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MOTOGP 2021-GP D’OLANDA ASSEN

Back to back from Germany to Netherlands prima di un mese (e poco più) di vacanza per i ragazzi del Motomondiale, ma anche per noi che scriviamo.

Si torna a mettere le ruote sulla pista da sempre definita Università del Motociclismo ad Assen. In realtà lo è un po’ meno dopo le modifiche: resta comunque un bel banco di prova per moto, tecnici e piloti. Per un dinosauro come chi scrive, Assen è teatro di ricordi di battaglie epiche sin dai tempi della 500 (ed anche della SBK) con fior di piloti ad incrociarsi le ruote anteriori nel groviglio di destra e sinistra che caratterizzano il layout olandese. Per chi non lo ricorda, un tempo la gara era di sabato. L’unica pista sulla quale si correva al sabato. Che nostalgia…

Veniamo a noi.

Salto i pronostici alla luce del fatto che la settimana scorsa non farli ha portato benissimo: abbiamo infatti assistito al momento più bello del motociclismo degli ultimi anni. Non starò qui ad incensare nuovamente l’ìmpresa di Marc perché non è necessario, ma il ritorno alla vittoria riporta il catalano nel novero dei piloti con cui fare i conti per la vittoria ogni domenica. Non sarà facile per lui in Olanda ed in tutte le piste a seguire perché i distacchi tra i vari piloti e le varie moto sono più risicati che in passato. La vittoria è però un toccasana per la testa, quel toccasana del quale Marquez aveva tanto bisogno e che adesso ha avuto. Riprendere fiducia nei propri mezzi vale più di una modifica tecnica di mappatura o di settaggio delle sospensioni. Gli altri sono avvisati.

Se chiudo gli occhi e ripercorro il circuito, la pista pare fatta apposta per la Yamaha di Fabio Quartararo e per il suo stile di guida. E’ il favorito d’obbligo sia perché in testa alla classifica ma anche per il piglio mostrato. E’ tuttavia mia opinione che resta da capire come sarà in grado di “gestire” un possibile rientro nelle posizioni di vertice di Marquez: lo spagnolo attaccato codone farebbe tremare i polsi a chiunque, anche a lui. Sta a Fabio mostrare di essersi lasciato alle spalle i timori del 2020.

Qualche Gp fa dissi che la Yamaha andava forte solo con Quartararo e mi fu fatto notare che stavo sbagliando. I risultati dei compagni di marca continuano a dare ragione alla mia opinione, seppur questa non sia riferita a presunti favoritismi verso il francese ma solo ai demeriti dei compagni di colori. Primo tra tutti Maverick Vinales che di questo passo rischia di non arrivare a fine stagione con i tre diapason sulla tuta.

Restando in provincia di Iwata, Razali ha praticamente dato il benservito a Rossi. E’ solo una sensazione di pancia, ma la mia vocina mi sussurra che potremmo assistere all’annuncio del ritiro del Vale nazionale proprio sulla pista teatro della sua ultima vittoria iridata. A meno che non si sia messo in testa di guidare la moto scelta dal team VR46 per il quale annunciare la partnership con il costruttore. Ma questo weekend potrebbe davvero essere quello giusto per le rivelazioni.

Ducati e KTM paiono ormai al medesimo livello di competitività dopo gli ultimi sviluppi in casa austriaca.

I loro piloti sono tutti papabili per il podio e/o per la vittoria in Olanda, quindi daranno filo da torcere a tutti i sopracitati.

Fatalmente dobbiamo anche parlare del campione in carica e del suo compagno. Mir sta fortemente deludendo nel 2021, e quelle rimonte che l’anno scorso gli venivano bene quest’anno non vengono più. Il fatto di non essere un fulmine di guerra in qualifica costa molto più caro in questa stagione dove un paio di decimi fanno la differenza tra la prima e la quarta fila. Se poi le prestazioni in gara delle varie moto si livellano ecco che diventa complicato replicare l’anno magico 2020.

Alla finestra attendiamo anche un guizzo dell’Aprilia che darebbe aria nel box e linfa per l’avventura 2022 con un team interno nuovo di trinca.

Chiudo con l’angolo del tifoso. Pecco Bagnaia.

