IL BAGNATO CHE PREMIA GLI AUDACI, FORSE UN Pò FORTUNATI.

Si è appena concluso il gp di Brno, come sempre mai avaro di spettacolo e suspance, in ogni classe.

La Motogp ha visto un nuovo dominio di Marquez, che si era ritrovato ad andare subito in crisi con la rain morbida, una scelta che non ha pagato fino a quel momento. Ma con una pista quasi asciutta, si è ritrovato ad entrare primo nel cambio moto e guadagnarsi un distacco siderale al momento del cambi degli altri, vincendo con un ampio distacco. Complimenti sempre a lui, capace ad adattarsi a tutte le difficoltà, oltre a un plauso a Pedrosa, per la sua seconda posizione, che come al solito non è seguita e considerata dalla regia.

Dietro, come sempre una Yamaha che tarda troppo in queste situazioni, ed un Rossi che non imbrocca mai il momento giusto nel cambio moto, finendo 12 esimo Vinales e 14 esimo Rossi. I due alfieri blu vengono costretti a una mega rimonta, per giungere terzo Mav e quarto Vale, con prestazioni molto consistenti per il pilota di Tavullia, mentre il buon Vinales ha salvato capra e cavoli, ma non era appostissimo nel setting.

Un Dovizioso molto concreto anche lui, pur avendo sbagliato il tempo per entrare ai box, ma come per Lorenzo, dietro a ciò, c’è stato lo zampino del box Ducati, assolutamente impreparato al cambio moto, con un Lorenzo che ha perso un sacco di tempo ad attendere la fine dei lavori sul setting e cambio gomma. Pazzesco ed inaccettabile, per un team come quello di Borgo Panigale. Aspetto positivo, tuttavia, per Dovi come nel caso di Rossi, la dimostrazione di essere veloce e costante, quindi buono per il proseguo di stagione.

Cambio moto che si è rilevato pericolosissimo, per Iannone ed Espargarò, con i due quasi al contatto e l’Italiano, che finisce a terra in mezzo ai meccanici. Sicuramente c’è qualcosa da rivedere per la sicurezza, in questa fase critica.

Un menzione a Michelin, che in questo weekend finalmente pare aver portato delle gomme che non hanno fatto impazzire i top driver. Sembrano finalmente sparite le gomme dalle prestazioni dubbie, fornendo una costanza, sia sulla durata, che sulla prestazione, cosa davvero positiva per questa seconda parte di stagione.

In Moto2, gara che si è divisa in due fasi, con la prima parte su asciutto, che ha visto un dominio dei colori Italiani, con Pasini, Morbidelli e Bagnaia, giocarsi le prime posizioni con Oliveira, ma proprio sul più bello, inizia a piovere e bandierà rossa. Gara sospesa, si riparte, ed uno strepitoso Luthi si porta subito in testa andando poi a vincere la gara, di 6 giri sul bagnato, con una partenza favolosa. Indietro invece Morbidelli, che non trova il feeling e viene scavalcato da molti piloti, arrivando ottavo sul traguardo. Pasini getta via la sua buona gara cadendo, Bagnaia pure lui in difficoltà, chiude settimo. Podio che vede Luthi accorciare in classifica, portandosi a 17 punti da Morbidelli, seguito da Marquez ed Oliveira che ora hanno 49 punti dalla vetta.

Moto3 sempre incerta, ma che alla fine vede dominare il solito Mir, seguito da un mai domo Fenati, che le prova tutte, ma nella tornata finale, i due fanno il giro più veloce, con Mir che risulta inattaccabile in tutte le staccata. Canè va a chiudere il podio.

E ora si va a Zeltweg, con Marquez che ha allungato su tutti i diretti rivali, un Morbidelli sempre leader di classifica, ed un Mir sempre sul pezzo. Il tracciato Austriaco sarà molto favorevole alle Ducati, ma staremo a vedere. Molto probabilmente, vi farò un resoconto della gara, direttamente dal prato del circuito.

Auf wiedersehen

Davide_#nextweekinzeltweg_QV

MOTOGP 2017 – MONSTER ENERGY GRAND PRIX CESKE REPUBLIKY

Rieccoci qua, dopo la lunga pausa estiva, che ha dato tregua a un mondiale motogp quanto mai apertissimo nella lotta al titolo. Marquez, Dovizioso, Vinales e Rossi , sono raccolti un fazzoletto di 10 punti, con un Pedrosa non troppo distante.

