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PEREZ SBANCA IL CASINO DI MONTECARLO. LA FERRARI NON GIOCA.

Montecarlo. Dopo solo una settimana, la Ferrari può riscattarsi dalla enorme delusione di Barcellona. E farlo proprio in casa del suo pilota di punta. Che infatti, con una guida stratosferica, si prende la pole lasciando gli avversari a distanza. In prima fila con lui il suo compagno di squadra, con Perez che rimane costantemente davanti a Verstappen, e provoca una bandiera rossa finale, per la gioia di quest’ultimo che lo accusa pure di averlo fatto apposta.

Sulla carta, con una F1-75 molto competitiva, il risultato della gara dovrebbe essere in cassaforte. Ma sembra proprio che quest’anno, per la Ferrari, nulla debba essere facile. A pochi minuti dal via inizia a piovere. La partenza viene rinviata di 15 minuti, e nel frattempo la pioggia aumenta di intensità. Il gruppo si avvia quindi dietro la Safety Car, con l’obbligo di montare gomme da bagnato estremo. Dopo due giri, la direzione gara espone la bandiera rossa, e tutte le monoposto rientrano in corsia box.

Dopo quasi un’ora di attesa, la direzione gara fa partire ufficialmente la gara, ovviamente ancora dietro la SC. Non piove più, ma si aspetta ulteriore acqua. Tutti hanno le gomme full wet.  In queste condizioni, solo due piloti riescono ad andare a sbattere, ovviamente, e sono Latifi e Stroll.

Dopo due giri viene data partenza lanciata. Le condizioni sono molto difficili, e si vedono parecchie scodate. La pista sembra asciugarsi velocemente, e qualcuno degli ultimi anticipa il passaggio alle gomme intermedie.

La prudenza è comunque tanta, e i tempi sono quasi 30 secondi più alti di quello della pole position. Al giro 9, Leclerc ha 3 secondi di vantaggio su Sainz, che a sua volta ne ha 2 su Perez. Verstappen si mantiene ad un secondo di distanza dal compagno.

Al giro 14 la traiettoria è asciutta in molti punti del tracciato, e le condizioni sono da intermedie. Chi le ha già montate ne sta ampiamente beneficiando, ma i tempi dei primi non sono molto inferiori, e Sainz dichiara di volere andare avanti con le full wet fino a quando non sarà possibile montare le slick.

Al giro 16 rientra Hamilton, che fino a questo momento occupava un’anonima ottava posizione, e monta gomma intermedia. Viene fatto rientrare anche Perez, per montare lo stesso tipo di gomma. Sergio esce però dietro a Norris. A Sainz viene chiesto di rientrare, ma lo spagnolo non è d’accordo e gli viene confermato che può stare fuori. Anche Norris, quarto, rientra per montare gomma intermedia.

Al giro 18 rientra pure Leclerc e monta gomma intermedia, subito imitato da Verstappen. Ma il monegasco si ritrova dietro Perez, che evidentemente è riuscito a recuperare una decina di secondi. Sainz invece continua, con l’obiettivo di passare direttamente alle slick.

Con gomme intermedie la Ferrari non va, e Verstappen guadagna ben 4 secondi a Leclerc. Sainz rientra al giro 22 per montare le slick a mescola più dura. Viene richiamato anche Leclerc, poi gli viene detto di stare fuori, ma è troppo tardi. Il monegasco è furioso con il proprio box, e si ritrova dietro al compagno di squadra.

Anche Perez e Verstappen vengono fatti rientrare, ma l’attesa dietro al compagno dovuta al doppio pit-stop risulta fatale per Leclerc che si ritrova così al quarto posto, dietro anche a Verstappen. Entrambe le Red Bull, però, hanno toccato la linea gialla all’uscita dei box, ma la direzione gara fa finta di niente.

Al giro 27, Schumacher distrugge la sua Haas alle piscine, ed esce la Safety Car. Ma i danni alle barriere sono troppo ingenti, e la direzione gara sospende la gara.

Si riprende con una partenza lanciata quando mancano 45 minuti allo scadere delle 2 ore regolamentari. La Ferrari stranamente riparte con la mescola più dura e per di più usata, mentre le due Red Bull hanno la mescola media. Una decisione che sembra incomprensibile.

Quando la SC rientra ai box, la gara riparte senza riservare grandi emozioni, a parte un bloccaggio di Perez al Mirabeau. Un team radio di Sainz svela come mai la Ferrari abbia scelto di montare gomme dure usate: temevano che sulle gialle si materializzasse l’odiato graining, e la loro speranza è che questo accada alle Red Bull. Ma, purtroppo per loro, questo non succede, e fra i primi 4 non c’è praticamente battaglia.

