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LA STORIA DELLA FERRARI 312T: 1976 (QUARTA PARTE)

Il circuito Paul Ricard di Le Castellet è il protagonista di inizio estate della F1. Continuano i test del turbo Renault Gordini con Jabouille al volante della Alpine 500. La Régie ha autorizzato l’ex pilota Gérard Larrousse (ora direttore del ramo sportivo dell’azienda) a gestire il reparto corse in funzione della realizzazione di una monoposto per il Mondiale F1. Il test effettuato a Jarama subito dopo al GP di Spagna e quello sul tracciato del sud della Francia dove sta per disputarsi l’ottava gara del campionato servono proprio per avere dei riferimenti con la concorrenza.

Jean-Pierre Jabouille and the team of Renault Elf technicians take part in the tests of the first Formula One car powered by a turbocharged engine in Le Castellet on June 6, 1976. РFor 48 hours on the Paul Ricard circuit, a team of technicians led by G̩rard Larrousse is looking at the turbocharged engine for tuning. (Photo by Gerard FOUET / AFP) (Photo credit should read GERARD FOUET/AFP via Getty Images)

 

Terminate le prove della Renault, il Circus arriva nel dipartimento del Var per la gara che chiude la prima parte del Mondiale 1976.

Nella prima sessione di prove la Ferrari propone per la prima volta le prese d’aria dei freni anteriori carenate in un evento ufficiale. Al termine della sessione i commissari le dichiarano irregolari in quanto assimilabili ad appendici aerodinamiche mobili e i tempi ottenuti da Lauda e Regazzoni vengono cancellati. Sulla 312T2 di Lauda c’è anche il ponte De Dion che però viene smontato prima della seconda sessione del venerdì.

Al muretto Ferrari debutta un sistema interfonico via cavo tra il cronometrista Campiche della Heuer e Audetto per migliorare la comunicazione. Audetto sta sempre cercando di convincere il Drake ad adottare il ponte radio con i piloti come avviene nei rally ma senza grandi risultati.

Ora la Lotus dispone di un muletto avendo prodotto il terzo modello della 77. Da quando il nome “ufficiale” delle monoposto costruite a Hethel è John Player Special, la serie è cominciata con la JPS9 che corrispondeva alla prima delle due 76 costruite. Le due 77 si chiamano di conseguenza JPS11 e JPS12 ma per la nuova vettura si è passati alla JPS14 perché “Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male” (Eduardo De Filippo).

La 77/3 che viene portata in pista da Andretti nella prima giornata di prove ha delle modifiche evidenti come la nuova presa d’aria motore sdoppiata e il radiatore olio spostato sul musetto da Southgate per aumentare il carico anteriore. Inoltre le fiancate hanno delle spazzole, inserite da Tony Rudd, che arrivano a “spazzare” il suolo. Il venerdì sera i meccanici si accorgono che il telaio è rotto per cui Andretti prosegue il weekend con la 77/1 (JPS11) che ha fatto molto bene in Svezia. La nuova presa d’aria sdoppiata è comunque disponibile anche sulle altre macchine.

Tanto per cambiare la Brabham Alfa ha delle nuove prese d’aria per il 12 cilindri. Sulla BT45 di Pace si provano anche dei copricerchi piatti per evacuare meglio il calore dai dischi freno.

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Nessun cambiamento sulle March, tranne la livrea della 761 di Peterson che è tornata ai colori nazionali svedesi dopo la sponsorizzazione della First National City Bank vista ad Anderstorp.

Ronnie Peterson, March Ford-Cosworth

 

Alla McLaren si è deciso di ripristinare la vecchia distribuzione dei pesi per cercare di ritrovare la competitività perduta. La sottocommissione FIA per i regolamenti tecnici ha deliberato che le tubature dell’olio non fanno parte del radiatore per cui i radiatori dell’olio della M23 vengono rimessi sulle fiancate, davanti alle ruote posteriori, ma in posizione inclinata. Inoltre è stato aggiunto un “labbro” deflettore sotto alle fiancate chiaramente ispirato a quello della Lotus 77. Durante le prove Goodyear effettuate qualche settimana prima la M23 ha dato ottimi risultati, sia per quanto riguarda il bilanciamento e relativo consumo delle gomme, sia per l’efficienza del motore grazie alle temperature di esercizio più basse garantite dalla nuova posizione dei radiatori.

L’incidente di Anderstorp costringe Amon a saltare la gara per smaltire i dolori alla schiena. Mo Nunn tratta con Lella Lombardi per sostituirlo sulla N176 ma l’accordo non viene raggiunto e al suo posto corre Patrick Neve.

Patrick Neve on Ensign-Cosworth N176 – it is his only race in F1 as substitute for the injured driver Chris Amon

 

Lo stesso Neve avrebbe dovuto correre con la seconda Brabham del RAM Racing che viene quindi guidata da Damien Magee.

Damien Magee in the RAM Racing Brabham Ford-Cosworth BT44B, could not qualify for the 1976 French Grand Prix

 

La Ligier porta a Le Castellet la seconda JS5 (che si differenzia dal primo modello per avere le fiancate meno sinuose) per farci correre Jean-Pierre Jarier. Il francese è in rotta con Don Nichols che non lo paga da quando non compaiono più sponsor sulla Shadow e ha deciso di rompere il contratto ma la sera prima delle prove il misterioso ex militare americano gli paga tutti gli arretrati (ha venduto due vecchie DN3 al team P.R.Reilly di Roger Spargett), per cui il trasferimento salta e la JS5/2 diventa il muletto di Laffite.

Alla Copersucar si continua a navigare a vista per cercare di eliminare il sovrasterzo cronico della FD04, così Divila adotta un doppio alettone posteriore come quello visto sulla McLaren di Mass, oltre a un’ala anteriore in stile Hesketh.

Anche la Hesketh monta la doppia ala posteriore sulle monoposto di Ertl e Edwards.

La Wolf-Williams ha costruito la terza FW05 per Ickx. È la prima monoposto realizzata da Postlethwaite al di fuori della Hesketh ed è priva del cofano motore.

Il team Boro non partecipa al GP perché i fratelli Hoogenboom si sono accorti che la F1 costa tantissimo anche se si dispone di una monoposto già pronta. Larry Perkins rimane senza un volante.

Il lavoro svolto a Colnbrook si dimostra proficuo tanto che Hunt è l’unico a scendere sotto al minuto e 48 secondi e torna a conquistare quella pole position (la quarta della stagione) che manca dal GP di Spagna.

Il secondo posto sullo schieramento è per Lauda che interrompe anzitempo la sessione decisiva del sabato perché il 12 cilindri Ferrari è decisamente stanco per cui si preferisce rinunciare alla pole (anche perché la pista è più lenta a causa del gran caldo) e montare un nuovo motore per la corsa.

Depailler ottiene il terzo tempo davanti a Regazzoni, Pace (miglior qualifica dell’anno per la Brabham Alfa), Peterson, Andretti e Watson. Jody Scheckter, vincitore ad Anderstorp, non va oltre il nono posto. Male anche Laffite il cui V12 Matra delude le aspettative e si qualifica col 13° tempo.

Dopo le prove si svolge una gara ciclistica alla quale partecipano i piloti. Vince Jacky Ickx che spesso si allena insieme al connazionale Eddy Merckx e si aggiudica un premio pari a un milione e 800mila lire (9000 €) messo in palio dal nuovo settimanale specializzato francese Auto Hebdo. Hunt si ritira per un problema meccanico.

Emerson Fittipaldi, Arturo Merzario, Henri Pescarolo, Jacques Laffite, Grand Prix of France, Circuit Paul Ricard, 04 July 1976. Drivers Emerson Fittipaldi, Arturo Merzario, Henri Pescarolo, Jacques Laffite, doing a bycicle race on Paul Ricard Circuit on the occasion of the 1976 Grand Prix of France. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)
Jacky Ickx, Wolf-Williams-Ford FW05, Grand Prix of France, Circuit Paul Ricard, 04 July 1976. Jacky Ickx taking part in a bycicle race on the occasion of the 1976 French Grand Prix in Paul Riicard circuit. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)
James Hunt, Grand Prix of France, Paul Ricard, 04 July 1976. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

 

Quando le tribune sono ormai vuote si tiene anche la sfida del cambio gomme tra la Brabham e la Shadow vinta da quest’ultima (e Bernie paga).

Carlos Reutemann, Jean-Pierre Jarier, Brabham-Alfa Romeo BT45, Shadow-Ford DN5B, Grand Prix of France, Circuit Paul Ricard, 04 July 1976. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)
Bernie Ecclestone, Jean-Pierre Jarier, Shadow-Ford DN5B OR Shadow-Ford DN8, Grand Prix of France, Circuit Paul Ricard, 04 July 1976. Bernie Ecclestone making a joke with Jean-Pierre Jarier. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

 

La domenica mattina i piloti vengono fatti sfilare davanti al numeroso pubblico a bordo delle nuove Porsche 924, un obbrobrio a motore anteriore (la prima volta per la Casa di Zuffenhausen) creato per andare incontro anche alla clientela meno danarosa.

Le 26 monoposto qualificate si schierano sotto al sole cocente. In realtà le vetture sono 27 dal momento che Harald Ertl si aggiunge in fondo alla griglia pur non avendone diritto (ha realizzato il 29° tempo) ma nessuno lo ferma.

Lauda è il più veloce alla partenza e imbocca per primo la S de la Verrerie davanti a Hunt, Regazzoni, Peterson, Depailler, Watson, Laffite e Scheckter.

Nel corso del primo giro Peterson supera Depailler sul Mistral e si porta in quarta posizione. Scheckter scavalca Watson e si mette alle calcagna del compagno di squadra.

Lauda imprime subito un ritmo insostenibile per tutti guadagnando un secondo al giro su Hunt e Regazzoni. Ertl rientra ai box al quarto giro col differenziale bloccato e si ritira. Non sarebbe dovuto nemmeno partire.

A metà del nono giro la 312T2 di Lauda rallenta improvvisamente e si ferma sul rettilineo del Mistral con l’albero a gomiti rotto. Il suo quarto giro rimarrà il più veloce della gara. Per l’austriaco si tratta della prima rottura in gara da Monza ’74, il primo ritiro dopo 17 GP consecutivi.

James Hunt si ritrova quindi in testa al GP tallonato da Regazzoni. Sei secondi più indietro c’è il gruppetto degli inseguitori con Peterson, Depailler, Scheckter, Watson, Pace e Laffite.

Regazzoni chases Hunt

 

All’11° giro Depailler riesce a superare Peterson e comincia subito ad avvantaggiarsi ma senza recuperare terreno sulla coppia di testa.

Patrick Depailler, Tyrrell-Ford P34, Grand Prix of France, Circuit Paul Ricard, France, July 4, 1976. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

 

Prima della fine del 18° giro Regazzoni va in testacoda e finisce col posteriore nelle reti di protezione. Non si tratta di un errore di guida del ticinese ma della rottura di un altro albero a gomiti che ha provocato il bloccaggio delle ruote posteriori della Ferrari. Terzo motore rotto in due giorni per la Scuderia.

Scheckter supera Peterson e si porta al terzo posto mentre Laffite esce di pista al Virage de l’école. La Ligier rimane intrappolata infilandosi sotto le reti di protezione e Laffite fa per scendere dalla monoposto ma i commissari lo fanno risalire in macchina. Uno spettatore a torso nudo gli riallaccia le cinture, i commissari sfilano i paletti di sostegno della rete per sollevarla dal terreno, spingono la JS5 in pista e rimettono in gara il parigino in diciottesima posizione (penultimo) subito dietro a Hunt che lo ha appena doppiato. Tutto documentato in diretta dalle telecamere. Un vero capolavoro di sicurezza.

Con Hunt saldamente al comando e Depailler in una confortevole seconda posizione, l’attenzione del pubblico si sposta sulla lotta per il terzo posto. Fra il 33° e il 35° giro Peterson supera prima Watson e poi Scheckter e stacca entrambi.

Ronnie Peterson, March-Ford 761, Grand Prix of France, Paul Ricard, 04 July 1976. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

 

La calura mette a dura prova anche i Cosworth così Scheckter deve rallentare e lasciar passare sia Watson che Pace e Andretti mentre Peterson è addirittura costretto al ritiro e a perdere uno splendido terzo posto in favore di Watson.

James Hunt vince il suo secondo GP di F1 (il primo “valido” con la McLaren) dopo una corsa molto convincente grazie alla ritrovata competitività della McLaren e sale al quarto posto nel Mondiale con 17 punti. Patrick Depailler supera Scheckter in classifica e con 26 punti è il più vicino inseguitore di Lauda che nonostante il ritiro rimane irraggiungibile con i suoi 55 punti. La Ferrari domina la Coppa Costruttori con 58 punti nonostante il primo “zero” stagionale (non succedeva da Silverstone ’75), seguita da Tyrrell con 37 e McLaren con 23.

Per la prima volta le prime 8 monoposto classificate vengono “sequestrate” dai commissari e riverificate completamente a fine gara con la conseguenza che il primo podio di Watson e della Penske viene cancellato dai commissari dopo il reclamo inoltrato da Bernie Ecclestone della Brabham. Le paratie laterali dell’alettone posteriore superano di un centimetro il limite massimo consentito per cui la vettura n°28 viene esclusa dalla classifica nonostante la violazione sia totalmente ininfluente sul suo rendimento. Il terzo posto viene quindi assegnato alla Brabham Alfa Romeo di Carlos Pace, autore della miglior gara dell’anno. Comincia l’epoca delle polemiche e delle carte bollate che toglie credibilità alla F1 ma allo stesso tempo ne aumenta la popolarità presso i media.

Carlos Pace, Jacques Laffite, Brabham-Alfa Romeo BT45, Ligier-Matra JS5, Grand Prix of France, Circuit Paul Ricard, 04 July 1976. (Photo by Paul-Henri Cahier/Getty Images)

 

Il giorno seguente la Corte d’Appello Internazionale della FIA accoglie il ricorso di Teddy Mayer e della McLaren, cancella le decisioni prese dai commissari di Jarama e riammette definitivamente James Hunt e Jacques Laffite nella classifica del GP di Spagna. Secondo il Segretario Generale della FIA Jean-Jacques Freville l’esclusione dalla classifica finale è stato un provvedimento eccessivo in rapporto alle violazioni contestate, tenendo conto anche del fatto che il nuovo regolamento è entrato in vigore solamente il giorno precedente alla gara. La punizione viene trasformata in un’ammenda di 3000 dollari (12500 €) per ognuna delle due squadre.

James Hunt conquista quindi 18 punti in poco più di 24 ore e ne guadagna 21 su Lauda. La nuova classifica piloti vede il Campione del Mondo sempre abbondantemente in testa con 52 punti (anziché 55), esattamente il doppio di Depailler e Hunt appaiati al secondo posto con 26. La Ferrari guida la Coppa Costruttori con 55 punti davanti a Tyrrell con 37 e McLaren con 31.

James Hunt, Grand Prix of France, Paul Ricard, 04 July 1976. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

 

La Penske coglie la palla al balzo e preannuncia ricorso per la penalizzazione data a Watson a Le Castellet, considerando l’analogia con i provvedimenti poi condonati a McLaren e Ligier. Inoltre la sottocommissione per il regolamento tecnico della FIA ha già annunciato che dal successivo GP di Gran Bretagna l’altezza massima dell’alettone passerà da 80 a 90 centimetri e questo aumenta l’ottimismo di Watson e del team anglo-americano che cominciano a riassaporare il gusto del podio di cui sono stati privati.

The podium (L to R): Patrick Depailler (FRA) Tyrrell, second; race winner James Hunt (GBR) McLaren; John Watson (GBR) Penske, third.
French Grand Prix, Rd 8, Paul Ricard, France, 4 July 1976.

 

Continuano a crescere i talenti italiani. Il 22enne Riccardo Patrese ha vinto il GP Lotteria di Monza di F3 con la Chevron B34 Toyota della Trivellato Racing ed è in testa all’Euro F3 con 5 punti di vantaggio sul 36enne svedese Conny Andersson, vice campione in carica della categoria.

Intanto oltreoceano il 24enne Gilles Villeneuve continua a far parlare di sé.

Viene svelato il “mistero” dei soldi improvvisamente trovati dalla Shadow. Don Nichols ha stretto un accordo di sponsorizzazione con la Villiger Söhne, azienda svizzera (con sede in Germania) produttrice di sigari il cui proprietario Heinrich Villiger è un grande appassionato di automobilismo e vuole promuovere il marchio Tabatip (sigari sottili ed economici) che è molto popolare in Germania.

In Brasile l’entusiasmo per la F1 è inversamente proporzionale ai risultati della Copersucar Fittipaldi. La municipalità di Rio de Janeiro sta costruendo un nuovo circuito a Jacarepaguá (significa “palude degli alligatori” in lingua Tupi), non molto distante dalle spiagge di Ipanema e Copacabana. Il tracciato, progettato dall’urbanista locale David Caderman, ha una larghezza costante di 12 metri ed è affiancato da ambo i lati da 10 metri di terra battuta, andando incontro ai criteri di sicurezza richiesti dai piloti. L’impianto prevede anche 36 box per le squadre e nelle intenzioni della città carioca dovrebbe alternarsi con Interlagos a partire dal 1978.

Il GP di Gran Bretagna arriva giusto in tempo per festeggiare il ritorno di James Hunt e della McLaren tra i protagonisti del Mondiale dopo un periodo molto difficile.

The British crowd were vocal and forceful in their support for James Hunt (GBR) McLaren; their vociferous derision at the original decision not to allow James to take the race restart forced a hasty change of heart from race officials, who feared a riot!
British Grand Prix, Rd 9, Brands Hatch, England, 18 July 1976.
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La Ferrari porta a Brands Hatch una 312T2 nuova (telaio 028, il quarto costruito) per Lauda. Lo 026 che ha vinto a Zolder e Monaco diventa il muletto mentre Regazzoni continua con lo 027. Le rotture degli alberi a gomiti avvenute in Francia vengono attribuite a una modifica effettuata prima di quel GP con una flangia di supporto applicata esternamente che ha creato delle microfratture rivelatesi fatali in gara.