Visti le difficoltà presentate da Michelin nella prima fase di stagione, la casa Francese è corsa ai ripari, andando a fabbricare degli pneumatici che dovrebbero risolvere il problema dell’incostanza nella prestazione, con mescole e carcasse diverse, che non dovrebbero più dare quei fenomeni di casualità prestazionale, che fanno altalenare i piloti di vertice, fra prestazioni vincenti e quelle da centro gruppo. Questo è stato uno degli aspetti che ha reso anche tanto complessa e incerta questa stagione, ma staremo a vedere, su una pista di quelle toste e vere, quali saranno i risultati.

A livello di mercato, la pausa non ha fornito alcuno scambio di rilievo fra i big, che resteranno tutti accasati nei team attuali. Voci di corridoio davano per possibile un addio di Lorenzo a Ducati, per andare in Suzuki, ma siamo al fanta motomondiale.

Lorenzo , il pilota più in difficoltà in questa stagione, pare che potrà fruire di importanti modifiche realizzate dalla casa di Borgo Panigale, che si è messa a cercare il modo di ridare feeling e carico all’anteriore sulla D16, per far guidare meglio lo Spagnolo. I test paiono aver dato buoni riscontri, vedremo poi quale sarà il verdetto del weekend di gara.

Honda nella pausa ha fatto fare un test, proprio a Brno, a tutto lo squadrone dei suoi piloti ufficiali, deliberando un nuovo telaio,  che è stato giudicato positivamente da Marquez e Pedrosa. Le modifiche dovrebbero risolvere i problemi di trazione, sofferti  sin qui.

In casa Yamaha, nessun test, tuttavia iniziano a farsi insistenti le richieste di avere un tester migliore per lo sviluppo della moto, oltre ad esser giunta l’ora di avere almeno 3 moto ufficiali in pista, per poter avere un riscontro più similare ai due top riders. Ma se ne riparlerà forse nel 2018, anche se per ora sono pure indiscrezioni e nulla di concreto bolle in pentola.

Mai come sto anno, le ferie dei piloti sono state quasi inesistenti, con tutti i più forti, presi in allenamenti intensi e diete calibrate, per essere al 100% nella seconda parte di stagione. Su tutti un Valentino che davvero ha usato ogni momento del suo tempo, a fare giri in pista o al ranch, cambiando anche il dietologo.

In Moto2 c’è sempre il solito Morbidelli che è gasato come non mai, forse anche di più, sia per la stagione favolosa in corso, che per l’attesa del salto nel 2018 in motogp. Anche qui, però, non ci sono grosse cose da segnale quanto a contratti, o ribaltoni di casacca, e la stessa cosa accade anche per la Moto3.

Insomma, tutti sono carichi a mille, su una delle piste preferite da quasi tutti i piloti, teatro sempre di grandissimi duelli e gare spettacolari. Per il weekend, si prevede bel tempo per le prove, mentre regna l’incertezza pioggia per la domenica, ma ormai dei metereologi mi fido poco, quindi attendiamo il semaforo verde e via alle emozioni.

Saluti

Davide_#rieccolamotogp_QV

High Voltage Bring: Hydro Quebec Montreal e-Prix

Lo scorso fine settimana si è conclusa la terza stagione del campionato mondiale FIA dedicato alle vetture elettriche, la Formula E (FE in breve). Questa competizione è sempre più seguita da un gran numero di appassionati, mentre da altri è sempre più criticata, a causa della natura elettrica della sua natura elettrica. High Voltage Bring vuole essere, se avrà un buon seguito, la rubrica del Blog del Ring dedicata alla FE, trattata non con la solita superficialità con cui viene affrontata sia su siti specializzati che negli eventi televisivi, ma con precisione, costanza e soprattutto interesse, perché chi scrive si è davvero appassionato a questa nuova categoria, in un crescendo dal primo e-Prix della prima stagione fino al finale emozionante di questo campionato.

