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F1 2022 – GRAN PREMIO DI SPAGNA

Da un pò di anni a questa parte è sempre stato definito il “GP della verità”, quello che ” se una macchina va bene quì va bene dappertutto”, dove si capiva se i tecnici  avevano fatto un buon lavoro sugli aggiornamenti oppure si certificava ufficiosamente un proseguio di campionato in sofferenza.

In un anno di rivoluzione regolamentare e di budget cap e considerato quello che è successo nei primi cinque Gp stagionali, Il GP di Spagna sul circuito del Montmelò riveste, se possibile, con maggiore evidenza il ruolo di giudice sulle ambizioni di ogni team per i GP a venire.

Praticamente tutti i team porteranno la gran parte degli aggiornamenti aerodinamici e di PU previsti fino almeno alla pausa estiva se non oltre, per cui si capisce bene che la posta in palio è alta per due motivi: capire se funzionano o meno e sperare di non aver sprecato risorse del budget cap per modifiche inutili.

Tutti in attesa dei verdetti che la pista catalana imporrà ai team e ai loro ingegneri, tracciato che tutti conoscono molto bene e che rivela moltissimo della bontà e dell’efficienza aerodinamica e meccanica delle monoposto.

immagine da tuttomotoriweb.it

Fino ad ora è stato un testa a testa deciso da episodi, setup azzeccati e problemi di affidabilità inaspettati tra Ferrari e Red Bull. Il confronto recita un 3 a 2 per Red Bull, tutte vittorie molto risicate (esclusa Melbourne a favore della Ferrari).

Red Bull ha fatto valere soprattutto la facilità di sorpasso in rettilineo, figlia di un’ottima efficienza aerodinamica mentre la SF-75 si fa preferire nel conportamento nelle curve medio-veloci e in qualifica, segno che la PU Ferrari si può scatenare appieno sul giro secco ma deve essere molto più conservativa sul passo gara.

Binotto ha più volte annunciato che il grosso degli aggiornamenti sarebbe arrivato in Spagna e infatti sono previsti una nuova ala posteriore con drag ridotto, un nuovo fondo anti-porpoising, delle fiancate più strette e braccetti dello sterzo modificati in funzione aerodinamica. Oltre a sperare di poter liberare qualche cavallo in più in ottica gara dal motore endotermico della PU.

Red Bull è sembrata avere un margine su Ferrari dopo le modifiche introdotte negli ultimi 2 gp e alla cura dimagrante della RBR-18, per cui urge una pronta risposta degli uomini di Maranello.

La pista catalana dovrebbe sposarsi bene con le caratteristiche della SF-75, a suo agio sui curvoni veloci e anche la scelta delle gomme operata da Pirelli, C1 C2 e C3 le più dure a disposizione, dovrebbe sorridere alla Ferrari, in difficoltà rispetto ai rivali nella gestione delle gomme medie e soft sul passo gara.

Ovviamente questa è tutta teoria, solo la pista dirà effettivamente se gli equilibri saranno stati modificati o meno. Anche Red Bull porterà aggiornamenti anche se meno significativi rispetto a Ferrari e alla fine potrebbero ritrovarsi in una situazione di parità sul piano prestazionale in cui i dettagli e gli errori dei piloti potranno fare una grande differenza.

Ferrari è consapevole che i prossimi due Gp sono fondamentali per il proseguio di stagione: sia il Gp di Spagna che quello di Montecarlo dovrebbero vederla favorita rispetto a Red Bull e con l’obbiettivo non dichiarato ma necessario di portare a casa due vittorie.

Il vantaggio in entrambe le classifiche del mondiale si è eroso negli ultimi due GP e serve dare una dimostrazione di forza e compattezza. Di sicuro in Ferrari hanno dato prova di essere piuttosto scaltri approfittando dei test Pirelli di Imola e di un filming day a Monza per provare alcune soluzioni aerodinamiche definite promettenti in fase di simulazione.

Anche il richiamo continuo che Binotto pone sul tema del controllo da parte della FIA del budget cap relativi agli aggiornamenti è indice di una ritrovata attenzione a 360° che il team di Maranello ha su ogni aspetto della competizione che si svolge inevitabilmente anche sul piano politico e di relativo “peso” da spendere nei confronti dei commissari.

Chi invece vede il GP di Spagna come il primo e ultimo crocevia fondamentale per la stagione è la Mercedes. La W13 è una monoposto con tanti problemi e le modifiche che verranno introdotte in Spagna faranno capire se vale la pena continuare nel progetto oppure tirare una riga e i remi in barca e pensare già al 2023.

immagine da tuttomotoriweb.it

Un weekend ad alta tensione e aspettativa per il team anglo-tedesco che potrebbe certificare la loro definitiva uscita di scena nella lotta alla vittoria, anche solo di qualche Gp, per il 2022.

