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BASTIAN CONTRARIO: IL CIRCO

Nel “Bastian Contrario” di questa settimana non sarò politicamente corretto (mi chiedo quando mai lo sono stato), non sarò indulgente e nemmeno generoso.

Come potrei esserlo del resto dopo lo spettacolo osceno a cui abbiamo assistito domenica scorsa… un circo! Senza offendere l’arte circense e chi ci lavora, il sottoscritto si riferisce all’accezione negativa del termine. Purtroppo non ci sono parole e nemmeno perifrasi per edulcorare lo scempio e l’ingiustizia a cui tutti noi appassionati siamo stati costretti ad assistere; per non parlare dei piloti in pista.

Proprio la settimana scorsa, scrivevo del fatto che nonostante il vertice fosse diverso (ora è il momento di Verstappen), di fatto nulla era cambiato, perché il vincitore sempre solo era, privandoci dei ruota a ruota che tutti quanti stavamo aspettando; proprio tra Max e Lewis. Va bene, al vertice non cambia nulla in termini di spettacolo, ci accontentiamo almeno che non sia sempre lo stesso a vincere… ok! Eppure nel midfield, come gli anglofoni nostrani amano dire, qualcosa inizia a muoversi, qualcosa si vede. Lotte serrate iniziano ad essere sempre più vistose, in quanto i valori  per i piloti appartenenti a questo gruppo, sono molto ravvicinati. Inevitabilmente con i ruota a ruota la FIA, per mano dei suoi commissari, ha gli straordinari da fare, straordinari dettati dalle regole cervellotiche, scellerate e castra piloti che un codice della strada levate proprio!

Chi vi scrive è sempre stato per la libertà assoluta e più totale delle lotte in pista (per non parlare della parte regolamentare per quanto riguarda la progettualità e i test); salvo rispettare il minimo sindacale del comportamento in pista. Questo perché, i piloti in pista sono dei consumati professionisti (bhe certo, poi penso a Mazepin…) e soprattutto sono esseri umani coscienziosi e non degli assassini che si mettono a giocare alla “death race”. Quindi ben venga la libertà di espressione in pista (e magari anche fuori), ben vengano i corpo a corpo, quelli maschi, duri e puri come una volta. Non mi risulta che i piloti che hanno contribuito a rendere grande il nostro sport, si siano fatti del male intenzionalmente tra loro. Se perdevano la vita purtroppo, è proprio perché non c’era tutta la sicurezza che la tecnologia oggi permette di avere.

Evidentemente Masi&Co. non la pensano come il sottoscritto e a partire dal duello tra Norris e Perez (ove quest’ultimo domenica scorsa certamente era in “tiro forte”), si apre il circo austriaco. Un duello rusticano in piena curva, dove i due rimangono affiancati per tutta la lunghezza della stessa senza toccarsi e dove il messicano ha la peggio, perché si ostina a mantenere quella posizione impossibile; nonostante velocità e raggio della curva gli dicevano il contrario. Risultato? Perez si salva per il rotto della cuffia, Norris prende il largo e noi ci alziamo dal divano tutti sugli attenti per l’emozione! Poco dopo si consuma la prima porcata del GP con cinque secondi di penalità all’inglese. Ciò apre il cosi detto precedente per quello che avviene dopo: infatti il messicano fa per ben due volte di fila a LeClerc, quello che Norris ha fatto a lui con una piccola differenza… mentre l’inglese è stato pulito nella chiusura nei suoi riguardi; Sergio col ferrarista ci va giù duro. Sebbene avessi già preso il calendario in mano per l’azione di Perez nei confronti di Charles, ero pronto anche a chiudere un occhio sull’accaduto, se non altro perché il ferrarista con un manico che non vedevo da tempo, ci ha regalato l’emozione di mostrarci come tenere la sua SF21 sulla ghiaia ad una velocità pazzesca. In questo caso la direzione commina i cinque secondi (sacrosanti comunque) al messicano; del resto dopo quello che ha fatto a Norris questo era il minimo. Qui si consuma la seconda porcata del circo a cui stiamo assistendo: i secondi non vengono scontati subito! Sono anni che dico che questa è una regola oscena: se viene data una punizione, questa deve essere inflitta immediatamente (al massimo nei tre giri successivi alla comunicazione) e non ad uso e consumo della squadra, la quale ha la possibilità di farsi tutti i conti che più gli convengono e soprattutto; avendo la possibilità di condizionare la gara degli altri. Eh si, perché Perez (del resto anche Norris… le regole sono uguali per tutti) ha continuato a rimanere in pista condizionando la gara di chi gli stava dietro.