E’ mio concittadino ed anche se me lo criticano perché parte della cricca VR46 non riesco a non tifare per lui. Tira Rossi in prova? Ok, parrà pur brutto ma se sta bene a Borgo Panigale me lo faccio andar bene anche io. Però deve concentrarsi su sta benedetta prima vittoria, perché il giorno che mostrerà la tuta con la macchia di sangue sarà il giorno in cui prenderà davvero coscienza di ciò che può fare. Domenica scorsa ha fatto un garone considerando dove era alla fine del primo giro e dove è scivolato ancora dopo. Magari non avrebbe vinto in Germania perché gli dei avevano deciso fosse il giorno di Marc, ma sarebbe arrivato secondo. Con i se ed i ma non si fa la storia e manco si vincono mondiali, però FORZA PECCO, VINCILA.

 

MOTO2

Ormai è affare privato tra i piloti del team Ajo. Remy Gardner ha tutta l’esperienza e la velocità per portarsi a casa gara e titolo 2021. Il suo compagno Raul gliela fa sudare, ma deve restare concentrato e non farsi distrarre dalle voci del passaggio di categoria. Sono discorsi che facciamo per ogni rookie, a maggior ragione per il talento spagnolo che di classe pare averne.

Da buon italiano auspico tutte le domeniche un acuto del Bez o di Diggia.

Il vincitore di Assen 2021 uscirà tra questi quattro nomi.

 

MOTO3

Di fronte a Pedro Acosta gli altri dovrebbero scrivere una petizione per assegnare il campionato Moto3 degli altri. Battaglie, spallate, scorrettezze e alla fine esce sempre lui col piglio del fuoriclasse. Speriamo non gli mettano in testa di fare il salto triplo prima del tempo.

Buona gara a tutti.

(immagine in evidenza tratta dal sito della gazzetta dello sport)

 

Salvatore V

BASTIAN CONTRARIO-ROLLER COASTER

Ormai si è capito che il mondiale di F1 per i contendenti al titolo e per la Ferrari, sarà un sali scendi di emozioni, proprio come su un roller coaster di quelli tosti.

Eh si, perché la F1 è imprescindibile dalla rossa e se da un lato tutti sono concentrati sul capire chi la spunterà tra Hamilton e Verstappen, dall’altro c’è una frangia di irriducibili che non smetterà mai di dannarsi per la squadra di Maranello. Andiamo con ordine.

Dal 2014, anno in cui è iniziato il dominio teutonico, abbiamo avuto solo due occasioni di bearci di un mondiale incerto: il 2016 anno in cui vinse il compagno di box del re nero e il 2018, dove la Ferrari fino a Monza ha accarezzato il sogno iridato; salvo poi affondare lentamente. Diciamocela tutta, nel 2016 ci siamo forzati di gioire, di fatto quel mondiale fu un regolamento di conti interno alla squadra anglo tedesca e nel 2018 fu solo un illudersi prima e disperarsi dopo. Per avere un mondiale emozionante come lo stiamo vivendo ora, abbiamo dovuto aspettare “solo” sette anni!

Emozioni che fanno su e giù proprio come su una montagna russa e che lasciano senza fiato, come quando si affronta tutto d’un fiato la discesa verso il vuoto, tipica dei roller coaster. Ed è proprio senza fiato che ci ha lasciati la rincorsa di Verstappen ai danni di Hamilton. Sapete, quando vedo un team come la Red Bull, che mette in discussione la leadership della sua gara con quel secondo pit di Verstappen; penso che di una squadra come questa bisogna aver paura. Freddi, lucidi, si sono resi conto che con quelle gomme non sarebbero mai riusciti ad arrivare fino alla fine. Sapevano che con uno come Hamilton alle calcagna, campione nel gestire le gomme, non avrebbero avuto vita lunga. Sapevano che comunque sarebbero arrivati secondi, allora che fanno? Rischiano! Questo signore e signori è ciò che significa avere le palle: rischiare il tutto per tutto avendo fiducia nei propri mezzi. Mai mi sarei sognato di scrivere questo dei bibitari eppure se vogliamo parlare di F1, dobbiamo mettere da parte il tifo e guardare con oggettività ai fatti.