Un altro protagonista sulla graticola è Mick Schumacher. Il figlio d’arte non ha per il momento rispettato le aspettative in quella che è la sua seconda stagione in F1. Magnussen lo ha costantemente messo sotto e, a parte pochi lampi, la prestazioni di Mick non sono state memorabili ma anzi, sono state condite da qualche botto ed errore di troppo sia in qualifica che in gara. Si fanno insistenti le voci di un suo possibile appiedamento a fine stagione se non riuscirà a dare una svolta alla sua stagione.

Chi invece ha svoltato quest’anno sembra l’Alfa Romeo, monoposto che sta dando buoni risultati in pista soprattutto con Bottas. Non fosse stato per qualche errore nelle fasi finali di gara di Bottas il bottino di punti sarebbe potuto essere anche migliore. Il Montmelò è il giusto banco di prova per capire se si può ulteriormente innalzare l’asticella.

immagine da chepoker.it

Tante squadre vedono nell’inizio della campagna europea l’occasione per una svolta decisiva alla propria stagione. Tra queste ci sono di sicuro Alpine, Alpha Tauri e Aston Martin per differenti ragioni. Lo junior team Red Bull ha pagato qualche problema di affidabilità di troppo alla PU che ne ha minato la buona velocità di base, mentre per Alpine si è accanita la sfortuna soprattutto con Alonso, costretto al ritiro spesso per colpe non sue. Aston Martin rientra nel novero di quelli che hanno sbagliato qualcosa in fase di progettazione e hanno cambiato tanto in vista del Gp di Spagna.

McLaren continua ad essere un oggetto misterioso. Posto il fatto che non hanno più i grossi problemi di inizio stagione, resta l’imprevedibilità di una monoposto che non lascia capire appieno perchè a volte è competitiva e altre volte no. Potenzialmente sembra molto veloce ma il problema è che non si sa esattamente perchè e quando questo possa verificarsi.

La Williams invece deve ringraziare tanto Albon, capace di portarla a punti già due volte. Non male per una vettura nata non proprio bene e che sconta soprattutto in qualifica la sua scarsa competitività.

La FIA ha intanto dichiarato che il GP di Sochi non verrà sostituito, pertanto il mondiale sarà su 22 GP e non 23 come preventivato.

immagine da sport.sky.it

Il circuito del Montmelò provvederà a separare, magari poco evangelicamente, il grano dal loglio. Sarà interessante capire chi avrà fatto bene e chi no con conseguenze che andranno ben al di là dell’appuntamento spagnolo.

Conseguenze che si vedranno in pista ma anche dal punto di vista psicologico negli organici dei team, che potrebbero ricevere una bella mazzata in caso di esito nefasto. Prospettiva che infesta soprattutto l’immaginario del tifoso ferrarista, più volte frustrato da possibili migliorie che poi non si sono rivelate tali. Si spera che questi fantasmi siano ben lontani dalla mente di Binotto e della sua squadra, pena un mondiale che prenderà inevitabilmente e nuovamente le via dell’Olanda.

*immagine in evidenza da skysports.com

Rocco Alessandro

 

AMERICAN VERSTAPPEN VINCE A MIAMI. LECLERC LO PEDINA.

Una americanata. Questo è ciò che il circus della F1 ha, senza sorpresa, trovato in quel di Miami. Barche senza mare, cabinovia senza montagna, pubblico senza passione. Ma tanti, tanti soldi, e questo è più che sufficiente.

E poi la pista: un mix dei peggiori circuiti della storia del motorsport, includendo anche Indycar e Formula E, che motorsport non è ma va bene lo stesso. E i piloti ad affermare, a denti stretti, che la pista a loro piace, a parte il fatto che fuori traiettoria è peggio che se piovesse, e che in una curva si sono dimenticati di mettere le tech-pro, con Ocon e Sainz a prendere botte terribili.

Ma alla F1-75 la pista piace, eccome. E la prima fila è tutta rossa, con la seconda tutta blu.

Si spengono i semafori e la fila dispari scatta meglio di quella pari, e così Verstappen si ritrova secondo dietro a Leclerc. Per quest’ultimo l’obiettivo è sempre il solito: tenere il missile blu sopra il secondo di distacco, per evitare di dargli anche il vantaggio del DRS, dal quale, come si è visto nelle gare precedenti, non sarebbe in grado di difendersi.

Al giro 8 Charles inizia a soffrire con la gomma anteriore destra, e Max si avvicina e lo passa senza che il ferrarista opponga resistenza. Dietro di loro Sainz e Perez tengono bene il ritmo. I primi 4 corrono in un’altra categoria, e a guidare il gruppo degli altri c’è Bottas, seguito da Hamilton.