Se Depailler è entusiasta della P34 fin dai suoi primi giri, Scheckter è sempre scettico anche dopo la vittoria di Anderstorp. Il sudafricano si lamenta per la poca velocità in rettilineo (le ruote posteriori hanno pur sempre la stessa sezione frontale delle altre monoposto) e per la poca maneggevolezza. Per questo il suo abitacolo viene modificato con due “finestre” in Plexiglas molto grandi per consentirgli di vedere dove mette le piccole ruote anteriori. La modifica consente agli spettatori di vedere meglio il lavoro del pilota.

Si continua a modificare la Lotus 77 in attesa dell’arrivo della nuova 78. Le fiancate sono ora bordate con una “sottana” di materiale flessibile più accentuata rispetto a quelle viste finora. La terza monoposto costruita, dotata del radiatore anteriore, è adibita a muletto per entrambi i piloti. Le vetture sono prive delle scritte John Player Special (che però è sponsor della manifestazione) per decisione della Imperial Tobacco. Il tutto in accordo col governo britannico per scongiurare la mancata diretta TV dell’evento.

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Carlos Pace dispone di una nuova BT45 con telaio alleggerito. Anche le fiancate della Brabham sono ora circondate da bandelle di materiale plastico. Per il sempre più deluso e svogliato Reutemann c’è una riedizione del muso provato ad Anderstorp (questa volta con l’ala a sbalzo sollevata da terra per evitare un’altra figuraccia) ma l’argentino non lo usa.

BRANDS HATCH, UNITED KINGDOM – JULY 18: The front wing on one of the Brabham BT45 Alfa Romeos in the garage during the British GP at Brands Hatch on July 18, 1976 in Brands Hatch, United Kingdom. (Photo by Ercole Colombo / Studio Colombo)

 

Nessuna variazione tecnica sulle quattro March, solo una nuova sponsorizzazione temporanea per quella di Peterson. Max Mosley si accorda con una galleria d’arte di Londra e coerentemente le scritte sulla monoposto sono dipinte a mano, a regola d’arte.

Tenta la qualificazione Divina Galica, 31enne ex sciatrice inglese nonché capitano della relativa squadra olimpica femminile (ha partecipato a Innsbruck ’64, Grenoble ’68 e Sapporo ’72) che si sta comportando molto bene nel British National di F5000 dove ha ottenuto due quarti posti con la vecchia Surtees TS16 usata da John Watson nel 1975 (e da Mass nel 1974) e gestita dall’ex pilota di vetture Turismo Nick Whiting. Tra i meccanici della squadra c’è anche il riccioluto fratello minore di Nick, Charlie.

British Formula One driver Divina Galica is pictured during the Alpine Competition Criterium de la première neige in Val d’Isère on December 1970. (Photo by – / AFP) (Photo by -/AFP via Getty Images)
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BRANDS HATCH, UNITED KINGDOM – JULY 18: Divina Galica waits in her Surtees TS16 Ford as mechanics perform adjustments during the British GP at Brands Hatch on July 18, 1976 in Brands Hatch, United Kingdom. (Photo by David Phipps / Sutton Images)
Divina Galica (GBR) Surtees TS16, failed to qualify on her first of three GP appearances.
British Grand Prix, Rd 9, Brands Hatch, England, 18 July 1976.

 

Dopo il decimo posto ottenuto da Ickx in Francia, alla Wolf-Williams si cerca di concentrare il lavoro solo sulla macchina del belga che è l’unico pilota iscritto dalla squadra per questa gara.

Chris Amon rientra dopo il GP di riposo forzato e trova una nuova colorazione sulla N176 grazie all’intervento della First National City Bank che continua a investire denaro su più monoposto. La Ensign perde però il suo progettista Dave Baldwin che a partire da questo GP passa alla Copersucar.

BRANDS HATCH, UNITED KINGDOM – JULY 18: Chris Amon waits in his Ensign N176 Ford. Team boss Morris ‘Mo’ Nunn, sits next to the cockpit during the British GP at Brands Hatch on July 18, 1976 in Brands Hatch, United Kingdom. (Photo by David Phipps / Sutton Images)

 

Per la prima volta nella storia due donne sono iscritte a un GP di F1 grazie all’intercessione di Vittorio Brambilla e soprattutto ai soldi della Lavazza che convincono John Macdonald a iscrivere la seconda BT44B per Lella Lombardi. Da questa gara il team RAM Racing si avvale della collaborazione del progettista della BRM Mike Pilbeam il quale ha capito che a Bourne non c’è futuro.

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La seconda Brabham RAM è affidata a Bob Evans in sostituzione di Loris Kessel ma il ticinese non la prende per niente bene e minaccia azioni legali, anche perché sulla macchina e sul casco dell’inglese appare sempre il suo sponsor personale Tissot.

Tenta la qualificazione anche Mike Wilds con la vecchia Shadow DN3B del 1974 appena acquistata dal team P.R.Reilly di Roger Springett.

Le prove cominciano il venerdì perché quest’anno il GP di Gran Bretagna si corre di domenica anziché di sabato, interrompendo per la prima volta una tradizione legata alla religione, e Hunt fa segnare il miglior tempo nella sessione pomeridiana davanti a Lauda e Peterson guadagnandosi le tradizionali 100 bottiglie di champagne messe in palio dall’Evening News. Il sabato però l’austriaco si prende la terza pole stagionale con 6 centesimi di vantaggio su Hunt. Al box della Ferrari, oltre a Piero Lardi e al fedelissimo Helmut Zwickl, Lauda può contare anche su Luca di Montezemolo, reduce dalla vittoriosa campagna elettorale che ha portato Umberto Agnelli al Senato della Repubblica con circa 50mila preferenze nella circoscrizione di Roma.

Ferrari driver Niki Lauda. Next to him on the left side is Austrian journalist Helmut Zwickl. On the right Luca di Montezemolo and Piero Lardi Ferrari (brown T-shirt).

Continua l’ottimo momento della Lotus con Andretti che si qualifica terzo davanti all’altra Ferrari di Regazzoni. Quinto tempo per Depailler davanti al sempre velocissimo Amon con la Ensign che precede Peterson, Scheckter e Arturo Merzario, autore di una splendida prestazione sulla pista che lo ha visto esordire in F1 sei anni prima.

Non si qualificano Jacky Ickx (per la quarta volta negli ultimi 6 GP), Divina Galica, Mike Wilds e Lella Lombardi.

Il nuovo regolamento consente all’autore del miglior tempo di scegliere la posizione di partenza e Lauda opta per la parte esterna, lasciando a Hunt la possibilità di infilarlo all’interno della Paddock Bend.

In fondo allo schieramento Guy Edwards riceve l’incoraggiamento dello sponsor.

BRANDS HATCH, UNITED KINGDOM – JULY 18: Guy Edwards sits in his Hesketh 308D Ford on the grid surrounded by ladies wearing sashes advertising one of his sponsors during the British GP at Brands Hatch on July 18, 1976 in Brands Hatch, United Kingdom. (Photo by Ercole Colombo / Studio Colombo)

 

All’accendersi della luce verde Lauda scatta benissimo mentre Hunt ha un’incertezza. Regazzoni ne approfitta e scavalca l’inglese prima della staccata della Paddock Bend.

Start for the British Grand Prix, 1976, at Brands Hatch: The front row with James Hunt (McLaren no. 11) and polesitter Niki Lauda (Ferrari), behind them Andretti (black Lotus) and Regazzoni (2nd Ferrari)
Polesetter Niki Lauda, Ferrari, takes the lead at the start. Hunt (McLaren) and Regazzoni (Ferrari) battle for 2nd place.
BRANDS HATCH, UNITED KINGDOM – JULY 18: Pole sitter Niki Lauda, Ferrari 312T2 leads team mate Clay Regazzoni, Ferrari 312T2 and James Hunt, McLaren M23 Ford during the British GP at Brands Hatch on July 18, 1976 in Brands Hatch, United Kingdom. (Photo by LAT Images)

Il ticinese intuisce la possibilità di fare il colpaccio infilandosi all’interno di Lauda ma l’austriaco, leggermente più avanti, chiude la porta e costringe Regazzoni a frenare bruscamente. Il posteriore della Ferrari numero 2 parte per la tangente e il radiatore laterale sinistro si schianta contro la ruota posteriore destra del Campione del Mondo.

Lauda controlla la sbandata causata dalla collisione e continua indenne mentre Regazzoni finisce in testacoda spargendo liquido refrigerante sulla pista. Hunt cerca di aggirarlo all’esterno ma il contatto tra le ruote è inevitabile e la McLaren decolla per poi ricadere pesantemente al suolo con la sospensione anteriore sinistra rotta.

Anche Laffite non riesce a evitare la Ferrari e vola dopo aver colpito il muso della T2.

 

18 July 1976: McLaren Ford driver James Hunt (#11) is involved in a pile up during the Formula One British Grand Prix at Brands Hatch in Kent, England. Mandatory Credit: Allsport UK /Allsport

Contrariamente a quanto succede di solito in caso di collisione alla prima curva (vedi Montjuich 1975) la corsa viene interrotta con la bandiera rossa e i 23 superstiti si fermano sul rettilineo di partenza dopo aver concluso il primo giro.

Preparations on the grid before the start of the 1976 Spanish GP

 

Regazzoni riesce a riportare la T2 ai box senza muso e soprattutto senza più acqua nei radiatori.

La Ligier di Laffite invece è inutilizzabile e viene raccolta dal carro attrezzi.

BRANDS HATCH, UNITED KINGDOM – JULY 18: Marshals assess Jacques Laffite’s retired Ligier JS5 Matra during the British GP at Brands Hatch on July 18, 1976 in Brands Hatch, United Kingdom. (Photo by LAT Images)

 

Anche Hunt raggiunge i box ma senza completare il giro come Regazzoni (e come richiesto dal regolamento), bensì approfittando di una stradina di servizio che collega il Bottom Straight al paddock. Questo gli risparmia di percorrere quasi 3 km di pista con la sospensione rotta. L’inglese ha preso una brutta botta al pollice della mano destra nell’incidente alla prima curva.

James Hunt (GBR) McLaren M23 takes a short cut back to the pits with front suspension damage as the race was stopped after the first lap accident. His car was repaired, he took the restart and finished first, but was subsequently disqualified on appeal in September for allegedly not running when the race was stopped on the opening lap.
British Grand Prix, Rd 9, Brands Hatch, England, 18 July 1976.

 

La direzione di gara annuncia che la partenza effettuata è da considerarsi nulla e che una nuova procedura sarà effettuata appena possibile. Potranno partecipare solo le monoposto che hanno completato il primo giro e non saranno ammesse al via eventuali vetture di riserva. Questo mette fuori corsa Hunt (che non ha completato il primo giro), Regazzoni e Laffite (le cui monoposto sono inutilizzabili). L’annuncio scatena la protesta degli 80mila spettatori presenti che cominciano a fischiare e battere ritmicamente le mani contro l’esclusione del proprio beniamino James Hunt.

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BRANDS HATCH, UNITED KINGDOM – JULY 18: Fans in the grandstand during the British GP at Brands Hatch on July 18, 1976 in Brands Hatch, United Kingdom. (Photo by LAT Images)

 

Il regolamento prevede che in questo caso la partenza debba essere data 20 minuti dopo l’interruzione ma le proteste del pubblico mettono in difficoltà l’organizzazione che temporeggia. Nel frattempo i meccanici della McLaren riparano la sospensione rotta e riportano sullo schieramento la M23 di Hunt mentre Divina Galica si prepara a partire come riserva dal momento che Regazzoni e Laffite sono fuori causa. Sullo schieramento c’è anche Denny Hulme a dare gli ultimi consigli a Hunt con una meravigliosa camicina stampata.

The cars being prepaired for the restart. The race had to be stoped after a start collision involving Clay Regazzoni of Ferrari, James Hunt of McLaren (No. 11), Niki Lauda (Ferrari) and Jacques Laffite (Ligier).
2nd on the grid, James Hunt, McLaren

 

Questo provoca ulteriori discussioni, così Laffite e Regazzoni salgono sui rispettivi muletti e si schierano regolarmente al via. La direzione di gara, in pieno marasma, rimanda eventuali decisioni a dopo la corsa per non perdere altro tempo e finalmente le 26 monoposto si preparano per la seconda partenza. Una volta giunto sullo schieramento, il DFV di Andretti si spegne per un problema elettrico. Un meccanico accorre ma ormai è troppo tardi per tentare di rimettere in moto la Lotus e viene bloccato dai commissari.

Il semaforo diventa verde nonostante Andretti si sbracci per segnalare la sua posizione e miracolosamente viene schivato da tutti, compreso Stuck che lo vede all’ultimo momento e scarta bruscamente sull’erba.

Qualifying resulted in Niki Lauda (Ferrari) taking pole position with James Hunt (McLaren) alongside him. Mario Andretti (3rd) had just stalled his Lotus and is waving hands.
TGC3

 

Questa volta fila tutto liscio alla prima curva, Lauda precede Hunt, Regazzoni, Amon, Scheckter, Depailler e Peterson.

Questi ultimi due entrano in collisione prima del tornante Druids ma è il solo Depailler a farne le spese arrivando lungo senza coinvolgere altre vetture. Il francese riparte ultimo e rientra ai box per un controllo.

Lauda e Hunt prendono vantaggio su Regazzoni, Scheckter e sulle March di Peterson e Brambilla. Alle loro spalle Amon è tallonato da Merzario che ha scavalcato Watson.

La bella gara del neozelandese si conclude al nono giro per la rottura del motore mentre Watson si ferma ai box per sostituire il musetto dopo un contatto con lo stesso Amon e riparte diciannovesimo.

Prima Peterson e poi Brambilla si fermano per sostituire la gomma anteriore sinistra che è molto deteriorata dopo soli 15 giri. Questo permette a Merzario di portarsi in quinta posizione davanti a Nilsson, Pryce e Jones.

Intanto Watson sta rimontando furiosamente dopo la sosta forzata. L’irlandese supera Jarier, Ertl, Fittipaldi, Peterson, Lunger, Reutemann e Jones ma la troppa foga lo porta a finire in testacoda a Druids e a perdere tre posizioni. Ora è undicesimo.

Al 37° giro Regazzoni rientra ai box a motore spento con la pressione dell’olio a zero. Altro albero a gomiti andato. Scheckter sale al terzo posto davanti allo splendido Merzario che però rompe un semiasse e si ritira al 40° giro, perdendo un meritatissimo quarto posto.

Arturo Merzario of Italy driving the #35 Ovoro March March 761 Ford Cosworth DFV V8 retires from the John Player British Grand Prix on 18 July 1976 at the Brands Hatch circuit in Fawkham, Great Britain. (Photo by /Getty Images)

 

Intanto Hunt ha raggiunto Lauda che è in difficoltà con il cambio indurito della sua Ferrari e al 45° giro l’inglese passa in staccata alla Druids e allunga immediatamente al ritmo di 2 secondi al giro per il tripudio degli 80mila di Brands Hatch.

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L’unico duello rimasto in pista è quello tra Nilsson e Pryce per la quarta posizione ma al 67° giro si rompe un pistone del DFV della Lotus e Watson, dopo aver superato di nuovo Lunger, Reutemann e Jones, si sbarazza anche di Pryce e si porta in quarta posizione.

Gunnar Nilsson, Lotus Ford-Cosworth leading Tom Pryce, Shadow Ford-Cosworth

 

James Hunt vince il Gp di Gran Bretagna davanti a Lauda, Scheckter, Watson, Pryce, Jones e Fittipaldi ma è chiaro a tutti che la corsa avrà degli strascichi legali.

BRANDS HATCH, UNITED KINGDOM – JULY 18: James Hunt, McLaren M23 Ford celebrates as he crosses the finish line in first during the British GP at Brands Hatch on July 18, 1976 in Brands Hatch, United Kingdom. (Photo by LAT Images)

 

Lauda è sempre in testa al Mondiale con 58 punti, Hunt lo segue con 35 davanti a Scheckter con 29. Depailler rimane fermo a 26 e Regazzoni a 16.

Ovviamente i reclami vengono preparati già durante la corsa e al termine sono inoltrati da Ferrari e Copersucar (Fittipaldi si è classificato settimo e con l’esclusione di Hunt andrebbe a punti). Quello della Ferrari viene redatto da Montezemolo mentre Forghieri consulta le pagine rosse dell’Annuario FIA. Audetto viene palesemente scavalcato.

I commissari respingono i reclami asserendo che la McLaren di Hunt era funzionante a differenza della Ligier di Laffite e della Ferrari di Regazzoni (esclusi anche se ritirati) per cui la classifica rimane invariata ma la Scuderia preannuncia che si rivolgerà al Royal Automobile Club britannico. La Ferrari ha ragione da vendere a cominciare dal fatto che, secondo l’art. 23 del Regolamento Sportivo, se è necessario interrompere una gara con bandiera rossa e può essere data una nuova partenza, essa deve essere data al massimo fino a 20 minuti dall’interruzione (a Brands Hatch ce ne hanno messi 47). Inoltre, sempre secondo il Regolamento Sportivo, qualsiasi riparazione fatta sulla pista può essere effettuata solo dal pilota con gli attrezzi presenti sulla vettura (e anche questo non è successo).

Per quanto riguarda la situazione alla Ferrari, Regazzoni accusa Lauda di averlo chiuso causando l’incidente ma a Maranello qualcuno non è per niente contento di ciò che è successo. Il Drake ne ha per entrambi i piloti: Regazzoni per la collisione e Lauda per aver lasciato gli ultimi collaudi a Fiorano frettolosamente per impegni personali nonostante si fossero verificati problemi di alte temperature e questo avrebbe causato il ritiro del compagno di squadra.

La mattina seguente la McLaren presenta la M26, la nuova monoposto progettata sempre da Gordon Coppuck che rappresenta un affinamento della ancora competitiva M23. La caratteristica principale è la monoscocca che è realizzata per la prima volta in pannelli di honeycomb composti da due fogli di alluminio inframezzati da una struttura a nido d’ape in Nomex che ne aumenta la robustezza e la rigidità. La monoposto è più leggera della M23 di 20 kg. Partecipa alla presentazione anche Patty Broad, la vedova di Bruce McLaren.

Sempre a proposito di novità, la Renault annuncia ufficialmente il suo ingresso in F1 in collaborazione con la Elf con una monoposto autocostruita dotata del motore V6 turbocompresso. Il debutto in gara è previsto per giugno 1977.