Verstappen ha mostrato il suo nervosismo già alla partenza del giro di ricognizione, muovendosi in ritardo. Nervosismo che ha confermato nello start, regalando il primo posto all’acerrimo avversario. Da li, è iniziato il personalissimo giro della morte dell’olandese sul roller coaster francese, a suon di giri veloci e fermate strategiche per tenere continuamente sotto pressione il campione inglese. Max è la prima volta che si gioca il titolo concretamente ed in questo è in svantaggio rispetto a Lewis; decisamente più navigato a riguardo. Il ragazzo deve imparare a gestire meglio queste fasi, cosa che fa decisamente meglio in gara, dove in fase di lepre che scappa o di lupo che insegue; si trova indiscutibilmente a suo agio. La vittoria è stata meritata e diretta conseguenza del lavoro sinergico che c’è stato tra lui ed il team. Tempi duri per la Mercedes di Hamilton, la quale non era abituata da molto tempo ad essere messa realmente sotto pressione (nel 2016 giocavano a dadi tra di loro, nel 2018 ci pensava Ferrari a facilitargli il gioco), ed infatti i teutonici si sono incartati in mondo visione, con Hamilton che ha sciorinato il solito Rosario per tutta la gara e Bottas che ha “bippato” cosi forte per radio, che per poco non lo facevano Beato per le bestemmie che ha tirato giù!

Le emozioni salgono e scendono a velocità impressionanti in F1, proprio come su un roller coaster ed in questo momento i continui sali scendi emozionali ad Hamilton e a Mercedes sono indigesti. Campionato assolutamente alla pari in questo momento, con buona pace dei tifosi di Hamilton che pensano e dicono che Red Bull è in vantaggio di mezzo secondo sulla W12 di Lewis… panzane! Le differenze sono davvero minime e solo il pilota e la comprensione delle gomme su l’uno o l’altro circuito fa la differenza. Se Hamilton vorrà battere “quota Schumacher” e fissare la sua di quota, dovrà sudare sette camicie come si suol dire e tirare fuori tutto il suo estro (magari se si concentrasse più sullo sport e meno sulla politica sarebbe già un inizio); se vorrà battere l’olandese volante e il suo team.

Chi invece ha un abbonamento sul roller coaster di emozioni che salgono e scendono è la Ferrari di Binotto, il quale un domenica si e l’altra pure è sempre sotto attacco o comunque sotto la lente di ingrandimento. La prestazione francese della Ferrari è disastrosa, senza appello e giustificazioni. Con Leclerc doppiato e Sainz fuori dai punti, nonostante la bella qualifica del sabato (il primo degli altri!), la rossa ha toccato il punto più basso (finora) del campionato. Eravamo stati abituati bene con due pole di fila da parte del monegasco eppure qualcosa si è inceppato… “dobbiamo capire” ha chiosato il buon Mattia. A mio (inutile) giudizio, c’è ben poco da capire e francamente continuo a stupirmi della meraviglia dei tanti tifosi delusi in giro per il web: che questa Ferrari si sarebbe comportata cosi lo si sapeva già da febbraio. Che questa Ferrari sarebbe stata un fulmine su un pista e una lumaca su un’altra era cosa nota… che questa rossa avrebbe avuto continue prestazioni, buone e cattive, proprio come i continui sali scendi di un roller coaster era evidente; se non altro perché ci è stato detto già in fase di presentazione.

Allora io mi chiedo dov’è la meraviglia? Mi chiedo se il tifoso sa veramente che monoposto sia veramente la SF21 e quanto lavoro sia stato fatto per migliorare la SF1000 (perché l’attuale monoposto è una evoluzione della precedente) e dove siano stati spesi quei pochi gettoni. Trattare le gomme in un certo modo avrebbe comportato la modifica dei cerchi e questo sarebbe andato a scapito di altre aree, evidentemente più importanti, perché i maledetti gettoni a disposizione quelli erano. Ritenere questo risultato, anche se fa male, indicativo è quanto meno azzardato; soprattutto alla luce di un mondiale lunghissimo. Lo si accetti, la Ferrari durante tutto il mondiale sarà questa e cioè un sali scendi prestazionale ed emozionale continuo, proprio come su un roller coaster ed alla fine del giro, esiste una sola stazione e si chiama campionato del mondo di F1 2022. Inutile imprecare, inutile contorcersi dalla rabbia, questo è solo il primo anno del nuovo corso rosso, quindi staccate il biglietto e godetevi il giro e visto mai che vi divertiate pure.