Al giro 13 Leclerc va lungo e perde in un colpo solo 1 secondo ma, quel che è peggio, rovina ulteriormente la gomma anteriore destra. Il distacco sale progressivamente fino ai 4 secondi, e una buona notizia per la Ferrari arriva da Perez, che si ritrova per due giri senza potenza, e vede il distacco da Sainz aumentare da meno di 1 secondo fino a 7 secondi.

Al giro 23 Max continua a macinare giri veloci, mentre Hamilton, fino a questo momento sesto, si ferma ai box per montare la mescola più dura. Al giro 25 è il turno di Leclerc, che dopo avere segnato il giro più veloce inizia a lamentarsi dell’auto, e viene fatto fermare. Il monegasco rientra con pista libera davanti. Max effettua la sua sosta 2 giri dopo, e rientra subito davanti a Perez. In testa alla gara ora c’è Sainz, che però si ferma a sua volta, seguito dal messicano. La sosta dello spagnolo è però molto lenta.

Dopo le soste, Leclerc si ritrova ad oltre 7 secondi da Verstappen, e con metà gara da percorrere la strada verso la vittoria si fa oltremodo in salita. Anche perchè dopo avere guadagnato 2 secondi nel solo giro d’uscita, l’olandese inizia a marcare giri veloci a raffica. Ma Charles risponde e aumenta il suo ritmo, riprendendosi il record della pista al giro 34. Sembra che la sua Ferrari vada meglio con le gomme più dure, ma ormai l’avversario è lontano.

Fra i primi 4 i distacchi sono congelati, con Sainz ben lontano dal compagno di squadra, e Perez a distanza di sicurezza. Dietro di loro c’è Russell, che non ha ancora effettuato la sua sosta. Virtualmente quinto è quindi Bottas, davanti all’ex compagno di squadra Hamilton.

Tutti aspettano la Safety Car, e puntualmente arriva al giro 41 quando Norris e Gasly entrano in contatto in modo un po’ stupido, e la macchina dell’inglese rimane ferma in mezzo alla pista. Dopo un primo periodo di Virtual Safety Car, la direzione gara attiva la vettura di sicurezza. La Red Bull fa fermare Perez, che riesce a stare davanti a Bottas, mentre i primi 3 restano in pista. Chi beneficia più di tutti dalla situazione è Russell, che effettua la sua fermata perdendo solo due posizioni e rientrando in pista dietro ad Hamilton.

La Safety Car rientra quando mancano 11 giri. Come previsto, Perez si fa molto aggressivo con Sainz, che riesce miracolosamente a tenere la posizione. Davanti, Leclerc si è incollato agli scarichi di Verstappen, in attesa di potere usare il DRS. 

Al giro 52 Perez attacca Sainz, ma lo fa con una staccata troppo profonda, va lungo e si ritrova a più di un secondo dallo spagnolo, perdendo definitivamente l’opportunità di arrivare sul podio. Contemporaneamente, Leclerc tenta l’attacco a Verstappen, ma anche col DRS aperto non riesce ad avvicinarsi. Al giro 54 Max segna la tornata più veloce, e Charles capisce che contro la velocità di punta della Red Bull non c’è niente da fare. Finisce così con l’olandese a cogliere la terza vittoria su tre gare terminate (quarta se si tiene conto anche della sprint race di Imola), e il ferrarista a prendersi il quarto podio in cinque gare. Terzo un ottimo Sainz, capace di raddrizzare un week-end cominciato malissimo con una capocciata e poi con l’ennesimo appuntamento con il muro. Quarto Perez, che può recriminare per il problema di affidabilità patito prima di metà gara e, soprattutto, per avere gestito male l’attacco a Sainz. Al quinto posto Russell, ancora davanti al lamentoso compagno di squadra Hamilton, sesto. Settimo Bottas, che ha vanificato con un errore il titolo di migliore degli altri. Ottavo Ocon, rimontato dall’ultima posizione conseguenza del duro botto in qualifica. Nono il suo compagno Alonso e decimo Albon, nuovamente autore di un’ottima gara con una Williams tutt’altro che competitiva.

Da segnalare la buona gara di Mick Schumacher, a punti fino a pochi giri dalla fine e poi autore di uno speronamento allo zio Vettel, anch’egli destinato ad arrivare a punti dopo esser partito dai box.

Ora si va a Barcellona, dove tutte le squadre porteranno il tanto atteso “pacchetto di aggiornamenti”, mirato soprattutto ad eliminare il porpoising, per chi ce l’ha. In questo momento il vento sembra girato a favore della Red Bull, che può oltremodo recriminare sui problemi di affidabilità patiti nelle prime gare. Ma le due classifiche vedono ancora la Ferrari in testa, e c’è da credere che la lotta continuerà ad essere serrata perchè la RB18 e la F1-75, seppur concettualmente molto diverse, sembrano avere prestazioni globalmente molto simili. 