Lauda è in scadenza di contratto ed Enzo Ferrari cerca di anticipare i tempi per evitare sorprese, intavolando la trattativa per il rinnovo al ristorante Cavallino di Maranello, alla presenza del figlio e interprete Piero Lardi. La richiesta economica di Lauda è irricevibile per il Drake che sbraita nei confronti del suo esoso (a suo dire) pilota. L’austriaco replica che senza di lui la Ferrari non avrebbe vinto il titolo 1975 (e Lardi in un primo tempo si rifiuta di tradurre al padre) e che quell’offerta gli è già stata fatta da Audetto. Ferrari chiama il suo DS che conferma e a quel punto non può fare altro che accettare, concludendo con un inequivocabile “OK, ebreo”.

foto IPP/imagosport
1975
automobilismo formula 1
nella foto il pilota ferrari Niki Lauda con Enzo Ferrari
WARNING AVAILABL EONLY FOR ITALIAN MARKET

 

Il Circus (polemiche comprese) si sposta al Nürburgring per quella che potrebbe essere l’ultima edizione del GP di Germania sullo storico Nordschleife. Il contratto con la FOCA è in scadenza e il circuito è considerato ormai inadatto e soprattutto troppo pericoloso (dal 1927 sono morti 40 piloti e 8 tra commissari e spettatori) con i suoi quasi 23 km di lunghezza, le pendenze vertiginose e la foresta nella quale è immerso il tracciato.

Tra i più critici nei confronti del Grüne Hölle c’è Niki Lauda che si è espresso più volte per la cancellazione del circuito dal Mondiale nonostante detenga il record sul giro in prova (unico pilota ad essere sceso sotto ai 7 minuti in qualifica nel 1975), appoggiato dal sempre influente Jackie Stewart. Durante una riunione della GPDA a Long Beach l’austriaco aveva già proposto di non correre il GP di Germania all’Eifel ma la maggioranza aveva deciso diversamente.

mt

 

La Lotus porta le 77 modificate da Southgate con il radiatore spostato sul musetto. Quella di Andretti è anche dotata di una leva all’interno dell’abitacolo che permette al pilota di modificare la rigidità della barra antirollio posteriore. Si tratta di un accorgimento suggerito dallo stesso Andretti che lo ha già provato a Pocono sulla McLaren M16C di Penske con ottimi risultati. Sulla macchina di Piedone è stato montato anche un motorino di avviamento ad aria compressa come quello della McLaren.

Avviamento ad aria compressa anche sulla Brabham di Pace ma la novità più interessante sono i dischi freno in acciaio con inserti in fibra di carbonio realizzati dalla Dunlop e ispirati a quelli del Concorde. Il differenziale di dilatazione termica tra i due materiali provoca la deformazione dei dischi ma Gordon Murray continuerà a lavorare su questa soluzione che, una volta ottimizzata, garantisce minor peso e una frenata più modulabile ed efficiente.

La First National City lascia la Ensign, torna sulla March di Peterson e stringe un accordo col 32enne svedese che sarà sponsorizzato dalla banca statunitense anche l’anno prossimo, indipendentemente dalla vettura che guiderà.

NüRBURGRING, GERMANY – AUGUST 01: Ronnie Peterson waits in his March 761 Ford as a mechanic makes set up changes and Max Mosley watches on during the German GP at Nürburgring on August 01, 1976 in Nürburgring, Germany. (Photo by LAT Images)
(L to R): Ronnie Peterson (SWE) March, who crashed out heavily on the opening lap of the restarted race, talks with John Watson (GBR) Penske, who finished the race in seventh position.
German Grand Prix, Rd 10, Nurburgring, Germany, 1 August 1976.

 

La March di Stuck veste di arancione come quella di Brambilla ma per volere della Jägermeister che ha sponsorizzato il pilota tedesco anche in F2.

Il governo tedesco ha imposto il divieto di pubblicizzare le sigarette costringendo varie squadre a rimuovere o coprire i marchi dei loro finanziatori (Lotus JPS, McLaren Marlboro e Ligier Gitanes). Sulla Surtees di Lunger il marchio Chesterfield viene sostituito da quello della Campari.

NüRBURGRING, GERMANY – AUGUST 01: Brett Lunger, Surtees TS19 Ford during the German GP at Nürburgring on August 01, 1976 in Nürburgring, Germany. (Photo by Ercole Colombo / Studio Colombo)

 

Il divieto riguarda la pubblicità delle sigarette ma non quella dei sigari così, approfittando di questo appiglio burocratico, la Shadow può sfoggiare la nuova livrea Tabatip alla presenza dello stesso Heinrich Villiger che sfoggia un cappello texano e fornisce anche nuovi giubbotti alla squadra.

Jacky Ickx, stanco di figuracce e molto scettico sulla nuova vettura che Postlethwaite sta realizzando a Reading, rompe il contratto con la Wolf-Williams e preferisce non correre sulla sua pista preferita. Frank Williams corre ai ripari contattando Arturo Merzario col quale ha un debito da saldare ancora dall’anno scorso. Il comasco è molto diffidente (conosce il “modus operandi” del costruttore inglese) fino a quando Williams gli firma un assegno (garantito da Walter Wolf) da riscuotere a fine stagione che comprende anche le pendenze precedenti. La 761 con la quale era andato così bene a Brands Hatch viene restituita alla March e Arturio sale per la prima volta sulla FW05. A fine anno scoprirà che quell’assegno è scoperto ed è tuttora incorniciato e appeso nel bagno del pilota di Civenna.

Arturo Merzario (IT), Walter Wolf Racing Williams FW05.. 1976 Formula One World Championship.

 

Persa la First National City, la Ensign ritorna alla livrea rossa con il sostegno della F&S Properties per Chris Amon.

Come ampiamente previsto, la FIA cancella la penalità inflitta a Watson a Le Castellet e ne riabilita il terzo posto ottenuto in pista, giudicando sproporzionata l’esclusione dalla classifica imposta dai commissari francesi. Al ‘Ring è presente anche The Captain in persona a dare manforte alla squadra.

John Watson, Roger Penske, Penske-Ford PC4, Grand Prix of Germany, Nurburgring, 01 August 1976. John Watson with team owner Roger Penske. (Photo by Paul-Henri Cahier /Getty Images)

 

Weekend movimentato alla RAM Racing. Questa volta la vettura di Kessel è guidata da Rolf Stommelen, grande specialista del Nordschleife che fa coppia con Lella Lombardi. Durante la prima sessione del venerdì le due Brabham scendono in pista con i soliti numeri 32 e 33 ma poi l’organizzazione del GP gli comunica che questa volta dovranno usare il 36 e 37.

Risolto questo piccolo intoppo senza troppi problemi, la faccenda si fa seria quando arriva nel paddock Loris Kessel accompagnato da due avvocati di Coblenza e da tre poliziotti tedeschi. Il pilota ticinese accusa John Macdonald di averlo truffato, avendolo appiedato nonostante egli abbia pagato in anticipo 200mila franchi svizzeri (circa 340mila euro) per partecipare a tutti i GP europei, impegnando l’officina che gestisce a Lugano insieme al fratello. Inoltre Macdonald si è fatto anticipare per motivi fiscali altri 200mila franchi svizzeri dalla Tissot che poi sarebbero dovuti essere restituiti. Ovviamente questo non è avvenuto così Kessel ha presentato una petizione al giudice di Coblenza che dispone il sequestro delle monoposto (compresi i pezzi di ricambio) e del camion della RAM Racing. Le proteste di Macdonald e dei suoi meccanici vengono ammansite dai poliziotti, pistola alla mano.

Lella Lombardi resta dunque a piedi mentre Stommelen viene prontamente ingaggiato da Bernie Ecclestone che non si lascia sfuggire l’occasione di mettere in pista una terza monoposto per un pilota che conosce l’Inferno Verde come le sue tasche.

Brabham driver Rolf Stommelen, German GP Nuerburgring 1976
Rolf Stommelen sits in the spare Brabham-Alfa Romeo BT45 and talks to Bernie Ecclestone

 

Il 33enne di Gerosa (BG) Alessandro Pesenti-Rossi, vice campione italiano di F3, decide di tentare il debutto in F1 sulla pista più difficile del mondo al volante di una macchina vecchia di 2 anni, la Tyrrell 007 usata da Patrick Depailler prima di passare alla P34/2. L’operazione è possibile per l’intervento del grossista di lubrificanti Rondini di Bergamo (esclusivista Gulf) che finanzia l’operazione. Pesenti-Rossi effettua qualche giro di prova a Misano per conoscere la macchina, assistito dal suo ingegnere di pista Gianfranco Bielli, poi noleggia una BMW per imparare il Nürburgring la settimana prima della corsa.

NüRBURGRING, GERMANY – AUGUST 01: Alessandro Pesenti-Rossi during the German GP at Nürburgring on August 01, 1976 in Nürburgring, Germany. (Photo by Ercole Colombo / Studio Colombo)

 

Le prove del venerdì sono caratterizzate dal forte vento che non permette di avvicinare i tempi del 1975. La mattina il più veloce è Lauda in 7’08”2, battuto da Hunt nel pomeriggio con 7’06”5 mentre Lauda non riesce a fare meglio di 7’07”4.

(L to R): Second placed Jody Scheckter (RSA) Tyrrell talks with Niki Lauda (AUT) Ferrari, who suffered a life-threatening accident in the race; and race winner James Hunt (GBR), McLaren.
German Grand Prix, Rd 10, Nurburgring, Germany, 1 August 1976.

 

Brambilla esce di pista danneggiando la sua March e continua le prove con la vecchia monoposto di Merzario, creando una livrea “fritto-misto” abbastanza discutibile.

Il sabato piove per cui lo schieramento viene determinato dai tempi della prima giornata. James Hunt conquista la quinta pole position.

Niki Lauda affianca l’amico-rivale in prima fila. Enzo Ferrari non ha mandato in Germania Forghieri, Ghedini e Montezemolo ma tutta la squadra è unita attorno al campione austriaco.

Daniele Audetto (Ferrari team manager) and Clay Regazzoni talking to Niki Lauda sitting in the Ferrari cockpit

 

Terzo tempo per Depailler davanti a Stuck, Regazzoni, Laffite, Pace e Scheckter. La pioggia impedisce a Stommelen di realizzare un tempo valido per qualificarsi ma gli organizzatori decidono che il 15° tempo del venerdì è stato comunque ottenuto con una Brabham, anche se era quella della RAM Racing, così l’occhialuto tedesco viene ammesso alla partenza del GP di casa.

NüRBURGRING, GERMANY – AUGUST 01: Rolf Stommelen during the German GP at Nürburgring on August 01, 1976 in Nürburgring, Germany. (Photo by Ercole Colombo / Studio Colombo)

Anche Henri Pescarolo è bloccato dalla pioggia del sabato dopo aver avuto grossi problemi al venerdì che gli hanno impedito di ottenere un tempo valido, così come Lella Lombardi, per cui Alessandro Pesenti-Rossi può debuttare in F1 partendo dall’ultimo posto in griglia.

NüRBURGRING, GERMANY – AUGUST 01: Alessandro Pesenti-Rossi during the German GP at Nürburgring on August 01, 1976 in Nürburgring, Germany. (Photo by Ercole Colombo / Studio Colombo)

 

La partenza è prevista per le 13:30 ma si accumula un po’ di ritardo per raccogliere le vetture e sistemare i danni provocati dai grintosi piloti della Coppa R5 Europa.

Quando le monoposto escono dai box per schierarsi arriva la comunicazione che sta piovendo nella parte nord del tracciato e la partenza viene ulteriormente posticipata per valutare la situazione del meteo. Quando l’acqua comincia a scendere anche sulla zona del traguardo, il direttore di gara decreta che sarà “corsa bagnata” e ogni pilota sarà libero decidere con quali gomme partire. Tutti optano per le gomme da pioggia tranne Jochen Mass che, da profondo conoscitore della zona, scommette sulla breve durata del rovescio.

La pioggia smette e il via viene dato alle 14:08 davanti a 250mila spettatori. Hunt e soprattutto Lauda fanno pattinare le gomme e vengono superati da Regazzoni e Laffite che si avventano indisturbati verso la prima curva. Lauda scivola in ottava posizione. Stuck resta fermo per un problema alla frizione ma poi, quando tutti gli altri sono partiti, riesce a partire azionando il motorino di avviamento e cambiando senza frizione.

Hunt si riprende subito la seconda posizione approfittando di un’incertezza di Laffite che viene superato anche da Peterson, Mass e Pace.

A Flugplatz Regazzoni compie un testacoda completo ma non urta nessun ostacolo. Hunt passa così in testa seguito da Peterson e Pace mentre il ticinese continua in quarta posizione davanti a Mass, Laffite, Scheckter, Andretti e Lauda.

La pioggia non cade più e la pista si sta già asciugando per cui alla fine del primo giro Hunt, Scheckter, Depailler, Reutemann, Amon, Jarier, Fittipaldi, Laffite, Watson, Pace, Lauda, Merzario, Pesenti-Rossi e Stuck rientrano ai box per montare le gomme da asciutto.

Peterson passa al comando seguito da Mass, Regazzoni, Andretti, Nilsson, Pryce, Brambilla, Jones, Stommelen, Ertl, Lunger ed Edwards ma il sole comincia a filtrare tra le nuvole e prima della fine del giro Jochen Mass, unico ad essere partito con le slick, si porta in testa al GP di Germania con 30 secondi di vantaggio su Nilsson (ancora con gomme intagliate) e Hunt ancora più staccato.

Nurburgring, Germany. 1st August 1976.
Jochen Mass (McLaren M23-Ford), 3rd position, action.
World Copyright: LAT Photographic
Ref: 76GER

 

Al terzo giro Lauda sta guidando con prudenza alle spalle di Pace, dopo aver superato Lunger ed Ertl che hanno ancora le gomme da bagnato.

Nella salita verso Bergwerk, in una veloce curva a sinistra da quarta marcia Lauda, a differenza di Pace, tocca il cordolo interno e perde il controllo della T2 che si schianta frontalmente contro la roccia inutilmente protetta da due file ravvicinate di reti. Nell’urto il casco di Lauda si sfila e il pilota perde i sensi per qualche secondo.

La macchina rimbalza contro la montagna per poi fermarsi in mezzo alla pista e prendere fuoco immediatamente mentre sopraggiungono Edwards, Ertl e Lunger. I primi due riescono a evitare la Ferrari ma l’americano della Surtees la colpisce in pieno alimentando ancora di più le fiamme.

I tre piloti scendono dalle loro monoposto (Ertl è andato a sbattere contro il guardrail per non finire addosso alla T2) e si rendono conto che Lauda è bloccato dentro all’abitacolo. Edwards aziona un estintore mentre Lunger cerca di sollevare l’austriaco prendendolo per le apposite spalline della tuta ma le cinture sono ancora allacciate. Arriva un commissario senza alcun tipo di protezione antincendio e porge a Ertl un altro estintore mentre si ferma Arturo Merzario che scende dalla Wolf-Williams e cerca di aiutare i colleghi. Lauda grida disperato, il calore è fortissimo e nessuno riesce ad avvicinarsi fino a quando Ertl dirige il getto estinguente verso l’abitacolo, Merzario si getta tra le fiamme e riesce a slacciare le cinture.

Merzario ed Edwards riescono a estrarre Lauda dalla monoposto e a sdraiarlo sull’erba dove gli tolgono la tuta con l’aiuto di Fittipaldi, in attesa che arrivi un’ambulanza.

Bergwerk è all’estremo opposto del tracciato e i soccorsi arrivano solo dopo 8 minuti, pur entrando in pista dall’ingresso secondario di Breidscheid. Lauda ha gravi ustioni al volto e alle mani ma parla ed è cosciente e viene trasportato all’ospedale di Adenau in ambulanza mentre i vigili del fuoco spengono l’incendio e i quattro Eroi osservano i resti della T2. Questa volta, a differenza di Zandvoort ’73, la solidarietà tra piloti è stata determinante.

Nel frattempo la corsa è stata sospesa con bandiera rossa e quasi tutte le monoposto sono ferme nel punto dell’incidente. Ora sul ‘Ring splende il sole.

Mentre le vetture incidentate vengono riportate ai box e la pista viene ripulita dai detriti dell’incidente, la direzione di gara annuncia che la procedura di partenza sarà ripetuta e la gara ripartirà da zero alle 15:30 con lo stesso schieramento determinato dalle prove. Ovviamente non saranno al via Lauda, Lunger ed Ertl e anche Chris Amon che decide di averne avuto abbastanza del Nürburgring e della F1. Non si schierano anche Laffite (il cambio della sua Ligier è stato danneggiato dai commissari mentre la trainavano ai box) e Stuck che cercherà di nuovo di partire dai box col motorino di avviamento per via della frizione bruciata.

Niki Lauda, Ferrari 312T2, Grand Prix of Germany, Nurburgring, 01 August 1976. The remnants of Niki Lauda’s Ferrari after the accident that nearly cost him his life. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

 

 

Alle 15:32 le 20 macchine superstiti ripartono per affrontare la distanza di 14 giri e questa volta Hunt non ha problemi a mantenere la pole position davanti a Regazzoni, Depailler, Scheckter, Pace, Peterson, Mass e Andretti.

The second start of the 1976 German Grand Prix after the nearly fatal accident of Niki Lauda.

 

A Flugplatz si conclude la gara di Peterson che al salto prende aria sotto la vettura ed esce di pista danneggiando la sua March.

The March 761 of Ronnie Peterson (SWE) is craned away after he suffered a heavy crash on the opening lap of the restarted race.
German Grand Prix, Rd 10, Nurburgring, Germany, 1 August 1976.

Regazzoni va ancora in testacoda, questa volta a Brünnchen, senza urtare niente ma Depailler, che lo segue da vicino, finisce contro il guardrail per evitarlo e e si ritira. Il ticinese invece può continuare in quarta posizione.

German GP 1976: Clay Regazzoni in his Ferrari jumping in the drop down after Pflanzgarten during practice

 

Alla fine del primo giro Hunt conduce davanti a Pace, Scheckter, Regazzoni, Nilsson, Brambilla, Andretti, Jones e Mass che si è girato dopo una collisione con Andretti. L’inglese della McLaren guida la corsa con estrema sicurezza e guadagna costantemente terreno su Scheckter che ha scavalcato Pace.

Jochen Mass ha il dente avvelenato. La bandiera rossa gli ha negato probabilmente la vittoria davanti al proprio pubblico e la collisione con Andretti lo ha mandato su tutte le furie. Il tedesco si produce in una splendida rimonta che lo porta a superare Jones, Andretti, Nilsson e Pace e insediarsi al quarto posto, alle calcagna di Regazzoni, al decimo dei 14 giri previsti.

