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LA STORIA DELLA FERRARI 312T: 1978 (QUINTA PARTE)

La vittoria inaspettata di Brands Hatch convince Forghieri che le nuove fiancate hanno dato buoni frutti per cui si continua a lavorare sull’aerodinamica della 312T3. Reutemann scende in pista a Fiorano con le minigonne laterali abbinate a una sorta di “spazzaneve” anteriore che costituisce un restringimento in entrata e impedisce all’aria di infilarsi al di sotto delle fiancate stesse.

Con il GP di Germania comincia la serie di piste veloci dal momento che anche quest’anno si corre a Hockenheim. Il Nürburgring è ormai destinato a non ospitare più la F1 per svariati motivi, dalla poca sicurezza dell’impianto (troppo lungo e difficile da coprire con un adeguato servizio in pista) alle ragioni puramente commerciali (spese organizzative alte e troppo pubblico non pagante). Il tracciato del Baden-Württemberg ha le enormi tribune del Motodrom che possono ospitare comodamente fino a 100mila spettatori che possono vedere 45 passaggi invece di 14, anche se mancano tutte le attrattive spettacolari del ‘Ring. La gara è formalmente organizzata dal AvD (Automobilclub von Deutschland) che però l’ha ceduta in gestione a Bernie Ecclestone e a Max Mosley, ex socio fondatore della March e ora avvocato della FOCA a tempo pieno.

Contrariamente alla logica, gli organizzatori del GP che si corre su un circuito di quasi 7 km riducono a 24 il numero di partenti rendendo necessarie le pre-qualifiche per i non iscritti FOCA. Come già successo a Zolder l’ora decisiva si è svolta il 26 giugno, un mese prima del GP, e Rosberg ha ottenuto il miglior tempo con la Wolf di Teddy Yip davanti a Merzario e Rebaque. Sono eliminati Arnoux con la Martini e Lunger con la McLaren della BS Fabrications.

A Brands Hatch due Brabham Alfa Romeo sono salite per la prima volta sul podio per la gioia di Carlo Chiti che, dopo la vittoria “ventilata” di Anderstorp, comincia a prenderci gusto.

La vittoria ottenuta lo scorso anno da Lauda proprio all’Hockenheimring costituisce un ulteriore stimolo per l’austriaco che non ha digerito la sconfitta britannica e ha il dente avvelenato con Giacomelli.

A Brands Hatch, John Watson è stato autore di una gara giudiziosa. Nei primi giri ha avuto problemi di surriscaldamento delle gomme per cui ha rallentato il ritmo per conservarle e alla fine ha conquistato il secondo podio dell’anno.

La Tyrrell porta in Germania le solite monoposto, prive di novità. In quel di Ripley, Maurice Philippe sta lavorando a una nuova monoposto. Questa volta non ci sono le radiali Goodyear da provare.

Il tracciato di Hockenheim non ha le curve medio-veloci che esaltano le caratteristiche della Lotus.

Sarà interessante vedere come si posizioneranno Andretti e Peterson sia in prova che in gara.

Il prototipo M26E è stato riposto in magazzino per cui l’unica novità in casa McLaren rispetto a Brands Hatch è l’assenza delle scritte Marlboro su auto, tute e caschi dovuta alla severità della legge tedesca sulla pubblicità delle sigarette.

Seconda gara di casa per la ATS che anche questa volta ha il solo Mass disponibile. Sulla sua HS1/1 ci sono ulteriori modifiche apportate da John Gentry che ha aperto due prese d’aria NACA sui lati delle fiancate per raffreddare i radiatori dell’olio. Perso definitivamente Rosberg, che questa volta potrà correre con la scuderia Theodore, Günter Schmid richiama Jarier, libero da impegni con la Shadow nella serie Can-Am.

La vittoria di Brands Hatch ha risollevato il morale di Reutemann che però sa di avere sfruttato un’opportunità probabilmente irripetibile ma cerca di far valere il momento favorevole.

Ora anche Villeneuve ha le stesse fiancate e la nuova disposizione dei terminali di scarico sulla 312T3/035 che ha usato in Francia.

Fittipaldi è fiducioso dopo la bella prova inglese, anche se finita male per la rottura del motore.

La Renault ha rotto il motore nelle ultime tre gare, creando diversi dubbi sulla effettiva adeguatezza del turbo per le corse di F1.

Nuovo alettone posteriore con paratie laterali lunghe e tubo di sostegno sulla Shadow di Stuck, una soluzione sempre più utilizzata dalle squadre.

Nessuna novità sulla DN9/4A di Regazzoni.

La Surtees ha realizzato la terza TS20 come muletto per Keegan e Brambilla.

C’è delusione alla Wolf dopo l’occasione sfumata per i problemi al cambio che hanno fermato la WR5 a Brands Hatch mentre era al comando della corsa.

Jody Scheckter è al centro dell’attenzione. Il 26 luglio si è infatti recato a Maranello dove ha firmato un super contratto da 500 milioni di lire (2 milioni di euro). Non è ancora noto chi sarà il suo compagno di squadra nel 1979.

Nuovi piloti alla Ensign. Morris Nunn e Derek Daly hanno una disputa contrattuale così il proprietario della squadra ingaggia il 25enne brasiliano Nelson Piquet che sta facendo molto bene nei campionati britannici di F3 e ha dominato la gara disputata a Le Castellet in occasione del GP di Francia di F1. Piquet usa il cognome della madre fin da quando ha cominciato a correre per tenere nascosta la sua attività al padre Estácio Souto Maior, ministro della salute brasiliano nel 1961, il quale voleva che il figlio facesse il tennista. Dopo la morte del padre avvenuta nel 1974, il giovane pilota (che prima si faceva addirittura chiamare Piket) ha mantenuto il cognome della madre.

La MN06 viene noleggiata dalla Sachs Sporting, ramo sportivo dell’azienda tedesca produttrice di componenti per auto, nonché sponsor di Harald Ertl che ritorna in F1 un anno dopo la cessazione del rapporto con la Hesketh. Il pilota-giornalista austriaco (ma residente a Manheim) ha ora un casco blu che riprende lo stesso schema grafico di quello giallo.

Hector Rebaque si è pre-qualificato per cui può di nuovo tentare di entrare nei 24 ammessi alla partenza.

La Ligier porta in Germania la JS9/02, ottenuta smantellando la vecchia JS7/03 e tenuta come muletto.

La Williams prova un nuovo cofano motore privo della cupola che copre il motore.

Ritorna il team Theodore che ha acquistato le Wolf WR3 e WR4 per Keke Rosberg. Sulla vettura compaiono lo sponsor tedesco di abbigliamento Kern, oltre alla Air Press “importata” da Rosberg dalla ATS.

C’è nervosismo alla Arrows. Il processo per la causa intentata da Don Nichols è iniziato pochi giorni prima della trasferta tedesca e a breve si attende la sentenza che potrebbe essere tutt’altro che favorevole alla scuderia di Milton Keynes. Nichols sostiene che si è trattato di un deliberato tentativo di spingere il team Shadow in difficoltà finanziarie allo scopo di permettere che fosse rilevato. Nichols afferma che “è stato combinato in anticipo, e questa fu la ragione per cui il team Shadow si trovò in difficoltà l’anno scorso”, facendo intendere premeditazione da parte degli accusati. Sostiene che ciò fu progettato insieme ad Ambrosio fin dal luglio 1977. Nichols accusa i suoi ex associati di aver cospirato contro di lui e specifica i nomi di Jackie Oliver, Alan Rees, Dave Wass e Franco Ambrosio, mentre Tony Southgate si sarebbe unito più tardi al gruppo.

Migliora Arturo Merzario che è di nuovo ammesso alle prove ufficiali.

Nel paddock il direttore tecnico e il responsabile della BMW Motorsport, Paul Rosche e Jochen Neerpasch, presentano insieme a Ronnie Peterson la BMW M1. Si tratta di una meravigliosa vettura disegnata da Giorgetto Giugiaro il cui telaio, sospensioni e aerodinamica sono stati progettati alla Lamborghini da Giampaolo Dallara. Il motore, derivato da quello della 635 Coupè (6 cilindri in linea da 3.500 cc da 280 cv) è stato sviluppato proprio da Paul Rosche. La M1, prodotta in 399 esemplari, sarà protagonista della BMW M1 Procar Series, un campionato che si disputerà durante alcuni weekend dei GP europei del 1979 e vedrà sfidarsi anche alcuni piloti di F1.

I 28 pre-qualificati scendono in pista alle 10 di venerdì mattina per i primi 90 minuti di prove per lo schieramento. La mente vulcanica di Gordon Murray non si è ancora arresa al compromesso aerodinamico imposto dal 12 cilindri Alfa Romeo, così Lauda prova un’ennesima modifica sulla BT46/3 che ora ha il musetto del progetto originale (visto anche sulla BT46B) e ha spostato i radiatori dell’acqua sull’esterno di nuove fiancate realizzate in fretta e furia.

L’esperimento non dà i risultati sperati per cui viene archiviato in fretta e l’austriaco riprende la solita BT46/6 con la quale ottiene il terzo miglior tempo della mattina. Davanti a tutti ci sono le due Lotus, con Peterson che ottiene il miglior tempo in 1’52”15, quasi un secondo meno della pole di Scheckter del 1977.

Andretti è secondo a 55 centesimi, solo 3 meno di Lauda. Gli altri, Scheckter, Watson, Jabouille, Hunt e Tambay hanno distacchi che vanno dal secondo e mezzo in su e precedono le Ferrari di Reutemann (+2.41”) e Villeneuve (+2.45”). Pierre Dupasquier si occupa personalmente di controllare la pressione delle gomme Michelin.

Jarier esce di pista per il blocco dell’acceleratore e distrugge l’anteriore della HS1/2, dovendosi poi arrangiare col muletto HS1/3 non aggiornato.

Fa molto caldo a Hockenheim e al pomeriggio la temperatura dell’asfalto permette a pochissimi di migliorare il tempo della mattina. Tra questi c’è Peterson che lima 2 centesimi ma soprattutto Lauda e Scheckter che scavalcano Andretti la cui Lotus 79/3 ha problemi di alimentazione ed è costretto a girare col muletto 79/1 col quale non riesce a migliorare.

Jones è quinto (+1.37”) davanti a Hunt, Laffite, Watson e Jabouille. Per trovare le Ferrari bisogna scendere all’undicesimo e tredicesimo posto.

I meccanici Lotus hanno risolto i problemi della vettura di Andretti che sabato pomeriggio mette in riga tutti con il tempo di 1’51”90, battendo il compagno di squadra di 9 centesimi e conquistando la quattordicesima pole.

Anche questa volta l’unico che si avvicina alle monoposto nero-oro è Lauda (+0.39”) che precede Scheckter (+0.78”), Watson (+0.94”). Jones (sesto come a Brands Hatch), Hunt e Laffite sono più staccati.

Giornata amara per i gommati Michelin. Jabouille è nono a +1.71”, Reutemann dodicesimo a +2.27” e Villeneuve quindicesimo a +2.50”.

Questa volta Patrese è solo quattordicesimo mentre Brambilla è ventesimo. Al rientro ai box il monzese rifila una scarica di pugni a martello, in perfetto stile Bud Spencer, sul casco di Hunt che lo ha ostacolato nel finale della sessione.

Non si qualificano Regazzoni, Keegan, Jarier e Merzario. Nelson Piquet si migliora di 2 secondi nell’ultima sessione e ottiene il ventunesimo tempo davanti a Mass, Ertl e Stuck.

Il caldo afoso dei giorni precedenti si intensifica la domenica mattina raggiungendo la temperatura di 31 gradi all’ombra.

Questo causa diversi problemi ad alcune auto che accusano problemi di vapour-lock. Reutemann rientra ai box dopo il giro di formazione con il motore che fuma vistosamente e prende il muletto.

Al via del giro di ricognizione il motore della Wolf di Scheckter fatica a prendere i giri a causa del vapour-lock, nonostante la presenza di due prese d’aria aggiuntive posizionate ai lati del casco, e viene superata da buona parte dello schieramento.

Il gruppo procede compatto e il sudafricano riesce a riprendere la sua regolare posizione in seconda fila solo quando tutti hanno raggiunto lo schieramento.

Il semaforo passa al verde nell’istante preciso in cui Scheckter si ferma nella piazzola cogliendolo completamente impreparato e la metà del gruppo è ancora in movimento. Andretti e Peterson scattano bene insidiati da Lauda mentre Scheckter parte in netto ritardo creando scompiglio nel gruppo che lo deve evitare, con Patrese e Pironi che lo superano mettendo le ruote di sinistra sul prato.

Andretti prende quindi il comando alla Nordkurve davanti a Peterson, Lauda, Jones e Watson.

Nella parte centrale del gruppo Tambay sbaglia la partenza, Stommelen tampona Depailler il quale finisce addosso alla McLaren e si ritira immediatamente con la sospensione anteriore sinistra fuori uso e una spalla dolorante.

Il gruppo si avvia verso la prima chicane con Peterson che affianca Andretti il quale tiene la traiettoria interna per non farsi superare.

Lo svedese però esce più veloce dalla variante, affianca il compagno di squadra all’interno e lo supera prima della Ostkurve.

Alla fine del primo giro Peterson è in testa davanti ad Andretti, Lauda, Jones, Watson, Hunt, Reutemann, Laffite, Fittipaldi e Villeneuve.

Ora la Wolf di Scheckter ha ripreso a funzionare normalmente ma il sudafricano chiude il primo giro desolatamente ultimo, staccato di 3 secondi dal penultimo (Brambilla).

Nel frattempo Stommelen prende la scorciatoia che passa dietro le tribune del Motodrom e rientra ai box per sostituire il musetto della sua Arrows. La sosta è molto lunga e la manovra è vietata ma i commissari lasciano che il tedesco riprenda la gara in ultima posizione.

I tedeschi Mass e Stuck entrano in collisione alla Ostkurve nel corso del secondo giro e si autoeliminano senza danni fisici.

Le Ferrari sono nel gruppo degli inseguitori, al settimo e nono posto.

Le Lotus allungano come al solito ma ora alle loro spalle c’è Jones che ha scavalcato Lauda e sta distanziando le due Brabham Alfa Romeo.

Intanto Andretti si fa vedere negli specchietti di Peterson per ricordargli i ruoli all’interno della squadra ma Super-Swede sembra non volerne sapere e chiude la porta a Piedone alla Onkokurve che immette nel Motodrom.

Alla fine del quarto giro, dopo aver perso la settima posizione a favore di Laffite, Reutemann rientra ai box. I meccanici pensano di dover cambiare le gomme ma Forghieri ferma tutti perché si tratta di un problema di alimentazione. L’argentino riparte diciannovesimo e staccatissimo.

Al quinto giro Andretti approfitta del doppiaggio di Stommelen, esce di scia subito dopo la seconda chicane e passa a condurre, sempre alla Onkokurve.

Peterson continua a mettere pressione ad Andretti, lo affianca sui rettilinei costringendolo a tenere la traiettoria interna per non farsi infilare. Questo consente a Jones di ridurre il distacco.

Jabouille sta facendo valere i cavalli extra del turbo Renault. Al quinto giro supera Laffite portandosi in settima posizione e si prepara ad attaccare Hunt ma il suo motore si rompe per la quarta volta nelle ultime quattro corse prima della seconda chicane.

Dopo 10 giri la coppia Lotus ha 5 secondi su Jones, 10 su Lauda, 17 su Hunt e 20 sul gruppetto formato da Laffite, Villeneuve, Pironi e Scheckter (che sta effettuando una rimonta impetuosa) e Patrese. Watson ha rotto la quarta marcia per cui perde moltissimo tempo sia in accelerazione che in scalata e precipita al quindicesimo posto, alle spalle di Ertl e Rebaque.

All’inizio del dodicesimo giro Lauda rallenta subito dopo essere passato davanti ai box e si ferma all’uscita della Nordkurve con l’ennesimo motore rotto.

Scheckter continua a recuperare posizioni e al quattordicesimo giro , sopo aver superato Pironi, si sbarazza anche di Villeneuve alla Sachskurve ed entra in zona punti.

Reutemann rientra ai box e si ritira dopo l’ennesimo episodio di vapour-lock. Era diciassettesimo, doppiato.

Al diciassettesimo giro Tambay finisce nelle reti per un testacoda alla Ostkurve a causa dello sgonfiamento di una gomma.

Ancora due giri e Scheckter raggiunge e supera Laffite alla prima chicane portandosi in quinta posizione mentre Villeneuve deve guardarsi le spalle da Fittipaldi.

A metà gara Hunt fora la gomma anteriore sinistra lontano dai box e deve fare buona parte del giro a velocità ridotta. Giunto alla Onkokurve l’inglese prende bretella/via di fuga, facendo lo slalom tra i bidoni posizionati per rallentare i piloti, e raggiunge i box evitando di percorrere il tratto del Motodrom, manovra vietata dal regolamento. Una volta sostituite le gomme, Hunt riparte quindicesimo (terz’ultimo).

Andretti e Peterson sono sempre nettamente al comando, con Jones a 10 secondi. Scheckter è splendido quarto, staccato di 35 secondi, davanti a Laffite, Pironi, Villeneuve e Fittipaldi.

Rebaque sta disputando la sua migliore gara in carriera ed è decimo con la Lotus 78 ma nella foga di attaccare Patrese finisce in testacoda all’uscita della seconda chicane. I meccanici lo spingono per toglierlo dalla posizione pericolosa e riesce a ripartire ma perde tre posizioni mentre Fittipaldi supera Villeneuve alla Sachskurve.

Al venticinquesimo giro arriva l’ormai scontata sosta ai box di Villeneuve per sostituire le Michelin piene di vesciche causate dalla temperatura elevata. Il canadese scende all’undicesimo posto.

Il caldo mette in crisi anche il sistema di alimentazione della Williams di Jones che rientra ai box con le bolle di vapore della benzina. Neil Oatley indica a un meccanico di versare acqua fresca con un innaffiatoio sulla pompa della benzina e lo rimanda in pista in decima posizione ma due giri più tardi arriva l’inevitabile ritiro.

Al 32° giro Patrese si gira alla Sachskurve ma riesce a ripartire dopo aver lasciato passare Ertl e Villeneuve.

Quando mancano 10 giri al termine Andretti e Peterson sono sempre davanti a tutti ma lo svedese, dopo aver percorso quasi tutta la corsa nella scia del compagno di squadra, comincia a perdere sensibilmente terreno e passa sul traguardo con oltre tre secondi di distacco, pur non avendo commesso errori. Scheckter è terzo con un buon margine su Laffite alle cui spalle si sta svolgendo un bel duello tra Pironi e Fittipaldi per la quinta posizione.

Il motore della Ensign di Piquet si rompe alla Ostkurve e il brasiliano rientra verso i box a piedi. La sua gara di debutto è stata abbastanza anonima, sempre ultimo tra quelli che non avevano effettuato soste ai box. Al momento del ritiro si trovava in dodicesima posizione, parecchio indietro rispetto a Rebaque e davanti a Hunt, Stommelen e Rosberg.

Hunt viene fermato con bandiera nera per aver tagliato il circuito e correttamente rientra ai box e abbandona la corsa. Nessun provvedimento invece per Stommelen che continua tranquillamente a sua gara.

Il cambio della Lotus numero 6 è bloccato in quarta marcia e Peterson cerca di portare comunque la macchina al traguardo ma al 37° giro si rompe il rapporto finale e lo svedese si ferma poco prima della Onkokurve, lasciando la macchina in piena traiettoria.

Fittipaldi sorprende Pironi alla Onkokurve conquistando la quarta posizione. La Ferrari di Villeneuve invece comincia ad accusare i problemi di vapour-lock che hanno già messo fuori causa Reutemann, così Ertl la supera in rettilineo ed entra in zona punti per la prima volta in carriera.

La bella favola di Ertl si conclude a soli 3 giri dalla bandiera a scacchi per la rottura del motore. Villeneuve recupera la sesta posizione ma solo per poche centinaia di metri. Il motore della sua Ferrari continua a funzionare a intermittenza e non può resistere a Rebaque e Watson che lo superano senza problemi.

Undicesima vittoria in carriera per Mario Andretti, la quinta dell’anno, davanti a Scheckter che conquista un meritato secondo posto e a Laffite, al suo secondo podio stagionale dopo quello illusorio di Jarama.

Meritatissimo anche il quarto posto di Fittipaldi dopo il lungo duello con Pironi che chiude quinto.

Il 22enne Hector Rebaque conquista il suo primo punto mondiale dopo una splendida gara in cui ha fatto segnare l’ottavo giro più veloce.

Mancano ancora 5 GP alla fine del Mondiale ma non si vede chi e come qualcuno possa sottrarre il titolo ad Andretti che ora ha 54 punti, 18 più di Peterson (l’equivalente di 2 GP). I principali inseguitori restano tutti a bocca asciutta mentre Scheckter e Laffite salgono appaiati al settimo posto con 14.

La situazione nella Coppa Costruttori è ancora più chiara con la Lotus che ha 27 punti (3 GP) di vantaggio sulla Brabham Alfa Romeo e 36 sulla Ferrari che dopo la vittoria di Brands Hatch è tornata nel ventre molle dello schieramento. Villeneuve ha chiuso ottavo e non è stato doppiato solo perché Andretti, dopo il ritiro di Peterson, è decisamente andato al risparmio.

Il giorno seguente, lunedì 31 luglio, le squadre passano dalla calura tedesca al cielo coperto di Zandvoort per provare le gomme da usare nel GP d’Olanda di fine agosto. Nell’occasione si svolgono anche le pre-qualifiche per escludere tre dei dieci piloti che vi prendono parte e Giacomelli è il più veloce in 1’19”59.

La settimana precedente il bresciano ha vinto matematicamente l’Euro F2 con ancora due gare da disputare ma non sembra riscuotere molto interesse tra le squadre di F1. La poca competitività della M26 non lo aiuta e anche Teddy Mayer non è molto impressionato dalle sue prestazioni.

Gli altri sei che staccano il biglietto per le prove ufficiali sono nell’ordine Lunger, Merzario, Rosberg, Piquet, Arnoux e Rebaque. Nelson Piquet, che sta lottando per vincere sia il campionato di F3 BP che il Vandervell, è stato contattato a Brands Hatch da Bob Sparshott e dal socio John Woodington, prima ancora del debutto a Hockenheim. Ora la BS Fabrication gli offre un mini contratto per tre GP (pagato con i soldi della Liggett & Myers) per correre con la M23/11 muletto di Lunger. Sparshott afferma che il brasiliano è molto veloce ma non abbastanza in forma per la F1, tanto che dopo qualche giro deve fermarsi ai box per riprendere fiato. Il pilota di Brasilia supera la pre-qualifica nonostante un testacoda che interrompe la sua sessione prima del termine.