Gli articoli della nuova sezione “Formula E” saranno, come per la F1, di diverse tipologie: lo scopo è non solo quello di raccontare le ultime novità della serie elettrica, ma anche di rivivere le passate edizioni del campionato; non mancheranno articoli più tecnici, sia sulle architetture dei power train che spingono queste monoposto, sia sulla tecnica di guida richiesta ai piloti per essere competitivi, anche in base al regolamento tecnico della categoria.

Prima di raccontare il doppio round conclusivo di questa bellissima stagione, conclusasi a Montreal, affrontiamo due degli argomenti più controversi della serie, il Fan Boost ed il cambio vettura in gara.

Fan Boost

Nell’ottica di coinvolgere attivamente lo spettatore, il regolamento sportivo della FE ha introdotto già dalla prima stagione una votazione online su diversi social network, allo scopo di concedere a tre piloti in griglia la possibilità di sfruttare un extra-boost di energia da poter utilizzare in gara per favorire i sorpassi (o la fuga/rimonta, in base alle necessità). Personalmente ritengo che questa sia una pessima scelta, che introduce nella competizione una componente da reality show che non dovrebbe assolutamente contaminare il motorsport. Analizziamola comunque con maggior specificità per poterne valutare l’impatto su una gara. Tralasciando le problematiche e le polemiche sul sistema di votazione che si sono susseguite nelle tre stagioni, questo controverso strumento consiste nella possibilità di avere un extra di 100 kJ di energia utilizzabile nella seconda parte di gara dai tre piloti vincitori della votazione. Questa energia aggiuntiva può essere sfruttata in due modalità:

  • 200 kW di potenza, con un guadagno di 30 kW sulla potenza standard utilizzabile per regolamento in gara, che si esaurisce in 3.3 secondi
  • 185 kW di potenza, +15 kW rispetto allo standard di gara per una durata di 6.6 secondi

La scelta sulla tipologia di utilizzo dell’energia aggiuntiva spetta al pilota, che gestisce il bonus con un manettino sul volante. Come si può vedere il vantaggio è tanto, soprattutto in un corpo a corpo, ma vista la relativa facilità di compimento dei sorpassi rispetto ad altre categorie a ruote scoperte, non è certo determinante. Inoltre nell’ottica della gara l’influenza di questo vantaggio è limitata, in quanto la sfida per i piloti è guidare in modo efficiente, cioè andare forte senza consumare troppo, ed è su questo aspetto che si gioca davvero la competizione e si vedono le differenze fra piloti e vetture diverse.

In conclusione, nonostante a mio parere non sia un elemento positivo per il motorsport, sicuramente altera la competizione molto meno di quanto non facciano per esempio le gomme Pirelli imprevedibili oppure l’utilizzo del DRS in F1.

Cambio macchina in gara

A causa della limitata capacità delle batterie, che non sono oggetto di competizione fra costruttori in queste prime stagioni, l’evento vede il cambio vettura durante la gara. L’operazione è similare al cambio moto nelle gare bagnate del motomondiale, ma con un tempo minimo da rispettare nell’ottica di garantire la sicurezza del pilota (corretto fissaggio delle cinture e degli attacchi del collare HANS). Nonostante la procedura sia ormai ampiamente collaudata, questa fase comporta tuttora degli stravolgimenti della classifica, anche a causa dei distacchi sempre contenuti fra le vetture. Dopo la sostituzione, che può essere effettuata in qualsiasi momento della gara, i piloti che ne hanno acquisito il diritto possono usare il fan boost.

Il cambio macchina, peculiarità della categoria, sarà abolito nella stagione 5 della serie, cioè nel 2018-2019.

Hydro Quebec Montreal e-Prix

Il campionato di FE si sviluppa su un arco temporale a cavallo fra due anni consecutivi, con inizio in autunno e fine in estate. La stagione 3 si è conclusa lo scorso fine settimana sul circuito cittadino realizzato a Montreal (che non ha niente in comune con il circuito di F1), con due e-Prix svoltisi il sabato e la domenica. Il programma di un evento si svolge in un’unica giornata, con due sessioni di prove libere, una di qualifica, divisa in quattro gruppi a eliminazione più il turno finale della Super Pole, infine la gara, della durata di circa 50’. Nel caso di doppio appuntamento il programma si ripete uguale a sé stesso in entrambe le giornate, anche se dalle prossime stagioni verrà eliminata una sessione di prove libere dalla seconda giornata, in caso di due e-Prix nello stesso week-end.