 

(immagine in evidenza tratta da youtube)

Vito Quaranta

KING OF THE RING – IL RITORNO DEL RE – GERMANIA POST GP

È il bello del Motorsport. Emozionarti per qualcosa, la tensione che provi. Le lacrime che segnano il viso di un appassionato di Motori. Grazie Marc, grazie Campione, è stato bellissimo. Non me ne vergogno… Il mio volto è segnato dalle lacrime, anche molti dei vostri…

Honda⁉️ Si Marquez, Si party.

Sono passati 541 giorni dopo l’ultima vittoria da Valencia 2019. 541 giorni dopo Marc Marquez torna alla vittoria nel suo regno, al Sachsenring.

Nella storia del Motociclismo nessuno ha mai fatto quello che ha fatto Marquez, neanche Doohan e Sheene che sono stati fermati da infortuni bruttissimi (Daytona ed Assen). Oggi Marc ha riscritto nuovamente la storia del Motociclismo moderno, anzi del Motociclismo intero.

Sia chiaro. Non è una questione di gomma, quella è uguale per tutti. Al Sachsenring Michelin ha portato la carcassa 2019, soltanto per la specifica Hard (che non ha usato nessuno) e non la 2020 poiché lo scorso anno non si è corso su questo tracciato.

La conferma sulla specifica Hard portata con la carcassa 2019 arriva anche da Frankie Carchedi, capotecnico di Mir👇



Nella sola specifica Hard che tra l'altro in gara non ha utilizzato nessuno.

Le gomme sono uguali per tutti e Marc Marquez viene dal più brutto infortunio subito in carriera da un Pilota del Motomondiale, essendo stato fermo per un intera stagione. 

La gara⁉️ Marc l’ha vinta quando è iniziato a piovere. Alla prima bandiera bianca, giro 9 della gara, ha girato 1 secondo più forte di tutto il gruppo dei più forti. Si è costruito il gap usando i “cojones“. Guadagnava tantissimo nei primi due settori, in particolare nel 1° guadagnava circa 3 decimi su tutti (curva a destra, il braccio è guarito), mentre perdeva tantissimo negli ultimi due settori. Oliveira è stato l’unico in grado di impensierire Marquez anche se il distacco non è mai sceso sotto il secondo, proprio quel secondo che ha guadagnato nella prima parte di gara con le gocce d’acqua in pista.

Ottima la gara di Oliveira che chiude al 2° posto e si porta a 57 punti da Quartararo. Miguel è un “underdog” che potrebbe arrivare in fondo alla corsa molto forte. È un Pilota regolare che va sempre a punti.

Chiude il podio Quartararo, che si becca il sorpasso in partenza da Marquez molto duro e non riesce a replicare. Un podio che vale tantissimo per il Mondiale viste le prestazioni di Ducati e Mir.

Ottimo anche Brad Binder che chiude al 4° posto davanti ad un Pecco Bagnaia che ritorna forte dalla 10^ posizione. Nel post gara Bagnaia ha messo in evidenza come anche se fosse partito davanti, non avrebbe avuto modo di lottare per la vittoria perché nei primi giri non aveva feeling. Anche Jack Miller, che ha chiuso 6°, si è lamentato della posteriore Michelin.

Quando si va male ci si lamenta sempre della gomma. Quando si va bene nessuno dice “Brava Michelin”…. 

Gara disastrosa per le altre Yamaha, con Vinales e Morbidelli che addirittura non vanno neanche a punti.