Al 12° giro Regazzoni compie il terzo testacoda della giornata al Karussell ma questa volta non riesce a evitare l’impatto contro il guardrail, piega l’ala anteriore e rientra ai box per sostituirla, finendo in nona posizione.

James Hunt vince la terza gara consecutiva ma sul podio non c’è molta voglia di festeggiare. Il pensiero di tutti è per Niki Lauda. L’austriaco è ancora in testa al Mondiale con 58 punti ma nessuno conosce le sue condizioni. Si sa soltanto che è cosciente e che è stato elitrasportato dall’ospedale di Adenau al reparto grandi ustionati di quello di Ludwigshafen am Rhein. Hunt ha ora 44 punti e Scheckter ne ha 34.

Jody Scheckter, James Hunt, Jochen Mass, Grand Prix of Germany, Nurburgring, 01 August 1976. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

 

L’incidente di Lauda avviene una settimana dopo a uno simile che ha visto coinvolti Mauro Pregliasco e il suo navigatore Angelo Garzoglio durante il Rally Valli Piacentine. Il 24 luglio nel corso della prima PS Pregliasco colpisce tre paracarri, la Lancia Stratos si incendia e finisce in una scarpata. Garzoglio è sbalzato fuori dalla vettura mentre Pregliasco perde i sensi e rimane intrappolato all’interno. Garzoglio, illeso nell’incidente, si getta tra le fiamme e riesce a estrarre il compagno di equipaggio ma per fare questo riporta ustione gravissime. Entrambi sono ricoverati al CTO di Torino dove le condizioni di Angelo Garzoglio peggiorano fino alla morte che avviene il 18 agosto. Mauro Pregliasco riuscirà a sopravvivere e tornerà a correre.

Le condizioni di Lauda sono preoccupanti. Le radiografie riscontrano la frattura dello zigomo sinistro e dello sterno ma quel che è peggio sono i danni ai polmoni, gravemente compromessi per aver inalato i gas combusti della benzina. Si decide di trasferirlo all’ospedale militare USA di Mannheim dove viene raggiunto dalla moglie Marlene e dal fratello Florian.

MANNHEIM —- MRS. MARLENE LAUDA, WIFE OF WORLD AUTOMOBILE CHAMPION NIKI LAUDA , NIKI S BROTHER FLORIAN ENTER THE MANNHEIM CLINIC AUGUSt 2ND, WHERE DOCTORS ARE FIGHTING FOR THE LIFE OF THE RACING STAR. NIKI LAUDA FROM AUSTRIA SUFFERED SEVERE INJURIES AND BURNS IN A FIERY CRASH OF HIS FERRARI DURING THE GERMAN GRAND PRIX AT THE NUERBURGRING AUGUST 1ST./JEP.WST/BELGA. PUBLICATIONxINxGERxSUIxAUTxONLY x85105132stx

 

In serata la Ferrari contatta Ronnie Peterson per valutare la possibilità di ingaggiarlo per sostituire Lauda negli ultimi 6 GP del campionato.

Ronnie Peterson (SWE) March crashed out on the opening lap of the restarted race.
German Grand Prix, Rd 10, Nurburgring, Germany, 1 August 1976.

 

Lauda viene sottoposto ad ossigenoterapia sotto la tenda asettica per ripulire le vie respiratorie. L’altro grande rischio è rappresentato dalla possibilità di un blocco renale.

Niki Lauda lotta tra la vita e la morte.

 

Giovanni Talli

LA STORIA DELLA FERRARI 312T: 1975 (TERZA PARTE)

La GPDA vince il braccio di ferro con Jean-Marie Balestre e ottiene che il GP di Francia si corra a Le Castellet e non a Clermont-Ferrand, considerato troppo pericoloso. Luca di Montezemolo è presente al Paul Ricard nonostante le fratture riportate a Zandvoort.

In Francia ritorna l’entusiasmo per la F1 da quando l’ex pilota e ora costruttore di vetture GT Guy Ligier ha annunciato la sua prossima entrata nel Circus grazie al sostegno economico della SEITA (Société d’Exploitation Industrielle des Tabacs et des Allumettes), il monopolio di stato del tabacco francese che include i marchi Gauloises e Gitanes. Il pilota annunciato è Jean-Pierre Beltoise.

L’altra notizia è il progetto di un motore per la F1 da parte della Alpine Renault. Si tratta di un 6 cilindri da 1500 cc con turbocompressore Garrett, derivato da quello montato sulla Alpine A442 progettata per vincere la 24 Ore di le Mans e sviluppata da Jean-Pierre Jabouille.

Come ogni anno la Elf fa preparare una terza monoposto a Ken Tyrrell per il GP di casa e il pilota designato è proprio Jabouille che sta disputando un’ottima stagione di F2 al volante della Elf 2J-BMW dove la J sta per Jabouille, una monoposto che lui stesso ha progettato grazie alla sponsorizzazione dell’azienda petrolifera francese.

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Tyrrell porta una nuova 007 più leggera di 20 kg per Scheckter nel tentativo di contrastare lo strapotere della Ferrari.

La Lotus adotta molle elicoidali all’anteriore e prese d’aria posticce per i freni anteriori, applicate a fianco dei relativi sfoghi di raffreddamento.

Uno dei dilemmi del Paul Ricard riguarda la scelta tra un carico aerodinamico che favorisca la velocità massima sui 1800 metri del rettilineo del Mistral o il miglior rendimento nelle curve. Il muletto della Brabham è dotato di inediti passaruota sulla cui regolarità ci sono grossi dubbi in quanto potrebbero essere considerati appendici aerodinamiche mobili. In ogni caso non entra in pista.

Come d’abitudine, Frank Williams vende il sedile della seconda monoposto al miglior offerente, in questo caso François Migault. Ovviamente il debito con Merzario non viene saldato, così il comasco affida il tutto agli avvocati.

Fa il suo debutto la Ensign N175 progettata da Dave Baldwin, tecnico proveniente dalla Lotus. Al volante c’è ancora Van Lennep.

Lauda mette a segno la quattordicesima pole con 4 decimi di vantaggio sulla Tyrrell superleggera di Scheckter.

Hunt conferma il buon momento della Hesketh col terzo tempo davanti a Jarier, Pace, Pryce, Mass e Brambilla. Regazzoni e Fittipaldi deludono ancora col nono e decimo tempo davanti all’ancora più deludente Reutemann, solo undicesimo. La BT44B che dominava sui circuiti veloci non è più tale.

Il 23enne Didier Pironi vince la gara di F.Renault che si corre prima del GP.

Le monoposto scattano con Lauda che tiene testa a Scheckter alla S de la Verrerie e prende il comando della corsa fin dall’inizio. Male le Shadow con Jarier che parte malissimo e Pryce che brucia la frizione sullo schieramento e conclude subito il suo GP.

Al terzo giro Brambilla arriva lungo alla chicane, salta sul cordolo e rompe una sospensione. Si ritira tre giri più tardi

Lauda ha un passo irresistibile e guadagna oltre 1 secondo al giro su Scheckter che trattiene gli inseguitori.

Regazzoni, che dispone del nuovissimo telaio 024, è altrettanto veloce e in soli 6 giri recupera dal sesto al secondo posto quando il suo motore esplode mettendo fine a una probabile doppietta delle Rosse.

Scheckter è in difficoltà con la tenuta di strada e perde posizioni a vantaggio di Hunt, Mass e Fittipaldi. Sull’abitacolo della Hesketh compare un cavalluccio marino verde che è il logo della Ippokampos Racing, la squadra di F3 di proprietà di Tony Vlassopoulo (ex socio della Token).

sl

 

La gara non ha più alcun sussulto e si trascina fino al traguardo con Lauda che gestisce agevolmente il vantaggio e vince il suo sesto GP davanti a Hunt e a Mass che fa segnare il suo primo giro più veloce in gara.

Con il quarto posto Fittipaldi torna in zona punti dopo tre gare, anche se staccato di 40 secondi. Andretti e Depailler completano la zona punti.

La quarta vittoria stagionale fa salire Lauda a 47 punti davanti a Reutemann che resta fermo a 25, Fittipaldi 24 e Hunt 22. Un vantaggio paragonabile a quello avuto da Stewart nel 1973. La Ferrari domina la Coppa Costruttori con 50 punti davanti a Brabham 36, McLaren 30,5 e Hesketh 22.

Di ritorno dalla Francia la Ferrari effettua delle prove a Monza dove Guglielminetti sperimenta un’ala anteriore con delle strane appendici ai lati.

Intanto si mettono in luce giovani piloti come il 17enne statunitense (ma residente a Roma) Eddie Cheever che corre nella F.Ford britannica e il 21enne padovano Riccardo Patrese che sta contendendo il campionato di F.Italia con il 22enne bresciano Bruno Giacomelli.

Sempre a proposito di giovani italiani, Giancarlo Martini è stato il più veloce nelle prove svolte a Misano con la 312B3 della Scuderia del Passatore davanti a Serblin e Leoni (60 giri a testa). Giancarlo Minardi relazionerà Enzo Ferrari a Maranello prima della sessione “scolastica” successiva.

Nel frattempo Bernie Ecclestone effettua un sopralluogo sul circuito Dino Ferrari di Imola alla presenza di Luciano Conti e Marcello Sabbatini per capire se l’autodromo semi-permanente possa ospitare il GP d’Italia, dal momento che Monza è ancora molto criticata dalla GPDA per la poca sicurezza.

La F1 festeggia a Silverstone il 25° anniversario della sua istituzione. Due anni dopo la carambola innescata da Scheckter che ha messo fuori uso 8 monoposto, il RAC ha modificato la curva Woodcote inserendo una doppia chicane che alza i tempi sul giro di circa 3 secondi.

Nei giorni che precedono il GP, Lord Hesketh invita la stampa nella sua tenuta vicinissima al circuito per presentare la nuova 308C, monoposto progettata da Postlethwaite che spicca per la forma molto assottigliata. Ora anche la sospensione posteriore ha gli elementi in gomma in sostituzione delle molle elicoidali come all’anteriore. Il debutto è previsto per il GP di Germania.

La Lotus e Jacky Ickx si separano definitivamente. La scarsa competitività della 72, al suo sesto anno di corse, è direttamente proporzionale alla svogliatezza del belga il quale, dopo aver vinto la sua seconda 24 Ore di Le Mans al volante della Mirage, decide di dedicarsi alle gare di durata. Il suo posto è preso dal 27enne scozzese Jim Crawford, vincitore del campionato britannico di Formula Atlantic 1974 davanti ad Alan Jones.

Jim Crawford (GB) only ever competed in two Grands Prix; the 1975 British and Italian races for John Player Team Lotus at the wheel of a Lotus 72E Cosworth.

 

Chapman schiera una terza monoposto per il suo pupillo Brian Henton, 28enne inglese campione britannico di F3.

Anche la March schiera una terza 751 ufficiale per Stuck, autore di una stagione incostante in F2 e al suo primo GP dell’anno. La sua monoposto è quella usata fin’ora dalla Lombardi ed è completamente bianca ma poi sarà decorata con i colori Lavazza. La novarese si adatta a guidare il telaio “laboratorio”.

L’alettone della macchina di Brambilla ha due appendici laterali di dimensioni imbarazzanti che nelle intenzioni di Robin Herd hanno il compito di ridurre le turbolenze provocate dalle ruote posteriori e aumentare la velocità di punta.

Le 751 in pista sono addirittura quattro. Roger Penske, deluso dalle prestazioni della PC1, ha acquistato da Mosley un telaio nuovo di zecca per fare dei confronti con la propria monoposto. Dopo aver appurato che la March è molto più facile da guidare, Donohue decide di usarla come macchina da gara.

La Surtees schiera una seconda monoposto per il 30enne inglese Dave Morgan sponsorizzato dalla National Organs, società finanziaria di proprietà di Jim Miller e John Bellord che poi si rivelerà essere una gigantesca truffa che coinvolge anche la Chiesa britannica. La società chiude subito dopo al GP, Miller e Bellord fuggono su un’isola disabitata al largo della costa ovest della Scozia (la Priest Island) dove restano nascosti per nove mesi e Morgan non parteciperà più a un GP di F1.

La Hill sperimenta durante le prove un’ala sdoppiata con un ampio passaggio di aria nel mezzo. Praticamente il DRS aperto.

John Nicholson è il preparatore dei Cosworth della McLaren che a tempo perso si diverte a correre e vincere in F.Atlantic (due volte campione britannico) al volante della Lyncar, una monoposto progettata da Martin Slater. Nel 1974 Nicholson ha chiesto a Slater di costruirgli una F1, la Lyncar 006, con la quale ha tentato invano di qualificarsi a Brands Hatch ma è riuscito a prendere parte alle altre gare non titolate disputate in Inghilterra. Quest’anno ritenta a Silverstone e riesce a qualificarsi con il 26° e ultimo tempo, estromettendo i lentissimi Wunderink e Fushida. Questa rimarrà l’unica partecipazione a un GP per il 33enne neozelandese che continuerà a preparare i DFV anche nell’era del turbo lavorando per la F3000, il Gruppo C e poi il campionato FIA Historic.

La BRM non si presenta al GP di casa per la manifesta inferiorità dell’obsoleto motore V12. Williams si accorda con Ian Ashley per noleggiargli la FW03 ma i soldi non sono sufficienti per revisionare il motore e l’unica unità DFV disponibile è ovviamente a disposizione di Laffite.

La Shadow DN5 torna in pole dopo 6 mesi ma questa volta è Pryce a far segnare il miglior tempo davanti a Pace, Lauda, Regazzoni, Brambilla, Scheckter, Fittipaldi e Reutemann.

Jarier è solo undicesimo, staccato di un secondo dal giovane compagno di squadra.

Al termine delle prove si svolge una sfida di velocità al cambio gomme tra Tyrrell e McLaren vinta dagli uomini di Ken. La posta in palio è di 600 sterline (5750 €).

Prima della partenza Graham Hill annuncia ufficialmente il suo ritiro ed effettua un giro d’onore per salutare il suo pubblico dopo 22 anni di corse, 18 dei quali in F1.

Le 26 monoposto si schierano come al solito al termine della curva Woodcote e la partenza viene data con un semaforo che passa dalla luce rossa a quella verde in sostituzione della classica Union Jack. Pace prende decisamente il comando davanti a Pryce, Regazzoni, Lauda, Hunt, Scheckter, Andretti e Fittipaldi.

Start of the British Grand Prix in Silverstone: Exceptional 1st pole position for Tom Pryce in the Shadow, but Pace in his Brabham (no. 8) went away quickest to snatch the lead from the Welsh

 

Quando la pista è libera, i commissari chiudono Woodcote con una rete evidenziata da due frecce gialle per impedire ai piloti di tagliare la nuova chicane.

Regazzoni è in grande forma, al 10° giro supera Pryce e al 13° si porta in testa superando Pace. Anche Fittipaldi sta finalmente facendo una bella gara, supera Andretti e Hunt e passa dall’ottavo al sesto posto.

Il cielo grigio comincia a scaricare acqua nella parte a Sud, tra la Copse e la Club. Il primo che ci arriva è Regazzoni che perde il controllo della 312T, si gira e urta il terrapieno con l’alettone quel tanto che basta per piegarlo. Il ticinese rientra ai box per una riparazione approssimativa.

Nel frattempo Pryce ha superato Pace e ora è in testa al GP ma la pioggia che si sta spostando verso Nord lo sorprende all’uscita di Becketts e il gallese va a sbattere rovinosamente dopo aver perso il controllo della Shadow in accelerazione.

Both Shadow’s lead the race but spun off in the difficult changing weather conditions

 

Scheckter e Lauda si fermano per montare le gomme intagliate ma questa volta il pit stop della Ferrari è un disastro. Tomaini dà il via a Lauda quando non è ancora stata stretta una ruota, l’austriaco riparte ma dopo qualche decina di metri si accorge del guaio e si ferma mentre il dado di serraggio rotola per la corsia box. I meccanici accorrono con un altro dado e la 312T rientra ai pista ma dopo un solo giro torna ai box con la gomma afflosciata, probabilmente per essere stata pizzicata durante il serraggio. Altro cambio e altra ripartenza ma la gara di Lauda è andata. Anche Regazzoni è stato fatto ripartire con le gomme rain e l’alettone storto.

Clay Regazzoni, Ferrari 312T

 

Subito dopo anche Jarier e Depailler montano gomme da bagnato mentre Pace, Hunt, Mass e Fittipaldi continuano con le slick, guidando in punta di dita.

Scheckter e Jarier rimontano facilmente sulla pista bagnata e passano a condurre ma la pioggia smette e lascia il posto al sole che asciuga velocemente la pista ribaltando di nuovo la situazione. Hunt, Fittipaldi e Pace tornano in testa alla corsa mentre Scheckter e Jarier si fermano di nuovo per montare le slick.

I colpi di scena non sono finiti. Hunt rompe uno scarico e perde potenza, tanto che prima Fittipaldi e poi Pace lo superano. Scheckter è quarto davanti a Brambilla e Donohue ma ben presto il sudafricano raggiunge e supera Hunt.

Emerson Fittipaldi

 

Quando manca una decina di giri alla fine il cielo si rabbuia di nuovo e nella zona di Stowe e della Club scende l’impossibile, un vero muro d’acqua. Fittipaldi passa lentissimo e riesce a raggiungere i box per montare le gomme da bagnato ma alle sue spalle succede il finimondo. Alla curva Club va in scena un incredibile demolition derby che comprende Stuck, Pace, Scheckter, Henton, Morgan, Hunt, Brise, Wilson Fittipaldi, Watson, Mass e Donohue.

Un commissario incauto resta schiacciato tra le auto ammassate e riporta fratture alle gambe, Brise si ferisce al volto e Jarier, uscito a Woodcote, prende una botta in testa da un palo di sostegno delle reti che gli provoca un taglio al cuoio capelluto.

Il direttore di corsa decide di esporre la bandiera rossa per fermare la gara, anche perché ormai sono rimasti in pista solo 6 piloti: Fittipaldi, Brambilla, Lauda, Jones, Andretti e Regazzoni. I superstiti vengono fermati prima della curva Copse.

La classifica viene stilata al 56° giro con Fittipaldi che torna alla vittoria, la quattordicesima e ultima in F1, sei mesi dopo Interlagos. Pace è classificato secondo davanti a Scheckter, Hunt, Donohue e Brambilla. Avendo coperto più del 75% della distanza viene assegnato il punteggio pieno.