I tre eliminati sono Ertl, Ongais e Stommelen. L’hawaiano manca la seconda pre-qualifica con la Shadow DN9 (quattro mesi dopo quella di Long Beach) e chiude la sua modesta esperienza in F1 per dedicarsi completamente alle serie USAC e IMSA. L’anno successivo toccherà l’apice della carriera proprio nel campionato a ruote coperte vincendo la 24 Ore di Daytona condividendo la Porsche 935 numero zero con Hurley Haywood e con l’amico e sponsor Ted Field.

Sorprende (ma fino a un certo punto) l’ultimo tempo di Stommelen con la Arrows, staccato da Rebaque di quasi un secondo e mezzo. La spiegazione sta nel fatto che il tedesco utilizza l’ora a disposizione per sgrossare una nuova monoposto costruita a Milton Keynes per non rischiare di restare senza macchina nel caso di sentenza di colpevolezza da parte del Tribunale di Londra. La vettura viene tenuta coperta per quanto possibile e gira pochissimo ma sembra molto simile a quella precedente. In ogni caso, essendo alla sua prima uscita, è evidente che ci sia ancora bisogno di molta messa a punto.

Come si temeva, mercoledì 9 agosto il Tribunale di Londra condanna la Arrows per plagio e mette al bando la FA1 in quanto almeno il 40% delle quattro vetture esistenti è stato costruito in base ai disegni Shadow. Il giudice Sydney Templeman ordina che tutti i pezzi della FA1 costruiti con disegni Shadow debbano essere distrutti o consegnati agli avvocati di Don Nichols insieme ai disegni originali e a tutte le copie. La Arrows dovrà inoltre provvedere a risarcire Nichols per 15mila sterline (circa 98mila euro) e a pagare una cifra pari a circa il doppio per le spese processuali. Oliver e Wass avevano offerto a Nichols 75mila sterline (circa 490mila euro) per un accordo extra-giudiziario ma l’americano ha rifiutato. Al di là delle evidenze emerse nel dibattimento, il giudizio è stato influenzato anche dalla situazione di Franco Ambrosio, il finanziere napoletano che non si vede più da tempo negli autodromi per il semplice fatto che è in galera in Italia (carcerazione preventiva) in seguito a un’inchiesta che lo vede coinvolto insieme con la Svirobank di Lugano, alcuni esponenti della loggia massonica segreta P2 di Licio Gelli e lo IOR (Istituto per le Opere di Religione) del Vaticano per riciclaggio di dollari falsi.

La gara successiva è il GP d’Austria che si corre sul meraviglioso tracciato dell’Österreichring, adiacente all’aeroporto militare di Zeltweg.

Gordon Murray insiste con lo schema provato brevemente da Lauda durante le prove di Hockenheim. Questa volta sono due le BT46 con i radiatori montati sulle fiancate che ora hanno un aspetto meno improvvisato. Su quella di Lauda sono stati rimessi i dischi freno con gli inserti in carbonio. Il muletto ha la veste aerodinamica vista finora.

L’unica novità sulle Tyrrell, che continuano a utilizzare le bandelle laterali divergenti per non far passare l’aria sotto alla monoposto, è il fondo della monoposto che si prolunga fin dietro al motore nel tentativo di avere meno turbolenza. Depailler comincia a manifestare insofferenza per la situazione della squadra di Mr.Chopper.

Il dominio in campionato non ferma lo sviluppo della Lotus che ha realizzato i triangoli delle sospensioni della 79/3 di Andretti con tubi a sezione appiattita.

La 79/2 di Peterson non presenta novità.

All’interno delle fiancate si possono notare le guide delle minigonne scorrevoli.

Hunt e Lauda alloggiano all’hotel Schloss Seefels, un 5 stelle in riva al lago Wörthersee che dista 120 km dal circuito. Per evitare il traffico delle strade che congiungono la Carinzia e la Stiria, i due amici effettuano il trasferimento a bordo del Lear Jet pilotato da Lauda dall’aeroporto della vicina Klagenfurt a quello di Zeltweg.

La stagione di Patrick Tambay non sta andando come il francese immaginava.

La ATS è nel caos. Il progettista John Gentry, che ha quasi completato una monoposto completamente nuova, ha lasciato la squadra dopo il GP di Germania a causa del difficile rapporto con l’intrattabile Günter Schmid. Mass è sempre il primo pilota mentre la seconda vettura è noleggiata dal rientrante austriaco Hans Binder.

Le previsioni meteo sembrano scongiurare le alte temperature che hanno creato troppi problemi alle Ferrari sia in Francia che in Germania. Le 312T3 portate in Austria hanno tutte la stessa disposizione dei terminali degli scarichi, due sopra le sospensioni e due sotto, oltre a nuove sospensioni anteriori e relativi attacchi. La Michelin porta gomme con profilo più alto e arrotondato.

La vaporizzazione della benzina e i conseguenti vuoti di alimentazione provocati dal caldo tedesco hanno fatto perdere altri punti a Villeneuve che continua a scoprire i circuiti europei a lui sconosciuti. Il canadese giudica l’Österreichring “difficile da imparare e soprattutto molto pericoloso”.

La competitività ritrovata e i buoni risultati ottenuti fanno tornare la serenità alla Copersucar e Fittipaldi ne attribuisce il merito al lavoro del Fly Studio di Caliri e Marmiroli.

La Renault ha montato sulla RS01/02 un nuovo scambiatore di calore che ha un radiatore dell’acqua incorporato collegato all’impianto di raffreddamento principale del motore. Questa soluzione, provata a Dijon-Prenois la settimana scorsa, riduce la temperatura dell’aria in entrata e fornisce migliori caratteristiche di coppia e soprattutto più affidabilità.

La vittoria della causa contro la Arrows non cambia le caratteristiche tecniche delle Shadow che rimangono sempre nella seconda metà del lotto.

John Surtees ha messo in vendita la squadra, capannone compreso. Big John non riesce più ad essere sempre presente per problemi di salute connessi al grave incidente subìto a Mosport Park nel 1965, quando si schiantò con la sua Lola T70 e subì gravi fratture alle gambe, per cui non può più occuparsi della squadra come vorrebbe. A tutto ciò si aggiungono le croniche difficoltà finanziarie che sono destinate ad aumentare con l’ormai prossima fuoriuscita di Brambilla e quindi della Beta. Il monzese non può provare diverse tipologie di gomme perché non ci sono abbastanza cerchioni disponibili.

La splendida rimonta di Hockenheim (da ultimo a secondo con 11 sorpassi nei primi 19 giri) ha “indennizzato” Scheckter per il ritiro di Brands Hatch e ha fatto strabuzzare gli occhi a qualcuno a Maranello.

Ricomposta la diatriba contrattuale, Derek Daly torna sulla Ensign ufficiale.

I meccanici di Morris Nunn si divertono a prendere in giro il direttore finanziario Chuck Jones e Harald Ertl.

Morale alle stelle per Hector Rebaque dopo l’impresa di Hockenheim.

Nuove sospensioni per la Ligier. A Vichy intanto si lavora sulla monoposto per l’anno prossimo che monterà il DFV Cosworth.

Jones e la Williams FW06 sono ormai una presenza fissa tra i protagonisti in gara e a Hockenheim sono stati i più vicini alle Lotus, fino a quando il vapour lock ha rovinato tutto.

Piquet può continuare la sua esperienza in F1 grazie all’interessamento di Bob Sparshott ma Lunger non è molto contento del fatto che lo possa fare grazie al suo sponsor personale.

Arnoux e la Martini tornano in gruppo dopo non aver superato il turno preliminare in Germania.

Keke Rosberg ha dovuto fare tutta la gara di Hockenheim in ultima posizione dopo una lunga sosta per sistemare il musetto della Wolf rotto in seguito al caos della partenza e ora spera di fare finalmente una gara normale.

Recepita la sentenza di Londra la Arrows fa debuttare la nuova vettura che si chiama A1 dove la A sta per Arrows. Le iniziali FA di Franco Ambrosio sono state eliminate.

L’abitacolo è molto stretto per aumentare il più possibile la larghezza delle fiancate. Per questo motivo l’asta di comando del cambio esce all’esterno della carrozzeria. Le minigonne sono ora scorrevoli e non flessibili come sulla FA1.

L’alettone posteriore non è più sostenuto dal pilone centrale e nemmeno dal tubo che si vede ormai su molte monoposto ma da un’ala bassa simile a quella della Renault. I gruppi molla ammortizzatore sono montati sopra al cambio in posizione diagonale (come sulla 312B2) per non ostacolare il flusso d’aria in uscita dalle fiancate. Non può mancare il commento ironico sul retro dell’ala.

Macchina nuova anche per Arturo Merzario che presenta la A1/2.

Il programma del GP prevede 31 iscritti e 26 partenti. Il tracciato lungo quasi 6 km permette di ospitare tutte le monoposto senza problemi ma alle 17:10 di giovedì pomeriggio, quando le squadre stanno finendo di preparare le vetture per le prove del venerdì, l’organizzazione informa i diretti interessati con un comunicato consegnato a mano che Ertl, Rebaque, Piquet, Lunger, Arnoux, Rosberg, Stommelen e Merzario dovranno scendere in pista la mattina seguente alle 8 per mezz’ora di pre-qualifiche che elimineranno il pilota più lento. Brett Lunger è il più veloce in 1’41”07 mentre l’unico eliminato è Stommelen che si ferma lungo la pista dopo un paio di giri a causa di una perdita dal serbatoio. La sua Arrows è stata assemblata all’ultimo momento e non è stato possibile provarla prima.

Tanto per cambiare c’è una Lotus davanti a tutti nella prima sessione del mattino ed è quella di Peterson che cancella il record della pista in 1’37”71 lamentando un forte sottosterzo. Staccati di 9 decimi ci sono l’ottimo Reutemann e Andretti, il quale non la prende benissimo e chiede spiegazioni a Chapman. Laffite è quarto con la JS9 modificata a un secondo netto da Peterson e precede Fittipaldi, Jabouille e Pironi.

Male le BT46 modificate con Lauda nono a +1.78” e Watson tredicesimo a +2.28” (come Villeneuve). Lo spostamento di circa 30 kg dal muso alle fiancate cambia completamente il bilanciamento della macchina, tanto che le gomme si distruggono in pochissimi giri per cui al termine della sessione i meccanici della Brabham si mettono al lavoro per smontare tutto e riportare le vetture alla versione originale.

Nel pomeriggio Andretti si migliora con 1’37”76, a soli 5 centesimi dal compagno di squadra che invece gira pochissimo prima che il suo DFV preparato da Nicholson esploda senza poter migliorare il tempo del mattino. La grande sorpresa arriva dalla Renault di Jabouille che sfrutta al meglio il nuovo scambiatore di calore e il tracciato favorevole alle caratteristiche del turbo mettendo a segno il terzo tempo a “soli” 6 decimi dalle Lotus e scavalca Reutemann.

Watson si migliora leggermente con la BT46 con i radiatori sul musetto mentre Lauda ha una giornata molto sfortunata nella quale prima rompe un un portamozzo e poi, una volta salito sul muletto, rompe il motore.

Sabato mattina c’è una novità al box della Surtees dove si presenta Brian Henton, con casco e tuta, per cercare di capire cosa non va sulla TS20 di Keegan che non è andato oltre il 29° crono, a quasi due secondi da Brambilla. Henton non rientra nell’elenco degli iscritti ma nessuno ha qualcosa da obiettare e il pilota inglese gira tranquillamente durante l’ora e mezza non valida per lo schieramento.

Brambilla completa il quadro caotico della squadra di Edenbridge piegando una sospensione contro il guardrail della Jochen Rindt Kurve.

Quando i 30 piloti sono ormai pronti per l’ultima ora di qualifica il cielo è sempre più nero, tanto che dagli altoparlanti si avvisa il pubblico che il previsto lancio di paracadutisti sul circuito è stato annullato per motivi di sicurezza. Quando alle 13:10 le vetture entrano in pista, appaiono dal cielo i 4 paracadutisti che non sono stati avvisati in tempo dell’annullamento dell’esibizione e stanno per atterrare sul rettilineo del traguardo. Le prove vengono sospese immediatamente con bandiera rossa e le auto rientrano ai box. Finalmente alle 13:22 si può ripartire ma dopo appena 10 minuti comincia a piovere e le prove si chiudono con pochi piloti che sono riusciti a migliorare i tempi del giorno prima: Binder, Regazzoni, Daly, Rosberg e Patrese.

Ronnie Peterson conquista la sua quattordicesima e ultima pole position.

Con il secondo tempo di Andretti si realizza l’undicesima prima fila tutta Lotus. Alle loro spalle si schierano Jabouille (che realizza la miglior qualifica per la Renault) e Reutemann, Laffite e il ritrovato Fittipaldi, Scheckter e Hunt. Villeneuve è undicesimo davanti a Lauda.

Patrese è sedicesimo, Brambilla ventunesimo mentre Merzario manca la qualificazione per un solo centesimo di distacco da Arnoux. Gli altri esclusi sono Mass, Keegan e Binder.

Domenica mattina il sole splende sulla valle della Stiria e il warm-up si svolge nelle condizioni migliori. I tempi confermano a grandi linee i valori emersi in qualifica con Peterson di nuovo davanti a tutti in 1’39”91 ma tallonato a soli 7 centesimi da Jabouille. Seguono Andretti, Lauda, Laffite, Depailler, Reutemann e Hunt. Brambilla perde una ruota e deve correre con la TS20 del non qualificato Keegan.

Quando le vetture lasciano la corsia dei box per raggiungere lo schieramento comincia a cadere una leggera pioggerellina che inumidisce la parte alta del circuito in modo da non rendere necessario l’uso delle gomme da pioggia. Anche questa volta il pronostico è a favore delle due Lotus, salvo imprevisti.

Il semaforo diventa verde alle ore 14:00 e Peterson ha un ottimo avvio mentre il ritardo della risposta del turbo causa la lenta partenza di Jabouille. Tutti sono a conoscenza di questa caratteristica della Renault così Laffite si è posizionato in modo da superare il connazionale, cosa che succede dopo pochi istanti.

Reutemann parte molto bene, supera Andretti e prende la scia di Peterson mentre Jabouille continua a perdere incolpevolmente posizioni.

Peterson si tiene al centro della carreggiata per controllare Reutemann ed entra per primo alla Hella-Licht Schikane davanti alla Ferrari.

Andretti allunga la frenata, resiste all’attacco di Scheckter ed è terzo mentre Jabouille viene risucchiato a centro gruppo.

Alla staccata della Sebring Auspuff kurve, Andretti cerca un ottimistico attacco all’esterno su Reutemann, l’argentino ha un leggero scarto verso sinistra, le ruote si toccano e il capoclassifica del Mondiale finisce la sua corsa contro il guardrail.

Scheckter approfitta della situazione e supera Reutemann portandosi in seconda posizione. Tambay ha dovuto lasciare la sua M26/5 a Hunt, il quale dice che con quella del compagno di squadra si trova mentalmente più a suo agio. Al contrario la M26/3 usata in prova dell’inglese è instabile (il fondo tocca l’asfalto in alcuni punti del tracciato) e all’ingresso della Texaco-Schikane il francese perde il controllo e finisce in ultima posizione compromettendo un’altra gara.

Alla fine del primo giro Peterson ha già tre secondi di vantaggio su Scheckter. In terza posizione c’è il bravissimo Depailler che, partito tredicesimo sullo schieramento, è giunto nono alla prima curva e poi, approfittando del caos innescato dall’uscita di Andretti, ha recuperato altre sei posizioni e precede Reutemann, Hunt, Laffite, Pironi e Watson.

Il francese della Tyrrell continua la sua progressione superando anche Scheckter mentre la pioggia si intensifica nella parte altra del tracciato. Il primo a farne le spese è Piquet, il quale ha pochissima esperienza su pista bagnata, si gira all’ingresso della Texaco-Schikane e conclude la sua gara nelle reti di contenimento.

Al quarto giro la corsa perde un altro dei suoi protagonisti quando Scheckter scivola alla Sebring Auspuff kurve e la sua Wolf si schianta contro la Lotus di Andretti che non è stata rimossa dopo l’incidente del primo giro.

Le condizioni difformi della pista fanno reagire ogni pilota in modo diverso. Peterson e Depailler continuano senza problemi ma alle loro spalle la classifica cambia decisamente. Ora Watson è terzo davanti a Jabouille che ha recuperato molto rapidamente dopo la brutta partenza. Seguono Hunt, Laffite, Reutemann e Lauda.

Reutemann è in evidente difficoltà e viene superato facilmente da Lauda, Patrese e Pironi. Nel corso del sesto giro l’argentino viene attaccato da Stuck all’ingresso della Texaco-Schikane dove l’asfalto è particolarmente viscido, le ruote vengono a contatto ed entrambi finiscono nell’erba all’esterno della curva. Stuck riesce a ripartire mentre Reutemann rimane bloccato e deve abbandonare la sua Ferrari.

Patrese cerca di superare Hunt all’uscita della curva Bosch ma perde il posteriore, si intraversa, viene urtato da Villeneuve che gli passa sopra al musetto con le ruote di sinistra e infine si ferma nell’erba alta. Gara finita anche per lui.

Il musetto della Arrows ha tagliato la gomma posteriore sinistra di Villeneuve che rientra lentamente ai box, cambia entrambe le posteriori e riparte sempre con le slick.

Pironi gira velocissimo con la seconda Tyrrell e al settimo giro transita in quinta posizione dopo aver superato Lauda all’esterno alla Texaco-Schikane. Il francese mette nel mirino Laffite e lo attacca all’esterno della curva Bosch ma esagera, finisce in testacoda, colpisce il guardrail esterno e continua senza musetto. Anche Jabouille esce di pista ma riesce a continuare, anche se in quattordicesima posizione.

Al nono giro arriva il colpo di scena quando anche Peterson finisce nell’erba e non riesce a ripartire.

Passa a condurre Watson che approfitta di un’uscita di pista di Depailler il quale riesce a ripartire in quarta posizione alle spalle di Laffite.

La pioggia, diventata ormai un vero e proprio acquazzone, convince la direzione di gara a sospendere la corsa con bandiera rossa e nera per indicare che potrà essere ripresa nei tempi e nei modi più consoni.

L’interruzione permette di riportare ai box le auto incidentate rimaste lungo la pista.

I commissari rimettono in pista anche le vetture di Peterson e Reutemann, impossibilitate a ripartire dopo essere uscite nell’erba ma entrambe senza danni, a parte un po’ d’erba e terriccio che si possono pulire agevolmente. Entrambi raggiungono i box guidando senza casco.

Andretti invece rientra a piedi accompagnato da Franco Lini ed Eoin Young (entrambi collaboratori di Autosprint) ai quali esprime il suo giudizio tranciante su Reutemann, accusato di guidare “come una vecchia signora che deve prendere la patente”.

Jody Scheckter lo segue a distanza.

Patrese inforca il motorino di un commissario e gestisce personalmente il traino della sua Arrows per riportarla ai box e ripartire anche se, dal momento che il musetto è rotto, il regolamento lo vieta. Approfittando della confusione la manovra riesce, la A1 viene sistemata e il padovano si schiera in barba al regolamento e a chi dovrebbe farlo applicare.

La direzione gara sentenzia che il Gran Premio ripartirà e sarà considerato una gara in due parti. Siccome i giri completati prima della sospensione sono stati otto, la classifica della prima parte è quella decretata dal passaggio sul traguardo del giro precedente, il settimo, che vedeva in testa Peterson davanti a Depailler, Watson, Laffite, Pironi, Lauda, Hunt e Regazzoni. Questo ordine determina lo schieramento di partenza della seconda parte del GP. I piloti come Patrese e Reutemann che sono usciti di pista prima del settimo giro partiranno dal fondo dello schieramento e manterranno il distacco accumulato nella prima parte (rispettivamente uno e due giri). La classifica finale sarà calcolata per somma dei tempi.

Alle 15:00 la corsia box viene riaperta e le 22 auto superstiti si vanno a schierare per la seconda partenza. I soli quattro esclusi sono Rebaque (frizione bruciata alla partenza), Piquet che ha danneggiato il posteriore della M23 contro il terrapieno e le monoposto incidentate di Andretti e Scheckter. Alle 15:15, quando parte il giro di ricognizione, non piove più ma la quantità d’acqua sulla pista è tale che tutti montano le gomme da bagnato.

Quando il semaforo diventa verde, Watson fa spegnere il motore e viene evitato da tutti ma Ertl lo schiva all’ultimo momento e nella manovra finisce addosso a Patrese, mettendo fuori causa entrambi.

Intanto Depailler ha lo spunto migliore e si avvia verso la prima curva con Peterson molto vicino. La visibilità alle loro spalle è molto scarsa.

Depailler entra per primo alla Hella-Licht Schikane davanti a Peterson, Lauda, Pironi, Laffite, Hunt e al sorprendente Daly che ha già dimostrato molto a suo agio sul bagnato all’International Trophy.

Tambay finisce in testacoda all’uscita della variante e riparte ultimo.

Mentre i commissari sono indaffarati a togliere le macchine di Ertl e Patrese dalla posizione pericolosa, i meccanici spingono la BT46 di Watson che riesce a ripartire dall’ultima posizione. Anche questa manovra è espressamente vietata dal regolamento ma tant’è.

Alan Jones arriva troppo veloce alla Sebring Auspuff kurve, finisce contro il guardrail e si rassegna a fare lo spettatore (in piedi).

Intanto Depailler è sempre in testa nella discesa verso la curva Bosch. Peterson è indietro di almeno tre lunghezze ma lo svedese allunga decisamente la frenata, affianca la Tyrrell all’esterno e lo distacca in accelerazione. Uno dei sorpassi più belli della storia della F1, oltretutto sull’asfalto bagnato.

Nella stessa curva Daly e Hunt sono in lotta e vengono a contatto. Il pilota della McLaren parte in testacoda e sbatte contro il guardrail rompendo la sospensione posteriore destra mentre Daly continua senza problemi.

