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BASTIAN CONTRARIO (VIII) Two is meglio che one

Tutti ricorderete quella famosa pubblicità del gelato bi gusto, ed evidentemente è da li che la Federazione, ha preso spunto per partorire la malsana idea della doppia sosta obbligatoria in quel di Montecarlo. Già, Montecarlo, luogo principesco ormai totalmente anacronistico per le F1 di oggi, che resiste nel tempo solo per ricordare a noi comuni mortali una volta all’anno, quale scala gerarchica sociale dobbiamo occupare, perché altrimenti non riesco a spiegarmi perché si corre ancora in quel budello. La mia non è invidia livorosa o semplice critica qualunquista, bensì una constatazione di fatto che viene corroborata anche da quello che le mie povere orecchie devono sentire durante il weekend, visto e considerato che in telecronaca, invece di parlare di tecnica, si discute di che prezzi al metro quadro ci sono nel principato di Monaco! Le stradine di Montecarlo avevano un senso quado le monoposto di F1 avevano dimensioni ragionevoli, ed infatti qualche sorpasso (raro) riusciva anche (per chi aveva le palle di provarci), mentre ora poiché le attuai monoposto sono divenute più grandi di un suv le palle non servono più, a meno che non vuoi suicidarti in maniera gratuita e garantita contro uno dei tanti guard rail del tracciato. Il sistema F1 (ormai lo immagino come un vorace Kraken dai mille tentacoli!) questo lo sa bene e allora ecco che si inventa il ““two is meglio che one”, obbligando tutte le squadre al doppio pit stop in modo da rendere il GP più imprevedibile ed eccitante. Il sistema, conscio del fatto che Montecarlo non si può toccare (poi mandiamo in alternanza Spa e se ci va bene Imola… queste sono quisquilie), ecco che cerca di ricorrere ai ripari con la solita pezza che serve a ridimensionare la falla che ormai si è creata da tempo. Pezza, che per definizione è inutile, ed infatti si sono visti i risultati che non sono tardati ad arrivare, i quali si sono tradotti nell’adeguamento delle squadre alle nuove regole. Un esempio su tutti è stata la Williams, che con quel “cagnaccio” di Vowles che ha mangiato la foglia da tempo, si inventa con i suoi strateghi il sorpasso di Sainz su Albon, con conseguente rallentamento di quest’ultimo per far rientrare nei punti anche lo spagnolo… “two is meglio che one” appunto. Unica squadra che non ha provato a giocare d’anticipo? Ferrari naturalmente (irreprensibili fino alla morte a Maranello), con Mercedes che invece non ci ha capito una mazza e Red Bull invece, che per prendere il più possibile, perde secchio, acqua, e sapone! Dal 2017 in poi abbiamo criticato aspramente l’operato di Bottas il quale per contratto doveva fare da tappo per favorire Hamilton, ora invece un siffatto atteggiamento viene premiato… i tempi cambiano. Tuttavia non biasimo le squadre, le quali non fanno altro che fare il loro mestiere che prevede anche come andare in quel posto a chi fa le regole, bensì non giustifico chi invece mette alla luce prima ed in pratica dopo, queste malsane idee che fungono solo da specchietto per le allodole. Oltretutto si è visto benissimo che il doppio pit, non solo non ha sparigliato proprio un bel nulla, ha addirittura favorito come detto prima, determinati atteggiamenti che francamente avevano molto di furbo e poco di sportivo.