Il circo si sa, non conclude mai lo spettacolo senza lo show finale, cosa che puntualmente ci è stato gentilmente offerto alla seconda tamponata (gratuita e volontaria), sempre di Perez ai danni del solito e più veloce Leclerc. Peccato che lo show a cui la FIA ci ha fatto assistere, abbia toccato uno dei punti più bassi della sua storia recente: coerentemente con quanto fatto prima, come in una squallida raccolta punti, commina altri cinque secondi al messicano da sommare a quelli precedenti e naturalmente da scalare alla bandiera scacchi… perché Sergio nel frattempo, si è sparato il resto del GP comodamente fino alla fine, cercando di mettere al sicuro la sua posizione; proprio ai danni del suo bersaglio rosso preferito.

Signore e signori che mi leggete, ho terminato le parole per descrivere lo scempio a cui abbiamo assistito. Sia chiaro, ciò che mi scandalizza non sono gli incidenti di gara o le “forzature” alle quali Perez si è prestato… sono piloti, c’è adrenalina, sono li per lottare e questo lo comprendo.

Ciò che mi lascia perplesso è chi deve sorvegliare affinché le regole vengano rispettate. Domenica ho visto che la qualità del garante non è all’altezza di quella che è in pista e questo è un problema serio, perché a causa di ciò, è possibile condizionare il risultato di un GP; per non parlare di un mondiale intero. Che la F1 venga definita “circus”, dove porta il suo baraccone iper tecnologico in giro per il mondo; a far sognare milioni di appassionati mi sta bene. Che la F1, si trasformi in un circo inteso come baraccone che diventa una buffonata, questo non mi piace e purtroppo dopo domenica scorsa, un altro pezzo della sua credibilità è stato intaccato.

Vito Quaranta

VERSTAPPEN CONCEDE IL BIS A SPIELBERG. HAMILTON SEMPRE PIU’ PREOCCUPATO.

GP d’Austria 2020, il primo della storia a porte chiuse. GP d’Austria 2021, il primo dopo la pandemia con il pubblico senza limitazioni. Spielberg è evidentemente il luogo deputato per sperimentare quella che lo scorso anno abbiamo chiamato la “nuova normalità”, e per tornare, speriamo definitivamente, alla vera normalità.

Come era prevedibile, la ripetizione sullo stesso circuito a distanza di una settimana non offre grandi sorprese nella gerarchia dei valori, a parte Norris che si issa in prima fila, con Verstappen ovviamente in pole e il compagno in terza posizione. Le due Mercedes si qualificano quarta e quinta, e, per loro, si prospetta una gara in salita.

Quando si spengono i semafori, i primi partono con relativa tranquillità, mentre dietro si scatena la lotta senza quartiere per guadagnare qualche posizione. Ne fa le spese Ocon che è vittima del sandwich di altre due monoposto e danneggia la sospensione. Esce così subito la Safety Car per consentire la rimozione dell’auto del francese, operazione che richiede solo due giri.

Verstappen riparte al rallentatore, forse per favorire il compagno di squadra. La mossa gli riesce e Perez infatti attacca Norris, ma l’inglese resiste e il messicano finisce nella ghiaia perdendo molte posizioni. Dietro i primi due, Hamilton e Bottas ingaggiano una breve lotta, ma l’inglese resta davanti.

Dietro di loro, Leclerc rovina una buona rimonta con una staccata su Vettel che rischia di finire come un anno fa. Fortunatamente per entrambi, questa volta è solo il ferrarista a rimetterci qualche posizione.

Dopo 9 giri Verstappen ha già 4 secondi su Hamilton, bloccato dietro a Norris. 

Le due Alpha Tauri, partite con gomme soft come le due Aston Martin, inaugurano la serie di pit-stop al giro 13.  Perez, dopo l’uscita di pista, è in difficoltà e si fa superare da Leclerc.