Alla fine del primo giro (l’ottavo complessivo) Peterson ha gia 3 secondi su Depailler e Lauda e 5 su Laffite. Daly è quinto davanti a Pironi, Villeneuve e Stuck. Reutemann transita dodicesimo ma la classifica in pista non è quella ufficiale per la quale bisogna sommare i distacchi misurati al settimo giro.

Laffite è in difficoltà e perde contatto da Depailler e Lauda. All’undicesimo giro Villeneuve sorpassa Jacquot alla Texaco-Schikane ma arriva lungo, mette le ruote sull’erba e scende in undicesima posizione mentre il francese si ferma ai box per montare le gomme slick e riparte ultimo.

I dislivelli e le pendenze dell’Österreichring contribuiscono infatti ad asciugare in fretta l’asfalto, tanto che i piloti cercano le zone bagnate per non far surriscaldare le gomme da bagnato e sfruttarle il più a lungo possibile. Lauda ha scavalcato Depailler per il secondo posto e ora è insidiato da Reutemann.

Le gomme Michelin intagliate sono infatti nettamente migliori delle Goodyear e permettono a Jabouille e ai ferraristi di recuperare così velocemente che al diciannovesimo giro, quando Peterson si ferma ai box per montare le slick, Reutemann si ritrova al comando (ma sempre con 2 giri di distacco) davanti a Villeneuve dopo che entrambi hanno superato Lauda e Depailler. Peterson riparte dalla sesta posizione con un distacco di 36 secondi da Reutemann.

La pista è ormai completamente asciutta sulla traiettoria ideale e le Michelin di Reutemann cominciano a cedere. Al ventitreesimo giro l’argentino non riesce a rallentare a sufficienza per impostare la Hella-Licht Schikane e così, per evitare il testacoda, decide di passare per la via di fuga dove sono stati messi dei vecchi pneumatici da superare zigzagando per non avvantaggiarsi dal taglio stesso.

Al passaggio successivo El Lole rientra ai box per montare a sua volta le slick. Gli unici che girano ancora le gomme da bagnato sono Villeneuve, che ha ereditato il comando dal compagno di squadra, e Jabouille che si trova in quarta posizione ma anche loro stanno facendo i conti col degrado delle loro Michelin.

La resa dei radiali francesi sull’asfalto freddo non è ottimale ed è proprio Reutemann a farne le spese al venticinquesimo giro quando parte in testacoda all’uscita della Hella-Licht Schikane e finisce nell’erba all’interno. L’argentino riesce a tenere il motore acceso e tenta di rientrare in pista ma le gomme slittano sull’erba fradicia e comincia a lottare affannosamente a colpi di acceleratore e sterzo finché non accorrono i commissari che lo tolgono da una situazione tragicomica e lo fanno ripartire.

Quattro giri più tardi anche Villeneuve cambia le gomme (Jabouille lo ha già fatto) e Peterson torna in testa al GP. Lauda si trova ora al secondo posto ma perde il controllo della vettura alla Jochen Rindt Kurve, parte in testacoda e sbatte contro il guardrail con la ruota posteriore destra. L’austriaco raggiunge i box dove non può fare altro che ritirarsi con la sospensione rotta.

Anche Villeneuve fatica a controllare la 312T3 con le gomme slick e arriva lungo alla Hella-Licht Schikane ma, invece di passare dalla via di fuga, preferisce fare inversione per riprendere la pista.

Peterson ha 30 secondi di vantaggio sul terzetto formato da Villeneuve, Depailler e dal bravissimo Stuck.

Al quinto posto c’è il sempre più sorprendente Daly che precede Fittipaldi, Jabouille e Brambilla.

La direzione di corsa ferma Reutemann con bandiera nera dopo essersi finalmente accorti che il pilota della Ferrari è stato fatto partire irregolarmente nella seconda manche in quanto, a differenza di Peterson, era uscito di pista prima del settimo giro. Un’altra giornataccia per l’argentino che prima di fermarsi si era intraversato e aveva tagliato la prima variante altre due volte.

Anche Villeneuve fatica molto con le Michelin, al trentaduesimo giro cede la seconda posizione a Depailler prima della Bosch e ora deve guardarsi le spalle da Stuck.

Il tedesco però esagera, due giri più tardi perde il controllo della sua Shadow e conclude la sua gara contro il guardrail alla Texaco-Schikane.

A venti giri dalla fine Peterson è saldamente primo con oltre 35 secondi su Depailler, Villeneuve e Daly che al 40° giro scivola in uscita dalla Texaco-Schikane e finisce in mezzo a un campo coltivato. L’irlandese ha fatto spegnere il motore e chiama i commissari i quali lo rimettono in pista e poi lo spingono facendo ripartire il motore della Ensign (manovra vietata dal regolamento).

Due giri più tardi Tambay esce di pista nello stesso punto e si ritira quando si trova in settima posizione.

Daly viene fermato con bandiera nera per l’aiuto esterno dei commissari e lascia il quarto posto a Fittipaldi che precede Brambilla, Laffite, Watson e Lunger.

Ronnie Peterson vince da dominatore il suo decimo e purtroppo ultimo GP di F1. In questo weekend è stato il più veloce in prova, sull’asciutto, sul bagnato e ha fatto segnare anche il giro più veloce in gara.

Piazzamento d’onore (con quasi 50 secondi di distacco) per Patrick Depailler che torna sul podio 3 mesi dopo la vittoria di Montecarlo.

Terzo classificato (e ultimo a pieni giri) Gilles Villeneuve che conquista il suo primo podio in F1.

Completano la zona punti Fittipaldi, Laffite e Brambilla che perde il quinto posto a 5 giri dalla bandiera a scacchi ma conquista il primo punto stagionale nonostante la pochezza della TS20.

Inspiegabilmente Watson non viene escluso dalla classifica nonostante sia stato spinto alla ripartenza dopo aver fatto spegnere il motore e chiude al settimo posto davanti a Lunger e Arnoux.

Andretti è sempre in testa al Mondiale ma questa vittoria permette a Peterson di salire a 45 punti, 9 meno del compagno di squadra, quando ci sono da disputare ancora quattro GP. I più maliziosi non possono non ricordare lo “scherzetto” che lo svedese fece nel 1973 (con il benestare di Chapman) ai danni di Fittipaldi.

Depailler scavalca di un punto Lauda e Reutemann e sale al terzo posto, staccato da Andretti di 22 punti.

Finalmente Gilles Villeneuve può esprimere la sua gioia dopo tante delusioni. Ha condotto una gara maiuscola in condizioni precarie (è il suo primo GP sul bagnato) e su una pista sconosciuta, surclassando il ben più esperto compagno di squadra.

Dopo la cerimonia del podio Peterson viene intervistato da Helmut Marko mentre Villeneuve esprime le sue sensazioni al giornalista austriaco Helmut Zwickl.

Alla Lotus, che con questa vittoria sale a quota 76 contro i 40 della Brabham Alfa Romeo, manca un solo punto per aggiudicarsi la Coppa Costruttori. La Tyrrell (36) scavalca la Ferrari (35) per il terzo posto.

Martedì 22 agosto l’Alfa Romeo e Vittorio Brambilla sono a Le Castellet per le prime prove lontano dal circuito di Balocco, in vista del debutto nel Mondiale programmato per il GP d’Italia che si correrà a Monza fra meno di tre settimane. In questa occasione la 177 monta le gomme Goodyear invece delle Pirelli radiali usate nelle prime prove del mese di maggio ma il vero motivo di interesse è l’arrivo di Niki Lauda che il giorno successivo chiede ed ottiene da Chiti il permesso di provare la nuova vettura del Biscione. La motivazione ufficiale è quella di dare un parere ed eventuali consigli per lo sviluppo ma in realtà Lauda vuole capire se la 177 ha il potenziale per essere una valida rivale per la Brabham, e questo potrebbe creare più di un problema nel rapporto con Ecclestone che non vede di buon occhio l’impegno diretto dell’Alfa Romeo in F1, dal momento che il contratto di fornitura scadrà alla fine del 1979.

Il test è decisamente complicato. Il camion della Goodyear è arrivato al Paul Ricard con parecchie ore di ritardo a causa di problemi doganali, poi si è perso altro tempo per la bilanciatura delle gomme e Brambilla è sceso in pista solo dopo mezzogiorno con l’unico treno di gomme portato direttamente da Settimo Milanese e usato già il giorno prima. Il gran caldo (30 gradi) costringe la squadra italiana ad interrompere i collaudi perché la temperatura dell’acqua della nuova monoposto si alza oltre ai livelli di sicurezza dopo pochi giri e Lauda fa aprire una feritoia orizzontale davanti all’abitacolo. Sulle fiancate sono state applicate delle minigonne abbastanza imbarazzanti, anche perché la 177 non è assolutamente dotata di profili alari all’interno delle fiancate stesse, ma ormai vanno di moda…

Lauda effettua delle serie di due/tre giri del circuito corto (sempre con le gomme vecchie) fermandosi ogni volta per fare delle regolazioni e consultarsi con Brambilla ma i problemi di surriscaldamento non si risolvono e la squadra decide di interrompere le prove. Alla fine Lauda dice che girando così poco non può esprimere un giudizio molto preciso ma lascia il circuito con la netta sensazione che l’Alfa-Alfa (così viene rinominata dalla stampa italiana) non sarà un avversario temibile.

L’ormai ex Campione del Mondo riparte dall’aeroporto adiacente al Paul Ricard con il suo Lear Jet in direzione Amsterdam per partecipare al GP d’Olanda che si disputa nel weekend.

Lauda dispone di una nuova monoscocca, la BT46/7, dotata di dischi freno in carbonio.

Sulla sua precedente monoposto, che viene usata come muletto, è montato il sistema di iniezione meccanica della livornese SPICA (Società Pompe Iniezione Cassani & Affini), azienda di proprietà dell’IRI gestita dall’Alfa Romeo. Il sistema SPICA permette di regolare l’iniezione di ogni singolo cilindro, massimizzandone l’efficienza, ma ha di contro il fatto di essere molto pesante.

Per Watson c’è la BT46/5 che usa da Brands Hatch.

Pironi e Depailler hanno disputato una gara tutta all’attacco in Austria, anche se Pironi l’ha conclusa contro il guardrail, per cui l’ambiente è sereno.

Su entrambe le 008 sono montate sospensioni con nuove geometrie per migliorare la maneggevolezza.

L’incidente di Zeltweg ha danneggiato pesantemente la macchina di Andretti (soprattutto a causa del successivo urto della Wolf di Scheckter) per cui, una volta recuperati i pezzi ancora utilizzabili, è stata assemblata una nuova Lotus, la 79/4.

Sull’alettone spiccano gli adesivi celebrativi dei risultati ottenuti dalla scuderia di Colin Chapman nel 1978. Lo spazio ancora disponibile è molto limitato quando mancano ancora quattro corse.

Nel paddock ci si chiede se Peterson, dopo la splendida vittoria ottenuta due settimane prima, rispetterà il contratto da seconda guida e non attaccherà il proprio compagno di squadra. Lo svedese ha dimostrato di essere sempre velocissimo ma sa che alla Lotus non può aspirare al titolo iridato che il suo talento meriterebbe e così comincia a guardarsi intorno. Si parla di lui per la sostituzione di Hunt (che deve decidere se chiudere la carriera o continuare ancora un anno con un’altra squadra) e lo si vede parlare con Teddy Mayer e Alastair Caldwell.

Gordon Coppuck sta infatti completando la nuova McLaren M28 a effetto Venturi che debutterà nel 1979 ma nel frattempo Hunt e Tambay continuano con le solite M26.

Ritorna Bruno Giacomelli che ha conquistato il titolo di Campione Europeo di F2. Il bresciano è però vittima di uno scherzo di pessimo gusto quando i meccanici della Brabham gli portano in regalo una scatola con tanto di fiocco in segno di riconciliazione dopo l’episodio di Brands Hatch ma quando Bruno lo apre vi trova un escremento maleodorante. Non esattamente un bell’esempio del tanto celebrato fair play inglese.

Cambiamenti tecnici e non solo alla ATS che dopo aver perso Robin Herd deve rinunciare anche al lavoro di John Gentry, stanco delle sfuriate colleriche (spesso ingiustificate) di Günter Schmid. Gentry però aveva appena finito di realizzare il primo esemplare della nuova monoposto tedesca, chiaramente ispirata alla Lotus, che fa il suo debutto proprio a Zandvoort con Jochen Mass.

Schmid prende con filosofia le dimissioni di Gentry tanto da mandargli a casa la polizia dopo averlo accusato di aver rubato i disegni della vettura che è denominata D1, abbandonando la sigla HS (Herd Schmid). La direzione tecnica della squadra passa al 26enne austriaco Gustav Brunner che ha collaborato al progetto della D1.

La seconda macchina è noleggiata a Michael Bleekemolen che aveva già tentato la qualificazione l’anno scorso con una March privata. L’olandese porta di nuovo i soldi della F&S Properties grazie all’aiuto dell’amico Gijs van Lennep.

L’ennesima prestazione deludente ottenuta in Austria, sommata all’annuncio dell’arrivo di Scheckter, rende più difficile la conferma di Reutemann in Ferrari per il 1979. L’argentino si è scusato con Andretti per la collisione che ha messo fuori gara Piedone e i due si salutano cordialmente al Bouwes Hotel che ospita squadre e piloti.

Villeneuve è euforico dopo il primo podio ma anche il suo futuro è ancora da definire.

C’è ottimismo alla Copersucar dopo i due quarti posti ottenuti negli ultimi due GP. Le modifiche apportate alla F5A stanno funzionando e Fittipaldi ha ritrovato lo spirito dei giorni migliori.

Il nuovo scambiatore di calore ha migliorato notevolmente il rendimento del motore turbo della Renault che in Austria stava andando molto forte prima di rompere il cambio. A Zandvoort la squadra ha stranamente applicato delle minigonne flessibili sul muletto RS01/03 anche se non possono produrre l’effetto Venturi.

C’è grande rammarico in casa Shadow per l’occasione perduta da Stuck a Zeltweg, quando l’irruenza lo ha portato a sbattere e a rinunciare a un possibile podio.

La macchina di Regazzoni è stata ricostruita attorno a una nuova monoscocca.

Nessuna novità alla Surtees che si trascina stancamente verso la fine della sua ultima stagione in F1. Keegan non si è dimostrato all’altezza della F1 e Brambilla è sempre più impegnato a collaudare l’Alfa-Alfa con la quale spera di esordire fra due settimane a Monza.

Al contrario della Lotus di Andretti, la Wolf WR5 di Scheckter non ha subito gravi danni ma viene usata come muletto in favore della più fresca WR6, finora mai utilizzata in gara.

Le ottime prestazioni di Daly a Brands Hatch e all’Österreichring non sono passate inosservate e così la ICI Chemicals, già sponsor dell’irlandese sulla Chevron di F2, decide di “rivestire” l’abitacolo della Ensign e portare un po’ di soldi a Mo Nunn per cercare di avere materiale di prim’ordine.

Rebaque cerca di ritornare sul sentiero seguito a Hockenheim, dopo aver bruciato la frizione al via del GP d’Austria.

Laffite e la Ligier stanno attraversando un buon momento dopo il terzo posto di Hockenheim e il quinto in Austria con la rimonta dall’ultimo posto con gomme da asciutto.

Alan Jones deve farsi perdonare l’errore che a Zeltweg lo ha messo fuori gara al primo giro dopo la ripartenza.

Prosegue il minicontratto tra la BS Fabrications e Nelson Piquet ma Lunger si oppone al fatto che il brasiliano venga fatto correre con i soldi della Liggett & Myers che ha portato lui. Il problema viene risolto dalla Marlboro che così sponsorizza ben quattro McLaren contemporaneamente. L’intervento della Philip Morris (gruppo concorrente della Liggett & Myers) è “consigliato” da Bernie Ecclestone che ha messo gli occhi sul giovane pilota perché la Parmalat si sta espandendo in Brasile e sarebbe un ottimo veicolo pubblicitario per l’azienda di Collecchio.

Piquet è accompagnato dai due piloti brasiliani Eduardo Cardoso e Xandy Negrão.

Quest’ultimo è molto amico di Piquet e quando Nelson creerà una squadra per far correre il figlio Nelson jr (detto Nelsinho) nei primi anni 2000, il suo compagno di squadra dalla F3 alla GP2 Series sarà Alexandre Negrão (detto Xandinho), figlio di Xandy.

Rimessi in ordine i conti, Lunger continua con la M26.

René Arnoux è riuscito a portare a termine al nono posto (ultimo classificato) il difficile GP d’Austria con la Martini e ha l’obiettivo di fare meglio a Zandvoort.

Il passaggio dalla Theodore alla Wolf ha migliorato le prestazioni di Rosberg ma non i risultati, a causa di problemi tecnici che gli hanno fatto concludere gli ultimi due GP con parecchi giri di distacco.

Avendo fatto sacrificare Stommelen durante le pre-qualifiche del mese precedente (praticamente uno shake-down competitivo) la Arrows deve gestire solo la macchina di Patrese che ha trovato qualche difficoltà di messa a punto inaspettata al debutto in Austria.

Dopo la delusione per la mancata qualifica di Zeltweg per un solo centesimo di secondo, Arturo Merzario cerca ancora una volta di superare le difficoltà.

Nella prima sessione del venerdì Ronnie Peterson conferma lo stato di forma con il tempo di 1’16”97 davanti a Reutemann che si ferma a 1’17”34 prima di rompere il cambio (un problema che non si verificava da parecchio tempo sulla Ferrari).

Andretti ha preferito provare differenti tipi di gomme anziché cercare il tempo ma è comunque terzo davanti all’ottimo Laffite.

Quinto tempo per Lauda davanti a Villeneuve (autore di un’uscita di pista nel curvone che immette sul traguardo), Jabouille, Depailler, Hunt e Jones che ha un grosso incidente dovuto al cedimento del mozzo anteriore sinistro. La FW06/002 è fuori uso per cui l’australiano dovrà continuare con la FW06/001.

Nel pomeriggio Andretti passa in testa per un solo centesimo di secondo mentre il compagno di squadra è costretto a fermarsi in pista a causa di una valvola dell’impianto di alimentazione che fa i capricci.

Reutemann mantiene il terzo tempo davanti a Lauda, Laffite, Watson, Villeneuve e Hunt.

Nell’ultima ora del sabato Andretti gira in 1’17”2 con gomme da gara e serbatoi pieni a metà, poi monta le gomme da tempo e stacca un 1’16”36 che gli consente di ottenere la sua quindicesima pole position.

Peterson ha dei problemi di bloccaggio ai freni e non scende sotto a 1’17”12. In ogni caso il suo tempo con problemi e quello di Andretti in condizioni da gara sono più veloci del terzo qualificato Lauda che supera Reutemann per un centesimo di secondo in 1’17”33.

Villeneuve, al debutto a Zandvoort, si migliora fino ad ottenere il quinto tempo a due decimi da Reutemann.

Il canadese precede Laffite (che ha rotto il motore), Hunt e Watson.

Patrese, sempre in difficoltà con l’assetto della nuova Arrows, non fa meglio del tredicesimo tempo, Giacomelli diciannovesimo e Brambilla ventiduesimo.

Il ventiseiesimo ed ultimo tempo di qualificazione è di Piquet in 1’20”64 ed è identico a quello di Merzario che però lo ha ottenuto più tardi ed è quindi escluso dal GP.

Gli altri non qualificati sono Regazzoni (per la quarta volta quest’anno), Bleekemolen e Mass che ha portato in pista la nuova ATS D1 solo nell’ultima giornata di prove ed è ancora carente di messa a punto.

Il forte vento che soffia da tre giorni ha spazzato via le nuvole ma la temperatura rimane abbastanza bassa anche la domenica mattina. Anche quest’anno la mezz’ora di warm-up comincia alle 13 perché le leggi locali non ammettono attività rumorose prima di mezzogiorno. Il V12 Matra appena montato sulla JS9/02 in sostituzione di quello rotto in qualifica si rompe a sua volta costringendo Laffite a lasciare la sua macchina da gara e correre col muletto come l’anno scorso.

Rupert Keegan perde il controllo della Surtees alla velocissima Tunnel Oost (dove morì Roger Williamson), sbatte contro le barriere danneggiando pesantemente la TS20 e fratturandosi una mano. Viene quindi permesso a Merzario di partecipare al GP in qualità di prima riserva, partendo dalla ventisettesima posizione dello schieramento.

La temperatura tutt’altro che estiva preoccupa i tecnici della Michelin per l’efficienza dei loro radiali così alla Ferrari si cerca di attenuarne il raffreddamento sulla griglia di partenza coprendoli con delle coperte di lana. La preistoria delle termocoperte.

Il giro di ricognizione parte alle 14:45 con le Lotus davanti a tutti.

Al momento del via Andretti e Peterson scattano benissimo mentre Lauda e Reutemann hanno un’esitazione che permette a Laffite di superarli ed entrare alla Tarzanbocht in terza posizione.

Sulla salita che porta alla Gerlachbocht, Stuck tocca Pironi quel tanto che basta per sbilanciarlo. La Tyrrell sbanda verso destra e aggancia la Arrows di Patrese trascinandola con sé.

Le vetture si schiantano contro il guardrail, due ruote si staccano e rimbalzano pericolosamente rischiando di colpire il resto del gruppo e gli spettatori.

La Tyrrell e la Arrows continuano a strisciare e si fermano in mezzo alla pista dove vengono fortunatamente evitate dagli altri piloti.

Patrese e Pironi scendono dalle loro vetture incredibilmente illesi.

La corsa continua mentre i commissari si impegnano per rimuovere i due rottami che, non avendo tutte le ruote, non possono essere spostati a mano. La Tyrrell viene agganciata a una Porsche 928 e trascinata sull’erba poco più avanti.

L’incidente ha lasciato terra e olio in pista, proprio sulla traiettoria ideale della curva, ma non c’è tempo per pulire perché le auto hanno concluso il primo giro e stanno arrivando sul luogo dell’incidente. La Arrows è ancora intraversata in mezzo alla pista e i piloti la schivano, chi passando all’interno, chi all’esterno.

I commissari cercano inutilmente di spostare la A1 a forza di braccia. Una situazione tragicomica.

Dopo quattro giri finalmente la macchina di Patrese viene rimorchiata da una DAF 66 del servizio autodromo e spostata all’esterno della Hugenholtzbocht.