Per ogni evento si attribuiscono 3 punti all’autore della Super Pole, 1 punto a chi ottiene il giro veloce in gara, più i punti canonici adottati anche in F1 per l’ordine d’arrivo, per un totale di 29 punti massimi ottenibili in un e-Prix.

La stagione 3 è stata letteralmente dominata da Buemi su Renault e-Dams, fino al doppio appuntamento di New York, penultimo fine settimana di gare dell’anno. A causa della concomitanza con il mondiale endurance lo svizzero è stato costretto a saltare il doppio appuntamento statunitense, permettendo così al rivale Di Grassi di avvicinarsi pericolosamente in classifica generale, nonostante un doppio e-Prix di New York non troppo brillante, a -10 dal leader della classifica.

Alla vigilia di questo fine settimana la lotta per il titolo era quindi sostanzialmente riservata ai due piloti citati, con Rosenqvist e Bird tenuti in gioco solo dalla matematica, ma lontanissimi in classifica. Già nei giorni precedenti alla trasferta sono iniziate le schermaglie verbali fra i due contendenti, segno che, seppur tanto denigrato, il campionato è comunque una competizione mondiale e la vittoria è ambita.

Le previsioni della vigilia erano tutte a favore di Buemi, forte di una monoposto nettamente più efficiente delle altre (almeno nelle sue mani), capace di recuperare in modo eccellente energia durante la gara, anche se talvolta con qualche problemino legato alle temperature di esercizio delle batterie. D’altra parte Di Grassi aveva dalla sua la forza del pronostico avverso, poteva correre senza pressioni e mettere in mostra tutta la grinta che lo ha contraddistinto sempre in questi tre anni di FE.

Il primo colpo di scena si è verificato nella seconda sessione di prove libere, quando all’ultima chicane Buemi ha impattato violentemente le barriere frontalmente, con gravi danni alla sua Renault; il format del campionato non ammette errori, a causa dei tempi ristretti dell’evento. Il team è stato quindi costretto ad un duro lavoro di ricostruzione della monoposto, terminato appena in tempo per la gara, senza riuscire a completare l’assetto ideale. Anche la qualifica ha visto una brutta prestazione per il leader di classifica, costretto al 12° posto in griglia, mentre il rivale Di Grassi è riuscito a regolare Rosenqvist piazzando la sua Audi in Super Pole. Al termine della gara, davvero spettacolare e ravvivata dalla rimonta furiosa di Buemi, autore anche di una pessima partenza, Di Grassi ha festeggiato la vittoria, con lo svizzero quarto. A seguito delle verifiche tecniche sulle monoposto è arrivato però un altro colpo di scena: la Renault dello svizzero utilizzata nella seconda parte di gara, cioè quella assemblata a tempo record dopo l’incidente della mattinata, è risultata sotto peso di ben 4 kg. Ciò ha ovviamente comportato la squalifica del pilota, che ha perso così i 12 punti artigliati in gara. Alla vigilia dell’appuntamento domenicale, ultimo della stagione, Di Grassi si è presentato quindi in testa con 18 punti di vantaggio, la consapevolezza di avere una vettura competitiva e la possibilità di gestire l’intero appuntamento senza dover rischiare troppo, mentre Buemi era ancora intento a prendersela con diversi avversari, rei di difendere la propria posizione nel corso della sua rimonta.

La qualifica della gara finale ha visto nuovamente lo svizzero in crisi, 13°, con il nuovo leader di classifica generale in quinta posizione. Già dopo due giri Buemi è stato costretto a fermarsi ai box, per l’esposizione della bandiera nera con disco arancio, a causa di un leggero tamponamento subito alla prima curva. La gara ed il campionato erano quindi già virtualmente finiti, salvo SC che non sono arrivate. Di Grassi si è limitato a portare la macchina al traguardo in settima posizione, anche se non ne avrebbe avuto bisogno, mentre il pilota Renault concludeva un’altra rimonta (stavolta senza squalifica) in undicesima posizione.

Il titolo piloti è finito quindi per la prima volta in casa Audi nelle mani di Di Grassi, che si è aggiunto a Piquet jr e Buemi fra i piloti campioni di FE (tre diversi in tre stagioni), mentre il campionato costruttori è stato bissato dalla Renault, dopo il successo dello scorso anno.