Anche dietro di loro non accade nulla. Con queste auto, e in queste condizioni, tentare un attacco è praticamente impossibile, anche quando si è molto più veloci dell’avversario che precede. E’ il caso di Hamilton, che si trova ad avere a che fare con Alonso che gira almeno 2 secondi più lento, ma non può fare assolutamente nulla, così come il trenino che si è formato dietro di loro.

A 18 minuti dal termine, Sainz va dritto alla chicane del porto, e Verstappen si avvicina. Ma qualche minuto dopo il graining arriva sul serio sulla gomma anteriore destra di Perez, e Sainz gli si attacca agli scarichi. Ma a Monaco non si passa, e la gara finisce in processione, con Checo che conquista una meritatissima vittoria davanti a Sainz, Verstappen e un delusissimo Leclerc. Seguono Russell, ancora una volta nei primi 5, Norris, Alonso, Hamilton e Ocon, che però ha una penalità di 5 secondi che lo fa retrocedere. Nono arriva quindi Bottas, e decimo Vettel.

Ora si va a Baku, un circuito che, sulla carta, dovrebbe essere favorevole alla Red Bull, con quell’interminabile rettilineo. Ma ormai questo conta poco, perchè, che sia favorita o meno, la Red Bull vince comunque, a dispetto del fatto che gli avversari dispongano di una vettura formidabile e di un pilota che, probabilmente, in questo momento è il più in forma di tutti. 

Su 7 gare, 2 sono andate alla Ferrari e 5, di cui le ultime 4, alla Red Bull. Credo non ci sia molto altro da dire sulle prospettive mondiali. La storia della Formula 1 insegna.

P.S. chi scrive temeva proprio quello che abbiamo visto oggi. Una macchina competitiva ma una squadra non in grado, per mancanza di esperienza, di leggere correttamente le situazioni impreviste. Considerando anche che se la stanno giocando con dei vecchi volponi. Una doppietta sicura si è così trasformata in un “misero” secondo e quarto posto, che aumenta ancora le distanze nei confronti dei diretti avversari. E questo a causa di decisioni che sono sembrate quantomeno singolari.
Certo, mi si può dire che rispetto ai chiari di luna delle ultime stagioni, giocarsi sempre la vittoria è un gran risultato. E io rispondo con due considerazioni. La prima è che sono due anni che ci raccontano che lavorano per il 2022, e la seconda è che sono 14 anni che la Ferrari non vince un mondiale.

P.S. 2 Verstappen ha pestato la linea gialla all’uscita dai box, nell’ovvio tentativo di chiudere in anticipo la traiettoria. Non c’è nemmeno stata investigazione, quando in passato abbiamo visto analoghe decisioni punite pesantemente. Perchè? Per la risposta, rivedere il GP di Abu Dhabi del 2021.

LECLERC DOMINA, VERSTAPPEN VINCE A BARCELLONA

Si torna in Europa dopo l’americanata in quel di Miami. E si torna sul circuito più difficile, quello che permette di distinguere i progetti giusti da quelli sbagliati, senza possibilità di appello.

E la Ferrari porta il primo pacchetto di aggiornamenti, che “dovrebbe valere 2-3 decimi”, indispensabili per recuperare su una Red Bull dimostratasi molto forte dopo i problemi di affidabilità iniziali. E, dopo un venerdì non proprio brillante, con un tanti problemi di durata delle gomme, al sabato i ferraristi indovinano il setup giusto, e ritrovano il passo gara senza sacrificare il giro veloce. Leclerc, con un giro magistrale piazza la sua rossa in pole, con Verstappen a debita distanza. 

Si spengono i semafori e Leclerc mantiene la posizione senza troppi patemi. Chi invece sbaglia é Sainz che ne perde due a favore di Russell, col quale si tocca pure, e Perez.. Hamilton si scontra con Magnussen e rimedia una foratura, mentre il danese dopo una escursione nella ghiaia riesce a rientrare.

Verstappen cerca di non far scappare Charles. Mentre Alonso rimonta furiosamente dall’ultima posizione nella quale era stato relegato da una pessima qualifica, il suo connazionale Sainz finisce malamente nella ghiaia, continuando la striscia di errori che sta ormai diventando inquietante e perdendo molte posizioni.

Ma il suo errore viene ridimensionato qualche giro dopo da uno molto simile commesso da Verstappen quasi nello stesso punto. Ma l’olandese dopo un giro nella ghiaia rientra perdendo solo due posizioni proprio Perez, che lo fa passare subito. Ma, tanto per complicare ulteriormente la vita all’olandese, il DRS inizia a funzionare male.