Nel frattempo la classifica è ben delineata con le Lotus che accumulano un vantaggio di un secondo al giro su tutti. Lauda ha superato Laffite portandosi al terzo posto e anche Reutemann si appresta a scavalcare il francese che non ha fatto nemmeno un giro col muletto durante le prove per cui ha un assetto molto approssimativo.

Laffite è in difficoltà, non riesce a tenere il passo dei migliori e prima dell’ottavo giro viene superato anche da Reutemann, Watson, Fittipaldi e Villeneuve.

Mentre Andretti e Peterson proseguono insieme indisturbati, cominciano i primi ritiri. Depailler rientra ai box a motore spento al tredicesimo giro e tre giri più tardi lo imita Piquet che rompe un semiasse quando si trova in sedicesima posizione, davanti a Giacomelli e Brambilla.

Subito dopo Jones si ferma all’uscita della Hugenholtzbocht col cavo dell’acceleratore rotto quando è in lotta con Villeneuve per la settima piazza dopo aver a sua volta superato Laffite.

Il vento porta molta sabbia sulla pista e sulle macchine, creando problemi come a Rosberg che resta con le ghigliottine di iniezione bloccate e va dritto alla Tarzanbocht e si ritira.

Dopo 25 dei 75 giri previsti la classifica è invariata con Andretti e Peterson che procedono senza sforzo, tanto che Lauda è staccato di appena 6 secondi. Lo svedese dà l’impressione di poter spingere di più ma rispetta il ruolo assegnatogli da contratto.

Poco più dietro c’è un quartetto con Reutemann, Watson, Fittipaldi e Villeneuve.

Laffite ha perso terreno e al ventinovesimo giro viene raggiunto e superato anche da Jabouille che sta recuperando posizioni dopo la solita brutta partenza che lo ha fatto retrocedere al quattordicesimo posto.

Al trentesimo giro Brambilla attacca l’opaco Scheckter per la quindicesima posizione alla staccata della Panoramabocht ma arriva a ruote bloccate e finisce nella sabbia. Il monzese scende dalla monoposto, rimette la Surtees sull’asfalto poi salta in macchina e incita i commissari a spingerlo per riavviare il motore, dopodiché si ferma ai box per farsi allacciare le cinture e cambiare le gomme spiattellate per poi ripartire ultimo. Ovviamente tutto questo è vietato dal regolamento.

La rimonta di Jabouille si interrompe dopo 35 giri per la rottura del motore e due giri dopo Brambilla viene fermato con bandiera nera per essere rientrato in corsa grazie all’aiuto dei commissari di percorso.

Le Michelin di Reutemann cominciano a deteriorarsi e al trentottesimo giro Watson gli prende la scia e lo supera in staccata alla Tarzanbocht. Ancora due giri e anche il ritrovato Fittipaldi supera l’argentino portandosi in quinta posizione.

Anche Villeneuve potrebbe guadagnare una posizione ma rispetta il ruolo di secondo pilota e rimane alle spalle del compagno di squadra.

Al quarantesimo giro si rompono il motore di Merzario e l’alettone posteriore della Martini di Arnoux. Erano rispettivamente ultimo e penultimo.

La gerarchia della corsa vede due Lotus davanti a due Brabham Alfa Romeo, una Copersucar, due Ferrari, una Ligier Matra e due McLaren.

Tambay e Villeneuve superano i rispettivi capisquadra che sono sempre più in difficoltà con le gomme.

La Lotus di Andretti comincia a emettere un suono sordo, tipico della rottura di uno scarico, e nello stesso tempo Lauda spinge forte e realizza il giro più veloce della corsa, riducendo fortemente il distacco dal duo di testa.

Poco dopo Lauda sente provenire delle vibrazioni dal posteriore della BT46 e alza il piede per non rischiare e portare a termine la gara, avendo un buon vantaggio sul compagno di squadra Watson che è impegnato a difendersi dagli attacchi di Fittipaldi.

Negli ultimi tre giri Peterson si fa vedere negli specchietti di Andretti alla staccata della curva Tarzan, arrivando anche al bloccaggio dell’anteriore destra, ma non tenta mai il sorpasso e così le due Lotus 79 mettono a segno la quarta doppietta della stagione, l’ottava e ultima per la squadra di Colin Chapman.

Lauda è terzo davanti a Watson che resiste a Fittipaldi.

Sesto posto per Gilles Villeneuve che completa la zona punti davanti a Reutemann, ultimo a pieni giri.

Mario Andretti vince il suo dodicesimo e ultimo GP di F1 ed è anche l’ultima vittoria di un pilota statunitense a tutt’oggi. Ventiseiesimo e ultimo podio per Ronnie Peterson.

A tre gare dal termine del Mondiale, Andretti ha 63 punti e Peterson 51. Lauda (35), Depailler (32) e Reutemann (31) sono matematicamente esclusi dalla lotta per il titolo.

Colin Chapman e la Lotus vincono la settima Coppa Costruttori, tutte conquistate negli ultimi 16 anni. La 79 ha vinto 6 Gp su 8 a cui ha partecipato finora. La scuderia di Hethel raggiunge la Ferrari a quota 71 successi, quattro anni dopo che la Scuderia aveva ripetutamente migliorato il record di vittorie in F1.

Ancora una gara anonima su pista asciutta per la Ferrari. La Michelin continua la prevista sperimentazione nella speranza che non crolli tutto.

LA STORIA DELLA FERRARI 312T: 1978 (TERZA PARTE)

Dopo la gara di Long Beach il lavoro alla Ferrari subisce un rallentamento forzato. Reutemann ritarda il suo rientro dall’Argentina, dove è stato accolto trionfalmente da tifosi e autorità, a causa di una fastidiosa febbre, molto elevata, con una irritazione alle vie respiratorie. Villeneuve invece è fermato da una perturbazione che scarica acqua su Fiorano quasi ininterrottamente da fine Marzo e gli impedisce di provare in vista del prossimo GP di Monaco.
Dovendo rimanere al chiuso, Gilles affianca i tecnici del reparto corse nella preparazione del materiale cercando di capire insieme a loro come fare per migliorare la T3. Dalla Ferrari escono dichiarazioni che tendono a discolpare il canadese per l’incidente con Regazzoni, imputando la manovra affrettata alla poca esperienza e alla comprensibile agitazione dovuta al fatto di essere per la prima volta in testa a un GP.
Dal momento che la pioggia non si ferma (gli enti di controllo dei fiumi sono in stato di allerta) e mancando meno di tre settimane alla trasferta monegasca, si decide di cominciare a provare anche con la pista bagnata con il solo Villeneuve (Reutemann è arrivato ma viene tenuto precauzionalmente a riposo). La pista viene rallentata con tre chicane posticce per simulare le sinuosità del circuito del Principato.

Negli stessi giorni alcune squadre Goodyear (Brabham Alfa Romeo, Lotus, McLaren, Copersucar, Wolf, Ligier, Williams e Arrows) si ritrovano al Jarama per tre giorni di prove sotto il sole spagnolo e ci sono diverse novità.

Fa la sua prima apparizione la nuova Ligier Matra, denominata JS9. Progettata da Gérard Ducarouge, Michel Beaujon e Robert Choulet come le precedenti Ligier, ha un aspetto molto più massiccio della JS7, con una grande ala anteriore dotata di flap, fiancate lunghe e squadrate che si prolungano fino al grande alettone posteriore il cui profilo è praticamente contiguo alla carrozzeria. A differenza di Lotus e Copersucar, le fiancate non contengono al loro interno i profili alari che generano l’effetto Venturi. Il debutto è positivo con Laffite che realizza il miglior tempo in 1’18”4, abbassando di 3 decimi la pole di Hunt dell’anno scorso.

Mario Andretti riporta in pista la Lotus 79 dopo lo sfortunato esordio di Silverstone. La Getrag ha realizzato un nuovo cambio in sostituzione di quello provato senza successo durante i primi Gran Premi. Piedone si dedica soprattutto a prove di gomme, scendendo comunque a 1’18”5 con la 79 e 1’18”6 con la 78.

Le Arrows scendono in pista dopo avere rimosso il profilo inferiore e la paratia esterna delle fiancate per valutare il comportamento della FA1 ma con risultati negativi.

La stagione europea del Mondiale 1978 comincia il 7 maggio sulle strade del Principato di Monaco, il circuito cittadino per eccellenza.

Anche qui, come a Long Beach, il numero di iscritti (31) è molto superiore a quello degli ammessi alla partenza (20) per cui si rendono di nuovo necessarie le pre-qualifiche per ridurre il più possibile le auto in pista durante le prove ufficiali. La FOCA impone 20 macchine alle quali l’Automobile Club de Monaco aggiunge la Renault e la Williams, per un totale di 22 privilegiati. L’iscrizione della Williams si deve ai petrodollari che non fanno certo schifo al Principe Ranieri. Nove piloti si giocheranno tutto in due turni di mezz’ora (con mezz’ora di intervallo per eventuali modifiche) per conquistare i soli due posti ancora disponibili.

All’ultimo momento Danny Ongais rinuncia alla trasferta così sono 8 i piloti che scendono in pista alle 9:30 di giovedì 4 maggio. Derek Daly sbatte quasi subito e nella seconda mezz’ora sale sul muletto ma non riesce a fare meglio di 1’33”55, tempo insufficiente per passare il turno.

Sorte simile per Rebaque che ha appena acquistato la Lotus 78/4 (JPS18) usata da Nilsson nel finale del Mondiale 1977 e con questa si gira al Casinò andando a toccare il guardrail col posteriore. I commissari lo agganciano con una fune per trainarlo in una zona sicura ma il messicano riesce a rimettere in moto, torna ai box con la corda ancora attaccata dietro, sale sulla 78/1 e conclude la sessione con il tempo di 1’34”59.

Sulle fiancate della Lotus appare una decorazione inedita che però non è legata a nessuno sponsor.

Macchina nuova anche per Brett Lunger che ha acquistato una M26/6 nuova di zecca sulla quale spicca la sponsorizzazione Lark (altro marchio della Liggett Group) ma, essendo al suo debutto assoluto sul circuito monegasco e per di più con una macchina che non conosce ancora, il delawarean manca la pre-qualificazione girando in 1’34”86.

Fanno il suo rientro la Martini dopo i tanti problemi avuti a Kyalami e Silverstone ma non è facile mettere a punto una vettura praticamente nuova nel breve tempo a disposizione e così anche Arnoux chiude anticipatamente il suo GP di Monaco con il tempo di 1’33”72.

Keke Rosberg vuole dimostrare che la vittoria di Silverstone non è stata solo fortunosa e impressiona tutti, “pelando” i guardrail e facendo spettacolari acrobazie, ma i suoi sforzi non bastano per far andare veloce la mediocre Theodore in condizioni di pista normale e così, anche questa volta, la squadra di Teddy Yip torna a casa subito. Rosberg è infatti il primo degli esclusi con 1’33”07.

Novità sulla Merzario su cui è stata modificata la parte posteriore della carrozzeria ed è stata rifatta la sospensione posteriore. Questo grazie ad alcuni nuovi sponsor tra i quali la Flor Bath profumi di Parma che impone di cambiare il colore della A1/1 da rosso a nero opaco. Gli altri nuovi sponsor sono la Masini Sementi e soprattutto la Rodacciai di Bosisio Parini (LC) il cui fondatore Beppe Roda (classe 1925) ha cominciato l’attività raccattando rottami metallici, prima vendendoli e poi fondendoli in proprio, fino a creare una delle più grandi acciaierie d’Europa. Purtroppo l’Arturio riesce a completare solo il giro di lancio, poi la macchina ammutolisce e si ferma al Portier. Riportata ai box nell’intervallo tra le due mini-sessioni, lui e i meccanici cercano di far ripartire il motore ma è tutto inutile. Alla fine si scoprirà che si è rotto l’alberino dello spinterogeno che spostandosi ha mandato fuori fase il motore.

Chi non ha problemi è la Arrows che, oltre ad essere nettamente superiore agli avversari, dispone anche di Goodyear speciali (come quelle riservate ai top team) grazie all’intercessione di Ecclestone. Patrese (1’31”31) e Stommelen (1’31”88) si qualificano con grande facilità. Il padovano guida la terza FA1 costruita.

La Brabham BT46 si è dimostrata molto veloce ma non altrettanto affidabile. Durante il mese di pausa sono state apportate numerose piccole modifiche tese proprio a ridurre i problemi che hanno provocato tre ritiri su quattro in sole due gare.

La Tyrrell è la terza forza del mondiale grazie all’affidabilità della 008 che ha permesso di raccogliere più podi e punti della Brabham Alfa Romeo. Depailler è in ottima forma e probabilmente avrebbe meritato di vincere a Kyalami, oltre ad essere un ottimo collaudatore. Il suo rapporto con Maurice Phillippe e Karl Kempf è eccellente.

Pironi invece è in cerca di riscatto dopo il difficile GP di Long Beach. Il 26enne sta attraversando un momento difficile anche perché la Goodyear non gli fornisce le stesse gomme che concede al più esperto e quotato compagno di squadra.

Le prove di Jarama hanno convinto Chapman a portare la nuova Lotus 79/2 a Monaco.

La parte posteriore è stata riprogettata per ospitare il cambio Hewland perché il Lotus-Getrag non è ancora a punto. Tra le novità c’è anche la nuova disposizione degli scarichi. Nella prima versione i terminali erano posizionati all’interno delle fiancate e passavano sopra alle sospensioni mentre ora escono sopra al cambio e soffiano verso l’alettone posteriore, “pulendo” ulteriormente il flusso d’aria in uscita dalle fiancate. La 79 monta inoltre una barra antirollio all’anteriore, anch’essa regolabile dall’abitacolo come la posteriore, in modo da indurire o ammorbidire l’assetto in base alle esigenze del pilota.

In ogni caso Andretti comincia le prove con il muletto 78/3.

Peterson ovviamente continua con la 78/2 con cui ha vinto a Kyalami.

Crisi totale alla McLaren. La M26 potrebbe essere competitiva ma gli errori di Hunt e l’inesperienza di Tambay pesano su questo inizio di campionato. Il commento dell’ex iridato 1976 sull’errore di Long Beach: “Sono sconvolto dalla mia stupidità in un momento in cui il team sta facendo degli sforzi sovrumani per fare sì che possa tornare tra i primi”. Da questa gara i piloti McLaren sfoggiano una nuova tuta bianca sulla quale Hunt ha apposto la toppa del suo nuovo sponsor Olympus, dopo l’abbandono di Divina Galica.

Dopo l’interruzione dei rapporti con Robin Herd, John Gentry realizza una nuova e più filante veste aerodinamica per l’ATS, con conseguente spostamento dei radiatori dal musetto alla parte superiore fiancate come sulla Tyrrell 008. Telaio e sospensioni rimangono gli stessi. Sul cofano motore e sugli spoiler anteriori appare lo sponsor Air Press, azienda tedesca che produce deflettori per auto e ha realizzato il parabrezza della HS1.

Macchina nuova per la Ferrari, la 312T3/035 che viene tenuta come muletto. Reutemann e Villeneuve mantengono le stesse vetture usate a Long Beach. Tutte e tre le monoposto hanno la barra di torsione posteriore regolabile dall’abitacolo. Sul lato destro del casco di Reutemann appare finalmente il connettore jack per comunicare via interfono ai box con Forghieri mentre con Villeneuve ci si arrangia ancora urlando. Il canadese, al suo debutto nel Principato, sta prendendo lezioni di italiano per intendersi meglio con i meccanici.

Per questa gara sono stati preparati alettoni posteriori speciali sui quali sono stati aggiunti due piccoli flap estrattori dietro alle estremità. L’obiettivo è quello di aumentare ancora di più la già ottima trazione garantita dalle Michelin e che concede alla Ferrari un notevole vantaggio sulle piste lente e tortuose.

Fittipaldi non riesce a ritrovare la competitività dimostrata a Rio dalla F5A (grazie alle gomme buone fornite dalla Goodyear).

La Garrett ha fornito un nuovo turbo alla Renault che consente a Jabouille di tornare alla conformazione aerodinamica con la presa NACA posteriore che a Long Beach dava grossissimi problemi di ritardo nella risposta.

Finalmente anche Regazzoni può disporre di una nuova monoposto tutta per lui, la DN9/4A, la quarta realizzata a Northampton dall’inizio dell’anno. Stuck continua con la DN9/1A sulla quale sono stati applicati due deviatori di flusso in lamierino davanti alle ruote posteriori. Regazzoni deve accontentarsi di due nolder in fondo alle fiancate.

Tra le auto nuove di zecca presenti a Monaco c’è la Surtees TS20. Progettata da John Surtees e Ken Sears come la TS19, la vettura mantiene la monoscocca a sezione trapezoidale del progetto precedente ma ha diverse novità. Il musetto avvolgente che conteneva i radiatori acqua e olio è stato sostituito da uno in stile Lotus 78, con il solo radiatore olio e due spoiler laterali. I radiatori dell’acqua sono stati inglobati nelle fiancate, davanti alle ruote posteriori, e l’alettone ha lunghe paratie laterali ed è privo del montante centrale. Lo spostamento dei pesi comporta l’impiego di nuova sospensione anteriore. Ognuna delle due monoposto sono state pagate dai rispettivi sponsor, così Brambilla ritrova la colorazione completamente arancione Beta usata nel triennio March mentre Keegan ha la parte superiore bianca perché suo padre ovviamente vuole un ritorno pubblicitario ai soldi che ha investito (come la Durex). La macchina ha già girato a Goodwood e a Le Castellet prima di giungere a Montecarlo.

L’altra novità assoluta è la Wolf WR5, il progetto realizzato da Harvey Postlethwaite per Walter Wolf in meno di tre mesi. La macchina è ispirata alla Lotus, con fiancate lunghe che contengono i profili alari, relative minigonne per non fare uscire l’aria da sotto la vettura e tubi di scarico che escono sopra al cambio e soffiano sotto l’alettone. A differenza della Lotus, la WR5 ha un’ala anteriore a tutta larghezza come la Ferrari e per questo il radiatore dell’olio è stato posizionato sulla parte frontale dell’abitacolo, con una schermatura termica a protezione del pilota.

La Ensign è in declino ma per il secondo anno consecutivo interviene Chuck Jones. Questa volta il baffuto californiano che ha gestito squadre e piloti negli USA fin dagli anni ’50 e ha lavorato nella AAR di Dan Gurney riesce a convincere la Tissot a pagare Jacky Ickx per farlo tornare in F1 nonostante l’impegno con la Porsche Martini nel Mondiale Marche. Il quattro volte vincitore della 24 Ore di Le Mans guiderà per Mo Nunn per via della non concomitanza delle date dei Prototipi con quelle della F1. Anche Ickx ha il Bell Twin Window come Watson.

Montecarlo è sempre una vetrina per squadre e sponsor, così Guy Ligier decide di far debuttare la JS9 dopo il positivo test a Jarama.

Sempre a proposito di vetrina, la Williams ospita a Montecarlo alcuni emissari arabi venuti a vedere di persona i risultati dei loro investimenti dopo la splendida ma sfortunata prestazione di Long Beach. Gli arabi non hanno certamente problemi di soldi e potrebbero anche trasformare la Williams da Cenerentola a vera e propria principessa della F1. Sull’ala anteriore compare l’ulteriore sponsor City of Riyadh.

A Montecarlo è presente una delegazione canadese con a capo il presidente della Labatt Brewing Company, Don McDougall e il presidente della federazione automobilistica del Quebec, Benoit Mailloux, per annunciare che il Gran Premio del Canada 1978 si svolgerà a Montreal e più precisamente sull’Île Notre-Dame, un’isola creata artificialmente nel letto del fiume Saint-Laurent nota per aver ospitato una parte della Esposizione Universale del 1967 e il bacino olimpico per le gare di canottaggio nel 1976. Il circuito misurerà circa 4,7 km e la media dovrebbe sfiorare i 185 kmh, facendone così uno dei circuiti più veloci della F1. Il luogo dove sorgerà il circuito utilizzerà la maggior parte delle strade già esistenti dell’isola ma tutto dipenderà dalla trattativa tra gli organizzatori e Bernie Ecclestone.

La prima sessione del giovedì mette subito in chiaro che Reutemann e la Ferrari gommata Michelin sono fortissimi su questo tipo di circuito. Lole gira in 1’29”51 seguito a meno di un decimo da Andretti con la 78/3, Lauda e Peterson, unici a scendere sotto al minuto e 30 secondi. Alle loro spalle Hunt, Depailler, Villeneuve e Watson. Anche Reutemann ha scelto la versione aerodinamica senza le prese d’aria sopra alle fiancate, passando a quella usata da Villeneuve nei GP precedenti.

Patrese picchia al Mirabeau danneggiando la nuova FA1/3. Una volta salito sul provvidenziale muletto non riesce a migliorare il tempo ottenuto un’ora prima nelle pre-qualifiche ed è solo ventunesimo sul tracciato che lo ha visto esordire in F1 un anno fa.

Problemi per le nuove Surtees, entrambe lentissime per noie alla pompa della benzina e alla frizione. Brambilla e Keegan hanno distrutto le loro macchine a Long Beach che sono state rottamate per cui ne resta solo una, la TS19/02 che ha debuttato alla Race of Champions del 1976 e ha già disputato 20 gare. I piloti si alternano alla guida mentre i meccanici cercano di sistemare i guasti delle TS20.

Grandi difficoltà anche per la nuova Wolf WR5 il cui cambio si rompe dopo 12 giri e Scheckter torna sulla WR1 ma è solo sedicesimo. Saranno molte le monoposto a rompere gli ingranaggi durante le prove.

Nell’ora pomeridiana Reutemann abbassa ulteriormente il suo tempo di oltre un secondo con 1’28”34. Il direttore di corsa Charles Deutsch, co-fondatore della DB e direttore di corsa della 24 Ore di Le Mans, decide arbitrariamente di prolungare la sessione di un quarto d’ora e Lauda ne approfitta per segnare il secondo miglior tempo, a mezzo secondo dall’ex compagno di squadra ferrarista.

L’austriaco si sottopone a prelievi di sangue da parte dei medici che lo hanno avuto in cura durante la riabilitazione dopo il Nürburgring per capire le cause dell’affaticamento che accusa a volte. In questo modo si tengono sotto controllo la glicemia, la disidratazione e le perdite di calorie.

Terzo tempo per Andretti davanti a Villeneuve, Hunt e Depailler. Peterson, la cui vettura è in riparazione dopo il botto della mattina, resta a guardare perché il muletto è a disposizione di Andretti.