In chiusura, un paio di link utili per tenersi aggiornati sulla serie elettrica:

Cari Ringers, commentate ed appassionatevi a questo campionato, che offre sempre belle battaglie e dà tanto risalto al valore dei piloti, oltre ad avere prospettive di crescita davvero stupefacenti. Ciao!

La Ferrari domina, soffre e fa doppietta

Doppietta in Ungheria doveva essere, e doppietta è stata.
Dopo la doppia foratura di Silverstone la Ferrari doveva dimostrare la propria forza su un circuito a lei favorevole, per rafforzare la leadership nel campionato piloti in vista di una seconda parte di stagione fatta di circuiti dove la Mercedes in grande crescita sarà sicuramente dura da battere.

Ma la sofferenza è stata grande, da quando a metà gara il volante di Seb ha iniziato a “tirare” a sinistra, e, per non sapere nè leggere nè scrivere, non conoscendo la causa di ciò, il box gli ha chiesto di stare lontano dai cordoli. Il che ha comportato un ovvio innalzamento dei tempi sul giro, costringendo Raikkonen a starsene dietro a proteggergli le spalle, sbuffando un po’ ma tutto sommato facendo esattamente ciò che la Ferrari vuole da lui, nell’ottica della strategia prima guida-scudiero tanto cara a Maranello da qualche decennio.

Il problema di Vettel ha consentito ad una Mercedes, mostratasi in difficoltà nelle prove, di riavvicinarsi minacciosa dopo una prima parte di gara dove i distacchi erano stati piuttosto ampi. Con Hamilton che partiva dietro a Bottas, il box è stato costretto a dare un ordine di scuderia che il finlandese ha onorato in maniera plateale e che a Lewis non è però servito per guadagnare posizioni, non riuscendo ad avvicinarsi a più di 1 secondo da Raikkonen a causa del della perdita di carico data dalla scia, che rappresenta il problema non risolto di queste nuove auto.

A Lewis era stato chiesto di restituire la posizione nel caso non avesse passato Kimi, e l’ha puntualmente fatto all’ultima curva, nonostante Bottas avesse accumulato più di 5 secondi di distacco. La Mercedes ha voluto dimostrare al mondo che loro non hanno prima guida e scudiero (vedi sopra), buon per la Ferrari, sapremo alla fine dell’anno se questo avrà o meno uno un effetto sulla classifica del mondiale piloti.

Le due Red Bull erano attese come la variabile impazzita di questa gara. Ricciardo in particolare era molto fiducioso, nonostante prestazioni altalenanti fra venerdì e sabato. Ci ha pensato il suo compagno di squadra a chiudere la questione con una manovra da novellino alla terza curva, meritevole di una bella lavata di testa da parte dei vertici del team che tanto lo amano. E, per una volta, la direzione gara non lo ha perdonato, dandogli 10 sacrosanti secondi di penalità, che, vista la classifica finale, lo hanno tolto dalla lotta per la vittoria. Senza questa stupidaggine, e visti i problemi allo sterzo di Vettel, Max avrebbe creato un bel po’ di scompiglio e la gara dei primi 3 sarebbe stata ancora più movimentata.

Dietro i top 3 team, la McLaren ha confermato di essere, su questa pista, la quarta forza, con il solito magistrale Alonso sesto e autore del giro più veloce, e Vandoorne decimo. Ottima gara di Sainz, settimo e in odore di Renault per SPA. Le due Force India completano la zona punti, come al solito.

Disastro completo per gli altri quattro team, Renault, Haas, Sauber (come al solito) e Williams. Piccola menzione per Paul di Resta, che non ha preso distacchi abissali dal compagno di squadra, pur navigando costantemente in ultima posizione per finire con un ritiro (probabilmente “politico”) a pochi giri dalla fine.

L’immagine finale di questo GP di Ungheria è quella di un Toto Wolff imbufalito sbraitare al box davanti ad un allibito Niki Lauda, nel momento in cui Lewis all’ultima curva ha lasciato ripassare Bottas. I motivi del turbamento non sono noti, ma se possiamo azzardare un’ipotesi, probabilmente nel team c’era qualcuno che non voleva dare uno dei due ordini di scambio di posizione, o, almeno avrebbe preferito che ci fosse meno platealità. Che Lewis fosse più veloce era fuori discussione, e avrebbe meritato lui il podio. Non c’era forse bisogno di affermare “i valori del team”, come riportato nel comunicato stampa emesso dopo la gara.