La mia impressione è che Maverick si sta preparando per qualche novità davvero che ci lascerà senza parole... E le previsioni ci sono tutte, visto le parole nel post gara 👇

"Ogni pilota deve avere il suo setting. Non può essere che io usi il setting del mio rivale per due anni. Ogni pilota ha il suo stile e ogni giorno mi insegnano a guidare: prendi il freno, lascia il freno. Apri il gas, chiudi il gas. Devo vivere di pazienza. Non voglio usare il setting di Fabio perché non guido come lui e con me questo non funziona. Voglio che facciano una moto per me, non voglio usare il setting di altri piloti ogni volta. Non sono qui per raccogliere dati né per fare il collaudatore. Questa cosa inizia a diventare una mancanza di rispetto. Con il setting di un altro non credo si possa vincere. Sto raccogliendo informazioni dal Portogallo”.

Davvero da rivedere la stagione di Joan Mir e della Suzuki. Onestamente non ho mai visto un Campione del Mondo in carica così in difficoltà, forse soltanto nel 2007 con Nicky Hayden…

Classifica GP di Germania. Immagine MotoGP.com

 

Domenica prossima ci aspetta già l’università del Motociclismo, la mitica Assen. Chissà che non ci riserve altre sorprese…

https://twitter.com/MotoGP/status/1406598263764103171?s=19

P.S. Il Karma non si rinfaccia a nessuno, perché torna sempre indietro.

 

✍️ Francky

 

F1 2021 – GRAN PREMIO DI FRANCIA

Inizia un Giugno letteralmente di fuoco per la F1, tre gare una in fila all’altra e con una variabile in più che potrebbe dare fastidio a molti team: le alte temperature atmosferiche.

Il primo Gp del trittico di Giugno è il GP di Francia sul circuito Paul Ricard.

Il circuito in sè sarebbe anche bello e divertente se non fosse che lo hanno trasformato in una sorta di parcheggio fieristico per gente sotto effetto di LSD.

Ergo, vie di fughe ampissime, tutte asfaltate e dalle improbabili colorazioni a linee blu, chicane a spezzare rettilinei infiniti e addio a quel fascino che il Paul Ricard originale possedeva.

Circuito veloce, con lunghi rettilinei e curvoni ad alta velocità,non proprio il massimo per una monoposto come la SF21H. Vero è che i miglioramenti dalle prime gare dell’anno sono stati tanti ma, in teoria, in Francia la Ferrari dovrebbe essere costretta a giocare in difesa.

Considerando la gestione gomme (soprattutto con il pieno di carburante) e il caldo che farà in gara, la domenica della Ferrari potrebbe essere davvero difficile, proprio quando c’è da difendere il terzo posto nei costruttori appena conquistato.

Molto più “serena” dovrebbe essere l’approccio della McLaren, che troverà nei lunghi rettilinei un valido alleato.

immagine da mclarenf1nation.com

Se Norris continua ad essere la roccia alla quale tutto il team si aggrappa, Ricciardo invece continua ad essere una barca in balia della onde. Anche il GP azero è stato avaro di soddisfazioni e l’australiano non arriva in Francia in una bella situazione.

Chi arriva in gran forma invece è Vettel, reduce da un gran secondo posto a Baku, come ai tempi belli. La Aston Martin continua ad essere una monoposto ostica e non ancora compresa a fondo ma evidentemente l’esperienza di un quattro volte campione del mondo comincia a dare risultati.

Per l’ex Racing Point ci sarà da valutare anche il caso delle pressioni gomme che impatterà un pò su tutti i team. L’incidente di Stroll a Baku (come quello di Verstappen) potrebbe essere dovuto alla troppa disinvoltura con cui i team giocano con le pressioni e i metodi di gonfiaggio degli pneumatici.

immagine da f1ingenerale.com

In tal senso è già arrivata una direttiva FIA che dovrebbe dipanare l’ennesima matassa di una delle aree grigie del regolamento tecnico. Intanto sembra già accertato che almeno 5 team su 10 hanno giocato con le pressioni delle gomme. Tra queste non ci sarebbe la Ferrari ma il condizionale è d’obbligo.

Alpine arriva alla gara di casa dopo una serie di buone prestazioni, non ultimo il sesto posto di Alonso a Baku. Essendo il GP di casa ci tengono a fare bene, vedremo come si adatteranno ad un tracciato “tradizionale” dopo due “cittadini” di fila.