Al giro 14 si fermano sia Russel, secondo, che Max, terzo. Al giro 18 si ferma anche Perez, liberando per Leclerc la possibilità di fermarsi  a sua volta. Ma il monegasco é ancora molto veloce, e in Ferrari aspettano. 

Verstappen, col DRS che funziona a singhiozzo, non riesce a superare Russell. Al giro 22 si ferma Charles, e con un pit-stop perfetto rientra in pista con 5 secondi di vantaggio sul due in lotta. Max é infuriato con il suo muretto, il quale gli fornisce istruzioni per cercare di fare aprire la benedetta ala mobile, che però continua a fare le bizze.  Al giro 24 l’ala si apre per un momento, e assistiamo ad un duello favoloso con Russell che riesce a ripassare Max che l’aveva superato in curva uno. Al giro dopo a Max non si apre il DRS, e Perez che ha raggiunto i due, chiede al suo team di passare il compagno, ottenendone un ovvio rifiuto.

Al giro 28, mentre viaggia tranquillo in testa alla gara, con ampio margine e in totale gestione delle gomme, la macchina di Leclerc si rompe e la sua gara finisce lì.

Verstappen rientra per provare l’undercut su Russell, montando gomma rossa. Al giro 31 Perez supera Russell,  mentre Verstappen, scatenato, si prende la terza posizione su Bottas e va alla caccia dell’inglese, che raggiunge qualche giro dopo, ma non ha bisogno di superarlo perché il pilota Mercedes rientra ai box, imitato al giro successivo dal leader Perez che rientra in seconda posizione.

Nel frattempo, Sainz ha rimontato fino alla quinta posizione subito dietro un ottimo Bottas, primo dei motorizzati Ferrari.

Al giro 44 Verstappen ha 16 secondi di vantaggio su Perez e 22 su Russell. L’olandese si ferma per la sua terza e ultima sosta ed esce dietro al compagno di squadra ma davanti all’inglese. Al messicano viene ordinato di far passare Max, e la risposta é un “it’s not fair” che suona piuttosto falso, ma esegue comunque la consegna, ricevendone un sincero *thank you mate” dal compagno.

Al giro 52 Russell effettua la sua terza sosta, e rientra in quarta posizione, con Bottas che si prende il podio, che però dura poco perché l’inglese impiega meno di un giro a ripassare davanti. Anche Perez si ferma ma riesce a mantenere la seconda posizione, 

Gli ultimi giri di gara vivono sulla lotta per il quarto posto, con Sainz che raggiunge Bottas e Hamilton, autore di un’ottima rimonta e, fino a questo momento, del giro piú veloce. Il finlandese, al quale il box ha riservato una strategia errata non fermandolo, in poche curve viene passato sia dal ferrarista che dal sette volte campione del mondo. Il quale subito dopo si prende la quarta posizione.

Ma non é finita, perché ai due Mercedes viene detto di fare attenzione alla benzina, e Hamilton, vittima pure di un problema di surriscaldamento, viene ripassato al penultimo giro da Sainz. Ma Russell é molto lontano, e riesce a tenersi il posto sul podio.

Finisce così con la seconda doppietta stagionale per la Red Bull, la terza vittoria di fila di Verstappen e la conquista di entrambe le classifiche mondiali, Della serie “meglio di cosí…”. Terzo un ottimo Russell, quarto un pessimo Sainz, quinto uno sfortunato Hamilton che da un lato può recriminare per quell’incidente al primo giro e dall’altro può essere contento di “avere finalmente una vera F1 da guidare”. Sesto Bottas, con una Sauber che si conferma quarta forza, settimo Ocon, ottavo un malandato Norris con un’altrettanto malandata McLaren, nono Alonso rimontato dall’ultima posizione, e decimo Tsunoda, ancora una volta davanti al compagno Gasly.

Malissimo Ricciardo, così come le due Aston Martin che hanno presentato una copia della RB18 ma, evidentemente, non hanno fotocopiato il libretto di istruzioni.

Ora si va a Monaco, a casa di Leclerc. Il quale nelle ultime tre uscite non ha avuto molta fortuna (la terza è stata domenica scorsa quando ha sbattuto la 312 B3 di Niki Lauda, a causa di un guasto meccanico). Inutile dirlo, la vittoria è d’obbligo, per dimenticare con un trionfo la grossa delusione di oggi.

