Archivi tag: Formula uno

LE OFF SEASONS DI UNA VOLTA

40 anni fa le pause invernali erano più divertenti. Capitava ad esempio di veder foto del genere arrivare sulla sezione sportiva dei quotidiani nazionali:

Non corse mai ma avrebbe ammazzato la concorrenza. Il passo maggiorato per via della doppia gommatura posteriore garantiva un Venturi mostruoso e la sezione ridotta delle posteriori, che invero erano quattro anteriori, la rendeva capace di velocità di punta equiparabili ai motori turbo dell’epoca. Interessante anche questa:

Altra perla British che non corse mai. La BT51 ad effetto suolo per il 1983 effettua quello che oggi chiameremmo shakedown al Ricard. Le linee snelle ricordano più la vincente BT49 rispetto alla giunonica BT50 che la precedette. Il ban della FIA di fine dicembre 1982 su minigonne ed effetto suolo con imposizione del fondo piatto la pensionarono che era ancora in fasce. La cosa curiosa è che Brabham e Ferrari, pronte con le loro vetture ad effetto suolo per il 1983 (noi con la 126C2B a cambio longitudinale che aveva già corso a fine Mondiale) di fatto dovevano essere le più svantaggiate per la decisione della FIA. Ovviamente Gordon Murray reagì con l’agilità di una pantera e sfornò al volo questa che, altrettanto ovviamente, vinse all’esordio e poi il Mondiale (sia pure con un aiuto irregolare da parte delle benzine illegali sul quale il Vecchio (ovviamente) chiuse un occhio a fine 1983 perchè aveva vinto il Costruttori (quindi stigrandissimicazzi del Piloti)

Nelson Piquet (BRA) Brabham BT52 finished second.
Monaco Grand Prix, Rd 5, Monte Carlo, 15 May 1983.
BEST IMAGE

Noi altri invece, con la famigerata velocità di un Ministero il giorno prima delle vacanze di Natale, portammo in pista questa cassapanca ai limiti dell’inguardabile

Patrick Tambay (FRA) Ferrari 126 C2B

Verso metà stagione invece (sic) venne pronta questa, ossia la 126C3 “punto zero”

Alle sue forme snelle fecero seguito i record in pista nei test a Fiorano e Zeltweg. Misteriosamente cassata a favore dell’aero della 126C2B (sic) che debuttò a SStone nelle mani di Tambay in ossequio al fatto che precedeva Arnoux nel Piloti

Altri tempi proprio……..

BASTIAN CONTRARIO: NON C’E’ RAGIONE

La settimana scorsa, mi sono speso su queste righe nel dimostrare perché Binotto avesse avuto ragione su tante scelte, nonostante in molti invocassero già da tempo la sua testa. Ebbene ora mi trovo ad ingollare il calice amaro della cocente sconfitta magiara, punto più basso (fino ad ora!) raggiunto dalla Beneamata del team principal italo elvetico. Del resto lo scrissi no? Su queste righe non si tifa, si analizza e si ragiona.

Non c’è ragione sulla scelta operata dal muretto rosso (così ci leviamo subito il dente dolente), questo ormai è palese. Eviterò di tediarvi su cosa avrebbero dovuto fare realmente, anche perché c’è gente molto più brava di me nel descrivere ciò. Ormai anche i sassi hanno capito che il punto debole del Scuderia Ferrari è il reparto strategie, punto debole che è divenuto addirittura il principale nemico di se stessa, più della Red Bull. Al che arriviamo al nodo gordiano del mefitico problema e cioè mozzare la testa del colpevole Rueda… bene! La mia domanda a questo punto è: chi al posto suo? Quali conseguenze, in seguito, per via di questo appiedamento? Onestamente mi rendo conto di essere impopolare (che bastian contrario sarei altrimenti?), eppure cerco di pensare alle conseguenze di questo gesto in corso d’opera. Ci ritroveremmo con una squadra fortemente debilitata, principalmente dal punto di vista motivazionale, con un’ammissione di resa incondizionata. Allo stato attuale la Ferrari è come la Kriptonite… nessuno la vuole toccare, per il semplice motivo che già normalmente la pressione è alle stelle… figuriamoci ora. In Ferrari se sei assunto devi vincere subito, a differenza delle altre squadre, ed ora si invoca a gran voce il salvatore di turno.