Al giro 21 arriva la tegola per Norris, che viene assurdamente penalizzato per il duello con Perez, reo, secondo la severissima direzione gara, di non avergli lasciato spazio. In quel preciso momento, Hamilton riesce a superarlo e va alla caccia di Verstappen, che ormai è a 10 secondi.

Norris e Bottas si fermano al giro 31, con il primo che sconta la sua penalità e perde ovviamente la posizione. Hamilton si ferma al giro successivo, subito imitato da Verstappen e da Perez, che così prova l’undercut su Leclerc, con il quale era in lotta. Undercut che puntualmente riesce, nonostante i meccanici Red Bull riservino al messicano un altro pit-stop lento.

A metà gara, Verstappen ha ben 13 secondi di vantaggio su Hamilton, e 18 su Bottas, seguito a 2 secondi da Norris.

Dopo il cambio gomme, Leclerc è una furia, e recupera velocemente su Perez, Il quale gli riserva lo stesso trattamento che aveva ricevuto da Norris, spedendolo sulla ghiaia nella stessa curva. E, per coerenza, si prende 5 sec. di penalità. Fortunatamente  Charles non sembra avere danneggiato la macchina, ma si ritrova ad un secondo e mezzo dal messicano.

Hamilton inizia a perdere vistosamente da Verstappen. L’inglese ha danneggiato il fondo passando sui cordoli, e si ritrova con il posteriore difficile da controllare. Bottas recupera su di lui, e, a sua volta, Norris recupera sul finlandese. A quest’ultimo viene però detto di non dare fastidio al compagno di squadra.

Leclerc ritorna su Perez e viene nuovamente mandato nella ghiaia. Inevitabili le proteste del monegasco, e l’investigazione della direzione gara, che comminerà a Checo altri 5 secondi.

L’ultimo a fermarsi al giro 50 è Sainz il quale, partito con gomme dure, è l’unico, a questo punto della gara, ad avere gomme medie, e si trova a soli 7 secondi dal trio Ricciardo-Perez-Leclerc con ancora 20 giri da percorrere.

Al giro 52, la Mercedes autorizza lo scambio di posizioni fra Bottas ed Hamilton, il quale si ritrova a fare i conti con Norris, che lo supera facilmente e si riprende il podio. Lewis si ferma immediatamente per un secondo pit-stop.

Al giro 56 Perez supera un Ricciardo in difficoltà, messo subito nel mirino anche da Leclerc. Ma la McLaren è troppo veloce in rettilineo, e il ferrarista non riesce a raggiungerlo, e deve iniziare a preoccuparsi del compagno Sainz che sta rinvenendo velocemente su di lui. 

Al giro 61 Verstappen ha quasi 30 secondi di vantaggio su Bottas, e viene fatto fermare per sicurezza per montare un treno di gomme dure nuove.

Impossibilitato a superare Ricciardo, Leclerc fa passare Sainz il quale, nonostante gomme più nuove e morbide, fatica inizialmente a raggiungere l’australiano. Riuscirà però a superarlo all’ultimo giro, giusto in tempo per evitare che Perez guadagni quei 10 secondi che gli permetterebbero di mantenere, ingiustamente, la quinta posizione nonostante le due penalità.

La gara finisce così con Verstappen primo e autore anche del giro più veloce, seguito da Bottas e da un fantastico Norris. Quarto Hamilton, che vede l’olandese allontanarsi nel mondiale. Quinto un bravissimo Sainz, seguito da Perez, Ricciardo e Leclerc. Nono Gasly e decimo un coriaceo Alonso, riuscito in extremis ad agguantare l’ultimo punto ai danni del povero Russell, autore di una gara strepitosa con una Williams per una volta affidabile,

Gara, invece, a dir poco squallida per le due Aston Martin e le due Alfa Romeo, con Vettel e Raikkonen che si sono tristemente scontrati all’ultimo giro, a causa di una manovra assurda del finlandese, che appare, ultimamente, molto distratto. Tralasciando le due inutili Haas, menzione speciale per il protegé Honda che di nome fa Tsunoda, capace di beccarsi due inutili penalità per taglio della riga bianca in ingresso box. Domani ascolteremo con piacere i suoi team radio.

Ora una settimana di pausa e poi Silverstone, con ancora pubblico pieno, e, soprattutto, con il debutto della rivoluzionaria Sprint Race, che rappresenta l’ultimo colpo d’ascia ai gloriosi 70 anni di storia della F1. Ma, si sa, le cose devono evolvere, e vedremo, con curiosità, cosa ci riserverà questa novità.

