo sempre dovranno ingollare l’asperrima pugna. Bernie lo sapeva e non si fece scrupoli ad organizzare l’operazione… pecunia non olet dicevano gli antichi latini. Toto, allo stesso modo, sa che la F1 non può andare avanti con questo noioso dominio; sa bene che persino il valore della sua stessa squadra e del pilota che la conduce aumenterebbe esponenzialmente se battesse una Ferrari competitiva. Allora mi chiedo se questo non sia il preludio ad una concessione da parte dell’austriaco. Personalmente mi dà fastidio parlare di concessioni da parte di altre squadre, specie da parte degli anglo-tedeschi, quando poi la Ferrari rappresenta il simbolo del Motor sport su quattro ruote. Vero è che attualmente la rossa non ha quel peso politico necessario per rilasciare concessioni. O forse dovrei dire non ne ha voglia? Non dimentichiamo che Ferrari è l’unica squadra che può esercitare il diritto di veto su questo e quel regolamento, anche se, di fatto, ormai questo suo privilegio è divenuto quasi una leggenda di un tempo remoto, visto che non lo utilizza praticamente mai.
Gli interesse economici nel mondo della F1 sono davvero tanti e dubito che, considerando lo stato attuale che tutti i team hanno raggiunto, si mettano a farsi la guerra apertamente ed è per questo che Wolff si spende in parole smielate nei riguardi di tutto il circus e della Ferrari in particolare. È per questo che Ferrari evita di utilizzare quel veto che, guarda caso, i team inglesi glielo vogliono togliere a tutti i costi, nonostante la rossa non lo utilizzi mai. Di tutti gli errori che a Maranello hanno commesso (l’avallo dell’attuale regolamento fatto in quel 2008 guardate dove ci ha portato), mi auguro che abbiano la lucidità di non cadere nell’ennesima trappola creata ad arte, appositamente per essa. Fatto sta che al timone della rossa, almeno per il momento, c’è Binotto ed il fatto che abbia impedito la scalata di Toto ai vertici dirigenziali della F1 è sicuramente positivo e, comunque, da non sottovalutare; questo per il semplice motivo che qualunque trollata l’austriaco voglia fare, almeno sapremo che il “nostro” italo-svizzero cercherà di proteggere gli interessi della beneamata. I giochi politici dietro le quinte del circo sono a dir poco machiavellici e bisogna captare segnali da ogni direzione per capire le reali intenzioni. Una cosa è chiara, Toto in questo momento ha il coltello dalla parte del manico e nulla è valsa l’ascesa di Stefano Domenicali a presidente di Liberty Media. A dirla tutta, fino ad ora non ho visto nulla di eclatante da parte dell’ex team principal Ferrari, anzi mi dà l’impressione che sia stato messo lì solo per il bel viso candido da bravo ragazzo e perché il suo curriculum parla per lui.
Insomma, siamo alle solite! Ci ritroviamo in una situazione in cui, ufficialmente, c’è una governance che detta regole e leggi, mentre, dall’altro lato, abbiamo un manipolo non ufficiale di squadre che quelle regole pretendono di aggirarle con un capo occulto che rilascia concessioni di quando in quanto. Esagero? Non mi si accusi proprio di questo per favore, soprattutto dopo l’ultima “uscita” di Wolff che invia mail a Masi nel bel mezzo di una GP e per poco non entra direttamente in cabina di regia! Ormai le carte sono scoperte, l’animale è uscito dalla tana definitivamente, ora resta da capire (soprattutto da parte di Ferrari) se affrontarlo come si conviene o accontentarsi delle sue concessioni.

Vito Quaranta