In questo marasma regolamentare comunque emerge una (e sottolineo una!) Ferrari che era chiamata ad una doverosa reazione dopo il disastro del Santerno. Una reazione che non era scontata (in termini di prestazioni) sicuramente e, comunque era appunto il minimo che da Maranello ci aspettavamo. Monaco è letteralmente casa di Charles e, dopo la vittoria dell’anno scorso, il ragazzo ci ha preso gusto andando oltre la sfiga, che proprio a casa sua, ci ha sempre visto benissimo. LeClerc ha compiuto un autentico miracolo nel rimanere in scia (figurativamente parlando) a Norris al sabato. La Ferrari, grazie al particolare layout della pista, ha potuto sfruttare quel famoso potenziale di cui il rubicondo Vasseur ha sempre parlato, ed infatti la rossa vista nelle stradine del principato dovrebbe essere la normalità, cosa che non è cosi purtroppo, ed infatti rimane solamente il grande rammarico per l’ennesima stagione buttata sia nel vedere gli avversari festeggiare e, sia nel vedere il monegasco buttare alle ortiche il suo indiscutibile talento. Purtroppo il “two is meglio che one” alla Rossa non riesce, complice una incomprensione tra Hamilton ed il suo ingegnere di pista Adami (almeno cosi pare) proprio nel momento clou del weekend monegasco, che è appunto al sabato. Lewis ci mette sicuramente del suo nel recuperare posizioni, solo che la sua è una rimonta vana e spompata, a maggior ragione se si considera ciò che il compagno (al quale si diceva avrebbe dovuto dare la paga!) ha sfoggiato. Continuano le prestazioni altalenanti di Hamilton che, arrivati a questo punto della stagione, iniziano ad essere anche preoccupanti: fino a ieri c’era la scusa “dell’apprendistato”, solo che guardando l’adattamento di Sainz in Williams, qualche dubbio inizia a sorgere. Cosa succederà se in Inghilterra Dio non voglia il compagno gli finirà davanti? Oltretutto ciò, fa il paio con la gioia del suo Team Principal che, a sua volta, codesta gioia fa a cazzotti con la delusione di Charles. Infatti se da un lato, nonostante il risultato ottenuto, il monegasco era visibilmente deluso considerando che aveva accarezzato per pochi secondi (durante la qualifica) l’ebbrezza del risultato che conta sul serio, il rubicondo Team Principal Rosso era gioioso come una Pasqua, tanto da festeggiare con il ceo McLaren Zak Brown. Mi sono già espresso in passato a tal riguardo e, questa scenetta pietosa e patetica inizia ad essere stucchevole e degradante: qui non si tratta più di sportività, di rispetto per l’avversario che ha vinto sul campo, questo è servilismo, questa è mediocrità e mi auguro che cessi al più presto questa follia perché è inaccettabile. Indipendentemente dal risultato positivo, davvero c’è da festeggiare in maniera cosi smodata? Vasseur è cosciente che quanto visto a Monaco non solo era il minimo dopo l’onta romagnola, addirittura è stato possibile solo grazie ad uno dei due piloti che ha disposizione? Nel 1996 con Schumacher iniziavamo a vincere, ebbene Todt quando prendeva legnate nei GP in cui non vinceva, andava a festeggiare con Briatore o Dennis? Trovo tutto ciò avvilente.

Cosi come è stato avvilente il pianto di Norris in piena lotta con Charles: “Ho bisogno di Piastri che metta sotto pressione LeClerc”. Il buon Lando è consapevole che ha invocato l’aiuto di colui il quale sta cercando di fargli il culo a strisce ogni domenica perché, giustamente, vuole vincere anche lui il mondiale si? Ve lo immaginate Ayrton (visto che parliamo di McLaren) che chiede aiuto a Prost (naturalmente il discorso vale anche a parti invertite) per mettere sotto pressione Bergher o Mansell? Lando ha disputato un GP di carattere, una reazione doverosa che instilla fiducia e, in quel pianto rivolto al suo muretto, ha lasciato trasparire tutta la sua fragilità e molto probabilmente la politica che vige all’interno della squadra papaya. Solo mi chiedo fino a quando potranno invocare aiuto i piloti di Andrea Stella, perché sebbene si sia ampiamente capito che Woking ha puntato tutto sul “two is meglio che one”, vero è che il mondiale piloti solo uno può vincerlo e, con Verstappen come diretto avversario, non so fino a quando può pagare questa politica.

Buon GP di Spagna a tutti.