Non scende in pista neanche Stommelen a causa di un forte dolore a una costola che gli impedisce di guidare.

Il venerdì mattina piove in occasione delle prove e batterie del GP di F3. Le F1 tornano in pista il sabato mattina per le prove libere con l’assetto da gara. Durante questa sessione Depailler scende in pista con la 008 attrezzata per riprese cinematografiche da più angolazioni.

Una volta rientrato ai box per continuare le prove con la monoposto da gara, Jackie Stewart (ora commentatore per la TV statunitense ABC) prende il suo posto girando assieme agli altri piloti per registrare un filmato.

Mario Andretti prova la 79 sia nella versione originale che con un airscope simile a quello della 78 ma alla fine decide di correre con la vecchia monoposto.

Durante l’intervallo tra le sessioni, quasi tutte le squadre che montano il cambio Hewland cercano di porre rimedio all’ecatombe di ingranaggi, soprattutto quelli della seconda marcia.

Nell’ultima ora di qualificazione tutti spingono al limite e oltre. Villeneuve e Watson rompono le sospensioni contro i guardrail mentre Patrese picchia forte al Casinò danneggiando pesantemente la sua macchina da gara. Stommelen si fa fare un’iniezione di novocaina per lenire il dolore costale, scende in pista e riesce a migliorare il tempo di giovedì mattina, poi lascia la macchina a Patrese che riesce a qualificarsi.

L’exploit del pomeriggio è di Watson che, dopo aver atteso che i meccanici sostituissero la sospensione posteriore sinistra danneggiata, entra in pista a 10 minuti dalla bandiera a scacchi e batte il tempo di Lauda per un solo centesimo di secondo, conquistando la prima fila ai danni del compagno di squadra.

Carlos Reutemann non si migliora, come a Long Beach, ma il tempo di giovedì è sufficiente per conquistare la seconda pole consecutiva, la quarta in carriera, e sempre con gomme da gara perché la Michelin non produce ancora gomme da qualifica. Jackie Stewart lo premia con un Rolex GMT Master.

Watson è secondo davanti a Lauda, Andretti, Depailler, Hunt, Peterson e Villeneuve che, nonostante l’impegno, si prende un secondo di distacco da Lole.

Non si qualificano i quattro “senatori” Mass, Regazzoni, Jarier e Brambilla, tutti alle prese con problemi tecnici importanti. Il monzese è scontento del trattamento ricevuto da John Surtees (che si è fatto crescere i baffi) e Peter Briggs e non vede l’ora che venga pronta la nuova Alfa Romeo e cominciare i collaudi.

Jarier annuncia che la sua esperienza con la ATS termina qui: “Questa è l’ultima corsa che faccio. Piuttosto che essere presente in questo modo è meglio non esserci. Questa di Montecarlo è l’ultima corsa in F1 con l’ATS e non ho altre macchine in vista. Correrò in Can-am con la Shadow e in F2 con la March”

Terminate le prove l’attenzione si sposta sulla finale del classico GP di F3. La gara vive sulla splendida rimonta di Elio de Angelis che, transitato settimo al primo giro, è protagonista di una progressione impressionante che lo porta a superare Bobby Rahal, Daniele Albertin, Derek Warwick e Siegfried Stohr per mettersi all’inseguimento di Patrick Gaillard che conduce fin dal via. Una volta raggiunto il francese, il 20enne romano lo attacca al tornantino della Vecchia Stazione, Gaillard chiude la porta ma ha la peggio ed è costretto al ritiro. De Angelis vince con la stessa Chevron B38 Toyota usata l’anno precedente (quando finì secondo dietro a Pironi), questa volta gestita dalla Scuderia Everest di Giancarlo Minardi e Angelo Gallignani. Siegfried Stohr e Daniele Albertin completano un podio tutto tricolore, confermando la validità dei giovani piloti italiani dopo le vittorie di Renzo Zorzi nel 1975 e Bruno Giacomelli nel 1976.

Il quarto classificato è il 23enne francese Alain Prost, terzo fino a pochi giri dal termine e poi rallentato da un problema al motore della sua Martini Renault.

La domenica il cielo è coperto e la temperatura si aggira sui 20 gradi. Nell’abituale mezz’ora di warm-up in assetto da gara, Lauda stacca il miglior tempo con 1’30”72 davanti a Villeneuve, Reutemann, Scheckter (con la vecchia WR1), Watson, Peterson e Depailler, tutti racchiusi in un secondo. Scendono in pista anche i primi due non qualificati Mass (alla sua prima volta in carriera) e Regazzoni, nell’eventualità che qualcuno non possa prendere il via ma il ticinese va a sbattere alla chicane del porto per un guasto ai freni.

Al termine del warm-up c’è una riunione molto burrascosa davanti al box Ferrari, con Forghieri in versione “Furia” che non ne vuole sapere di montare le gomme tipo 51, più dure, consigliate dalla Michelin. L’ingegnere esige che si montino le 61 usate in prova che, secondo Dupasquier, non dureranno per tutta la corsa. Volano parole grosse e alla fine si giunge a un compromesso che farà equipaggiare Reutemann con le 51 anteriori e 61 posteriori mentre Villeneuve avrà tutte 51, come consigliato dai tecnici di Clermont-Ferrand.

Prima della partenza, prevista per le 15:30, il principe Ranieri e la principessa Grace effettuano il giro del circuito con la loro Mercedes-Benz S-Klasse Cabriolet.

L’auto veloce della direzione corsa è la Porsche 911 Martini che ha appena disputato il Safari Rally.

Il semaforo verde si accende e Reutemann fa slittare troppo le gomme.

Lauda cerca di approfittare della situazione ma si trova chiuso da Watson che affianca Reutemann ed è costretto ad alzare il piede.

Depailler intuisce la situazione e si butta tutto all’esterno continuando la progressione.

Alla frenata di S.te Devote Watson gira davanti a Depailler e Reutemann che viene affiancato all’esterno da Lauda. Hunt sbaglia la frenata e arriva a ruote bloccate per non finire addosso alla Ferrari.

Lauda perde il posteriore della Brabham in frenata e la sua ruota posteriore destra sbatte contro quella sinistra di Reutemann rompendole il cerchio mentre Hunt sbatte la sua McLaren incontrollabile contro il guardrail.

La gomma posteriore sinistra di Reutemann si affloscia e la Ferrari viene superata da Lauda all’inizio della salita verso Massenet.

Hunt ha l’anteriore destra a terra e la sospensione piegata e lascia sfilare il gruppo.

Reutemann invece, nonostante la gomma ormai a terra, riesce a tenersi alle spalle Andretti ancora per un po’.

Al Mirabeau il Ferrarista rallenta vistosamente e lascia passare tutti per poi rientrare ai box a cambiare la gomme forata. L’argentino riparte velocissimo appena prima di essere doppiato.

 

 

 

 

 

 

Al termine del primo giro Watson è in testa davanti a Depailler, Lauda, Andretti, Scheckter, Jones, Peterson e Villeneuve mentre Hunt sta ancora cercando di raggiungere i box ad andatura lentissima, tanto che viene raggiunto e doppiato prima del Tabac.

Watson, Depailler e Lauda sono molto veloci e prendono subito un piccolo vantaggio nei confronti di Andretti.

Piedone precede un quartetto agguerrito formato da Scheckter, Jones, Peterson e Villeneuve.

Al quarto giro Stuck cerca di superare Keegan al Loews ma le ruote si agganciano e le vetture rimangono bloccate in fondo al tornante. L’intervento dei commissari consentono di ripartire a entrambi. Stuck viene raggiunto e superato da Reutemann mentre Keegan (che è partito con la TS19) è costretto al ritiro cinque giri più tardi.

La Williams di Jones fuma vistosamente a causa di un trafilaggio d’olio dal cambio che finisce anche sui freni posteriori causando grosse difficoltà all’australiano, il quale arriva lungo a S.te Devote e viene superato da Peterson e Villeneuve al 13° giro.

La perdita d’olio si aggrava e al 30° giro Jones parcheggia la FW06 al Casinò.

Intanto Depailler spinge Watson da vicino cercando di fargli commettere un errore mentre Lauda osserva da vicino la situazione in attesa di approfittare della situazione.

In realtà Watson ha problemi ai freni, tanto che al 38° giro arriva lungo alla chicane del porto e si infila nella via di fuga per poi riprendere la pista in terza posizione, staccato di oltre dieci secondi. Depailler passa in testa tallonato da Lauda. Stommelen si ritira perché il dolore alla costola incrinata è insopportabile.

Sette giri più tardi Andretti rientra ai box. Il tubo del manometro della benzina si è rotto spruzzando il liquido nell’abitacolo. La sostituzione è ovviamente molto lunga e Piedone finisce in fondo alla classifica. Ennesimo ritiro per guasto tecnico per il pilota della Lotus.

Al giro successivo Lauda rallenta, perde contatto da Depailler, viene superato dal doppiato Reutemann alla piscina e rientra ai box perché sente di aver forato la posteriore sinistra.

La squadra cambia entrambe le gomme e Niki torna in pista in sesta posizione facendo segnare subito il giro più veloce in 1’30”07, battendo il record di Regazzoni del 1976 (1’30”28). Quando mancano 29 giri al termine. Depailler precede Watson di 17 secondi e il trio formato da Scheckter, Peterson e Villeneuve di una trentina. Alle loro spalle ci sono Lauda, Pironi e Patrese.

Il vantaggio di Depailler su Watson aumenta a 25 secondi, Scheckter e Peterson sono a 7 secondi dall’irlandese della Brabham mentre Villeneuve perde terreno.

Al termine del 56° giro Peterson rientra ai box e si ritira col cambio fuori uso.

Ora Villeneuve è quarto ma viene raggiunto da Lauda che con le gomme nuove è nettamente il più veloce in pista.

Al 63° passaggio Lauda riesce a superare Villeneuve al Portier e si avvantaggia immediatamente. Sotto al tunnel la 312T3 del canadese ha uno scarto improvviso, probabilmente dovuto all’afflosciamento dell’anteriore sinistra. La macchina va a sbattere contro il guardrail esterno e perde la ruota posteriore sinistra per poi fermarsi nella via di fuga della chicane del porto. Villeneuve è illeso.

Depailler è sempre più saldamente al comando davanti a Watson, Scheckter, Lauda, Pironi, Patrese, Tambay e Reutemann ma al 65° giro Watson ripete il dritto alla chicane fatto a metà gara e perde la seconda posizione in favore di Scheckter. Lauda lo raggiunge e lo supera al giro seguente.

Lauda è scatenato, recupera secondi su secondi su Scheckter che è senza la seconda marcia da parecchi giri. Al contrario la BT46 è velocissima, tanto che al 72° dei 75 giri previsti Lauda fa segnare il giro più veloce in 1’28”56, un tempo superiore solo alla pole di Reutemann (1’28”34) e ora è in scia alla Wolf.

Il sorpasso è una formalità e al giro seguente Lauda supera il sudafricano davanti ai box, determinando la classifica finale.

Patrick André Eugène Joseph Depailler, 33enne di Clermont-Ferrand, vince finalmente il suo tanto atteso quanto meritato primo GP di F1 al volante della Tyrrell, la squadra con cui ha sempre corso nella massima categoria fin dal debutto avvenuto proprio a Clermont-Ferrand nel 1972.

Piazza d’onore per Lauda, autore di una prestazione straordinaria.

Terzo posto per Scheckter (che torna sul podio), con un vantaggio di meno un secondo e mezzo di sul frustrato Watson mentre Pironi e Patrese completano la zona punti dopo aver duellato per tutta la gara, finendo staccati tra loro di 71 centesimi di secondo.

La Renault turbo porta a termine il suo primo GP di F1, anche se Jabouille chiude attardato di 5 giri per un problema ai freni nel finale di gara (fino a quel momento è stato sempre davanti a Fittipaldi). Si tratta comunque di un risultato importante, considerando che è stato ottenuto sul circuito più problematico per un motore sovralimentato.

Al termine del giro d’onore Depailler raccoglie Ken Tyrrell e Karl Kempf che insieme a lui hanno creduto nel progetto 008.

Giunto sotto al podio dove lo attendono i “padroni di casa”, il francese viene circondato da giornali, radio e televisioni.

Depailler viene quindi premiato dal principe Ranieri e dalla principessa Grace, ascolta La Marseillaise e poi festeggia con lo champagne affiancato da Jean-Marie Dubois e dal presidente dell’ACM Michel Boeri.

La vittoria proietta Depailler in testa al Mondiale Piloti con 23 punti dal momento che Andretti e Reutemann rimangono fermi a 18. Lauda sale al quarto posto con 16 superando Peterson, fermo a 14.

In Ferrari invece c’è ben poco da festeggiare. Reutemann sa di aver perso un’occasione d’oro facendo pattinare troppo le gomme alla partenza e di conseguenza facendosi raggiungere e superare da chi gli partiva dietro, nonostante lo schieramento sfalsato. Se fosse partito bene probabilmente avrebbe dominato tutti i 75 giri (i circuiti cittadini sono una manna per le Michelin) e invece la Ferrari torna a casa a mani vuote, così come la Lotus che continua comunque a guidare la Coppa Costruttori con 27 punti, seguita ora dalla Tyrrell con 24, Brabham Alfa Romeo 20 e la Ferrari scende al quarto posto con 18. Forghieri torna a Maranello da solo appena terminata la gara.

L’ennesimo incidente di Villeneuve non migliora la sua reputazione. Per la prima volta Giorgio Serra lo associa al termine “aviatore”.

Al termine della corsa Andretti vola subito a Indianapolis per le prove della 500 Miglia. Nei tre giorni di prove libere Piedone stabilisce il record ufficioso del circuito alla media di 203.482 mph (327.473 km/h) al volante della Penske PC6. Le due giornate di qualifica sono previste per il weekend del 13 e 14 maggio.

Giovedì 11 maggio, quattro giorni dopo la gara monegasca, si svolge a Zolder l’ormai consueta ora di pre-qualifiche per il successivo GP del Belgio, questa volta con una settimana di anticipo sulle prove ufficiali. Ecclestone ha promosso d’arbitrio Patrese e Daly tra gli iscritti ufficiali per cui sono sette i piloti che scendono in pista tra le 11 e le 12 per disputarsi i quattro posti disponibili.

Come prevedibile, Rolf Stommelen è il più veloce di tutti con la Arrows in 1’23”76.

Rosberg è secondo con la Theodore, staccato di ben 82 centesimi. Il finlandese si sta facendo crescere i baffi.

Finalmente Arnoux e la Martini riescono a ottenere almeno il passaggio alle prove ufficiali col tempo di 1’24”58.

L’ultimo posto lo conquista Bruno Giacomelli con una McLaren M26/7 nuova di zecca. Il bresciano ha vinto due delle prime tre gare dell’Euro F2 con la March 782 del Polifac BMW Junior Team ed è in testa al campionato. La monoposto è molto faticosa da portare e difficile da mettere a punto (la squadra che lo segue è diretta da Leo Wybrott, lo stesso che fece debuttare Villeneuve) ma Giacomelli riesce a girare in 1’24”65 nonostante un’uscita di pista a metà sessione. I meccanici lo hanno simpaticamente ribattezzato Jack O’Malley.

Il primo degli esclusi è Brett Lunger (1’24”91), anch’egli alle prese con la M26 che si rivela essere meno “facile” della vecchia M23.

Stessa sorte per Rebaque, nonostante disponga di due Lotus 78. Il messicano non riesce a fare meglio di 1’25”10.

Ancora una sessione disastrosa per Merzario. Questa volta il motore non dà problemi che invece arrivano dai semiassi. Prima dell’ora di pre-qualifica se ne rompono due, facendo perdere molto tempo ai box per la sostituzione. Infine se ne rompe un terzo durante l’ora decisiva, quando Merzario non è ancora riuscito a girare in un tempo sufficientemente valido (1’26”69) e così la squadra torna a casa a meditare sui propri errori.

Nel pomeriggio scendono in pista anche Reutemann, Patrese, Hunt, Depailler, Pironi, Laffite, Jabouille, Ickx e Fittipaldi per prove di gomme. Reutemann è il più veloce in 1’22”7 mentre Villeneuve girerà il giorno dopo.

Scende in pista anche Bernard de Dryver che lo scorso anno non si era qualificato con la March privata di Brian Henton. Questa volta ci vuole riprovare come compagno di squadra di Jacky Ickx sulla seconda Ensign ufficiale, grazie all’appoggio del marchio belga di sigarette Belga.

I piloti della Ferrari non sono tornati a Maranello dopo il GP di Monaco proprio per recarsi subito a Zolder per le prove di gomme ma la loro posizione in squadra viene messa in discussione. La partenza sbagliata di Reutemann e l’ennesimo incidente di Villeneuve hanno aperto più di una crepa nella pazienza del Drake che ha contattato Scheckter per sostituire Lole a fine anno. Pare che sul suo taccuino ci sia anche il nome di Hunt ma i suoi continui errori in questo avvio di stagione gli hanno fatto perdere parecchie possibilità, senza dimenticare che Ferrari non ingaggia un Campione del Mondo dal 1956 (e il rapporto con Fangio non fu esattamente idilliaco).

La posizione di Villeneuve è ancora più precaria. Dopo sette GP il canadese ha all’attivo un ottavo posto e sei ritiri, cinque dei quali dovuti a incidenti, uscite di pista o testacoda e pare abbia le gare contate. Per questo Enzo Ferrari convoca a Maranello Elio de Angelis, ormai di casa a Fiorano per le prove con la Chevron ella Scuderia Everest motorizzata col problematico Dino V6. Il pilota romano, fresco vincitore del GP di Monaco di F3, piace molto a John Surtees che gli vorrebbe far disputare tre GP con la nuova TS20 in sostituzione di Brambilla che è sempre più vicino al passaggio all’Alfa Romeo. Questa sarebbe un’occasione per valutare le capacità di De Angelis in F1 (anche se con una monoposto mediocre) in vista dell’eventuale sostituzione di Villeneuve già durante il campionato 1978. Al colloquio sono presenti anche Giancarlo Minardi e il padre di Elio, il costruttore romano Giulio de Angelis che non accetta questa sorta di esame di abilitazione del figlio facendo saltare l’accordo.

Le prove Goodyear continuano ad Anderstorp dove Peterson può provare per la prima volta la Lotus 79/2 e gira tre secondi più veloce della pole di Andretti del 1977, a dimostrazione del miglioramento delle gomme.

Tutte le squadre arrivano a Zolder per il sesto appuntamento del campionato. La pista è stata riasfaltata completamente con un nuovo rivestimento uniforme e senza le differenze di aderenza presenti prima. Oltre al nuovo asfalto, il circuito di Zolder sta costruendo un fabbricato di tre piani a fianco della torre di controllo che ospiterà un ristorante destinato alla stampa e alle squadre.

Lauda è rinfrancato per l’ottima prestazione di Montecarlo e deciso a continuare la risalita nella classifica. Intanto c’è un po’ di baruffa all’interno della FOCA dove Chapman, Mayer e Tyrrell addebitano a Ecclestone di sfruttare troppo a suo vantaggio la posizione che sì è creato. Bernie viene accusato di prendere uno stipendio troppo alto come segretario dell’associazione, oltre al 3% che trattiene sulla quota pagata dagli organizzatori di tutti i GP. Ecclestone viene anche rimproverato di dare troppo denaro extra a Ferrari per tenerselo buono.

John Watson è febbricitante ma desideroso di riscattare gli errori di Montecarlo. La Brabham aveva detto che l’irlandese si fosse ritirato a Long Beach per la rottura del cambio, ma ad un esame della vettura si è scoperto poi che il “botto” sentito da Watson era da attribuire ai vapori d’olio usciti dal serbatoio di recupero che, venuti a contatto con i freni in carbonio, erano esplosi. Per questo motivo i nuovi freni, che pare andassero molto bene, sono stati quindi messi da parte.

Sulle Tyrrell sono presenti due bandelle divergenti, montate dietro le ruote anteriori, che impediscono all’aria di infilarsi sotto la vettura.

Quando viene tolta la carrozzeria si vede la quantità di cavi che partono dalla centralina progettata da Kempf verso i sensori dislocati sulla 008.

La pioggia ha modificato il programma della Indy 500 obbligando gli organizzatori a spostare le qualifiche proprio nel weekend in cui si corre a Zolder. Andretti è quindi costretto a far qualificare la sua Penske a Mike Hiss per non perdere il diritto a partecipare. Il regolamento USAC lo prevede ma l’italo-americano dovrà partire dall’ultima posizione dello schieramento, indipendentemente dalla posizione conquistata da Hiss.

Ora però Piedone è a Zolder (la Indy 500 si correrà la domenica successiva) e deve riscattare la sfortunata corsa di Montecarlo che gli ha fatto perdere la testa della classifica per la rottura del tubo del manometro della benzina. Piedone vorrebbe usare sempre la Lotus 78 ma Chapman lo convince a portare finalmente al debutto la 79 dopo avergli raccontato dei tempi ottenuti dal compagno di squadra ad Anderstorp.

Peterson continua con la 78/3, in attesa che sia completata una seconda 79 per lui, mentre la 78/2 è il muletto di Andretti.

Il declino di Hunt e della McLaren ha dell’incredibile. Il vincitore dell’ultimo GP del 1977 sembrava uno dei pretendenti al titolo insieme ad Andretti e invece ha racimolato appena 3 punti nella prima gara e poi quattro ritiri, tre dei quali per errori di guida. A Zolder la M26 monta nuovi dischi freno della Lockheed con più scanalature radiali per facilitare la centrifugazione dell’aria e avere un miglior raffreddamento del mozzo e di conseguenza contenere la temperatura delle gomme.

Lunedì 15 maggio si è disputato il Grand Prix de Pau, la prima corsa automobilistica ad aver ricevuto il titolo di Gran Premio nel 1901. La gara è valida come quarta prova dell’Europeo di F2 ma è molto prestigiosa (e quindi molto ben remunerata) e vi prendono parte anche piloti di F1 come Laffite, Rosberg e Tambay. Il pilota della McLaren corre come compagno di squadra di Derek Daly sulla Chevron B42 ufficiale, passa subito in testa alla prima curva e domina la gara con sicurezza fino a quando il 4 cilindri Hart esplode proprio davanti al direttore di corsa che gli segnala l’inizio dell’ultimo giro. La delusione è aggravata dalla perdita del liquido dell’estintore di bordo che gli ha provocato una profonda ustione al piede sinistro inondato dal prodotto chimico. Tambay viene subito curato ma i danni riportati dalla pelle sono gravi e, giunto a Zolder, i medici dichiarano la sua impossibilità a guidare e Teddy Mayer (che non era stato informato della sua partecipazione al GP di Pau) lo fa ricoverare immediatamente al Fitzroy Nuffield Hospital di Londra dove gli vengono diagnosticate ustioni profonde di secondo grado e la possibilità che le sostanze chimiche dell’estintore siano entrate in circolo nel sangue.