P.S. un’americanata all’inizio, un’americanata durante, e un’americanata alla fine, con i piloti sul podio ad indossare il caschetto da footbal americano marchiato Pirelli. C’è da chiedersi cosa inventeranno quando, l’anno prossimo, si correrà a Las Vegas. E pensare che ci lamentavamo degli improbabili circuiti cittadini che la F1 frequentava negli States negli anni Ottanta e Novanta…

F1 2022 – GRAN PREMIO DI MIAMI

Uno dei propositi della F1 recente è sostenibilità, soprattutto a livello ambientale, con l’intenzione di ridurre emissioni mediante l’utilizzo della tecnologia ibrida, di nuovi carburanti bio-compatibili e l’impegno di ridurre le emissioni anche in termini di logistica che il circus necessita ogni volta che si sposta da un paese all’altro.

Bene. Ecco quindi che a sconfessare il tutto c’è la neonata trasferta in Florida per il primo GP di Miami, incastrato tra il GP dell’Emilia Romagna e quello di Spagna. Una trasferta trans-atlantica che fa a pugni con i propositi sopra elencati.

Motivo? Gli organizzatori del gp di Miami volevano avere “l’esclusiva” in questo periodo dell’anno per un Gp nel continente nordamericano non associato ad altri gp che più avanti avranno luogo in Canada, Texas, Messico, Brasile. E quindi avanti con aerei cargo da e per l’Europa per accontentare i nuovi arrivati che, immaginiamo, avranno pagato profumatamente il disturbo.

immagine da sport.sky.it

Speriamo almeno che ne valga la pena in termini di spettacolo in pista. Il circuito di Miami è un cittadino in stile Jeddah (senza missili a corredo, si spera) con due rettilinei molto lunghi intervallati da sezioni che rimandano alle “S curves” di Suzuka ad altre più lente.

Tracciato da medio-basso carico in cui ci saranno molteplici incognite per team e piloti, alcune ovvie come il conoscere una pista nuova ed altre più subdole come l’evoluzione del grip del manto stradale durante il weekend e un meteo che in questo periodo dell’anno non è nè caldo (per gli standard della Florida), intorno ai 25 °C e tantomeno prevedibile, con possibilità di improvvisi scrosci di pioggia attesi per le qualifiche del sabato.

Pirelli porterà le mescole centrali della gamma a disposizione: C2, C3 e C4. Scelta assolutamente prudenziale dato che gli unici dati a disposizione sono quelli ottenuti al simulatore.

Ci sarà presumibilmente l’ennesimo capitolo della sfida tra Ferrari e Red Bull. Dopo la batosta (parzialmente autoinflitta) di Imola, in Ferrari devono cercare di ritrovare quella velocità che sembrava scontata in ogni condizione dopo il gp australe.

A spingere il Cavallino ci saranno dei piccoli aggiornamenti che si spera producano grossi risultati. Saranno introdotti un nuovo fondo anti-porpoising, una nuova ala posteriore che offrirà meno drag e una evoluzione dell’ibrido della PU, che dovrebbe trovare qualche cv in più anche da un utilizzo più spinto del motore endotermico.

immagine da oasport.it

Spinta del motore e migliore efficienza aerodinamica sul dritto che saranno fondamentali in attacco e difesa sui lunghi rettilinei in cui si potrà usare DRS, addirittura tre le zone previste, forse l’arma più efficace della RBR-18 che le consente di attaccare con facilità e difendersi da monoposto con un passo migliore, come visto nel duello Perez-Leclerc ad Imola.

La scoppola presa in casa ha probabilmente accellerato l’introduzione di novità in casa Ferrari, che comunque riserverà il grosso degli aggiornamenti di questa prima parte di stagione nel successivo appuntamento europeo al Montmelò.

Importante che tutta la Scuderia abbia resettato il weekend imolese, andato male tra aspettative molto alte e condizioni ambientali che non esaltano la competitività della F1-75. Importante che anche i piloti abbiano resettato il cervello dopo gli errori compiuti a Imola, con Sainz ancora falloso e sfortunato e un Leclerc che ha cercato di sopperire in maniera eccessiva ai limiti della sua monoposto.

Dall’altra parte della barricata Red Bull arriva bella carica dalla doppietta imolese in cui ha ricucito quasi del tutto lo strappo in classifica costruttori. Gli aggiornamenti e la cura dimagrante che la RBR-18 ha beneficiato a Imola hanno portato grossi dividendi e hanno fatto capire che in condizioni di freddo e pista umida la “lattina” ha una marcia in più rispetto a Ferrari.