Vito Quaranta

LE NON PAGELLE DI MONACO 2025

Mai come quest’anno è difficile dare dei voti alla gara di Montecarlo. L’obbligo della doppia sosta ha indubbiamente costretto i team a un lavoro ulteriore rispetto a quello che devono normalmente fare. Ma se in un circuito “normale” l’obbligo di due soste in gara potrebbe consentire effettivamente uno spettacolo-tra-virgolette altrettanto non si può dire di Montecarlo il cui layout stretto e tortuoso impedisce, di fatto, i sorpassi. L’esito è che i team sono costretti, in qualche modo, a inventarsi delle strategie bizzarre che vanno molto oltre quello che è il normale andamento di una gara di Formula Uno. Ed è esattamente ciò che si è visto ieri, con il team Racing Bulls ad aprire le danze con questa curiosa mossa di mettere Lawson a  rallentare tutto il gruppo che aveva dietro per consentire a Hadjar di avere una finestra utile per un pit stop “gratuito”. La stessa cosa ha fatto Williams con Sainz che a un certo punto si è messo a girare tre/quattro secondi più lento di quanto avrebbe potuto in modo da consentire ad Albon il pit stop gratis. Che questa potesse essere una mossa era ampiamente prevedibile soprattutto per quei team che si sarebbero trovati in gara con le macchine una dietro l’altra. Fin qui nessuna sorpresa. La sorpresa, semmai, c’è stata quando Racing Bulls dopo il primo cambio, fatto intorno al quindicesimo giro, ha proseguito la mossa con Lawson a rallentare il gruppo che aveva dietro in modo da portare Hadjar al secondo pit stop dopo soltanto cinque giri, intorno al ventesimo. Così facendo il pur bravo Isack si è ritrovato tre quarti di gara davanti con lo stesso treno di gomme sapendo che avrebbe dovuto gestirle per arrivare alla fine senza guai. Non c’è alcun dubbio che il calcolo del muretto Racing Bulls sia stato basato esclusivamente sull’impossibilità di effettuare sorpassi in questo circuito. Ed infatti, non senza una certa trepidazione perché una SC o addirittura una bandiera rossa (non improbabile a Montecarlo) avrebbero potuto far fallire la strategia, il bravo Isack è riuscito a portare a casa una posizione prestigiosa. L’effetto collaterale, forse non del tutto atteso, e stato che anche Lawson ne ha potuto beneficiare riuscendo a concludere anch’egli nella top ten e completando così un risultato eccellente del team. La strategia e stata molto cinica e invero piuttosto indecorosa ma siccome alla fine e stata efficace che cosa si può dir loro?

Williams, che ha adottato la stessa tattica più avanti nella gara, è stata costretta a qualche trepidazione ulteriore, dovendo ricorrere a un doppio blocco con entrambi i piloti, ma anche per loro l’esito finale è stato positivo con entrambe le vetture a punti.

Per chi era davanti, invece, avendo i team le vetture posizionate in modo alternato sarebbe stato molto più complicato prendersi il rischio di fare come hanno fatto Williams e Racing Bulls sicché non è rimasto altro da fare ai nostri eroi che correre il più veloce possibile sperando, chi stava dietro, in un qualche errore o un qualche evento esterno che arrivasse a sparigliare le carte o, chi stava davanti nello specifico Lando Norris, che tutto andasse in maniera lineare.

L’esperimento, considerando che la classifica finale ha sostanzialmente ricalcato l’esito delle qualifiche, non può essere giudicato in altro modo che negativo se lo scopo era di predisporre la gara ad un risultato sorprendente o quantomeno altamente incerto. D’altra parte, l’obbligo del doppio cambio ha consentito di non addormentarsi davanti alla tv come invece accaduto assai spesso negli anni passati in trepidante attesa, per l’appunto, di un evento che potesse sparigliare le carte e rendere eccitante il prosieguo della gara. Tuttavia, a parte l’episodio di Gasly, nessun pilota ha commesso errori tali da compromettere l’andamento della gara il che va a totale merito dei piloti stessi che hanno tutti, evidentemente, un livello tecnico di base altissimo.

Se l’esperimento verrà ripetuto anche l’anno prossimo si potrà avere qualche dato in più ma per il momento lasciamo che la bilancia penda più sul lato negativo per quanto riguarda l’aspetto sportivo (l’artificiosa condotta di RB e Williams ha fatto sì che i primi cinque abbiano doppiato tutti e qualcuno è stato addirittura doppiato due volte) è un po’ più sul lato positivo per quello che riguarda la visione del Gran Premio da parte degli spettatori che sono stati un po’ più sulla graticola rispetto all’anno scorso.

In un tale contesto è molto difficile esprimersi in giudizi sui piloti. Non ci sono state né ci potevano essere mosse o manovre particolari da giudicare. Non ci sono stati momenti di ritmo più o meno efficace messi in atto dai piloti che potessero esaltare o compromettere la loro gara, tolto naturalmente l’aspetto strategico poc’anzi descritto. Quindi mi limiterò ha qualche considerazione per ciascuno di essi cominciando naturalmente dal vincitore.