P.S. ovviamente dopo la gara di oggi c’è e ci sarà una grande discussione su Carlos Sainz, fra chi ritiene che gli si debba continuare a dare fiducia, e chi, invece, come il sottoscritto, ritiene che i bonus siano ormai terminati.
Questo il pensiero di Binotto su Carlos: “deve ancora adattarsi alla macchina, è indietro di tre decimi, dobbiamo dargli una macchina più veloce così sta davanti a tutti”. 
Il mio pensiero, che ovviamente vale nulla rispetto a quello di Mattia, è invece una semplice considerazione: quando ci si gioca il mondiale, l’apporto del secondo pilota è indispensabile nell’economia del risultato finale. Senza la difesa di Perez ad Abu Dhabi, Verstappen non sarebbe riuscito a vincere il mondiale nemmeno con l’aiuto della FIA. Nel 2010 e 2012, Alonso ha perso il mondiale anche perchè guidava praticamente da solo, e si potrebbero fare tanti altri esempi. E’ necessario che Sainz non diventi un problema per la Ferrari, perchè la Red Bull corre con due macchine, e Leclerc non porterà mai a casa il mondiale da solo. Quattro gare con errori gravi di fila sono un brutto campanello d’allarme. 

* immagine in evidenza dal profilo Twitter @redbullracing

 

AMERICAN VERSTAPPEN VINCE A MIAMI. LECLERC LO PEDINA.

Una americanata. Questo è ciò che il circus della F1 ha, senza sorpresa, trovato in quel di Miami. Barche senza mare, cabinovia senza montagna, pubblico senza passione. Ma tanti, tanti soldi, e questo è più che sufficiente.

E poi la pista: un mix dei peggiori circuiti della storia del motorsport, includendo anche Indycar e Formula E, che motorsport non è ma va bene lo stesso. E i piloti ad affermare, a denti stretti, che la pista a loro piace, a parte il fatto che fuori traiettoria è peggio che se piovesse, e che in una curva si sono dimenticati di mettere le tech-pro, con Ocon e Sainz a prendere botte terribili.

Ma alla F1-75 la pista piace, eccome. E la prima fila è tutta rossa, con la seconda tutta blu.

Si spengono i semafori e la fila dispari scatta meglio di quella pari, e così Verstappen si ritrova secondo dietro a Leclerc. Per quest’ultimo l’obiettivo è sempre il solito: tenere il missile blu sopra il secondo di distacco, per evitare di dargli anche il vantaggio del DRS, dal quale, come si è visto nelle gare precedenti, non sarebbe in grado di difendersi.

Al giro 8 Charles inizia a soffrire con la gomma anteriore destra, e Max si avvicina e lo passa senza che il ferrarista opponga resistenza. Dietro di loro Sainz e Perez tengono bene il ritmo. I primi 4 corrono in un’altra categoria, e a guidare il gruppo degli altri c’è Bottas, seguito da Hamilton.

Al giro 13 Leclerc va lungo e perde in un colpo solo 1 secondo ma, quel che è peggio, rovina ulteriormente la gomma anteriore destra. Il distacco sale progressivamente fino ai 4 secondi, e una buona notizia per la Ferrari arriva da Perez, che si ritrova per due giri senza potenza, e vede il distacco da Sainz aumentare da meno di 1 secondo fino a 7 secondi.

Al giro 23 Max continua a macinare giri veloci, mentre Hamilton, fino a questo momento sesto, si ferma ai box per montare la mescola più dura. Al giro 25 è il turno di Leclerc, che dopo avere segnato il giro più veloce inizia a lamentarsi dell’auto, e viene fatto fermare. Il monegasco rientra con pista libera davanti. Max effettua la sua sosta 2 giri dopo, e rientra subito davanti a Perez. In testa alla gara ora c’è Sainz, che però si ferma a sua volta, seguito dal messicano. La sosta dello spagnolo è però molto lenta.

Dopo le soste, Leclerc si ritrova ad oltre 7 secondi da Verstappen, e con metà gara da percorrere la strada verso la vittoria si fa oltremodo in salita. Anche perchè dopo avere guadagnato 2 secondi nel solo giro d’uscita, l’olandese inizia a marcare giri veloci a raffica. Ma Charles risponde e aumenta il suo ritmo, riprendendosi il record della pista al giro 34. Sembra che la sua Ferrari vada meglio con le gomme più dure, ma ormai l’avversario è lontano.

Fra i primi 4 i distacchi sono congelati, con Sainz ben lontano dal compagno di squadra, e Perez a distanza di sicurezza. Dietro di loro c’è Russell, che non ha ancora effettuato la sua sosta. Virtualmente quinto è quindi Bottas, davanti all’ex compagno di squadra Hamilton.

Tutti aspettano la Safety Car, e puntualmente arriva al giro 41 quando Norris e Gasly entrano in contatto in modo un po’ stupido, e la macchina dell’inglese rimane ferma in mezzo alla pista. Dopo un primo periodo di Virtual Safety Car, la direzione gara attiva la vettura di sicurezza. La Red Bull fa fermare Perez, che riesce a stare davanti a Bottas, mentre i primi 3 restano in pista. Chi beneficia più di tutti dalla situazione è Russell, che effettua la sua fermata perdendo solo due posizioni e rientrando in pista dietro ad Hamilton.