Un circuito simil-Jeddah dovrebbe sorridere più a loro che a Ferrari ma, come al solito, sarà fondamentale capire l’evoluzione della pista e azzeccare il giusto setup per qualifica e gara.

immagine da mclaren.com

Chi cerca una conferma dei propri miglioramenti dopo un avvio di campionato horror è la McLaren che cercherà di ripetere il podio ottenuto a Imola. Molto difficile che ciò avvenga ma ben più importante per loro sarà fare un ulteriore passo verso quelle prestazione che consentano di poter ambire al podio in condizioni più “normali” rispetto a quelle viste a Imola, in attesa sempre che Ricciardo si porti al livello di un Norris che è, dopo il duo Verstappen-Leclerc, il pilota che più ha impressionato in questo avvio di campionato.

Per Mercedes il gp di Miami sarà l’ennesima incognita in termini di prestazioni, in attesa del momento della verità del Montmelò, quando capiranno se davvero la W13 può essere migliorata per arrivare a vincere oppure avranno la certezza di aver toppato clamorosamente il progetto.

L’unica nota lieta per loro è il rendimento di Russell che sta facendo l’Hamilton della situazione, cavando il massimo possibile da una W13 che proprio non va. Sembra evidente come gli anni difficili in Williams con monoposto poco competitive abbiano lasciato all’inglese una gran capacità di adattamento alla monoposto che si trova a guidare.

immagine da motorbox.com

Aspetto che forse ad Hamilton, reduce da una lunga sequenza di monoposto quasi perfette, non riesce a replicare. Mettiamoci anche che il suo sogno dell’ottavo titolo, complice anagrafe e attuale potenzialità della freccia d’argento , si allontana sempre più e si capisce bene come possa essere meno pronto mentalmente del compagno di squadra ad affrontare le attuali difficoltà.

Nel pacchetto di mischia Alpine-Alfa Romeo-Alpha Tauri-Haas la lotta è sempre piuttosto serrata e anche in questo caso sarà tutta decisa da come e quanto velocemente i team riusciranno ad esaltare i rispettivi punti di forza alla pista di Miami.

Alfa Romeo può contare su una PU di alto livello, chissà se anche lei beneficerà dello sblocco di potenza deciso da Ferrari, mentre per Alpine sarebbe già tanto allontanare un pò di quella sfortuna che tanto ha penalizzato Alonso da qualche settimana a questa parte.

immagine da funoanalisitecnica.com

Haas e Alfa Tauri arrivano da un GP con luci e ombre e probabilmente hanno pagato in gara le mutevoli condizioni dell’asfalto. Potranno togliersi maggiori soddisfazioni a Miami in caso di weekend senza troppe variabili meteo.

Tra le cenerentole Williams e ormai Aston Martin è una gara a chi fa meno peggio ma mentre per Williams ci si poteva aspettare un avvio di campionato difficile, molto più sorprendente il flop della Aston Martin che al pari di Mercedes al momento vince il poco ambito premio di macchina meno riuscita del lotto.

Vettel ci ha messo una pezza ad Imola ma le cose potrebbero rifarsi difficili sul cittadino di Miami dove il porpoising potrebbe far piangere più di qualche scuderia.

Come si è già detto questo mondiale è una lunga maratona in ci contano le vittorie di tappa ma ancora più importante è limitare al minimo le clamorose battute d’arresto.

 

Ferrari pensava di poter fare man bassa ad Imola ma ha ottenuto l’opposto, rischiando di vanificare in un solo weekend il vantaggio accumulato su Red Bull, che invece ha messo in mostra per la prima volta quest’anno quella efficienza globale come team che si è vista più volte nel 2021.

Serve che il team lavori meglio e che Sainz eviti errori inutili come Leclerc quelli dettati da frustrazione o foga eccessiva. I tifosi del Cavallino contano che entrambi abbiano imparato la lezione di due settimane fa.

Intanto godiamoci il duello Leclerc-Verstappen, rimasto insolitamente ancora super corretto nonostante sia palese il fatto che saranno loro due a giocarsi il titolo. E vediamo quanto durerà questa correttezza reciproca e chi perderà per primo il suo aplomb quando si comincerà ad arrivare al punto in cui ogni GP sarà “l’ultima spiaggia”. Leclerc ne ha dato un assaggio alla variante alta ad Imola, vediamo di chi sarà il prossimo passo falso.

*immagine in evidenza da sportface.it

Rocco Alessandro

 

 

 

F1 2022 – GRAN PREMIO D’AUSTRALIA

Dopo due lunghi anni si torna nella land down under, a Melbourne in Australia, sul rinnovato circuito dell’Albert Park.

Il GP d’Australia era solito essere quello che inaugurava la stagione, quello delle sveglie micidiali per il pubblico europeo e, data anche la conformazione del circuito, altamente a rischio pennichella dati i trenini che si formavano in pista e la sveglia domenicale a orari improbi.