Per Alpha Tauri un Gp in cui avere la prova del nove sul “nuovo” Tsunoda, che sembra cominciare a capire che i risultati ottenuti in pista sono direttamente proporzionali al suo tenere a freno il suo carattere e una lingua fin troppo lunga. Per Gasly, reduce dal podio azero, un’altra bella occasione di portare a casa punti pesanti.

Mercedes dovrà necessariamente battere un colpo al Paul Ricard dopo due GP piuttosto deludenti. La squadra e i piloti ne hanno combinate un pò di tutti i colori tra Montecarlo e Baku e il risultato è una Red Bull in fuga nel mondiale costruttori e in testa in quello piloti. Servirà tutto il talento di Hamilton per cercare di ribaltare la situazione.

immagine da planetf1.com

Quello che davvero manca in questo momento è Bottas, che dà sempre più l’impressione di essere con un piede fuori dalla squadra e anche dalla F1.

Verstappen deve ringraziare Perez (e le dita maldestre di Hamilton) se ancora conserva la testa del mondiale. In Francia è presumibile aspettarsi una Mercedes di nuovo in palla per cui l’imperativo è quello di replicare la prestazione di Baku, gomme permettendo.

Williams, Alfa Romeo, Haas in rigoroso ordine. Chissà che la fortuna non premi nuovamente uno di questi team con qualche punticino dopo il decimo posto di Raikkonen a Baku.

Tre gare e 75 e più punti in palio. Più che vincere sarà fondamentale sbagliare pochissimo, andare sempre a podio ed essere fortunati. Il caldo tornerà ad essere una variabile importante, potrebbero esserci grosse sorprese. Non sarebbe male tornare almeno per un pò ad una F1 più imprevedibile in termini di problemi di affidabilità.

Da valutare anche l’effetto della direttiva Fia in merito alla pressione delle gomme. Probabile che l’allineamento alle indicazioni della Pirelli non provocherà enormi variazioni in termini di competitività ma darà sicuramente fastidio a qualche team sulla gestione delle gomme in gara.

Qualcuno perderà qualche posizione e qualche punto molto importante, la Red Bull è avvisata.

*immagine in evidenza da F1i.com

Rocco Alessandro

 

 

MOTOGP 2021- GP DI GERMANIA SACHSENRING

PREMESSA

Vista l’esperienza delle ultime gare in cui non avrei preso il pronostico manco leggendo la classifica alla fine della gara, mi riservo di dire che, come le partite di calcio partono tutte dallo 0-0, anche le corse di moto partono con il semaforo rosso e tutti schierati nello spazio di pochi metri.

SVOLGIMENTO

Weekend di gara e ritroviamo una delle piste che nel 2020 sono saltate dal programma per la pandemia.

Si sbarca al Sachsenring per il Gp di Germania, un circuito che gira praticamente sempre a sinistra e sul quale il marziano Marc Marquez ci vince dal primo anno in cui è sbarcato nel motomondiale. Dal 2010 contando la bellezza del 100% nel rapporto partecipazioni/vittorie: una il 125, due in Moto2 e ben 7 in MotoGp. Siamo nel suo regno.

(immagine tratta da twitter)

Forte sui circuiti sinistrosi da sempre, il tracciato amico potrebbe aiutare il catalano a fare un altro piccolo step verso il recupero completo. Se aggiungiamo il fatto che siano proprio le curve a destra quelle più complesse nel suo attuale stato di forma, allora qualche bella speranza di ritrovarlo sul podio a fine gara la possiamo anche coltivare. In fondo ha ragione Lucchinelli quando dice che durante la gara è comunque sempre ad un centinaio di metri dal primo… Manca quell’ultimo pezzo che in Germania potrebbe arrivare foss’anche estemporaneo.

Si scontrerà con i soliti in vetta al Campionato che non sono disposti a fare sconti.