Di sicuro oggi la Mercedes ha perso una battaglia, e avrà materiale sul quale riflettere in queste lunghissime 4 settimane di (teorico) stop. La Ferrari va invece in vacanza con il morale alle stelle, ma tornerà sui banchi di scuola a fine agosto con una delle prove più difficili, quella di SPA dove sulla carta le frecce d’argento sono favoritissime. Ma il morale alto può fare miracoli, e, soprattutto, le “variabili impazzite” della Reb Bull (soprattutto Verstappen che correrà in circuito tutto arancione) potranno aiutare la Ferrari. E non dimentichiamo che quello delle Ardenne è uno dei (pochi) circuiti dove il rendimento di Kimi è costantemente altissimo.

Ci sarà sicuramente da divertirsi, nel frattempo buone vacanze a tutti da PA e da tutta la redazione del Blog del Ring e rimanete sintonizzati perchè sappiamo come riempire questa lunghissima pausa.

 

FORMULA 1 PIRELLI MAGYAR NAGYDÍJ 2017 Budapest

Benvenuti a Budapest per il primo GP dopo il giro di boa del Mondiale di F1 2017. Le 10 gare già disputate han visto 4 vittorie di Hamilton, 3 di Vettel, 2 di Bottas ed 1 di Ricciardo per una classifica Piloti che vede Vettel difendersi strenuamente sulla rimonta di Hamilton ormai ad 1 solo punto di svantaggio dall’unno. La classifica del mondiale Costruttori mostra invece Mercedes Benz che prende sempre più il largo su Ferrari forte di due piloti entrambi vincenti e di una W08 che s’è ripresa il benchmark assoluto della performance dalle mani di  una 668 che ancora accusa l’uno/due circa il “ban” dell’olio combusto nell’ICE e la tolleranza massima imposta dalla Federazione al suo fondo che, flettendo, la sigillava all’asfalto a tutto vantaggio dei valori di carico che andavano così generandosi.

In questo contesto complicato Vettel è chiamato a vincere a Budapest proprio come Hamilton lo era a Silverstone: possiamo girarci attorno quanto vogliamo ed usare i termini più edulcorati che desideriamo ma se sulla pista che in assoluto più si avvicina a Monaco il Quadricampione rossovestito non la porta a casa e/o, pure peggio, subìsce un sorpasso in classifica da parte di Hamilton il Piloti salvo imprevisti di sorta prenderà la stessa strada già presa dal Costruttori ovvero quella di Brackley, sponda LH44. Se mi esprimo in  modo così categorico il perchè è semplice: Budapest è una pista favorevole alla 668 e sulla quale SV5 può fare la differenza ergo il risultato obbligato era e resta uno soltanto già che da Spa in avanti ,con l’eccezione di Singapore, i tracciati paiono tutti (o quasi) fatti su misura per la W08. Al che servirebbe arrivare a Spa dopo la pausa agostana di 4 settimane con una leadership più vicina ai 30 punti che ai 20 da gestire poi nelle gare restanti proprio come Vettel ha gestito il vantaggio fino a Silverstone facendo di necessità virtù quando necessario.

Chi scrive è davvero curioso di vedere se la W08 ne ha di suo per star davanti alla 668 su un tracciato come Budapest dopo la paga presa a Monaco che ancora tutti ricordiamo. Lo stesso Raikkonen, le cui performances stanno acquisendo maggiore consistenza curiosamente in concomitanza alla già citata flessione di rendimento della 668, si trova bene a Budapest e darà il polso della Ferrari in Ungheria. Non sarei sorpreso di veder le prime due file miste Ferrari/Mercedes sull’Hungaroring, e sai le risate se ci si ritrova Bottas/Raikkonen (o Raikkonen/Bottas) in  prima fila, evento da non escludere a priori.