La Safety Car rientra quando mancano 11 giri. Come previsto, Perez si fa molto aggressivo con Sainz, che riesce miracolosamente a tenere la posizione. Davanti, Leclerc si è incollato agli scarichi di Verstappen, in attesa di potere usare il DRS. 

Al giro 52 Perez attacca Sainz, ma lo fa con una staccata troppo profonda, va lungo e si ritrova a più di un secondo dallo spagnolo, perdendo definitivamente l’opportunità di arrivare sul podio. Contemporaneamente, Leclerc tenta l’attacco a Verstappen, ma anche col DRS aperto non riesce ad avvicinarsi. Al giro 54 Max segna la tornata più veloce, e Charles capisce che contro la velocità di punta della Red Bull non c’è niente da fare. Finisce così con l’olandese a cogliere la terza vittoria su tre gare terminate (quarta se si tiene conto anche della sprint race di Imola), e il ferrarista a prendersi il quarto podio in cinque gare. Terzo un ottimo Sainz, capace di raddrizzare un week-end cominciato malissimo con una capocciata e poi con l’ennesimo appuntamento con il muro. Quarto Perez, che può recriminare per il problema di affidabilità patito prima di metà gara e, soprattutto, per avere gestito male l’attacco a Sainz. Al quinto posto Russell, ancora davanti al lamentoso compagno di squadra Hamilton, sesto. Settimo Bottas, che ha vanificato con un errore il titolo di migliore degli altri. Ottavo Ocon, rimontato dall’ultima posizione conseguenza del duro botto in qualifica. Nono il suo compagno Alonso e decimo Albon, nuovamente autore di un’ottima gara con una Williams tutt’altro che competitiva.

Da segnalare la buona gara di Mick Schumacher, a punti fino a pochi giri dalla fine e poi autore di uno speronamento allo zio Vettel, anch’egli destinato ad arrivare a punti dopo esser partito dai box.

Ora si va a Barcellona, dove tutte le squadre porteranno il tanto atteso “pacchetto di aggiornamenti”, mirato soprattutto ad eliminare il porpoising, per chi ce l’ha. In questo momento il vento sembra girato a favore della Red Bull, che può oltremodo recriminare sui problemi di affidabilità patiti nelle prime gare. Ma le due classifiche vedono ancora la Ferrari in testa, e c’è da credere che la lotta continuerà ad essere serrata perchè la RB18 e la F1-75, seppur concettualmente molto diverse, sembrano avere prestazioni globalmente molto simili. 

P.S. un’americanata all’inizio, un’americanata durante, e un’americanata alla fine, con i piloti sul podio ad indossare il caschetto da footbal americano marchiato Pirelli. C’è da chiedersi cosa inventeranno quando, l’anno prossimo, si correrà a Las Vegas. E pensare che ci lamentavamo degli improbabili circuiti cittadini che la F1 frequentava negli States negli anni Ottanta e Novanta…

RED BULL FA DOPPIETTA IN CASA ALTRUI. FERRARI PRENDE LEZIONI A DOMICILIO.

Torna il pubblico ad Imola. E che pubblico. L’autodromo “Enzo e Dino Ferrari” aveva chiuso la prima parte della sua storia con la Formula 1 con una Ferrari vincente e il tutto esaurito. Erano i tempi in cui la rossa dominava e i biglietti si vendevano da soli.
Poi la quasi dismissione del circuito, la faticosa rinascita con ristrutturazioni a singhiozzo, e gestori falliti, fino a quando, negli ultimi anni, qualcosa è cambiato perchè le istituzioni hanno ricominciato a credere che, forse, un territorio come il nostro merita un GP e, soprattutto, può fare buoni affari con esso.

Due edizioni senza pubblico hanno dimostrato la qualità di impianto e organizzazione, e col ritorno del pubblico è tornata anche la Ferrari dominante (e viceversa). Risultato: quasi il tutto esaurito, nonostante il tempo abbia remato contro per l’intero week-end.

Week-end che si è aperto venerdì con una sessione di prove libere e, nel pomeriggio, subito le qualifiche. Tempo da lupi, e dominio Ferrari, la mattina, pioggia ad intermittenza al pomeriggio, per la soddisfazione di Verstappen che ha potuto giocarsi la pole grazie ad una maggiore abilità nel leggere le condizioni di pista mutevoli e, soprattutto, le continue interruzioni per bandiera rossa (ben 5). A fianco a lui Leclerc, mentre l’altro ferrarista Sainz ha pensato bene di festeggiare il rinnovo del contratto fino al 2024 sbattendo la macchina alla seconda curva della Rivazza.