NORRIS

Il weekend di Lando è stato perfetto. Pole position e vittoria nella prestigiosa cornice del Principato risalteranno nel suo palmares senza alcun dubbio. Al sabato abbiamo finalmente rivisto la velocità che Landino nostro sa di poter esprimere con un giro finale capolavoro e, soprattutto, senza il “braccino” che tanto spesso gli preclude il massimo risultato. In gara ha rischiato un po’ alla prima curva quando gli si sono bloccate le gomme anteriori ma con grande maestria è riuscito a mollare il freno e a curvare conservando la posizione nei confronti del prevedibilmente arrembante Charles. Da lì in avanti non ha dovuto far altro che controllare la gara e lo ha fatto in modo mirabile destreggiandosi molto bene, e anche questa è una piacevole novità, soprattutto nelle difficili fasi di doppiaggio. Anche nel finale quando sembrava (sembrava! Nell’ultimo giro, liberatosi di Max ha fatto fastest) che Leclerc ne avesse molto più di lui ha saputo mantenere il sangue freddo gestendo abilmente il gap che lo separava da Verstappen davanti a lui in modo tale da non trovarsi mai in una situazione davvero difficile o che, quantomeno, potesse dare a Charles l’occasione di tentare un sorpasso. Non c’è molto altro da dire se non che grazie a questa bella prestazione il mondiale diventa ancora più combattuto.

LECLERC

Mi piacerebbe trovare mirabolanti e reboanti aggettivi per descrivere la gara di Charles ma viste le particolari condizioni strategiche della gara oltre che ammirarne le straordinarie doti di guida su questo circuito non credo si possa fare altro. Ci ho provato in tutti i modi, sabato, a prendersi la pole ma questa volta Lando è stato più forte. Anche in gara ha fatto di tutto per provare a portare a casa la seconda vittoria nel Principato ma a parte l’attacco a Norris in partenza non ha potuto far altro che seguirlo per tutta la gara. La sua guida è stata ancora più notevole se si considera da dove arrivava la Ferrari e cioè da una posizione assai scomoda che a Imola l’ha vista quarta o addirittura quinta forza. Le particolari condizioni di questo circuito hanno consentito agli uomini in rosso di ammorbidire la vettura quanto bastava per evitare tutti i problemi che mostra sin dall’inizio della stagione. Tanto è bastato a Charles per aggiungere quel quid in più che gli ha consentito di lottare, per quanto vanamente, per la vittoria. Alla vigilia si sarebbe firmato per un comodo secondo posto ma non c’è alcun dubbio che nel retro-cranio di Charles questo Gran Premio verrà visto come un’occasione persa.

PIASTRI

Il buon Oscar non mi sembra si sia trovato molto a suo agio per le strade del Principato. In particolare, durante tutte le qualifiche lo si è visto molto più in difficoltà di quanto non ci aspettassimo, spesso con scivolamenti che più volte l’hanno portato a sfiorare pericolosamente i guardrail. Ciò nonostante, è riuscito a trovare il suo giro migliore proprio alla fine del Q3 portandosi ad un nonnulla dalla miglior posizione in griglia. Non ho molto ben capito la prima parte della sua gara. Il suo ritmo, infatti, era decisamente più alto rispetto a quello di Norris e Leclerc quasi come se la squadra avesse studiato un qualche tipo di strategia simile a quella di Racing Bulls. Era tuttavia chiaro che qualunque mossa in tal senso si sarebbe rivelata inutile ai fini di facilitare la vittoria di Norris dunque non posso fare a meno di notare che è stato persa almeno un terzo di gara a non far nulla. Cosa che, peraltro, ha, anzi non ha, fatto per tutto il resto della gara. Un podio senza fare praticamente nulla non è poi così male.

VERSTAPPEN

Come per i primi tre anche la posizione di Max in qualifica era destinata a rimanere la stessa in gara quindi, come detto per Charles, l’unica recriminazione che può fare il nostro eroe è quella di non esser riuscito a fare la sua solita magia in qualifica. In gara rileviamo il disperato tentativo di rimanere fuori fino all’ultimo giro ipotizzando una safety car salvifica che però non è andato a buon fine. Gustosissimo un suo team radio in cui definiva i suoi cambi marcia come a livello di “Montecarlo 1972”. Questo è quanto ha passato il convento