Le McLaren ufficiali in pista saranno comunque due per la presenza di Bruno Giacomelli che torna in F1 dopo il debutto di Monza ’77. Il bresciano ha vinto la gara di Pau proprio grazie al ritiro di Tambay all’ultimo giro ma anch’egli è malconcio e scende in pista con un tutore al polso destro a causa di una lussazione riportata in un contatto con Cheever sul circuito pirenaico. Come se non bastasse, Giac appoggia male il piede destro scendendo dalla M26 e si provoca una dolorosa distorsione alla caviglia.

La ATS porta le stesse macchine viste a Montecarlo che sono sempre le vecchie Penske PC4 del 1977 con la carrozzeria modificata. Mass cerca di capire come far funzionare la HS1 con l’aiuto di John Gentry, autore della nuova aerodinamica che non ha permesso al tedesco di qualificarsi nel Principato.

Jarier ha mantenuto la parola e ha abbandonato la squadra, costringendo Günter Schmid a cercare un sostituto. La scelta ricade sul 32enne pilota di F2 Alberto Colombo, già campione italiano di F3 nel 1974. Il “Capellone di Varedo” è stato interpellato telefonicamente da Schmid ATS soltanto mercoledì sera e sulle prime pensava che fosse uno scherzo. Il giorno dopo ha ricevuto un’altra telefonata che lo invitava ad essere a Zolder per la sera stessa e così ha preso il primo aereo a disposizione per la sua prima esperienza assoluta con una F1. Il tutto grazie al sostegno dello sponsor Speedprint di Paderno Dugnano, un’azienda che produce ogni genere di imballaggi per prodotti alimentari purché non di carta. L’accordo prevede anche la partecipazione al GP d’Italia.

La Ferrari (e soprattutto i suoi piloti) è chiamata a recuperare l’occasione persa due settimane fa da Reutemann di andare in testa al Mondiale. Per questa gara vengono provati bracci più lunghi sulle sospensioni anteriori per allargare la carreggiata.

Villeneuve ha gli occhi della squadra addosso, deve stare molto attento e soprattutto non commettere errori.

Mauro Forghieri è assente in conseguenza della litigata di Montecarlo con i tecnici Michelin. Al suo posto è stato mandato Piero Lardi.

Mentre Ralph Bellamy è a San Paolo a progettare una nuova vettura per Emerson Fittipaldi, il team continua a utilizzare F5A/2 e F5A/3.

Volti distesi alla Renault dopo la prima gara completata senza rottura del turbo. Certamente ci sono ancora molti problemi da risolvere ma un piccolo passo verso l’affidabilità è stato fatto.

La Shadow paga la mancanza di un programma di prove e sviluppo di un progetto che è stato creato da un tecnico che non fa più parte della squadra, oltre al tempo e alle risorse perse per ricostruire la macchina danneggiata da Regazzoni durante il warm-up di Monaco e alla conseguente mancanza di un muletto.

Le tensioni emerse a Montecarlo tra Brambilla e Surtees sembrano appianate. La Beta ha confermato l’impegno fino al termine della stagione anche se il monzese collauderà la nuova Alfa Romeo. La squadra di Edenbridge ha sistemato i problemi tecnici emersi sulle TS20 a Montecarlo e spera in un weekend meno problematico. Anche Keegan sceglie il Bell Twin Window.

Scheckter e Postlethwaite ritrovano il sorriso per aver riconquistato i punti e il podio dopo sette mesi di un digiuno.

La Wolf lavora sulla WR5 mentre la WR1 viene tenuta solo come vettura di scorta per ogni evenienza. Quando i meccanici sollevano la macchina per lavorare, le minigonne vengono alzate e bloccate con due spine unite da una catenella per evitare di danneggiarle con i piedi.

Jacky Ickx torna a disputare il GP di casa dopo due anni. La Ensign dovrebbe essere migliore della pessima Wolf-Williams del 1976 ma il belga è indeciso tra la MN06 usata a Montecarlo e la MN08 muletto.

La Ligier sta modificando la JS9, dimostratasi troppo pesante, per cui a Zolder Laffite torna sulla JS7/JS9 intermedia.

Alan Jones è in un ottimo stato di forma così come la FW06 che però si è rotta negli ultimi due GP compromettendo una pressoché certa conquista di punti se non il podio.

La nuova Arrows apparsa a Montecarlo e sulla quale Patrese si è schiantato in prova è stata ricostruita attorno ad una nuova monoscocca ed è stata portata a Zolder come una nuova vettura, denominata FA1/3-2, utilizzando la monoscocca che era stata destinata ad una quarta vettura. Stommelen, ormai completamente ristabilito, torna sulla FA1/2.

Derek Daly ha superato le pre-qualifiche e può tentare di debuttare in F1.

Stessa situazione per Arnoux e la Martini che dovrebbe aver risolto i problemi di alimentazione. Il piccolo francese è molto determinato.

I box non sono sufficienti per tutti gli iscritti così la Theodore di Rosberg deve arrangiarsi in fondo alla corsia di accelerazione nella speranza di qualificarsi.

Il Royal Automobile Club Belgium ha inserito nell’elenco degli iscritti i belgi Bernard de Dryver e Patrick Neve. Il primo ha partecipato alle prove libere della settimana scorsa con la seconda Ensign ufficiale. Neve non ha trovato una macchina tra quelle delle squadre partecipanti al GP ma gli è venuto incontro Jack Kallay, proprietario della Hi-Line Car Stripes, che ha acquistato una March 781Sper far correre il suo pupillo Geoff Lees nella neonata Formula Aurora e in qualche GP di F1. Neve effettua i primi collaudi a Goodwood e la porta a Zolder nella speranza di correre la gara di casa ma Ecclestone respinge la sua iscrizione, così come quella di De Dryver.

Durante il week end la Goodyear organizza una riunione con piloti, proprietari di squadre e direttori sportivi. Lo scopo è di chiarire la posizione della Goodyear in seguito alle lamentele giunte da molte squadre che non hanno avuto lo stesso trattamento riservato a quelle più forti. Il documento finale distribuito dal responsabile delle relazioni pubbliche Trevor Hoskins recita: “In questo momento la Goodyear equipaggerà otto piloti col massimo di combinazioni di gomme che possono essere disponibili. Questi otto piloti sono: Andretti, Depailler, Hunt, Lauda, Peterson, Scheckter, Watson e Fittipaldi. [La scelta di quest’ultimo è esclusivamente commerciale per via del fatto che la Goodyear ha un grandissimo mercato in Brasile. NDR] Tutti gli altri saranno forniti di gomme di un tipo uguale per tutti. Tuttavia, per dare delle opportunità ad altri, la Goodyear metterà a disposizione tutti i tipi di gomme disponibili ad altri due piloti, basandosi sui risultati dei tempi della prima giornata di prove. Queste gomme saranno disponibili all’inizio della seconda giornata di prove. Comunque se alla fine della prima sessione di prove un pilota fosse più veloce di tutti (oltre ai menzionati otto) la Goodyear provvederà a fornirgli la scelta massima di gomme anche per la seconda sessione della prima giornata.”

Mario Andretti e la Lotus 79 sono gli assoluti dominatori della prima giornata di prove. L’anno scorso Piedone aveva stabilito una pole incredibile in 1’24”64 staccando Watson di oltre un secondo e mezzo. Nella prima sessione del mattino l’italo-americano gira in 1’21”78 e nel pomeriggio lima altri 3 decimi.

Scheckter sorprende tutti ottenendo il secondo tempo con la Wolf WR5, con 65 centesimi di distacco e precede Reutemann, Lauda, Villeneuve, Hunt, Peterson e l’ottimo Patrese. Lui e Jones si inseriscono davanti a Depailler e Fittipaldi acquisendo il diritto a una più vasta scelta delle gomme per il giorno dopo.

Durante una pausa del programma Lauda scende in pista con una cinepresa montata sul roll-bar (con adesivo Parmalat in posizione strategica sopra al casco) per permettere alla TV belga di avere un filmato in esclusiva. Insieme a lui girano Watson, Depailler, Andretti, Hunt, Reutemann e Scheckter per dare un po’ di spettacolarità al tutto.

Sabato mattina Ecclestone dice a Lunger che può tentare la qualifica essendo il primo degli esclusi nelle pre-qualifiche e considerando l’indisponibilità di Tambay. Nessuno tra gli organizzatori e i delegati CSI si oppone alla decisione presa in totale autonomia dal “Padrino”.

La sessione decisiva conferma la superiorità di Andretti che tira giù altri sette decimi e scende a 1’20”90 mettendo a segno la sua undicesima pole position. La Lotus 79 non è mai scomposta, sembra correre sui binari, eppure è più veloce di tutti  soprattutto nelle poche curve medio-veloci del tracciato.

Reutemann ottiene la seconda posizione negli ultimi minuti con 1’21”69, appena un centesimo secondo più veloce di Lauda che pregustava la partenza in prima fila. Villeneuve è quarto a soli 8 centesimi dal compagno di squadra e precede Scheckter, Hunt, Peterson e Patrese. Il capoclassifica Depailler è in difficoltà e non riesce a fare meglio del tredicesimo tempo, a quasi 3 secondi dalla pole, lamentando mancanza di aderenza della Tyrrell sia all’anteriore che al posteriore.

Ottime prestazioni tempo per Brambilla, dodicesimo, che sfrutta al meglio la nuova Surtees e per Arnoux, diciannovesimo, che riesce a debuttare con la Martini. L’acciaccato Giacomelli è ventunesimo.

Lunger riesce a qualificarsi con l’ultimo tempo nonostante abbia potuto provare solo per la metà del tempo degli altri. Non si qualificano Keegan, Daly, Rosberg e Colombo. Il brianzolo non avrebbe potuto partecipare in nessun caso perché Mass esce di pista sul finire delle prove e danneggia pesantemente la sua ATS per cui correrà proprio con la macchina di Colombo.

Il cielo è coperto anche domenica mattina ma non piove. Le Ferrari di Villeneuve e Reutemann sono le più veloci nella mezz’ora di warm-up con l’assetto da gara. Peterson è terzo davanti a Lauda, Andretti, Jones, Hunt e Scheckter.

Finite le prove libere prima della gara, tutti i costruttori si riuniscono nel motorhome della Shadow dove firmano un documento di censura contro la Arrows, dopo aver preso in visione disegni e fusioni della macchina Shadow e averli confrontati con le date con cui erano state realizzate le fusioni della Arrows. Sembra che molto presto le Arrows possano essere sequestrate da un giudice che si dovrà poi pronunciare per l’eventuale reato di plagio.

Alle 15 parte il giro di ricognizione mentre soffia un leggero vento in direzione nord-est.

Quando si accende il semaforo verde Andretti e Reutemann scattano bene mentre Lauda in seconda fila fa pattinare troppo le gomme e parte a rilento.

Immediatamente dopo. Reutemann sbaglia la cambiata e si pianta in mezzo alla pista, la cui carreggiata è già stretta di suo, scatenando il caos. Villeneuve evita il compagno di squadra passando vicino al muretto dei box. Scheckter, partito benissimo dalla terza fila, supera Lauda passando sul ciglio della strada e si appresta a sfilare anche Reutemann ma l’austriaco si sposta a sinistra per non tamponare la Ferrari e la ruota posteriore destra della Wolf sale sull’anteriore sinistra della Brabham per poi atterrare pesantemente al suolo.

Sul lato opposto della pista, Patrese fa un’ottima partenza e si appresta ad affiancare Hunt il quale però è costretto a spostarsi verso il muretto dei box per evitare Reutemann. Patrese è più molto veloce e tampona la McLaren facendo perdere il controllo a Hunt.

Lauda finisce contro il guardrail in seguito alla collisione con Scheckter e contemporaneamente la M26 di Hunt, priva di controllo, attraversa la pista evitando per un pelo la Lotus di Peterson e andando a schiantarsi subito dietro alla Brabham.

I danni causati dalla partenza sbagliata di Reutemann non sono finiti. Mass frena per non tamponare il ferrarista, Fittipaldi scarta sulla destra ma deve frenare a sua volta e viene così tamponato da Ickx che gli rompe la sospensione posteriore sinistra e lo mette fuori gara.

Più indietro, Arnoux cambia traiettoria dopo aver visto il tamponamento di Ickx e viene a sua volta tamponato da Pironi che aggancia la posteriore destra della Martini con la sua anteriore sinistra. La Tyrrell si alza e ricade a terra ed entrambi proseguono la corsa anche se non nelle condizioni migliori.

Quando i superstiti si sono allontanati, Hunt e Lauda scendono dalle monoposto (che rimarranno in quella posizione per tutta la gara) e rientrano ai box cercando di capire come sia potuto succedere.

Jacky Ickx completa il giro col muso a penzoloni e rientra ai box per sostituirlo insieme al telaietto di sostegno e perdendo moltissimo tempo.

Al termine del primo giro Andretti ha già 2 secondi di vantaggio su Villeneuve (che ha scelto le Michelin 61, più morbide) il quale precede Scheckter, Peterson, Patrese, Watson, Jabouille e Reutemann che è uscito indenne dalla confusione che lui stesso ha creato.

Il muso della Renault ha il segno nero lasciato da una ruota della Brabham di Watson che è stata tamponata da Jabouille nel giro di ricognizione e ha la sospensione posteriore in disordine.

Nel corso del secondo giro Reutemann si libera di Jabouille e si mette all’inseguimento di Watson.

Al sesto giro l’argentino si libera del pilota della Brabham e ora è sulle tracce di Patrese che ha perso contatto dalla coppia formata da Scheckter e Peterson. Lo svedese della Lotus supera la Wolf in staccata all’inizio del decimo giro, portandosi in terza posizione e Scheckter si ferma ai box al giro successivo per cambiare le gomme (la WR5 non è più equilibrata in seguito alla collisione con Lauda), imitato da Watson un paio di tornate più tardi. Entrambi finiscono in fondo e sono tagliati fuori dalla classifica.

Dopo 15 giri Andretti ha 4 secondi su Villeneuve, 11 su Peterson, 16 su Patrese, 17 su Reutemann, 31 sullo splendido Brambilla e 35 su un gruppetto formato da Mass, Depailler, Laffite, Regazzoni e Stuck.

Jabouille sta precipitando in classifica a causa del surriscaldamento dell’impianto frenante e si ferma nella comodissima corsia dei box per una lunga sosta nel tentativo di risolvere il problema, finire la corsa e accumulare esperienza. Intanto Watson finisce in testacoda dopo essere saltato su un cordolo ed è costretto al ritiro per una perdita d’olio.

Nel frattempo Reutemann raggiunge Patrese ma non riesce a trovare lo spunto per superarlo.

La bella gara di Mass viene rovinata da problemi al cambio che gli fanno perdere numerose posizioni mentre Stuck si ferma a sostituire il musetto rotto per aver tamponato la vettura gemella di Regazzoni.

Anche Brambilla deve sospendere la sua bellissima rincorsa perché le gomma anteriore sinistra si è deteriorata e si ferma a cambiarla dopo 28 giri, dopo essere stato raggiunto e superato da Depailler e Laffite.

Al 31° giro Reutemann riesce ad avere la meglio su Patrese perché il padovano ha rotto la traversa che unisce le sospensioni posteriori e rientra ai box per ritirarsi.

A metà gara (35 giri) Andretti mantiene un margine di sicurezza su Villeneuve e viaggia di conserva badando a non far avvicinare il canadese. In fondo la Lotus 79 è alla sua prima gara ed è meglio non prendere rischi.

Peterson è terzo a 17 secondi davanti a Reutemann (26) e Laffite (47) che al 38° giro ha superato Depailler il quale è in difficoltà col cambio.

Al 40° giro la gomma anteriore sinistra della Ferrari di Villeneuve, già messa a dura prova dai cordoli di Zolder, esplode alla prima curva e costringe il canadese a rallentare tanto da venire superato da Peterson e Reutemann, e rientrare ai box per la sostituzione mentre i brandelli danneggiano l’ala anteriore.

Ora le due Lotus sono davanti a tutti, anche se distanziate di 34 secondi. Reutemann è terzo a 45 con Laffite a un minuto e Depailler mentre Regazzoni si è ritirato con la pressione dell’olio a zero in seguito al tamponamento subìto da Stuck che gli ha rotto un tubo dell’impianto di lubrificazione quando si trovava al sesto posto. Gli subentra Villeneuve che viene doppiato da Andretti quando rientra in pista ma rimane davanti a Pironi e Giacomelli.

Depailler è sempre più in difficoltà col cambio. Al 45° giro deve cedere la quinta posizione a Villeneuve e 6 giri più tardi il capoclassifica del mondiale rientra ai box e si ritira.

Villeneuve è scatenato e si sdoppia da Andretti mentre Giacomelli supera Pironi e si porta in sesta posizione.

Ancora due giri e Peterson si ferma ai box, anche lui con l’anteriore sinistra completamente usurata. I meccanici cambiano entrambe le gomme anteriori e lo svedese riparte velocissimo ignorando il segnale rosso di stop imposto dall’apposito commissario nella corsia di accelerazione e rientra in pista in quarta posizione mentre sopraggiunge il pluri-doppiato Ickx.

Subito dopo Giacomelli va in testacoda alla curva Lucien Bianchi rimanendo in piena traiettoria a motore spento. Due commissari impavidi entrano in pista e lo spingono mentre passano le altre macchine, il tutto sotto gli occhi di Emerson Fittipaldi che si è fermato a guardare la corsa da bordo pista. Dopo qualche metro il DFV si riaccende e Giac riprende la corsa dalla decima posizione.

La difficile gara di Scheckter (si è fermato tre volte a cambiare le gomme e viaggia in tredicesima posizione con tre giri di distacco) si conclude con un testacoda nella via di fuga della curva che immette sul rettilineo dei box.

Quando mancano dieci giri al termine Andretti conduce con 24 secondi su Reutemann, 30 su Laffite e 33 su Peterson che sta girando velocissimo, così come Villeneuve. Pironi, Brambilla, Lunger Arnoux e Giacomelli sono doppiati.

Ancora tre giri e Peterson supera Laffite salendo al terzo posto.

Super-Swede è scatenato e, dopo essersi sbarazzato agevolmente dei doppiati, in quattro giri raggiunge e supera anche Reutemann riprendendosi la seconda posizione e facendo segnare il giro più veloce della gara.

Reutemann invece è in difficoltà e viene ripreso anche da Laffite. A metà dell’ultimo giro Jacquot tenta l’attacco in staccata alla chicane dietro ai box ma Reutemann si tiene all’interno. Laffite tenta ugualmente il sorpasso all’esterno ma le vetture entrano in collisione, la Ligier ha la peggio e conclude la sua gara anzitempo.

Mario Andretti vince il suo ottavo GP di F1 con una facilità disarmante, andando letteralmente a spasso nella seconda metà della corsa. Colin Chapman lo saluta lanciando in aria il suo cappellino.

Il secondo posto di Peterson suggella la quinta doppietta della Lotus, un risultato che mancava da Monza ’73, quando lo svedese vinse davanti a Fittipaldi. Quale miglior regalo per Colin Chapman che ha compiuto 50 anni due giorni fa. ACBC festeggia baciando Barbro.

Reutemann taglia il traguardo in terza posizione mentre Villeneuve guadagna il quarto posto grazie al ritiro di Laffite che viene classificato quinto, primo dei doppiati davanti al bravissimo Pironi, partito 23°, che va a punti per la quarta volta in 6 GP alla sua prima esperienza in F1. Finalmente Gilles Villeneuve conquista i primi punti mondiali ed è il primo pilota canadese a farlo.

Nota di merito per Brett Lunger che si classifica settimo conquistando il suo miglior risultato in F1.

Andretti torna in testa al Mondiale con 27 punti mentre Depailler rimane fermo a 23. Reutemann sale a 22 seguito da Peterson con 20. Lauda è quinto con 16 punti.

La Lotus aumenta il suo vantaggio tra i costruttori salendo a quota 36. La Tyrrell ha 25 punti, la Ferrari 22 e la Brabham Alfa Romeo 20.

La superiorità dimostrata dalla Lotus 79 lascia tutti a bocca aperta. La monoposto è molto differente rispetto alla già ottima 78 i cui serbatoi laterali costituivano i profili alari rovesciati necessari a creare l’effetto Venturi che schiaccia la vettura a terra garantendo un grande carico aerodinamico. Ora la benzina è contenuta in un unico serbatoio posto alle spalle del pilota, con conseguente avanzamento del posto di guida, e ai lati della monoscocca ci sono solo i radiatori (acqua a destra e olio a sinistra).

I profili alari sono ora ottenuti dal fondo sagomato delle fiancate e per massimizzare l’efficacia dell’effetto Venturi, la triade formata da Geoff Aldridge, Martin Ogilvie e Peter Wright ha provveduto a liberare il percorso del flusso d’aria anche nella zona posteriore della monoposto, sollevando i tubi di scarico, montando la sospensione posteriore ben all’interno, accanto ai dischi dei freni, riducendo al minimo le dimensioni degli elementi delle sospensioni e snellendo i portamozzi posteriori fabbricati in modo che rimangano praticamente all’interno della larghezza del pneumatico posteriore. La differenza con la 78 è evidente e Mario Andretti è felice perché “Colin Chapman’s done it again”, riferendosi alle Lotus 49 e 72.

Mauro Forghieri si dice tranquillo.

Durante il weekend Walter Wolf dichiara che la sua squadra chiuderà i battenti a fine anno perché la F1 non lo appassiona più. Venderà il materiale a qualcuno ma esclude che il nome Wolf possa rimanere nel paddock. Questo ovviamente libera Jody Scheckter da qualsiasi vincolo contrattuale e Frank Williams lo vorrebbe a fianco di Jones l’anno prossimo ma il team manager inglese deve cedere al veto degli sponsor arabi perché il sudafricano è di origini ebraiche, inoltre si deve attendere la decisione della Ferrari riguardo l’opzione che ha su di lui.

Il martedì successivo Tyrrell, Lotus, Williams, Brabham e Arrows sono al Paul Ricard coi loro muletti per una giornata di prove Goodyear.