Al sabato gara sprint, 100 km che quest’anno non assegnano la pole ma un buon bottino di punti. La pista è asciutta e la temperatura è più alta, e c’è quindi un grande punto interrogativo su quale sia la mescola più adatta per non incorrere nel famigerato graining e arrivare fino in fondo tranquilli. Quando i semafori si spengono, Leclerc parte a fionda, mentre Verstappen si avvia lentamente e perde la prima posizione. Il monegasco cerca subito di tenere a distanza l’olandese, che, grazie alla proverbiale velocità di punta della sua Red Bull, nell’unico tratto in cui è consentito il DRS, dalla Rivazza al Tamburello, guadagna quasi tre decimi sulla Ferrari, la quale li riprende poi con gli interessi nel resto del circuito.

Tutta la garetta vive quindi con l’occhio sul distacco fra i primi due, che si mantiene attorno ad 1.5 sec., fino a quando, a cinque giri dalla fine, complice il graining che ha colpito la gomma anteriore destra di Leclerc, Verstappen si avvicina sotto il secondo, e nell’arco di tre tornate, potendo usare il DRS, riesce a passare in testa per poi concludere primo sul traguardo, ristabilendo l’ordine delle qualifiche.

Chi invece ha potuto, grazie alla garetta, rimediare parzialmente all’errore del venerdì è Sainz, risalito dalla decima alla quarta posizione, per una griglia di partenza che la domenica vedrà le due Red Bull e le due Ferrari nelle prime due file.

Ma la domenica il tempo è nuovamente da lupi. A partire dalle 11 della mattina un vero e proprio diluvio ha allagato la pista. La pioggia cessa verso le 14, ma la temperatura molto bassa non consente al tracciato di asciugarsi. Tutti partiranno con le gomme intermedie.

Si spengono i semafori e le cose per la Ferrari si mettono subito male. Entrambe le macchine pattinano moltissimo. Charles perde due posizioni, mentre Sainz si fa buttare fuori da Ricciardo e rimane spiaggiato al Tamburello. Inevitabile l’uscita della Safety Car.

Servono i proverbiali 5 giri per spostare la Ferrari dello spagnolo, e quando si riparte le due Red Bull se ne vanno indisturbate davanti a Norris e a Leclerc che fatica a mettere in temperatura le gomme, ma ha le spalle coperte da Magnussen. Sesto Russell che è riuscito a guadagnare ben 5 posizioni in partenza.

Al giro 8 Charles supera abbastanza agevolmente Norris alla staccata del Tamburello, e si mette alla caccia di Perez, dal quale è staccato di 3 secondi.

La pista si asciuga lentamente ma inesorabilmente, ma è attesa altra pioggia e tutti attendono a montare le slick. Al giro 17 Ricciardo è il primo a fermarsi per montare gomme a mescola media. Nel frattempo Leclerc si è incollato agli scarichi di Perez, il quale però rientra per montare anch’egli gomme slick. In questo momento sembra essere la scelta giusta, perchè l’australiano della McLaren gira più di un secondo più veloce.

E infatti ance Verstappen e Leclerc si fermano immediatamente. Il monegasco esce davanti a Perez, ma ha le gomme fredde e, molto intelligentemente, non oppone alcuna resistenza all’attacco del messicano, che si riporta in seconda posizione. A questo punto, il ferrarista si trova a 9 secondi da Verstappen.

Charles, una volta riscaldata la gomma, sembra essere in grado di attaccare Perez, ma la mancanza del DRS non gli consente nemmeno di provarci. Deve quindi rassegnarsi a seguire la seconda guida della Red Bull, che inizia a segnare giri veloci ed avvicinarsi un po’ al compagno. Al giro 28 va lungo alla variante Gresini, ma anche in questo caso Leclerc non riesce ad approfittarne. Davanti Verstappen, a suon di giri veloci, ha portato il suo vantaggio ad oltre 10 secondi dal rivale per il titolo. 

A metà gara, con la pista già in larga parte asciutta, finalmente il  direttore di gara autorizza l’uso del DRS. Ma questo non sembra aiutare nessuno. I primi otto sono ben distanziati fra loro, mentre dal nono, Tsunoda, al quattordicesimo, Hamilton (sì, proprio lui), sono tutti in fila ma anche a DRS aperto nessuno riesce a provare l’attacco.

E al giro 41, Lewis deve subire l’onta del doppiaggio da parte di Verstappen, il cui vantaggio su Perez si è stabilizzato sui 12 secondi.