HAMILTON

Anche Hamilton ha potuto beneficiare di una vettura con i difetti ammorbiditi, per così dire, in quel di Monaco. La buona prestazione in qualifica che cronometricamente l’aveva visto al quarto posto è stata tuttavia vanificata da un’improvvida penalità che l’ha fatto retrocedere di tre posizioni. Ci sarebbe molto da discutere su questa penalità perché l’impeding di cui è stato involontario protagonista con Max non poteva letteralmente essere evitato. C’è impeding e impeding e questo non sembra esser stato di quelli che meriterebbero penalità ma tant’è. La gara è stata tutto sommato decente ma poco entusiasmante: dopo aver guadagnato la posizione su Hadjar si è adeguato ad un ritmo che potrei definire di crociera finendo la gara dove doveva finire. Va detto, a merito suo e del muretto, che è stato l’unico a guadagnare posizioni.

HADJAR

La sua gara si decide, come per tutti gli altri, al sabato quando il nostro prode rookie franco-algerino sfodera una eccellente performance che lo issa fino in sesta posizione che si tramuta in una quinta posizione in griglia grazie alla penalità comminata a Hamilton. La cinica strategia posta in essere da Racing Bulls gli ha consentito di chiudere al sesto posto ma mi domando se il quinto posto sarebbe stato alla sua portata se il team fosse stato un poco più ambizioso e avesse provato a correre contro Hamilton. Si è già detto di quanto siano difficili i sorpassi quindi… Ad ogni modo, il buon Isack sta dimostrando week end dopo week end di meritare ampiamente il posto che occupa e anche se l’hype è dalla parte di Antonelli ho idea che il titolo di Rookie of the Year sia tutt’altro che scontato.

NOTE VARIE

Le bizzarre mosse strategiche di Racing Bulls e Williams hanno consentito ai due team di assicurarsi buoni punti. Indirettamente ne ha beneficiato anche Ocon che si è trovato in mezzo a questi due team e ha potuto così fare una gara assai comoda senza che la sua posizione potesse essere mai messa in discussione. Anche nel suo caso il merito è da ricercarsi nell’ottima prestazione del sabato. Williams, sempre grazie alla bizzarra strategia di cui ho già parlato, mette entrambi i piloti a punti nonostante il sabato sia stato meno gratificante di quanto forse si aspettavano.

Sfortunato Alonso che, come Ocon, avrebbe potuto beneficiare delle ciniche mosse di Racing Bulls e Williams e portare a casa punti comodi e molto utili. Curiosamente l’asturiano è ancora a zero punti in campionato il che è strano considerando che nelle posizioni di rincalzo, per così dire, il mondiale è una vera e propria montagna russa e che in queste condizioni uno come lui dovrebbe trovarsi a suo perfetto agio. Staremo a vedere come continuerà la sua stagione ora che Newey pare essersi messo seriamente al lavoro sulla vettura.

La palma del peggiore di giornata, tuttavia, va assegnata a Mercedes che non solo è stata pessima in qualifica con entrambi i piloti ma che è riuscita nell’impresa di mettere in pratica la peggiore strategia possibile in gara. Non ha nemmeno diversificato le strategie dei piloti per provare ad approfittare con l’uno o con l’altro di eventuali situazioni di gara particolari. Si è così ritrovata in balia delle strategie degli altri senza fare nulla e con i piloti costretti a mosse comiche come superare tagliando la chicane dopo il tunnel calcolando che una penalità di 5 o 10 secondi non li avrebbe danneggiati come posizione di gara. Ma la cosa è stata talmente sfacciata che i commissari, a mio avviso giustamente, l’hanno debitamente punita con un drive-thru.

Alla fine della fiera, non si può far altro che continuare per l’ennesimo anno a deprecare questo circuito: non c’è alcun escamotage regolamentare che possa conferirgli un poco di valore sportivo che non sia il “si corre solo quando piove”. Speriamo che nel 2026 Giove Pluvio torni a far visita ai principini di casa Ranieri.

 

 

MOTOGP 2025 – GP DI GRAN BRETAGNA

Quando meno te lo aspetti il copione recitato dall’inizio dell’anno finisce nel cassetto e va in scena un round a Silverstone che si fatica a spiegare.

Le stradominanti Ducati fanno il solito lavoro nella garetta del sabato e poi si sciolgono sotto il sole (manco la pioggia di Le Mans) di una domenica inglese qualsiasi.

