Impegni vari e l’orario insolito del GP non hanno consentito al sottoscritto di prendere i dettagliati appunti che fanno da base a questi articoli: se quanto sotto apparirà un po’ “scondito” me ne scuso in anticipo sperando nella benevolenza del lettore.
Dopo la spettacolare gara di Monza, e con in mezzo l’annuncio di Newey in AM, Baku era attesissima e lo svolgimento della gara non ha affatto tradito queste aspettative. È arrivato, nel costruttori, il tanto atteso e ampiamente annunciato sorpasso di McLaren nei confronti di Red Bull. Le implicazioni per il resto della stagione, che vede anche Ferrari in corsa, sono molteplici e sono l’humus sul quale spero crescerà ancor di più la spettacolarità di ogni gara da qui alla fine, facendo di questa stagione una delle più entusiasmanti degli ultimi anni.
Con DRS meno efficaci rispetto al passato non si sono visti i tanti sorpassi che normalmente Baku ci regala ma, forse proprio per questo, quelli che ci sono stati ci hanno dato l’idea di una manovra più sofferta, più studiata, più difficile. Il che non mi è affatto dispiaciuto.
E proprio uno di questi sorpassi si è rivelato decisivo per l’esito finale. Mi sto naturalmente riferendo al sorpasso di Piastri a Leclerc, effettuato al 20° giro con una staccata memorabile che ricorda il “la-va-o-la-spacca” di altri tempi. A differenza di altre gare viste quest’anno, pur ugualmente tesissime dal punto di vista strategico, qui abbiamo visto i primi non risparmiarsi per nemmeno un giro, esaltando in ogni circostanza la prestazione massima che potevano ottenere. Quindi? Quindi vediamo come si sono comportati i piloti! E stavolta non lesinando in voti “veri”.
PIASTRI: 10 e lode
McLaren non poteva esimersi dal far tesoro della lezione presa a Monza: se si consente a Leclerc in versione 2.0 di gestire le gomme come vuole allora vincerà a mani basse, sicché, complice anche il disastro in Q1 di Norris, il mandato di Piastri era quello di “tirare” il più possibile e, soprattutto, di farlo sempre. L’idea era quella di costringere Ferrari, e Leclerc in particolare, a muoversi senza alcuna cautela lungo tutto l’arco del GP. E questo non perché non sarebbe stato in grado di farlo quanto perché il timore di concedere troppo spazio ai papaya avrebbe potuto metterlo in un finale di gara a parti invertite rispetto a Monza e con molte meno chance di portare a casa il massimo risultato. La qual cosa è puntualmente avvenuta grazie al fatto che questo compito dato a Oscar è stato eseguito alla perfezione. Al via entrambi partono bene mantenendo quindi le posizioni della griglia ma da lì in avanti Oscar pressa costantemente Charles costringendolo, per l’appunto, alla massima prestazione. Entrambi guadagnano su Perez e il resto del gruppo in poco tempo. Sulle gialle è McLaren la prima a cedere, dopo una dozzina di giri, consentendo a Leclerc di aprire un gap che arriva sino a 5 secondi così che il pit diventa inevitabile se si vuole insistere sulla strategia di massima performance senza dover concedere nulla al degrado gomma. Quando Charles fa il suo, di pit, Oscar si ritrova nei suoi scarichi (un po’ perché anche le sue gomme avevano ceduto e un po’ perché il suo introduction lap sembra un po’ troppo lento ma sarebbe cambiato ben poco) e non perde tempo: due-tre giri di studio e poi porta l’attacco decisivo. Ah! Che bel sorpasso! Che controllo! Che abilità! Cosa si vuole di più?! Oscar (nomen omen), consapevole che in quella fase non avrebbe potuto fare un sorpasso facile di DRS sul lungo rettilineo di Baku, decide di uscire con chiarezza dalla scia di Charles allungando una frenata che sembra impossibile. Charles, consapevole di ciò, lascia che l’australiano lo infili immaginando un facile incrocio o che, alla peggio, possa superarlo di slancio, contando su una uscita decisamente migliore, nel successivo breve rettilineo. D’altra parte, chi, vedendolo in diretta, non ha esclamato: “adesso va contro i guard rail?” E invece non accade nulla di tutto ciò perché Oscar si esibisce in un controllo tanto straordinario quanto meraviglioso e con una padronanza del mezzo che ha dell’incredibile riesce non solo a completare la curva ma anche a farlo senza perdere praticamente nulla. Completato il fantastico sorpasso Oscar prosegue con la strategia di spingere quanto più possibile, portandosi dietro un Leclerc ringalluzzito da una Ferrari che gli consente di tenere agevolmente il ritmo della suppostamente migliore McLaren. Da quel momento sino alla fine è una gara di nervi, con i due a 8 decimi di distacco per 30 giri (!), nella quale Oscar sembra trovarsi perfettamente a suo agio. E guidando a ritmo di qualifica non sbaglia nulla nonostante i tanti tentativi di attacco di Leclerc che avrebbero impaurito chiunque. Lo ripeto: non ha sbagliato nulla! Qui, nella perfezione di guida mostrata in questo lunghissimo e tesissimo duello (certamente aiutato da una vettura settata perfettamente e che in rettilineo concedeva non più di 3 decimi all’inseguitore con DRS aperto), troviamo il fulcro del capolavoro portato a termine da Piastri in Azerbaijan e per il quale ci spelliamo le mani per i fragorosi applausi che gli dobbiamo tributare. Questa sua dote di mantenere la calma in tutte le fasi della corsa è veramente straordinaria. E ha ancora margini di miglioramento, soprattutto sul piano della velocità pura ove Norris sembra ancora avere un poco di margine su di lui. Non ho alcun dubbio che Oscar si ricorderà molto più della sua seconda vittoria che non della prima. Bravissimo!
LECLERC – 10
Sembrava tutto ben preparato per un bis di Monza: qualifiche strepitose, partenza senza tentennamenti e primo stint con le gialle a velocità warp. La sua gara è sostanzialmente perfetta e solo l’ancor più perfetto Piastri visto a Baku lo ha relegato al secondo posto. Sul sorpasso subito al 20° giro non ha potuto fare granché. Talvolta il “sorpassato” non ha alcun demerito né nulla da rimproverarsi e credo che sia questo il caso. Nel successivo lunghissimo duello Charles ha fatto veramente tutto quanto si poteva fare, anche lui senza errori e capace di una velocità straordinaria. Dare a Oscar tutti i suoi meriti non significa toglierne a Charles: se dai il meglio e quell’altro ti arriva davanti l’unica cosa che rimane da fare è togliersi il cappello. Non sto a ripetere tutto il discorso sulla strategia portata avanti da McLaren, perfetta, che ha costretto Charles alla massima performance per tutta la gara: ha avuto successo e questo è quanto. D’altra parte, è proprio per questo che le sue gomme bianche sono crollate a 3 giri dalla fine ma farei meglio a scrivere “solo a 3 giri dalla fine” il che ha del miracoloso se pensiamo che ne ha passati 30 girando a 8 decimi di distanza. In passato non sarebbe durato 3 giri in quella posizione. Un altro miracolo azero del monegasco è la difesa su Perez che ha poi originato lo stupidissimo incidente tra quest’ultimo e Sainz a 2 giri dalla fine. Tirando le somme, è confortante trovare Ferrari nella posizione di potersi giocare la vittoria, forse ancora più che a Monza, dove è arrivata grazie ad una geniale mossa strategica più che grazie ad una performance superiore. Qui a Baku, infatti, si sono viste Ferrari e McLaren combattere sul filo del rasoio sino alla fine e a parità di strategia sulle gomme. Direi che è un inedito per questa stagione, no? A dirla tutta, la vittoria può (forse, molto forse) essere sfuggita perché Sainz è partito male e non ha potuto contendere il secondo posto a Piastri nel primo stint cosa che, presumibilmente, avrebbe favorito Leclerc. Comunque ben venga questo secondo posto e anche se per certi versi deludente date le premesse, l’ottima performance (unita all’altrettanto ottima di Sainz) mi pare assai significativa. Speriamo, per Charles, che questo trend continui anche nelle prossime gare.