Il circuito è parecchio impegnativo nella ricerca della messa a punto in quanto le moto restano in piega per davvero tanto tempo e con pochi allunghi di motore dove la meccanica Ducati possa fare la differenza come in altre piste. Quindi favorite dovrebbero essere le dueruote con maggiore maneggevolezza e maggior messa a punto elettronica. Non si possono quindi non menzionare le Yamaha con Quartararo che pare essere diventato una garanzia al contrario di Vinales che brancola ancora nel buio una domenica si e l’altra pure. Vedremo se il lavoro del nuovo capotecnico Silvano Galbusera comincerà a manifestarsi nelle prestazioni dello spagnolo se sarà l’ennesimo tentativo che non vedrà il buon fine che dovrebbe avere.

Essendo meno importante il motore potrebbe venir su anche il nostro Franco Morbidelli, o almeno ci speriamo. Tra la moto vecchia e qualcosa di impalpabile che è successo all’interno di quel box. Il team Petronas è passato da un 2020 memorabile che ne ha fatto il miglior team della stagione con ben 5 vittorie di tappa, a brancolare nel buio più assoluto dei primi Gran Premi 2021.

Circuito per moto maneggevoli quindi vengono in mente subito le Suzuki. Rins forse sarà della partita se riuscirà ad essere “fit to race” alle visite mediche, ma difficilmente potrà avere speranze da podio dopo l’operazione al braccio subita dopo essersi schiantato in bici a Barcellona contro un mezzo dell’organizzazione…(fermo).. Resta Mir che sarebbe pure ora arrivasse a due vittorie nella categoria visto che ha la corona d’alloro 2020 sotto il casco.

Le Ducati? E chissà… Sulla carta è uno dei circuiti più complicati per loro ma quest’anno hanno vinto anche a Jerez. State calmi: è vero che Miller ha vinto dopo che Quartararo ha accusato il male al braccio. Chi vince ha sempre ragione (quasi) e lui era lì ad un tiro di schioppo e nulla vieta di pensare che avrebbe potuto riprendere il francese lo stesso.

Tra i ducatisti vedo bene Zarco su questa pista, mentre di Pecco non parlo più per scaramanzia e per Martin ci va ancora un attimo di pazienza.

Rivedremo le KTM sugli scudi? Credo proprio di si, perché il nuovo telaio funziona bene e i piloti (quelli ufficiali) ci sono. Non saranno ancora maturi per vincere un campionato, ma per le gare sono prontissimi, soprattutto Oliveira che riesce ad avere più visione del funambolico Binder.

Honda? “se Marquez si party”. Tutto è sempre nelle mani di Marc. Policio Espargaro ha lamentato pubblicamente di trovarsi in una situazione tecnica simile a quella in cui si era trovato nei primi tempi KTM. Un affermazione forte soprattutto perché Dani Pedrosa è passato proprio dall’altra parte.

Ci lamentiamo spesso della gestione piloti dei bolognesi ma se a Borgo Panigale si piange a Tokio non si ride proprio negli ultimi anni.

 

Moto2

Il figlio di Wayne ha già un posto sicuro nella classe maggiore per il prossimo anno. In Ktm lo hanno messo nelle condizioni di correre sereno e poter star davanti a quel cagnaccio che si ritrova a pranzo e cena nell’Hospitality KTM. Saranno verosimilmente loro due a giocarsi la gara, con i nostri italiani Bez E Diggia a provare a rompere le loro uova nel loro paniere.

Lowes si è perso un’altra volta e la sequenza di cadute di cui è stato protagonista gli ha tolto il piglio col quale aveva cominciato la stagione.

Sulla Moto2 ho una considerazione. Sino a inizio 2019 si parlava di gente come Baldassarri e Luthi in lotta per la vittoria finale. Dopo l’introduzione del gommone sono desaparecidi.

 

Moto3

Ahi Ahi! La direzione gara ha l’obbligo di stabilire regole e di fare un briefing pre-gara che resti nella storia.

Della parte sportiva sarà lecito ricominciare a parlarne dopo aver avuto la riprova che i ragazzini abbiano messo la testa a posto per quanto è possibile lo facciano degli adolescenti cresciuti ancora non troppo. Quanto accaduto a Barcellona è peggio di quanto accaduto al Mugello in termini di premeditazione. L’oggetto moto è già pericoloso di suo senza andarsela a cercare… figuriamoci cercandosela.

Buona gara a tutti

Salvatore V.

 

(immagine di copertina tratta da Motori magazine)