Da quest’anno (forse) si cambia perchè il circuito ha subito un profondo restyling volto ad aumentare la velocità media e le possibilità di sorpasso.

immagine da formula1.it

Modificate praticamente quasi tutte le curve: curva 1 e 4 sono state ampliate verso l’interno, in pratica viene velocizzato l’inserimento in curva. Grossa modifica a curva 6/7 dove sparisce la chicane per un tratto rettilineo che porta a curva 8.

Altra grossa modifica a curva 9/10: via la chicane per un tratto rettilineo che porta fino a curva 11. Curva 13 invece è stata resa più secca in entrata, quindi necessiterà di una staccata più impegnativa e infine è stato smussato l’ingresso di curva 15 verso la 16.

In sostanza le medie sul giro si avvicineranno a quelle di Gedda e per la prima volta ci saranno ben 4 zone DRS, il tutto volto a favorire lo spettacolo e i sorpassi.

Vedremo se le modifiche sortiranno l’effetto sperato, di sicuro questo stravolgimento fa un favore a Red Bull e non a Ferrari. Facile immaginare che sul tracciato “vecchio”, in cui c’erano più passaggi in cui sfruttare la trazione la Ferrari avrebbe avuto un certo vantaggio nei confronti dei rivali anglo-austriaci.

Seppur le prove al simulatore hanno comunque promosso le caratteristiche della SF-75 al nuovo layout, immaginiamo che la velocità media e velocità di punta più alte che si andranno a creare saranno un indubbio vantaggio per la RBR-18. Per non parlare delle 4 zone DRS che, in caso di una Ferrari lepre su Red Bull, fanno già paura.

immagine da lavanguardia.com

C’è da considerare che i rettilinei non sono così lunghi come quelli sauditi per cui Ferrari potrà temere un pò meno le alte velocità di punta della Red Bull ed esaltarsi invece sulle curve medio/lente che sono sopravvissute al profondo restyling.

Da un certo punto di vista è quasi come affrontare un circuito inedito perchè saranno riviste profondamente gli assetti rispetto al passato, con una chiara predilizione per una configurazione a medio/basso carico.

Vedremo se Ferrari oserà viaggiare un pò più scarica per recuperare un pò di velocità di punta, anche pensando al fatto che il degrado gomma a Melbourne non è mai stato drammatico. L’asfalto rifatto dovrebbe offrire poche sconnessioni e un’evoluzione piuttosto consistente nell’arco del weekend di gara per cui non è escluso che ciò che andava bene nelle PL del venerdì poi possa essere replicato in gara. Asfalto nuovo vuol dire anche poca aderenza, almeno nei primi turni di libere con rischio di avere difficoltà nello scaldare le gomme e incorrere in graining.

Pirelli porta pneumatici C2, C3 e C5, la più morbida a disposizione. Facile immaginare che la C5 sarà esclusivamente gomma da qualifica, mentre C2 e C3 saranno quelle da gara.

Poche gli aggiornamenti previsti per i team, complice budget cap e monoposto ancora da scoprire a fondo. Forse solo Mercedes azzarderà qualcosa costretta dai grossi limiti aerodinamici riscontrati sulla W13.

immagine da rossomotori.it

Per certo Alonso dovrà montare la terza PU in tre Gp, dato che quella utilizzata a Gedda è già da buttare. Curiosità anche per le PU di Red Bull e Alpha Tauri con quest’ultima che ha avuto grossi problemi a Gedda.

Questo è l’ultimo GP prima del ritorno in Europa in cui si vedranno i primi corposi aggiornamenti e l’inizio di un altro campionato in cui non è escluso una sostanziale modifica dei valori in campo.

Motivo in più per Ferrari e Red Bull per scavare anche di più il solco che le separa dalla Mercedes che, presumibilmente, ritornerà ad essere competitiva tra qualche settimana.

La sfida tra SF-75 e RBR-18 sarà serrata anche a Melbourne. Fondamentale sarà adattarsi velocemente al nuovo tracciato e alle condizioni mutevoli che la pista offrirà nel corso del weekend. Da questo punto di vista forse la Ferrari è leggermente in vantaggio, avendo già dato prova di essere una monoposto “facile” da settare e che risponde bene ai cambiamenti di setup, mentre la RBR-18 sembra un pò più difficile da interpretare.

Mercedes dovrà puntare a limitare i danni e aspettare i GP europei per iniziare la risalita. Vedremo se Hamilton avrà smaltito il deficitario week-end di gara saudita.

Nel pacchetto di mischia del mid-field curiosità nel capire i rapporti di forza tra Alpine, Alfa Romeo, Alpha Tauri e Haas. Ci sentiamo di dare Alfa Romeo leggermente favorita, in virtù della PU Ferrari che potrebbe essere un fattore importante in trazione in uscita dalle curve dell’Albert Park e di una vettura più efficace rispetto alla Haas.

immagine da media.stellantis.com

Melbourne vedrà il ritorno alle gare di Vettel, guarito dal Covid. Ad attenderlo una Aston Martin davvero deludente in questo inizio di campionato. Vedremo quante motivazioni avrà il tedesco per cercare di risalire la corrente.