Al giro 50, mentre si avvicina il gruppetto di doppiati, la Ferrari prova l’azzardo di montare gomma rossa. Ma Norris è troppo vicino, e, infatti, il monegasco si ritrova dietro all’inglese, perdendo la terza posizione. La Red Bull risponde subito con Perez, il quale riesce a stare comodamente davanti ad entrambi, con il ferrarista che recupera subito la terza posizione. Anche Verstappen si ferma.

Ma nel tentativo di avvicinarsi a Perez, Charles esagera alla variante Gresini e si gira, urtando il muro, danneggiando l’ala e completando così un week-end disastroso per la Ferrari. Inevitabile la fermata ai box e il rientro al nono posto, con una macchina che è però danneggiata. Con degli ultimi giri indiavolati, Charles rimedia parzialmente all’errore riportandosi fino ad una comunque deludente sesta posizione.

Finisce così col peggior risultato possibile per i tifosi Ferrari, accorsi in massa ad Imola con la non utopistica speranza di assistere ad una doppietta rossa, e dovendo assistere, invece ad una doppietta Red Bull, con Norris terzo con una Mc Laren tornata definitivamente laddove era lo scorso anno. Al quarto posto un ottimo Russell che ha massimizzato il risultato col mezzo scadente che ha a disposizione. Quinto Bottas, che per poco non si toglie la soddisfazione di stare davanti a colui che l’ha sostituito in Mercedes. Sesto, come detto, Leclerc, settimo un bravissimo Tsunoda, ottavo Vettel, nono Magnussen e decimo Stroll.

La prima gara europea, seppur corsa in condizioni a dir poco anomale, ha confermato che la lotta al vertice sarà piuttosto tirata, e che in Ferrari, soprattutto i piloti, devono imparare a gestire le situazioni non proprio favorevoli perchè la Red Bull non lascerà più per strada i punti come ha fatto nelle prime 3 gare. Vista la situazione, ad Imola sarebbe stato giusto accontentarsi, e invece uno è finito a muro in qualifica, e l’altro in gara. Una lezione dura ma probabilmente importante per il prosieguo del campionato. Mancano ancora 19 gare, e non potrà piovere sempre.

Ora si va a Miami, una pista nuova per tutti, dove non esistono riferimenti. Ci sarà, ancora una volta, da divertirsi. Per tutti tranne che, probabilmente, per Hamilton.

P.S. riguardo a quanto ho scritto nel penultimo paragrafo, so bene che sono i piloti Ferrari sono giovani, che in passato anche altri campioni hanno fatto errori, che non si può passare da fenomeni a cretini nel giro di un GP, ecc. ecc. Tutto vero, ma se poi si perde un campionato per, putacaso, 7 punti, diventa difficile non pensare che forse, in qualche occasione si sarebbe potuti stare più attenti. L’asticella negli ultimi anni è stata posta molto molto in alto, da squadre come Mercedes e Red Bull e piloti come Hamilton e Verstappen. Bisogna arrivare al loro livello, e piantare la macchina nei muri, per di più quelli di casa, può essere scusabile una volta, poi più. 

Immagine in evidenza dal profilo Twitter @ScuderiaFerrari

LECLERC E FERRARI NELLO SPAZIO. VERSTAPPEN NON DECOLLA.

Dopo 3 anni si torna a correre a Melbourne, su un circuito totalmente rinnovato. Così come, rispetto a tre anni fa, sono completamente diverse le auto e, anche gli aspiranti alla vittoria. Se nel 2019 la questione era fra i due piloti Mercedes, oggi i favoriti sono i due giovani alfieri di Ferrari e Red Bull, protagonisti di un duello al fulmicotone a Jeddah.

E, come previsto, sono loro due a monopolizzare la prima fila, con Leclerc autore di un giro monstre lasciando Verstappen ad oltre due decimi. In seconda fila Perez ma non Sainz, penalizzato da una bandiera rossa arrivata nel momento sbagliato.

La partenza di Leclerc è da manuale, ma Verstappen non è da meno. I primi due se ne vanno nell’ordine, e dietro di loro Hamilton guadagna due posizioni e si insedia in terza posizione. Avvio disastroso per Sainz, che sprofonda in tredicesima posizione, e viene passato anche da Mick Schumacher, per poi finire ingloriosamente nella ghiaia al termine del secondo giro.

Esce così la Safety Car per recuperare la F1-75 dello spagnolo. La neutralizzazione termina all’ottavo giro, e alla ripartenza Verstappen si incolla agli scarichi di Leclerc ma il monegasco riesce a tenerlo fuori dalla zona DRS. Chi non ce la fa a tenere il ritmo è Hamilton, che gira due secondi più lento dei primi due, e viene superato da Perez, per poi venire raggiunto da Russell.

Verstappen inizia a lamentarsi del graining e, infatti, il suo distacco da Leclerc aumenta in modo consistente con il monegasco che gira ben un secondo più veloce.