Come anticipato, al sabato i fratelli Marquez fanno felice papà con la consueta doppietta 2025 ma questa volta a posizioni invertite. Alex sta andando fortissimo con la Gp24 riuscendo spesso a fare un figurone al cospetto del più titolato fratello. Bagnaia arranca al solito e scivola indietro nelle ultime fasi di gara lasciato sui blocchi da Di Giannantonio (che completa il consueto podio full Ducati), da un Bezzecchi rimontante e da Zarco. Un misero e sciapo sesto posto…

Ma ciò che è accaduto domenica è davvero bizzarro.

Dalla pole scatta Quartararo (miracoloso in Q ma un giro della morte si può fare) con la convinzione che presto o tardi sarebbe stato risucchiato avendo una gomma soft all’anteriore.

Alla prima curva si stende Alex Marquez senza capire nemmeno il perché. Il fratello passa in testa e tenta di allungare ma nel corso del secondo giro imita Alex stendendosi da solo in una curva a destra in teoria semplice.

Che non sia l’anno fortunato di Bagnaia si capisce pochi istanti dopo quando la direzione gara sospende la corsa perché la pista è sporca dei residui della collisione Espargaro/Morbidelli in un altro punto del circuito. Non essendo stati completati 3 giri, da regolamento possono tutti ripartire dalla griglia con le posizioni originarie.

Un grande Jolly per i fratelli Marquez ed una beffa per Bagnaia.

Al secondo via Fabio Quartararo e la sua M1 rediviva si involano con un ritmo insostenibile per tutti. I Marquez’s partono con più circospezione ma lo svolgimento della gara è tutto diverso dal solito. Ad un certo punto le Ducati dei 3 big girano peggio delle Honda, ma anche della Yamaha di Miller e si fanno rimontare da Marco Bezzecchi partito da Donington. Tutti pensano al prossimo crollo delle soft all’anteriore ed invece…. Invece Bagnaia decide che la beffa domenicale debba essere “a punteggio pieno” quindi lanca la sua GP25 quando la gara non potrebbe più ripartire e incasella il terzo zero su quattro in campionato.

Quando mancano una manciata di giri alla fine sulla M1 di Quartararo si rompe l’abbassatore posteriore lasciando il povero Fabio in lacrime che giustamente stava già assaporando il gusto del gradino più alto del podio.

Bezzecchi si ritrova primo dopo una entusiasmante rimonta dalla P10 di partenza e va a vincere con una Aprilia che in Inghilterra si trasforma sempre. Dietro di lui arriva Zarco con la Honda di Cecchinello e la prima Ducati è quella di Marc Marquez che, dopo essere scivolato indietro nelle fase iniziali, agguanta un bello ed “insperato” podio.

Fin qui la cronaca, alla bene e meglio..

Considerazioni.

1. Stranissimo il livello domenicale di tutte le Ducati nessuna esclusa. Ok la scelta di gomme diverse, ma di solito vanno più forte loro con la pipetta di una candela staccata che gli altri in configurazione qualifiche.

2. A parte KTM tutte le altre moto sono improvvisamente molto più vicine alla Ducati (e non solo per pochi giri). Yamaha stava dominando ed anche Miller ha fatto bene. Aprilia ha addirittura vinto, la Honda ufficiale ha corso bene mentre quella di Cecchinello con Zarco è stabilmente apparsa meglio di tutte le Ducati in giro per Silverstone.

3. Se Marc Marquez comincia anche a non cadere per troppa voglia di vincere (anche quando non potrebbe farlo) auguri carissimi a tutti

4. Aprilia vincente e clausola di competitività prevista nel contratto di Jorge Martin come si sposano?

A proposito del punto 4……

Jorge Martin non esce benissimo da questa storia. Spiace per quanto accaduto alla sua salute, ma cercare una via d’uscita senza nemmeno aver provato a capire se veramente la RSGP abbia potenziale non è simpatico. Ha firmato un contratto con Aprilia e se ne è pentito ma se vuoi essere un professionista devi provarci sino in fondo. Lui non l’ha potuto fare per causa di forza maggiore sino ad oggi e questo lo si comprende, un po’ meno che non lo voglia più….Non trovo serio comportamenti di questo genere, sulla falsa riga dei piagnistei di Zarco anni addietro.

Ci si rivede tra due settimane ad Aragon. La pista dove Bagnaia ottenne la sua prima vittoria in Motogp lottando proprio contro Marquez.