RUSSELL – 8 ½
Podio insperato ma pur sempre podio per Giorgino. Come già in Austria il suo risultato è dipeso da un pasticcio combinato dai due piloti che lo precedevano ma in questi casi, più che di fortuna, preferisco sempre parlare di merito perché lui, e non altri, era lì. Stavolta, le “cornate” tra i piloti davanti non valgono la vittoria ma un ottimo terzo posto e va bene così. Tanto più, a dirla tutta, che Russell si è ben comportato in tutto il week end: in qualifica ha letteralmente sotterrato il suo celebrato team mate rifilandogli 4 decimi. Peccato per quella partenza non ottimale visto che poi si comporta molto bene. Con grande tenacia contende a Verstappen (invero in pallidissima versione) la quinta posizione (a parità di gomme) riuscendo infine a ottenerla con un bel sorpasso poco dopo metà gara. Sorpasso che si rivelerà decisivo per il podio finale perché dietro di lui Verstappen si sveglia solo per ostacolare per diversi giri il ritorno di Norris il quale, visto il ritmo che aveva, l’avrebbe certamente ripreso e superato senza problemi. Di certo Monza e Baku non si sono mostrati granché adatti alla Mercedes ondivaga di questa stagione. Vedremo come proseguiranno in piste a loro più congeniali.
NORRIS – 5
Insufficienza piena per il buon Lando che deve anche fare i conti con un sospetto che già qualcuno aveva adombrato nelle scorse gare e cioè che forse, in McLaren, puntano più sulla calma olimpica di Piastri che sul suo talento velocistico. Certamente Lando non sta rendendo un buon servizio a se stesso quando pasticcia in Q1 fino al punto da non riuscire a segnare un tempo decisivo e doversi accomodare mestamente in 15a posizione in griglia. La strategia, a questo punto obbligata, di partire con le bianche mette in luce anche un suo difetto che si è via via chiarito nel corso della stagione: con il pieno non riesce a performare al suo meglio. E infatti, nonostante il teorico divario prestazionale, nei primi giri non riesce a recuperare che un paio di posizioni e solo dal 10° giro in avanti che comincia la sua vera progressione, grazie soprattutto ai pit degli altri. Poco male, comunque, perché poi, con aria libera, crea un gap importante che gli consente di pittare con poca ansia a 15 giri dalla fine. Di qui in avanti è uno spettacolo straordinario sotto il profilo della performance pura: l’altra cosa a cui ci ha abituato, infatti, è la velocità impressionante che riesce a sviluppare a serbatoio quasi vuoto in questo caso stiamo parlando di due secondi al giro contro Piastri e Leclerc (e Sainz, in quel frangente il più veloce dopo di lui). Se fosse solo quello probabilmente mi sarei sentito di dargli comunque la sufficienza ma il problema è che quando raggiunge Verstappen, lo spento Verstappen di Baku, non affonda il colpo ed è costretto ad uno snervante duello che gli fa perdere una infinità di secondi da Russell che pure aveva facilmente superato Max nonostante gomme ben più vecchie delle sue. È qui che la insufficienza del suo Gran Premio si manifesta. Alla fine lo supera ma è ormai troppo lontano da Russell per potergli contendere la posizione. Male!