P.S. Dietro i risultati di Norris c’è anche un certo Andrea Stella, che è passato dal fenomeno Nando al fenomeno Lando. Ovviamente fuori dalla Ferrari, come tanti suoi ex-colleghi che hanno trovato da far bene in altri lidi.

P.S. 2. I ferraristi si rassegnino, Silverstone sarà pista ostica e la macchina è sempre quella del Bahrain. Tutto è puntato sul 2022. Con buona pace dei due grandi talenti che guidano la rossa, che devono farsi altre 14 gare alla caccia di quinti e sesti posti. La si può pensare come una giusta gavetta, strano farla in un macchina col cavallino sulla carrozzeria.

* Immagine in evidenza dal profilo Twitter @redbullracing

F1 2021 – GRAN PREMIO D’AUSTRIA

Terzo appuntamento del trittico di Giugno sempre sul tracciato del Red Bull Ring. Avevamo detto che questa serie di gare così ravvicinate avrebbero dato un’impronta decisiva a questa prima metà di mondiale e così si sta dimostrando.

Occasione d’oro per la Red Bull di infilare la quinta vittoria consecutiva e mettere definitivamente alle corde una Mercedes che si ritrova senza armi per poter ribattere agli assalti del team austriaco.

Ingiocabile in qualifica e molto competitiva in gara, la Red Bull e Verstappen stanno abbattendo a spallate il feudo Mercedes che dura dal 2014.

immagine da formula1.it

Nella rivincita della gara di una settimana fa le uniche vere variabili saranno le differenti mescole portate da Pirelli, di uno step più morbido quindi C3, C4 e C5 e le temperature previste per il weekend di gara.

Queste sembrano le uniche vere “armi” con cui Hamilton e Bottas possono sperare di ribaltare l’esito di un GP che alla luce di quello appena disputato, appare scontato nell’esito.

A parziale sollievo dell’inglese viene in soccorso Allison che prevede qualche (piccolo) step evolutivo per la W12, anche se contro questa Red Bull potrebbe essere non abbastanza.

Ferrari ha aggiustato il tiro dopo la controprestazione di Francia e ha deliberatamente sacrificato la qualifica per una migliore resa in gara.

Osservando le rimonte di Sainz e Leclerc viene da dire che questa è la strada giusta da seguire, a maggior ragione in questo weekend in cui si useranno le gomme più morbide fornite da Pirelli.

immagine da modenaindiretta.it

Con un pò di fortuna in più in qualifica e più accortezza nelle prime fasi di gara (Leclerc ha rischiato anche nel sorpasso su Raikkonen. toccandogli l’ala anteriore…) è possibile guadagnare ancora terreno sulla McLaren, che ormai corre praticamente solo con Norris, mentre Ricciardo è ancora disperso senza apparente possibilità di recupero.

Nella lotta per i punti rientreranno di sicuro Alpha Tauri e Alpine, in particolare con Gasly che avrà una gran voglia di rivincita dopo il ritiro nelle prime fasi di fasi di domenica scorsa.

Gara senza grosse speranze di punti per le tre ultime squadre del lotto, a meno che Russell non si inventi qualcosa di particolare e la sua Williams riesca a portarlo fino al traguardo.

immagine da motorbox.com

Alla luce delle ultime 4 vittorie Red Bull, l’aspetto che risalta maggiormente non è tanto il fatto che la RB16-B sia attualmente la vettura più performante della griglia ma il fatto che, forse per la prima volta dal 2014, la Mercedes non sembra avere la capacità, e probabilmente neanche le volontà, di reagire ad una inferiorità tecnica di tale portata.

Ricordiamo tutti le ingenti risorse messe in campo dai tedeschi nel corso delle due stagioni in cui la lotta con Ferrari era serrata, soprattutto nel 2018. Ecco, niente di tutto ciò è previsto quest’anno, con una rivoluzione tecnica alle porte e la necessità di focalizzare tutte le risorse a disposizione per la nuova vettura.

Quindi Verstappen avviato facilmente verso il suo primo titolo? Questo no, anche se ormai l’inerzia del campionato va in quella direzione. In F1 basta poco, episodi a favore o contro per ribaltare gare e classifiche che sembrano già scritte.

