Tutti ricorderete quella famosa pubblicità del gelato bi gusto, ed evidentemente è da li che la Federazione, ha preso spunto per partorire la malsana idea della doppia sosta obbligatoria in quel di Montecarlo. Già, Montecarlo, luogo principesco ormai totalmente anacronistico per le F1 di oggi, che resiste nel tempo solo per ricordare a noi comuni mortali una volta all’anno, quale scala gerarchica sociale dobbiamo occupare, perché altrimenti non riesco a spiegarmi perché si corre ancora in quel budello. La mia non è invidia livorosa o semplice critica qualunquista, bensì una constatazione di fatto che viene corroborata anche da quello che le mie povere orecchie devono sentire durante il weekend, visto e considerato che in telecronaca, invece di parlare di tecnica, si discute di che prezzi al metro quadro ci sono nel principato di Monaco! Le stradine di Montecarlo avevano un senso quado le monoposto di F1 avevano dimensioni ragionevoli, ed infatti qualche sorpasso (raro) riusciva anche (per chi aveva le palle di provarci), mentre ora poiché le attuai monoposto sono divenute più grandi di un suv le palle non servono più, a meno che non vuoi suicidarti in maniera gratuita e garantita contro uno dei tanti guard rail del tracciato. Il sistema F1 (ormai lo immagino come un vorace Kraken dai mille tentacoli!) questo lo sa bene e allora ecco che si inventa il ““two is meglio che one”, obbligando tutte le squadre al doppio pit stop in modo da rendere il GP più imprevedibile ed eccitante. Il sistema, conscio del fatto che Montecarlo non si può toccare (poi mandiamo in alternanza Spa e se ci va bene Imola… queste sono quisquilie), ecco che cerca di ricorrere ai ripari con la solita pezza che serve a ridimensionare la falla che ormai si è creata da tempo. Pezza, che per definizione è inutile, ed infatti si sono visti i risultati che non sono tardati ad arrivare, i quali si sono tradotti nell’adeguamento delle squadre alle nuove regole. Un esempio su tutti è stata la Williams, che con quel “cagnaccio” di Vowles che ha mangiato la foglia da tempo, si inventa con i suoi strateghi il sorpasso di Sainz su Albon, con conseguente rallentamento di quest’ultimo per far rientrare nei punti anche lo spagnolo… “two is meglio che one” appunto. Unica squadra che non ha provato a giocare d’anticipo? Ferrari naturalmente (irreprensibili fino alla morte a Maranello), con Mercedes che invece non ci ha capito una mazza e Red Bull invece, che per prendere il più possibile, perde secchio, acqua, e sapone! Dal 2017 in poi abbiamo criticato aspramente l’operato di Bottas il quale per contratto doveva fare da tappo per favorire Hamilton, ora invece un siffatto atteggiamento viene premiato… i tempi cambiano. Tuttavia non biasimo le squadre, le quali non fanno altro che fare il loro mestiere che prevede anche come andare in quel posto a chi fa le regole, bensì non giustifico chi invece mette alla luce prima ed in pratica dopo, queste malsane idee che fungono solo da specchietto per le allodole. Oltretutto si è visto benissimo che il doppio pit, non solo non ha sparigliato proprio un bel nulla, ha addirittura favorito come detto prima, determinati atteggiamenti che francamente avevano molto di furbo e poco di sportivo.