Williams e McLaren arrivano con qualche speranza in più rispetto a Gedda. Problemi un pò dapperttutto per loro, non ultima una PU Mercedes che sembra non essere più così in forma come in passato.

Sarà di nuovo sfida tra Leclerc e Verstappen e questo fa già ben sperare in un weekend di gara entusiasmante. Le variabili in gioco saranno riposte nei loro compagni di team che in qualifica potrebbero modificare pesantemente i rapporti di forza tra i due team in termini di strategie.

immagine da tuttomotoriweb.it

Col senno di poi, l’evento clou di Gedda è stata la pole inaspettata di Perez per pochi millesimi, che ha privato Leclerc di una prima parte di gara da lepre e “rovinato” in parte la gara di Sainz dopo la prima safety car. Dallo spagnolo ci si aspetta un weekend con qualche alto in più, soprattutto in Q3 e a maggior ragione se la Ferrari si dimostrerà di essere la vettura da battere in qualifica.

In Ferrari sanno che ora bisogna battere il ferro finchè è caldo. Questo caldo sembra destinato a durare ma meglio non fidarsi perchè gli aggiornamenti ( e gli aggiramenti al budget cap che in FIA si sentono sicuri di poter escludere) potrebbero cambiare le carte in tavola.

*immagine in evidenza da dailygp.com

Rocco Alessandro

 

BASTIAN CONTRARIO: IL CAPPIO SI STRINGE

Prima della partenza del GP americano svoltosi domenica scorsa, annunciavo su Twitter che alla prima curva si sarebbe deciso il titolo del mio Bastian Contrario di questa settimana. Evidentemente sono stato troppo ottimista, in quanto i due acerrimi nemici (sportivamente parlando, si capisce) alla prima curva nemmeno ci sono arrivati per farmi prendere questa decisione. Nello specifico, devo ringraziare l’osannato (ormai le masse sono cotte per l’olandese volante) Verstappen per quanto accorso in partenza e, dunque, per il titolo di questo articolo.

Chi legge e non ha visto il GP potrebbe credere che ci sia stato un incidente, quando invece i due piloti, in termini di contatti, sono stati pulitissimi (il che conoscendoli è veramente incredibile). Nessun contatto per fortuna (nostra), solo che ora il cappio inizia a stringersi e spazio per respirare inizia ad essercene davvero poco. Cos’ha combinato il buon Max in partenza? Ha impostato la sua partenza non sull’uscire dalla prima curva primo, conservando così la pole conquistata al sabato, bensì si è concentrato esclusivamente sul chiudere il suo avversario, stringendolo a bordo pista così come si stringe il cappio per un condannato a morte. Stranamente, e per sfortuna di Verstappen, il campione del mondo azzecca la partenza in maniera perentoria e tira dritto per la sua strada. Al paese mio, eseguire una buona partenza significa uscire dalla prima curva quanto meno avendo conservato la posizione di partenza e, in alternativa, se si imposta la suddetta partenza sul chiudere l’avversario, ci si aspetta che questo venga chiuso per davvero e che magari perda anche posizioni. Ebbene al buon Max non è riuscito nulla di tutto questo, sbagliando clamorosamente e mandando a ramengo tutto quello che ha fatto al sabato.

Il risvolto psicologico di questo laccio che si stringe è sintomatico (lo so oggi vado sul tecnico!) di un’ansia da prestazione e di una voglia di concludere che francamente stride con il comportamento in pista dell’olandese. Parliamoci chiaro: davvero Max crede che potrà comportarsi così la prossima volta ( 7 novembre prossimo in Messico) in partenza? Hamilton ha troppa esperienza e troppo “mestiere” per permettere che questo riaccada. Si ricordi, non tanto Monza quanto quello successo in UK, dove il campione del mondo, vuoi per bravura vuoi per fortuna, ne uscì incolume (spedendo in ospedale l’olandese) rimediando un più venticinque molto pesante. Hamilton da poco ha lanciato la carica su Twitter dicendo a gran voce che “non è finita un cazzo!” e ciò mi fa pensare che in Messico, se il ragazzino riproverà a fare lo scherzetto della chiusura del cappio, probabilmente gli andrà male. Certo, attualmente chi ha più da perdere è il campione del mondo considerando la classifica mondiale piloti: allo stato attuale Hamilton per riprendersi la testa della classifica deve vincere tre GP di fila se Verstappen è sempre secondo. In un mondiale, dove non c’è concorrenza se non quella marginale dei rispettivi compagni, lo scenario è presto concretizzato o nella vittoria dell’uno o dell’altro o con l’abbandono di uno dei due… ed in questo caso il mondiale prenderebbe tutt’altra piega. Come ho sempre detto su queste righe, l’esperienza è dalla parte del campione del mondo e la battaglia da asilo nido, che abbiamo visto nelle FP2 con tanto di dito medio di Verstappen, è servita solo ad innervosire quest’ultimo evidentemente. Il ragazzino, nonostante il “fottuto idiota” detto per radio, se l’è legato al dito l’episodio e scommetto che anche se gli hanno “fatto la scuola”, come si usa dire dalle mie parti, se n’è fregato altamente di tutte le parole dantesche “non ti curar di lui… ma guarda e passa” che gli sono state dette e allo spegnimento dei semafori, invece di andare dritto, è andato obliquo, perdendo capra e cavoli. Solo il suo muretto ha evitato che il cappio si stringesse attorno al suo di collo, seguendo alla lettera il manuale del perfetto “muretto di ghiaccio” e piazzando gli undercut decisivi nei momenti decisivi.