Certo è che non rimane molto tempo al team di Brackley per cercare di restituire qualche sberla ad una Red Bull che invece non vede l’ora di affondare sempre più il colpo.

Intanto la Pirelli farà provare ad ogni team delle nuove gomme posteriori “rinforzate” nella struttura per ovviare definitivamente ai problemi di Baku e in vista del GP sulla pista di Silverstone che è storicamente un tracciato molto esigente nei confronti degli pneumatici.

Sarà interessante capire se questa nuova variabile modificherà e quanto i valori in campo.

*immagine in evidenza da projekt-spielberg.com

Rocco Alessandro

 

 

BASTIAN CONTRARIO: LA SOLITUDINE DEI MIGLIORI

Al primo appuntamento austriaco, in casa Red Bull, i bibitari segnano (in questo periodo di campionato europeo passatemi il termine calcistico) l’uno a zero a loro favore; aumentando cosi il vantaggio sia in classifica costruttori che piloti. Chi l’avrebbe detto che avremmo avuto uno stravolgimento cosi marcato delle gerarchie in campo? Proprio guardando la classifica e soprattutto la condotta della gara e distacchi all’arrivo, mi sono reso conto di una cosa: tutti noi aspettavamo con ansia questo momento, tutti noi bramavamo una lotta in pista che da troppo tempo mancava. Invece? Invece Max ha condotto in solitaria il suo trionfale GP in casa Red Bull, proprio come ci ha abituati l’attuale campione del mondo in questi ultimi anni. Evidentemente è destino che se vinci, se sei il migliore; sei anche solo.

La solitudine dei migliori è contraddistinta da cavalcate incessanti verso la vittoria, da inquadrature sterili e monotematiche, perché tanto sono da soli e c’è ben poco da inventarsi dal punto di vista dello show televisivo. Ne sanno qualcosa gli sponsor di Hamilton che hanno dovuto spingere sulla visibilità; visto che il campione non offriva spunto televisivo. Allo stesso modo, sta accadendo a Max; come giusto che sia.

Eppure la delusione resta: dai primi GP si era capito che non sarebbe stata la solita cavalcata in solitaria di Lewis e di conseguenza ci saremmo aspettati dei ruota a ruota intensi e soprattutto frequenti. Per un po’ abbiamo accarezzato il sogno, poi Red Bull ha iniziato a dilagare, AMG ad affondare lentamente e siamo arrivati alla situazione di sempre; e cioè alla solitudine dei migliori. Red Bull ha sviluppato la macchina e sebbene all’inizio alcuni dati non tornavano, hanno fatto quadrato e sono riusciti ad esplodere tecnicamente; poi uno come Verstappen ha fatto il resto. AMG si è letteralmente plafonata e le stilettate di Hamilton a riguardo nemmeno si contano più. Lewis sa benissimo che questo può essere il suo ultimo anno per superare “quota Schumacher”, perché il prossimo è un’incognita per tutti. Non è detto che AMG parta già con un progetto competitivo, non è detto che AMG riesca a dominare da subito (Dio non voglia!)… quindi il campione inglese ha fretta. Per contro Mercedes ha fatto intendere, per bocca del solito Toto, che presto dovranno prendere una decisione per quanto riguarda gli sviluppi della vettura 2022. Brutte notizie quindi per il campione inglese, specie che ora sta definendo anche i termini del rinnovo del contratto. Rinnovo che personalmente mi lascia stupito ed allo stesso tempo perplesso. Infatti credevo (non solo io che conto poco ad essere sinceri) che la star inglese avesse lasciato quest’anno. È anche vero che non ci aspettavamo una Red Bull cosi competitiva e forse nemmeno lo stesso Hamilton, il quale dopo la scorpacciata dell’anno scorso (complice la castrazione della PU Ferrari) forse pensava di poter replicare anche quest’anno in beata solitudine. Un esempio su tutti sono state le amare lacrime nel principato di Monaco… quella vittoria spettava a lui di diritto, perché palcoscenico migliore per sfoggiare l’orgoglio nero (tanto caro a Lewis) con Serena Williams; proprio non c’era. Invece quella solitudine gli è stata tolta, rubata e con molta probabilità non gli verrà restituita.