Non c’è ragione in questa attitudine comportamentale e non sta né in cielo e né in terra una situazione del genere. Cosa dovrebbero dire in McLaren, giusto per citare un esempio, dato che non vincono da eoni? Che una parte del muretto debba essere quanto meno rivista, è fuori di discussione, solo che se l’esercizio deve essere a chi fa rotolare la testa del Rueda di turno il più lontano possibile, il sottoscritto non lo sa come va a finire. Purtroppo la domanda rimane sempre la stessa: chi al posto suo? Davvero si crede che Binotto non abbia pensato a questo problema? Davvero si crede che ci sia la fila alla porta solo perché il blasone del nome è altisonante? Davvero si crede che la stratega della Red Bull faccia tutto da sola perché genio? La verità è che Ferrari non è pronta per vincere il mondiale, nonostante si sia presentata puntuale all’appuntamento del 2022 con una F1- 75 strepitosa e purtroppo fragile.

Proprio la monoposto (una delle migliori mai uscite da Maranello), è stata un enigma. Non c’è ragione infatti che una bestia, come la chiama Charles, come la F1-75 sia letteralmente crollata nel freddo della pista ungherese che improvvisamente è divenuta “front limited” e quindi completamente a favore della Red Bull di Verstappen, a differenza e, clamorosamente direi, della pista francese, la quale sulla carta era proprio a favore dei bibitari e che poi stava per regalare la vittoria a Charles, prima che sbagliasse.

Non c’è ragione che i due piloti della Rossa avessero sensazioni e dichiarazioni completamente diverse: lo spagnolo coerente con le dichiarazioni di Binotto e il monegasco nel verso completamente opposto al suo team principal.  Lo stesso monegasco, che una volta risolta la pratica Sainz prima e Russell dopo superandolo prendendosi non pochi rischi, come mai non si è imposto sulla squadra? Verstappen, nel portare la macchina sulla griglia di partenza, poco prima della partenza, si è reso conto che le Hard proprio non andavano (giro di riscaldamento!) e la squadra, fidandosi (anche) delle sensazioni del pilota, ha cambiato su due piedi la strategia. Charles come mai non ha insistito nel rimanere in pista quando ha capito che sulle medie andava bene? La completezza dell’olandese rispetto al suo avversario rosso è anche in questi dettagli. Sia chiaro, lungi da me nell’addossare la croce a Leclerc, il quale ha dovuto fare gli straordinari, eppure non c’è ragione nel suo comportamento e quindi in quello di non essersi ostinato nel rimanere in pista. Charles è la prima volta che si gioca il mondiale, mi auguro che stia facendo tesoro di questa esperienza, in quanto gli verrà utile negli anni a venire, soprattutto per colmare la lacuna che ancora ha e cioè la visione di gara. Verstappen è stato esaltato per la condotta di gara, che per carità, sebbene sia stata apparentemente impeccabile, di certo non è stata esente da errori e comunque l’olandese, forte di tutta la tranquillità di cui può godere, non ha dovuto fare altro che fare il suo mestiere e attendere gli eventi. Con sessanta e passa punti di vantaggio (ora sono ottanta), chiunque si sarebbe comportato a quel modo… chi glielo faceva fare di spingere? Red Bull non ha fatto altro che seguire il copione giusto ed in questo caso il demerito (o regalo) Ferrari vale più della loro bravura. Persino AMG ne ha approfittato, di fatto è stata una grande festa dove era la Rossa che offriva! Ciò che attualmente fa più specie non è tanto il distacco con Red Bull, quanto quei “miseri” trenta punti che separano AMG dalla Rossa. Ci si potrebbe soffermare sul ragionamento che la classifica è bugiarda, in quanto il potenziale della W13  non vale quello della F1-75, eppure i fatti dicono l’opposto perché le gare sono contornate da mille sfaccettature e l’affidabilità, gli errori dei piloti e soprattutto gli errori del muretto alla fine fanno punteggio eccome.

In tutto questo marasma, aggiungo che non c’è ragione nel comportamento della tifoseria anti Binotto e degli stessi tifosi Ferrari. Posso capire lo sconforto dovuto a quanto visto domenica scorsa, posso capire la rabbia inziale eppure sono inaccettabili determinati comportamenti dove taluni hanno aspettato proprio questo momento per dare addosso al bistrattato Binotto e poter fare a gara a chi beccava più consensi possibili. La fiera dell’assurdo. Cosa sarebbe stata la Scuderia di Schumacher – Todt – Brawn ai tempi di twitter? Cosa si sarebbe detto (il 1996 è stato il primo anno e non vale mai) a fine 1997? Cosa nel 98’? Avrebbero chiesto la testa di Todt appesa ad una picca nel 99’? Come si può essere così ottusi e, quindi, con la vista ottenebrata nel chiedere di vedere rotolare la testa (ho letto queste testuali parole purtroppo) di Binotto, il quale sebbene sia il responsabile della squadra è anche colui che ha creato i presupposti per ritornare al vertice? Si manda via lui e chi viene? Inoltre colui che lo sostituirebbe davvero si crede che possa fare qualcosa nell’immediato? Questa è semplicemente follia, perché si rimanderebbe di anni un programma vincente già avviato. Soprattutto Binotto, andando via, porterebbe con se tutti i segreti tecnico regolamentari della F1-75 e vi assicuro che c’è la fila nell’assumere il team principal rosso. La cacciata di Aldo Costa e di James Allison non hanno insegnato nulla? Tempo un paio d’anni (il regolamento attuale è in vigore fino al 2026) e chiunque ne raccoglierebbe i frutti di tale sapere. Non c’è ragione in tutto questo… non ve n’è alcuna!