In casa Redbull la gara ungherese è attesa con trepidazione nella speranza di agguantare un risultato a sorpresa su un tracciato ove la Power Unit conta meno che non  altrove. Quelli di Milton Keynes son cresciuti parecchio da inizio Mondiale, proprio come han fatto lo scorso anno dopo un inizio in sordina che a Melbourne 2016 li vide qualificarsi dietro alle Toro Rosso. Detto questo la coppia Verstappen/Ricciardo è attesa nel ruolo degli outsiders di eccellenza che, presumibilmente, si giocheranno tutte le loro chances di vittoria nel primo km di gara domenica prossima. Ergo guai distrarsi durante il primo giro della kermesse di Budapest.

Il resto del gruppo è talmente triste che per non deprimermi preferisco parlare di mercato Piloti: la Ferrari ha offerto a Vettel un rinnovo triennale che contempla un congruo aumento dei suoi emolumenti attuali, Vettel ha confermato ai rossi la sua volontà di rinnovare per un solo anno dimostrando a mio parere un’intelligenza rara nella gestione della trattativa. Il perchè è presto spiegato: dovesse andargli buca quest’anno col Mondiale, magari con la 668 in costante flessione rispetto alla W08, legarsi per 3 anni ancora alla Ferrari potrebbe potenzialmente significare ritrovarsi a fine 2020 con 7 mondiali (4+3) d’astinenza dall’iride, ovvero pericolosamente in “zona Alonso”. Rinnovando per un anno non solo si lascerebbe la porta aperta per un 2019 in MB (LH44 va a scadenza a fine 2018) ma valuterebbe con maggiore serenità il livello di competitività della Rossa in questa seconda metà del Mondiale 2017 e, soprattutto, nel prossimo anno. Pare che l’offerta Ferrari sia stata “prendere o lasciare”, a mio parere Maranello non è in una posizione di forza tale (anzi….) da poter fare un ultimatum simile a Vettel ergo se SV5 è intelligente (come penso) basta che li lasci nel loro brodo sufficientemente a lungo per scoprire il loro bluff e portare a casa il rinnovo annuale che desidera. Anche perchè ha sempre un precontratto MB in mano per il 2018, mai dimenticarsene eh.

A Raikkonen la Ferrari ha offerto un rinnovo annuale per 5 milioni a stagione ovvero un altro decurtamento rispetto allo stipendio attuale che già fu decurtato rispetto a quello che gli fu garantito nel 2014 quando tornò in Rosso. KR7 non ha ancora dato una risposta, mi sorprenderebbe molto se rispetto alla duplice opzione rinnovo/ritiro saltasse fuori una terza possibilità che, ok il mai dire mai, ma onestamente vedo altamente improbabile possa realizzarsi.

Bottas (anche lui a scadenza a fine 2017 come i due Rossi) è una bella scommessa vinta da Wolff ergo salvo cataclismi di natura totale/globale sul mercato piloti resta comodamente a Brackley anche se son curioso di vedere se riuscirà a strappare un pluriennale. Chi scrive ama i contratti annuali alla vecchia maniera: costringono Piloti e Teams a star sempre sul pezzo anzichè a ragionar da statali. Peraltro le palle stanno in poco spazio: se un Pilota non è contento di un team fa di tutto per andarsene mentre se un team non è contento di un Pilota fa di tutto per liberarsene. Tanto vale allora risparmiare tempo e denaro con gli avvocati ed accordarsi sul breve periodo IMHO.

Tra quelli a scadenza a fine 2017 c’è pure Checo Perez che probabilmente sta pregando affinchè Raikkonen si ritiri dall’attività in modo da avere una speranza di approdo a Maranello. Non so cosa pensare onestamente, forse è più probabile che raggiunga il suo ex Team-mate Hulkenberg in Renault in pieno stile Alesi/Berger Ferrari/Benetton.

Quasi dimenticavo: dopo il GP si terrà una sessione infrastagionale di test particolarmente importante per due ragioni o, per meglio dire, due partecipanti: Leclerc su Ferrari e Kubica su Renault. Non penso che a Leclerc verrà dato l’accesso diretto in Ferrari accanto a Vettel nemmeno se nei test batte la pole del GP di 2 secondi abbondanti ma tant’è, finchè c’è vita c’è speranza. Kubo beh, con un braccio solo vale 2 Jolyon Palmer ma penso vada in pista per vedere se vale ancora uno dei top come accadeva fino a fine 2010.

Buon GP di Ungheria a tutti!

 

 

Life is racing, all the rest is waiting