Lauda, ottavo, mantiene la prima posizione nel Mondiale con 47 punti davanti a Fittipaldi con 33, Reutemann e Hunt con 25 e Pace con 24. La Ferrari ha 50 punti tra i costruttori, 8 più della Brabham e 10,5 più della McLaren. Il leader del Mondiale ha comprato un bimotore Cessna Golden Eagle con relativo pilota per gli spostamenti in Europa e sta prendendo lezioni di volo per conseguire il brevetto.

Il mercoledì successivo Jarier effettua i primi collaudi con la nuova DN7 motorizzata Matra V12. La monoposto ha un passo maggiore rispetto alla DN5 per via del motore più lungo e ha fiancate più larghe.

Dopo Francia e Gran Bretagna, il calendario estivo della F1 prevede come al solito l’impegnativa trasferta del Nürburgring che si somma al duro lavoro che le squadre si sono sobbarcate per riparare i danni dell’ammucchiata di Silverstone.

La squadra più danneggiata è la Surtees la cui cronica mancanza di fondi impedisce di rimettere insieme una monoposto, così Watson viene lasciato momentaneamente libero. L’irlandese trova immediatamente posto sulla seconda Lotus in sostituzione di Crawford.

Lotus team mates John Watson and Ronnie Peterson discuss manoeuvres, German GP Nuerburgring 1975

 

Finalmente Williams riesce ad avere due motori per la sua squadra e Ian Ashley può salire sulla FW03 ma durante le prove esce rovinosamente di pista al Pflanzgarten rompendosi una caviglia e distruggendo l’anteriore della monoposto.

Ian Ashley (born in Wuppertal/Germany 1947) in the 2nd Williams FW03 Ford-Cosworth had a big accident at Pflanzgarten and suffered serious ankle injuries but is still able to walk away from his car! It is his sole Grand Prix in 1975.

La nuova Hesketh 308C viene iscritta al GP ma le vibrazioni emerse nei primi test effettuati a Goodwood e il poco tempo a disposizione nel weekend per la messa a punto convincono Hunt e Postlethwaite a tenerla come muletto e continuare a lavorare con la vecchia monoposto.

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Il 27enne giornalista austriaco residente in Germania Harald Ertl acquista da Harry Stiller la Hesketh 308B ex Alan Jones e, dopo aver ben figurato in F2 e soprattutto nel DRM, decide di cimentarsi anche in F1  grazie alla sponsorizzazione della birra Warsteiner.

La Maki appieda il troppo lento Fushida in favore del 32enne Tony Trimmer, promessa mancata dell’automobilismo inglese, ma nemmeno lui riesce nell’impresa di qualificare la FC101C, girando con l’ultimo tempo, più lento di 7 secondi del penultimo ottenuto da Lella Lombardi.

Durante le prove del venerdì Depailler rompe una sospensione molto lontano dai box, scende dalla Tyrrell, chiede a uno spettatore di prestargli la cassetta delle chiavi della propria automobile, regola le altre tre sospensioni in modo che quella rotta non tocchi l’asfalto e torna lentamente ai box per non perdere troppo tempo.

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Ancora una volta Lauda segna la pole position (la sesta stagionale) abbattendo il fatidico “muro” dei 7 minuti in 6’58”6, tempo che rimarrà imbattuto sul circuito da 22,835 km.

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Carlos Pace è secondo, staccato di soli 4 decimi, e precede le Tyrrell di Scheckter e Depailler. Seguono Regazzoni, i tedeschi Mass e Stuck, poi Fittipaldi, Hunt e Reutemann.

Ai box si rivede Rolf Stommelen. Il tedesco cammina ancora con le stampelle ma si dice pronto per rientrare al successivo GP d’Austria.

From left to right: Bette Hill, Marlene Stommelen and Rolf Stommelen.

La domenica un sole caldissimo accoglie i 400mila spettatori dichiarati dall’organizzazione. Questa volta Lauda non sbaglia la partenza come nel 1974 e prende immediatamente la testa della corsa davanti a Pace, Depailler, Mass, Reutemann, Stuck , Regazzoni e Fittipaldi. Scheckter invece brucia quasi la frizione e scivola in ventesima posizione.

Nel corso del primo giro Depailler supera Pace alla Nordkurve e si mette all’inseguimento di Lauda.  Mass esce di pista a causa di una foratura, fortunatamente senza danni fisici ma con la M23 fuori uso. Foratura anche per Fittipaldi e Donohue che riescono a tornare ai box e ripartire. Al giro seguente una gomma di Donohue va in brandelli verso Aremberg e l’americano si ferma lungo il tracciato, al quarto passaggio Brambilla fora addirittura 3 gomme e si ritira mentre a Fittipaldi esplode una gomma posteriore in atterraggio da un salto a 200 all’ora e miracolosamente riesce a non sbattere, torna ai box e abbandona la corsa.

Lauda non riesce a scrollarsi di dosso Depailler che continua a pressarlo mentre Regazzoni supera Reutemann e Pace è l’ennesima vittima di una foratura. Il brasiliano raggiunge i box ma quando riparte rompe la sospensione posteriore sinistra.

Dopo la pessima partenza, Scheckter rimonta a gran ritmo fino a raggiungere la sesta posizione ma all’ottavo giro esce di pista al Karussell.

Subito dopo Depailler si ferma ai box con un problema alla sospensione anteriore sinistra. La riparazione lo mette fuori gara ma i colpi di scena continuano perché subito dopo esplode il motore della 312T di Regazzoni che gli era subentrato al secondo posto. Lo svizzero fa segnare il record della pista in gara in 7’06”4, tempo che rimarrà imbattuto.

Ancora qualche minuto e Lauda rallenta a causa della foratura della gomma anteriore sinistra. L’austriaco raggiunge i box ma la gomma stracciata gli danneggia l’ala anteriore. Un meccanico stacca con le mani il pezzo di ala penzolante mentre si sostituisce la gomma e il ferrarista riparte in quinta posizione ma con tre quarti di ala anteriore.

Reutemann si ritrova in testa alla corsa davanti a Hunt, Pryce, Laffite, Lauda e Jones ma Hunt si ferma ai box con le spine del mozzo di una ruota posteriore tranciate e anche lui è fuori gara.

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Pryce sta assaporando il primo podio quando sente l’abitacolo allagarsi di benzina a causa di una perdita quando mancano ancora 3 giri al termine (69 km). Il gallese rallenta, viene superato da Laffite e Lauda ma non molla. La benzina che ha inzuppato la tuta gli ustiona la pelle e Pryce sgancia le cinture per non stare appoggiato al sedile.

I nove piloti superstiti si avviano verso la bandiera a scacchi che saluta la quarta vittoria di Carlos Reutemann.

Dopo un minuto e 37 secondi giunge al traguardo Jacques Laffite che conquista il primo podio per lui e per la Williams.

Lauda completa il podio davanti a Pryce che viene immediatamente trasportato in ospedale dove rimane in osservazione per la notte. Alan Jones è quinto e conquista i suoi primi due punti davanti a Van Lennep che regala il primo punto a Mo Nunn e all’Ensign.

Foto 75-082

 

 

 

 

 

A fine gara c’è un duro scambio di accuse tra l’organizzazione tedesca che accusa la Goodyear di aver fornito gomme inadatte per un tracciato così selettivo e l’azienda di Akron che a sua volta addebita le innumerevoli forature al pietrisco portato in pista dai piloti.

Lauda incrementa il suo vantaggio sul secondo in classifica che ora è Reutemann, staccato di 17 punti. Fittipaldi è un punto più sotto. La Brabham si avvicina a 3 punti dalla Ferrari tra i costruttori.

Nel weekend del Nürburgring arriva la rottura delle trattative economiche tra la FOCA e gli organizzatori del GP del Canada. Ecclestone ha chiesto ai canadesi un cachet maggiorato di ulteriori 30mila dollari per portare le squadre in Ontario ma a Mosport non ne vogliono sapere e nei giorni successivi il GP viene cancellato dal calendario.

La notorietà raggiunta da Niki Lauda lo fa diventare ricercato ospite di avvenimenti mondani e lui non si sottrae. L’attore Curd Jürgens lo invita a una festa nella sua villa di Vienna dove conosce il grande direttore d’orchestra Herbert von Karajan, appassionatissimo di auto da corsa e non.

In questa occasione Lauda conosce anche la fidanzata del 60enne Jürgens, la 19enne Marlene Knaus.

Curd Jürgens und Marlene Knaus anlässlich der Hochzeit des Herzspezialisten de Bakey am 09.08.1975 in Hamburg. Foto: Rolf Kruse +++(c) dpa – Report+++ (Photo by Rolf Kruse/picture alliance via Getty Images)

 

Si giunge così a Zeltweg per il GP d’Austria che diventa il terz’ultimo del campionato e Lauda ha la concreta possibilità di diventare matematicamente Campione del Mondo davanti al suo pubblico. Gli basta guadagnare un solo punto nei confronti di Reutemann.

John Surtees riesce a rimettere insieme due TS16, una per Watson e l’altra per il 29enne pilota locale Ewald Boisitz che però non riesce a raccogliere i fondi promessi e deve accontentarsi di passeggiare per il paddock. Si libera così la seconda Lotus sulla quale sale di nuovo Henton.

Torna nel paddock la BRM con un nuovo motore la cui competitività e affidabilità sono tutte da scoprire. Il pilota è sempre Evans sulla vecchia P201.

La Shadow iscrive la nuova DN7 motorizzata Matra come muletto ma Jarier la preferisce da subito alla DN5 Cosworth perché crede ciecamente in quel motore che gli ha permesso di dominare tutte le gare del Mondiale Marche 1974.

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Il noleggiante della Williams di turno è il 33enne Joseph “Jo” Vonlanthen, ex mezzofondista svizzero proprietario di una concessionaria di auto con una grande passione per le corse e molteplici esperienze con monoposto e vetture turismo.

Rolf Stommelen rimette casco e occhiali e torna al volante della Hill, chiudendo di fatto la stagione di Alan Jones. Il tedesco zoppica visibilmente e fa molta fatica a entrare nella monoposto, inoltre guida con la scarpa destra slacciata perché ha il piede gonfio.

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Sul fronte noleggi Lord Hesketh affitta una 308B allo statunitense 29enne Brett Lunger, erede della ricchissima famiglia DuPont e veterano del Vietnam che dopo il congedo dai Marines nel 1971 ha cominciato a correre in F5000 sia negli USA che in Europa.

Osterreichring, Austria. 17 August 1975.
Brett Lunger (Hesketh 308-Ford), 13th position, portrait.
World Copyright: LAT Photographic.
Ref: L75 – 2073 – 17A.

 

Dopo sei mesi di inattività (ultima gara alla Tasman Series di F5000) Chris Amon fa il suo ritorno in F1 al volante della Ensign. Forse il casco avrebbe bisogno di un restauro ma per gli standard dell’epoca va benissimo.

Chris Amon.

 

Nel paddock austriaco è presente anche Walter Wolf, petroliere austro-canadese che è in trattativa per rilevare la proprietà della disastrata Lamborghini e ha intenzione di creare una squadra di F1. Per questo si incontra con Frank Williams e con Giampaolo Dallara al quale vorrebbe commissionare il progetto di una Can-Am. Wolf si presenta al volante di una Countach alla quale ha fatto aggiungere un alettone posteriore realizzato proprio da Dallara.

Il venerdì si rompe una sospensione sulla Copersucar di Wilson Fittipaldi che va in testacoda e poi sbatte frontalmente alla curva Rindt. Il brasiliano sotto choc non riesce a uscire dall’abitacolo e il fratello che lo seguiva si ferma per aiutarlo. Se la cava con il polso sinistro rotto.

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Il sabato mattina il tempo è umido e nella prima sessione pochissimi riescono a migliorare i tempi del venerdì. Regazzoni si reca in autodromo con mezzi propri.

GP Austria 1975: Clay Regazzoni (Photo by Blick/RDB/ullstein bild via Getty Images)

 

Il sabato pomeriggio piove per cui la pole position rimane quella ottenuta da Lauda nella prima giornata di prove, battendo Hunt di 12 centesimi, Fittipaldi 36 e il velocissimo Stuck di 53.

Quinto tempo per Regazzoni davanti a Pace, Depailler e Brambilla. Carlos Reutemann, principale sfidante di Lauda, è solo undicesimo.

Domenica mattina lo splendido sole agostano accoglie un pubblico stimato in 150mila persone, buona parte delle quali provenienti dall’Italia.

Durante il warm-up Mark Donohue esce rovinosamente di pista a 260 all’ora al curvone Vöest-Hügel che segue il rettilineo del traguardo, in seguito all’esplosione della gomma anteriore sinistra. La March striscia contro il guardrail, travolge le reti di protezione che si appallottolano e sollevano la vettura facendola volare oltre alla barriera proprio in corrispondenza della postazione dei commissari.

Una ruota colpisce 3 commissari di percorso e un poliziotto cinofilo mentre la March si ferma contro un palo di sostegno degli striscioni pubblicitari che colpisce il casco di Donohue.

I primi a fermarsi e a prestare soccorso sono Evans, Stuck e di nuovo Fittipaldi che aiutano i soccorritori a estrarre Donohue privo di sensi. Dopo qualche minuto lo statunitense riprende conoscenza e parla con i medici per poi essere trasportato al vicino ospedale di Knittelfeld insieme a Manfred Schaller, commissario di percorso 21enne colpito all’addome da una ruota.

L’incidente ritarda inevitabilmente il programma della giornata per ripristinare le protezioni divelte nell’incidente e intanto grosse nuvole nere coprono il sole e cominciano a scaricare tantissima acqua sull’Österreichring.

Start of the Austrian Grannd Prix 1975, Niki Lauda and James Hunt starting from front row – just Hunt keeps position until the end and becomes second placed.

 

Le 26 monoposto partono in condizioni proibitive con Lauda che scatta davanti a Hunt, Depailler, Stuck, Fittipaldi, Brambilla, Scheckter e Regazzoni.

Lauda e Hunt si avvantaggiano su Depailler ma lo spettacolo arriva da Vittorio Brambilla che in soli 6 giri supera Fittipaldi, Stuck e Depailler e si porta al terzo posto con la March.

La pioggia smette e tutti si aspettano una riedizione della gara di Zandvoort mentre Brambilla si avvicina alla coppia di testa. Anche Ronnie Peterson si esalta sul bagnato e rimonta dal 13° al quarto posto davanti a Depailler, Fittipaldi, Mass, Pryce, Brise e Regazzoni mentre Stuck esce di pista alla Glatz Kurve all’11° giro.

La pioggia ricomincia più forte di prima, Lauda fatica a tenere in pista la 312T, rallenta e al 15° giro viene infilato sia da Hunt che da Brambilla.

Il monzese preme alle spalle di Hunt e al 19° giro lo supera approfittando di un’esitazione dell’inglese nel doppiaggio dell’altra Hesketh di Lunger e passa a condurre.

Peterson si ferma ai box per cambiare la visiera mentre Lauda, sempre più in difficoltà, viene superato anche da Mass e Pryce e ora è quinto.

Al 26° giro la pioggia è torrenziale, accompagnata da tuoni e fulmini per il più classico dei temporali di Ferragosto e i piloti cominciano a indicare il cielo per chiedere di interrompere la gara.

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Mentre i dirigenti delle squadre si riuniscono con gli organizzatori per far fermare il GP, Mass va in testacoda e riesce a ripartire ma Pryce gli soffia la terza posizione.

Al 29° dei 54 giri previsti il direttore di corsa sventola la bandiera a scacchi, Brambilla esulta dentro l’abitacolo, sbanda e va a sbattere contro il guardrail sulla destra all’inizio della salita verso la prima curva danneggiando il musetto. Una volta ripreso il controllo, Vittorione prosegue il suo meritatissimo giro d’onore. Quel musetto rotto è tuttora conservato nell’ufficio di Roberto Ciceri, proprietario della Beta Utensili e discendente del fondatore Alessandro.

La pioggia smette subito dopo e il cielo si apre, alcuni vorrebbero ripartire ma ormai è stata esposta la bandiera a scacchi per cui la corsa è da considerarsi terminata. Il punteggio assegnato è dimezzato perché non è stato coperto il 75% della distanza e Lauda guadagna solo mezzo punto su Reutemann. Gliene manca un altro mezzo per essere matematicamente Campione del Mondo.

Nove anni dopo Ludovico Scarfiotti, vincitore del GP d’Italia 1966 al volante della Ferrari 312, un pilota italiano trionfa in un GP di F1. Tom Pryce conquista il suo primo podio.

All’ospedale di Knittelfeld le cose non vanno bene. In serata Donohue ha le convulsioni e diversi arresti respiratori, viene elitrasportato all’ospedale di Graz per la rimozione chirurgica di un grumo di sangue nel cervello. Durante il volo subisce un arresto cardiaco, viene rianimato per poi essere operato dal neurochirurgo Fritz Heppner. Anche Manfred Schaller è gravissimo, gli vengono asportati un rene e la milza ma martedì mattina muore. Aveva 21 anni. Prima della mezzanotte dello stesso giorno muore anche Donohue. Aveva 38 anni.

La moglie Eden trascina la Goodyear alla sbarra per la morte del marito e nel 1984 il tribunale di Rhode Island giudicherà l’azienda di Akron responsabile della morte del pilota perché la gomma anteriore sinistra della March era difettosa. La Goodyear Tire and Rubber Co. pagherà un risarcimento di 9,6 milioni di dollari.

Mark Donahue (1935-1975) American race driver with his wife Eden, before the race at Silverstone, April 2, 1975. (Photo by Ben Martin/Getty Images)

 

La settimana successiva si corre a Dijon-Prenois il GP di Svizzera, la terza e ultima gara non titolata del 1975. Il codice della strada della confederazione elvetica vieta le competizioni motoristiche sul proprio territorio in seguito alla tragedia di Le Mans del 1955 ma permette alle proprie istituzioni sportive di organizzare gare e campionati all’estero. Quello di Digione è il quindicesimo GP di Svizzera, il primo dopo quello del 1954 disputato al Bremgarten ed è patrocinato dalla Marlboro.

Le monoposto presenti sono 16 e tra queste c’è finalmente la nuova Hesketh 308C, ovviamente guidata da Hunt. Finirà ottavo (doppiato) dopo essersi qualificato con un tempo di un secondo più lento rispetto a quello ottenuto nel 1974 con la macchina vecchia.