VERSTAPPEN – 3 ½
È forse la prima volta, quest’anno, che mi tocca dare un voto largamente insufficiente a Max. Voto ahimè, o ahilui, assolutamente adeguato ad una prestazione parsa decisamente scadente lungo tutto il week end. Basti dire che Perez, mettendo da parte la stupidaggine finale, lo ha surclassato sia in qualifica che in gara. Il che spinge assai lontano le lamentele sulla vettura che il nostro ha sciorinato lungo tutto il Gran Premio: se Checo, che è dalla prima gara che si prende le piste, performa mezzo secondo al giro più veloce la colpa di questo brutto voto è tutta tua, caro Max!. Se invece di un 3 si prende un 3 e mezzo è perché si è svegliato solo nel duello con Norris, verso la fine, minimizzando il guadagno di punti di quest’ultimo nei suoi confronti. Singapore si è dimostrata ostica per RBR anche nelle stagioni di suo massimo splendore: il futuro dei “bibitari” è assai incerto. Staremo a vedere.
ALONSO – 8
Il voto è derivato soprattutto dalla splendida qualifica in cui il nostro ha saputo destreggiarsi splendidamente tra scie di tutti i tipi. Anche in gara tiene il pallino in mano riuscendo a resistere al ritorno delle ottime Williams. Punti meritatissimi
ALBON – 6 ½
Avrei dato voto anche più alto al buon Alexander, visto quanto raramente conclude a punti. Però vanno dette un po’ di cose. Primo: non riesco a non imputargli un 1% di responsabilità nel pasticcio ai box nel Q3 quando lo fanno uscire con l’airbox fan ancora attaccato: non siamo certo al livello del famoso “steering wheel” di Raikkonen ma al momento di uscire dal box, l’oggetto in questione, avrebbe potuto vederlo o “sentirlo”, che ne dite? In gara parte male ed è costretto a rincorrere e, soprattutto, ad un inedito ordine di scuderia nei confronti di Colapinto. Infine, pur con ritmo migliore, non riesce a portare attacchi ad un Alonso con gomme più vecchie delle sue di 20 giri. Bene comunque, visti i punti portati a casa, ma ci ha abituato a ben altro tipo di gara.
COLAPINTO – 8+
A punti alla sua seconda gara e, soprattutto, con performance del tutto inaspettate. In qualifica va meglio di Albon, il che è tutto dire! Anche al di là del pasticcio in Q3 di quest’ultimo va detto che il suo l’aveva fatto. In gara ha una partenza fenomenale, a differenza di Albon, e va anche molto bene. Tanto che il team è costretto ad un ordine di scuderia per far passare un Albon apparentemente più veloce. Già, apparentemente! Perché in realtà Colapinto gli rimane sugli scarichi fino alla fine senza mai commettere errori (a Baku!, mica ad Abu Dhabi) e arrivandogli comodamente dietro per un 1-2 nei punti in Williams che non si vedeva dall’anomala Las Vegas dell’anno scorso. Bravissimo!
BEARMAN – 8
A punti nelle sue prime due gare in Formula 1 e per giunta in due squadre diverse. Che dire? Bravo! Mi è piaciuto soprattutto in qualifica dove ha regolato Hulkenberg (a dir il vero insolitamente falloso) che è ben noto per essere assai veloce. In gara pure si è ben comportato anche se ho avuto la sensazione che abbia corso un po’ in affanno nella seconda metà. Sta di fatto che anche in gara è davanti a Hulk ed è nel posto giusto al momento giusto per essere l’ultimo ad approfittare del patatrac tra Sainz e Perez e portarsi a casa dei punti. Bravissimo l’ho già detto?