Lauda è il più veloce e raggiunge i 293 kmh sul rettilineo del Mistral davanti a Patrese, Jones e Depailler che si lamenta della difficoltà di assetto della 008. Andretti ha la prima Lotus 79 costruita, ora modificata, ma non riesce praticamente a girare per problemi di alimentazione.

Lo stesso giorno Ferrari e Renault sono ad Anderstorp con la Michelin. Jabouille è il più veloce in 1’23”0 davanti a Reutemann (1’23”3) e Villeneuve (1’23”9). I loro tempi sono più alti dell’1’22”3 fatto segnare da Peterson prima i Zolder.

Venerdì 26 maggio Niki Lauda prova a Brands Hatch la Brabham BT46B di cui si parlava a Montecarlo e che ha già girato a Balocco, lontano da occhi indiscreti. Le prove si svolgono infatti a porte chiuse per tenere lontano i curiosi ma dalle tribune si vede chiaramente che la monoposto non ha i radiatori sul musetto e soprattutto la parte posteriore è carenata e sigillata al suolo da una bandella flessibile e ha al centro una grande ventola. Questa soluzione è chiaramente “ispirata” alla Chaparral 2J che correva nella serie Can-Am del 1970 e sfruttava questo sistema per aspirare l’aria da sotto la vettura generando una depressione che ne aumentava il carico al suolo e fu poi messa al bando dalla SCCA.

Quattro giorni dopo, sul circuito di Balocco, un’Alfa Romeo di F1 effettua i suoi primi giri di pista a 27 anni di distanza dall’ultimo GP disputato. Al volante c’è Vittorio Brambilla.

La monoposto, interamente progettata da Carlo Chiti, è stata realizzata a Settimo Milanese negli stabilimenti dell’Autodelta. L’aerodinamica invece è stata sviluppata in galleria del vento a Parigi. Le forme sono massicce, in stile Chiti, ma la carrozzeria è provvisoria (ce ne sono altre due allo studio) tanto che non è stata nemmeno verniciata. La presa d’aria del radiatore anteriore ricorda lo scudo tipico della calandra delle auto del Biscione. Il motore è lo stesso 115-12 che equipaggia la Brabham.

La domenica Al Unser vince per la terza volta la Indy 500. Mario Andretti, partito ultimo, rimonta velocemente fino al 13° posto ma poi è costretto a una lunga sosta ai box per un problema elettrico che lo taglia fuori dalla lotta per la vittoria.

Il Circus si riunisce a Jarama per il GP di Spagna con una squadra in meno. La Olympus, stanca di mancate qualifiche e quindi nessuna visibilità, ha ritirato la sponsorizzazione alla Hesketh.

Di conseguenza lord Hesketh e Bubbles Horsley non possono fare altro che mettere in liquidazione la squadra e il materiale, ponendo fine a una bellissima storia che ha caratterizzato la prima metà degli anni ’70 tra successi ed eccessi legati soprattutto al binomio con James Hunt.

Le due monoposto superstiti vengono acquistate dal team J.C. Racing di John Cooper che le fa correre in Formula Aurora con Bob Evans, Geoff Lees e lo stesso Cooper mentre Derek Daly continua in F2 con la Chevron.

La Brabham Alfa Romeo continua con le BT46 reputando la BT46B non ancora pronta per disputare un GP. La squadra di Chessington ha realizzato una nuova macchina, la BT46/6, per Lauda che cede a Watson la BT46/4 usata a Zolder perché la sua BT46/3 è in fase di riparazione dopo l’urto contro il cordolo sulla pista belga.

Alla Tyrrell si cerca di capire i motivi della perdita di competitività successiva alla vittoria di Depailler sul Principato di Monaco e confermata nei test del Paul Ricard. La nota positiva viene da Pironi che continua a macinare km e raggranellare punti.

A Zolder la sua 008/4 è stata lanciata in aria dopo essere salita sulla ruota posteriore destra della Martini di Arnoux nel caos della partenza ed è ricaduta pesantemente al suolo. Al ritorno in fabbrica a Ripley la monoposto è stata messa sulla bilancia ed è stato verificato che c’era una differenza di 40 kg tra le due ruote anteriori per cui è stata smantellata completamente, a dimostrazione della grande prestazione ottenuta da Pironi in quelle condizioni.

A Jarama guida la 008/2-2 ricostruita dopo Kyalami mentre Depailler continua con la 008/3. I radiatori olio che prima erano montati verticalmente davanti alle ruote posteriori sono ora in posizione in orizzontale.

Sui lati del cofano motore sono state applicate due bavette per deviare il flusso d’aria verso la parte centrale dell’alettone posteriore.

La vittoria di Zolder ha definitivamente convinto tutti che la 79 è migliore della 78 così la squadra porta in Spagna una nuova 79/3 per Andretti e passa la 79/2 vincente a Peterson. Per la prima volta entrambi i piloti hanno un muletto a testa, la 78/2 per Peterson e la 78/3 per Andretti, ma rimango inutilizzate sotto al tendone.

Colin Chapman accoglie a braccia aperte il nuovo sponsor Olympus che ha lasciato la deludente Hesketh e trova ampio spazio sulle fiancate e sul muso delle bellissime 79 mentre la scritta John Player Special viene spostata sui lati dell’abitacolo

Buio pesto alla McLaren. Hunt ha percorso 8 giri negli ultimi 4 GP (a Monaco è ripartito ultimo dopo l’incidente alla prima curva e non è mai stato in gara) ma almeno non ha colpe per il ritiro di Zolder. Prima di partire per la Spagna l’inglese ha provato sul rigenerato circuito di Donington Park un alettone montato sulla piastra delle sospensioni anteriori, sulla falsariga di quelli che spuntarono nel 1968, per cercare di avere meno sottosterzo e lo porta anche a Jarama. Tra gli impegni di Hunt c’è anche una seduta fotografica per una pubblicità Texaco insieme all’amico Barry Sheene.

Tambay ha passato una settimana di riposo a casa di Teddy Mayer e non si è ancora ristabilito completamente dalle ustioni al piede sinistro (è vistosamente zoppicante) ma ottiene il permesso di correre dai medici spagnoli.

Stesse auto e stessi piloti per la ATS con Mass che dopo la bella ma sfortunata gara di Zolder decide di tenere la HS1/1, sempre ripudiata dopo il primo GP dell’anno, e lascia la HS1/2 a Colombo.

Pace fatta tra la Michelin e l’ing. Forghieri che così torna a dirigere la squadra in pista dopo una gara di “riposo diplomatico”. Le vetture sono le stesse usate in Belgio dove Villeneuve ha riacquistato la fiducia della squadra con una gara superlativa, essendo stato l’unico a tenere il ritmo di Andretti per più di metà gara, senza dimenticare che tutti i circuiti europei (tranne Silverstone) gli sono sconosciuti. Le voci di avvicendamento sembrano sopite e il canadese porta il figlio Jacques nei box.

Poca fortuna in Belgio per Fittipaldi, vittima dell’incidente causato da Reutemann alla partenza. Il brasiliano tenta di sparigliare portando in Spagna il muletto F5A/2 equipaggiato con il differenziale bloccato e la F5A/3 in versione classica.

La Renault ha portato a termine anche il GP del Belgio ma con diverse soste ai box per guasti ai freni. I tecnici hanno verificato che il calore emesso dallo scarico del turbo continua crea problemi di surriscaldamento ai freni posteriori e si cerca una soluzione.

Finalmente la Shadow è riuscita a svolgere una valida sessione di prove a Donington per cercare di migliorare le prestazioni della DN9 che comunque si è comportata bene a Zolder con Regazzoni. Il ticinese era risalito fino al sesto posto a metà gara (davanti a Depailler) per poi doversi ritirare in conseguenza del tamponamento subìto dal compagno di squadra Stuck.

Keegan deve riparare alla mancata qualificazione che ha denotato una discreta differenza rispetto al dodicesimo tempo ottenuto in Belgio dal compagno di squadra.

Brambilla torna sulla Surtees dopo aver fatto i primi giri con l’Alfa Romeo e vuole ripetere la bella prestazione di Zolder, magari questa volta senza problemi di gomme e rottura del motore.

L’annuncio di Walter Wolf di voler chiudere l’attività a fine anno non demoralizza la squadra che al ritorno da Zolder ha dovuto smontare, raddrizzare e rivettare di nuovo la scocca piegata nell’incidente con Lauda che ha poi causato un mare di problemi a Scheckter fino all’uscita di pista finale.

Niente di nuovo alla Ensign che ha le solite due monoposto per il poco entusiasta Ickx.

Hector Rebaque viene da tre mancate pre-qualifiche consecutive e anche questa volta dovrà tentare di superare questo ostacolo per far parte dei 28 piloti che si giocheranno un posto sullo schieramento.

Ducarouge ha rivisto l’aerodinamica della JS9 eliminando l’alettone posteriore collegato alle fiancate con uno tradizionale a montante centrale. La JS7/JS9 incidentata da Laffite a Zolder all’ultimo giro è stata riparata e sarà il muletto.

L’ultima gara non ha messo in luce le qualità di Jones e della Williams che ha avuto problemi con le gomme fin dai primi giri dopo due gare eccellenti anche se sfortunate dal punto di vista del risultato finale.

Si rivede Emilio de Villota, questa volta al volante di una McLaren M25. Si tratta di una monoposto per la F5000 basata sulla M23, costruita in un unico esemplare nel 1973 ma rimasta inutilizzata fino al 1976 per una causa legale tra due presunti proprietari. Dopo due gare in F5000 col motore Chevrolet e Bob Evans al volante, la vettura è stata acquistata dal team Iberia di proprietà di Giuseppe Risi (che negli anni ’90 creerà la Risi Competizione) per far correre De Villota prima nella Shellsport Group 8 e poi nel campionato britannico di Formula Aurora, dopo averla riportata alle specifiche della M23 con il classico Cosworth DFV. Non essendo omologata per la F1 viene rinominata con la fiche M23/7, il numero di telaio della macchina distrutta nell’incidente di Hailwood al Pflantzgarten nel 1974. De Villota è esentato dalle pre-qualifiche per attirare il pubblico spagnolo.

Brett Lunger e Bob Sparshott sono al settimo cielo per la magnifica gara di Zolder e sperano di fare ancora meglio qui, pre-qualifiche permettendo.

Momento difficilissimo per la Theodore che, dopo l’exploit di Rosberg a Kyalami e Silverstone, non è più riuscita a disputare un solo GP nonostante le promesse di aggiornamenti tecnici da parte di Teddy Yip.

Macchina nuova per Patrese che guida la FA1/4 e passa la FA1/3-2 a Stommelen che dovrà disputare le pre-qualifiche.

Arturo Merzario ha costruito nuove sospensioni in titanio per la A1 e l’ha potuta provare di nuovo a Fiorano per due giorni prima di andare al Mugello dove ha corso la quinta gara dell’Euro F2 classificandosi al sesto posto con una Chevron B42 ufficiale.

A Jarama il comasco dovrà cercare di superare le pre-qualifiche.

La Martini non si presenta nonostante sia iscritta, così come Danny Ongais, mentre Giacomelli è a Vallelunga per la sesta prova dell’Euro F2 per cui sono cinque i piloti che alle 8 di venerdì mattina si presentano in pista per le pre-qualifiche che permetteranno a quattro di loro di partecipare alle prove ufficiali. Questa volta Hector Rebaque sorprende tutti e ottiene il miglior tempo in 1’19”84 davanti a Stommelen (+0”13), Merzario (+0”19), Lunger (+0”35) e Rosberg (+2”11) che viene quindi eliminato con la pessima Theodore.

Le prove del venerdì sono caratterizzate dallo strapotere delle Lotus 79 che rimangono abbondantemente davanti a tutti in entrambe le sessioni. Sul finire della giornata, De Villota va in testacoda nella curva che immette sul rettilineo dei box, Hunt non riesce a evitarlo e lo colpisce con l’anteriore destra, piegando la scocca della M26/4. L’inglese continuerà il weekend col muletto M26/3.

Andretti perde parecchio tempo ai box perché l’elevata temperatura del giugno spagnolo, insieme alla carenatura nera totale crea problemi di vapor lock alla sua Lotus che rimane ferma ai box per parecchio tempo mentre i meccanici le provano tutte per cercare di metterla in moto. Così è Peterson a chiudere la prima giornata davanti a tutti col tempo di 1’16”68, seguito a tre decimi dal compagno di squadra.

L’inseguitore più vicino è Reutemann (+0”96) seguito da Hunt, Watson, Lauda, Scheckter, Laffite e Villeneuve che paga oltre due secondi al suo idolo svedese. Laffite e Patrese si guadagnano le gomme buone per la sessione conclusiva.

Sabato pomeriggio la musica non cambia. L’unico problema per le Lotus è rappresentata dall’alta temperatura, tanto che quando le vetture si fermano ai box i meccanici provvedono a versare acqua fredda sulle pompe della benzina e di iniezione e sui radiatori per scongiurare il vapor lock. Diciotto minuti dopo l’inizio dell’ultima ora di prove Andretti si riprende la pole con 1’16”39, torna ai box, scende dalla macchina e si mette a guardare gli altri in pista. Peterson non si migliora ma mantiene la seconda posizione per una prima fila tutta nero-oro.

Reutemann scende a 1’17”40 ma il suo distacco dalla pole sale a +1”01 e si tiene alle spalle Hunt (che ha scartato l’alettone anteriore), Villeneuve che ha scalato quattro posti, Lauda, Watson e Patrese che sfrutta al meglio le Goodyear. Il padovano è preoccupato perché un sasso gli ha bucato il radiatore anteriore e le temperature sono andate alle stelle. Rientrato ai box gli è stato chiesto di fare un giro di lancio e tentare il tempo, cosa che gli ha consentito di partire dalla quarta fila ma ora sa di avere un motore non perfetto.

Ancora male le Tyrrell con Depailler dodicesimo davanti a Pironi (che a sorpresa ha avuto le stesse gomme del compagno di squadra), a Tambay che ha ancora le piaghe del piede ustionato aperte e a Fittipaldi. In difficoltà anche Jones, solo diciottesimo con la Williams. Stuck soffia la qualificazione a Merzario per soli 4 centesimi. Sia lui che Lunger non sono riusciti ad avvicinare il tempo ottenuto nelle pre-qualifiche. Gli altri due eliminati sono De Villota e Colombo.

Alle 16 di domenica 4 giugno le ventiquattro monoposto ammesse alla partenza si avviano per il giro di ricognizione con le due Lotus nero e oro davanti a tutti in una giornata calda e afosa con il cielo parzialmente coperto. Mauro Forghieri è già ripartito per Maranello per preparare il materiale da mandare a Brands Hatch per le prove di gomme che si terranno fra tre giorni.

La luce verde si accende molto più velocemente del solito, quando le ultime file sono ancora in movimento. Andretti parte bene mentre Peterson si fa trovare impreparato e parte con un attimo di ritardo. Hunt, che ha montato gomme morbide, scatta benissimo dalla seconda fila e si infila tra le due Lotus, rifilando una ruotata a Peterson che viene spostato sulla sinistra andando a bloccare involontariamente Lauda che cerca di superarlo ed entrambi perdono numerose posizioni.

Hunt aggira Andretti e prende la traiettoria interna, Piedone allunga la frenata ma deve desistere e lasciare che il pilota della McLaren prenda il comando della gara.

Alla prima curva Depailler e Jabouille vengono a contatto e il pilota della Renault finisce fuori pista e riparte in ultima posizione. Al termine del primo giro Hunt precede Andretti, Reutemann, Watson, Villeneuve, Patrese, Laffite, Scheckter, Peterson e Lauda.

Hunt delizia i 60mila spettatori presenti sfruttando la M26 al massimo per cercare di mantenere la testa della corsa il più a lungo possibile. Andretti è sicuramente più veloce ma sembra non voler forzare per non rischiare un incidente come quello di Zandvoort ’77. Reutemann perde leggermente terreno.

Alla fine del quinto giro Andretti rompe gli indugi facendo segnare il giro più veloce della gara in 1’20”06 poi prende la scia davanti ai box e supera facilmente Hunt all’interno alla prima curva.

Dopo 8 giri Andretti ha due secondi su Hunt, 6 su Reutemann e 10 sul quartetto formato da Watson, Villeneuve, Patrese e Laffite. Peterson riesce a liberarsi di Scheckter, imitato al giro successivo da Lauda, e si mette all’inseguimento del quartetto.

Villeneuve è chiaramente in difficoltà con le gomme. La T3 non sta in strada, Patrese gli è in scia e lo supera al 14° giro.

Ancora due giri e Gilles precipita al nono posto, superato anche da Laffite, Peterson e Lauda mentre anche Reutemann perde terreno e sta per essere raggiunto da Watson.

Subito dopo Tambay, che sta guidando senza usare la frizione per il dolore al piede, va in testacoda e si ritira.

La splendida quinta posizione di Patrese viene vanificata al 22° giro dalla temuta rottura del suo DFV.

Andretti gestisce il vantaggio di 4 secondi su Hunt senza bisogno di forzare, a dimostrazione della superiorità della sua Lotus. Reutemann è staccato di 20 secondi e Watson lo sta per raggiungere ma allo stesso tempo ha il suo bel da fare per contenere Laffite, Peterson e Lauda.

Al 29° giro Reutemann rientra per cambiare le gomme che i meccanici sostituiscono in soli 14 secondi ma quando Lole riparte c’è inaspettatamente Gilles in coda dietro di lui. La sua sosta è più lunga (24 secondi) perché le gomme da montare non sono ovviamente pronte. Ora Reutemann è decimo e Villeneuve è quindicesimo, doppiato.

Watson ha perso la quarta marcia e a metà gara, complice una serie di doppiaggi, deve cedere la posizione a Laffite e Peterson.

Ancora un giro e lo svedese della Lotus si sbarazza anche di Laffite e si lancia all’inseguimento di Hunt che lo precede di oltre 20 secondi.

Al 39° giro lo stesso Hunt commette un errore e si gira in fase di doppiaggio perdendo una decina di secondi.

Appena fuori dalla zona punti ci sono un paio di duelli ravvicinati tra Scheckter e Depailler, seguiti da Pironi e Reutemann che al 42° giro si risolveranno a favore degli inseguitori.

Il settimo posto conquistato da Depailler sfuma al 51° giro quando il DFV della Tyrrell accusa qualche problema e il francese si ferma ai box dove gli viene sostituita prima la centralina e poi le candele ma il lavoro si rivela inutile.

Villeneuve rientra di nuovo a cambiare le gomme e ora è diciassettesimo (quart’ultimo).

Le gomme tenere di Hunt sono alla frutta. Il grande vantaggio che aveva su Peterson viene annullato dallo svedese che al 53° conclude la sua lunga rimonta e si porta in seconda posizione mentre Watson, sempre più in difficoltà col cambio, perde due posizioni a favore di Scheckter e Reutemann.

Ancora tre giri e Hunt viene superato anche dai più veloci Laffite e Lauda ma una molla valvola del motore Alfa Romeo si rompe costringendo il Campione del Mondo al quarto ritiro in 7 gare.

Reutemann perde il controllo della Ferrari nel rettilineo che precede il tornante Le Mans a causa della rottura del semiasse sinistro. La vettura attraversa la pista, sfiora un fotografo temerario e sbatte lateralmente contro il guardrail che la solleva in aria. Fortunatamente la corsa incontrollata della T3 si ferma contro la rete di contenimento che le impedisce di cadere nel parcheggio del paddock retrostante sfiorando una tribunetta abusiva.

Lole se la cava con un grande spavento anche se viene portato in ospedale per le opportune verifiche radiografiche dal momento che è dolorante al petto.

Al 60° giro Hunt, sempre più stanco, si decide a cambiare le gomme mentre Alastair Caldwell, con la sigaretta in bocca, gli rovescia una bottiglia d’acqua addosso per rinfrescarlo un po’. L’inglese riparte in sesta posizione, doppiato.

Gli ultimi 15 giri non riservano ulteriori sorprese, così Mario Andretti e la Lotus 79 vincono un altro GP con una facilità disarmante. Ronnie Peterson completa la seconda doppietta consecutiva per la gioia di Colin Chapman che anche questa volta lancia il cappellino due volte.

Primo podio stagionale per Laffite e la Ligier con la nuova JS9.

Scheckter, Watson e il grintosissimo Hunt completano la zona punti.

Ottima gara per Brambilla che torna a vedere la bandiera a scacchi e chiude al settimo posto davanti a Jones, Mass e Villeneuve.

Re Juan Carlos presiede il podio in occasione del 75° anniversario della fondazione del Real Automóvil Club de España e premia Mario Andretti che con 36 punti prende decisamente il largo nella classifica piloti. Peterson sale al secondo posto con 26 superando Depailler ancora fermo a 23 così come Reutemann a 22 e Lauda a 16.

La Lotus è sempre più dominante nella Coppa Costruttori con 45 punti contro i 25 della Tyrrell e i 22 di Brabham Alfa Romeo e Ferrari.

A Maranello ci si lecca le ferite. Le caratteristiche dei tracciati di Montecarlo, Zolder e Jarama potevano essere sfruttate al massimo dall’accoppiata Ferrari-Michelin per avvantaggiarsi prima di andare a correre su piste veloci che non saranno altrettanto benevole e invece sono arrivati solo un terzo e un quarto posto. Ora, con l’arrivo devastante della bellissima Lotus 79, tutto diventa molto più difficile.

Giovanni Talli

SALUT GILLES

“Renè, se domani in qualifica la perdo al Terlamen Bocht posso solo sperare che mia madre in Cielo mi accolga a braccia aperte”

Zolder, 7 maggio 1982

Gilles dopo il duello a Digione nel 1979 prese l’abitudine di confidare ad Arnoux quello che poi andava a fare in pista. Al Glen nel 1980 col Mondiale già vinto da Jones ed un quinto posto come “miglior” risultato di quella disastrosa annata ci sarebbe di che pensare a dove portare moglie e figli in vacanza dal giorno dopo la gara. Ma lui non è così, lui vive per l’attimo ed in quel momento ha in testa una cosa sola: provare a vedere se la curva che immette sul Back Straight si possa fare in quinta piena anzichè in quarta. “Io domani ci provo” dice a Renè il venerdì sera. Arnoux dirà poi che quando vide la 312T5 numero 2 sbriciolata contro il rail pensò “nessuno può far quella curva in quinta piena, perchè se non c’è riuscito Gilles non ci può riuscire nessuno”.