Tra le curiosità c’è il casco AGV di Fittipaldi. Si tratta del nuovo X-1 Integral Air System, dotato di una presa d’aria per una maggiore aerazione all’interno.

Casco nuovo anche per Pace che indossa un Bel’s come quello di Regazzoni.

Macchina patchwork per Brambilla. Il vincitore di Zeltweg sostituisce il musetto rotto dopo la bandiera a scacchi con quello della 751 di Lella Lombardi.

Jarier ottiene la pole con la DN5 motorizzata Cosworth davanti a Fittipaldi, Regazzoni con l’unica 312T presente e Mass. Il francese della Shadow parte a razzo mentre Fittipaldi brucia subito la frizione e si ritira.

“Godasse de plomb” si avvantaggia immediatamente su Regazzoni e sembra poter condurre a termine la corsa vittoriosamente ma si ritira prima di metà gara per la rottura del cambio.

Clay Regazzoni è quindi il primo elvetico a vincere il GP di Svizzera e finalmente si toglie una soddisfazione in un’annata veramente amara per lui.

Di ritorno dalla Francia la Ferrari si ferma a Monza per prove di gomme e aerodinamica in vista di quello che dovrebbe essere il GP della consacrazione. Regazzoni indossa il casco di Lauda per effettuare delle riprese onboard per la la RAI (il video si trova su Youtube).

Ferrari-Tests in Monza 1975: Regazzoni im Helm von Niki Lauda (Photo by Roger Benoit/RDB/ullstein bild via Getty Images)

 

Le prove vengono interrotte anticipatamente per la rottura di due motori stanchi ma il morale è alto a giudicare dai volti distesi dei meccanici che spingono la macchina dopo averla recuperata alla chicane. I tifosi non stanno nella pelle.

Tests in Monza 1975: Regazzoni mit Ferrari-Mechanikern (Photo by Roger Benoit/RDB/ullstein bild via Getty Images)
Ferrari-Tests in Monza 1975: Zuschauer (Photo by Roger Benoit/RDB/ullstein bild via Getty Images)

 

L’ultimo weekend di agosto si corre in Canada il Grand Prix de Trois-Rivières, gara di F.Atlantic tanto danarosa da attirare anche alcuni piloti di F1 che la settimana seguente dovranno essere a Monza per il GP d’Italia. Patrick Depailler (March 75B) conquista la pole davanti a Jean-Pierre Jarier (Chevron B29) e al 23enne canadese Gilles Villeneuve (March 75B), Campione del Mondo di motoslitte 1974 sponsorizzato dalla Skiroule, azienda produttrice delle motoslitte da corsa che progetta lui stesso.

La gara è vinta da Vittorio Brambilla davanti a Jarier e Jaussaud. Villeneuve rompe il motore quando si trova al terzo posto.

L’iperattivo Mauro Forghieri, sempre interessato anche alle formule minori, fornisce i suoi consigli tecnici a un appassionato 23enne che ha costruito una monoposto di F3, la M.P., pilotata da Carlo Giorgio. Il giovane in questione si chiama Marco Piccinini, figlio di quell’Arnaldo fondatore della Voxson trasferitosi da Roma a Montecarlo dove ha aperto la Principe Société de Banque de Monaco. La macchina non va nemmeno a spingerla ma il giovane Marco farà comunque parlare di sé.

Il Parco di Monza ospita quella che tutti ritengono essere la gara che assegnerà il Mondiale Piloti. Nessuno pensa seriamente che Reutemann possa vincere entrambe le corse rimanenti con una monoposto non più aggiornata e che allo stesso tempo Lauda non riesca a conquistare anche solo mezzo punto con la macchina più veloce del lotto.

Con le Rosse velocissime e Brambilla super competitivo, gli appassionati italiani sognano un podio tricolore.

Alla Lotus si continua a cambiare il secondo pilota ma senza molti risultati. Questa volta tocca a Crawford, dopo che Henton è andato a sbattere e ha distrutto una macchina durante le prove in Austria. Ronnie Peterson ha vinto le ultime due edizioni del GP d’Italia ma quest’anno non ha una macchina decente per ambire nemmeno al podio. A Hethel si sta finalmente costruendo una nuova monoposto che avrebbe dovuto debuttare proprio a Monza ma il lavoro non è stato ancora completato.

GP Italy, Monza 1975: Ronnie Peterson (Photo by Blick/RDB/ullstein bild via Getty Images)

 

Dopo l’ennesima sfortunata prova di Digione, Jarier riprende la Shadow-Matra che in teoria dovrebbe andare molto bene su un circuito “da motore” come quello brianzolo.

La Williams FW03 noleggiata da Vonlanthen passa a Renzo Zorzi che festeggia la vittoria di Monaco con il debutto in F1. Oltre ai finanziatori di Merzario (che hanno già pagato per cui devono rimanere visibili) il trentino porta il suo sponsor della F3, la piacentina Gabbiani Macchine, azienda che produce macchine utensili per la lavorazione del legno. Il figlio del sig. Gabbiani, il 18enne Giuseppe, è uno dei migliori kartisti italiani.

Durante le prove del venerdì la scritta Coronado compare sulle Hill e sulle divise dei meccanici. Una troupe cinematografica sta facendo delle riprese per la produzione di un film tratto dal romanzo The Way To Dusty Death di Alistair MacLean.

Rolf Stommelen beim GP Italien in Monza 1975 – nur bei diesem Rennen mit der grossen Sponsor-Aufschrift “CORONADO” an der Cockpitseite und auf dem Heckflügel

 

Fa il suo debutto ufficiale la Hesketh 308C nonostante i problemi di vibrazioni e surriscaldamento emersi nelle prove effettuate finora.

James Hunt (GBR) finished fifth in the first GP for the Hesketh 308C.
Italian Grand Prix, Monza, 7 September 1975.
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Wilson Fittipaldi ha il polso sinistro ingessato per la frattura rimediata a Zeltweg e chiede a Merzario di pilotare la FD03. Il comasco accetta e torna al volante di una F1 dopo tre mesi e mezzo.

Sono assenti la Surtees per mancanza di soldi e la Penske per ovvi motivi.

Le prove non riservano grosse sorprese. Le 312T sono nettamente più veloci della concorrenza, tanto che Lauda e Regazzoni sono gli unici a girare sotto l’1’33”.

Niki Lauda, Mauro Forghieri, Grand Prix of Italy, Monza, 07 September 1975. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

 

Fittipaldi è di nuovo terzo, confermando i progressi della M23 visti già in Austria, ma staccato di 84 centesimi. Precede Scheckter, Mass, Brise (sesto tempo, miglior qualifica per la Hill), Reutemann, Hunt e Brambilla. Delude la Shadow Matra, solo tredicesima con Jarier, appena un decimo più veloce di Pryce. La vettura ha grossi problemi all’impianto di alimentazione per cui il V12 lavora a intermittenza tra scoppi e borbottii. L’unico vantaggio delle fiancate della DN7 è la possibilità di caricare comodamente un passeggero.

On the way back to the pits Jacques Laffite sits on Jarier’s Shadow

 

Nella serata di sabato comincia a piovere molto forte, le nuvole scaricano acqua tutta la notte e anche la mattina. Alle 10 prende il via il warm-up ma la pista è allagata e in certi punti è impraticabile. La partenza è fissata per le 15:30 ma si teme il rinvio della corsa a data da destinarsi.

Verso le 13 c’è un netto miglioramento del meteo, la pioggia cessa di cadere e spunta un bel sole. I pompieri asciugano le pozzanghere createsi un po’ ovunque, Fittipaldi e Lauda fanno un giro di ricognizione con una Lamborghini Countach per verificare che ci siano le condizioni per partire e alle 15 le macchine sono pronte per entrare in pista davanti a 120mila persone.

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Grand Prix of Italy, Autodromo Nazionale Monza, 09 July 1975. Mad tifosi during the 1975 Italian Grand Prix in Monza. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

 

Prima della partenza si svolge una sfilata di Alfa Romeo d’epoca per celebrare la conquista del Mondiale Marche. Arturo Merzario porta in pista la 33TT12 iridata e Vittorio Brambilla, accompagnato da Max Mosley, è al volante della P2 che vinse il GP d’Italia del 1925 con Gastone Brilli-Peri alla media di 152,596 kmh dopo 5 ore, 14 minuti e 33 secondi.

Le 26 monoposto si schierano in fondo al rettilineo, poi si avvicinano alla linea di partenza dove il direttore di corsa Gianni Restelli sventola il Tricolore. Regazzoni scatta benissimo al contrario di Lauda che viene affiancato da Mass il quale ha scavalcato Scheckter e Fittipaldi. Brambilla brucia la frizione e si ritira dopo 100 metri.

Lauda e Mass percorrono la Curva Grande appaiati e l’austriaco riesce ad avere ragione solo alla prima di Lesmo, avendo la traiettoria interna. Regazzoni intanto allunga.

Scheckter supera Mass alla Parabolica ma arriva lungo alla frenata della famigerata prima chicane. Alle sue spalle si scatena il caos con Mass che urta il guardrail e rompe una sospensione e poi c’è una collisione tra Peterson, Brise e Andretti che bloccano la chicane costringendo gli altri piloti a mettersi in fila nella via di fuga.

Regazzoni e Lauda sono solitari al comando con un netto vantaggio su Reutemann, Fittipaldi, Hunt, Depailler e Pryce.

Al 14° giro Fittipaldi supera Reutemann e si porta in terza posizione. Depailler invece si gira alla prima chicane e viene superato da Hunt e Pryce.

Regazzoni continua velocissimo e stacca progressivamente Lauda che è focalizzato sulla conquista del punto che gli serve per vincere il titolo iridato. Questo consente a Fittipaldi di raggiungerlo e superarlo alla prima chicane a 6 giri dal termine.

Dopo 52 giri Clay Regazzoni vince a Monza cinque anni dopo il suo primo successo e viene accolto trionfalmente dai meccanici e dal pubblico.

Monza, Autodromo Nazionale, 7 September 1975. XLVI Italian Grand Prix. Scuderia Ferrari and Italian fans celebrate the Swiss driver Clay Regazzoni (top right) at the end of his victorious race. (Photo by: HUM Images/Universal Images Group via Getty Images)

 

Fittipaldi chiude al posto d’onore davanti a Lauda, Reutemann, Hunt e Pryce.

Il ticinese festeggia sul podio insieme al maestro di cerimonie Tramonti. Alle loro spalle, oltre a Pino Allievi ed Eugenio Zigliotto, c’è il sorriso raggiante di Pio Regazzoni.

Niki Lauda e la Ferrari 312T sono Campioni del Mondo undici anni dopo John Surtees.

La CSI pubblica il nuovo regolamento tecnico che entrerà in vigore a partire dal GP di Spagna del 2 maggio 1976. Le monoposto dovranno avere un secondo rollbar montato davanti al volante in modo che il casco del pilota rimanga sotto alla linea tangente immaginaria tra i due rollbar. Le dimensioni massime oltre gli assi anteriore e posteriore vengono ridotte a 80 cm così come l’altezza massima della vettura non deve superare gli 85 cm da terra per porre un freno al degenerare delle prese d’aria.

Il 17 settembre Colin Chapman presenta finalmente la nuova JPS 11, ovvero la Lotus 77. Disegnata da Geoff Aldridge (monoscocca) e Martin Ogilvie (freni e sospensioni) su progetto di Chapman, la 77 viene definita dal suo ideatore una “macchina da corsa a geometria variabile” perché le sospensioni e i relativi attacchi al telaio sono costruiti in modo da poterne modificare il passo sia all’anteriore che al posteriore per un’escursione complessiva di 25 cm. I freni anteriori sono sempre sospesi ma esterni alla monoscocca, un dettaglio che lascia abbastanza perplessi sulla aerodinamicità della soluzione. L’altra perplessità deriva dalla presenza di Jacky Ickx, probabilmente per motivi di sponsor. È prevista la costruzione di 5 esemplari grazie al finanziamento della John Player & Sons e il debutto in gara è rinviato al 1976.

Il primo test a Brands Hatch si conclude dopo appena 7 giri quando Peterson rientra ai box con una sospensione anteriore piegata senza aver urtato niente.

Le presentazioni continuano. Il 22 settembre la stampa specializzata è convocata a Londra da Ken Tyrrell per vedere un nuovo progetto. La monoposto è coperta da un telo blu che ne maschera le reali forme. Quando viene tolto, i due addetti tolgono anche le sagome che simulano le classiche ruote anteriori e al loro posto appaiono quattro piccole ruote.

Si tratta infatti del Project 34, una vettura realizzata da Derek Gardner nel proprio garage di casa, partendo da una monoscocca 007 danneggiata, il cui obiettivo è di ridurre la sezione frontale per avere una maggiore penetrazione aerodinamica e allo stesso tempo raddoppiare l’impronta a terra dell’avantreno generando più aderenza. Le piccole ruote anteriori sono carenate dietro al muso avvolgente. Gardner precisa che questa è una monoposto sperimentale e che diventerà la nuova Tyrrell F1 solo se funzionerà a dovere.

L’ultimo GP stagionale si disputa a Watkins Glen. Gli organizzatori hanno rallentato la Esse in salita dove ha perso la vita Cevert inserendo una chicane da terza marcia creata con dei cordoli molto alti.

La Elf premia il suo protetto Michel Leclère, secondo classificato nell’Euro F2 alle spalle di Laffite, facendolo debuttare sulla terza Tyrrell.

Lella Lombardi viene scaricata dalla March ma partecipa comunque al GP con la Williams, diventando così il nono noleggiante della stagione per la squadra di Reading.

Sulla Hesketh di Hunt vengono applicati adesivi che invitano a boicottare il Giappone per la caccia alle balene.

Ritorna la Penske con una nuova monoposto, la PC3. Si tratta di una copia carbone della March 751, costruita seguendo i disegni della vettura andata distrutta in Austria e completata con pezzi di ricambio acquistati proprio dalla March. Il pilota è John Watson.

La nuova chicane creata per aumentare la sicurezza crea invece grossi problemi. Durante le prove Lunger, Brambilla e Regazzoni decollano letteralmente sui cordoli ed escono di pista danneggiando le monoposto.

I meccanici della March lavorano dal venerdì pomeriggio fino alla domenica per ricostruire la 751 del monzese e permettergli di schierarsi al via.

Lauda zittisce le critiche ricevute per la sua condotta remissiva nei GP d’Austria e d’Italia ottenendo il miglior tempo sia con la macchina da gara (1’42″003) che con il muletto (1’42″173). L’austriaco ripete così il record di 9 pole ottenute l’anno scorso con la 312B3.

Un Fittipaldi particolarmente in forma completa la prima fila e precede Reutemann e Jarier. Quest’ultimo abbandona la DN7 motorizzata Matra dopo le prove del venerdì perché consuma troppo carburante e non potrebbe concludere il GP senza rifornire. Il tempo ottenuto con la DN5 è più veloce di 1.4” di quello della DN7 e consente al francese di tornare nella parte anteriore dello schieramento.

Anche Andretti riporta avanti la Parnelli con il quinto tempo davanti a Brambilla, Pryce e Depailler. Regazzoni è solo undicesimo a 1.2”, lontanissimo da Lauda.

Il warm-up della domenica mattina riserva alcune sorprese.

Il DFV della nuova Penske PC3 non ne vuole sapere di andare in moto per cui i meccanici di The Captain si affrettano a preparare la vecchia PC1, scartata per la poca competitività ma lasciata in esposizione nel paddock per compiacere lo sponsor. Wattie non ha fatto nemmeno un giro di prova ma deve adattarsi, sempre per compiacere lo sponsor.

Il warm-up è deleterio per la Williams. Laffite scambia la boccetta del detergente per la visiera con quella del collirio che mette negli occhi. Il parigino viene portato d’urgenza in ospedale dove gli vengono riscontrate leggere ustioni superficiali ma non può prendere parte alla gara. Lella Lombardi rimane a piedi lungo il tracciato per un problema elettrico per cui viene fatta salire sulla macchina di Laffite che però è troppo stretta per la sua corporatura, così nessuna Williams partecipa al GP degli Stati Uniti.

Fittipaldi ha lo spunto migliore al via ma Lauda allunga la frenata e torna al comando alla prima curva. Alle loro spalle seguono Jarier, Brambilla, Reutemann, Andretti, Hunt e Mass.

Auto Racing: United States Grand Prix: Overall view of cars in action during race at Watkins Glen Grand Prix Race Course.
Watkins Glen, NY 10/5/1975
CREDIT: Neil Leifer (Photo by Neil Leifer /Sports Illustrated via Getty Images)
(Set Number: X19911 TK1 R2 F3 )

 

La coppia di testa comincia subito a prendere vantaggio sugli inseguitori guidati da Jarier. Brambilla è quarto quando gli si rompono gli attacchi del sedile e ovviamente il monzese fatica a controllare la March muovendosi dentro l’abitacolo per cui viene superato da Reutemann, Andretti e Hunt.

Regazzoni tenta di superare Mass ma lo tampona, rompe l’ala anteriore e rientra ai box per sostituirla retrocedendo in diciassettesima posizione. Subito dopo si ritirano Andretti con una sospensione rotta e Reutemann col motore KO.

La corsa di Jarier finisce al 20° giro per la rottura di un cuscinetto ruota. Nello stesso giro Lauda e Fittipaldi raggiungono Regazzoni per doppiarlo, lo svizzero dà subito strada al compagno di squadra e poi chiude la traiettoria a Fittipaldi, ignorando le bandiere blu e ostacolandolo palesemente.

Il brasiliano si infuria giustamente alzando il pugno all’indirizzo del ferrarista, la McLaren reclama presso il direttore di gara, l’ex pilota Burdette Martin che fa esporre la bandiera nera a Regazzoni il quale fa passare Fittipaldi e rientra ai box. Luca di Montezemolo aggredisce Martin che lo tiene a bada con un braccio mentre dà indicazioni ai commissari. L’assistente personale di Enzo Ferrari non è nuovo a certe uscite nevrotiche, essendo stato già messo in stato di fermo a Barcellona dopo aver aggredito un agente della Guardia Civil (e salvato dall’intervento diplomatico dell’ing. Alberto Rogano, Presidente della CSAI) e per aver colpito con un pugno un commissario di percorso monegasco che voleva impedirgli di entrare in pista.