Chi invece non ci pensa proprio a fermarsi negli sviluppi, a costo di essere anche impopolare è proprio la Red Bull, la quale proprio per le motivazioni di incertezza dell’anno prossimo, preferirebbe abbonarsi alla quarta fila con l’inizio del nuovo mondiale e non abbandonare questa opportunità cosi ghiotta. I bibitari con Helmut Marko in testa, hanno la possibilità di far vincere dopo Vettel, il secondo pupillo della loro breve storia, che da tanto tempo allevano ed hanno spinto fino a quasi bruciarlo. Ne è passata di acqua sotto i ponti ed ora Max è pronto per il suo sogno. Se c’è una cosa che vincere sempre comporta, oltre a quella di essere solo; è quella della fiducia. Vincere è come una droga certo e la fiducia che da essa ne deriva è ineguagliabile: in Francia Max sbaglia la partenza…era nervoso era evidente. La sua personale cavalcata solitaria, fino al sorpasso di Hamilton e al conseguente trionfo, gli hanno dato un carica non indifferente. Lo si è visto domenica scorsa, dove il pupillo olandese della Red Bull non solo non ha ricommesso lo stesso errore; addirittura la vicinanza di uno come Hamilton nemmeno lo ha scalfito.

Cosa accadrà nel momento in cui la FIA delibererà l’utilizzo delle nuove mescole posteriori in nome della sempre invocata sicurezza? La Red Bull di Verstappen continuerà ad essere imbattibile lasciando l’olandese solo davanti a tutti, oppure il campione inglese riprenderà a dominare?

Se la prima ipotesi, allora AMG riceverà un duro colpo dal quale dubito che si possa riprendere. A tal proposito, considerando l’incetta di titoli fatta in questi ultimi lunghi sette anni, la scelta di concentrarsi sul 2022 sarà conseguenza logica; con buona pace di Hamilton.

Se la seconda invece, non solo potremmo assistere ad un capovolgimento della classifica; inevitabilmente saremo investiti tutti da una ridda di polemiche senza fine, perché la F1 avrà consumato l’ennesima porcata della sua storia. Del resto la sicurezza è l’arma perfetta, l’alibi indistruttibile per poter attuare i veri piani dell’una o dell’altra squadra che attualmente comandano in F1. Una cosa è certa: comunque vada, avremo uno solo che vincerà, uno solo che dominerà e che condurrà quasi nell’anonimato il GP di turno… questo è il destino di chi deve vincere; questa è la solitudine dei migliori.

Vito Quaranta

VERSTAPPEN DOMINA IN STIRIA. HAMILTON E LA MERCEDES INIZIANO A PREOCCUPARSI.

Prima o poi tutte le epoche finiscono. E, oggi, qualcuno abituato a vincere e stravincere sta iniziando a chiedersi se la sua epoca non sia arrivata al capolinea.

Già dalle prove si capisce che la musica non cambierà rispetto alla settimana scorsa, con la Red Bull superiore alla Mercedes e Hamilton dietro anche a Bottas, il quale però vanifica l’ottima seconda posizione guadagnata nelle qualifiche con una penalità presa per uno strano testacoda in corsia box, dopo un tentativo di partenza in seconda.

Quando si spengono i semafori, Max parte alla perfezione, mentre Hamilton fatica a prendere il ritmo e deve difendersi da Norris e Perez. 

Leclerc si ferma subito per cambiare l’ala, rovinata da un contatto con Gasly, il quale fora e deve ritirarsi con la sospensione divelta.
Al giro 10 Norris va lungo e Perez lo infila insediandosi in terza posizione. Poco dopo anche Bottas lo supera e si porta in quarta.

Verstappen mette rapidamente una distanza di sicurezza fra sé e Hamilton, mentre Perez e Bottas perdono circa un secondo al giro. Tutti gli altri sono ancora più distanti.

Mentre Leclerc recupera posizioni su posizioni, al giro 27 Perez apre la serie di pit-stop dei primi. Purtroppo il suo box non è così pronto, questa volta, e Bottas, fermatosi al giro successivo, riesce a rubargli la terza posizione. Al giro successivo è il turno di Hamilton, e a quello ancora dopo tocca a Verstappen. Stavolta i meccanici Red Bull non sbagliano, e Max mantiene comodamente la prima posizione. Tutti i primi quattro hanno montato gomma dura, e andranno quindi comodamente fino alla fine.