A proposito…
SAINZ-PEREZ voto: 2-
Ma che hanno combinato questi due?! Di incidenti stupidi se ne sono visti tanti in Formula 1 ma quelli in cui le stupidaggini concorrono, come in questo caso, non è che abbondino (anche se, ora che ci penso, mi pare che Perez sia stato protagonista di qualcosa di analogo negli anni Force India). Il problema che amplifica l’impietoso giudizio è che entrambi avevano corso una gara eccellente e che senza quel patatrac, visto il contestuale crollo delle gomme di Charles, avrebbero facilmente fatto podio. Perez, in particolare, ha avuto un week end finalmente di altissimo livello sia in qualifica che in gara e, soprattutto, nettamente migliore di Max come non gli accadeva da… be’, da sempre! Io l’ho interpretata così. Al 50° giro Charles, in grave difficoltà con le gomme, viene puntato da Perez alla fine del rettilineo principale ma gli resiste con una magia delle sue. Perez, costretto a scomporsi dalla splendida manovra di Charles, deve quindi accodarsi a Sainz nel breve rettilineo che porta a curva 2. Quest’ultimo, tuttavia, non si sa perché si fa prendere dall’ingordigia e abbozza un tentativo di sorpasso all’esterno su Leclerc che non ha alcun senso. Vero che, per forza di cose!, era uscito più veloce da curva 1 ma gli bastava accodarsi per poi superarlo nel rettilineo successivo o comunque nel rettilineo principale prima dell’ultimo giro. Questo se glie l’avessero concesso, naturalmente, visto che per la squadra, il sorpasso di Sainz su Perez significava, se ben gestito un secondo e terzo posto che valevano oro nel costruttori laddove un Sainz aggressivo su Leclerc avrebbe molto probabilmente portato ad un suo secondo posto ma ad un quarto di Leclerc. Ad ogni modo, Sainz si rende conto troppo tardi che non avrebbe potuto passare Leclerc e fa curva 2 un po’ scomposto, non perfettamente in linea ma ancora sufficientemente veloce. Se si fosse accodato, com’era prima della malsana idea!, regolarmente avrebbe fatto curva 2 in traiettoria perfetta senza dare alcuna possibilità a Perez. Invece, in questo modo, Perez subito dietro decide che Sainz è uscito male (anche se non è poi così vero) e prova a contendergli l’interno per la successiva curva 3. Nel farlo stringe la traiettoria di curva 2 ed esce troppo vicino a Sainz senza rendersi conto che quest’ultimo non è così lento come pensava e invece di spostarsi per lasciare spazio lascia il volante dritto fino a che le due ruote (anteriore dx di Perez e posteriore sx di Sainz) non si toccano generando il patatrac. Dal punto di vista squisitamente tecnico la responsabilità dell’incidente è più di Perez che di Sainz ma quanto fatto da quest’ultimo subito prima lo rende corresponsabile di un incidente stupidissimo. Mi ha stupito negativamente soprattutto Sainz che, solitamente, è molto lucido nel leggere le situazioni di gara. Chissà? Forse avendo visto Charles così in difficoltà ha visto… rosso?!
NOTA DI DEMERITO SPECIALE
No, non mi sono dimenticato di Lewis. Ma che brutto week end e che brutta gara! Ma che mi combini? Forse la sua peggiore gara dell’anno (soprattutto nel confronto con quella invece ottima di Russell). Dopo la ben poco brillante qualifica in Mercedes decidono di cambiargli diverse parti del motore ed è costretto a partire dalla Pit Lane. Da dove, però, non combina praticamente nulla e solo un sorpasso fatto con il coltello tra i denti a Bearman (Bearman! Mica Verstappen, eh!) gli evita lo smacco di finire dietro al rookie di lusso che comunque non lo molla mai sino al traguardo. Aggiungete alla ricetta che giunge a più di un minuto di distanza da Russell ed ecco cucinato un bel 3! Mah!
Bottas, Ocon e Stroll pietosi – voto 0 (zero, ebbene sì).
Bottas passa tutto il Q1 in scia a Zhou (zerbinato per l’occasione) ma ciononostante rimane ben lontano dalla Q2 – ok la macchina è sempre più pietosa ma insomma… Ocon si prende, udite udite, 1 secondo e mezzo in qualifica da Gasly! Stroll, oltre ad una qualifica largamente insufficiente, riesce ad essere l’unico a pasticciare in una partenza in cui tutti erano stati bravi e attenti causando, oltre al suo, il ritiro di Tsunoda. Doppio, anzi, triplo MAH!
Ci vediamo a Singapore!