Al giro 18 il vantaggio di Charles è di quasi 9 secondi, e Max, con le gomme già finite, viene richiamato per montare gomma bianca, ritrovandosi di poco davanti Gasly e Alonso. Il francese si guarda bene dall’attaccare l’olandese, e Nando ne approfitta per superarlo. Nel frattempo anche Perez soffre con le gomme, e Hamilton lo raggiunge, ma anche il messicano viene richiamato per il cambio gomme.

Per fortuna di Verstappen, le due McLaren si fermano prima che le raggiunga. Ora fra lui e Leclerc ci sono solo le due Mercedes, che non hanno ancora effettuato il pit-stop. Ma il monegasco viene richiamato, e contemporaneamente si ferma anche Hamilton. Il ferrarista riesce quindi a restare comodamente al comando, e l’inglese si trova invece davanti a Perez che però si riprende la posizione con un gran sorpasso nel punto più veloce del circuito.

Nello stesso momento, Vettel chiude nel peggiore dei modi la sua prima gara del 2022, sbattendo nel muro in accelerazione e costringendo la Safety Car ad uscire un’altra volta. Chi beneficia di questa situazione è Russell, che non si era ancora fermato e può fare un pit-stop quasi gratis, rientrando in pista in terza posizione.

La gara riprende al giro 27, con Leclerc autore di una ripartenza non perfetta e Verstappen che lo affianca. Ma il sorpasso non riesce e Charles mette rapidamente l’avversario a distanza di sicurezza iniziando poi, come nel primo stint, a marcare giri veloci per far capire all’olandese che oggi se vuole vincere deve fare un miracolo.

Dietro ai primi due, Perez si riprende la terza posizione ai danni di Russell, 

Al giro 40 il colpo di scena: Verstappen è costretto a parcheggiare la sua Red Bull all’esterno di curva 2 col motore ammutolito. E tutto questo mentre Leclerc stava letteralmente volando. 

In seconda posizione sale così Perez, mentre il terzo posto è una questione fra le due Mercedes, con Hamilton che ha raggiunto Russell.

Con un vantaggio di quasi 20 secondi, negli ultimi dieci giri l’obiettivo di Leclerc è fare il giro veloce, che peraltro già possiede. Il suo ingegnere è costretto a chiedergli perentoriamente di lasciare perdere in quanto “non c’è più niente che si possa battere”.

Hamilton non riesce ad avvicinarsi a Russell a causa delle alte temperature, e si lamenta con i box che “lo ha messo in una posizione difficile”.

La gara finisce così con Leclerc primo con ampio margine. Il monegasco vuole a tutti i costi mostrare a tutti quanto è forte, e, come da intenzione espressa in precedenza ma bloccata dal suo box, marca il giro più veloce proprio all’ultima tornata facendo lo slalom fra i doppiati. Una prova di forza impressionante che in Ferrari non si vedeva dai tempi di Schumacher.

In seconda posizione, a debita distanza, si piazza Perez, seguito da Russell, al primo vero podio  in carriera. Quarto Hamilton, poi le redivive McLaren con Norris e Ricciardo. Settimo Ocon, seguito da Bottas, Gasly e un ottimo Albon, che con una strategia molto creativa, basata su un pit-stop all’ultimo giro, è riuscito a portare un punticino ad una Williams che fino a questo momento non era sembrata in grado di ambire alla zona punti.

Le prime tre gare hanno già fornito un’indicazione precisa sulle forze in campo: la Ferrari ha, al momento, tutto quello che serve per vincere il mondiale. Un pilota eccezionale, una gran macchina, e una grande affidabilità. Mentre agli avversari manca uno degli ultimi due elementi. Non sarà facile, per loro, ritrovarlo. 

E la prossima fermata sarà proprio a casa della Ferrari, ad Imola fra due settimane. Noi ci saremo.

p.s.
in settimana ci sono stati i primi sussurri di malumori lato inglese sulle prestazioni della Ferrari. Non è dato a sapere se fossero fake news o se, in effetti, qualcuno si stia già muovendo. Scommetterei sulla seconda possibilità. Il che è abbastanza normale, accadeva anche quando la Ferrari dominava 20 anni fa. Chissà se il management attuale saprà (questa volta) difendersi come lo seppe fare il management dell’epoca.

p.s 2
Ripetere all’infinito nelle prime due gare che “manca qualcosa, devo studiare ancora” e, alla terza, sbagliare il giro buono in qualifica e finire nella ghiaia al secondo giro, è il miglior viatico per diventare un Bottas vestito di rosso. 

Immagine in evidenza dal profilo Twitter @ScuderiaFerrari