 

Vito Quaranta

BUONA VITA, SEBASTIAN

Il nostro Sebestemmio lascia il Circus a fine 2022. Mi sembrava giusto dedicargli due righe sulle nostre pagine. A mio parere quello che ha fatto vedere nei suoi quattro anni iridati 2010/2014 è stato superiore a quello che ha fatto vedere Hamilton dal 2014/2020. Non fosse altro che durante il quadriennio d’oro in Redbull il suo compagno di squadra non si è mai classificato secondo nel WDC. Contrariamente a quanto accaduto in ogni Mondiale dal 2014 al 2020 con l’eccezione del 2017/2018 anni in cui, curiosamente, fu proprio Vettel ad essere vicecampione del Mondo.

 

Buona vita, Sebastian

BASTIAN CONTRARIO: BINOTTO AVEVA RAGIONE

Il GP di Francia è andato com’è andato ed inutile stare a recriminare. Chi vi scrive ha troppi segni sulla schiena, dati dalle vergate delle batoste prese per credere nel mondiale piloti. Già era impresa impossibile con trentotto punti di scarto, figuriamoci con più di sessanta, soprattutto contro questo Verstappen. L’olandese, in termini di performance, si equivale con il monegasco solo che (c’è sempre il trucco) il buon Max rispetto al ferrarista ha più esperienza. Se credevate di leggere, su queste righe, il catechismo dell’indottrinamento del tifoso perfetto, allora avete aperto il link sbagliato. Qui non si tifa, si analizzano i fatti.

Charles, con buona pace dei suoi acerrimi tifosi (ebbene sì, la tifoseria social nemmeno lui ha risparmiato), i quali hanno disperatamente cercato conferme nella rottura dell’acceleratore per poter dare la colpa a qualcun altro (indovinate chi?), si è assunto la totale colpa dell’accaduto. Il monegasco, a nemmeno un quarto di secolo di età, ha dato una lezione di vita, di maturità e palle a tante e tanti che bazzicano attorno al mondo della F1. Verstappen sapeva che chi si doveva prendere rischi non era lui; Verstappen sapeva che spingere a rotta di collo avrebbe nuociuto più a lui che a Le Clerc: si chiama maturità, visione di gara in prospettiva futura, cosa che Le Clerc ancora non ha. Pazienza, imparerà!

Eppure questo amaro GP francese non è tutto da buttare. La chiave di lettura ce la dà proprio il buon Carlos che con la sua rimonta ci fa capire come stanno lavorando  a Maranello. Binotto ha sempre detto, tra le mille critiche dei più, che, prima di portare un aggiornamento, il team si sarebbe concentrato nell’estrarre tutto il potenziale dall’aggiornamento portato precedentemente. Per la serie “caviamo sangue dalle rape”! La F1-75 è nata bene, ha un’ottima base e sebbene sia fragile, è velocissima (meglio una macchina veloce e poco affidabile che il contrario) e sta portando tante soddisfazioni: la correlazione tra dati virtuali e reali coincidono. A differenza di Red Bull, che nonostante la mole di punti di vantaggio che si ritrova, ha dovuto spingere tantissimo sullo sviluppo, portando parti nuove praticamente ad ogni GP, tanto che persino il team di ingegneri delle lattine volanti è stato costretto a dare lo stop e addirittura ritornare a soluzioni vecchie. Binotto aveva ragione!