Max pagasse da bere a tutta la squadra per il risultato ottenuto, perché solo grazie alla loro freddezza decisionale ha avuto la possibilità di brindare sul gradino più alto, risultando così più alto di Shaquille O’Nealle. Mercedes ormai è sputtanata e, se il suo pupillo non vincerà questo mondiale, presto lo sarà anche lui: al sottoscritto spiace essere così duro, anche perché i tifosi “del nero” sono di notoria reputazione sensibile e suscettibile, solo che è innegabile che se Hamilton ha fatto incetta di record per tutto il globo è perché è sempre stato solo. Due sono i mondiali in cu ha dovuto lottare veramente da quando è nata la (maledetta) era turbo ibrida; il 2016 e il corrente anno. Nel primo caso bene non è andata e se non erro nel 2026 dovrebbe uscire anche il libro con le sue memorie (così disse Lewis immediatamente dopo aver tagliato il traguardo di Abu Dhabi: “fra dieci anni scriverò un libro”). Quest’anno cosa accadrà? I presupposti perché si ripeta il 2016 ci sono tutti… manca solo la rottura del propulsore all’uno o all’altro. Mi pare evidente che allo stato attuale uno zero in casella da parte di uno dei due decreterebbe la fine del mondiale: uno zero per Hamilton sarebbe il chiodo della bara, uno zero per Verstappen sarebbe l’inizio di un incubo. Non male come presupposti. Che peccato che Ferrari non sia della partita. Eppure anche con la rossa il laccio si sta stringendo sempre di più: i piloti sono contenti del comportamento della vettura, soprattutto da parte del propulsore. Addirittura il gap motoristico con McLaren è stato azzerato e solo l’efficienza aerodinamica della monoposto color papaya al momento porta gli inglesi in leggero vantaggio. I soliti detrattori preferiscono focalizzarsi sul distacco rimediato, eppure si seguita a non volersi rendere conto che tutto questo lavoro non era scontato e soprattutto è rivolto all’anno che verrà. La parte turbo ibrida montata dalla rossa quest’anno è la base per la monoposto del 2022 e francamente il lavoro che stanno facendo a Maranello lascia ben sperare. Le aspettative crescono ed il cappio intorno al collo di Binotto inizia ad essere sempre più corto… resta da vedere se alla fine torcerà il suo di collo o quello dei suoi (purtroppo) tanti detrattori, orfani del tedesco che rimedia magre figure contro il “suo datore di lavoro”.  La via della salvezza passa attraverso un progetto ben riuscito dall’inizio (del nuovo mondiale) e da due giovani piloti che hanno voglia di vincere su tutti: Le Clerc è sempre più concreto ed è migliorato in maniera impressionante sulla gestione delle gomme. Del resto non dimentichiamo da quanto tempo è in F1 e di fatto non sta facendo altro che completare il suo apprendistato, proprio come Max (ve lo ricordate quando andava a sbattere e veniva deriso?). Carlos, è cresciuto in maniera esponenziale: dopo un inizio timido, oserei dire ampolloso, è arrivato al punto di superare in classifica il compagno (Vettel in due anni non c’è mai riuscito… così, per dire!), anche se per poco. Al che mi viene da chiedermi che cosa mai potranno fare questi due ragazzi con una monoposto competitiva. Le speranzee sono tante e l’attesa è lunga perché siamo ancora ad ottobre ed il mondiale 2022 inizierà solamente a Marzo, quindi per stringere cappi a Maranello c’è tempo. Per fortuna ci sono Hamilton e Verstappen a tenerci svegli: ogni GP sarà decisivo e qualunque scelta da parte dei piloti, e soprattutto dei loro rispettivi muretti, sarà fatale. Ultimamente Mercedes ha mostrato che il suo muro ha delle crepe. Sotto pressione tutto si amplifica e necessariamente bisogna rischiare… persino il collo con attorno un cappio che si stringe.

Vito Quaranta