L’ostruzione di Regazzoni ha fatto perdere a Fittipaldi 10 secondi in 5 giri, così Lauda può gestire il vantaggio con ancora più tranquillità. Hunt è in difficoltà con la 308C e al 33° giro perde la terza posizione a favore di Mass per poi cedere anche il quarto posto a Peterson che porta la Lotus 72 a punti nel suo 73° e ultimo GP in 6 stagioni.

Niki Lauda vince il suo settimo GP, il 58° per la Ferrari che supera la Lotus nella classifica delle squadre più vittoriose.

Il podio viene completato dalle McLaren M23 di Fittipaldi e Mass. Hunt supera Peterson all’ultimo giro dopo che lo svedese ha spiattellato una gomma ma riesce a tagliare il traguardo in quinta posizione. L’ultimo punto in palio lo conquista Scheckter.

La 312T ha dominato il Mondiale 1975 con una superiorità netta sulla concorrenza che deve escogitare qualcosa di nuovo per contrastare Lauda e la vettura ideata da Forghieri. Basteranno le due ruote in più della Tyrrell e il nuovo regolamento tecnico?

 

Giovanni Talli

LA STORIA DELLA FERRARI 312B: 1974 (SECONDA PARTE)

Il lavoro di sviluppo sulla 312B3 continua a grande ritmo. Vengono costruiti due nuovi telai monoscocca (014 e 015, il telaio 013 non viene realizzato) identici a quelli fatti in Inghilterra da Thompson per affrontare il prosieguo della stagione con materiali non affaticati.

Parallelamente si lavora alla costruzione di una nuova Ferrari, questa volta progettata completamente da Mauro Forghieri. Il tecnico modenese ritorna alla sua filosofia costruttiva abbandonando la monoscocca e realizzando un nuovo telaio tubolare, rinforzato da pannelli di alluminio rivettati. La nuova monoposto avrà i radiatori dell’acqua dietro le ruote anteriori e il cambio in posizione trasversale, sempre per ridurre il più possibile il momento d’inerzia polare.

Venerdì 5 aprile la Elf presenta a Parigi la nuova Tyrrell 007, la prima monoposto del dopo-Stewart. Ken Tyrrell afferma che si tratta di una vettura transitoria, meno estrema (e quindi più facile da guidare) della 006/2 per venire incontro alla poca esperienza della nuova coppia di piloti. La monoscocca è più bassa e squadrata, il muso è piatto e i radiatori sono spostati sulle fiancate come sulla 005 provata da Amon nel finale del 1973. La presa d’aria del motore non è più tozza ma alta e stretta. All’inaugurazione è presente anche Jackie Stewart.

Il giorno seguente cominciano a Silverstone le prove del BRDC International Trophy, ultima gara fuori campionato del 1974 che viene vinta da Hunt con la Hesketh. Lord Hesketh fa innalzare un enorme cartellone pubblicitario celebrativo nella zona di Swiss Cottage, nel quartiere di Camden a Londra. Al centro del cartellone figura l’orsacchiotto giallo col casco bianco che è diventato simbolo nonché gadget di tutte le attività del giovane ereditiere inglese.

La Ferrari non partecipa alla corsa preferendo prendere parte alle prove organizzate dalla Goodyear a Jarama dove si corre il successivo GP di Spagna.

Il paddock madrileno è pieno all’inverosimile, con ben 28 iscritti dei quali solo 25 saranno ammessi al via. Ci sono alcune novità tra gli assemblatori, come ad esempio la Trojan-Tauranac. Si tratta di una scuderia fondata da Peter Agg, importatore Lambretta per il Regno Unito nonché costruttore su licenza delle McLaren F5000 e proprietario del team Suzuki Heron che ha appena assunto il 23enne Barry Sheene per farlo debuttare nella classe 500 del motomondiale. Agg ha fatto progettare una F1 a Ron Tauranac e la fa pilotare a Tim Schenken, rimasto a piedi dopo il fallimento del progetto Rondel di Ron Dennis e Neil Trundle. Gli sponsor Suzuki GB e Homelite (motoseghe) sono entrambi di proprietà di Agg.

Tim Schenken (AUS), Trojan-Tauranac Racing T103.
Spanish Grand Prix, Jarama, Spain, 28/04/1974.

 

Si rivede Chris Amon che, dopo essere rimasto senza un sedile per il 1974, ha deciso di diventare costruttore con i soldi di John Dalton, ex gentleman driver e proprietario della Dalton & Co, azienda petrolifera inglese che produce il lubrificante Silkolene. La macchina è progettata da Gordon Fowell che ha realizzato la terza e ultima monoscocca per la Tecno. La macchina si chiama AF101 (A di Amon e F di Fowell) e somiglia moltissimo alla Lotus 72.

Alla Brabham c’è un avvicendamento sulla seconda macchina perché Bruce Giddy non ha pagato Ecclestone il quale appieda immediatamente Robarts, così Rikky von Opel lascia la Ensign e si affitta la Brabham n°8.

La Ferrari mette a disposizione dei suoi piloti le nuove monoscocche costruite a Maranello. Le vetture hanno una nuova presa d’aria più rifinita aerodinamicamente.

L’unico esemplare della nuova Tyrrell 007 è affidato a Scheckter.

Depailler ha la 006/2 con la nuova presa d’aria ma durante le prove esce di pista e deve concludere il weekend con la vecchia 005.

Lo sviluppo della Lotus 76 è più difficile del previsto per cui Peterson e Ickx portano in pista la nuova monoposto senza la doppia ala, senza la carenatura posteriore e senza la frizione elettro-idraulica per avere meno problemi.

Arturo Merzario ora gira nel paddock con un cappello rosso da cowboy con il logo Marlboro e guida la nuova Williams FW03.

La Shadow torna nel Circus dopo la tragedia di Kyalami con due DN3 nuove per Jarier e per Brian Redman che prende il posto di Peter Revson.

Durante le prove libere del venerdì la Brabham di Von Opel all’attacco perde olio sul quale scivola Brambilla che si gira e danneggia la sua March. Subito dopo arriva Hulme che perde il controllo della sua McLaren e investe uno dei commissari che stava segnalando l’olio in pista. José Carlos García del Castro riporta gravi ferite alla testa e a una gamba e viene portato alla clinica La Paz di Madrid dove morirà qualche giorno più tardi.

Il sabato Brambilla è ancora protagonista in negativo, suo malgrado, quando l’ala posteriore della sua March si stacca in pieno rettilineo e gli fa perdere il controllo al momento della frenata. La 741 abbatte 3 file di reti di contenimento e si ferma a pochi cm dal pubblico. Nessuno si fa male ma la macchina non è riparabile per la gara. Un vero peccato perché Brambilla, al suo secondo GP di F1, aveva ottenuto il nono miglior tempo davanti a Scheckter e Hunt.

Lauda conquista la sua seconda pole consecutiva superando Peterson per soli 3 centesimi. Seguono Regazzoni, Fittipaldi, Ickx, Reutemann e il sempre velocissimo Merzario.

Niki Lauda, Ferrari 312B3-74, Grand Prix of Spain, Jarama, 28 April 1974. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

 

Domenica mattina la pioggia mescola le carte. Alla partenza ancora una volta Peterson lascia indietro il gruppo con Lauda, Regazzoni, Ickx, Fittipaldi, Scheckter e Merzario.

Il primo ritiro è di Reutemann che dopo 12 giri rientra ai box, con una macchina inguidabile sulla pista viscida mentre il DFV di Fittipaldi funziona a 7 cilindri a causa del filo di una candela staccato e perde la posizione in favore della Tyrrell di Scheckter che ora è quinto con la nuova 007.

Dopo 17 giri smette di piovere, la pista si asciuga rapidamente e i piloti cominciano a rientrare ai box per montare le gomme da asciutto. Il primo a fermarsi tra i piloti di testa è Regazzoni al 19° giro imitato da Fittipaldi. Due giri più tardi Lauda prende la scia di Peterson e lo supera sul rettilineo del traguardo portandosi in testa al GP.

Al 23° giro si ferma Lauda che cambia le gomme in 35 secondi. La Ferrari sfrutta l’esperienza maturata in tanti anni di corse di durata che gli avversari non hanno e usa quattro pistole pneumatiche per smontare e rimontare le gomme mentre la concorrenza deve usare la classica chiave a croce e poi stringere i dadi con la chiave dinamometrica, impiegando molto più tempo. Lauda riparte in seconda posizione alle spalle di Ickx che si ferma due giri dopo ma il suo pit-stop è disastroso. La macchina cade dal cavalletto e il belga riparte prima che le gomme posteriori siano bloccate, sparando via le chiavi e fermandosi davanti al box della Trojan perché i semiassi girano a vuoto. Raggiunto dai suoi meccanici che completano l’operazione, Ickx torna in pista in ultima posizione.

I problemi per la Lotus non sono finiti perché Peterson si ritira per una perdita d’acqua e subito dopo anche Ickx abbandona la gara per una perdita d’olio. Quando tutti hanno montato le gomme da asciutto le Ferrari di Lauda e Regazzoni sono in testa al GP inseguite da Stuck, Merzario, Fittipaldi e Scheckter.

Al 38° giro mentre Merzario affronta la curva che porta alla Rampa Pegaso, si rompe una sospensione anteriore della sua Williams a 180 all’ora. La macchina decolla sul cordolo esterno e scavalca il guardrail per poi travolgere 3 fotografi e fermarsi addosso a Giancarlo Piccinini dell’agenzia Attualfoto. Il fotografo bolognese, immortalato nella penultima immagine dal fratello Pietro, se la cava con una gamba rotta.

Durante il cambio gomme i meccanici della McLaren hanno riattaccato il filo della candela a Fittipaldi che ora gira molto più veloce e al 60° giro supera Stuck per la terza posizione.

La gara si conclude allo scadere delle 2 ore regolamentari (dopo 84 dei 90 giri previsti) con il conte di Villapadierna e Luca di Montezemolo che salutano la prima vittoria di Niki Lauda davanti a Clay Regazzoni per una doppietta Ferrari che mancava dal Nürburgring 1972.

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Niki Lauda, Luca di Montezemolo, Ed Alexander, Ferrari 312B3-74, Grand Prix of Spain, Circuito del Jarama, 28 April 1974. Niki Lauda after his first victory in Formula One, here with Ferrari team manager Luca di Montezemolo (right) and Goodyear tire race director Ed Alexander. (Photo by Paul-Henri Cahier/Getty Images)

Regazzoni sale a 16 punti tallonato da Lauda con 15 e Fittipaldi con 13. Due ferraristi in testa al Mondiale non si vedevano dal 1961. La McLaren è in testa alla Coppa Costruttori con 26 punti seguita dalla Ferrari con 21. Scheckter conquista finalmente i suoi primi 2 punti mondiali.

Terminato il GP le squadre Goodyear partono per Nivelles dove Lauda e Regazzoni sono i più veloci nei test preliminari in vista del GP del Belgio che si disputerà ugualmente anche se la società di gestione dell’autodromo è fallita.

I partecipanti alla gara belga sono addirittura 32 grazie all’ulteriore ingresso di nuove auto e piloti. Fa il suo debutto la Token, vettura che sarebbe dovuta essere chiamata Motul-Rondel in quanto voluta da Ron Dennis e Neil Trundle e progettata da Ray Jessop. Il divorzio tra la squadra e l’azienda petrolifera francese, migrata alla BRM, ha tolto il finanziamento agli ex meccanici della Brabham che si sono visti costretti a chiudere l’attività e vendere la monoposto (ormai completata) a Tony Vlassopoulo e Ken Grob, due uomini d’affari che la “battezzano” unendo i loro nomi. Il pilota è l’esordiente Tom Pryce, un gallese di 24 anni che ha cominciato a correre nel 1970 con una Lola da F.Ford vinta a un corso di pilotaggio della Motor Racing Stables. Il suo apprendistato continua l’anno dopo vincendo il campionato di Formula Super Vee e poi in F3 dove batte anche James Hunt e viene notato da Ron Dennis che nel 1973 lo fa correre in F2 con la sua squadra.

Primo GP di F1 per il 33enne Gérard Larrousse, vincitore a Le Mans ’73 con la Matra e due volte secondo con la Porsche (1969 e 1970). Il lionese corona la sua carriera salendo sulla Brabham BT42 della Scuderia Finotto che in origine sarebbe dovuta essere portata in pista da Silvio Moser, grazie alla sponsorizzazione dell’azienda svizzera di tende parasole Bretscher Storen. Purtroppo il pilota ticinese versa in fin di vita in seguito a un assurdo incidente di cui è stato vittima il 25 aprile nel corso della 1000 km di Monza.

Later team owner Gerard Larrousse drove just two races in this Brabham Ford BT42 entered by Scuderia Finotto

 

Leo Kinnunen è un altro pilota pluridecorato di vetture a ruote coperte, avendo vinto la 24 ore di Daytona 1970 e tre campionati Interserie consecutivi tra il 1971 e il 1973, con Porsche 917 e 917/10. Il 30enne finlandese (il primo Flying Finn in F1) ha acquistato la prima Surtees TS16 costruita e la gestisce personalmente con la squadra AAW Racing, acronimo di Antti Aarnio-Wihuri, il miliardario importatore finlandese della Porsche che poi sponsorizzerà anche Valtteri Bottas. Kinnunen è l’ultimo pilota a correre con un casco jet anche quando non piove.

Teddy Pilette, figlio dell’ex pilota belga di F1 André, noleggia la terza Brabham ufficiale per fare il suo debutto in F1 a 31 anni. In questo GP le Brabham sono sponsorizzate dalla Hitachi, in concorrenza con la Bang & Olufsen che sponsorizza il GP.

Si rivede la Ensign che, perso il supporto di Von Opel, può ora contare sui capitali di Theodore “Teddy” Yip, un ricchissimo imprenditore nato a Sumatra ma cresciuto in Olanda che ha poi costruito a Hong Kong un impero commerciale che include agenzie di viaggio, hotel, casinò e società commerciali per poi diventare monopolista dei casinò di Macao, trasformando l’ex colonia portoghese in una delle città più ricche del mondo. Yip, appassionato di corse ed ex pilota, è anche l’inventore del GP di Macao ed è stato coinvolto da Vern Schuppan, pilota australiano già finanziato dallo stesso Yip in F5000. La N174 è ora colorata di arancione.

La pole position è assegnata a Regazzoni con il tempo di 1’09”82 che lascia più di una perplessità nel paddock perché non rilevato da nessuno, nemmeno dalla Ferrari che dispone di una nuova apparecchiatura della Heuer che permette di prendere i tempi di molte vetture. I cronometristi ufficiali sono inamovibili e assegnano al ticinese un tempo inferiore di 1”04 rispetto al primo inseguitore, Scheckter con la Tyrrell 007.

Lauda e Fittipaldi dividono la seconda fila e precedono Peterson e Merzario, sempre velocissimo in prova.

La McLaren sperimenta una posizione bassa e arretrata dell’alettone posteriore ma senza risultati apprezzabili.

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Le 31 monoposto scattano al via con Regazzoni che tiene Scheckter all’esterno e mantiene la prima posizione mentre il sudafricano si fa sorprendere da Fittipaldi che si mette alle calcagna della Ferrari.

Si forma così un trenino di sei vetture con Regazzoni, Fittipaldi, Scheckter, Lauda, Peterson e Hunt che si stacca dagli altri.

Lauda supera Scheckter all’ottavo giro e il gruppetto prosegue compatto fino a quando arrivano i primi doppiaggi. Lauda ha un’esitazione nel sorpassare Migault, perde contatto da Fittipaldi e viene superato da Scheckter. Peterson e Hunt perdono a loro volta terreno per effetto delle macchine più lente.

Al 39° giro Regazzoni trova il doppiato Larrousse in piena traiettoria e alza il piede quel tanto che basta a Fittipaldi e Lauda per superarlo di slancio.

Il sestetto di testa si riduce a quartetto quando Peterson si ferma a cambiare una gomma sgonfia e Hunt esce di pista in seguito alla rottura di una sospensione.

Fittipaldi e Lauda ora sono i più veloci in pista e si avvantaggiano nettamente su Regazzoni e Scheckter. Nel finale di gara Lauda tenta il sorpasso quando il brasiliano della McLaren alza il piede nella convinzione sbagliata di aver già tagliato il traguardo e viene quasi affiancato dalla Rossa ma conserva 3 decimi di vantaggio e vince.

Regazzoni è meno fortunato perché finisce la benzina proprio sul rettilineo finale, taglia il traguardo a motore spento ma perde il terzo posto in favore di Scheckter. Un punto perso che potrebbe essere importantissimo in un campionato così equilibrato.

La classifica mondiale si ribalta. Fittipaldi passa in testa con 23 punti davanti a Lauda con 21 e Regazzoni 19. La McLaren aumenta il suo vantaggio nella Coppa Costruttori da +5 a +8 punti sulla Ferrari

Winner Emerson Fittipaldi, 2nd place for Niki Lauda (left)

 

Jody Scheckter sale per la prima volta sul podio mentre Vittorugo Tramonti c’è sempre, a prescindere.

Anche questa volta la Ferrari non torna subito a Maranello ma parte per il ‘Ring dove la Goodyear ha organizzato una sessione di prove di gomme. Le Ferrari sono sempre velocissime con Lauda e Regazzoni davanti a tutti. L’austriaco abbatte il “muro” dei 7 minuti girando in 6’58”2

Intanto il nuovo Circuito del Mugello è stato completato ed sarà presto inaugurato con una gara di F5000.

La gara successiva è il GP di Monaco dove il lotto degli iscritti viene scremato preventivamente dal presidente dell’AC locale Michel Boeri. Vengono infatti respinte le richieste di iscrizione di Ganley (Maki), Larrousse (Brabham-Finotto), Van Lennep (Williams) e Pryce (Token) perché ritenuti troppo inesperti per le stradine del Principato. La particolarità del tracciato convince Colin Chapman a mettere da parte le inaffidabili Lotus 76 e tira fuori dal capannone le vecchie 72E per Peterson e Ickx.

Torna in pista Chris Amon che ha modificato la sua vettura spostando i radiatori sull’anteriore e carenandoli con un muso a tutta larghezza. Anche le fiancate sono diverse rispetto a quelle viste in Spagna.

Lord Hesketh non vuole che la gente parli male di lui così noleggia due yacht, il Nefertiti per la squadra e il Morgana per gli amici.