La F1-75 non ha nulla da invidiare alla RB18, anzi ultimamente gli è superiore. Questo è corroborato dal solito Sainz, il quale partendo diciannovesimo si è trovato a lottare per il podio e solo l’errore al box gli ha impedito di festeggiare con lo champagne. Il nuovo fondo portato su entrambe le rosse ha funzionato alla grande e sebbene i primi otto (dal diciottesimo all’undicesimo), davanti a Carlos, non fanno testo è anche vero che vedere lo spagnolo, superare il midfield in scioltezza e ingaggiare una lotta contro Perez, dove non c’è stata storia, era gioia per gli occhi. Binotto aveva ragione! Cosi come il Team Principal della Beneamata aveva ragione sugli ordini di scuderia. Sempre i secondi piloti sono stati il metro di paragone di ciò che sto affermando: sabato Perez si è rifiutato di dare la scia al compagno, Sainz invece ha detto “obbedisco”. Ha fornito la scia necessaria nel settore dove Ferrari perdeva per fargli fare la differenza al traguardo. In gara Sergio era visibilmente smarrito e alla ripartenza Russell lo ha umiliato. Carlos invece ha dato anima e corpo per la squadra. Se si crede che questa condotta di gara, da parte dei due piloti, sia frutto del caso allora non so che fare per voi pochi che mi leggete. Il messicano, sportivamente parlando, è stato castrato ad inizio mondiale con un paio di team order che segano le gambe. Hai voglia a festeggiare a Montecarlo, alla fine certe politiche di squadra logorano. Ed infatti Perez fa l’insubordinato il giorno delle qualifiche come detto.

Sainz dal canto suo, grazie a Binotto, ha l’onore salvato ed il morale alle stelle: carico della sua prima vittoria in F1 (con una rossa per giunta!) e, soprattutto, senza essere stato umiliato da un team order che in tanti invocavano, intelligentemente ha saputo mettersi al servizio della squadra sapendo che non c’era nulla di male e che comunque lo doveva al team ed al compagno. Pensiamo all’incontrario: immaginate che in Inghilterra Binotto avesse ordinato allo spagnolo di dare strada a Charles, che condotta avrebbe avuto in futuro Sainz? Ovvio che non avrebbe avuto più fiducia nella squadra. Per non parlare del fatto che, domenica, Charles comunque è uscito fuori pista, con il risultato che ci saremmo trovati una coppia di piloti completamente spompata: un Le Clerc mentalmente a pezzi e deluso ed un Sainz completamente demotivato; per la serie cornuti e mazziati.

Nonostante le mille critiche da social, nonostante l’attacco frontale da parte di certa stampa, Binotto aveva ragione delle sue scelte con buona pace di tutti i detrattori “dalla chiamata facile”. In questo modo, senza aver “castrato” lo spagnolo, ci ritroviamo una coppia di piloti “magri e famelici”; proprio come i soldati di Massimo Decimo Meridio nella campagna di Germania. Magri perché hanno ottenuto meno di quello che il loro talento e la loro macchina gli consentirebbe e famelici perché, alla luce di quanto accorso (fuoco e fiamme per Carlos e ritiro per Charles), sono incazzati come iene! Binotto non ha mai sognato di far venire in squadra Carlos per fargli fare “il cameriere” come taluni dicono o invocano. Su questa rubrica già mi spesi a riguardo, affermando che guai se il monegasco si fosse plafonato con un compagno accomodante. Charles da il meglio di sé proprio quando deve demolire l’avversario ed in F1, si sa, il primo da sconfiggere è proprio “l’altro” nel box affianco.

Inoltre, non per ultimo, c’è un campionato costruttori da vincere. Il mondiale piloti è stato fortemente compromesso e se scrivo in questo modo è solo perché c’è la matematica che tiene a galle le nostre speranze. Ovvio che se devo usare la logica e rimanere con i piedi per terra, allora personalmente, ho riposte le mie speranze di vedere l’iride che più conta in quella curva dove l’ha parcheggiata Le Clerc. Il mondiale marche è tutt’altra faccenda. Questo Ferrari può e deve portarlo a casa, sia perché ha sfornato una macchina da mondiale e sia perché, checché se ne voglia dire e pensare, la Rossa ha la coppia di piloti migliore di tutto il lotto. Immaginate un Carlos spompato, alla Perez per l’esattezza. Verstappen può permettersi di fare il buono ed il brutto tempo, perché il suo vantaggio è simile al PIL di uno stato sudamericano, mentre Ferrari ha bisogno dell’apporto di tutti e due. Immaginate, dicevo, lo spagnolo che non crede più nella squadra… sarebbe un disastro. Invece, per un motivo o per un altro, sono entrambi motivati e visto che ora nessuno ha più nulla da perdere, magari correranno con la mente più libera… e magari si divertiranno pure. Assolutamente il bicchiere è mezzo pieno e i fatti dicono che Binotto aveva ragione.

 

Vito Quaranta