Già, Gilles. L’han chiamato “Aviatore” e “Sfasciacarrozze” ma la verità era molto più semplice: lui era incapace di provar paura ed usava la sua pelle come merce di scambio per vedere se fosse stato possibile o meno spostare il limite più in alto, come quella volta al Glen ma anche a Digione 1981 in prova il venerdì o a Baires 1980 in gara. O la domenica a Long Beach nel 1978, oppure ad inizio gara a Jarama nel 1979. Al Fuji nel 1977. A Zandvoort nel 1979. In gara a Silverstone nel 1981 per provare a tenersi dietro Brabham/Williams in confronto alle quali la sua 126CK ha l’efficacia aerodinamica di uno Scania. Ancora nel 1981 sempre in gara a Zeltweg, con la 126CK distrutta alla Bosch-Kurve perchè il suo tremendo telaio non riusciva minimamente a contenere la furia del V6 biturbo Ferrari. A Monaco nel 1978 quando esagerando nel tunnel si tirò dietro l’ira dei “Senatori”. A Long Beach nel 1981 quando, dopo aver masticato amaro un anno intero nel 1980, non appena ebbe il Compressore dietro alle spalle passò da settimo a primo al via salvo mancare completamente il braking point del tornantino e tornare settimo in un amen. O ad Imola nel 1981 quando montò le slick con pista bagnata perchè voleva andare a doppiare tutti salvo finir doppiato lui poichè si rimise a piovere e dovette fare 2 cambi gomme in 3 giri.

Quel giorno a Zolder sulla sua 126C2 c’era montato un set di gomme usate ed il tabellone dei tempi lo dava in settima piazza con Didier Pironi in quinta. Al Terlamen Bocht sono le 13:52 quando Mass si leva di traiettoria per farlo passare solo per scoprire, quando è già troppo tardi, che Gilles era uscito dalla racing line per superarlo. La Rossa wing car vien strappata letteralmente da terra e con ogni probabilità Gilles subìsce la frattura delle vertebre cervicali già al primo impatto del suo muso sull’asfalto, senza l’HANS (che comparirà solo più di 20 anni dopo) il suo collo fa uno “snap” avanti/indietro che gli è fatale. Poi, per non farsi mancare nulla, il sedile viene strappato dalla 126C2 ed il casco dalla sua testa che finisce contro un paletto delle reti di protezione.

Avevo 10 anni e mezzo e piansi per mesi.

Anche oggi che ne ho quasi 50 non ho scampo.

Salut Gilles

 

L’angolo del Froldi: IO E GILLES

Quando Gilles Villenueve è stato eternato dal mito, l’8 maggio 1982, avevo 10 anni.  Avrei cominciato a seguire la Formula Uno cinque anni dopo. Le ricordo bene le ultime due gare del Mondiale: doppietta di Berger che avrebbe fatto sperare (inutilmente, visto che arrivò il caterpillar MP4/4) in un 1988 scintillante per Maranello. Gilles fu per me, e per tanti altri troppo piccoli prima e troppo grandi dopo per conoscerlo, un idolo postumo. Vivo, vivissimo, ma postumo.  Allora Internet lo usavano pochi fortunati nel mondo, manco ancora esisteva il World Wide Web. Potei “conoscere” Gilles leggendone su Autosprint e Rombo. Con qualche programma sportivo. Sentendo i racconti dei cugini grandi e dello zio che da sempre seguivano la Formula Uno. Collezionando qualche rivista qua e là con tanto di immancabile poster. Quel viso mi raccontava di una purezza adamantina, di un’incoscienza spensierata nel tentare di portare al limite ogni mezzo, per poi superare tale limite. Le riprese video, oggi così vintage, e le tante foto (tutti conoscete le imprese al limite della fisica con un mezzo meccanico di cui era capace e le capacità di gestire le prime monoposto turbo) mi diedero emozioni forti. Prima pensai: ma questo era pazzo. Poi riflettei: c’è del genio in quella follia. Come accade spesso. Lui dipingeva l’impossibile sulla pista. E il suo pennello era la monoposto. Ho ancora uno speciale della Gazzetta dello Sport, con le copertine rigorosamente rosse, sottili come le pagine leggermente patinate, grande come un A4 ma con il dorso pinzato sulla parte corta, in modo tale da aprirlo in “orizzontale” per vedere le foto belle grandi; credo sia del 1988 o giù di li (ora non lo trovo, sepolto non so dove fra fumetti e libri, e sono diventato un pò pigro ultimamente). Ne ricordo a memoria molte foto, compresa quella che aveva proprio la copertina. Un vecchio e magnetico Enzo Ferrari, in giacca e cravatta, seduto, gambe accavallate, rideva di gusto (si, rideva, proprio lui, il Drake) con Gilles, anche lui seduto, al suo fianco, immagino dopo una gara, visto che aveva ancora la tuta addosso e teneva una bottiglia di spumante (suppongo). E anche lui aveva un sorriso grande come una casa. Non sembrava di vedere il rude, talvolta cinico e spietato Enzo. Ma un padre che scherzava bonariamente con il figlio “adottato” per una pazza “scommessa”.

Sono passati così tanti anni, 37, eppure di Gilles si parla sempre. E per un curioso caso del destino condivido con lui il “27” nei miei dati anagrafici. Suo figlio Jacques in parte ne ha rinverdito i fasti, in parte si è preso una “vendetta” postuma contro il destino vincendo quasi ovunque (ahinoi, non guidando mai per la Ferrari). Ma Gilles parla sempre a noi, al nostro cuore bambino (se lo resta), ai nostri sogni di un futuro bello, vincente, dove tutto ci sorride, dove niente può andare storto. Ai miei coetanei, in particolare, ricorda l’adolescenza, la promessa di un’età dove tutto sembrava nuovo, incredibile, fantasmagorico, con così tante certezze. Non conta che non sarà così, conta che Gilles ci dà ancora quelle emozioni. E date retta a quel pazzo scatenato del Foscolo. Sino a quando esisteranno esseri umani, la poesia tramanderà le gesta di coloro che ci hanno fatto battere il cuore, che lo hanno fatto battere ai nostri genitori che ne hanno parlato a noi, come noi ne parleremo ai nostri figli, ai nostri alunni, ai nostri nipoti. E il seme attecchirà. Verso l’infinito…e oltre.

 

Mariano Froldi

SALUT, GILLES!

Gilles Joseph Henri Villeneuve was born in 1950, in Quebec and, after starting his competitive career in snowmobiles, rose to stardom after a couple of seasons in Formula Ford, and then winning both the US and Canadian Formula Atlantic championships in 1976. Villeneuve had beaten James Hunt and other GP drivers in a Canadian Formula Atlantic race and Hunt pointed him out to McLaren. Hunt told the McLaren management about them with the words “That kid is a genius! He can really drive!“. Even back in those days it was rare for a driver to point out the skills of an OTHER driver. Prompting Teddy Mayer to give Villeneuve a call, and arrange a meeting.

In the end it was decided to give Villeneuve a seat in an outdated M23 for the ’77 British GP, which would be their third car alongside the new M26’s driven by Hunt and Mass. On that Thursday Villeneuve drove an F1 for the very first time. During practice he changed nothing on the car, each time he came in to the pits he told the mechanics how great the car was and if he could have another go, to learn more.

In the meantime journalists and photographers would pop-in at the McLaren garage and tell them of the times the saw the new guy go off track or spin the car. Naming every corner on the Silverstone track! So when Villeneuve came back in to the pits Alastair Caldwell, who was McLaren’s team manager and head mechanic at the time, asked him if he had troubles with the car, since people told him he spun at every corner. To which Gilles replied: “I’m just finding out how fast I can go round the corners. You can’t tell how fast you’re going unless you lose control of the car.”

After a while he spun the car less and less, even ending up the pre-qualification session in p1. During the actual qualification session he ended up in ninth place, one place in front of Jochen Mass, the no.2 McLaren driver, in a newer M26. Eventually he would finish the race in 11th place, after a pit-stop for a faulty oil temperature gauge. Gilles Villeneuve was 29 when he was offered test driver role (and a five-race deal for the end of the ’78 season) with McLaren after the 1977 British GP. 

But right before that he was invited to Maranello where apparently Enzo was reminded of the great Tazio Nuvolari, and Gilles had received a similar offer, after a test session at Fiorano. He had been lapping the track in a 312T2 for half an hour, when he returned to the pits. In just 20 laps he had worn out a complete set of brake pads. Pads that should comfortably last a whole race… 

So when he told McLaren about it Mayer said that he should call Ferrari’s bluff and ask them for a full drive or nothing. Enzo promptly signed him up, from the last two races of 1977. Leaving Caldwell to be furious with Mayer, for not only throwing away a rough diamond but also negotiating his deal! Apart from that one-off McLaren drive Villeneuve only drove for Ferrari throughout his tragically shortened career.

Villeneuve, talking about those early snowmobile days said: “Every winter, you would reckon on three or four big spills, being thrown on to the ice at 100 miles per hour. Those things used to slide a lot, which taught me a great deal about control. And the visibility was terrible! Unless you were leading, you could see nothing, with all the snow blowing about. Good for the reactions — and it stopped me having any worries about racing in the rain.” Maybe he should have worried a little more, but he was certainly fearless.

John Blunsden wrote in The Times: “Anyone seeking a future World Champion need look no further than this quietly assured young man.”

Enzo Ferrai said: “When they presented me with this ‘piccolo Canadese’, this minuscule bundle of nerves, I immediately recognised in him the physique of Nuvolari and said to myself, let’s give him a try.”

Villeneuve replaced Niki Lauda, who left Ferrari two races before the end of the ’77 season after some disgruntlement (but not before winning his second title), but had a sad start to his career in the final event in Japan where he banged wheels with Ronnie Peterson’s Tyrrell, took off… and landed on a group of spectators, who were in a prohibited area. One spectator and a marshal were killed, and ten people were injured. An investigation decided not to apportion any blame. 

Villeneuve’s first full F1 season (1978) began with an eighth place in Argentina (plus fastest lap), followed by four retirements, the fourth at Long Beach, where Villeneuve had qualified second, and led for much of the race, until colliding with a back-marker and retiring. After that he would end up taking a fourth place at Monaco. After a string of further disappointments Villeneuve gained his first podium in Austria and then winning the final race in Canada – still the only Canadian to have won ‘at home’. However his teammate, Carlos Reutemann, won four times, to finish third in the Championship – there was more to come from Villeneuve.

At Monza the tifosi were overjoyed to see Villeneuve take his second front-row start of the year, and he also finished second in the race, but he and Andretti jumped the start and were penalised one minute, leaving them sixth and seventh. There were many incidents in the race, which was red-flagged as a result of Peterson’s crash, and it was about to be restarted, three hours late, when Jody Scheckter’s Wolf lost a lap on the formation lap, and flattened the guard-rail. A deputation of drivers examined the area, and asked for adjustments, and a much shortened race started at 6 PM, four hours late.

Mario Andretti: “I was on pole, and Gilles was next to me on the front row. He jumped the start and I reacted to it, so I jumped it too. We both knew early on we’d been penalised a minute, but still we fought the whole race like we were going for the win. I followed him until about six laps from the end. I could see him work really hard in that Ferrari. And I was waiting for the mistake, but the mistake never came… So I made my move at Ascari, just went in there full on the limit, and he gave me the room I needed. That showed he was thinking, and had a lot of respect. And I had great respect for him because of that.”

While Reutemann took the vacant seat at Lotus for the ’79 season, Villeneuve was joined by Scheckter. It was Ferrari’s year, at least until Alan Jones’ Williams came good in the second half and won four out of five races. The record shows Scheckter took the Championship with Villeneuve second, four points down: they each had three victories, and three second places. Villeneuve had an additional second place that had to be dropped, while Scheckter had four fourth places, two of which were dropped. [NB: at that time only the best 4 results from the first 7 races, and the best 4 results from the last 8 races counted towards the Drivers’ Championship] Both drivers had one pole position but Villeneuve was the only one to score fastest laps – six of them.

After the first five races Villeneuve led by 20:16 but he failed to score in the next two and Scheckter pulled ahead. At the half-way point Villeneuve trailed 20:30, and failed to regain the lead. It would be twenty-one years before another Ferrari driver would be Champion…

In the French GP there was the titanic battle between Villeneuve and Arnoux which Villeneuve won. He commented afterwards, “I tell you, that was really fun! I thought for sure we were going to get on our heads, you know, because when you start interlocking wheels it’s very easy for one car to climb over another.”

The Dutch GP provided another Villeneuve classic: a slow puncture collapsed his left rear tyre and put him off the track but he limped back to the pits on three wheels, losing the damaged wheel on the way. He completed the lap on just two wheels – one was gone, and the opposite one was in the air… Villeneuve insisted the team replace the missing wheel, and it apparently took a while to assure him the suspension damage was beyond repair. Reaction at the time was mixed: either an act of the ultimate competitor not wanting to give up… or an irresponsible, emotional decision.

In Italy Villeneuve could have gone on to win the Championship by beating Scheckter… but allegedly chose to finish second, less than a second behind, ending his own championship challenge. Although Scheckter was ahead in the Championship Villeneuve was still in contention. He qualified fifth to Scheckter’s third and ran right behind Scheckter’s gearbox throughout the race… Was he on team orders to let Scheckter win if Scheckter was ahead, was he being a gentleman, or was Scheckter simply the faster man on this occasion. At no time during the race was Villeneuve seen trying to pull alongside, or even pulling out of the slipstream to take a look.

His behaviour throughout was of the dutiful No.2 driver, reminiscent of Moss to Fangio, Peterson to Andretti, and many others… and yet Gilles Villeneuve was nobody’s stooge. Did he run so consistently close to demonstrate he could have taken the lead? Whatever, it was extremely uncharacteristic for a man who was never slow to put his car’s nose ahead… and keep it there… to apparently accept second best on this occasion. During the year, when they both finished without a problem, Villeneuve beat Scheckter 6:4.

I have no desire to denigrate Scheckter’s Championship – I just find Villeneuve’s behaviour unusual. Unless it was a Ferrari decision…

In his last ever interview Villeneuve would use this to explain his feud with Pironi, after the ’82 Imola GP: “When I was behind Scheckter, in South Africa in ’79, I only passed him when he was in the pits. When I was in Monza, and it was my last chance to win a race, and the Championship was at stake (’79), I stayed behind Jody without trying to pass him. When I was at Monaco, before the gearbox broke, Jody was in front of me, going slowly. Because he had a huge lead, and I never tried to pass him. That was the Ferrari rule!”

Funnily enough Scheckter would comment about that Monza win:“As much as I trusted Gilles – I was looking in my mirors more than usual. On the last lap I slowed right down in one section, then just went as fast as I could for insurance… I would have been surprised if he had tried anything but I always look out for surprises.”

In Canada Villeneuve qualified second, between the two all-conquering Williams cars, while Scheckter languished in ninth. Villeneuve jumped into the lead and held off Jones for fifty laps before having to give best to Williams, though he held on to second from a really hard-pushing Regazzoni.

Finally to Watkins Glen. The record book shows Villeneuve won, in wet conditions, but he was 48 seconds ahead of Arnoux… after Jones had crashed, from an ill-fitted wheel. But there’s a lot more to that story:

The rain was so heavy for the Friday practice session and only a few cars ventured forth. Villeneuve was fastest, 11(!) seconds ahead of Scheckter. Yes, you read that right. Eleven seconds! Scheckter would later recalled: “I scared myself rigid that day. I thought I had to be quickest. Then I saw Gilles’s time and — I still don’t really understand how it was possible. Eleven seconds!”

Twenty minutes before the race started it was raining again. Villeneuve jumped ahead and after two laps was five seconds ahead but, as the track began to dry, Jones closed in and went ahead on lap 31. Villeneuve pitted for slicks but, when Jones did the same, one wheel wasn’t properly fitted, and he was soon out of the race, leaving Villeneuve almost a full lap ahead of Scheckter, who later lost a tyre. Villeneuve cruised home, with fading oil- pressure, 48 secs. ahead of Arnoux.

1979 turned out to be Villeneuve’s best year – he would not even get close to winning a championship again.

Ferrari mechanic Scaramelli: “The Villeneuve era was wonderful, and it peaked in 1979. That year the T4 engine would only break if you dropped it off the back of the truck. And Gilles was fantastic. We were accustomed to Lauda and Reutemann, who respected the machinery. Gilles gave us a lot more work, but he also completely re-awakened our enthusiasm! After each race, if you worked his car, you could see that he thoroughly wrung his car’s neck. The limiter on his accelerator pedal would always be pushed a little further down…”

Now came a dreadful year for Ferrari, 1980 – not a single win, no pole position, no fastest lap, no podium even… and finishing 10th in the Constructors Championship with just eight points – how the mighty can fall. It wasn’t just the Williams cars who took over; Ligier, Brabham and Renault all won two or three races each. Even the Fittipaldi team scored two podium finishes, to place eighth with, sandwiched in the middle, the also once-mighty McLaren team, whose drivers, Watson and Prost, only amassed eleven points between them… In the Drivers Championship Villeneuve finished fourteenth, with defending champion Scheckter in nineteenth

With several very bad accidents to Regazzoni and Jean-Pierre Jabouille, and the loss of Patrick Depailler, 1980 was a dreadful year for more than just Ferrari.

Scheckter decided to call it a day in 1981 and Villeneuve was joined by newcomer; Pironi, to drive Ferrari’s first turbo car which had considerable power and straight-line speed, but turbo-lag and handling problems prevented a challenge for the Constructors Championship, eventually finishing fifth. Nevertheless Villeneuve scored an amazing victory at the slow Monaco circuit and, at Jarama, he held back five faster cars who were able to close up on the corners before Villeneuve roared away on the straights. He also took pole position and fastest lap at Imola.

In Monaco Villeneuve finished forty seconds ahead of Jones, who was fifty seconds ahead of Lafitte, the only other drivers on the lead lap but, in Spain, only 1.24 seconds covered 1st-5th places – the second closest finish in F1 history. It was also Villeneuve’s last victory, and is often held up as a tactical masterpiece. He only qualified seventh but at the start he jumped to third at the first corner, and was second at the end of the first lap…

Jones was in full control, until he spun off on lap 14, and Lafitte, Watson, Reutemann, and de Angelis closed up on Villeneuve, and all five were packed like a 215kph tin of sardines, to the line. [Some F1 purists childishly denigrate ovals but check the 2013 Indy Lights race at Indianapolis – a four-abreast finish, with 0.0026 secs. between them.]

Midseason Ferrari acquired the services of Harvey Postlethwaite to pen the 1982 car (with a young Adrian Newey in the drawing office), who said: “That car…had literally one quarter of the downforce than, say Williams or Brabham. It had a power advantage over the Cosworths for sure, but it also had massive throttle lag at that time. In terms of sheer ability I think Gilles was on a different plane to the other drivers. To win those races, the 1981 GPs at Monaco and Jarama — on tight circuits — was quite out of this world. I know how bad that car was.”

In the penultimate race at Ile Notre Dame, which would be renamed, Circuit Gilles Villeneuve, the following year, Gilles drove with a seriously damaged front wing for much of the race, probably obscuring much of his forward vision, and in heavy rain… But I expect he thought it was nothing compared to his snowmobile days. Nevertheless he should have been black-flagged but after several frightening laps the wing became disconnected, and Ferrari left him to decide. I say this because the wing could have easily caused a death if it had hit anyone when it let go, and even the debris could have had severe repercussions. As with the missing wheel in 1979, Villeneuve drove without apparent concern for what could have happened behind him.

Ferrari mechanic Corradini: “Another legendary race. Gilles was charging in the wet with his front wing bent upwards and compromising his visibility. But for him it made no difference. He was on his way to the podium. I was terrified that Forghieri was going to stop him. Call him in to change his nose. I was Pironi’s mechanic, but I was a fan of Gilles. So what I did, crazy as it may seem, was to grab the board with ‘Box’ written on it and hide it. At that point Forghieri could say what he wanted: the signal, the order for Gilles to surrender, couldn’t been shown by anyone!”

1982: Now came disaster, with which I have already dealt with in the Pironi article. I don’t enjoy writing of tragedies, and the loss of Villeneuve in a practice accident was, and still is, a tragedy. Many people have attempted to ‘explain’ the incident – most have a highly subjective opinion. All we know for certain is that Villeneuve came across another, slower- moving, car, both drivers took evasive action, but failed to avoid a collision, and the Ferrari took off. Villeneuve, still strapped to his seat, was thrown from the disintegrating vehicle and died in hospital that evening.

Gilles Villeneuve was especially noted for his exuberance, even devil-may-care approach to racing. Certainly he so often put his car where a lesser man (i.e. almost all other drivers) would not have dared, and his impeccable car control enabled him to pull it off. But.. in his final performance even Villeneuve’s skill proved insufficient to get himself out of trouble.

Niki Lauda said of him: “He was the craziest devil I ever came across in Formula 1… The fact that, for all this, he was a sensitive and lovable character rather than an out-and-out hell-raiser made him such a unique human being. Gilles was the perfect racing driver, I think. In any car he was quick. He didn’t drive for points, but to win races. I liked him even more than I admired him. He was the best -and the fastest- racing driver in the world!”

Professor Sid Watkins once said about Villeneuve that what an inch was for Gilles was like a yard for anyone else. He was that precise. 

Chris Amon: “People always talk about Senna, who obviously had brilliant races too. But Senna had the advantage of being in top rate equipment for some of those races. Gilles most exceptional races were driven in uncompetitive cars.”

Rene Arnoux: “At Watkins Glen one time, I asked him -the corner before the pits, I take a small lift there, do you? He said he also lifted a little there, but in final qualification he would try it flat out. So just before the end of the session I came to this corner and there was his car. Completely destroyed in the wall. But he was OK. So when I got back to the pits I asked him if this bend could be taken flat out? ‘No, Rene’ he said, ‘I tried, but it is not possible.’ But he had decided that it could be done so he tried it… And that was Gilles Villeneuve for me.”

In the end Villeneuve would only score six wins (from 67 starts), two pole positions and a further 13 podiums. Plus eight fastest laps. But he created this immortal legend. I’m a massive Villeneuve fan, and perhaps I romanticise his story a bit too much. If you ever go to an F1 race and you come across a guy with a massive Villeneuve tattoo on his right arm come say ‘Hi’ to me, hahaha.

Phil Bruznic