 

 

 

NORRIS VINCE A MONACO. LECLERC MAGNIFICO.

“Monaco è un circuito inadatto alle attuali monoposto di F1”. Da almeno 40 anni, all’approssimarsi al GP nel Principato, si sentono valutazioni di questo tipo. Eppure, tutti, dai piloti agli appassionati, amano questo posto.

Se poi ci si abita pure, l’amore è immenso e fa fare miracoli come portare quasi in pole una macchina che in 6 gare ha raccolto appena un podio. E si può pure essere arrabbiati per non averla portata in cima.

Perchè in cima c’è un altro che non si presumeva potesse esserci, il buon Lando Norris che ha negato a Leclerc l’impresa. 

E, al primo passaggio a Santa Devota, ha il suo bel daffare a tenere dietro il padrone di casa. Partenza senza emozioni, e le macchine sfilano senza problemi fino al Portier, dove Antonelli manda Bortoleto a sbattere.

Viene attivata la VSC, e diversi comprimari ne approfittano per smarcare il primo pit-stop, visto che oggi ce ne sono due da fare obbligatoriamente, pena la squalifica.

Al giro 5 la gara riparte. I primi due hanno già messo a debita distanza Piastri e Verstappen. Ma la cosa curiosa è che Bearman, uno di quelli che si è fermato al primo giro, con un pit-stop fra l’altro lunghissimo, gira 4 secondi più veloce di Norris.

Al giro 9, Gasly tampona Tsunoda alla chicane del porto, e la pista si riempie di detriti. Il francese riesce a rientrare ai box ma parcheggia l’auto in mezzo alla pit-lane, che viene chiusa per un breve periodo. Ma, questa volta, la Direzione Gara, non fa niente di più di questo.

Verstappen inizia a pressare Piastri, che si riavvicina ai primi due. A centro gruppo, Lawson, in nona posizione, rallenta abilmente tutti quelli dietro, e consente al compagno di squadra, in sesta posizione, di effettuare il pit-stop perdendo solo due posizioni, che recupera al giro successivo in quanto si fermano anche Alonso e Ocon.

Al giro 19 si ferma Hamilton, e riesce così a guadagnare la posizione su Hadjar e lo stesso Alonso. 

Al giro successivo si ferma Norris. Si ferma nuovamente anche Hadjar, che smarca così anche il secondo pit-stop, e rientra ancora una volta davanti al compagno di squadra.

Si ferma subito anche Piastri, mentre Leclerc, in questo momento primo, attende ancora, per cercare di effettuare l’overcut su Norris. Che non gli riesce, visto che, dopo la sua sosta al giro 23, si ritrova ancora secondo.

L’ultimo dei primi a fermarsi è Max Verstappen, al giro 29, e rientra in quarta posizione. In pratica, dopo il primo giro di pit-stop l’unico che ha guadagnato posizioni è Hamilton.

Al giro 38 si ritira Alonso per un problema al motore. 

Al giro 49 si ferma Piastri per il suo secondo pit-stop. Al giro successivo si ferma anche Leclerc, costringendo Norris ad imitarlo. Ancora una volta, Verstappen ritarda la sosta, e al giro 56 viene raggiunto dai due.

Al giro 74 anche Piastri raggiunge i primi tre. Charles mette un’enorme pressione su Lando, ma la fantastica trazione della McLaren gli impedisce qualsiasi tipo di attacco.

Al giro 77 Verstappen effettua la sua seconda sosta, e la gara così con Norris che scrive meritatamente il suo nome nell’albo d’oro del GP di Montecarlo, seguito da un magnifico e deluso Leclerc, poi Piastri, Max, Hamilton, a quasi un minuto, Hadjar, Ocon, Lawson, Albon e Sainz.

Fra una settimana si correrà il tanto atteso GP di Barcellona. Entreranno in vigore le nuove norme sulla flessibilità delle ali, e la Ferrari porterà il primo pacchetto di aggiornamenti. Cambierà qualcosa? No.

P.S. la faccia di Leclerc dopo avere perso la pole per pochissimo la dice lunga sulla voglia di vincere che ha questo ragazzo. E chi dubita del suo talento può, se vuole, guardare i distacchi che ha rifilato in prova e in gara al suo blasonato compagno di squadra.

P.S. 2 come si spiega che in un GP che, sulla carta, avrebbe dovuto essere disastroso per la Ferrari, il buon Charles abbia mancato non di molto il bersaglio grosso? Ad ogni modo, da Barcellona in poi tutto tornerà come prima.