La 312B3 è decisamente la macchina più veloce del lotto con Lauda che ottiene la terza pole davanti a Regazzoni per una prima fila tutta Rossa come non si vedeva da Monza ’61.

Ronnie Peterson dimostra una volta di più le sue qualità qualificando la vecchia 72E in seconda fila davanti alle Tyrrell 007 di Depailler e Scheckter, con il francese che per la prima volta batte il compagno di squadra in prova. Splendido sesto miglior tempo per Jarier che finalmente dimostra il suo talento almeno in qualifica e precede Hunt, Reutemann e Stuck. Male le McLaren con Hailwood decimo, Hulme dodicesimo e Fittipaldi subito dietro. Il paulista ha fatto montare due alette sugli spoiler anteriori per avere un riferimento nelle curve.

Tom Pryce si prende la rivincita nei confronti di Michel Boeri dominando il GP di F3, vincendo con 21 secondi di vantaggio su Tony Brise.

Al termine del giro di allineamento Depailler rientra ai box con una grave perdita di benzina. Non c’è tempo per tentare una riparazione così il francese salta sulla vecchia 006/2 di scorta ma, non avendola mai usata durante le prove, è costretto a partire dal fondo dello schieramento vanificando lo splendido quarto tempo col quale si era qualificato.

All’abbassarsi della bandiera monegasca Regazzoni sorprende Lauda e gira per primo a S.te Devote.

Nella salita verso il Casinò Beltoise si prende una ruotata da Hulme e i due innescano una serie di collisioni che mettono fuori gara anche Pace, Merzario, Redman, Schenken e Brambilla, oltre a loro due.

Regazzoni è in testa alla gara seguito da Lauda, Jarier, Peterson, Reutemann, Scheckter, Hailwood, Hunt e Stuck. Il resto del gruppo è staccato, rallentato dall’incidente e guidato da Fittipaldi che è uscito indenne dal tamponamento a catena.

1974 Clay Regazzoni in a Ferrari 312B3 leads opening lap at the Monaco GP 4th. (Photo by: GP Library/Universal Images Group via Getty Images)

 

Al terzo giro Peterson ha la meglio su Jarier e mette pressione a Lauda, il quale non riesce a scavalcare Regazzoni che sta facendo da tappo. Stuck cerca di superare Hunt nella discesa verso il Mirabeau ma l’inglese lo stringe sulla destra. La March decolla sulla ruota posteriore della Hesketh, accarezza i piedi degli spettatori appollaiati sulla ringhiera del parco e si schianta davanti all’hotel Mirabeau.

Dopo altri tre giri Peterson commette un errore e va in testacoda a La Rascasse. Reutemann cerca di sfilarlo all’interno ma urta la Lotus con la ruota posteriore sinistra e rompe la sospensione.

La Lotus di Peterson non riporta danni e lo svedese riesce a ripartire in sesta posizione. Al 12° giro Hailwood si schianta a Massenet e Peterson passa quinto.

Lo svedese è velocissimo e al 19° giro supera Scheckter mentre Regazzoni continua a tenersi alle spalle Lauda e Jarier.

L’austriaco mette sempre più pressione al compagno di squadra che al 21° giro va in testacoda a La Rascasse come aveva fatto Peterson. Per fortuna nessuno lo urta ma il ticinese deve far passare Lauda, Jarier, Peterson e Scheckter e ora è quinto.

Con la pista libera Lauda allunga subito su Jarier il quale, pressato da Peterson, è in difficoltà e arriva lungo al tornante della Vecchia Stazione lasciando via libera alla Lotus. Jarier poi tocca inavvertitamente l’interruttore di corrente e Scheckter lo supera portandosi al terzo posto.

Al 30° giro la Ferrari di Lauda non sembra più veloce come prima. Ha problemi all’impianto elettrico e Peterson recupera velocemente terreno, tanto che al 32° giro lo supera all’uscita del Casinò e si porta in testa al GP. Lauda non riesce a finire il giro perché il Dinoplex non funziona più e il suo motore si spegne a La Rascasse. Un altra messe di punti persi per la Scuderia.

Con ancora più di metà gara da disputare la corsa non ha più sussulti. Ronnie Peterson vince il suo quinto GP di F1 davanti a Scheckter, al suo miglior risultato in carriera, e a Jarier che sale per la prima volta sul podio. Regazzoni è quarto davanti a Fittipaldi e a Watson che conquista il suo primo punto.

La classifica mondiale vede Fittipaldi ancora primo con 24 punti davanti a Regazzoni con 22 e Lauda con 21. Scheckter è quarto con 12. La McLaren è sempre in testa con 37 punti davanti a Ferrari con 30, Tyrrell 16 e Lotus 13.

Swedish Formula One driver Ronnie Peterson (C), flanked by Monaco’s Prince Rainier III (2nd L) and Princess Grace (L), holds the trophy on the podium celebrating his win at the 32th Monaco Formula One Grand Prix on May 26, 1974. – In the background, Caroline and Albert II of Monaco and the two sons of French President Valéry Giscard d’Estaing. (Photo by – / AFP) (Photo credit should read -/AFP via Getty Images)
Ronnie Peterson, Grand Prix of Monaco, Circuit de Monaco, 26 May 1974. Ronnie Peterson and wife Barbro Peterson celebrating victory in the 1974 Monaco Grand Prix. (Photo by Paul-Henri Cahier/Getty Images)

 

Il dopogara in casa Ferrari è movimentato. Regazzoni accusa Lauda di averlo mandato volontariamente in testacoda e glielo spiegherà con “parole sue” nella camera dell’albergo mentre Montezemolo cerca di fare la traduzione dalla “lingua dei segni”. L’ambiente ora non è più così sereno.

Dopo Monaco è la Firestone a organizzare una serie di prove collettive ad Anderstorp per Hesketh, Williams e BRM. Merzario è assente perché impegnato con l’Alfa Romeo alla 1000 km di Imola così Hunt si presta per collaudare le nuove gomme sulla Williams.

Purtroppo la 1000 km non finisce bene per Merzario che va a sbattere alle Acque Minerali e si rompe l’indice della mano destra compromettendo la sua presenza al GP di Svezia. Il comasco si reca comunque ad Anderstorp ed effettua due giri nella prima sessione di prove ma poi rinuncia e Frank Williams lo rimpiazza con Richard Robarts.

Stuck non corre perché la BMW lo fa partecipare alla concomitante gara dell’Euro F2 che si corre a Hockenheim dove il tedesco spera di recuperare qualche punto in classifica a Depailler che invece è in Svezia. Max Mosley noleggia la March allo svedese Reine Wisell che disputa così il suo ultimo GP di F1.

Fa il suo debutto un terzo svedese, Bertil Roos, pilota che corre negli USA dove ha vinto il campionato nazionale di Formula Super Vee e sostituisce Redman sulla seconda Shadow. Con Belsø e Kinnunen si stabilisce il record di ben 5 piloti scandinavi alla partenza di un GP.

La Lotus continua con le 72E. L’unica 76 è il muletto di Peterson sul quale sono state montate delle orrende lamiere posticce per convogliare meglio l’aria verso i radiatori laterali.

Sulle 72E vengono montate delle nuove prese d’aria di alimentazione che però vengono scartate dopo le prove.

La Tyrrell 007 si conferma un’ottima vettura, almeno sui circuiti lenti, e permette a Patrick Depailler di ottenere la sua prima e unica pole position proprio davanti a Scheckter, battuto in qualifica per la seconda volta consecutiva.

TGC3
TGC3

 

Lauda e Regazzoni questa volta si devono accontentare della seconda fila davanti a Peterson, Hunt, Ickx e Jarier.

Ancora problemi per la McLaren. Fittipaldi è solo nono con oltre un secondo di distacco da Depailler.

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Intanto Lord Hesketh si occupa personalmente del merchandising.

Durante il warm-up Belsø esce di pista danneggiando irreparabilmente la FW01, allora Williams appieda Robarts e passa la FW02 al danese che evidentemente ha pagato di più. Anche Fittipaldi decide di cambiare macchina e correre col muletto grazie alla nuova regola appena approvata dalla CSI che permette ai piloti di cambiare vettura senza perdere la posizione di partenza, purché sia sempre della stessa marca.

Con il paddock così distante dalla linea di partenza, lo schieramento si allinea all’uscita dei box per raggiungere la griglia. Si accoda al gruppo anche Schuppan, unico non qualificato con la Ensign, mandato in pista da Mo Nunn nel caso in cui qualcuno dovesse fermarsi nel corso del mezzo giro di formazione.

Depailler ha un’incertezza al via e si fa sorprendere da Scheckter e Peterson il quale si infila in mezzo alle Ferrari e passa da quinto a secondo in poche decine di metri per la gioia del pubblico.

Al termine del primo giro Scheckter conduce davanti a Peterson, Depailler, Lauda, Regazzoni, Reutemann, Hunt e Jarier. Nessuno si accorge di Schuppan che è partito tranquillamente e continua indisturbato in ultima posizione.

Il pubblico ammutolisce al nono giro quando Peterson si ritira per la rottura di un semiasse. Ora le due Tyrrell precedono le due Ferrari.

Carlos Pace è in profonda crisi con la Surtees. La prima fila ottenuta a Kyalami è ormai uno sbiadito ricordo e il brasiliano accusa apertamente la scarsa competitività della TS16. Al 13° giro rientra ai box e scende dalla macchina giudicandola inguidabile. John Surtees non è presente in Svezia ma sarà poi informato dell’accaduto.

Hunt è molto veloce con la Hesketh e al 17° giro supera Reuteman per la quinta posizione per poi salire al quarto posto dopo 23 giri in seguito al ritiro di Regazzoni che rompe il cambio della Ferrari.

Dopo Regazzoni è la volta di Reutemann di abbandonare per una copiosa perdita d’olio quando si trova al quinto posto. La posizione viene rilevata da Fittipaldi che senza fare un solo sorpasso ha recuperato dal decimo posto del primo giro approfittando dei problemi elettrici di Ickx e dell’apertura accidentale dell’estintore di bordo di Jarier, oltre al ritiro di Peterson, Regazzoni e Reutemann. Il brasiliano precede Hulme e lo splendido Brambilla.

1974 Swedish Grand Prix
Anderstorp, Sweden. 7-9 June 1974.
Emerson Fittipaldi, McLaren M23 Ford, 4th position.
Ref: 74SWE09. World Copyright: LAT Photographic

 

Le Tyrrell hanno preso decisamente il largo e gestiscono il vantaggio senza spingere troppo anche perché Lauda ha un grosso problema alla sospensione posteriore destra che sposta la relativa ruota in posizione innaturale nelle curve destrorse. Ciononostante l’austriaco cerca di resistere agli attacchi di Hunt.

La sospensione rotta di Lauda mette in crisi anche la coppia conica e di conseguenza il cambio, così al 67° giro Hunt riesce a passare e poco dopo l’austriaco rientra ai box e si ritira.

A 24 anni, 4 mesi e 11 giorni Jody Scheckter diventa il quarto più giovane vincitore di GP precedendo Depailler, al suo primo podio, che nel finale di gara raggiunge il caposquadra per un arrivo in parata. Nessuno a inizio campionato immaginava che la Tyrrell sarebbe tornata alla vittoria così presto dopo la rifondazione della squadra. Scheckter è il sesto vincitore diverso nelle prime 7 gare di campionato, solo Fittipaldi ha concesso il bis.

Hunt è terzo davanti a Fittipaldi che conquista 3 punti pesantissimi senza fare un solo sorpasso e staccato di 53 secondi. Vittorio Brambilla perde il quinto posto al penultimo giro quando rimane senza benzina a pochi metri dalla linea del traguardo proprio mentre passano le Tyrrell. Il monzese viene classificato decimo.

James Hunt conquista i primi 4 punti dell’anno e regala il primo podio alla Hesketh.

Jarier chiude quinto e Graham Hill, a 45 anni suonati, conquista il suo 289° e ultimo punto iridato al volante della Lola.

La classifica mondiale è sempre comandata da Fittipaldi che sale a quota 27 punti. Regazzoni resta fermo a 22 mentre Scheckter raggiunge Lauda a 21. La McLaren ha 40 punti, la Ferrari 30 e la Tyrrell 25.

Vern Schuppan conclude al 12° e ultimo posto con 3 giri di distacco ma dopo la gara viene escluso dalla classifica per essere partito senza averne il diritto. Evidentemente nessuno lo aveva notato nei 77 giri precedenti.

Come ormai d’abitudine la Goodyear organizza le prove collettive a Zandvoort dove si corre il GP successivo. Lauda è ancora una volta il più veloce con un secondo di vantaggio su Depailler e due su Scheckter e Jarier. Durante i test Peterson esce di pista alla Panoramabocht con la Lotus 76 per un problema ai freni, abbatte tre file di reti e termina la sua corsa contro il guardrail. Lo svedese, rimasto incosciente dentro la monoposto, viene estratto dai soccorritori e trasportato al vicino ospedale di Haarlem dove finalmente si riprende e gli viene riscontrata una commozione cerebrale che mette in dubbio la sua partecipazione al GP d’Olanda. Per fortuna Peterson si riprende in fretta e si presenta regolarmente in autodromo per le prove.

La Surtees porta due macchine ma sono entrambe per Jochen Mass. John Surtees non ha preso per niente bene il ritiro volontario di Pace ad Anderstorp per cui lo appieda in loco, lasciandolo letteralmente a piedi. Sulla sua TS16 possono salire tutti, tranne lui.

La Lotus schiera ancora le 72E sulle quali è cambiato il colore della grafica JPS, ora di un giallo più brillante e quindi più visibile.

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Questa volta la 76 “laboratorio”, sulla quale i radiatori laterali sono stati spostati dietro alle ruote anteriori e inglobati in una nuova carrozzeria, è riservata a Ickx. Della frizione elettro-idraulica e del doppio alettone non c’è più traccia ormai da tempo.

La M23/5 di Fittipaldi monta sul DFV delle trombette di aspirazione più convergenti verso il centro, in funzione della nuova presa d’aria di aspirazione più stretta e liscia della precedente.

La Goodyear fa provare a Reutemann delle nuove gomme posteriori montate su cerchi con diametro da 10 pollici, più piccoli di quelli anteriori.

Il rammarico per i tanti (troppi) punti persi per problemi di affidabilità non fanno perdere l’entusiasmo alla Ferrari che presenta un nuovo alettone posteriore a delta disegnato da Francesco Guglielminetti per un circuito sempre soggetto al forte vento proveniente dal mare.

Race winner Niki Lauda (AUT) sits in the pits as mechanics work on his Ferrari 312B3 during practice.
Dutch Grand Prix, Rd 8, Zandvoort, Holland, 23 June 1974.

 

Terminato l’impegno con Brian Redman a cui la F1 è indigesta, la Shadow ingaggia Tom Pryce, decisamente scontento della Token.

Ron Tauranac cerca di risolvere i problemi di sottosterzo della Trojan montando un’ala a sbalzo a tutta larghezza davanti ai radiatori scoperti.

Le 312B3 sono una volta di più le macchine da battere e occupano di nuova la prima fila come a Monaco e sono le uniche a girare sotto al minuto e 19. Lauda conquista la quarta pole in 1’18”31 contro l’1’19”47 segnato da Peterson nel 1973.

La McLaren torna avanti con Fittipaldi e Hailwood in seconda fila ma il brasiliano ha un distacco di 1”25 dalla pole. Scheckter e Hunt condividono la terza fila davanti a Jarier e Depailler. Peterson è solo nono ma molto più veloce di Ickx, diciottesimo. Nel paddock arrivano anche i genitori di Denny Hulme.

Questa volta Lauda parte perfettamente, al contrario di Regazzoni che viene subito scavalcato ad Hailwood e Depailler, rinvenuto benissimo dalla terza fila.

Hunt parte male e viene sfilato da molte macchine, cerca di allungare la frenata alla Tarzanbocht per recuperare qualcosa ma arriva lungo e viene a contatto con l’incolpevole Pryce (decimo sullo schieramento) e lo butta fuori pista con la sospensione posteriore destra rotta. Hunt piega la posteriore sinistra ed è costretto a rientrare ai box e ritirarsi.

Anche Regazzoni cerca di recuperare le posizioni perse in partenza. All’inizio del secondo giro prende la scia a Depailler sul dritto e lo supera alla frenata della Tarzanbocht mettendosi alla caccia di Hailwood. Lauda intanto fa il vuoto alle sue spalle.

Ancora un giro e il ticinese supera anche la McLaren, sempre sul dritto, riportando così entrambe le Rosse davanti a tutti con Lauda che ha 3 secondi di vantaggio sul compagno di squadra. Nello stesso giro Fittipaldi supera Scheckter e passa in quinta posizione, alle spalle di Hailwood e Depailler.

Il francese della Tyrrell è in ottima forma come ad Anderstorp e al 12° giro supera Hailwood, imitato due giri dopo da Fittipaldi.

Al 24° giro Schuppan fora la gomma anteriore destra poco prima della curva che immette sul rettilineo e si ferma nella corsia di rallentamento prima dell’ingresso dei box. Un meccanico della Ensign accorre con una ruota di scorta, il cric e la chiave ed effettua il cambio, così l’australiano riparte senza passare dai box.

Le gomme della Tyrrell di Depailler si degradano in fretta così Fittipaldi, sornione come al solito, ne approfitta per salire al terzo posto al 40° giro ma le Ferrari sono 20 secondi più avanti, irraggiungibili. Depailler si difende in ogni modo ma deve cedere la posizione anche a Hailwood e Scheckter, conservando almeno il sesto posto al traguardo.

Dopo 75 giri Schuppan, 13° al traguardo, viene escluso dalla classifica per la seconda volta consecutiva, questa volta per il cambio gomme effettuato in zona vietata al 24° giro.

La bandiera a scacchi saluta la seconda vittoria di Niki Lauda e la seconda schiacciante doppietta Ferrari, ottenuta questa volta senza il vantaggio del cambio gomme con le pistole pneumatiche.

Fittipaldi limita i danni conquistando un preziosissimo terzo posto, staccato di 30 secondi, davanti a Hailwood e Scheckter che gli arrivano vicinissimi. Il brasiliano conserva un punto di vantaggio su Lauda nella classifica piloti, 3 su Regazzoni e 8 su Scheckter. La Coppa Costruttori è guidata ancora dalla McLaren con 3 punti sulla Ferrari e 15 sulla Tyrrell.

Passata la boa di metà campionato il Mondiale è una sfida a quattro

 

Giovanni Talli