In questo marasma regolamentare comunque emerge una (e sottolineo una!) Ferrari che era chiamata ad una doverosa reazione dopo il disastro del Santerno. Una reazione che non era scontata (in termini di prestazioni) sicuramente e, comunque era appunto il minimo che da Maranello ci aspettavamo. Monaco è letteralmente casa di Charles e, dopo la vittoria dell’anno scorso, il ragazzo ci ha preso gusto andando oltre la sfiga, che proprio a casa sua, ci ha sempre visto benissimo. LeClerc ha compiuto un autentico miracolo nel rimanere in scia (figurativamente parlando) a Norris al sabato. La Ferrari, grazie al particolare layout della pista, ha potuto sfruttare quel famoso potenziale di cui il rubicondo Vasseur ha sempre parlato, ed infatti la rossa vista nelle stradine del principato dovrebbe essere la normalità, cosa che non è cosi purtroppo, ed infatti rimane solamente il grande rammarico per l’ennesima stagione buttata sia nel vedere gli avversari festeggiare e, sia nel vedere il monegasco buttare alle ortiche il suo indiscutibile talento. Purtroppo il “two is meglio che one” alla Rossa non riesce, complice una incomprensione tra Hamilton ed il suo ingegnere di pista Adami (almeno cosi pare) proprio nel momento clou del weekend monegasco, che è appunto al sabato. Lewis ci mette sicuramente del suo nel recuperare posizioni, solo che la sua è una rimonta vana e spompata, a maggior ragione se si considera ciò che il compagno (al quale si diceva avrebbe dovuto dare la paga!) ha sfoggiato. Continuano le prestazioni altalenanti di Hamilton che, arrivati a questo punto della stagione, iniziano ad essere anche preoccupanti: fino a ieri c’era la scusa “dell’apprendistato”, solo che guardando l’adattamento di Sainz in Williams, qualche dubbio inizia a sorgere. Cosa succederà se in Inghilterra Dio non voglia il compagno gli finirà davanti? Oltretutto ciò, fa il paio con la gioia del suo Team Principal che, a sua volta, codesta gioia fa a cazzotti con la delusione di Charles. Infatti se da un lato, nonostante il risultato ottenuto, il monegasco era visibilmente deluso considerando che aveva accarezzato per pochi secondi (durante la qualifica) l’ebbrezza del risultato che conta sul serio, il rubicondo Team Principal Rosso era gioioso come una Pasqua, tanto da festeggiare con il ceo McLaren Zak Brown. Mi sono già espresso in passato a tal riguardo e, questa scenetta pietosa e patetica inizia ad essere stucchevole e degradante: qui non si tratta più di sportività, di rispetto per l’avversario che ha vinto sul campo, questo è servilismo, questa è mediocrità e mi auguro che cessi al più presto questa follia perché è inaccettabile. Indipendentemente dal risultato positivo, davvero c’è da festeggiare in maniera cosi smodata? Vasseur è cosciente che quanto visto a Monaco non solo era il minimo dopo l’onta romagnola, addirittura è stato possibile solo grazie ad uno dei due piloti che ha disposizione? Nel 1996 con Schumacher iniziavamo a vincere, ebbene Todt quando prendeva legnate nei GP in cui non vinceva, andava a festeggiare con Briatore o Dennis? Trovo tutto ciò avvilente.
Cosi come è stato avvilente il pianto di Norris in piena lotta con Charles: “Ho bisogno di Piastri che metta sotto pressione LeClerc”. Il buon Lando è consapevole che ha invocato l’aiuto di colui il quale sta cercando di fargli il culo a strisce ogni domenica perché, giustamente, vuole vincere anche lui il mondiale si? Ve lo immaginate Ayrton (visto che parliamo di McLaren) che chiede aiuto a Prost (naturalmente il discorso vale anche a parti invertite) per mettere sotto pressione Bergher o Mansell? Lando ha disputato un GP di carattere, una reazione doverosa che instilla fiducia e, in quel pianto rivolto al suo muretto, ha lasciato trasparire tutta la sua fragilità e molto probabilmente la politica che vige all’interno della squadra papaya. Solo mi chiedo fino a quando potranno invocare aiuto i piloti di Andrea Stella, perché sebbene si sia ampiamente capito che Woking ha puntato tutto sul “two is meglio che one”, vero è che il mondiale piloti solo uno può vincerlo e, con Verstappen come diretto avversario, non so fino a quando può pagare questa politica.
Vito Quaranta
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