A metà gara il quinto, Norris, è quasi doppiato. Sainz è l’ultimo degli altri a fermarsi. La strategia Ferrari questa volta asseconda una SF21 molto a più agio in gara, e grazie al pit-stop ritardato lo spagnolo recupera fino alla sesta posizione. Anche Leclerc, dopo la sua seconda sosta, recupera posizioni su posizioni, rientrando in zona punti.

Davanti non c’è lotta. Verstappen guida con sei secondi di vantaggio su Hamilton, e Bottas si trova ad oltre 20 secondi dal compagno, tallonato da Perez che prova ad avvicinarlo senza riuscirci. E così a 16 giri dalla fine il messicano si ferma per montare gomme soft e tentare l’attacco al giro veloce, fino a questo momento in mano ad Hamilton. Puntualmente riesce nell’intento, ma, soprattutto, inizia a guadagnare oltre due secondi al giro su Bottas.

L’inseguimento, però, si conclude solo all’ultimo giro, senza alcunaà possibilità di sorpasso. E pure il giro più veloce tornerà nelle mani di Hamilton proprio all’ultima tornata, dopo che l’inglese si è a sua volta fermato per montare gomma soft.

Finisce così con Verstappen assoluto dominatore, davanti alle due Mercedes e a Perez. Quinto e doppiato Norris, autore di una gara solida e tranquilla, davanti a Sainz e Leclerc, con una Ferrari molto più buona in gara rispetto a quanto non lo sia stata nelle qualifiche.

Ottavo Stroll, ben davanti al suo più titolato compagno di squadra, nono Alonso, ben davanti al suo ben più giovane compagno di squadra, e decimo un discreto Tsunoda, capace, per una volta, di fare un week-end senza errori e senza lamenti.

Fuori dai punti Raikkonen e Vettel, molto in ombra in una giornata dove qualche occasione per andare a punti ci sarebbe potuta essere. Notte fonda per Ricciardo, tredicesimo, seguito da Ocon e Giovinazzi, giovani di non bellissime speranze.

Da segnalare l’ottima gara di Russell, ottavo vicinissimo ad Alonso fino a quando problemi al circuito dell’aria delle valvole pneumatiche non lo costringono ad un pit-stop molto lungo per la ricarica, e ad una successiva ulteriore fermata, e infine al ritiro.

Senza la foratura di Baku, sarebbero state 4 vittorie di fila per Max. Ma lo sono state per la Red Bull, visto che in Azerbaijan ha vinto Perez. Un dominio senza precedenti nell’era ibrida. Fra una settimana si corre di nuovo a Spielberg, ed è logico pensare che il risultato sarà il medesimo. Confermando la fine di un’epoca. Finalmente.

P.S.
Nel 2017 e 2018, quando la Ferrari impensieriva la Mercedes, a metà stagione puntualmente iniziavano le dichiarazioni di Wolff e di Hamilton a proposito di “strane velocità in rettilineo”, seguite poi puntualmente da indagini FIA e dal crollo delle prestazioni dopo l’estate, fino ad arrivare all’annullamento totale della Scuderia in nome di una irregolarità mai dimostrata.
Oggi la storia si ripete. Quello che si è sentito in questi giorni sono cose del tipo “sono molto veloci in rettilineo, sarà merito dell’ala”, oppure “non si possono portare aggiornamenti se non per l’affidabilità, ma il loro motore è cresciuto”. Cose così. 
Senza volere parafrasare un ingegnere molto noto che dal 2014 grida al complotto FIA-Mercedes, faccio umilmente notare che nessuno degli avversari ha mai chiesto a gran voce una verifica quando i tedeschi avevano 60 cavalli più degli altri e bruciavano 6 kg d’olio a gran premio contravvenendo, evidentemente, allo “spirito” di un regolamento che mira alla sostenibilità.
Comunque possiamo stare tranquilli: questa volta non ci sarà nessuna indagine FIA, un po’ perchè in Red Bull sono meno ingenui rispetto ai nostri connazionali e corregionali, un po’ perchè sarebbe brutto colpire la Honda proprio all’ultimo anno di una presenza iniziata malissimo ma, soprattutto, perchè la F1 ha bisogno di vedere vincere qualcun altro.

* immagine in evidenza dal profilo Twitter @redbullracing