P.S 3 Verstappen che si lamenta che il suo cambio funziona come quelli del 1972 è impagabile. Como lo è il fatto che se ne sia stato a giocare ad iRacing anzichè andare a vedere la proiezione dell’americanata, come hanno fatto gli altri 18 suoi colleghi (ok, anche Stroll non c’è andato, ma lui non può essere considerato un collega).

P.S. 4 il software che ha supportato la strategia Mercedes non era del 1972 bensì del 1980, e girava su uno Z80 con sistema operativo CP/M (qualcuno di voi se lo ricorda?). Non si spiega diversamente il fatto che, anzichè far fermare i due piloti al primo giro, considerando la pessima posizione di partenza, li hanno tenuti per oltre metà gara nel trenino degli ultimi, guidato prima da Lawson e poi da Sainz e, infine, da Albon, e abbiano fatto i 2 cambi obbligatori negli ultimi giri, chiudendo abbondantemente fuori dai punti.

P.S. 5 se dobbiamo assistere a gare dove i piloti girano di proposito 4 secondi più lenti per favorire ci compagni, si fa fatica a non dare ragione a chi dice che Monaco dovrebbe essere tolta dal calendario. E non serve neanche mettere 2 soste obbligatorie, devono trovare qualche altra soluzione modello Nascar, come ad esempio una safety car obbligatoria, per evitare che l’ordine di arrivo rispecchi quello di partenza.

P.S. 6 Genè che definisce straordinaria la strategia Williams che prima fa andare Sainz al rallentatore per far fare il pit-stop ad Albon, e poi fa il contrario, è lo specchio di quello che si suppone debba fare esaltare oggi guardando un GP.

P.S.7 è stata annunciata una partnership fra la F1 e Walt Disney. Il che non sarebbe un problema, se ad essere coinvolto non fosse Topolino.

 

F1 2025 – GRAN PREMIO DI MONACO

Immancabile arriva il Gp insieme più atteso e più noioso di tutta la stagione, il GP di Monaco. Ormai quelle stradine con i nomi delle curve pronunciate a pene di canide tanto che ormai hanno sostituto i nomi “reali” le conosciamo a menadito e non mi dilungherò molto in questa preview che tanto ci penserà la gara ad annoiarvi a sufficienza.

Weekend che come sempre avrà il suo culmine di interesse nelle qualifiche del sabato che determineranno la griglia e con buona approssimazione l’ordine di arrivo della gara domenicale. Inutile dire che si tratta di un’ottima occasione per Verstappen di ridurre ancora un pò il distacco in classifica dal dinamico duo McLaren. Considerando il killer instinct che l’olandese ha in qualifica è lecito aspettarselo.

immagine da gpkingdom.it

McLaren arriva come sempre con i favori del pronostico che sarà suscettibile di cambiamento in base alle potenziali cappelle che i suddetti due piloti offriranno sulle strade del Principato. In tutto ciò proverà a inserirsi la Mercedes che arriva dal weekend piuttosto brutto di Imola per cercare un jolly un pò fine a se stesso ma che fa sempre morale.

Chi invece, considerando lo scarso feeling con le curve lente, potrebbe avere un weekend complicato è la Ferrari, a cui si aggiunge anche la scarsa resa sul giro secco. Sulla carta è una ricetta per il disastro, vedremo in pista.

In merito agli altri team sarà più che altro divertente vedere chi eventualmente tra i rookie farà più danni, considerando quello visto a Imola e nelle puntate precedenti. Ci si aspetta però che i piloti più esperti, vedi Alonso e Hulkenberg possano emergere in mezzo al potenziale tritello di carbonio.

immagine da automoto.it

Si prevede, ad oggi, ampia possibilità di pioggia durante le qualifiche del sabato, cosa che a mio parere aumenta esponenzialmente le possibilità di Verstappen di andare a cena con il Re nel dopogara. Quest’anno c’è anche la novità dei due pit obbligatori da fare in gara pena penalizzazioni: se ci sta fare la gara con le monoposto fatte con i lego nel pre-gara ci sta anche questa.

Buon weekend di gara a tutti e su con il morale che tanto il prossimo weekend c’è il Montmelò dove “inizia” il vero mondiale…

*immagine in evidenza da everythingf1.com

Rocco Alessandro